Appunti Verga

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Appunti Verga

Verga:
(la Prefazione come chiave di lettura de I Malavoglia)

 

Premessa:

Zola e il romanzo sperimentale:

  • Smontare e rimontare pezzo per pezzo la macchina umana
  • Utilizzare sull’uomo il metodo sperimentale:

“In una parola, dobbiamo operare sui caratteri, sulle passioni, sui fatti umani e sociali come il fisico e il chimico operano sui corpi inanimati e come il fisiologo opera sugli organismi viventi”

  • Rapporto scienza-arte: la prima costituisce il modello di oggettività e precisione della seconda
  • Positivismo: fede nella scienza che può conoscere tutto
  • Il romanzo sperimentale dunque è romanzo inchiesta, romanzo-diagnosi
  • Il narratore-scienziato imposta l’esperimento all’insegna della più totale impersonalità.
  • No agli effetti romanzeschi, sì alla ricostruzione oggettiva e scientifica
  • Scoperta dell’uomo fisiologico = evoluzione + ereditarietà (darwinismo in arte)

 

Il Verismo:

  • Trasposizione del Naturalismo francese
  • Connotazione meridionalistica: Capuana, Verga, De Roberto, Serao, Deledda
  • Cfr. Questione meridionale.

 

L’approdo al Verismo di Verga

  • Prima produzione verghiana: romanzi storico-patriottici e romanzi mondani
  • 1874: Nedda. Svolta di contenuti, ma anche di tecniche e forme
  • 1880: Vita dei campi. Raccolta di novelle. E’ la svolta vera e propria
  • 1881: I Malavoglia

La prefazione a I Malavoglia:

  • “Questo racconto è lo studio sincero e spassionato del come probabilmente devono nascere e svilupparsi nelle più umili condizioni, le prime irrequietudini pel benessere; e quale perturbazione debba arrecare in una famigliuola vissuta fino allora relativamente felice, la vaga bramosia dell'ignoto, l'accorgersi che non si sta bene, o che si potrebbe star meglio”
  • Studio sincero e spassionato”: romanzo come studio scientifico condotto all’insegna dell’impersonalità (Zola)
  • Cfr. Lettera al Farina: prefazione alla novella L’amante di Gramigna

“[…] Esso almeno avrà il merito di essere brevissimo, e di esser storico - un documento umano, come dicono oggi - interessante forse per te, e per tutti coloro che studiano nel gran libro del cuore. Io te lo ripeterò così come l'ho raccolto pei viottoli dei campi, press'a poco colle medesime parole semplici e pittoresche della narrazione popolare, e tu veramente preferirai di trovarti faccia a faccia col fatto nudo e schietto, senza stare a cercarlo fra le linee del libro, attraverso la lente dello scrittore. Il semplice fatto umano farà pensare sempre; avrà sempre l'efficacia dell'essere stato, delle lagrime vere, delle febbri e delle sensazioni che sono passate per la carne”.

  • Eclissi del narratore: narratore invisibile, che sparisce dalla sua opera
  • Il narratore de I Malavoglia: E’ un narratore esterno impersonale regredito.

Perché “impersonale”: perché lo scrittore non interviene mai in prima persona
Perché “regredito”? Perché racconta regredendo alla condizione mentale, culturale e ideologica, psicologica e linguistica dei suoi personaggi. E’ un narratore popolare, mimetico
Verga racconta la storia filtrandola attraverso i modi di pensare e di esprimersi degli abitanti di Aci Trezza.
A narrare le vicende del romanzo è il coro degli abitanti di Aci Trezza

Cfr Lettera al Farina: prefazione alla novella L’amante di Gramigna:
“[…] che la mano dell'artista rimarrà assolutamente invisibile, allora avrà l'impronta dell'avvenimento reale, l'opera d'arte sembrerà essersi fatta da sé, aver maturato ed esser sòrta spontanea, come un fatto naturale, senza serbare alcun punto di contatto con l’autore, alcuna macchia del peccato d'origine”.

  • Ambizione dello scrittore: sparire così che l’opera d’arte sembri essersi fatta da sé. Lo scrittore deve tenersi fuori dalla storia. La narrazione deve essere rigorosamente oggettiva. E l’oggettività, si è detto,  consiste nel raccontare gli eventi come se a narrarli fosse la coralità degli abitanti di Aci Trezza

 

  • “Questo racconto è lo studio sincero e spassionato del come probabilmente

“probabilmente”: anche nella scienza si procede per congetture

 

  • “Questo racconto è lo studio sincero e spassionato del come probabilmente devono nascere e svilupparsi nelle più umili condizioni, le prime irrequietudini pel benessere; e quale perturbazione debba arrecare in una famigliuola vissuta fino allora relativamente felice, la vaga bramosia dell'ignoto, l'accorgersi che non si sta bene, o che si potrebbe star meglio”

“…irrequietudini… perturbazione…”: rimandano a una tendenza al giudizio (vs. “studio sincero e spassionato”)
Nonostante tutto, il giudizio morale negativo del Verga è stato pronunciato. Verga non riesce a realizzare pienamente il canone dell’impersonalità

     (secondo capoverso della prefazione a I Malavoglia)

  • “Il movente dell'attività umana che produce la fiumana del progresso è preso qui alle sue sorgenti, nelle proporzioni più modeste e materiali. Il meccanismo delle passioni che la determinano in quelle basse sfere è meno complicato, e potrà quindi osservarsi con maggior precisione”

Nel ciclo dei Vinti (desunto da Zola) Verga si propone di studiare il desiderio di progresso
colto in una progressione scientifica (da realtà sociali più semplici a realtà umane più complesse)

    • I Malavoglia (proletariato)
    • Mastro-don Gesualdo (borghesia-campagnola)
    • La duchessa di Leyra (aristocrazia)
    • L’onorevole Scipioni (mondo della politica)
    • L’uomo di lusso ( mondo degli artisti)

(l’unico ad essere consapevole del suo “essere vinto”)

“Nei Malavoglia non è ancora che la lotta pei bisogni materiali. Soddisfatti questi, la ricerca diviene avidità di ricchezze, e si incarnerà in un tipo borghese, Mastro-don Gesualdo, incorniciato nel quadro ancora ristretto di una piccola città di provincia, ma del quale i colori cominceranno ad essere più vivaci, e il disegno a farsi più ampio e variato. Poi diventerà vanità aristocratica nella Duchessa di Leyra; e ambizione nell'Onorevole Scipioni, per arrivare all'Uomo di lusso, il quale riunisce tutte coteste bramosie, tutte coteste vanità, tutte coteste ambizioni, per comprenderle e soffrirne, se le sente nel sangue, e ne è consunto”.
Vinti = sono coloro che vengono travolti dal cammino incessante e febbrile dell’umanità per raggiungere la conquista del progresso ( = benessere economico + avanzamento sociale)

 

Contenuto de I Malavoglia:

      • lotta per i bisogni materiali (desiderio di migliorare la propria condizione: carico dei lupini). I personaggi sono accomunati dalla logica economica (logica dell’interesse)
      • in un piccolo paese di pescatori (Aci Trezza)
      • ambienti semplici, passioni semplici

La concezione del progresso in Verga:
In Verga vi è una concezione pessimistica del progresso.  (concezione antiprogressista)

  • il progresso è un cammino fatale,  incessante, febbrile
  • è tale solo se considerato da lontano.

“Il cammino fatale, incessante, spesso faticoso e febbrile che segue l'umanità per raggiungere la conquista del progresso, è grandioso nel suo risultato, visto nell'insieme, da lontano”.

  • Visto da vicino: rivela interessi egoistici, lascia vittime sul suo cammino, i vincitori di oggi saranno i vinti di domani. Il titolo originario del ciclo dei Vinti era: “Marea”.

Solo l'osservatore, travolto anch'esso dalla fiumana, guardandosi attorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall'onda per finire più presto, ai vinti che levano le braccia disperate, e piegano il capo sotto il piede brutale dei sopravvegnenti, i vincitori d'oggi, affrettati anch'essi, avidi anch'essi d'arrivare, e che saranno sorpassati domani”.

  • Il progresso sul piano individuale è una sconfitta. Ci si salva solo se si tiene fede alla morale dell’ostrica (cfr. Alessi)
  • L’ideologia verghiana è controcorrente rispetto all’ottimismo del tempo. Il progresso, per Verga, ha sempre un costo altissimo.
  • Verga riprende le tecniche del naturalismo positivistico, ma non l’ottimismo proprio di questa visione
  • Anche nel Mastro-don Gesualdo si coglie una forte critica al mito del progresso celebrato dalla società borghese post-unitaria

Gesualdo è un vinto sul piano economico e su quello degli affetti. Per la roba rinuncia a Diodata e nella roba non ha l’affetto della moglie e della figlia
Roba: febbre di guadagno, mito negativo e corruttore, forza disumanizzante, entra nel mondo campagnolo e ribalta i principi morali dei personaggi. Vivere per la roba significa, per Verga, vuoto e solitudine
(Cfr. Novelle rusticane, La roba)

 

  • “Chi osserva questo spettacolo non ha il diritto di giudicarlo; è già molto se riesce a trarsi un istante fuori del campo della lotta per studiarla senza passione, e rendere la scena nettamente, coi colori adatti, tale da dare la rappresentazione della realtà com'è stata, o come avrebbe dovuto essere”.

Lotta: termine darwiniano che Verga eredita dal Positivismo
Coi colori adatti: introduce il problema della lingua

 

  • La lingua de I Malavoglia:
  • Verga crea una lingua innovativa, straordinaria, perfettamente adeguata al livello narrativo dei personaggi
  • Usa l’italiano, non il dialetto, eppure riesce a dare l’andamento proprio della lingua parlata.

Il suo è un “italiano colorato” che reca l’impronta del dialetto siciliano e della struttura sintattica del parlato popolare

  • Verga non va oltre la subordinata di 1° grado, si serve di periodi scarni, brevi
  • Uso del discorso indiretto libero che traduce appunto l’andamento della lingua parlata

 NB: Quando Verga passerà al Mastro-don Gesualdo, l’indagine psicologica si farà più raffinata e comparirà il monologo interiore

Intertestualità: Renzo e Lucia ne I promessi sposi parlano come i borghesi dell’Ottocento: è mai possibile?

La scelta linguistica e stilistica (canone dell’impersonalità, narratore = coro degli abitanti di Aci Trezza) spiega anche il fiasco editoriale de I Malavoglia.
L’incipit del romanzo sorprende e spiazza il lettore. Le località, i riferimenti spaziali non sono descritti e contestualizzati, ma citati come se il lettore fosse un abitante del luogo.
Il lettore è conservatore: preferisce il narratore che “spiega”, il narratore onnisciente (Manzoni). All’inizio de I Malavoglia, il lettore fa una gran confusione. E’ infatti un romanzo corale

Intertestualità:

  • I promessi sposi: circolo imperfetto. Renzo e Lucia, alla fine del romanzo, devono vivere da emigranti in un paese lontano (IDILLIO MANCATO)
  • I Malavoglia: circolo imperfetto. Il romanzo si chiude sulla figura di ‘Ntoni impossibilitato a reintegrarsi nella comunità del paese (ITACA ADDIO)
  • Lo spazio della vicenda:
    • Casa del nespolo

Aci Trezza: estraneità al mondo e alla storia, vita rituale, mondo alternativo, valori positivi (= sentimenti miti e semplici che tengono legati gli abitanti a loro paese come l’ostrica allo scoglio)

    • Quando uno di quei piccoli si vuole staccare per brama di meglio (= per il desiderio di migliorare la propria condizione sociale), il mondo vorace se lo inghiotte. Sui perde l’innocenza e si fa ingresso nel mondo della violenza
    • Chi esce dal paese, chi si sottrae all’ideale dell’ostrica, patisce una sconfitta
    • Luca muore nella battaglia di Lissa,
    • Lia diventa una prostituta a Napoli,
    • ‘Ntoni di ritorno dalla leva rifiuta la vita paesana e familiare e le sue regole. Si dà al contrabbando e finisce in galera. Uscito di prigione, non riuscirà più ad integrarsi nella comunità.
    • La linea dei “trasgressori”: Lia, ‘Ntoni
    • La linea “eroica”: padron ‘Ntoni, Alessi, Mena. Sono gli ultimi due (padron ‘Ntoni muore lontano all’ospedale) a riscattare la Casa del nespolo a prezzo di grandi sacrifici (Mena deve infatti rinunciare al matrimonio con compare Alfio)
    • Anche nelle novelle (Vita dei campi, Novelle rusticane), si coglie l’opposizione NATURA vs. STORIA

 

NATURA = innocenza, “i campi”, valori positivi, eroi positivi, sentimenti generosi (cfr Jeli il pastore)
STORIA = mondo, vita sociale, logica economica, sfruttamento crudele (cfr Rosso malpelo), roba come forza disumanizzante (cfr. La roba)

Nella raccolta di novelle Per le vie, il motivo della roba è inserito in un ambiente cittadino. La roba diviene la forza corruttrice degli umili nella città (Milano). A farne le spese sono soprattutto le figlie del popolo. Cinismo e disumanizzazione indotti dal progresso borghese

 

Fonte: https://laeterza.files.wordpress.com/2011/01/verga-appunti.doc

Sito web da visitare: https://laeterza.files.wordpress.com/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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