Storia tre quattrocento

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Storia tre quattrocento

STORIA

ECONOMIA ITALIANA

Produzione di beni materiali:

  • Toscana (fiorente industria tessile –opifici-);
  • Lombardia (industria tessile);
  • Italia meridionale (agro-alimentare).

Ogni città ha diverse attività economiche, benché si evidenzi per alcune.
Accanto alla produzione di largo consumo, occorre ricordare che l’Italia si specializza alla realizzazione di beni artistici, per un pubblico raffinato e circoscritto.

Commerci:
Ci sono centri che fondano la loro forza sulla commercializzazione dei beni (scambiarli: import-export). I centri più importanti sono il Regno Aragonese (nel cuore del Mediterraneo) e Venezia (più importante del Regno Aragonese, che nel corso del ‘400-‘500 è il massimo centro europeo). I suoi possedimenti arrivano fino alla costa dalmata; è una repubblica oligarchica. C’era un gruppo di persone eletto dalle famiglie più ricche e potenti della città; la figura più potente che gestiva la repubblica era il doge.
La repubblica di Venezia e Il regno di Aragona commerciano e questa è un’attività redditizia perché importano beni nel Mediterraneo. Questa attività comincia a Venezia intorno al X secolo e si attesta intorno all’XI secolo, quando la città si specializza in questo campo; è per questa ragione che si diffonde una straordinaria attività artistica (bizantina), che sarà fondamentale per l’arte rinascimentale.
Ci spieghiamo così la presenza di Marco Polo, che nel suo viaggio raggiunge la Cina e poi torna in Italia e racconta la sua esperienza (ne Il Milione). I veneziani importano tessuti pregiatissimi e li scambia in tutta Europa; in più produceva beni.
Lo scambio di beni è redditizio perché gli altri paesi europei erano molto più indietro per ciò che concerne le conoscenze geografiche. I re degli altri stati che ricevevano i beni importati erano affascinati perché non avevano idea di come poterseli procurare. Venezia diventa per questo fino al ‘600 la città più ricca d’Europa.

Attività finanziaria:
La presenza di banchieri permetteva di gestire l’economia degli stati a cui il denaro veniva prestato; il banchiere chiedeva garanzie per la restituzione del denaro prestato. Tali garanzie erano di tipo politico (chiedevano di controllare la politica di quegli stati). Prestare denaro necessita di garanzie economiche ma legate anche al tipo di politica che un paese deve fare. I paesi che chiedevano prestiti quindi si indebitavano.
Oggi ci sono due enti che prestano denaro agli stati: la Banca Mondiale –BM- e il Fondo Monetario Internazionale – FMI-. Questi organismi hanno sedi dislocati in tutto il pianeta, ma non esiste un luogo su cui esercitano la loro autorità. Nascono dopo la seconda guerra mondiale in cui ogni stato deposita annualmente dei soldi e prestano denaro a chi ha bisogno. Il denaro che deve essere depositato in base alla ricchezza del paese. Dietro gli enti ci sono persone che amministrano il denaro; più un paese dà soldi più ha diritto di nominare esponenti dirigenziali. Questo significa che gli stati più poveri non contano nulla a livello dirigenziale, contano molto gli stati più ricchi (Stati Uniti, Giappone…). La Banca Mondiale finanzia tutti i progetti di ricostruzione dell’Africa: prestano soldi ai diversi paesi africani che devono dotare il loro paese di infrastrutture necessarie per rendere il paese si modernizzi, in modo che possano inserirsi nell’economia mondiale. Cosa chiede all’Etiopia in cambio? Smettere di pagare le sovvenzioni ai poveri, perché quei soldi vengano investiti per realizzare infrastrutture. Lo scopo è favorire i commerci per i paesi già sviluppati. Anche l’Italia riceve fondi; qual è la garanzia richiesta? Che l’Italia acceleri le riforme di ristrutturazione dell’economia. L’Italia deve eliminare ciò che non permette alle merci di commerciare liberamente, cioè deve eliminare gli impedimenti per la libera economia di mercato. In concreto vuol dire che vengano privatizzati gli enti pubblici, perché sono un impedimento al libero mercato. Tutto questo va a scapito dei cittadini, che si vedono raddoppiare i costi delle infrastrutture privatizzate. Questa economia avvantaggia chi ha fatto soldi e svantaggia chi è economicamente più debole. Tale economia compare in Italia nel Trecento, trasformando l’esistenza umana in un valore monetario. Nel Quattrocento gli scambi finanziari venivano gestiti dalle città come oggi le Banche Mondiali. Questa forma politica fa scomparire la democrazia.
La finanza italiana controlla la politica europea; Firenze controlla la monarchia francese. Firenze sarà legata a doppio filo alla Francia, che sarà controllata fino a tutto il ‘500 (molte regine francesi apparterranno alla dinastia De Medici). Lo stesso discorso vale per i banchieri genovesi che prestavano denaro agli Spagnoli. La spedizione di Colombo si spiega come il tentativo di trovare nuove rotte commerciali.
Questa situazione economica è il fattore più importante che impedisce l’unificazione italiana, perché nessuno dei vari centri riesce a conquistare l’altro.
Tra il Trecento e il 1454 l’Italia è caratterizzata da continue guerre tra le città di Firenze, Venezia, Milano e Napoli.
Modo con cui gli stati regionali si fanno la guerra, ovvero utilizzando milizie mercenarie, rese possibili per la grande ricchezza presente.

Difetto: nelle milizie mercenarie non c’è una motivazione forte. In un combattimento non vince il più forte, ma quello che ha più motivazioni; in una guerra di logoramento vince chi ha come motivazione suprema la difesa della libertà. Caratteristica dei Comuni è la partecipazione politica attiva dei cittadini; ma fra il Duecento e il Quattrocento cambia la partecipazione dei cittadini: quel grande slancio democratico che porta alla nascita dei Comuni, scompare. I cittadini si eclissano dall’ambito politico. Nei Comuni del Duecento la passione politica era la più alta manifestazione dell’esistenza umana. Nel Quattrocento nascono le Signorie e i principati, che si basa su un sistema di potere a piramide, di tipo gerarchico; nei Comuni del Duecento questo non accadeva, perché i cittadini mettevano nella partecipazione politica la propria affermazione di libertà. Viene meno la democrazia; l’unico paese in cui resta la democrazia è San Marino.
Cosa accade in Europa? Accade che uno dei processi che accompagnano la nascita di stati nazionali è la creazione di un esercito nazionale. Non è ancora un esercito in cui combattono tutti, ma ha in sé la difesa del territorio nazionale; è un esercito che combatte con uno scopo comune, facendo così leva sulla motivazione. Questa sarà una delle caratteristiche per spiegare il successo di alcuni stati rispetto ad altri.

Esempio: la Francia. Fra il Trecento e il Quattrocento combatte la “Guerra dei 100 anni” contro la monarchia inglese. Accade che intorno al 1414 nella Battaglia di Azincourt, l’esercito inglese distrugge completamente l’esercito francese, composto dalla cavalleria feudale, ed era di gran lunga superiore per numero a quello inglese. Però qualitativamente l’esercito inglese è più motivato e preparato, mentre nell’esercito francese ogni soldato rispondeva ai comandi del proprio signore. L’Inghilterra conquista quasi l’intera Francia, tranne una piccola parte a sud. A questo punto compare la motivazione in Francia, come resistenza dall’invasore, trovando in Giovanna D’Arco la motivazione al riscatto, creando un esercito completamente diverso: un esercito di contadini, di popolani, disposti a dare la vita per riconquistare il territorio. Questa motivazione consentirà ai Francesi di vincere e di riconquistare il proprio territorio, tranne il  territorio di La Rochelle. Questa guerra permetterà alla Francia di togliere potere ai feudatari e di creare uno stato nazionale. La partecipazione popolare fu decisiva.
Questo aspetto è totalmente assente in Italia ed è un’altra ragione per cui l’Italia non giungerà ad unificazione.

Gli stati nazionali rappresentano un salto, presi perciò come inizio dell’epoca moderna. Ma perché rappresentano un passaggio fondamentale dal Medioevo all’età moderna? Perché prima tutto ruotava intorno al papato e all’impero.

Caratteristiche degli stati nazionali:

  • territorio vasto che è unificato dalla presenza di un’autorità monarchica;
  • capacità del sovrano di eliminare o contenere le spinte di autonomia interne alla nazione (il re esercita la sua sovranità, perché ha ridimensionato l’autorità di baroni feudali);
  • scompaiono i privilegi dei singoli feudatari.

Repubblica = res publica, cosa pubblica; democrazia = demos (popolo) +cratos (potere), governo del popolo. In democrazia il popolo partecipa attivamente alle decisioni dello stato; nella repubblica, che è intesa come territorio di tutti, non è detto che tutti partecipino al governo dello stato. Nella repubblica oligarchica (oligos in greco significa “poco”, archè significa “potere, comando”) il potere è gestito solo da pochi.

 

Fonte: http://www.diversamentesocial.it/pluginfile.php/158/mod_folder/content/0/STORIA_TRE_QUATTROCENTO.doc?forcedownload=1

Sito web da visitare: http://www.diversamentesocial.it/

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