Cavour Camillo Benso

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Cavour Camillo Benso

 

Cavour, Camìllo Bènso (Torino 1810-1861) Statista, economista e uomo politico. Nacque il 10 agosto 1810 a Torino dal marchese Michele Benso di Cavour e da Adele De Sellon, della nobiltà protestante ginevrina. Nel 1820, nel rispetto della consuetudine riservata al primogenito, per il piccolo Camillo fu scelta la carriera militare e fu iscritto alla Regia Accademia Militare di Torino. Il contatto con i figli delle altre casate del regno, la vita fuori dall'ovattata atmosfera familiare, la disciplina e gli studi aprirono la mente al giovane Cavour. Si applicò discretamente agli studi, fu abbastanza disciplinato, ma la sua vanità, il carattere allegro ed estroverso gli fecero preferire la realtà della vita esterna all'accademia militare. Cavour dimostrò ben presto una forte personalità indipendente. Nel 1824 Carlo Alberto gli concesse l'ambito onore di vestire la rossa livrea di paggio di corte che offriva, oltre a un cospicuo appannaggio, notevoli agevolazioni e distinzioni sociali. Dimostrò comunque insofferenza, sino a quando il re Carlo Alberto venuto a conoscenza di quell'atteggiamento non esitò a togliergli quell'onore. Dopo questo episodio, a diciassette anni, nel 1826 Camillo lasciò l'Accademia con il grado di luogotenente del Genio e una carriera già compromessa. Durante il tirocinio militare soggiornò a Torino, Ventimiglia, Exilles, Lesseillon e a Genova, dove acquisì il senso di apertura della città alle nuove tendenze europee. Già precedentemente si era nutrito dell'atmosfera di ragione illuminata della città di Ginevra, attraverso la corrispondenza con la zia De Sellon, con il cugino De La Rive e la lettura di Bentham, Guizot e Constant. In quel periodo nella società era in atto un processo evolutivo che il Cavour ebbe la possibilità di cogliere nella casa genovese dei banchieri ginevrini De La Rue. Per comprendere meglio l'uomo Cavour, lo sviluppo della sua personalità e i concetti morali e sociali che avrebbero ispirato la sua futura azione politica è importante tenere a mente la sua formazione nel Piemonte conservatore del 1820. Il regno di Sardegna, steso sui due versanti delle Alpi con l'appendice isolana, inserito tra il lago Lemano, Ginevra e i cantoni elvetici, faceva da cuscinetto fra la Lombardia austriaca e la Francia, con l'arco ligure-nizzardo proiettato sul Mediterraneo, e i suoi capoluoghi regionali erano Torino, Genova, Chambery, Annecy, Cagliari. Si trattava di un paese bilingue, gravitante nell'orbita culturale francese e che doveva la propria esistenza alla secolare politica tra la Francia e Austria, sempre in pericolo di essere schiacciato da parte di uno de due potenti vicini. L'influenza inglese attraverso Genova e le controversie politico-religiose dalle valli svizzere animavano la vita culturale dello Stato. L'Italia vista da Torino era rappresentata dalle valli lombarde oltre il Ticino, dalla pianura padana e dalla lingua che Roma e gli Stati regionali della penisola avevano elaborato nei secoli passati. Oltre la corona degli Appennini la visuale politica dei piemontesi non giungeva: Milano era lontana da Torino più di Lione, Ginevra o Marsiglia, con due giorni di diligenza si poteva raggiungere Parigi dalla Savoia, mentre un viaggio a Napoli non rientrava solo nei programmi di qualche poeta o di qualche avventuroso giramondo. Queste precisazioni di carattere geografico evidenziano come per le persone che nutrivano sentimenti liberali i grandi poli di attrazione non potevano che essere Parigi e l'Inghilterra.

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario..doc

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it/

 

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