I Format televisivi

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I Format televisivi

 

I Format.

I Format sono un’idea televisiva rigorosamente sviluppata in precise strutture narrative, quelle fornite  dalla certezza della replicabilità,  la facile adattabilità ad ogni paese e ad ogni pubblico.
I protagonisti, non contano, non contano le identità dei protagonisti, i loro volti, i  loro modo di porsi al pubblico, non contano i confini geografici entro i quali si svolge l’azione, contano le caratteristiche universali dei personaggi, poiché solo queste caratteristiche possono garantire il prodotto Format.
Il Format ,  rappresenta la TV che si autorigenera, in un meccanismo che si ripete all’infinito che ha come comune denominatore il Concetto (Concept) dell’autore.
Prendiamo un esempio di Format, analizziamo la sua evoluzione, che ci farà meglio comprendere le caratteristiche universali di questo modo di pensare la televisione e ci dimostrerà quali sono i canoni che l’autore impone di rispettare in un preciso ambito produttivo e realizzativo

Nel 1996,  Charlie Parson, maneger di Planet 24 (una società inglese di produzione audio video) presentò al MipCom, il più importante mercato europeo della televisione, un progetto televisivo chiamato Survive (liberamente ispirato al romanzo di Daniel Defoe (1660 – 1731) Robison Crusoe). L’idea è che  un gruppo di partecipanti abbandonato su un’isola deserta, sono ripresi 24 ore su 24 continuamente dalle telecamere opportunamente collocate.. I partecipanti a “survives” (L’isola dei famosi) devono badare a procacciarsi il cibo, affrontare pericoli, imprevisti d’ogni tipo, quindi badare a tutte le necessità per sopravvivere. Il vincitore di questa sfida,   il sopravvissuto, avrà un grosso premio in denaro per compensare la sua abilità.
Strix Television Svedese, acquistò i diritti di questa nuova e originale idea televisiva e riuscì a produrre questo programma ,oltre che in Svezia, anche in Norvegia, Danimarca e Fillandia.
La televisione pubblica Svedese, Sveriges Television (Svt)  mandò in onda questo programma un anno dopo 1997 con il titolo d’Expedition Robinson.
Questo programma  per le sue caratteristiche di rottura con i modelli classici di fare Tv fu fortemente criticato, ma questo non impedì il suo successo.  Dopo circa un anno Expedition Robinson, raggiunse il più alto livello d’ascolto della TV Danese e per questo successo la  Strix Television Svedese acquistò i diritti per trasmettere questo programma in Francia, Spagna, Giappone,Fillandia, Austria, Turchia, Israele,per l’Italia con il nome di Survivor e negli USA anche per la CBS.
Quindi un fenomeno televisivo straordinario e la Strix Television Svedese ancora oggi è il consulente delle TV di quei paesi dove  si manda in onda Survivor.
Un Format di reality show, sono le caratteristiche di questo programma.  Ogni paese  può avere i suoi survivers, scelti dopo accurate selezioni, per formare un gruppo dalle componenti psicologiche diverse e  spettacolari, con lo scopo di ricoprire un ruolo e non valorizzare il singolo personaggio, quindi  proprio per questa  sua adattabilità alle esigenze dei singoli paesi dove il programma è trasmesso risiede il suo successo.
Il Grande Fratello  derivato dal Format Olandese Big Brother è prodotto in Italia dalla Endemol ed è trasmesso dal ‘anno 2000 dalla TV di Mediaset canale 5.          I protagonisti dello show sono persone sconosciute tra di loro e al pubblico al 50% donne e 50% uomini, di varia estrazione sociale, di diversa caratteristica comportamentale e collocazione geografica, coabitano in una casa (costruita appositamente in uno studio televisivo ) dove si confrontano con problemi della vita quotidiana spiati H24 da una serie di telecamere. Gli autori italiani si rifanno ad una canovaccio chiamato BIBBIA che regola rigidamente l’evolversi del programma con dei suoi meccanismi interni e suggeriscono anche alcuni situazioni comportamentali.
Altri Format come “L’ Eredità”  un gioco a quiz trasmesso dalle reti RAI (format di provenienza argentina  con il titolo El Legado),oppure “Chi vuol essere milionario ?” trasmesso dalle reti Mediaset  hanno tutti la stessa caratteristica  quello di rispettare il ruolo e/o i ruoli progettati e declinati dall’autore: il suo Concept.
Questa formula prevede una facile adattabilità  a qualunque mercato, a qualunque pubblico, una sorta di matrice televisiva destinata a confrontarsi con pubblici diversi, dall’aspettative simili anche se trasmessi in contesti geografici culturali differenti (globalizzazione)
Quindi ogni Format ha come base lo stesso concetto, ma la sua realizzazione sarà sicuramente differente.  La realizzazione di un format non è altro che il rapporto tra la sua idea di base e la tecnica produttiva. Più un format avrà avuto successo, più questo rapporto sarà semplificato, poiché ogni precedente edizione (in diversi paesi) avrà contribuito a formare un’esperienza aperta e consultabile da tutti: la migliore collocazione in palinsesto, l’accoglienza da parte del pubblico, le scelte da effettuare in corso d’opera, così come le psicologie più efficaci nella scelta di personaggi che abiteranno lo spazio televisivo. Il Format comunque dovrà essere  sempre lo stesso immutato.
L’adattamento (questo è il termine più appropriato) dovrà solamente seguire e tenere conto del gusto del pubblico al quale  si rivolge, alla legislazione in atto nel singolo paese in cui si sta producendo e mandando in onda il Format (es. in Italia non è possibile prevedere vincite in denaro, ma compensi come gettoni d’oro ecc.) i problemi che deve risolvere, la produzione del Format e quindi la scelta della casa di produzione deve essere molto accurata.
In Italia un gruppo di case produttrici, tra le altre, come l’Endemol, Aran,il gruppo Ballandi, Magnolia, Einstein multimedia, LDM Comunication sono fra quelle che detengono una sorta d’egemonia produttiva dei Format trasmessi dalle principali reti televisive, ma spesso se non sempre, sono proprio loro ad acquistare i diritti e a proporre il pacchetto finito alle singole televisioni pubbliche e private.
Un ribaltamento di ruoli tra emittenti televisive e case di produzione di contenuti.
Questo fenomeno provoca un impoverimento degli autori italiani e della loro capacità d’autori a disposizione delle strutture TV, delle singole televisioni, utilizzate  in maniere marginale e scarsamente considerate, a favore di prodotti  ideativi importati dall’estero generando così un appiattimento del livello culturale.
Il ruolo delle Tv Commerciali e delle TV pubbliche è quindi limitato all’acquisto del prodotto (quasi sempre d’origine straniera) venendo meno a quello che è l’aspetto determinante e di grande importanza, la promozione delle idee, unica risorsa (materia prima) per una televisione che vuole mantenere un ruolo culturale e educativo- formativo e lo sfruttamento delle risorse intellettuali dei nostri autori.
In particolare questa politica d’acquisto  di contenuti è particolarmente discutibile per una TV che ha la missione di servizio pubblico, quindi sicuramente più legata alla produzione di contenuti Italiani ed Europei pluriculturali e soprattutto con la missione culturale  di proporre nuovi contenuti legati alla sperimentazione d’innovazioni tecnologiche con architetture comunicative nuove  e/o la sperimentazione d’apparecchiature digitali legate alla produzione di contenuti innovativi.
Il Format quindi è un’idea  vincolata e tecnicamente riproducibile.
Attualmente  i rapporti tra le televisioni pubbliche, commerciali e le case di produzione che producono i Format sono dominate da interessi di carattere economico più che culturale. Per l’acquisto e la realizzazione dei Format, sopratutto per la Rai Servizio Pubblico, non è prevista nessuna gara tra le varie case produttrici, inoltre  in rari casi in cui le proposte degli autori di programmi televisivi sono accettate, sono realizzati  da case produttrice esterne e non dalle  reti televisive,  secondo motivazione e percorsi poco chiari, infatti circa 80% dei contenuti trasmessi dalle reti RAI hanno questa realizzazione ideativa produttiva esterna.
La politica dei Format è senza dubbio da un punto di vista economico molto conveniente poiché è possibile avere molte ore di programma televisivo a basso costo  rispetto ai costi di qualsiasi altro programma televisivo ideato e realizzato in modo originale. E’ legittimo, quindi, che la televisione commerciale abbia una programmazione che punti solo all’audience, ovvero  alla sola risorsa della pubblicità e alla massimizzazione dei profitti.
La RAI Servizio pubblico, trae le sue risorse economiche dal canone e dalla pubblicità,  la radio prima, la televisione poi, come servizio universale, sono stati gli strumenti che hanno favorito l'evoluzione dell'identità culturale locale, in altre parole i valori, i linguaggi e i comportamenti della comunità e della collettività nazionale, arricchiti dalla contaminazione delle culture europee e mondiali che entrano nelle nostre case, inoltre hanno aiutato l’identità dell’Italia nella diffusione della lingua italiana, la nostra crescita intellettuale e la nostra democrazia.

Elio Matarazzo

 

 

Roma  1 marzo 2006

Fonte: http://www.mediastudies.it/IMG/doc/I_Format-2.doc

Sito web da visitare: http://www.mediastudies.it

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