Tecnologia informatica

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INFORMATICA : PREGI E DIFETTI.
Da circa trent’anni si è avviata una nuova fase del progresso umano, “la rivoluzione informatica”. In brevissimo tempo i computers hanno avuto una enorme diffusione, specialmente da quando i grandi calcolatori, che occupavano almeno una stanza soltanto per contenere la memoria, sono stati sostituiti dai personal computers, dotati di software semplici da usare e di grande utilità per milioni di persone. La tecnologia informatica è in continua evoluzione e annualmente vengono “sfornati” centinaia di programmi e sempre nuovi sistemi accessori: pensiamo ai modem, con i quali possiamo collegarci via telefono con un qualsiasi computers, ovunque nel mondo; pensiamo ai lettori CD, sempre più sofisticati ed anch’essi ormai quasi superati; pensiamo, infine, ai programmi che ci consentono di “parlare” con i nostri computers usando la viva voce. Anche i bambini, sempre più spesso, usano questo strumento, ormai divenuto un qualsiasi “elettrodomestico”: esistono, infatti, programmi specifici che consentono alle casalinghe di gestire il bilancio familiare, dalla lista della spesa ai conti del condominio; programmi adatti ai bambini sotto i sei anni per insegnare loro a scrivere e addirittura programmi per i bambini di tre anni a disegni per spiegare loro, attraverso le immagini, l’utilizzo dei programmi stessi!
Con l’informatica moderna i computers hanno invaso le fabbriche, gli uffici, le amministrazioni pubbliche e le case private, gli esercizi commerciali, i locali di svago…insomma, ogni aspetto della nostra vita. Qualsiasi cosa facciamo, o quasi, è regolata da un sistema informatico: se prendiamo la metropolitana o un treno, o un aereo, alle spalle ci sono speciali sistemi che regolano gli orari, il traffico, e tutto ciò che serve perché essi funzionino regolarmente; se andiamo in banca o alla posta, qualsiasi operazione è regolata dai computers… e così via dicendo. L’intelligenza artificiale diviene sempre più “a dimensione d’uomo” poiché i calcolatori di un tempo, oggi, comprendono il linguaggio umano, le “icone” ci consentono una più facile comprensione dei procedimenti da svolgere e la “realtà virtuale” è ormai una “realtà effettiva”. La realtà virtuale consente all’uomo di immergersi in realtà artificiali così “vere” da costituire quasi una “quarta dimensione”, dove compiere esperienze altrimenti impossibili.
Pensiamo, ad esempio, agli innumerevoli vantaggi che porterà alla medicina e al progresso scientifico poter “viaggiare” all’interno del corpo umano per scoprire le cause delle malattie, per  prevenirle e curarle, magari con la microchirurgia. Un’altra area applicativa è la telerobotica, che consente di pilotare strumenti nei luoghi altrimenti inaccessibili, come le profondità del mare o del sottosuolo, o lo spazio siderale; anche il settore della progettazione architettonica, dall’ingegneria civile ed edile all’arredamento, dal restauro di antichi e preziosi edifici alla costruzione di moderni e funzionali ambienti di vita e lavoro consente vaste applicazioni della realtà virtuale. Ma il campo in cui, certamente, essa ha avuto maggiore diffusione è quello del “gioco”: stando comodamente seduti in casa propria è possibile, attraverso i programmi interattivi, compiere viaggi in mondi "lontani" (nel tempo, nello spazio e nella realtà), immaginarsi diversi, pilotare automobili da corsa, aerei supersonici, astronavi, divenire eroi positivi, o negativi. Con la realtà virtuale, insomma, si apre all’uomo un mondo tutto nuovo, da scoprire o da creare a proprio piacimento, poiché non vi sono limiti , se non quelli della fantasia.
Non si deve, tuttavia, dimenticare che l’esasperata applicazione della cibernetica è anche estremamente rischiosa: l’interattività  possibile con la realtà virtuale, che rende possibile qualsiasi fantasia, dalla più audace alla più perversa, potrebbe spingere l’uomo a rifugiarsi in un “mondo virtuale”, in cui non esistano imprevisti e tutto sia dominabile a piacimento; un mondo dove gli altri non possono entrare se non invitati a farlo; un mondo privo di contatti umani.  Gli uomini potrebbero divenire sempre più isolati, sempre più “chiusi” nelle loro case, nei loro microuniversi: in un mondo già abbastanza alienante per l’eccessiva velocizzazione dell’attività umana questa prospettiva è molto allarmante.
Non è soltanto questo il rischio che l’umanità corre nell’affidarsi troppo ciecamente ai sistemi informatici: non dimentichiamo, infatti, che attualmente migliaia di ricercatori in tutto il mondo stanno studiando come risolvere un problema apparentemente stupido come quello della datazione dei computers, ma che potrebbe comportare un tilt generale di tutti i sistemi informatici del mondo all’alba del 2000!
Il problema è proprio questo: i computers, essendo essenzialmente “stupidi”, fanno solo ciò che l’uomo ordina loro di fare, ma gli uomini stanno cercando di renderli sempre più intelligenti ed autonomi, al punto da temere che un giorno comincino a “vivere” da soli!  Non solo, gli uomini, nella ricerca di un benessere sempre più completo, si sono resi “dipendenti” da quegli stessi strumenti che avrebbero dovuto essere al loro servizio. Mi spiego meglio: i sistemi informatici, come ho già detto, regolano il sistema dei trasporti via aria e rotaia e questo ha reso più sicuro per l’uomo viaggiare su questi mezzi; ma se i sistemi che li regolano dovessero andare in tilt, come già successo (ma solo localmente) sarebbe del tutto impossibile muoverci, tranne che con le automobili, e non su autostrada! Non dobbiamo, dunque, dimenticare che il progresso deve servire all’uomo e non è l’uomo a dovere essere al servizio del progresso! Ogni scoperta scientifica, ogni gradino che l’uomo sale nella scala evolutiva, devono segnare un aumento del tempo a disposizione per se stessi, per sviluppare a pieno la propria personalità, per riappropriarsi di quello spirito che la civilizzazione ci ha tolto. E’ logico che per fare ciò occorrono sani principi morali, norme di comportamento etico valide e giuste per tutti, e soprattutto non dimenticare cos’è l’uomo: un essere naturalmente “sociale”, dotato “di forte intelligenza e capace di un linguaggio articolato”, in grado di modificare la realtà che lo circonda e di comunicare con i suoi simili. Ed è proprio la capacità di “comunicare” con i nostri simili che stiamo perdendo, persi dietro sogni fittizi ed avviati ad una schiavitù sempre più coatta, che noi stessi ci siamo creati, nei confronti di quegli strumenti che dovevano renderci più “liberi”.  

 

Fonte: http://www.storiadilioni.it/angolo%20dello%20studente/TEMI%20SVOLTI/L'INFORMATICA.doc

Sito web da visitare: http://www.storiadilioni.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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