Aforismi Giovanni Papini

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Aforismi Giovanni Papini <<<>>> Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicono bene <<<>>> ce n'è altri che dicono molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicono nulla e lo dicon male. <<<>>> Un uomo verrà certamente, fra molti anni, in una calma sera d'estate, a chiedermi come si può vivere una vita straordinaria. Ed io gli risponderò certamente con queste parole: Rendendo abituali le azioni e le sensazioni straordinarie e facendo rare le sensazioni e le azioni ordinarie. <<<>>> Chiunque, purché sappia chiaramente cosa vuol divenire e non perda un solo secondo della sua vita, può issarsi al livello di coloro che dettano le leggi alle cose e che creano vite più degne. <<<>>> Finalmente è arrivato il giorno dell'ira dopo i lunghi crepuscoli della paura. Finalmente stanno pagando la decima dell'anime per la ripulitura della terra. Ci voleva, alla fine, un caldo bagno di sangue nero dopo tanti umidicci e tiepidume di latte materno e lacrime fraterne. Ci voleva una bella annaffiatura di sangue per l'arsura dell'agosto, e una rossa svinatura per le vendemmie di settembre, e una muraglia di svampate per i freschi di settembre. <<<>>> Aforisma: una verità detta in poche parole <<<>>> epperò detta in modo da stupire più di una menzogna. <<<>>> Dio è ateo. <<<>>> L'imbecillità dei filosofi "profondi" è così immensa che è superata soltanto dall'infinita misericordia di Dio. <<<>>> L'Inferno non è che il Paradiso capovolto. Una spada riflessa nell'acqua prende figura di croce. <<<>>> La modestia è la forma più insulsa dell'orgoglio. <<<>>> Nel mondo dell'arte c'è una guerra sola: quella tra Circe e Orfeo. Tra Circe che trasforma gli uomini in bestie e Orfeo che trasforma i bruti in uomini. <<<>>> [Carlo Michelstaedter] Egli, al pari di pochissimi e rarissimi pensatori che lo hanno preceduto, s'è ucciso per accettare fino all'ultimo, onestamente e virilmente, le conseguenze delle sue idee <<<>>> s'è ucciso per ragioni metafisiche. <<<>>> Se gli scrittori non leggessero e i lettori non scrivessero, gli affari della letteratura andrebbero straordinariamente meglio. <<<>>> Si può entrare nel regno di Dio anche dal nero portale del peccato. <<<>>> Un delitto vien punito quand'è piccolo ed esaltato e premiato quand'è grande. <<<>>> Anche la giovinezza è una malattia ma chi non ha sofferto questo male sacro non ha vissuto. <<<>>> Il vecchio è indicibilmente solo, come il nascituro. <<<>>> Quando capita una grande amnistia v'è chi si pente di non aver commesso a suo tempo un delittuccio che non sarebbe costato nulla. <<<>>> È questo il momento presegnato, credetemi, per verificare i nostri rapporti col sole. Poiché non siamo, insomma, che bruscoli intiepiditi provenienti dal sole non sapremo bene ciò che sia il sole e che cosa sia l'uomo se non dimentichiamo il legame che unisce il primo dei primati al patriarca della famiglia solare. <<<>>> I moralisti credono di conoscere l'uomo, gli astronomi credono di conoscere il sole. I secondi s'illudono meno dei primi. Molto sanno, in verità, del sole ma soltanto della sua apparenza, della sua sostanza e della sua attività, cioè della sua vita fisica, esteriore. <<<>>> L'uomo, fra tutti gli esseri che sono in terra, è il solo che si sforzi d'imitare il suo padre antico, che tenti di tornare, nei suoi più vivi ed alti momenti, allo stato del sole o almeno di assomigliarsi a lui. <<<>>> La Luna, per colui che pensa in termini di eternità, è il fulgente memento mori che Dio ripete ogni girno alla "gran madre antica". <<<>>> Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della terra, noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi. <<<>>> Il mare è un nemico che gli uomini si sforzano di amare. <<<>>> Nell'universo rinnovato da Cristo secondo spirito e verità non c'è posto per il mare, il mare era un di più, un avanzo della prima creazione, ora obliterata. La terra sarà tutta terra e tutta umana e gli uomini cercheranno l'infinito e la libertà soltanto nello splendore senza confine del cielo rifatto. <<<>>> La falena è innamorata di ciò che fa paura alla tigre. Ma l'uomo <<<>>> fiera destinata a diventar farfalla angelica <<<>>> è nello stesso tempo sbigottito e attirato dal fuoco. <<<>>> Quando il diavolo di Goethe dice: "se non mi fossi riservata la fiamma non avrei nulla per me" mentisce come sempre. Neppure la fiamma appartiene all'eterno Diseredato. Come Dio s'è riservato, tra i giorni, quello del riposo e tra i liquori della vita il sangue Egli ha preso per sé, tra gli elementi, l'amorosa tremendità del fuoco. <<<>>> L'incendiario è l'ateo che non ha saputo trovar Dio in se stesso e che lo cerca, per la via del delitto, nel simbolo fisico ed esteriore. Forsennato a somiglianza del mistico, di cui è l'antitesi, e non potendo incendiar d'amore l'anima sua per ricongiungerla al fuoco supremo, egli dà fuoco alle cose consumabili e gode in cuor suo nel contemplare le fiamme nate dalla sua vendetta. E come tutti gl'idolatri adora l'apparenza e non la sostanza d'Iddio. <<<>>> È certo la primavera la stagione più triste dell'anno. Ondeggia, incespicante e trasognata tra la bianca severità dell'inverno e la focosa maestà dell'estate, come una "donzelletta" acerba che non è più vera bambina e non è ancora donna fatta. È ridotta, perciò, alle malfide risorse del doppio gioco. In certi giorni un baccanale di sole indora e accende tutte le cime e tutte le superfici, e un'improvvisa afosità simula ipocritamente la gialla offensiva del giugno. Ma poi, il giorno dopo, sipari di nuvolone seppiacee si calano sugli orizzonti come gramaglie, il vento settentrionale uggiola e morde, i piovaschi impazziscono in furori diluviali, i fiumi aprono brecce nelle ripe, sui monti si ammonta un'altra volta la neve, tardiva ed intempestiva, e le prime erbe dei prati, stupite e strapazzate, vorrebbero rientrare sotto la terra. Passata la furia boreale, tornano le giornate grigie e accidiose, con qualche golfo di azzurro che subito si richiude, le strade fradice e sudice, i muri bollati di gore umide, i fossi colmi d'acqua lotosa. Eppoi, in pochi meriggi, tutto s'asciuga, tutto s'infiamma, tutto arde, tutto si riscalda e ci s'accorge, con mortificante sorpresa, che la primavera è finita, senza aver potuto godere, meno che pochi istanti, le sue incantate e decantate meraviglie. <<<>>> Era la primavera, secondo le favole antiche, la stagione de' rinnovati o comincianti amori: e anche questa è leggenda. Gli uomini, più insaziabili delle bestie, non hanno più, e forse non hanno mai avuto, una sola stagione per la conoscenza dell'amore. E semmai l'hanno trasferita all'incandescente estate: già l'antichissimo Esiodo aveva notato che nell'agosto son più lascive le donne. Ma tutti i mesi, per l'uomo, sono ugualmente propizi, tanto più che l'amore entusiasmo, l'amore passione, l'amore pazzia, ai quali si riferivano i poeti e i trattati di Eros, vanno velocemente scomparendo dagli animi e dai costumi dei nostri popoli inciviliti fino all'imbecillità e oltre. <<<>>> L'ardente solitudine non annulla la possibilità degli amori.

 

Fonte: http://www.intercralparma.it/sabrina/Aforisma.pdf

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