Umanesimo e rinascimento

Umanesimo e rinascimento

 

 

 

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Umanesimo e rinascimento

Umanesimo e Rinascimento

à I Petrarchisti scrivono le canzoni come le scriveva Petrarca.
à I Trionfi sono l’altra opera in volgare, incompleta, tutte le altre sono scritte in latino e hanno avuto la loro importanza.
à Petrarca scrive una lettera ai posteri e vuole dare un’idea precisa di sé.
à Con Petrarca si comincia a intravedere nei libri una sorta di cultura da trasmettere che nel medioevo veniva solo conservata. Quando Petrarca muore lascia i suoi codici e i suoi libri in eredità ma poi questi vengono rubati e nel 1500 finiscono nel codice vaticano latino.
à I libri circolano come strumenti di cultura e si riscoprono i classici, vi sono autori latini e greci che per tutto il medioevo non sono noti poiché sono manoscritti copiati dagli amanuensi e rimangono sconosciuti agli uomini di cultura. 
Riscoprire la forma dei testi significa riportarli alla forma originale perché possono rompersi, copiati male, cambiati dall’amanuense per renderli più comprensibili,… anche con la stampa c’erano questi errori ed è per questo motivo che ora vi sono delle leggi.
Da qui nasce il: metodo filologico che diventa una scienza.

Appunti sul testo

Alla fine del 1400 a Firenze vi à la cultura dei Medici.
L’umanesimo vuole mettere l’uomo al centro.
Bracciolini durante il concilio di Costanza si assenta per recarsi a San Gallo dove trova dei testi che per tutto il medioevo sono stati sconosciuti.
Manuzio è il primo editore di rilievo (ad es. pubblica i testi in formato tascabile e ha una diffusione in tutta l’Europa occidentale).
N.B non si conosce il greco.
Nel medioevo c’era la percezione che la vita terrena era funzionale alla vita dopo la morte mentre ora si prende in considerazione che l’uomo è al centro dell’universo.
Il metodo scientifico: le università avevano le auctoritas e quello che insegnavano era innegabile mentre il metodo scientifico vuole privilegiare l’osservazione e non accetta niente a priori senza averlo dimostrato.

Nell’umanesimo nasce lo spirito critico che è il tratto distintivo fra medioevo e rinascimento.
Secondo l’etica l’uomo deve tendere al bene ed evitare il male (politica e morale unite) ma se io considero la dimensione umana posso agire male moralmente per mantenere il potere (politica e morale disgiunte); Platone diceva che il corpo è la tomba dell’anima.

Collazione = si mettono a confronto più testi per risalire alla lectione (testo originale)

Con l’introduzione della stampa a caratteri mobili gli errori diminuiscono poiché l’autore corregge gli errori.
Parini scrive il Giorno che è un’opera satirica su un giovane nobile del ‘700; nel 1763 compone il Mattino, nel 1765 il Meriggio e poi lo interrompe e nel 1799 scrive il Mezzogiorno, che sostituisce il Mattino, ed il Vespro e muore. Nel 1802 un suo amico mette insieme un altro Mattino, il Vespro e la Notte e per 150 anni si legge Parini così fino a quando Dante Isella nel 1968 costruisce la versione originale.
Vi sono opere mutilate dalla censura.
Per comunicare si ha bisogno del volgare ma con il 1400 si riafferma il latino, anche lingua della scienza (solo Galileo scriverà in seguito in italiano).
Durante il ‘400 la lingua si arricchisec di latinismi.

Poggio Bracciolini; Lettera a Guarino Veronese

Bracciolini

  • nasce a Terranova nel 1380
  • studia a Firenze
  • si reca a Roma e diviene segretario apostolico in Vaticano
  • partecipa al consiglio di Costanza
  • ha avuto l’occasione di recarsi nel monastero di San Gallo dove scopre dei testi che nel medioevo erano sconosciuti.

La lettera viene scritta il 15 dicembre del 1416.
Nel testo vi è una premessa ideologica: l’uomo dotato di razionalità e di parola (si distingue dagli animali).
Le arti liberali sono divise in trivio (grammatica, retorica e dialettica) e quadrivio ( matematica, astronomia, musica e geometria).
Per Poggio migliorare l’arte dell’uso della parola significa riscoprire la cultura dei classici al fine di ottenere una completa formazione dell’uomo.

Marco Tullio Quintilliano

Di lui si sa poco poiché i suoi testi sono stati collocati nelle biblioteche. Quintilliano è un maestro di retorica, ha scritto l’institutio oratoria che ha come tema la retorica ed è diviso in 12 capitoli, argomenti che sono relativi all’eloquenza:

  • inventio à come si reperiscono glia argomenti
  • dispositio à come colloco gli argomenti nel discorso
  • locutio à lo stile e le figure retoriche
  • memoria à tecniche di memorizzazione
  • actio à come ci si porge al pubblico (mimica, gesti e voce

inoltre vi sono elencati i doveri dell’insegnante e l’insegnamento elementare.

Domande sulla lettera

  • Quali aspetti tipici della cultura umanistica sono presenti in questa lettera?
  • Quale concezione della cultura traspare dalla lettera?
  • Qual è il giudizio di Bracciolini sul medioevo?

 

Risposte

  • Gli aspetti presenti in questa lettera della cultura umanista sono:
  • l’amore dei testi classici
  • la necessità di far rivivere gli antichi scrittori ossia loro sono visti come contemporanei; bisogna farli rivivere sottraendoli dall’oblio in cui per secoli sono caduti
  • lo spirito degli umanisti
  • gli antichi scrittori sono i depositari di quella verità e di quella bellezza ideali tipiche del mondo classico che si erano perdute nei secoli del medioevo
  • ristabilire un dialogo.

 

  • La concezione culturale che traspare è quella che attraverso i testi classici si diventa più colti e vi è la gioia di riscoprirli e di annunciarlo agli altri umanisti come un lieto evento. Secondo gli umanisti per una completa formazione dell’uomo bisogna riscoprire i classici e la capacità di parlare è fondamentale perché intelletto e ragione ci distinguono dagli altri animali ed il discorso diventa uno strumento per migliorare l’arte dell’uso della parola grazie ai classici (Quintilliano è importante poiché tratta dell’eleganza del discorso).

Il testo riscoperto diventa una creatura quindi il libro diventa un elemento di vita e l’antichità e la sua scoperta diviene uno strumento per capire il presente.
La cultura umanistica non è selettiva e individuale ma vi è l’esigenza di diffondere il sapere.

  • Bracciolini non giudica esplicitamente il medioevo; giudica come sono stati conservati i libri e i codici durante questo periodo. Infatti scrive che neanche i condannati a morte vengono cacciati in luoghi oscuri e tetri ed hanno un custode (i monaci) così crudele e sono lontani dagli occhi dei lettori. Egli contrappone a tutto ciò la riscoperta, l’analisi, l’arguzia e molte altre qualità degli umanisti e delle loro idee. C’è una forte polemica nei confronti della cultura monastica e religiosa che oramai ha esaurito la sua funzione.

 

L’umanesimo italiano

Coluccio Salutati (1331-1406) è un letterato, filosofo, giurista ed insegnante; è il primo umanista. Egli riscrive i codici con caratteri latini (lettera antiqua) e non più gotici e da un impulso allo studio della cultura greca ovvero invita a Firenze da Costantinopoli Emanuele Crisolora. Inoltre nasce l’abitudine di incontrarsi a parlare e a discutere così che molti testi sono dialoghi.
Le sue opere principali sono:

  • De seculo et religione à critica verso quei rappresentanti del clero che non vivono secondo i dettami del cristianesimo
  • De fato, fortuna e caso à dibattito che nasce e trova il punto culminante in Macchiavelli: che cos’è il destino? È un caso o è destino ciò che ci accade? Secondo gli umanisti si trascorre la vita attiva per determinare il nostro destino e noi siamo padroni del nostro destino
  • De tyranno à motiva la condanna fatta da Dante agli assassini di Cesare.

Il suo pensiero è che l’uomo attivo e razionale vale per quello che fa. Gli umanisti sono molto attivi, non più solo contemplativi perché si crede che attraverso la vita attiva si ha un miglioramento della società. Inoltre vi è l’idea di comunità e fratellanza ossia se qualcuno scopre qualcosa lo dice e lo trasmette agli altri. Vi è l’amore per la libertà, il culto delle leggi e l’organizzazione nel miglior modo per una buona convivenza. Gli umanisti comunicano e si scambiano le scoperte eccetera quindi molti di loro hanno un carteggio molto fitto; nelle lettere di Salutati si trova lo spirito dell’umanesimo.

Leonardo Bruni (1370-1444) è un allievo di Salutati, il primo storico, un viaggiatore, poiché è un uomo di Chiesa ed è maestro nelle traduzioni (traduce i dialoghi di Platone, l’etica Nicomachea di Aristotele, ecc.).
Bisogna ricordare che vi è un bilinguismo, cioè il latino diventa la lingua della cultura e di riferimento exrta-nazionale anche se sono poche le persone che sono in grado di leggerlo (il primo testo in volgare è il “Dialogo sui massimi sistemi” di Galileo Galilei).
Le sue opere sono:

  • Historia Florentini populi (nove libri) à ripercorre la storia di Firenze e basa la propria attività su fonti accertabili
  • dialoghi
  • biografie
  • epistolario

Poggio Bracciolini (1380-1459) è allievo di Bracciolini, diventa segretario apostolico e viene mandato in tutta Europa. Diventa anche filologo.
Le sue opere sono il Liber facentiarium (delle novelle brevi) e l’epistolario.

Lorenzo Valla (1405-1457) ha operato in varie città, è segretario apostolico ma non è fiorentino (nasce a Roma). Grazie a lui la filologia diventa uno strumento che offre un contributo notevole a tutta l’umanità e accresce il sapere (diventa una scienza che cambia la visione del mondo). Egli mostra con un analisi testuale precisa (De falso credita et ementita constantini donatione) che la Donazione di Costantino esibita dalla Chiesa per legittimare il suo potere e che ha causato molte guerre è falsa.
Con l’opera De libero arbitrio Valla afferma che l’uomo è libero di scegliere ma la sua libertà è limitata.

Giannozzo Manetti nasce nel 1396 a Firenze da una ricca famiglia della borghesia mercantile, ha avuto una formazione umanistica ed è stato amivo degli umanisti sopradetti (soprattutto di Bruni e Niccoli); egli partecipa alla vita politica ed è ambasciatore in varie città d’Italia anche se alla fine della sua vita si scontra con l’autorità dei Medici e muore a Napoli nel 1459. La sua opera è molto eterogenea si passa da opere in latino a opere storiche, biografiche e di traduzione di Aristotele. La sua opera più importante è il De dignitate et excellentia hominis che è divisa in quattro volumi ed è stata pubblicata ,solo dopo la sua morte, nel 1532 mentre i codici risalgono al 1451-1452. Quest’opera contiene l’esaltazione del valore dell’uomo e della realtà terrena contro l’impostazione ascetica (chiusura nella preghiera più totale rinunciando alle altre cose) della religiosità medioevale.

Il dibattito sulla dignità dell’uomo nel Rinascimento

Dignità dell’uomo = rispetto dei diritti naturali, nobiltà morale che deriva all’uomo grazie alla sua natura e alla sua qualità, il rispetto che l’uomo ha di sé stesso e la libertà individuale.

Libero arbitrio = possibilità di scegliere nell’ambito del volere umano

Come si concilia il libero arbitrio con la provvidenza divina? Se noi siamo creature il nostro creatore ha previsto tutto? La nostra libertà è limitata? Possiamo essere responsabili del nostro destino? Possiamo modificarlo? In che modo?
Burchkardt è un grande conoscitore dell’umanesimo e del rinascimento della seconda metà dell’ottocento.
La fortuna viene vista come il destino e nei suoi aspetti positivi e negativi.
Gli umanisti si identificano con Ercole poiché egli era un lavoratore e aveva una vita attiva.

L’umanesimo volgare

Leon Battista Alberti è un grande architetto e un grande scrittore (un umanista eclettico) e grazie alle sue iniziative l’umanesimo trova spazio anche fuori dal latino. Nasce nel 1404 a Genova e muore a Roma nel 1472. Anch’egli, come molti umanisti, intraprende la carriera ecclesiastica che permette di essere in contatto con molte persone di cultura e di avere molto tempo a disposizione per studiare. Di lui restano, soprattutto, i “Libri della famiglia” che sono molto incisivi.
I Libri della Famiglia

  • è ambientato a Padova attorno al letto di morte del padre Lorenzo
  • è un dialogo ossia una discussione nella quale si vedono diverse realtà/visioni e si da voce ad un  personaggio che le incarna (l’uomo nuovo è Lionardo, Adovardo media fra esperienza pratica e cultura e Giannozzo racconta le idee del passato)
  • egli pensa che siamo responsabili della nostra sorte e che la nostra felicità è determinata attorno a noi
  • si riafferma la questione della lingua già affrontata da Dante nel De vulgari eloquentia nel quale afferma che vista la frammentazione politica vi è anche una frammentazione linguistica e propone l’uso del volgare illustre e Alberti sceglie il volgare; molti umanisti scelgono il latino mentre altri scelgono il volgare perché davanti a loro hanno il destinatario (il grande pubblico) e perché il volgare ha tanta dignità come il latino.

 

Il tempo è denaro: Lionardo fa le domande e Giannozzo risponde saggiamente. Il tempo viene concepito come qualcosa che porta al benessere. La nuova borghesia ha la
ed il risparmio perché si è formata da sola.

Luigi Pulci è nato a Firenze nel 1432 e morto a Padova nel 1484.
Presenta un argomento che poi verrà ripreso: le lotte dei cavalieri di Carlo Magno. Alcuni paladini lottano contro i Saraceni (Orlando muore a Roncisvalle e viene ucciso a causa di un agguato, lasciando il ricordo di eroe che muore per difendere il proprio esercito).
Luigi Pulci riprende questo tema ed ha scritto il “Morgante”(28 canti). Pulci innesta inserisce nel Morgante un tema comico poiché Orlando fa varie avventure.

Perché viene scelto il toscano come lingua di riferimento?

  • è vicino al latino
  • ha dei modelli (le tre corone)
  • grazie al fervore culturale dei Madici
  • è una lingua mediana per tutta l’Italia

 

Luigi Pulci non verrà sepolto poiché considerato, quasi, eretico.
Nascono gli autori che scrivono grazie al finanziamento degli uomini di corte.
Pulci ama la comicità  e mostra l’ipocrisia di alcuni uomini; egli è povero e arriva solo tardi alla scrittura (ciò viene dimostrato dal suo percorso culturale).
Pulci è importante perché ha un linguaggio espressivo ed efficace, quasi gergale.

Il Morgante

Il Morgante è l’opera di tutta una vita: è un opera che ha iniziato presto e la sua prima versione è uscita nel 1483, poco prima della sua morte.
Il testo è scritto in ottave che è la forma metrica per eccellenza del poema epico e che sostituisce il romanzo visto che i temi trattati nelle ottave sono temi da trattare nella prosa.
La composizione di quest’opera è stata affidata in un momento durante il quale Firenze si avvicinava politicamente ed economicamente alla Francia (dove si trovano le prime forme di poemi epici).
Questo tipo di romanzo parte da uno spunto, un pretesto, per poi sviluppare molti temi collaterali; incomincia dalla partenza di Orlando dalla Francia che poi narra per il mondo e alla fine viene tradito da Gano e trova la morte a Roncisvalle.
La prima impresa di Morgante (p.428, primo canto)

Si entra nel mondo gastronomico e a ciò si allaccia la parodia religiosa.

Il personaggio di Morgante

  • ha mole ma non è intelligente
  • ha una semplicità buffonesca
  • è vanitoso
  • usa in modo inconsapevole la sua forza

 

Orlando Innamorato, Boiardo, Angelica alla corte di Carlo Magno

Tema epico: i Cavalieri e Carlo hanno un solo punto debole: l’amore.
Orlando si innamora perdutamente di Angelica tanto che nel Furioso diventerà pazzo d’amore.

Alcuni elementi:

  • Ferrara gioca un ruolo importante in questo periodo poiché gli Estensi fungono da mecenati e anche l’Ariosto opera lì
  • vi è uno sfondo storico (Carlo Magno, i saraceni e le Crociate)
  • c’erano i menestrelli che cantavano le storie di Orlando e lui le sentiva per poi riprodurle
  • la forma linguistica è ibrida (franco-veneta)
  • la tematica amorosa è la variazione essenziale dagli schemi della tradizione francese
  • ottava rima
  • è un nuovo poema epico che dovrebbe essere scritto in prosa
  • vi è la discussione attorno all’amore, all’impostazione, ai destinatari e alla vicenda
  • la figura di Angelica è la bellezza che oscura ogni altra luce
  • Orlando lotta perché non vuole innamorarsi e quindi è molto freddo anche se non riesce a resistergli (non c’è forza che valga perché l’amore è devastante); si sovrappone al tema delle lotte il tema dell’amore.

Nicolò Machiavelli

Il Principe è un’opera che cambierà le sorti della politica.
Machiavelli è molto studiato in tutto il mondo.

Lettera a Francesco Vettori (10.12.1513)

In questa lettera Machiavelli descrive la sua giornata-tipo.
Egli viene cacciato da Firenze a causa della congiura e nel 1513 è un uomo politicamente morto.
Machiavelli è uno scrittore asciutto, preciso e poco ridondante.
All’inizio vi è una citazione di Petrarca “la grazia di Dio non viene mai troppo tardi” che è detta in modo ironico per motivare la sua condizione; bisogna tener presente che Francesco Vettori è ambasciatore dei Medici a Roma dal papa Leone X che è anche lui uno dei Medici.
In questo inizio vi è un’amabilità colloquiale.
La Fortuna viene messa in contrapposizione alla virtù.
Machiavelli dice di catturare le tortore e questo è un segno della sua cattiva condizione economica poiché solitamente questa caccia era lasciata ai servi.
Egli, inoltre, conosce molto bene i classici e i meccanismi della politica del presente e del passato (ha girato tutta l’Europa come ambasciatore dei Medici).
Machiavelli discute con i taglialegna che cercano di ingannarlo per ricevere le cataste ad un prezzo migliore; ad es. Frosino di Panzano dichiara che quattro anni prima aveva sconfitto Machiavelli e che gli dovesse ancora 10 soldi oppure una catasta che doveva arrivare intera a Firenze è stata dimezzata durante il percorso.
Allietandosi egli cerca di ovviare alla malignità della sua sorte .
La sera, poi, si toglie i panni pieni di fango e si mette vestiti raffinati; il suo cibo sono i classici che gli trasmettono conoscenza, questo è un riferimento al Convivio di Dante, e dice d’essere nato per quel cibo.
Con questo cibo che lui trae dalle cose antiche, la conoscenza, compone un opuscolo sui principi e i principati (gli Stati e la loro politica) dove lui cerca di andare a fondo diputando e ragionando su come siano i principati, come si conquistino, come si mantengano e perché si perdano. Il trattato è composto e lui lo sta ripulendo e elaborando.

Lo stile

  • Introduzione

 

Nell’introduzione Machiavelli cerca l’ironia ma cita frasi celebri.
Un’ironia è l’aggettivo magnifico con il quale indica il Vettori facendo sembrare che lui lavori molto ma non è vero, per lui una sua semplice lettera è una grazia divina ed è dubbioso del perché lui non gli scriva.
In seguito afferma che chi rinuncia ai propri vantaggi per favorire gli altrui finisce con il perdere soltanto i suoi e i servizi resi non gli vengono riconosciuti ossia chi ha il potere deve tenerlo stretto.
Secondo lui la fortuna interviene nelle cose degli uomini ma non si deve interromperla ma lasciarla agire e stare tranquilli aspettando che permetta di far qualcosa agli uomini per agire nel momento opportuno e più propizio.

Riassunto: l’introduzione ha un’alta retorica con intonazione ironica, c’è una sorta di allocuzione iniziale allusiva ad uno scarso prestigio. Poi vi è una citazione che eleva il destinatario ad altezze divine e si fa distinzione fra perduto e smarrito e l’ironia si accentua. Infine vi sono due sentenze, massime, una sui comodi e una sulla fortuna.

  • La vita quotidiana

 

La vita quotidiana può essere divisa in tre momenti: vita nel bosco, l’osteria e il colloquio con gli antichi uomini.
In tutta questa seconda parte vi è la centralità dell’io narrante, si sottolinea quindi la personalità (soggetto che agisce, attivo).
Machiavelli accentua i passaggi usando dei costrutti con il participio passato.

  • Bosco
  • Il tono è colloquiale.
  • Machiavelli uccella a tordi che è un tipo di cacciagione dei servi perché i nobili cacciavano con il falco.
  • Scrive in modo ironico ma alza lo stile paragonandosi a Geta.
  • Lui ha bisogno di soldi ed è per questo motivo che vende la legna ad altri.  Egli fa notare come i boscaioli hanno sempre da litigare (sciagura di mano) e lui osserva le liti con grande attenzione ed addirittura potrebbe fare molti esempi (osserva e trae esperienza per parlare di cose più complesse). Ricava da queste persone un’esperienza di vita.
  • I boscaioli tentano di fregarlo.
  • Va alla fonte vicino alla quale c’è un bosco nel quale lui caccia e mentre rimane nascosto legge le storie d’amore.
  • Poi si trasferisce all’osteria dove parla e s’informa; non si alteggia da alto locato e non disprezza gli umili.
  • Mangia con la sua brigata (famiglia) accontentandosi del poco che ha.
  • Ritorna all’osteria dove c’è l’oste, un macellaio, un mugnaio e due panettieri.

 

  • Osteria
  • Si ingaglioffa con persone simili.
  • Gioca e dal gioco nascono mille contese.
  • Rianima il suo cervello e sfoga la malignità della sua sorte.
  • Immerso in queste cose volgari impedisce al suo cervello di ammuffire e secondo la sua triste sorte è contento che lo calpesti per vedere quale vergogna si prova; anche se è convinto che la sorte muta.
  • Colloquio con gli antichi
  • Si libera dell’ingoffagliamento per vestire le vesti delle corti raffinate.
  • Parla con gli antichi come parla all’osteria.

     Anacoluto = frase che presenta un errore grammaticale (riga 82-83).

  • Legge cercando delle risposte.
  • Tra le sue preoccupazioni vi sono la morte e la povertà.
  • Dal passato ricava l’esperienza per capire il presente.
  • Scrive un libretto: il Principe che tratta dei nuovi principati, di che genere sono, come si acquistano, come si fa a non perderli o come si perde.

     Ghiribizzo -> in realtà è un libro che cambia le sorti della cultura politica.

  • Parte finale

 

Nella parte finale si trovano molte parole legate al dubbio.
Machiavelli, inoltre, afferma di voler ritornare alla vita politica e rivendica il fatto di essere stato sempre fedele ai Medici chiedendo loro un impiego qualsiasi.
Il registro poetico è un‘invocazione dignitosa ed il tono è serio e grave (vocabolario del dubbio).

 

Fonte: http://www.myskarlet.altervista.org/Scuola/Umanesimo%20e%20Rinascimento.doc

Sito web da visitare: http://www.myskarlet.altervista.org/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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