Come fare un buon tema

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Come fare un buon tema

 

IL TEMA E LA SUA REALIZZAZIONE
Che cos’è
Il tema è un componimento in lingua realizzato in base a un argomento stabilito dall’insegnante e sintetizzato dal titolo. Attraverso il tema è possibile verificare non solo la preparazione specifica delle studente su un determinato argomento, ma anche la capacità di organizzare logicamente la struttura di un discorso e le sue competenze linguistiche.
I tipi di tema
I tipi di componimento che più frequentemente si richiede di svolgere sono:
 i temi di attualità, nei quali bisogna trattare un argomento di interesse sociale o culturale
 i temi di carattere personale, nei quali bisogna parlare di sé, di una propria esperienza reale o realizzare un’elaborazione fantastica;
 i temi culturali, nei quali si relaziona su un argomento studiato in precedenza;
 i temi che trattano di argomenti storici.

Come procedere
Le nostre parole chiave devono essere: ordine, chiarezza e semplicità. Occorre avere un piano di lavoro che possiamo suddividere in quattro punti:
 avere un piano
 ordinare le idee
 organizzare il testo
 correggere

1. Il piano.
Fase che porta via non più di cinque minuti. Non occorre carta e penna. Si tratta di soffermarsi a capire bene l'enunciato del tema e le istruzioni dell'insegnante, cui si possono eventualmente chiedere chiarimenti. Prima di cominciare a scrivere è infatti indispensabile aver capito bene quello che il tema richiede. Dobbiamo domandarci:
 In quanti punti si può suddividere?
 Qual è il punto principale?
 Quali sono gli eventuali punti secondari?
Successivamente è bene ripetere mentalmente il tema con parole diverse, esprimerlo con parole nostre, in modo che non solo si dimostri di aver capito l'esatto significato delle parole, ma anche il senso generale del tema, cioè gli argomenti che richiede di trattare.
Per fare un buon tema è molto importante che voi “prendiate posizione”, dando prova di originalità, gusto e personalità. Ma attenzione, nel prendere posizione dovete ricordare che un tema è un atto ufficiale, in cui conta moltissimo la capacità di far valere le proprie idee, accettando e considerando anche punti di vista opposti.

2. Produzione delle idee. Può richiedere venti minuti. Include la raccolta delle informazioni, l'organizzazione delle idee, l'individuazione della tesi da sostenere nello scritto. Si deve utilizzare un foglio su cui scrivere.
La mappa delle idee può esser utile per rimuovere il blocco psicologico che segue la lettura della traccia: buttate giù un elenco delle cose più importanti che vi vengono in mente dopo aver letto il titolo, partendo magari dalla vostra esperienza concreta e richiamando tutto quello che vi è capitato (ma anche visto, sentito, letto). Le idee, all'inizio appuntate in modo disorganizzato, vanno poi raccolte, collegate, articolate fra di loro. Si costruisce poi una mappa o, meglio ancora, si prepara la scaletta del tema.
La scaletta di un tema si articola, come il tema stesso, in introduzione, svolgimento, chiusura.
 L’introduzione inquadra brevemente l’argomento, se necessario anche storicamente, delineando i limiti della trattazione.
 Lo svolgimento consiste nella stesura ordinata, logicamente e/o cronologicamente, delle idee sull’argomento.
 La chiusura è la parte in cui si definisce il proprio pensiero, tirando le fila dell’intera trattazione;
La scaletta presenterà solo le parole chiave delle vostre idee. Ricordate che, in questa fase, state cercando di dare una forma (scritta) a qualcosa di informe (i vostri spunti). Non è necessario che seguiate l’ordine in cui vi sono venute in mente le idee, anzi, dovete dare loro una forma compiuta. Una scaletta che sia utile deve essere precisa, deve chiaramente spiegare cosa si vuole scrivere, le parole che si useranno.
3. Produzione del testo. Richiede, grosso modo, un'ora e venti minuti. Si tratta di mettere sostanza attorno allo scheletro del tema, costituito dalla scaletta. In altre parole, ogni idea prodotta nella fase 2 verrà sviluppata in un paragrafo. Non è il caso di essere troppo rigidi: mentre si stende il tema, nuove idee affioreranno nella mente di chi scrive ed è giusto svilupparle.
Per rendervi conto, in corso d’opera, se il vostro testo è aderente alla traccia proposta, ponetevi di continuo le seguenti domande:
 sto rispondendo (sì/no) al quesito posto?
 ho ben sviluppato le mie argomentazioni?
 ho dimostrato che la mia risposta alla traccia è quella giusta, o almeno che è plausibile, ragionevole, sostenibile?

L’introduzione e la conclusione
Di norma, l’introduzione o attacco di un testo contiene in sé le tesi di fondo che si intendono dimostrare nel “corpo” del discorso; in esso dovranno essere ben illustrati gli argomenti centrali su cui si fonda la vostra tesi. Inoltre evitate di partire da considerazioni universali o da frasi ad effetto, ma cercate di contestualizzare. L’introduzione del tema riprende i termini e l’argomentazione della traccia (dovete mostrare di averla intesa), ma contengono già un pizzico di spunti personali.
Per quel che riguarda la conclusione, deve riprendere in modo sintetico non solo le premesse, ma anche presentare le logiche conclusioni dei pensieri esposti, facendo emergere ancora di più il vostro punto di vista. Nella conclusione deve risultare la vostra capacità di sintetizzare in modo critico e originale.
Per conferire al componimento una forma il più possibile armoniosa, si devono collegare le frasi e i paragrafi fra loro utilizzando i cosiddetti connettivi.
Buona norma è, poi, avere un occhio di riguardo per la punteggiatura. I punti non sono un optional ed è follia scrivere periodi che superino le 3-4 righe, finireste per non controllare più la sintassi. Le virgole servono a prendere un po’ di fiato nella frase, non vanno buttate a caso, ma devono separare le parti di un pensiero.
4. Revisione. Richiede un'ora o poco più. Prevede la rilettura dell'elaborato, la correzione, la copiatura e la rilettura del testo finale.
Consigli utili:
Evitate:
 il ricorso frequente alle parole generiche (cosa, roba, persona)
 la ripetizione di parole vuote, usate come intercalari (cioè, insomma, allora)
 le parole che fanno parte del lessico giovanile e che non sono dettate da necessità stilistiche (quali: “alzare dei soldi” per “prestare dei soldi”; “ci siamo spaccati” per “ci siamo divertiti”; “accannare qualcuno” per “lasciare qualcuno” )
 le parole e le espressioni dialettali, comprese le varietà di italiano regionale (del tipo: “prestinaio” a Milano e “fornaio” nel Sud per “panettiere”; “bizze” per “capricci”; “caciara” per “confusione”; “ganascia” per “guancia”; “tenere” per “avere”; “uscire pazzo” per “impazzire”)
 gli sbalzi di tono, dal colloquiale al formale e viceversa. Non scrivete come parlate, ricordatevi che non si tratta di una pagina di diario.
 i paroloni che vogliono solo impressionare. Dovete sempre usare parole di cui sapete perfettamente il significato e che non siano troppo “libresche”
 le frasi lunghe, a meno che non siate sicuri di poter tenere sotto controllo quello che state dicendo ( i tempi dei verbi, le concordanze….)
 le ripetizioni inutili. Meglio una pagina chiara che 4 di frasi già sentite. Allungare il contenuto per arrivare alle fatidiche tre facciate non vi servirà e annoierà il lettore.

Usate:
 le parole e le espressioni che hanno un significato specifico (legato al tema trattato)
 le parole non eccessivamente tecniche (“sviluppo” è meglio di “implementazione”, “uso” è meglio del brutto neologismo “utilizzo”)
 Per collegare gli argomenti del testo: i connettivi
o Possono servire per:
- aggiungere informazioni (e, inoltre, in più, pure, altresì)
- spiegare o precisare (cioè, ossia, ovvero, vale a dire, infatti, intendevo dire)
- porre un’alternativa (o, oppure)
- contrapporre (ma, però, bensì, tuttavia, sebbene, quantunque, nonostante, al tempo stesso)
- indicare la causa o la ragione (perché, poiché, dal momento che, per il fatto che, visto e considerato che)
- indicare la conseguenza (quindi, dunque, perciò, pertanto, tanto…che, a tal punto…che, così…anche)
- indicare il fine (perché, affinché, a tal fine)
- indicare la conclusione di quanto già detto (perciò, pertanto, dunque, quindi)
- ordinare gli argomenti creando una scala di priorità (in primo luogo, infine, innanzitutto, secondariamente, l’aspetto principale è…, un aspetto ulteriore è…, prima di tutto)
- demarcare il passaggio da un paragrafo all’altro (passando a un altro argomento, da una parte, dall’altra parte, inoltre, anche, possiamo concludere quindi che…)
- creare un rapporto comunicativo col lettore (come abbiamo già osservato, come vedremo tra breve, è opportuno ricordare che, il prossimo punto).

SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO
http://www.insegnareitaliano.it
http://www.luiss.it/giano/prove-desame/prima-prova/come-si-fa-un-tema/
http://xoomer.virgilio.it/v.sossella/temaesperti.htm
http://www.guidamaturita.it/guide/ita14.htm

Fonte: http://www.appuntidiclasse.it/lavoro/italiano/tema.doc

Sito web da visitare: http://www.appuntidiclasse.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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