Visita a Pisa

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Visita a Pisa

PISA E DINTORNI.

26-27.01.2002 - Visita organizzata da ITINERA (Dott.ssa P. Sestili).

Dalla strada statale Firenze-Pisa con due piccole deviazioni si è fatta sosta in S. Miniato, rinomata cittadina posta su un’altura che domina la piana dell’Arno, e nel borgo di Calci dove sorge la Certosa di Pisa. Il viaggio è poi proseguito per Pisa, meta principale, per visitare in particolare il complesso monumentale del Campo dei Miracoli ed altri punti notevoli.

In provincia di Pisa, da cui dista 37 km, S. Miniato ha preso il nome da un martire fiorentino a cui venne dedicata una chiesa nel secolo VIII; fu nel XII secolo comune indipendente in lotta con Lucca, Pisa e Firenze. Divenne roccaforte sveva con Federico Barbarossa ed Enrico VI quando passarono in Toscana e Federico II vi fece risiedere un Vicario imperiale e vi fece erigere una rocca. Qui fu condotto prigioniero ed accecato Pier della Vigne caduto in disgrazia di Federico II e vi si suicidò (1249) come ricorda Dante nell’Inferno. La città divenne guelfa con gli Angiò, combattè con Firenze a Campaldino, dopo un periodo turbolento fu assoggettata definitivamente da Firenze nel 1389. La rocca di Federico II sorge sul punto più alto ed è stata restaurata dopo i danneggiamenti subiti durante l’ultima guerra. Sulla piazza principale, su una spianata, sorge il Duomo romanico dedicato all’Assunta e S. Genesio e S. Miniato, i due santi della città. Il Duomo ha un bellissimo campanile nelle forme originali, una facciata più volte rimaneggiata, i portali sono del 1500, ed è decorata con archetti ciechi e dischi di ceramica incastonati. L’interno ridecorato nel 1700 ha un soffitto ligneo dorato e sull’altare una pala con Adorazione di tardo manierismo toscano dipinta da Aurelio Longhi, primo maestro di Orazio Gentileschi. Di fronte al Duomo è il Palazzo vescovile. Più in basso sta il Palazzo comunale che conserva ancora la sala del Consiglio del 1300 dalle volte a crociera tutte dipinte con stemmi, aquile, leoni rampanti ed armature, ed alla parete l’affresco di una Madonna che allatta. Su piazza del Popolo si trova la chiesa di S. Domenico con annesso convento del 1500 dalla facciata lasciata incompleta, l’interno è stato ridecorato nel 1700 a rilievi. In una cappella è la tomba di Giovanni Chellini attribuita al Rossellino della metà del 1400 ed una pala di Giusto di Andrea di Giusto con Madonna in trono fra Santi.

Nel Borgo di Calci ai piedi di Monte Pisano, circa 12 km da Pisa, si trova una piccola Pieve del secolo XI, uno dei primi esempi di romanico pisano in arenaria policroma, forma a capanna, con archi ciechi addossati alla facciata ed una decorazione a rombi che si ritrova a Pisa, motivo di origina armena. Il campanile è incompiuto, in basso in pietra ed in alto in mattoni. L’interno a tre navate ha gli archi policromi, colonne e capitelli diversi ed un fonte battesimale del XII secolo scolpito come un sarcofago, ha una grande vasca a cui si accede per l’immersione mediante gradini e vasche più piccole per i bambini.
Fuori dal Borgo sorge la grande Certosa di Pisa, complesso monastico fondato nel 1366 e poi ricostruito nel 1600 e nel 1700. Oggi appartiene allo Stato ed è aperto come museo. Il lungo prospetto del monastero con al centro la chiesa (in restauro) si affaccia su un cortile circondato da bassi edifici dove si trova una sacrestia, una cappellina e l’antica farmacia. Entrando nel complesso si sale una rampa di scale perché tutto si trova ad un livello rialzato rispetto alla corte esterna. Il convento, con le celle dei frati e dei conversi separate, si trova intorno al Chiostro Grande circondato da portici e con al centro una fontana decorata da delfini, aquile coronate e teste di tori da cui una volta fuoriusciva l’acqua. I certosini avevano oltre alla cella gli spazi per lo studio e le loro attività artigianali ed un piccolo orto che ognuno coltivava da sé. Vicina è la chiesa ad unica navata utilizzata solo dai frati e dai conversi; lungo le pareti con affreschi prospettici settecenteschi sono gli scanni di legno, l’altare è in marmi policromi preziosi. Ai lati della chiesa si trova una serie di cappelle private dove i monaci officiavano le messe su richiesta di privati. Le decorazioni sono tutte del periodo rococò, dai colori leggeri e chiari e stucchi delicati. Il Chiostro Piccolo è circondato dalla chiesa, dalla sala Capitolare e dal Refettorio. Quest’ultimo è una grande sala rettangolare affrescata con soggetti biblici ed un’Ultima Cena manierista. Un’ala separata del complesso è stata destinata nel 1700 ad ospitare il Granduca di Lorena la sua corte. Questa è la parte più sfarzosa con appartamenti e saloni intorno ad un altro cortile.

Pisa ha lasciato intatti attraverso i secoli i suoi tesori d’arte medievali accumulati quando il Comune visse il suo periodo d’oro per potenza economica e politica. Il Campo dei Miracoli concentra in un breve spazio tutti questi tesori circondati da tappeti erbosi: il Duomo, il Battistero, la famosa Torre pendente ed il Camposanto monumentale. Costruiti tutti in più di tre secoli hanno un’eccezionale unità di stile che per la sua originalità ha preso il nome di romanico Pisano. Pisa divenne libero comune nell’XI secolo, città marinara, con un porto già importante al tempo dei Romani, rafforzò la sua potenza marinara scontrandosi con i Saraceni dopo averne subito un saccheggio nel 1004. La flotta portò anche i suoi commerci nel meridione ed in Africa appoggiandosi ai Normanni, in oriente con la prima Crociata ed in Sardegna su cui estese la sua giurisdizione con il suo appoggio al Barbarossa. La ricchezza commerciale portò poi lo sviluppo artistico alimentato dai contatti con le diverse culture. La prima ad essere costruita fu la Cattedrale iniziata nel 1064 e consacrata ma non ultimata nel 1118, la facciata fu eseguita dal Rainaldo nel corso del 1200 e fu l’espressione più completa del romanico pisano; i lavori continuarono poi nei secoli successivi. Il Campanile fu iniziato dal Bonanno nel 1173 ma, arrivati al terzo piano, il cedimento del terreno sul lato sud costrinse ad interrompere i lavori. Questi furono ripresi nel 1273 sotto la direzione di Giovanni di Simone che cercò di raddrizzarla e la torre fu completata nella seconda metà del XIV secolo da Tommaso Pisano. Quasi un secolo dopo l’inizio del Duomo, nel 1152 fu iniziato il Battistero dal Diotisalvi ed i lavori si protrassero fino alla fine del XIV secolo. Il Camposanto fu iniziato nel 1277 da Giovanni di Simone per racchiudere le spoglie dei cittadini più illustri, in un’area dove nel 1188 era stata portata da Gerusalemme la terra del Calvario. L’opera fu completata a metà del XIV secolo. Pisa era ormai entrata in crisi come potenza marinara con la sconfitta della Meloria ad opera dei Genovesi nel 1284 e da allora non si era più risollevata. Finì nell’orbita di Firenze dopo l’assedio del 1406 e sotto i Medici prima ed i Lorena dopo fino all’unificazione d’Italia del 1860. Si affermò sempre come città di cultura con la sua celebre università fondata nel 1472.
La visita inizia dalla Torre Campanaria riaperta al pubblico da poco tempo dopo i complessi lavori che hanno ridotto la sua pendenza allontanando il pericolo di una catastrofe. La Torre è a pianta circolare su uno zoccolo con arcate cieche, sei ordini di loggiati e termina in una cella campanaria con aperture a tutto sesto per le campane, è alta più di 55 m e si sale alla sommità con una scala a spirale di 294 gradini. Dall’alto si gode la vista panoramica della Cattedrale e del Battistero; da qui Galileo eseguì i suoi esperimenti sulla caduta dei gravi.
Il Duomo ha una pianta a croce latina con grande transetto e cupola, è tutta in marmi policromi. La facciata ha in basso sei grandi arcate cieche rette da colonnine dove sono inseriti tre portali con lunette a mosaici. Le tre porte in bronzo sono del 1500 dei seguaci del Giambologna decorati con storie di Maria e di Cristo. Sopra le arcate del basamento seguono quattro ordini di loggiati. Il motivo delle arcate cieche con decorazioni a losanga e dei loggiati continua sui lati, nel transetto, nell’abside ed intorno alla cupola ellittica. Nella parte posteriore, dove il transetto si incrocia con l’abside, c’è l’ingresso dei visitatori attraverso la Porta di S. Ranieri con le ante in bronzo, capolavoro di Bonanno Pisano (1180) in venti formelle raffiguranti la vita di Cristo. L’interno è a 5 navate divise da colonne ed arcate a tutto sesto, in alto i matronei proseguono anche nel transetto. L’arco trionfale è ogivale, di ispirazione araba, due secoli prima dell’inizio del gotico. Nel catino dell’abside è il grande mosaico del Cristo benedicente fra la Madonna e S. Giovanni Evangelista; è forse un’opera tarda di Cimabue ancora nella tradizione bizantina. In fondo alla navata centrale, sulla destra, è posto il pulpito di Giovanni Pisano del 1302 in uno stile gotico esuberante, ricco di statue allegoriche e con 8 formelle affollate di personaggi e raffiguranti scene del Vangelo dall’Annunciazione al Giudizio universale. Al centro della navata pende il lampadario di bronzo famoso per aver suggerito a Galileo la legge dell’isocronismo del pendolo. Nel transetto destro è la tomba di Arrigo VII morto durante la sua discesa in Italia nel 1313, è opera di Tino di Camaino.
Il Battistero è un edificio circolare alla cui decorazione lavorarono Nicola e Giovanni Pisano, padre e figlio, in basso i soliti archi ciechi interrotti da strette finestre e quattro porte, sopra un loggiato cieco con coronamento gotico. La cupola, opera di Cellino di Nese, è la combinazione di una struttura piramidale che poggia su un tamburo centrale su cui appoggiano 8 contrafforti curvi che sorreggono gli 8 spicchi della cupola. La prima vera cupola a nervature sarà quella del Brunelleschi a S. Maria del Fiore a Firenze finita nel 1434 in pieno Rinascimento. In alto è la statua di S. Giovanni Battista. Sopra il portale principale, sulla lunetta, è la copia della Madonna “del colloquio” scolpita da Giovanni Pisano che sembra parlare al Bambino. L’interno è semplice con un deambulatorio diviso da colonne e pilastri ed un matroneo in alto. Al centro è posto il grande fonte battesimale poligonale con una raffinata decorazione geometrica in marmo intarsiato. A sinistra si trova il pulpito di Nicola Pisano (1260) di forma esagonale retto da sette colonne. Le sei formelle raffigurano le scene dall’Annunciazione al Giudizio. La scultura di Nicola si ispira alle forme classiche ed al naturalismo dei sarcofagi romani e le sue figure sono composte e serene. Una stretta scala ricavata nello spessore della muratura permette di salire al matroneo e quindi alla cupola nello spazio anulare fra la struttura piramidale e la copertura retta dai contrafforti.
Il Camposanto è un’area rettangolare cinta da un alto muro marmoreo ad arcate cieche con due portali dei quali quello di destra è sormontato da un tabernacolo gotico di Giovanni Pisano. L’interno è stato recentemente restaurato dopo i danneggiamenti dell’ultima guerra provocati da una bomba incendiaria che ha distrutto la copertura del portico e gli affreschi delle pareti. Il portico, come quello di un chiostro, è una successione di arcate a tutto sesto trasformate in quadrifore da esili colonnine ed intrecci gotici. Nei quattro bracci del portico si trovano monumenti funebri e sarcofagi romani di età ellenistica e paleocristiana usati per molto tempo come sepolture dei nobili pisani. Appese alle pareti vi sono anche le catene dell’antico porto pisano. Le pareti intorno sono ora spoglie, i restauri hanno portato al recupero parziale degli affreschi che sono ora conservati in alcune sale. Durante lo strappo di ciò che era rimasto degli affreschi, sotto sono stati scoperti anche i disegni preparatori, le sinopie, ed anche questi sono stati recuperati e si trovano ora nel museo delle sinopie che si trova in piazza Campo dei Miracoli all’interno dell’antico Ospedale di Misericordia. Gran parte degli affreschi restaurati si trovano in un salone dietro il lato nord del portico. Vi si trova raccolto il ciclo pittorico comprendente il Trionfo della morte, il Giudizio universale, l’Inferno e le Storie degli Anacoreti. Sono tutte pitture del 1300 di attribuzione non definita rappresentativi del clima di rassegnazione mistica diffuso di fronte alle epidemie ed alla peste che falciavano in quel tempo le popolazioni europee. Così le scene di morte contrastano con quelle di vita spensierata di cavalieri e dame che cavalcano come monito di memento mori. La scena dell’Inferno con il diavolo ed i dannati nei gironi propongono un’iconografia diffusa al tempo di Dante. Altri affreschi si trovano sul lato est con storie dell’Antico Testamento e le storie di Giobbe meno conservate.
Oltre al Campo dei Miracoli Pisa offre molti altri esempi di arte duecentesca e dei periodi successivi. La chiesa di S. Caterina dei Domenicani che ha la facciata tipica delle chiese pisane con gli archi ciechi in basso, i loggiati con archi polilobati ed il rosone. La chiesa di S. Francesco ha invece una facciata semplicissima e l’interno ad unica navata con copertura a capriate ed è stata rifatta nel 1500. La piazza più importante del centro cittadino è quella dei Cavalieri, antico foro della Pisa romana, dominata al centro dal Palazzo dei Cavalieri, una volta palazzo degli Anziani trasformato nel 1562 dal Vasari in un palazzo rinascimentale sede dell’Ordine dei Cavalieri di S. Stefano; sulla facciata ha una doppia rampa di scale ed un’originale decorazione graffita abbellita anche dai busti marmorei dei granduchi medicei. Davanti al palazzo c’è la statua di Cosimo I de’ Medici. Un altro palazzo sull’angolo nord della piazza è quello dell’Orologio del 1600 e vi è stata inglobata una casa torre medievale, quella dei Gualandi o Torre della fame, dove fu rinchiuso con figli e nipoti a morire di fame il conte Ugolino della Gherardesca nel 1288. La chiesa di S. Michele in Borgo più vicina al Ponte di Mezzo sull’Arno, mostra già nella facciata il passaggio alle forme gotiche agli inizi del 1300. Dal Lungarno Pacinotti si vede sull’altra riva la piccola chiesa di S. Maria della Spina del 1300 che si trovava prima al livello del fiume ma che, con la costruzione degli argini nel 1871, fu sollevata e sembra ora quasi sospesa. Il suo nome deriva dalla reliquia di una spina della corona di Cristo che conservava. Oggi la chiesa è di proprietà di una banca ed è usata come museo.

Fonte: http://www.travelphotoblog.org/ArchivioPersonale/ITALTOUR.doc

Sito web da visitare: http://www.travelphotoblog.org

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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