I numeri del turismo

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I numeri del turismo

 

Corso di laurea specialistico in
Valorizzazione dei sistemi turistico-culturali.

Prof. Tullio Romita

Dispense

Lo studio del turismo: alcuni indicatori e loro utilità.
Negli ultimi trenta anni si sono quindi moltiplicati gli sforzi di studiosi e ricercatori per tentare di individuare gli strumenti e le tecniche più idonee a misurare o quantificare l’incidenza del turismo nel processo evolutivo della società.
Nonostante il grande impegno ed i grandi passi fatti dalla ricerca scientifica, ancora oggi risulta molto difficile “misurare” il turismo in tutti gli aspetti positivi e negativi che esso genera o che ad esso sembrerebbero riconducibili, e ciò in conseguenza della natura stessa del fenomeno.
Infatti, quando si parla di turismo sarebbe forse più opportuno sostituire al termine “settore” quello di “comparto”, in conseguenza della sua caratteristica di settore trasversale, della difficile individuazione di ciò che è esattamente riconducibile alla pratica turistica da ciò che non lo è; per meglio chiarire la questione risulta conveniente fare qualche esempio.
Ogni anno in un dato albergo soggiornano una certa quantità di individui. Allo stato attuale delle cose non è possibile esattamente distinguere quanti fra gli individui che vi hanno soggiornato risultavano presenti per motivazioni chiaramente turistiche e quanti, invece, erano lì presenti per motivi di lavoro o per altre motivazioni non chiaramente turistiche. Lo stesso discorso può farsi per i clienti di un ristorante, anche in questo caso allo stato attuale non può dirsi quanti dei clienti erano propriamente turisti e quanti sono stati clienti lì presenti con altre motivazioni. Un altro esempio potrebbe essere quello degli individui che durante il periodo estivo frequentano un parco divertimenti acquatico estivo, quanti di essi sono residenti del luogo o persone presenti in quel momento nella località per motivi di lavoro, e quanti dei frequentatori del parco sono turisti nel senso appropriato del termine?
Così andando avanti potremmo fare decine di altri esempi, tutti indirizzati a dimostrare come sia impossibile distinguere con assoluta certezza i “flussi turistici” dai flussi di soggetti che turisti non sono.
Per tentare di superare, almeno in parte, il problema, le raffinate tecniche statistiche sviluppate negli anni, rendono possibile la realizzazione di indagini ad hoc attraverso le quali è possibile giungere alla effettuazione di stime attendibili sull’incidenza propriamente turistica nello sviluppo e economico e sociale del territorio. Ovvero, realizzare studi che rendono indicazioni precise su aspetti particolari e sulle tendenze in atto che riguardano il movimento turistico.
Comunque sia, lo studio e l’analisi del turismo, o, come più appropriatamente in questa sede preferiamo, la valutazione delle dimensioni del fenomeno turistico, si è attualmente e concordemente incentrata sulla individuazione di una serie di indicatori che, in quanto tali, sono ovviamente suscettibili di variazione negli anni.

 

- Il concetto di “indicatore”
Il concetto di indicatore è uno dei più complessi e al contempo equivocati della ricerca sociale. Assume nomi con aggettivazioni in parte equivoche (sociale, statistico, ecc) e viene spesso ridotto a “numeri” non comprendendo la complessità della necessaria costruzione di un processo cognitivo risultante in ciò che si chiama indicatore.
In questa sede possiamo sinteticamente dire che con il termine indicatore intendiamo un concetto che si pone ad un livello meno astratto del concetto generale posto al centro della ricerca. L’indicatore è la parte direttamente osservabile, misurabile, del concetto che il ricercatore intende indagare.
L’indicatore è quindi uno strumento concettuale che fornisce informazioni dirette o indirette su “grandezze altrimenti latenti”. E ciò perchè i concetti sono spesse volte troppo distanti dalla esperienza operativa; come ricorda Marradi: “i concetti sono così generali che il ricercatore non trova, nella loro intenzione, spunti sufficienti per fissare una definizione operativa: il dislivello semantico fra essi e le operazioni concrete è troppo ampio per essere coperto in un solo passaggio. E’ necessario scendere uno o più gradini nella scala di astrazione per trovare un concetto i cui attributi suggeriscano direttamente una serie di operazioni” (Marradi, 1987).
Comunque sia, “gli indicatori hanno alcune proprietà specifiche, che li rendono facilmente identificabili:
- sono legati al contesto e da questo determinati, o quanto meno sollecitati, indirizzati;
- hanno poi una natura stipulativa, convenzionale, e quindi legata alle conoscenze tacite del ricercatore e di coloro che partecipano alla loro definizione;
-  non sono quindi “esportabili”, come potrebbero esserlo concetti e dimensioni, ma validi solo in quel determinato contesto; hanno quindi valore solo qui e ora, nell’ambito del processo di concettualizzazione legato a quel determinato oggetto di ricerca;
- infine, hanno rapporto semantico, oppure probabilistico, con il concetto indicato, a significare che non c’è un modo per sapere con certezza quanto ciascun indicatore indichi del concetto, con quale validità complessiva gli indicatori ci descrivano il concetto, e così via; è solo il contesto operativo, l’uso che degli indicatori si fa, attraverso definizioni operative, a darci informazioni in merito, informazioni comunque sempre di carattere deduttivo” (Bezzi, 2004).

- L’ANALISI DEL TURISMO ATTRAVERSO ALCUNI INDICATORI
Fra gli indicatori, di seguito tenteremo di illustrare quelli più significativi relativi allo studio ed alla analisi del turismo. Ossia, quelli che vengono universalmente adottati per l’analisi delle caratteristiche del turismo e la sua evoluzione nel tempo.
In effetti, e più precisamente, tutti gli studi sul turismo hanno come elementi centrali di osservazioni la domanda e l’offerta turistica ed il rapporto del turismo con il territorio.Tutti possono essere studiati sia negli aspetti definibili più propriamente quantitativi che in quelli definibili di tipo qualitativo. I dati relativi a questi insiemi di informazioni possono essere utilizzati sia separatamente che in modo combinato fra loro.
A) LA DOMANDA TURISTICA.
► Indicatore: “arrivi”.
- A cosa serve.
Gli “arrivi” forniscono indicazioni circa la notorietà e la capacità turistica presenti in una data località. Ossia, se il numero di nuovi clienti che ogni giorno prende alloggio in una struttura alberghiera e/o extralberghiera in una località cresce negli anni vuol dire che sta aumentando la notorietà e/o la capacità turistica del luogo in cui ciò avviene. Oppure che, a parità di posti letto disponibili nel tempo, una località turistica è più ambita di un’altra.
- Formula.
Arrivi = n° di turisti che ogni giorno prendono alloggio in una struttura ricettiva.
- Esempio.
Domanda alberghiera ed extralberghiera a Scalea (CS): arrivi.

 

Alberghiera

Extralberghiera

Totali

Anno

Val. Assoluti

%

Val. Assoluti

%

Val. Assoluti

%

2001

23.605

79,4

6.132

20,6

29.737

100

2002

27.875

82,2

6.040

17,8

33.915

100

2003

30.952

81,8

6.864

18,2

37.816

100

- Commento.
L’esempio sopra proposto pone in evidenza alcuni fatti turistici desumibili proprio in funzione dell’indicatore “arrivi” a diversi livelli di disaggregazione.
Anzitutto, che nella stragrande maggioranza dei casi il fenomeno turistico a Scalea si caratterizza essenzialmente come domanda di tipo alberghiera. Poi, che a Scalea dal 2001 al 2003 vi è stato uno sviluppo della sua notorietà in quanto si è registrata una crescita continua nel numero di nuovi turisti giunti nelle strutture ricettive; inoltre, che a Scalea negli anni in esame vi è stata anche una continua espansione del turismo ed anche una probabile ulteriore diversificazione delle tipologie socio-culturali di turisti (nel senso che anche nel caso in cui gli stessi clienti 2001 avessero prenotato nel 2002, poiché nel 2002 vi sono più arrivi dell’anno precedente molti di questi sono presumibilmente almeno in parte nuovi turisti).

► Indicatore: “presenze”.
- A cosa serve.
Rispetto al dato sugli “arrivi”, quello sulle presenze restituisce informazioni più utili alla valutazione della tipologia di risorse turistiche e di mercati turistici su cui si basa la destinazione, ovvero il gradimento turistico complessivo. In altri termini, più è lungo il periodo di soggiorno turistico in una data località, più questo vuol dire che i turisti avranno trovato conveniente, in senso lato, la permanenza in quella località; di converso, più è insoddisfacente il soggiorno turistico più il turista tenderà a contrarre il periodo di permanenza nella località in cui si trova. Come conseguenza logica, più aumentano le presenze turistiche più si riducono i problemi della stagionalità del fenomeno turistico o di scarsa utilizzazione delle strutture turistico-ricettive.
- Formula.
Presenze = turista per numero di giorni di permanenza nella struttura ricettiva.
- Esempio.
Domanda alberghiera ed extralberghiera a Scalea (CS): presenze.

 

Alberghiera

Extralberghiera

Totali

Anno

Val. Assoluti

%

Val. Assoluti

%

Val. Assoluti

%

2001

133.161

71

55.205

29

188.366

100

2002

158.126

67

76.768

33

234.894

100

2003

182.886

68

84.030

32

266.916

100

- Commento.
L’esempio sopra proposto pone in evidenza alcune questioni.
La prima è che negli anni in esame, essendo sempre aumentato il numero delle presenze, sia nelle strutture alberghiere che in quelle extralberghiere, vi è da ritenere che si siano ridotti il problema della stagionalità e quello della utilizzazione annua delle strutture ricettive presenti nell’area oggetto di studio. La seconda è che, poiché si è assistito ad un costante decremento negli anni delle presenze nelle strutture alberghiere e ad un aumento in quelle extralberghiere, si sta modificando il quadro delle modalità di soggiorno da parte dei turisti. La terza osservazione che ci sentiamo di fare, è quella di ritenere che il gradimento complessivo della località turistica è cresciuto.

► Indicatore: “permanenza media”.
- A cosa serve.
La “permanenza media” è un indicatore tramite il quale si può stabilire quanto ogni singolo turista ha soggiornato mediamente nelle strutture ricettive oggetto di studio. Ovviamente, se il valore della permanenza media tende a crescere, vuol dire che i turisti che soggiornano nella località tendono a soggiornarvi per periodi più lunghi di tempo, e, quindi, un crescente interesse verso le risorse turistiche in quel luogo disponibili.
- Formula.
PM  = TP / TA
dove:
TP = totale presenze
TA = totale arrivi
- Esempio.
Permanenza media alberghiera ed extralberghiera a Scalea (CS).

 

Alberghiera

Extralberghiera

Totale

Anno

%

%

%

2001

5,6

9,0

6,3

2002

5,7

12,7

6,9

2003

5,9

12,2

7,1

- Commento.
Dall’esempio sopra esposto, si può evidenziare il fatto che il turista soggiorna mediamente   circa una settimana nelle strutture ricettive di Scalea nell’ultimo anno analizzato, ma che in effetti a fare salire sensibilmente la media è il soggiorno nelle strutture extralberghiere. Inoltre, è possibile osservare come in soli due anni la permanenza media nelle strutture ricettive extralberghiere sia aumentata di oltre tre giorni. Questo potrebbe voler dire che in quel territorio si stanno determinando fenomeni che sarebbe interessante approfondire, poiché potrebbero concernere la natura della vocazione turistica dell’area.

B) L’OFFERTA TURISTICA.
► Indicatore: “la dimensione media alberghiera”.
- A cosa serve.
La “dimensione media alberghiera” indica la dimensione media degli esercizi alberghieri, ovvero il numero dei posti letto disponibili. Quindi, al crescere dei valori della “dimensione media” cresce la capacità ricettiva media di una località turistica, di una nazione, ecc..
- Formula.
DMA  = NA / NL
dove:
NA = numero alberghi
NL = numero posti letti disponibili negli alberghi in considerazione
- Esempio.
Dimensione media alberghiera nell’anno 2004.


Regione

Numero alberghi

Numero posti letto

Dimensione media

Calabria

726

77.478

106,7

Puglia

650

65.000

100,0

Lazio

900

80.000

  88,9

DMA = 77.478 = 106,7 (Calabria)
726
- Commento.
Qualora i dati sopra esposti fossero reali starebbero ad indicare che la Calabria è, fra le regioni con la quale è stata comparata, quella che presenta l’insieme di strutture alberghiere con maggiore disponibilità di posti letto. Da ciò ne potrebbero derivare una serie di ipotesi e di considerazioni. Per esempio, si potrebbe pensare che ciò dipenda da una maggiore vocazione turistica verso il turismo di vacanza, dove, anche al fine di poter collaborare con i più importanti tour operator, è necessaria la presenza di villaggi turistici con una elevata disponibilità di posti letto.
► Indicatore: “il rapporto bagni/camere”.
- A cosa serve.
Il “rapporto bagni/camere” viene generalmente ritenuto un indicatore di qualità della offerta alberghiera, partendo dall’assunto che più sono i bagni presenti in camere migliore è la qualità del servizio erogato (comfort, igiene, ecc.).
- Formula.
RBC  = NB / NC x 100
dove:
NB = numero bagni negli alberghi
NC = numero camere negli alberghi
- Esempio.
Dimensione media alberghiera nell’anno 2004.


Regione

Numero bagni

Numero camere

% bagni/camere

Calabria

31.169

37.325

83,5

Puglia

34.000

45.000

75,5

Lazio

38.000

48.000

 79,1

RBC = 31.169 x 100 = 83,5 (Calabria)
37.325
- Commento.
Qualora i dati sopra esposti fossero reali starebbero ad indicare che la Calabria è, rispetto alle regioni con le quali è stata comparata, quella che presenta il migliore rapporto bagni camere. Ossia, i servizi igienici sono molto più diffusi fra le strutture alberghiere calabresi che fra quelle della Puglia e del Lazio.

► Indicatore: “grado di utilizzazione delle strutture ricettive”.
- A cosa serve.
Il “grado di utilizzazione delle strutture ricettive” è un indicatore che serve a stabilire quanta parte di una attrezzatura alberghiera è utilizzata in un anno. In altri termini, attraverso questo indicatore è possibile stabilire la disponibilità di risorse ricettive non utilizzate in una data area in un anno (o in un altro periodo stabilito).
- Formula.
GUSR = P / GLD x 100
dove:
P = presenze in un dato anno
GLD = giornate letto disponibili in un anno (posti letto x 365)
- Esempio.
Grado di utilizzazione delle strutture alberghiere nel 2002.


Regione

Presenze

Posti letto

GLD %

Calabria

7.298.380

77.478

25,8

Puglia

8.500.000

65.000

35,8

Lazio

13.000.000

95.000

37,5

GUSR =    7.298.380     x 100 = 25,8  (Calabria)
77.478 x 365
- Commento.
Dei dati sopra esposti solo quello relativo alla Calabria è costruito su dati reali. Comunque, qualora i dati sopra esposti fossero tutti reali starebbero ad indicare che la Calabria è la regione con il tasso di utilizzazione annuo delle strutture alberghiere più basso, e quindi con una maggiore disponibilità di posti letto da collocare sul mercato. In effetti il dato sulla Calabria è da considerarsi oggettivamente basso e questo preoccupa, perché vuol dire che diverse strutture alberghiere per lunghi periodi dell’anno non lavorano.

C) TURISMO E TERRITORIO.
► Indicatore: “densità turistica”.
- A cosa serve.
La “densità turistica” è un indicatore che serve a stabilire la pressione del turismo in una data località nei periodi di massima affluenza. Ciò restituisce informazioni rilevanti poiché stabilisce di quanto aumenta la densità della popolazione in una località turistica.
- Formula.
DT = T / S
dove:
T = turisti (mese di massime presenze / 30)
S = superficie dell’area in esame
- Esempio.
Densità turistica nel 2002.


Regione

Presenze Agosto

Superficie kmq.

DT x kmq.

Firenze

600.000

102,50

195,12

Roma

900.000

350,00

85,7

Milano

800.000

250,00

106,7

DT =    20.000  = 195,12  per Kmq. (Firenze)
102,50
T = 600.000 / 30 = 20.000
S = Kmq. 102,50
- Commento.
Dei dati sopra esposti solo quello relativo alla città di Firenze è reale. Comunque, qualora i dati sopra esposti fossero tutti reali, starebbero ad indicare che la città di Firenze è quella in cui la pressione dei turisti sul territorio è più elevata, poiché fra le tre città in esempio Firenze è quella con la minore estensione territoriale e con la maggiore densità turistica.

► Indicatore: “densità totale”.
- A cosa serve.
La “densità totale” è un indicatore che serve a mettere in rapporto i flussi turistici oltre che con il territorio anche con la popolazione residente. In tale modo è possibile valutare la presenza complessiva di popolazione in un dato territorio turistico ed in un dato periodo.
- Formula.
DTOT = T+ R / S
dove:

DT = densità turistica

RS = rapporto residenti /superficie dell’area in esame
R = numero residenti
- Esempio.
Densità totale nel 2002.


Regione

Residenti

Superficie kmq.

Turisti mma

DTT x kmq.

Firenze

450.000

102,50

20.000

4.585,4

Roma

2.800.000

350,00

30.000

8.085,7

Milano

1.200.000

250,00

26.670

4.906,7

* mma = mese di massima affluenza /30
DTOT =    20.000 + 450.000= 4.585,4  (Firenze)
102,50
T = 600.000 / 30 = 20.000
R = 450.000
S = Kmq. 102,50
- Commento.
Dei dati sopra esposti solo quello relativo alla città di Firenze è reale. Comunque, qualora i dati sopra esposti fossero tutti reali, starebbero ad indicare che nonostante la città di Firenze abbia rispetto a quella di Milano un numero di residenti tre volte inferiore ed una superficie pari quasi alla metà, in conseguenza della notevole densità turistica presenta una densità totale quasi simile a quella del capoluogo lombardo.

► Indicatore: “turisti su residenti”.
- A cosa serve.
L’indicatore “turisti su residenti” mette in diretto rapporto il turista con la popolazione residente, poiché stabilisce e distingue la porzione di popolazione turistica da quella residente. Vi sono delle località turistiche che in alcuni momenti dell’anno registrano un rapporto così elevato, che la popolazione residente è addirittura inferiore a quella turistica, con evidenti disagi anche per la parte di popolazione locale che non opera nel settore turistico.

- Formula.
TR = T/ R x 100
dove:
T = turisti (mese di massime presenze / 30)
R = numero residenti
- Esempio.
Numero turisti sulla popolazione residente.


Regione

Residenti

Turisti mma

TR %

Firenze

450.000

20.000

4,4

Roma

2.800.000

30.000

1,8

Milano

1.200.000

26.670

2,2

* mma = mese di massima affluenza /30
TR =    20.000   X 100 =  4,4  (Firenze)
450.000
T = 600.000 / 30 = 20.000
R = 450.000
- Commento.
Dei dati sopra esposti solo quello relativo alla città di Firenze è reale. Comunque, qualora i dati sopra esposti fossero tutti reali, starebbero ad indicare che nella città di Firenze ogni 100 residenti è possibile trovare 4,4 turisti. Nel caso di Milano e Roma, pur avendo queste città un numero di turisti superiori a quelli di Firenze la quantità di popolazione turistica ogni 100 abitanti è molto inferiore in conseguenza della ampiezza della popolazione residente.

5. Le fonti statistiche
E’ ovvio che per poter procedere nell’analisi e nello studio del turismo attraverso l’uso di indicatori, è necessario disporre delle informazioni che ne consentono il loro calcolo. Acquisire tali dati è il problema che molto spesso ne rende difficoltoso il loro utilizzo per almeno tre motivi:
a) l’attendibilità, ovvero devono essere acquisiti secondo procedure scientifiche che ne garantiscano la loro rigorosa catalogazioni secondo criteri accessibili e verificabili;
b) l’accessibilità, infatti i dati possono essere disponibili a livello cartaceo, a livello informatico (banca dati), a livello telematico, ma con procedure talvolta molto diverse tra loro e tali da rischiare di produrre errori di attendibilità degli stessi; inoltre bisogna tenere presente il problema dei costi che può essere anche notevole;
c) la comparabilità, ovvero quasi sempre occorre trarre interpretazioni sul fenomeno studiato non autoferenziali attraverso la comparazione con altre situazioni reali; è chiaro che perché ciò possa avvenire è indispensabile che i dati utilizzati siano comparabili fra loro, ossia siano prodotti utilizzando medesime procedure e metodi.
d) il livello di analisi territoriale, che può essere locale, nazionale e internazionale. In tutti e tre i casi è oggi possibile disporre di dati che ne consentono lo studio e l’analisi comparata, ma problemi particolari si hanno quando si vuole andare a livelli di disaggregazione territoriale maggiore, dove, molto spesso, per trovare le stesse informazioni disponibili occorre ricorrere alla realizzazione di indagini ad hoc.

In ogni caso il punto di partenza per qualsiasi ricercatore sono i dati già disponibili acquisibili a titolo gratuito o oneroso, da supporti cartacei o informatici. Il problema è, quindi, conoscere le “fonti statistiche”  presso cui sono disponibili i dati di cui ha bisogno.

Le fonti statistiche disponibili si articolano su tre livelli: quello internazionale, quello nazionale e quello locale. Di seguito ne citeremo alcune fra le più importanti, poiché, infatti, occorre sottolineare che è in effetti possibile rintracciarne molte altre ma, o che sono di proprietà di istituti di ricerca che ne rendono possibile l’utilizzo solo in alcuni casi ed in alcuni contesti, o che sono attive in modo discontinuo, o che sono state attive fino ad un certo punto ed oggi non lo sono più.
Le fonti statistiche internazionali sul turismo sono essenzialmente quelle rese disponibili dalla Organizzazione Mondiale sul Turismo (OMT), dalla Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e dalla Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica (OECE) . Tali Enti, ogni anni rendono disponibili informazioni sui flussi turistici internazionali per paese di ingresso, per paese di provenienza, per motivazione di viaggio, sui prezzi e sulle spese legate al turismo internazionale.
Le fonti statistiche nazionali sono varie e di varia natura. La più importante fonte di dati è sicuramente l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), segue l’Ente Nazionale per il Turismo (ENIT), gli Assessorati Regionali per il Turismo, le Aziende di Promozione Turistiche (APT), l’Ufficio Italiano Cambi (UIC). Tramite tali fonti è possibile acquisire informazioni annuali e mensili sugli arrivi e sulle presenze, sulle motivazioni di vacanze degli italiani, sulla offerta ricettiva, a livello nazionale, regionale e provinciale.
Oltre alle fonti statistiche nazionali ed internazionali, esistono altre fonti di informazioni sul turismo a carattere locale. Ciò dipende solo in parte dal diverso modo in cui è articolato il turismo a livello regionale nel nostro paese, poiché nella maggioranza dei casi è il contesto imprenditoriale locale che genera una maggiore e più accelerata richiesta di informazioni. Per esempio,  è questo il caso di quanto accade nella regione Emilia Romagna, dove da molti anni l’iperattività turistica della costiera romagnola ha determinato la nascita di Osservatori turistici locali e la proliferazione di indagini ad hoc.
BIBLIOGRAFIA

Ballatori E., Vaccari G., Elementi di statistica per il turismo, Il Mulino, Bologna, 1988..
Bezzi C., Glossario della ricerca valutativa, Gramma Edizioni, Perugia, 2004.
Calogero Muscarà, Gli spazi del turismo, Patron Editore, Bologna, 1983.
Castoldi G., Manuale di tecnica turistica, Hoepli, Torino, 1992.
Cesdit, I dati del turismo in Italia,  Milano, 1985.
Circondario di Rimini, Turismo: cercasi dati, Edizioni Chiamami Città, Rimini, 1990.
ISTAT, Compendio Statistico Italiano, vari anni.
ISTAT, Le Regioni in Cifre, vari anni.
ISTAT, Statistiche del turismo, vari anni.
Marradi A., Costruire il dato, Franco Angeli, Milano, 1987.
Mercury, Rapporto sul turismo in Italia, Firenze, vari anni.
Romita T., Il turismo che non appare, Rubbettino, Soveria Mannelli, 1999.
Savelli A., Sociologia del turismo, Franco Angeli, Milano, 1989.
Touring Club Italiano, L’annuario del turismo, Milano, vari anni.
Zajczyk F., Il mondo degli indicatori sociali, NIS, Roma, 1997.
Zajczyk F., Fonti per le statistiche sociali, Franco Angeli, Milano, 2001 .

OECE: Politique du tourisme et tourisme international ; OMT : Worl Travel and Tourism Statistics ; ONU : Statistical Year Book.

Fonte: http://scienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale/839/Sociologia%20del%20turismo%20e%20dei%20sistemi%20territoriali%20locali/VSTC_Indicatori.doc

Sito web da visitare: http://scienzepolitiche.unical.it/

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