Storia sociale dell' arte

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Storia sociale dell' arte

STORIA DELL’ARTE

Lo studio della comparsa dell’uomo sulla terra ha portato ad individuare il problema di come e dove si siano differenziati i diversi gruppi etnici. Per questo sono state formulate due ipotesi. Quella del MONOFILETISMO e quella del POLIFILETISMO.
MONOFILETISMO: il primo gruppo di ominidi si diffonde a partire da un unico nucleo ristretto.
POLIFILETISMO: tutte le etnie del mondo si sono generate a partire da 4 o 5 gruppi precisi.
Tenendo conto che la RAZIONALIZZAZIONE DEL LAVORO si è avuta a partire dal 2.000.000 A.C., i primi oggetti di creazione umana ritrovati corrispondono a piccoli e semplice utensili di pietra o conchiglia lavorata. E’ importante, tuttavia, tenere in considerazione la differenza che esiste tra le lavorazioni effettuate a scopo utilitario e quelle a scopo ornamentale. Solo queste ultime, infatti, rappresentano ciò che si può definire VOLONTA’ DI ARTE.
L’ETA’ DELLA PIETRA parte intorno all’80.000 A.C. ed è divisibile in più sottoperiodi. Questa data, però, si riferisce alle zone limitrofe al Nord Africa e all’odierno Medio-Oriente. Per quanto riguarda il continente Europeo l’Età della pietra coincide, circa, al 2.500 A.C.
I IMMAGINE: I primi ritrovamenti coincidono a rappresentazioni di figure femminili dette VENERI, scolpite su pezzi di roccia e, in altri casi, vere e proprie statuette a tutto tondo. Le caratteristiche di queste donne sono molteplici.
1) L’assenza dei lineamenti del volto rileva che l’interessamento non era rivolto al soggetto rappresentato, ma alla donna in quanto tale.
2) ciò che veniva sottolineato era rivolto a tutti gli elementi che indicano la donna come genitrice e nutrice: un grosso seno, un ampio ventre simbolo di gravidanza, anche arti inferiori molto pronunciati.
3) Il corno che alcune veneri stringono fra le mani simboleggia la FECONDITA’. Infatti il corno rimanda al toro, indice di virilità, al membro maschile, ma anche all’abbondanza.
Nell’epoca preistorica il problema principale dell’uomo era sopravvivere e la donna rappresentava la procreazione ovvero la possibilità per l’essere umano di perpetuare la sua specie. Per questo esse venivano venerate.
Se si considerava la cultura dei POPOLI MEDITERRANEI, si può notare che essi veneravano la MADRE TERRA considerata, per l’appunto, un ente femminile. La TERRA in se stessa non è altro che sorgente di risorse atte alla nutrizione (e quindi vita) e luogo in cui sotterrare i cadaveri (MORTE).
Le civiltà mediterranee, inoltre, presentano istituzioni di tipo MATRIARCALE in cui al potere non mancano le autorità delle regine. I POPOLI INDOEUROPEI, invece, venerano PADRE CIELO, principio maschile e celeste, dio del Sole e della pioggia. La pioggia che cade sulla terra era considerata un simbolo di fecondità, ovvero l’unione fisica e materiale del cielo e della terra. Bisogna inoltre ricordare che i popoli che venerano la MADRE TERRA sono popoli STANZIALI, dediti all’agricoltura e alla pastorizia. Coloro che riconoscono come divinità il PADRE CIELO sono, al contrario, NOMADI in quanto seguono e osservano gli astri per orientarsi nelle loro migrazioni.
II IMMAGINE: TORO 38.000 A.C.
La figura del toro è stata scolpita su un frammento di osso con una selce. L’animale si presente nell’atto di leccarsi per eliminare la pelle morta all’avvicinarsi della primavera. L’artista ha utilizzato, per questa rappresentazione, un materiale difficile da scolpire. L’osso infatti è molto friabile. Tuttavia c’è una motivazione precisa per cui è stata scelta tale materia. Infatti con un osso di bisonte è stato realizzato un bisonte. In tutto ciò si può notare, dunque, una sorta di linguaggio semantico che sfocia in quella che oggi noi chiamiamo METONIMIA: una parte per il tutto. L’immagine del bovino è, da un lato, realistica poiché tutti comprendono di che animale si tratti. Dall’altro lato, però, è stata effettuata una precisa selezione degli elementi qualitativi. Gli zoccoli non vengono raffigurati mentre la coda è solo ellusa.
III IMMAGINE: AFFRESCO TORO 13.500 A.C.
Si possono distinguere due tipi di affreschi:
AFFRESCO INTENSIVO: tecnica basata sull’idratazione e disidratazione della calce. Venne utilizzato a partire dal rinascimento in poi.
AFFRESCO PARIETALE: interessa la preistoria. Il colore è steso direttamente sulla pietra della parete. In questo caso l’affresco si dice di tipo ESTENSIVO.
Per quanto riguarda la pittura parietale gli esempi più significativi ci vengono dati dalle grotte di LASCAUX e di ALTAMIRA. Qui si possono trovare rilievi bovini, ovini e cervidi rappresentati tramite la TECNICA DI SOVRAPPOSIZIONE. Questo metodo viene utilizzato per creare l’illusione ottica  dell’immagine e per conferire sacralità alla scena. Gli studiosi sostengono  che le raffigurazioni parietali avessero un ruolo propiziatorio alla caccia o scaramantico. Il colore rosso, per esempio, ha un significato APOTROPAICO cioè di scongiuro contro la mala sorte. In questa III immagine la figura è nera e ad essa sono sovrapposte macchie di colore rosso. Il tutto ha un tono molto evocativo.
IV IMMAGINE: LA VOLTA DEI BISONTI (ALTAMIRA)
Per creare movimento i bovini sono disposti in disordine e il rosso domina la scena. Il fatto che in questo luogo ci siano migliaia di rappresentazioni in serie testimonia quanto sia stata frequentata questa grotta nei secoli per la caccia.
V IMMAGINE: GROTTE DI ADDAURA (VICINO A PALERMO)
L’immagine presenta figure in moto con al centro due tizi sovrapposti l’uno all’altro. Questo era un rito che veniva praticato anche dai Maya. Due schiavi, infatti, venivano costretti a danzare in mezzo a un gruppo di guerrieri. Chi ballava meglio era salvo mentre l’altro era ucciso in sacrificio agli dei. I due schiavi sono sdraiati: l’azione del danzare era simbolicamente indicata tramite persone sdraiate che conferiscono movimenti e dinamicità nonostante i tratti grossolani. Gli uomini sulle pareti della grotta hanno capelli lunghi, caratteristica tipica dei siciliani.
Dal 2055 al 2000 A.C. l’uso dei metalli non è più casuale ma consapevole. L’uomo razionalizza le operazioni ed è in grado di realizzare leghe, strumenti militari, agricoli e ornamentali con questo materiale.
Dal 1000 A.C. si ha l’ETA’ DEI METALLI in Europa.Intanto in Medio-Oriente e in Africa nascevano le prime grandi civiltà politiche.
VI IMMAGINE: CARRO DI CHOPENAGHEN 2000 A.C.
Questa piccola scultura è stata creata in bronzo e il cavallo presenta decorazioni a MIELLO. Il carro in questione è il carro del sole. Il sole è rappresentato dallo scudo emblema della fertilità. Esso è legato ad un cavallo. La cultura nordica, però, tende a considerare solo i numeri pari nelle rappresentazioni, mentre, in questo caso, il cavallo è unico, quindi dispari.
Bisogna considerare, però, che questo cavallo è imbalsamato, quindi è morto. L’animale imbalsamato segnala la forza della vita sulla morte. Il carro è la vita e, per questo, paradossalmente, l’equino è imbalsamato, cioè si è sistemato e posto in modo che simuli e reciti la vita. Quest’opera d’arte rappresenta una rappresentazione, come in un gioco di specchi.
VII IMMAGINE: MENHIR DI CARNAC (BRETAGNA)
In questo spazio architettonico ben determinato e Menir sono disposti in linea retta in modo da formare una vera e propria via dei morti. Infatti non è altro che un cimitero privo di cadaveri proprio perché gli avi venivano divinizzati. Tale usanza si può ritrovare anche negli indiani del nord. L’arte, in questo modo, diventa uno strumento in funzione della memoria. In questa via dei morti venivano, infatti, effettuate processioni, soprattutto a primavera.
VIII IMMAGINE: STONEHENGE
Stonehenge è il luogo megalitico in cui sono stati creati due o tre anelli di pietre verticali sovrapposte da altre orizzontali. Queste particolari strutture sono denominate DOLMEN. La Puglia ne accoglie uno svariato numero. Stonehenge nell’800 si presentava solo come un cumulo di rovine e venne ristrutturato. Per questo ora appare così regolare. Lo scopo di questo complesso si pensa fosse sacrale. Tuttavia, per realizzare una simile composizione, è necessaria una grande organizzazione. A 40 Km da qui, infatti, si possono trovare le cave di pietra la quale, una volta estratta, veniva trasportata per mezzo di rulli di tronchi. Il montaggio dei dolmen è dovuto all’utilizzo di carrucole e altri mezzi. Dietro un tale progetto stanno, dunque, grandi capacità tecniche e architettoniche. Tutto ciò presuppone che fosse in atto, all’epoca, un’organizzazione politica che spronasse e costringesse determinate persone a compiere un preciso lavoro.
IX IMMAGINE: GIRAFFA Arte del Sahara.
Nella zona del Sahara sono state ritrovate pitture parietali che raffigurano diversi generi animali. E’ necessario considerare due fattori: la desertificazione e la defaunizzazione. Il Sahara allora non era così vasto poiché il clima era differente da quello odierno.

GLI EGIZIANI
X IMMAGINE. Piramide a gradoni (piramide gioser)
La civiltà egizia si sviluppa intorno alle rive del Nilo. Nonostante il sistema politico facesse perno su una monarchia  centralizzata e divinizzata si formarono molti staterelli autonomi. La tradizione in questo popolo era completamente basata sul culto dei morti. I defunti venivano imbalsamati e con essi anche alcuni animali considerati sacri. Quando l’ Egitto diventò sufficientemente potente,  sia politicamente che militarmente, da sottomettere altre popolazioni, sorse per il sovrano il problema di rimanere nella memoria. Da questo presupposto nacque il GIGANTISMO. Da un territorio prettamente pianeggiante si ergono ancora oggi le piramidi scrutabili da km di distanza. Dal 2500 al 1100 A.C. si succedettero tre imperi:l’Antico, il Medio e il Nuovo Impero. Nella X immagine la piramide è ancora a gradoni, ma la costruzione si perfezionò con le Piramidi di Cheope, Chefren e Macerino. Una caratteristica del faraone era quella di essere considerato bisessuale in quanto era, allo stesso tempo, PADRE e MADRE dell’Egitto.
Talvolta egli era addirittura rappresentato come una leonessa con in evidenza gli organi femminili. I dati della sfinge sono PARAREALI.
XI IMMAGINE: xxxxxxx
In questa scultura in legno (talvolta erano anche in terracotta) è presente un alto grado di realismo. Egli è seduto a gambe incrociate con gli occhi tipicamente truccati. Questa rappresentazione umana è propria di una fase della scultura egizia. Successivamente saranno più astrattisti.
XII IMMAGINE: SCATOLE
In queste scatole venivano ricreate scene di vita quotidiana. Queste venivano collocate nelle tombe in modo che il defunto potesse ricordarsi dei momenti più salienti della sua vita.
XIII IMMAGINE: XXXXXX
Rappresenta l’idea del GIGANTISMO. I palazzi reali vennero quasi tutti distrutti e saccheggiati. Lo stile utilizzato era eccessivo, al  limite del pacchiano. La parola FARAONE significava, appunto, “colui che possiede una grande casa”.
XIV IMMAGINE: piante del tempio di AMUN a TEBE
Il trapezio è costituito da mura di 140x160 m
XV IMMAGINE: TEMPIO DI ABUSIMBEL
Dal 1500 al 110 A.C. si succedettero i sovrani più famosi dell’Egitto, da Amenofi a ttankamon: Le statue gigantesche sulla facciata del  tempio sono ritratti del faraone seduto. Dopo RAMSETE II l’Egitto subisce una grossa crisi dalla quale non riuscirà a tornare come prima. Dal 1450 A.C. l’intero stato acquisisce un’unica divinità: il faraone.
XVI IMMAGINE: IL FARAONE AMENOFI IV
Il faraone viene qui raffigurato con la faccia scarna, un enorme pancia e gambe storte, tutti elementi lontani dall’elevare l’immagine del sovrano. Lo stile è realistico ed evita l’idealizzazione dei personaggi. Amenofi IV quando acquisisce il nome di AKHENATON in onore del dio Aton, fonda la nuova capitale AMARNA e qui nasce lo stile di Amarna. Le caratteristiche di questo stile è lo straordinario realismo che enfatizza quasi il brutto e il grottesco.
XVII IMMAGINE: BUSTO DI NEFERTITI
Questo busto è una delle più celebri statue. In se è presente un vero e proprio fenomeno di iconizzazione. L’immagine si carica di un valore assoluto che attraversa 3 stadi: l’immagine in se, l’immagine con il plusvalore  e l’immagine che perde il suo valore. Di colori intensi, questo ritratto è di grande bellezza, testimoniato oltremodo dal collo lungo simbolo di grazia e femminilità. Spesso in Egitto il ruolo femminile è stato fondamentale.
XVIII IMMAGINE: PITTURA TOMBALE.
E’ un affresco corrispondente al medio impero. Le scene sono di tipo religioso o di vita quotidiana in molte concessioni alla natura, per esempio la presenza dell’UPUPA, uccello funebre.
XIX IMMAGINE: TRE DANZATRICI
Le tre ragazze sono a seno nudo e stanno partecipando ad un banchetto in cui sono bene in vista beni preziosi. In Egitto, infatti, era risaputo l’amore per l’abbondanza.
XX IMMAGINE: FIGLIE DI ACHENON E NEFERTITI
Le due principesse sono nuove ad eccezione della collana che portano al collo. Le loro teste sono molto grandi in rassomiglianza alla madre. In questo caso sono stati evidenziati i difetti fisici delle fanciulle.
I POPOLI MESOPOTAMICI
Al contrario dell’Egitto in cui predominava l’idea di uno stato unitario e centralizzato, in Mesopotamia vi era la presenza di una serie di entità autonome: le CITTA’ STATO.
Per questo l’arte SUMERICA non si esprime nel GIGANTISMO ma piuttosto in un arte minatoria che predilige il piccolo e il prezioso.
XXI IMMAGINE: STATUETTA.
Questa scultura è molto piccola, ma è di alabastro e gli occhi del soggetto sono di lapislazzuli. L’arte miniatoria dei Sumeri va dal 2500 al 2100 A.C.
XXIII IMMAGINE: STENDARDO DI UR
Lo stendardo è costituito da tre fasce che rappresentano una festa. Il preziosismo è portato all’estremo.
XXIII IMMAGINE: STATUE di legno rivestite d’oro e smalto.
Sono ritrovamenti delle tombe reali di Ur.
XXIV IMMAGINE: STATUETTE DI BUDEA
Budea era il governatore e sovrano della città di Lagash. Egli distribuiva statuette rappresentanti la sua persona mentre prega. La parte inferiore della sua vesta è ricoperta da scritte a caratteri cuneiformi, probabilmente un omaggio a Dio.
XXV IMMAGINE: HAMMURABI
Hammurabi consegna il  1 codice della storia. Egli fa imprimere il codice su una serie di tavole sopra le quali si trova la sua rappresentazione mentre le consegna. Queste immagini si possono ritrovare anche sui SIGILLI che, tra l’altro, i Sumeri amano e utilizzano molto.

Dopo la grande crisi con Ramsete II si formarono IMPERI NEOMESOPOTAMICI: Assiri, Neobabilonesi e Persiani.Intorno al 1200 A.C. l’Egitto aveva avuto il suo momento di gloria sotto il regno di Ramsete e gli Ittiti avevano costituito a Nord un regno, così come gli Assiri. In Grecia, invece, c’era una situazione in cui si crearono stati semidipendenti dal sovrano di Micene.
In Europa, invece, stava finendo l’età dei metalli. Iniziano così i primi spostamenti delle popolazioni, soprattutto via mare. Le migrazioni dipendono per la maggior parte dei casi dalle carestie.
I cosiddetti POPOLI DEL MARE arrivarono e distrussero molte città Micenee. A questo fatto seguì un periodo di buio detto Medioevo Ellenico. L’impero Ittita crollò e in Palestina giunsero via mare i Filistei, mentre via terra gli Ebrei.
L’Egitto era circondato a sud dagli Etiopi, a ovest dai Libici, a nord dalle popolazioni del mare e a est si doveva occupare dell’esodo degli Ebrei.
Inoltre era piegato da carestie e rivolte interne. Il faraone Merneptah con un abilissima serie di concessioni e campagne militari placò le rivolte e bloccò le popolazioni che premevano ai confini della nazione, tuttavia l’Egitto non riacquistò più lo splendore di un tempo. Gli Ittiti fuggirono in Italia dando origine alle stirpe degli Etruschi. Dal 1200 al 900 A.C. in medio-oriente non ci fu più unità. Nel 900 A.C. nacque l’impero Assiro caratterizzato da un governo di tipo tirannico.
XXVI IMMAGINE: ANGELO MOSTRUOSO
Questa maestosa figura che incute terrore è la rappresentazione di un angelo con il corpo di toro il quale fungeva da guardiano ai piedi della porta di un palazzo Assiro.
XXVII IMMAGINE: RILIEVO
Il rilievo presenta una caccia ai leoni. I colori dell’epoca erano molto vivi.
Nel VII A.C. l’impero Assiro decade. In 10 anni l’impero sparisce. Ne approfittano i Babilonesi che costituiscono un nuovo impero, quello NEOBABILONESE.
XXVIII IMMAGINE: VIA DELLA XXXX
Questa via tappezzata di mattonelle colorate e smaltate raffiguranti animali è opera del re Nabucodonosor ed è dedicata alla dea Ishtar. La ripetizione  dei soggetti aveva la funzione di creare terrore e angoscia.
Un altro impero molto importante e molto vasto che si andava creando era quello dei Persiani. Le capitali del regno erano 4 delle quali la più bella era Persepoli.
XXIX IMMAGINE: PALAZZO DI PERSEPOLI
Il grandioso palazzo veniva utilizzato solamente una settimana all’anno per la festa di primavera. Era talmente bello e prezioso che stava a rappresentare l’armonia del cosmo. L’atrio principale era composto da 144 colonne. L’impero persiano è il primo sistema di governo di tipo ECUMENICO, cioè non tirannico.
XXX IMMAGINE: Altro ingresso del palazzo di Persepoli.

LA GRECIA

Le aree geografiche più importanti per lo sviluppo dell’arte sono:

  • GRECIA CONTINENTALE (penisola greca-Peloponneso). Le città più importanti erano TEBE, ATENE, MILENE, CORINTO.
  • ISOLE GRECHE
  • GRECIA DELLA COSTA TURCA, città di EFESO, SMIRNE, RODI.
  • MAGNA CRECIA che corrisponde all’Italia Meridionale.

XXXI IMMAGINE: STATUETTA.
La Grecia nel neolitico sviluppa la sua arte soprattutto nella zona insulare. Le statuette come quella nell’immagine risultano prive di particolari fisici, quasi ridotte a manichini, è presente una forte ASTRAZIONE. Queste creazioni sono in alabastro.
XXXII IMMAGINE: CRETA:PALAZZO DI CNOSSO.
Questo edificio è strettamente legato al mito di Minasse e del Minotauro. Il labirinto esiste ed era un tempio dedicato al dio toro. La sicurezza e il prestigio di Creta è dato proprio dalla presenza di grandi palazzi che, tuttavia, non presentano mura di difesa. E’ la natura stessa a circondare le costruzioni.
Crosso è sviluppato in verticale arrivando addirittura a quattro piani. Il labirinto, ovvero il tempio, si trova in alto mentre in basso la sala del trono. L’edificio isolato in alto era un anfiteatro.
I quattro più bei palazzi di Creta erano Crosso, xxxx    , Hagiatriada, Akros.
XXXIII IMMAGINE: ESTERNO DI CNOSSO
I colori esterni erano molto vivaci.
XXXIV IMMAGINE: AFFRESCO
L’affresco testimonia un gusto particolare per la linea curva. Il colore di pelle dei personaggi è diverso poiché la Grecia era un paese etnicamente misto.
XXXV IMMAGINE: STATUA DI TORO DI BASALTO CON CORNA D’ORO
Dal 1800 A,C. Creta si sviluppa per perdere poi il suo baricentro nel 1400 A.C.. Nel 1450 A.C. il primato passa alla Grecia centrale, soprattutto a Micene. 1600-1150 A.C. ETA’ DEL BRONZO
XXXVI IMMAGINE: MURA DI MICENE
E’ come si ci fosse un divorzio dalla natura in quanto emergono sempre più spazi artificiali.
XXXVII IMMAGINE: MASCHERA DI AGAMENNONE
E’ un ritrovamento che fa parte del tesoro di Priamo. In realtà il viso rappresentato sulla maschera non è Agamennone, ma un individuo vissuto circa 300 anni prima. L’aspetto è di una persona qualunque non di un re.
XXXVIII IMMAGINE: SACERDOTESSA (PARETI SANTUARIO DI TIRINTO)
La sacerdotessa presenta due seni ipertrofici (eccessivi) e nuovi. Questo era il costume delle regine: i capezzoli sono rossi e nella scatola che tiene in mano vi sono serpenti. La donna rappresenta infatti la regina delle fiere ovvero è il simbolo della TERRA FECONDA.
La vita stretta di questo personaggio femminile e i suio capelli lunghi sono segnali religiosi mentre gli occhi a mandorla conferiscono un tono orientale tipicamente egiziano.
XXXIX IMMAGINE: VASO
Le decorazioni rappresentano scene di battaglia. Tra il IX e l’VIII secolo A.C. va delineandosi un’arte geometrica. Le figure sono ridotte a siluette e contorni.
XL IMMAGINE: ARTE GRECO-ARCAICA (Dal VIII al IV secolo A.C.)
Attribuito il valore della perfezione raggiunta e ineguagliabile, tappa importante lungo un percorso che non ha un andamento parabolico.
XLI IMMAGINE: XXX
Questo basso rilievo proviene dalla Sicilia. Il periodo si inquadra verso il 600 A.C.. Perseo è aiutato nella sua impresa da Atena. Le figure sono frontali e sorridono perché il sorriso conferisce profondità. L’immagine in origine era colorata.
XLII IMMAGINE: KUROS (RAGAZZI)
Sono irreali in quanto sono troppo statici e simmetrici, sono privi di peli sull’epidermide e presentano organi genitali sottosviluppati. Questo ultimo particolare è dovuto dal fatto che la grandezza stona e si sarebbe rotto il karma, cioè l’equilibrio di tutta la composizione. Nonostante questi elementi siano irreali, per quanto riguarda la struttura e la composizione si riconosce un estremo realismo. I Kuros sono statue di giovani che venivano regalate ai santuari per l’inzio dell’età virile e per qualche vittoria atletica o bellica.
I Greci erano innamorati della razionalità geometrica tanto da considerare tale anche la natura. Essa veniva accettata come fornitrice di materia per l’uomo e come spazio per le creazioni umane, ma non come spazio in se stesso.
XLIII IMMAGINE: STATUA DI TERRACOTTA
Questa statua faceva parte di un gruppo situato sull’Acropoli di Atene per la festa dedicata ad Atena. La figura a cavallo sa gestire lo spazio. Sono presenti elementi orientaleggianti come gli occhi a mandorla, la parrucca e la barba a punta.
XLIV IMMAGINE: LOTTA CON I CENTAURI (FRONTONE)
I centauri sono quella componente felina di una sensualità bestiale che non capisce l’amore ma la violenza. Tuttavia, essendo anche mezzi uomini, sottintendono la vittoria della razionalità sulla bestialità.
I santuari panellenici erano considerati importantissimi. Il tempio di Olimpia è fondamentale poiché i Greci contavano il tempio a partire dalla prima olimpiade. Il santuario di Apollo a Delfi si ricorda per la presenza della PIZIA, la sacerdotessa che deteneva l’ORACOLO D’APOLLO.
XLV IMMAGINE: BRONZI, SCULTURE IN METALLO
A sinistra Zeus Poseidon, a destra Apollo in piedi.
Dopo il 490-480 A.C. , anni in cui la Grecia rischiò la sottomissione ai Persiani nelle battaglie di Maratona e Salamina, il mondo ellenico trovò la propria nazionalità dando il via a quella che sarà l’ARTE CLASSICA.
L’Arte arcaica era un arte capillare mentre quella classica era un fenomeno esclusivamente Atenese. A livello artistico, tra il 450 e il 130 A.C.. l’Atene di Pericle produsse ciò che altre civiltà avevano creato nel corso dei millenni.
Il perno fu la ricostruzione dell’Acropoli. L’Acropoli è una collina situata al centro della città di Atene, in cui piano piano emerse il culto di Atena in un rapporto di identificazione tra le dea e la città.
XLVI IMMAGINE: TEMPIO DI ATENA PARTHENON (VERGINE)
Se Atena è vergine anche Atene è vergine, ovvero impenetrabile e inviolabile dal nemico. Fu Ictino a progettare il Partendone. E’ una struttura a colonnato Dorica. I frontali raffigurano tutti gli altri dei che erano venerati nella zona dell’Acropoli. All’interno e all’esterno vi erano due statue di Atena. Quella dentro era in legno mentre quella fuori d’oro e avorio.
XLVII IMMAGINE: COMPOSIZIONI FRONTONALI
La  sapienza dell’arte arcaica veniva utilizzata, ma per quanto riguarda la geometrizzazione delle forme si cercò di attenuare. Fidia, nei frontoni, lascia intuire le forme umane sotto il xxxx . Il culto principale su cui lo scultore fa leva è l’equilibrio. Il marmo utilizzato era pantelico, molto ferroso e quarzoso capace di dare effetti molto particolari.
XLVIII IMMAGINE:PROPILEI Il vero capolavoro di Ictino erano i Propilei,cioè l’ingresso nell’Acropoli. Era uno spazio altamente evocativo. Ictino sfruttò al massimo il territorio. A destra pose il tempietto di Atenanike mentre a sinistra la Pinacoteca.
IL IMMAGINE: LOGGIA DELLE CARIATIDI
Il muro, che oggi appare spoglio, era allora ricoperto di iscrizioni in bronzo dorato. Dal 431 al 404 A.C. si disputò la guerra del Peloponneso. Atene entrò in un periodo di crisi dovuto alla sconfitta subita da Sparta e a una terribile pestilenza. Con la morte di Pericle ci fu anche la fine dell’operato dei più grandi artisti della città. Dal 404 al 356 A.C. iniziò ad avviarsi l’Arte POSTCLASSICA ovvero l’arte di passaggio tra arte classica ed ellenistica. Prassitere ne è uno dei più grandi interpreti.
L IMMAGINE: STATUA DI ERMES
Ermes, dio della furbizia, sta giocando con il piccolo Dioniso. Nonostante quest’ultino sia un bambino, il suo corpo ha delle caratteristiche da uomo. Dall’altro lato il corpo di Ermes è si virile ma allo stesso tempo molto flessuoso ed ha connotati infantili. E’ tipico, in un epoca di crisi, rappresentare il bambino che racchiude in se dolcezza, infantilismo, innocenza. I fanciulli sono uomini in miniatura. Da qui derivò l’amore per le cose piccole e raffinate. Si ebbe quindi il passaggio dall’EROICO al PATETICO.
LI IMMAGINE: Il giovane tiene nella mano destra la testa di medusa. I suoi occhi sono di madre perla e la sua corporatura non risulta monumentale ne rigida.
LII IMMAGINE: MOSAICO
Questo mosaico rappresenta la battaglia di Gaugamella di Alessandro Magno. E’ molto grande e occupa diversi metri quadri
LIII IMMAGINE: NIKE DI SAMOTRACIA
La Nike simboleggiava la vittoria ed era stata posta sulla prua di una finta nave di marmo con la funzione di scongiurare le tempeste.
La particolarità più evidente è il Panneggio, abbondante ma sottile, che lascia intravedere le forme e le parti del corpo.
LIV IMMAGINE: IDILLIO
In queste scenette di campagna la poetica del particolare è portata all’ennesima potenza. La campagna, infatti, è una rappresentazione ideale non reale. E’ poetica.
LV IMMAGINE: VOLTO DI UN GENIO INFERNALE: tema della bruttezza
A partire dalla metà del IV secolo A.C. la Macedonia passò da stato periferico a prima potenza della Grecia grazie a Filippo il Macedone e a suo figlio Alessandro III il Magno. Alessandro Magno governerà un impero immenso che non resisterà dopo la sua morte. Infatti si divise in piccoli imperi ellenici. Nacque così la CIVILTA’ ELLENICA.
Dopo il 323 A.C. nacque il regno d Pergamo in cui i suoi sovrani diedero vita ad un’arte ellenistica monumentale alla quale si ispirerà l’arte romana.
LVI IMMAGINE: ALTARE DI PERGAMO
L’episodio illustrato raffigura Zeus che scaraventa Tizio negli inferi. La scena è grandiosa ma ha del patetico. Tizio, infatti, non è brutto e ispira oltrettutto compassione. In questo periodo, infatti, i Greci compresero che anche coloro che non erano della loro stessa nazionalità erano esseri umani. Tutto ciò si deve soprattutto all’opera Ecumenica di Alessandro Magno.
Con il IV secolo A.C. l’arte ellenica diventò mondiale.

GLI ETRUSCHI
Nel IX secolo A.C. gli Ittiti raggiungono via mare le coste della Toscana. Da loro ebbe origine la stirpe Etrusca. Essi si stanziavano tra i bacini dell’Arno e del Tevere. Non avevano una forma di governo unitario, ma città-stato unite da vincoli culturali e religiosi. La capitale era Tarquinia. Una volta all’anno il popolo si riuniva per festeggiare Tin, dio supremo, che costituiva l’unità collettiva. Le città Etrusche erano governate da un Lucumone, più un magistrato che un sovrano vero e proprio. Normalmente i Lucumoni venivano eletti e, quindi non si succedevano con modalità ereditarie. Il ruolo che la donna assumeva aveva caratteristiche orientali. Essa, infatti, possedeva un’autorità politica a differenza del popolo romano che era prettamente maschilista. Furono ritrovati resti della civiltà etrusca negli scavi effettuati a Misa e SPINA, situate in Emilia. Queste località si trovano al di fuori del territorio etrusco poiché gli etruschi stessi cercavano di espandersi oltre i loro confini. Anche Bologna diventò una città sotto il loro dominio. Questo popolo intraprese campagne in tutte le quattro direzioni. A ovest conquistarono parte della Corsica con la quale effettuavano scambi commerciali con gli indigeni del posto; a est affrontarono gli Umbri; a sud si insediarono lungo il Tevere trovando, però, due rivali come Greci e Sanniti; a nord attraversarono gli Appennini e presero due direttrici: verso il Veneto (Adige e Brennero) per gli scambi commerciali e verso la Lombardia senza ottenere nessun risultato se non una sconfitta subita contro i celti.
LVII IMMAGINE: CASA ETRUSCA
LVIII IMMAGINE: SARCOFAGO DEGLI SPOSI
Il sarcofago è di terracotta e raffigura due sposi sdraiati che stanno mangiando. Gli occhi a mandorla, la barba geometrica e la grande massa di capelli sono elementi tipicamente orientali.
LIX IMMAGINE: URNA FUNERARIA
Gli Etruschi utilizzavano vari metodi per trattare i defunti: dalla cremazione alla semicremazione, alla sepoltura alla inumazione, ecc.
Su quest’urna è presente una scena di una battaglia in rilievo mentre sopra vi è un busto che si sta ergendo, probabilmente il ritratto del mondo stesso. E’ una realizzazione molto realistica che non deriva, però, dalla fedeltà di tratti somatici del defunto ma dalle tendenza degli Etruschi di generalizzare le fisionomie. Infatti queste urne venivano “prodotte in serie” ed esportate.
LX IMMAGINE: STATUA IN TERRACOTTA
Questa statua era collocata nel tempio di Veio raffigura Apollo che sta in pedi grazie alla colonna. La scultura è ad opera di Vulca, il quale e riuscito a conferire all’opera colore e dinamicità.
LXI IMMAGINE: PITTURA
I colori, molto intensi, sono stati stesi sul tufo, un materiale molto fragile. Gli episodi illustrati sono di vita quotidiana e si può capire quanto gli etruschi amassero un tipo di vita godereccio. I delfini che decorano la scena sotto l’uomo sono un motivo tpico greco.
LXII IMMAGINE: LISTA IN BRONZO (PORTAGIOIE O URNA CINERARIA)
La figura di leone in basso decora il corpo cilindrico del contenitore mentre tre uomini fatti a mo’ di statuette fungono da alza coperchio.
LXIII IMMAGINE: GIOIELLO
Il gioiello è un ferma-mantello laterale decorato da figure di leoncini che conferiscono un tocco orientaleggiante.

I ROMANI
Nel 753 A.C. e nel 754 A.C. fu fondata Roma grazie al fenomeno dell’Exxxx per cui piccole città si univano per costituirne una più grande. Un nucleo si sviluppò sul colle Palatino. Gli abitanti, principalmente contadini e pastori, erano di ceppo latino ma avevano inizialmente un ruolo secondariocce, col passare degli anni, diventerà il principale costituendo la classe Patrizia. L’altro nucleo nacque sull’Aventino ed era composto principalmente da commercianti poiché si trovavano sulle rive del Tevere. Essi erano di origine etrusca e se all’inizio avevano il ruolo egemone in futuro diventarono la classe Plebea.
Si racconta che nel  509 A.C. i Romani cacciarono i re costituendo la repubblica.
LXIV IMMAGINE: TEMPIO DI GIOVE CAPITOLINO (509 A.C. CACCIATA DEGLI ETRUSCHI)
La leggenda narra che questo tempio fosse stato realizzato per festeggiare la nascita della repubblica. In realtà è ad opera di Servio Tullio. La tradizione romana, probabilmente, ha proiettato all’indietro gli eventi del secolo successivo. Il tempio è dedicato in realtà alle tre divinità principali. Il tempio è la monumentale testimonianza del dominio etrusco sulla città.
LXV IMMAGINE. STATUA ROMANA IMAGINES
I nobili Romani amavano avere nella loro casa le immagini dei loro avi, talvolta con statue in legno, cere e marmo. Le Imagines richiedevano un forte realismo con la funzione di mettere in evidenza la stirpe da cui provenivano. Nell’antica Roma si delinearono presso due filoni artistico culturali diametralmente opposti: una filo ellenica e l’altra anti ellenica dietro la personalità rispettivamente di Catone e Scipione. Il 3 Aprile del 27 A.C. Augusto fondò l’Impero Romano.
LXVI IMMAGINE: ARA PACIS AUGUSTAE
L’arte romana da Augusto in poi assume connotati tipicamente greci. Da qui si può iniziare a parlare di Mecenatismo. Oltre a Mecenate anche Agrippa  collaborò con Augusto. L’Ara Pacis fu progettata da Agrippa e fu collocata al centro di una sorta di parco con funzionalità ludica. Su questo altare sono raffigurati episodi di battaglia che hanno lo scopo di propagandare la storia antica creando il Metateatro (teatro nel teatro).
LXVII IMMAGINE: STATUA DI AUGUSTO
Augusto voleva esaltare la tradizione che considerava Enea iniziatore della stirpe della gens Giulia. L’imperatore, quindi, facendo parte di questa gens esaltava proprio la sua famiglia. La statua rappresentava il sovrano in vesti militari.
LXVIII IMMAGINE: CALICE
I successori di Augusto continuarono la sua tradizione. A Boscoreale sono stati ritrovati parti di servizi da tavola di un banchetto. Ai romani piaceva mischiare alle cene un tono di macabro.
Ciò si può notare dagli scheletri in rilievo presenti sul calice della figura. Questi elementi e temi rimandano al Satgricon di Petronio.
Dopo i ritrovamenti di Ercolano del 1700 gli studi archeologici si concentrarono su Pompei.
LXIX IMMAGINE: XXXX  ERCOLANENSE ricorrenza ai modelli Greci
LXXI IMMAGINE: COLOSSEO
Nel 70 A.C. la dinastia fondata da Augusto terminò e nacque quella dei Flavi. Tito e Dominiziano furono grandi committenti il cui scopo era cancellare il ricordo di Nerone. Al posto di ogni suo palazzo fecero realizzare le terme. Emerse inoltre il carattere ludico dei romani con il tema del Panem et circensem. Il popolo doveva essere nutrito da manifestazioni gratuite proprio perché, per i governanti divertimento era sinonimo di consensi.
LXXII IMMAGINE: FORI IMPERIALI. Spazio aperto nel cuore della città in cui si sviluppano attività commerciali.
Ai fori sacri si opposero quelli imperiali rispettivamente di cesare, Augusto, Vespasiano, Nerva e Traiano.Augusto fece costruire il suo foro dedicando il tempio a Marte vincitrice. Il tempio di Vespasiano era quello della pace, quello di Nerva o transitorio per funzionalità di passaggio tra gli altri fori, mentre quello di Traiano era raffinato e di grandioso impatto.
LXXIII IMMAGINE. COLONNA DI TRAIANO
Traiano, conquistatore della Dacia, volle far erigere questa colonna sotto il progetto e l’inventiva di uno scultore greco, Apollodoro.
LXXIV IMMAGINE: TERME DI ADRIANO A VILLA ADRIANA
Adriano fu l’unico imperatore ad aver girato l’impero. Durante il suo regno ci fu un periodo di pace.
L’architettura di Adriano, a differenza dello stile di Traiano, è asimmetrica. L’imperatore recuperò componenti del pittoresco con lo scopo di meravigliare e stupire lo spettatore. Tuttavia la sua concezione era differente dal concetto del grandioso e monumentale che caratterizza l’epoca di Traiano. L’idea del pittoresco non aveva precedenti nella storia dell’arte romana, deriva da Creta. Il gioco dell’acqua, del Serapeo, è un importante elemento per l’arte romana (lo si nota soprattutto dal numero di fontane presenti nell0impero). L’acqua, infatti, è fondamentale per le struttura urbanistica della città. Dopo Adriano si succedettero gli imperatori detti adottivi come Antonino Pio e Marco Aurelio. Alla fine di questo periodo l’impero entrò in una fase di crisi.
LXXV IMMAGINE: PANTHEON Innalzata da Agrippa 27 A.C., ma rifatta da Adriano.
Il Pantheon era il tempio dedicato a tutti gli dei. E’ un edificio piccolo. All’interno la cupola, allora ricoperta di bronzo dorato estratto nel XVII secolo per realizzare il baldacchino dell’altare di San Pietro, è a cassettoni. E’ un edificio in xxx ovvero che attira l’attenzione verso il centro. Dopo la morte di Marco Aurelio emerse una forte crisi demografica causata da forti pestilenze, crisi sociali interne tra patrizi e plebei e i barbari che premevano ai confini. Nacque così un nuovo fenomeno: l’Horror vacui, ovvero la paura del vuoto.
LXXVI IMMAGINE: PARTE DI UN SARCOFAGO
La figura esprime bene il significato di horror vacui. Infatti sul sarcofago non vi sono spazi vuoti e le immagini in rilievo si sovrappongono l’una sull’altra.
LXXVII IMMAGINE: STATUA DI MARCO AURELIO A CAVALLO
La statua, in bronzo dorato, doveva essere posta nel foro Antonino.
LXXVIII IMMAGINE. TEMPIO DI AUGUSTO A NIMES
Il tempio, situato in Provenza, sottolinea le caratteristiche dell’arte nelle province.
Fino alla fine del III secolo continuò l’epoca dell’horror vacui. Diocleziano si accorse delle grandi difficoltà che comportava la gestione di un impero così vasto. Per questo divise l’impero in due parti, oriente e occidente. Le zone venivano affidate a dei Cesari, per quanto riguarda la difesa dei confini, e agli Augusti che si occupavano dell’amministrazione delle  province interne.
LXXIX IMMAGINE: XXX CHE ATTACCA UNA GIOVENCA (Provenza, pavimento in marmo policromo)
LXXX IMMAGINE: XXX DEI TETRARCHI
La scultura è realizzata in porfido rosso. L’abbraccio stava a significare il saluto militare tra i due Augusti e i due Cesari.
Il gruppo dei tetrarchi si trovava a Costantinopoli ma fu rubata durante le crociate e portata a Venezia. Ora, infatti, è murato tra il Duomo di San marco e Palazzo Ducale. L’uso del porfido rosso non era casuale, la pietra e il color porporano erano riservati esclusivamente all’imperatore. Lo stile di Diocleziano si ricorda per la preziosità e per l’iconografia imperiale.
LXXI IMMAGINE: VILLA SICILIANA, MOSCOFORO, (pastorello)
Nel 313 Costantino emise l’Editto di Milano, grazie al quale si mise fine alle persecuzioni ai cristiani. L’immagine del moscoforo fa parte di un arte cristiana in un periodo che precede l’editto. La religione cristiana presentava molte differenze rispetto a quella romana:

  • C’era la presenza fisica di Gesù in Palestina
  • Le prime comunità si svilupparono in città
  • Nel Cristianesimo emerse il concetto di Interclassismo: tra le schiere dei seguaci c’erano sia poveri che ricchi.
  • Ci fu una divaricazione tra arte cristiana d’oriente e d’occidente prima della divisione effettiva dell’impero. In oriente era presente un forte simbolismo senza però mai rappresentare Dio (come nella cultura ebraica). In occidente, invece, si tende a una rappresentazione non solo realistica ma che accetta anche tranquillamente l’immaginario figurativo classico per affidargli un nuovo senso. Si delineò l’abitudine cristiana ad utilizzare la Recapitulatio cioè che in Cristo trovi soluzione tutta la storia dell’universo. Se Cristo è la sintesi di tutto, tutto può essere utilizzato per rappresentare l’immagine di Cristo. Le catacombe non erano un luogo di culto ma delle tombe.

LXXXII IMMAGINE: XXX   LA SAMARITANA A XXX
Cristo è raffigurato con capelli corti e barba rasata, al contrario dell’iconografia ebraica, e indossa una toga. Il pozzo ellittico provvisto di carrucola è tipicamente italiano. L’autore, si può notare, trasse spunto dal Vangelo ma attribuì al contesto connotati del mondo Romano. Diocleziano fece distruggere la memoria culturale dei prime cristiani, bruciando libri, documenti e oggetti sacri. Non c’era un motivo vero e proprio per il quale i Romani perseguitarono i cristiani. Probabilmente ebbe tutto inizio dall’incendio di Roma del 66 attribuito a Nerone. In realtà non fu Nerone l’artefice del disastro, ma probabilmente, alcuni suoi nemici politici che, tramite un complotto lo accusarono responsabile. Così Nerone pensò di considerare i cristiani una sorta di capro espiatorio.
Le persecuzioni cessarono con l’Editto di Milano del 313 ad opera di Costantino che, a sua volta, fu influenzato dalla madre S. Elena. A lei si devono le basiliche della Natività a Betlemme, quella a Gerusalemme e quella di Nazareth.
A Roma Costantino decise di trasformare le città in luogo cristiano.
LXXXIII IMMAGINE: BASILICA DI SAN PIETRO IV secolo nasce la basilica.
L’imperatore Costantino fondò le basiliche sulle tombe di Pietro e Paolo. La basilica di San Pietro era differente da quella odierna: aveva 5 navate e 2 absidi, ingresso dal lato bui e in seguito, l’eliminazione di un abside. La facciata era molto grande, l’asse trasversale e le cappelle laterali erano dedicate alla Vergine. Pianta longitudinale divisa da colonnati di 3 o 5 navate terminata con un’abside e arricchito da un transetto.
Negli stessi anni fu anche eretta la basilica di San Giovanni in Laterano che per anni fu la sede e la cattedra del Papa.
LXXXIV IMMAGINE: MAUSOLEO XXXX COSTANZA 330 A.C.
E’ il mausoleo dei Costantini dedicata alla figlia dell’imperatore Costanza. E’ un edificio molto prezioso con sarcofagi in porfido e pavimenti pregiati (ormai rifatti). Si trova vicino alle tombe di San Agnese. Lo spazio fuori dalle colonne è detto deambulatorio. La chiesa è in mattoni mentre la cupola in granito.
LXXXV IMMAGINE: MOSAICO DI S. PUDENZIANA (ROMA)
Roma vantava un gran numero di artisti di mosaici. A destra sono rappresentati gli apostoli guidati da Pietro e a sinistra da Paolo. Essi sono affiancati da San Prassede e S.Pudenziana. Al centro vi è Cristo sovrastato dalla sua croce gemmata e dai simboli dei 4 evangelisti. Questi simboli derivano dall’Antico Testamento, dal profeta Ezechiele. L’angelo=Matteo, leone=Marco, toro=Luca, aquila=Giovanni
I 4 simboli costituiscono il Tetramorco. Dietro il trono di Cristo sta una città, ovvero la Gerusalemme celeste. In questo mosaico si trovano gradi diversi di simbologia.
Grado 0: le persone raffigurate. Cristo è rappresentato come re, Pantocrator.
Grado 1: le corone di Pietro e Paolo sono corone del martirio. La veste color oro è quella dell’imperatore.
Grado 2: E’ presente il grado simbolico degli evangelisti
Grado 3: La croce gemmata è segno della passione di Cristo e di Cristo stesso.
Le immagini risultano contemporaneamente realistiche e simboliche.
Grado 4: La Gerusalemme celeste è Cristo, come evidenzia Giovanni nell’Apocalisse: “Cristo è il tempio”. Questo mosaico dimostra che si seppe passare dalla figura all’allegoria al simbolo. Inizialmente Cristo era rappresentato sbarbato come un romano, fù Adriano il I imperatore a farsi crescere la barba, creando una nuova iconografia diCristo.
LXXXVI IMMAGINE: PIANTA DI XXX Pianta centrale.
Dal 313 in poi a Milano fiorirono chiese e basiliche. San Lorenzo era la basilica della casa imperiale. Sono famose le colonne di San Lorenzo, l’atrio di ingresso è detto Nartece, la Croce greca ansata è parzialmente inscritta in un quadrato. L’asimmetria delle cappelle è dovuta dal fatto che una di esse funge da mausoleo imperiale.
LXXXVII IMMAGINE: ESTERNO DI SAN LORENZO
L’esterno della basilica suscita l’idea del pittoresco, dovuta all’intersezione di tanti edifici in un unico complesso.
LXXXVIII IMMAGINE: SCATOLETTA D’ARGENTO MASSICCIO
Sulla scatoletta sono raffigurati episodi del Vangelo. L’urna serviva a contenere le spoglie dei martiri. Fa parte del tesoro del Duomo di Milano.
IXC IMMAGINE: S. SIMPLICIANO
Sant’Ambrogio diventò il simbolo e il modello dei battisteri di tutta Europa. Ambrogio quando diventò vescovo decise di fare di Milano quello che Costantino aveva fatto di Roma, cioè trasformarla da città pagana in città cristiana. Così Milano acquisì le sua struttura urbanistica a carattere centrico. Ambrogio al centro organizzò due cattedrali: Santa Tecla (luogo di preghiera quotidiana) e Santa Maria Maggiore (aperta e utilizzata solo in occasione della settimana santa). Lo schema della doppia basilica c’era in molte città come, ad esempio, Pavia. Santa Tecla e San Giovanni delle fonti erano due battisteri, l’uno maschile e l’altro femminile. I battisteri organizzati da Ambrogio (San Giovanni e Santo Stefano) hanno pianta ottagonale. Il vescovo aveva due ragioni per scegliere l’ottagono. Questo poligono, infatti, è simbolo funebre da un lato (morte del peccato), dall’altro rappresenta il tempo impiegato da Dio per completare le creazione (7 giorni+1 della resurrezione).
Ambrogio organizzò, fuori dalle mura, una serie di basiliche non dedicate a santi particolari ma a categorie di santi. Queste chiese vennero poste sulle vie il cui asse era indirizzato verso le grandi città, quindi dedicate ad esse.
A nord sul grande asse Milano-Como e Milano-Treviri (Germania) fece costruire la Basilica delle vergini, ora San Simpliciano.
A est vi era l’asse Milano-Veneto in direzione quindi dei Balcani. Per questo la basilica qui posta era quella dei Profeti; cioè fi Dionigi (ora non c’è perché fu distrutta).
A sud-est, in direzione Milano-Roma vi era la Basilica degli apostoli (Porta Romana).
A sud sull’asse Milano-Ticino, cioè Pavia, fu eretta la Basilica Porziana, oggi Sant’Eustorgio che sorgeva su un cimitero paleocristiano di fedeli provenienti dalla Grecia.
A su-ovest in rotta Milano-Vercelli si trova la Basilica dei martiri, anch’essa sorgente sul cimitero di Porta Vercellina. Con il Sacco di Roma del 410, da parte dei Barbari, dopo la morte di Teodosio 395, la capitale si spostò da Milano e Ravenna.
Al re Alanicco,  non avendo figli, successe Ataiffo che diventò re dei Visigoti. Galla sposò Atauffo dal quale ebbe un figlio: Atauffo però morì assassinato e poco dopo morì anche il figlio. Così Onorio, fratello di Galla, insistette che Galla si riposasse. Dal secondo matrimonio nacque Valentiniano III.
Ciò dimostra che a fare la storia contribuisce anche il caso.
XC IMMAGINE: MOSAICO DI GALLA PLACIDA 430
Questa basilica è a croce latina, con archi cechi. L’esterno appare modesto in modo da enfatizzare l’interno ricco di mosaici, marmi preziosi che costituiscono il pavimento a pareti con lastre di alabastro.
XCII IMMAGINE: MOSAICO Interno del mausoleo.
La fontana è allegoria di Cristo fonte della vita mentre la finestra è la luce divina.
XCIII IMMAGINE: VOLTA DEL BATTISTERO DEGLI ARIANI
C’è molta simbologia. Il signore anziano barbuto rappresenta il fiume Giordano, la colomba sta per lo spirito di Dio che scende sui capi. Gli Apostoli sono vestiti in bianco come viene descritto dall’Apocalisse. Il trono vuoto si definisce, invece, col termine Etimasia; sopra di esso sta la croce.
XCIV IMMAGINE: XXXX              Ravenna
Romolo Augustolo fu deposto dopo le rivolte dei barbari di Odoacre. Nel 476 cadde l’Impero Romano d’occidente.
Tra il v e il vi secolo salì al trono Teodorico, capo degli Ostrogoti. Fondò un grande e potente regno e, secondo l’uso germanico, proclamò molte capitali. Le tre principali erano Ravenna, Verona e Pavia. Nella basilica sono presenti numerosi mosaici su cui compare anche raffigurato il Palazzo Imperiale. Teodorico cercò di conciliare i rapporti tra Ostrogoti e Romani.
XCV IMMAGINE: MAUSOLEO DI TEODORICO
Teodorico ordinò la sua sepoltura a Ravenna. Il mausoleo è fatto di pietra e la cupola è costituita da un unico gigantesco pezzo, un monolite. La forma così sobria e austera interpreta lo stile romano in chiave germanica.
Dopo Teodorico ci fu la nascita degli Imperi Romano-Barbarici. I Barbari diventarono una popolazione stazionaria. Prima, però, presero due direzioni, verso oriente e verso occidente. Gli uni bianchi si stanziarono in oriente, gli altri neri in occidente capeggiati da Attila.
XCVI IMMAGINE: CALDERONE DI VALLESBUCK
E’ presente una forte geometrizzazione in cui i volti appaiono realistici una sproporzionati.
XCVII IMMAGINE: CERVO D’ORO
E’ un prodotto di alta oreficeria. I Barbari, essendo un popolo dedito ai saccheggi, possedevano molti materiali preziosi che trasformavano in prodotti di oreficeria.
XCVIII IMMAGINE: CORONA
E’ presente la forte componente geometrica per evidenziare le radici germaniche. Nel Mondo germanico celtico la corona era appesa tramite catene (anche nella cultura musulmana). In entrambe le culture era solito utilizzare la scrittura come decorazione.
All’inizio del iv secolo Costantino fondò una nuova città nel Bosforo che chiamerà nearomae: Costantinopoli. In questa città fiorivano importanti scambi commerciali, per questo, diventò il baricentro della politica orientale. Nel secolo diventò la capitale dell’impero romano d’oriente.
Giustiniano era noto per la capacità giuridica, per la sua attività di committenza e per le sue campagne militari volte a riconquistare l’impero. Per alcuni anni l’impero bizantino rinominò l’Italia ponendo la capitale a Ravenna.
IC IMMAGINE: BASILICA DELLA DIVINA SAPIENZA A COSTANTINOPOLI.
A Costantinopoli era il momento principale ed era dedicato alla divina sapienza. Qui avvenivano le incoronazioni ed era oltrettutto considerata la cappella palatina poiché era qui che il sovrano seguiva la celebrazione della messa. Con divina sapienza si intendeva che lo spirito santo vegliava sull’imperatore che, nelle raffigurazioni, veniva rappresentato con l’aureola (corpo umano ma spirito divino).
La basilica è a pianta centrale; fu un idea della madre di Costantino, S. Elena, che seguì la struttura della pianta della basilica del San Sepolcro a Gerusalemme (cilindro+cupola). Da qui derivò la forma della cappella palatina come Santa Sofia a Costantinopoli e San Vitale a Ravenna.
Il lampadario indica una lastra di porfido posta al centro della chiesa per simboleggiare che li si trova l’ombelico del mondo.
La struttura, completamente traforata da finestre, vuole fornire l’idea della  luce; le pareti sono completamente ricoperte da mosaici. Vi sono due piani sui quali all’epoca in uno si disponevano i ricchi e nell’altro l’imperatore. La gigantesca cupola era la più grande dell’antichità e simboleggiava il Cielo di Dio.
C IMMAGINE: OSTERNA DI CUE (ACQUEDOTTO)
Giustiniano organizzò un importante impianto idrico delle città. Questo per esempio è sostenuto da ben 14 colonne.
CI IMMAGINE: GIUSTINIANO TRIONFATORE
La composizione è scolpita nell’avorio. Costantinopoli fu per secoli la capitale del lusso. Nell’immagine Giustiniano è posto sopra l’emblema di Roma mentre tiene fra le mani la bandiera con la croce di Cristo.
CII IMMAGINE: MOSAICO DI SAN VITALE A RAVENNA
La cappella di San Vitale era ammessa al palazzo imperiale. Allora l’arcivescovo di Ravenna era Massimiano che, nel mosaico, si distingue poiché il suo nome è scritto sopra la sua icona. Da destra si osservano due diaconi che recano l’evangeliario e il tunicobe. Massimiliano ritratto in modo molto realistico. Egli ha in mano la croce che simboleggia l’importanza del suo ruolo. Dietro appare un uomo in veste bianca, probabilmente Giuliano. Al centro appare, ovviamente, l’imperatore che porta addosso svariati simboli del potere. Le persone a sinistra vestite di bianco con la faccia rosso porpora sono i due generali che avevano riconquistato l’Italia (Pelisaro e Narsete). In fondo si nota il corpo militare, l’elite dell’esercito. Sullo scudo sono impresse le lettere XP che significano “sono protetto da Cristo”.
CIII IMMAGINE: PIANTE SAN VITALE Rinnovata grandezza imperiale
La pianta è ortogonale con una serie di colonne al centro. Il Nartece fa da atrio ma non è in asse con l’altare. Questo sia per ragioni di struttura, sia per un valore simbolico. Infatti sta ad indicare Cristo che declina il capo.
CIV IMMAGINE: XXXXX
C’è l’alternarsi di pieni e vuoti.
CV IMMAGINE. SANTA APOLLINARE IN CLASSE
La basilica è in mattoni e ricorda lo stile romano. All’interno sono presenti cicli di mosaici.
CVI IMMAGINE: XXXXX
Il trono è in avorio e le immagini rilevano San Giovanni Battista con 4 santi intorno. Sopra si trova un fregio allegorico: la vite è simbolo di Cristo, il pavone di immortalità, il cervo è fonte di vita.
Al centro vi è la scritta Maximianus eascopus. Nell’era di Massiminiano Ravenna diventò centro di importanti tessuti importati dell’Egitto: i cotti.
CVII IMMAGINE. LAMINA DI AGIDULFO
Questa lamina era probabilmente, parte di un xxx   ed è databile intorno al 600. le vittorie alate sono tipiche della tradizione romana, quindi si può notare che i Longobardi dall’Austria erano in pace con le popolazioni da loro sottomesse e avevano l’intenzione di imitare il mondo latino.
A Giustiniano successe Giustinianino e i Longobardi invasero l’Italia costituendo le cosiddette 3 Italie. Essi, essendo pochi, dovevano governare in accordo con le popolazioni autonome. A nord vennero costituiti i ducati delle città, mentre e sud i grandi ducati.
ALMANNIE= terre che il re donava ai suoi soldati
GESTALDI= ispettori mandati dall’imperatore per tormentare i duchi.
Nel 1978 furono ritrovate le tombe di Trezzo d’Adda.
CVIII IMMAGINE: CORONA FERREA
E’ conservata nel tesoro del duomo di Monza. E’ una corona a smalti che contiene il chiodo della croce di Cristo. Non è necessariamente un oggetto longobardo; è molto geometrica come è tipico dell’arte barbarica. Risale alla fine del VI secolo.
CIX IMMAGINE: CROCE DI AGIDULFO
Fa parte anche questo del tesoro del duomo di Monza. Cenno storico: i primi sovrani longobardi erano elettivi. Il guerriero più valoroso veniva acclamato a proclamato re. Re Altari sposò la figlia del re di Baviera (paesi alpini9, in modo da poter gestire anche gli scambi commerciali con i paesi germanici.
Il fatto è che un re ariano sposò una donna cattolica con un matrimonio cattolico. Quando Altari morì i duchi decisero che Teodolinda avrebbe dovuto scegliere un altro marito. Così sposò il duca di Torino Agidulfo che diventò sovrano comportando la conversione dei longobardi al cattolicesimo.
Quando nacque il figlio Adaloaldo venne battezzato e sostituito al padre dopo la sua morte. Da questo avvenimento si abbandonò il governo elettivo per acquisire quello dinastico. Per fare ciò Teodolinda disse di aver sognato Giovanni Battista che le ordinò di costruire la Basilica di Monza e di utilizzarla per conservare il tesoro reale, come tomba reale e quindi come cappella palatina. Donare una ricchezza tale alla basilica significava conferire un segno perpetuo di fondazione del regno. Ad arricchire ulteriormente il tesoro contribuì, con le sue donazioni, anche il Papa Gregorio Magno, amico di Teodolinda.
CX IMMAGINE: GALLINA FUNEBRE.
La gallina e i pulcini in bronzo dorato sovrastano la tomba di Teodolinda. Era tradizione germanica, infatti, sgozzare una gallina come rito funebre. La gallina simboleggia Teodolinda mentre i pulcini sono il suo popolo: essi stanno mangiando il vero grano avvero l’eucaristia.
CXI IMMAGINE: CORONA DI TEODOLINDA
Ciò che caratterizza la corona sono le pietre dure e colorate in essa incastonate.
CXII IMMAGINE: EVANGELIARIO DI TEODOLINDA
Le copertine sono d’oro con al centro una croce.
CXIII IMMAGINE: LASTRE SCOLPITE
La lastra proviene da un monastero di Pavia, allora capitale. La città, tuttavia fu distrutta. Gli intrecci presenti sulla lastra sono un classico esempio di arte longobarda.
CXIV IMMAGINE: RILIEVO DEL PAVONE
Nel 740 Liutprando conquistò Ravenna. Dopo la sua morte ci fu un periodo di decadenza fino a quando nel 760 salì Desiderio. Le due città principali diventarono Brescia e Sirmione.
Il rilievo fa parte del monastero di Brescia.
CXV IMMAGINE: CHIESA SANTA MARIA FUORIPORTA A CASTELSEPRIO
Castelseprio è una città fortificata che vide la lotta tra Goti e Bizantini. Era presente infatti una forte autonomia militare dovuta al duca del Seprio il cui territorio si estendeva dal confine Svizzero a Gallarate. Fuoriporta vi erano due chiese: santa Maria Fuoriporta e il monastero di Torba.
CXVI IMMAGINE: AFFRESCHI CASTELSEPRIO
I pittori di Castelseprio conoscevano bene la cultura orientale, l’arte bizantina e i vangeli apocrifi scritti in oriente.
Esiste il problema della datazione degli affreschi. Il ciclo raffigura la storia dell’infanzia di Cristo secondo, appunto, i vangeli apocrifi. (Es.: E’ presente nell’annunciazione anche la nutrice di Maria).
CXVII IMMAGINE RICOSTRUZIONE PROBABILI AFFRESCHI
CXVIII IMMAGINE: CONTROFACCIATA Nel tondo è presente l’Etimasia
CIXX IMMAGINE: AFFRESCHI CASTELSEPRIO Particolare dell’angelo che plana in alto
CXXX IMMAGINE: AFFRESCHI CASTELSEPRIO Maria viene raffigurata in modo bizantino
CXXI IMMAGINE: BASILICA DI SAN SALVATORE
Il mezzo per affermare l’identità politica è creare un arte autonoma . a Spoleto si instaurò un arte di influenza classica come a San Salvatore, mentre a Benevento vi era un influsso Bizantino.
CXXII IMMAGINE: CHIESA DELLA SANTA SAPIENZA DI BENEVENTO
Questa basilica era la cappella palatina. Lo schema è molto simile a san Vitale di Ravenna ma qui sono assenti i mosaici. E’ presente, però, una preziosa colonna di serpentino proveniente dall’Egitto. Ai tempi i pavimenti erano ricoperti da mosaici.
ARTE NEOPALEOCRISTIANA
A Roma si era delineata un’istituzione definibile come una sorta di eredità del senato romano. Chi deteneva davvero il potere, quindi, era il Papa, sia dal punto di vista spirituale che temporale. Egli, però, volle dare al suo governo un’impronta Paleocristiana per dimostrare la continuità con la chiesa delle origini e, quindi, delinearsi successore di Pietro. Per questo mise in atto un arte che ricordasse il periodo delle persecuzioni.
CXXIII IMMAGINE: MOSAICO NEOPALEOCRISTIANO
Il mosaico potrebbe sembrare del  secolo poiché è presente una forte componente arcaicizzante; costituiva la volta di una cappella funebre. Al centro appare Cristo circondato da 4 angeli. La cappella è quadrata e molto piccola (4x6 metri) ma annessa alla basilica.
La chiesa si ricorda per tre azioni principali: le persecuzioni, le eresie e la lotta per la propria struttura.
C’erano due divisioni:

  • La prima era centralizzata in cui il Papa era capo di tutto: egli era vescovo di Roma, patriarca d’occidente e capo della Chiesa.
  • La seconda era la visione ortodossa nella quale i patriarchi avevano solo il potere simbolico.

Da qui derivò il concetto di Autocefalia, ovvero il distaccamento dalla Chiesa. Si delinearono 5 patriarchi: d’oriente, d’Antiochia, Otto, Costantinopoli e Alessandria d’Egitto.
Nel IX secolo, così, si preannunciò la crisi che sfociò nello scisma.  Tra oriente e occidente si delinearono differenze di cultura, lingua, ma, soprattutto, la Chiesa d’oriente venne considerata tradizionalista e conservatrice. Per questo l’arte orientale risulterà ripetitiva: l’icona era considerata sacra quindi non si poteva mutare. Il Papa in occidente costituiva un autorità autonoma, mentre in oriente il patriarca era alle dipendenze dell’imperatore.
Nel 774 Carlo Magno conquistò Pavia e diventò re dei Longobardi. La differenza tra l’impero carolingio e l’impero romano cristiano di Costantino era che quest’ultimo era sviluppato sul Mediterraneo, mentre il primo comprendeva le zone Germaniche. Con Carlo Magno si iniziò a definire il concetto di Europa. Egli creò due reti: una di sedi reali e l’altra di monasteri. La capitale diventò Aquisgrana e qui l’imperatore fece costruire un grande palazzo reale ed un centro termale.
CXXIV IMMAGINE: STATUA CARLO MAGNO A CAVALLO
Era posta al centro del palazzo reale. In realtà la statua  vera fu distrutta e questa è una delle tante copie che giravano nell’impero in forma molto ridotta.
CXXV IMMAGINE: CAPPELLA PALATINA DI AQUISGRANA
L’edificio è a pianta centrale ed è di enorme imponenza. Carlo mandò i suoi architetti a Ravenna per studiare la struttura della basilica di San Vitale. La Cappella di Aquisgrana, però, è in pietra anziché in mattoni. Come nella Basilica del S. Sepolcro era presente un lampadario appeso a delle catene per indicare che proprio li si trovava il centro del mondo, almeno in senso metaforico. Qui avvenivano le incoronazioni mentre la cripta è la tomba di Carlo.
CXXVI IMMAGINE: TRONO
Il trono è realizzato in marmo ed è molto semplice, privo di ogni tipo di ornamento. Questo, infatti, era un simbolo talmente forte da non avere bisogno di decorazioni.
Negli anni della guerra tra Bizantini e Goti visse San Benedetto da Norcia che fondò il monachesimo e i monasteri Benedettini. Il monastero occidentale era diverso da quello orientale poiché i monaci vivevano insieme in un edificio. Il capo era l’abate. Il monastero era come una città in cui i monaci lavoravano; dall’agricoltura alla trascrizione delle opere. Nei pressi dei monasteri c’erano gli Scriptoria: Il più famoso è quello di Liegi. Qui nacquero le miniature.
CXXVII IMMAGINE: MINIXXXX
Questa rappresentazione appare piuttosto nervosa con numerose pennellate vorticose.
CXXVIII IMMAGINE: PIANTA MONASTERO S.GALLO
Nel monastero erano presenti una Basilica a tre absidi, il chiostro, la fattoria, ecc.
Pavia in questo periodo perdeva man mano sempre più importanza, mentre iniziava ad acquisirne Milano, soprattutto politicamente.
Milano diventò importante per i suoi prodotti di oreficeria.
ZXXIX IMMAGINE: OGGETTO OREFICERIA
Questo oggetto presenta sia caratteristiche latine (simbologia della croce) che germaniche (geometrizzazione). E’ di difficile datazione.
Dal 414 al 490 Ludovico il Pio combatté contro le rivolte dei suoi figli. Egli trascorse gran parte della sua vita a decorare chiese.
CXXX IMMAGINE: CAPPELLA PALATINA DI CIVIDALE
I Longobardi entrarono da est occupando anche il Friuli. A Cividale sono stati trovati resti del palazzo di Carlo il Longobardo. L’autore era probabilmente un Siriano.
Il 622 è una data importante poiché è da questa che iniziò l’Egira, cioè l’era musulmana. I musulmani dividevano le persone in tre categorie: i credenti (loro stessi), quelli del libro (gli ebrei), gli altri (coloro che seguivano altre religioni).
In Siria era famosa la grande scuola di stucchi. Ci sono una serie di palazzi siriani con meravigliose decorazioni in stucco. Nella Cappella di Cividale furono utilizzati simboli di altre per darne un altro unico significato.
CXXXI IMMAGINE: XXXX DI SANT’AMBROGIO
E’ la più importante opera carolingia. Sopra l’altare si erge il ciborio mentre sotto è posta la cripta.
CXXXII IMMAGINE: XXXX
L’altare è un opera di altissima oreficeria. L’autore è Vuolvino  che non solo si firma ma si raffigura creando il più antico autoritratto di autore della storia. E’ un altare reliquiario nel quale furono poste ( e poi spostate) le spoglie di Ambrogio, Gervaso e Protaso. E’ d’oro e d’argento impreziosito da smalti e pietre. Le raffigurazioni sono dedicate alle storie di Cristo, nella prima parte, mentre nella seconda emergono le opere di Ambrogio, nella terza, invece, le gesta di tutti i santi di Milano.
CXXXIII IMMAGINE: ALTARE S. AMBROGIO
In uno dei 4 cerchi presenti sulla porticina dell’altare vi è la rappresentazione di Ambrogio che incorona Vuolvino. Quest’ultimo si raffigura brutto fisicamente per accentuare maggiormente il realismo. Il committente era Angiliberto Il, successore di Ambrogio, probabilmente lontano parente della casa regnante di Carlo Magno.
La realizzazione di un altare del genere fu un opera altamente dispendiosa. Lo scopo era di fare di Milano una città alternativa ad Aquisgrana. Nell’altare è presente un bruciante realismo figurativo. Fu realizzato intorno all’835 ma la data è molto discussa poiché è anche considerata la data di consacrazione dell’altare.
CXXXIV IMMAGINE: ALTARE S. AMBOGIO: CROCE GEMMATA
CXXXV IMMAGINE: SIPULA sacchetto liturgico 770
Il secchiello venne richiesto da Gotofredo. Nell’838 finì la dinastia carolingia e dall’840 Milano diventò capitale.
CXXXVI IMMAGINE: AFFRESCO
Dall’888 al 900 si verificò un periodo di estrema turbolenza per l’Europa caratterizzato da pestilenze, carestie e invasioni dei Vichinghi a nord, Arabi a sud e Ungari a est.
Iniziò in questo periodo la dinastia degli Ottoni.
CXXXVII IMMAGINE: ABAZIA
Fu realizzata in Germania intorno al 970. La facciata  venne trasformata in una grande costruzione verticale.
CXXXVIII IMMAGINE: COPERTINA LIBRO DELLE PREGHIERE
Questa copertina apparteneva al libro personale delle preghiere di Ludovico II. Infatti le raffigurazioni sono un continuo elogio all’imperatore. E’ una grande opera di oreficeria ottoniana.
CIXL IMMAGINE: CIBORIO S. AMBROGIO A MILANO
La prima faccia verso la facciata mostra Ambrogio venerato da Ottone i e Ii: La faccia destra invece  illustra la vergine Maria venerata da Adelaide e Teofra.
CXL IMMAGINE: CALICE DI ARDAGH
E’ una coppa preziosa d’oro massiccio con pietre incastonate. Il monachesimo celtico era visto con stima da Roma.
CXLI IMMAGINE: CROCE DI PIETRA
CXLII IMMAGINE: LIBRO DI KELLS
Fu miniato da Ione per il monastero di Kells. E’ un evangeliario di proporzioni monumentali con iniziali miniate a tutta pagina.
Emerge anche qui l’antico sintomo dell’horror vacui e lo si può notare dall’intreccio geometrico che riempie ogni piccolo spazio. Dopo il x secolo l’Irlanda terminò la sua autonomia produttiva a causa della colonizzazione inglese.
CXLIII IMMAGINE: CHIESA NORVEGESE
A differenza delle altre zone europee, nei paesi nordici come la Norvegia realizzava costruzioni in legno anziché in pietra.
La struttura di questa chiesa può sembrare orientaleggiante stile pagoda. Le teste decorative di drago erano un tema vichingo. L’arte vichinga venne riutilizzata in versione cristianizzata. Questa chiesa all’interno è completamente dipinta.
Dall’VIII al XI secolo l’arte bizantina raggiunse il suo apice dopo aver superato il problema dell’iconoclastia; cioè la distruzione delle immagini.
Infatti una corrente integralista ortodossa sosteneva che le immagini fossero blasfeme in quanto raffiguravano Dio e, raffigurare Dio, significava avere la presunzione di possederlo. Gli anni intorno al IX secolo vedevano anche i musulmani contro le rappresentazioni sacre. Proprio in questo periodo Bisanzio riuscì ad uscire da una crisi politica ma trovò subito dei temibili avversari: i Bulgari. L’impero riuscì a risollevarsi grazie a Basilio soprannominato il Bulgarotto proprio perché uccise molti bulgari.
CXLIV IMMAGINE: MOSAICO BIZANTINO
Nell’immagine Cristo è eseguito con tessere piccolissime, microtessere che conferiscono al mosaico luci, ambre, sfumature e dinamicità.
CXLV IMMAGINE: MOSAICO
In questo mosaico Basilio II è rappresentato in trionfo con gli angeli e il popolo del mondo che lo stanno adorando.
PROSKUNESIS= adorazione del potere divino dell’imperatore
IL ROMANICO
Il Romanico nacque in Lombardia intorno al XI XII secolo. Nel 1003 morì Ottone I. Gli succede Enrico II, ma non avendo figli il successore è Corrado. Galico contava, in Italia, sull’appoggio dell’arcivescovo di Milano, allora Ariberto di Intimano. Quest’ultimo proveniva dalla famiglia nobile di Intimano. Come molte famiglie nobili era diffuso l’uso delle chiese sui terreni privati per gli ecclesiastici che appartenevano alla famiglia stessa.
CXLVI IMMAGINE: XXXX   SAN VINCENZO
La navata termina nel presbiterio e la cripta è visibile. Questo schema con l’altare sopraelevato c’era anche in S. Ambrogio. E’ presente anche un ciclo di affreschi risalenti all’XI secolo. Dopo un periodo Corrado e Ariberto litigarono e il primo fece arrestare l’arcivescovo che, scappando, organizzò un esercito antimperiale, il Carroccio.
CXLVII IMMAGINE: CROCIFISSO
La tradizione vuole che il crocifisso facesse parte del carroccio, che non era latro che il carro che trasportava l’altare per celebrare la messa durante la guerra. In realtà la croce pendeva sul sarcofago di Ariberto nella basilica di S:Dionigi. Ora è al Duomo di Milano. E’ una croce enorme, circa 2,5 metri d’altezza, ed è composta da lamine d’oro e d’argento.
Tutti questi simboli, dal carroccio all’esercito, vengono fatti oggetto di riutilizzo. Lo stesso simbolo si può caricare di significati diversi in momenti storici diversi. Negli stessi anni un altro centro di rappresentanza figurativa è Novara che si inserisce nell’arte lombarda.
CXLVIII IMMAGINE: AFFRESCO
E’ presente il tema dell’Apocalisse, cap. VII con la donna e il drago.
CIL IMMAGINE: CICLO DI AFFRESCHI
Si trova a S. Orso ad Aosta. Il soffitto fu abbassato nel 1400 ma gli affreschi si salvarono e risalgono circa al 1100.
CL IMMAGINE: BASILICA S. CALOGERO SOPRA CIVATE
Ad Alberga era conservata la reliquia di S.Calogero, ma non più sicura, fu portata a Civate.
Lo schema della chiesa a tre absidi è lo stesso di quella di Castelseprio: il tripono. Il tetto è in beole, infatti al nord si costruisce in pietra, mentre al sud in mattoni. E’ anche qui presente un ciclo d’affreschi dedicati a Gregorio. Erano infatti gli anni della riforma Gregoriana. (ritorno alle origini).
CLI IMMAGINE: S. AMBROGIO
S. Ambrogio fu costruita integralmente ed è errato considerarla la prima opera romanica. E’ strutturata in tre navate, tre absidi, due campanili e un atrio esterno molto ampio. I due campanili simboleggiavano le due comunità religiose li stanziate: una di monaci e una di preti diocesani. E’ un edificio in pietra e mattoni. Il restauro è stato molto rispettoso dello schema originario.
CLII IMMAGINE: COMO, S. ABBONDIO
Gli artisti lombardi costruivano chiese, in tutto il mondo. Infatti c’era in loro un forte carattere di adattabilità. A Como il caso più eclatante è la basilica di S:Abbondio che sorgeva fuori della mura. Nella figura la facciata della basilica.
Nel 1099 un violento terremoto distrusse gran parte dell’Emilia. Le cattedrali vennero in gran parte ricostruite da artisti lombardi poiché questi venivano riconosciuti  gli unici in grado di ricostruire il tutto in  un tempo  relativamente limitato con la massima precisione.
CLIII IMMAGINE: CATTEDRALE DI PARMA
Sopra il portone vi è come una “tettoia” detta protera e ai piedi di essa stanno dei leoni stilofori. (portatori di colonne).
CLIV IMMAGINE: BATTISTERO
La cupola è molto alta, quasi a sesto acuto ma la struttura è a tiburio. Infatti la cupola è solo all’interno, dall’esterno non è visibile proprio perché è inscritta. Il romanico lombardo, quindi, si estese ben oltre i confini della Lombardia arrivando fino agli Appennini.
Nel centro Italia si formò il Romanico toscano differente da quello lombardo. I Toscani avevano il primato assoluto della decorazione geometrica. Essi utilizzavano il marmo bianco proveniente da Carrara e il marmo grigio di Pietra Serena.
CLV IMMAGINE: BATTISTERO DI S. LORENZO
CLVI IMMAGINE: CATTEDRALE DI PISA
Pisa era uno dei più grandi mediatori tra mondo arabo a cristiano. Oltre alla cattedrale il complesso è composto dal battistero, dal campo santo e dalla torre. Il tutto sorge nelle periferia della città in una zona verde che conferisce una solitudine visiva: il campo dei miracoli. A Roma, invece, accaddero diversi avvenimenti.
Nel IX secolo Roma visse il punto più basso del suo crollo demografico (2500 abitanti) riducendosi, a livello abitativo, dall’ansa del fiume Tevere al Pantheon. Il resto era periferia costituita da rovine.
L’implosione demografica coincise con l’interesse della chiesa verso la città. Nacque così lo stile Cosmatesmo. Il termine deriva dal Cosimo il quale possedeva una ditta di decorazione marmorea. A questo stile si oppose quello della famiglia rivale dei Vassalletto il quale decoro, per convenzione, chiamarono stile Cosmatesco.
CLVII IMMAGINE: CHIOSTRO AMALFI
Nella figura vi è l’esempio di questo stile. Il pavimento del chiostro è a onde mentre le due colonne a tortiglione nella figura sono impreziosite da mosaici con oro e porfido. Ai suoli di Roma la campagna vide sorgere importanti monasteri come, per esempio, quello di Monte Cassino.
CLVIII IMMAGINE: PULPITO DI  XXX
Questo Pulpito è esempio di Arte cassinese.
In meridione il vecchio ducato longobardo si era spaccato in tanti e piccoli staterelli, tanti dei quali avevano intrapreso l’attività marittima.
Le due città principali erano Amalfi e Napoli, nelle quali si possono ritrovare molte opere sia bizantine che Arabe. In base a questa situazione il Papa voleva un primato sia spirituale che politico, ma arrivarono 7 fratelli che si spartirono il patrimonio del padre normanno. Così il meridione diventò il più grande stato normanno, che rimase per secoli il regno più grande e stabile d’Italia. Da qui iniziò la dinastia degli Altavilla.
Essi avevano una grande diligenza politica fatta di tolleranza verso gli usi e i costumi delle popolazioni locali. Per questo non venne a crearsi una vera e propria arte normanna. E’ il caso soprattutto delle grandi committenze siciliane. Ruggero II, Guglielmo II e III, all’inizio del XII secolo fecero realizzare opere come la Cappella Palatina a Palermo e il Duomo di Cefalù. Quest’ultimo è un esempio di misto di stili, dal bizantino, al romanico, all’arabo. Qui il risultato è l’omogeneità, data da un gioco culturale e raffinato. L’importante era scegliere gli elementi la cui combinazione desse un senso e un significato.
CLIX IMMAGINE: CATTEDRALE
Sulla volta è raffigurato un mosaico; Cristo re.
CLX IMMAGINE: BASILICA DI SAN MARCO A VENEZIA
Nell’836 a Venezia arrivarono le ossa di S. Marco da Alessandria d’Egitto. Essendo le ossa di un evangelista, nell’ottica medioevale oltre ad essere una protezione diventavano anche un simbolo identificativo per la città.
I Veneziani, però, ne elaborarono una leggenda, considerando la loro città quasi come una nuova Gerusalemme in terra. S. Marco era la Cappella Palatina.
CLXI IMMAGINE: PIANTA DI S. MARCO (CROCE GRECA)
La basilica è un compromesso fra una pianta centrale e longitudinale. Presenta ben 5 cupole; all’interno è completamente ricoperta da mosaici  d’oro eseguiti da artisti bizantini. Ben presto si definì l’arte veneziana del mosaico.
CLXII IMMAGINE: ALTARE DI S. MARCO
Tra il XI e il XII secolo iniziarono le crociate. Nel 1204 si verificò la IV crociata. I crociati arrivarono a Venezia e, prima di dirigersi verso Bisanzio, saccheggiarono Zara per poi fare lo stesso a Costantinopoli. Il bottino fu portato poi a Venezia e, tra tutti i beni preziosi vi era anche l’altare.
CLXIII IMMAGINE: COPERTINA DI S. MICHELE
Questa copertina riesce a dare l’idea del bello e di Venezia come erede di Bisanzio.

In Francia Luigi VI il Grosso era afflitto da una serie di problemi di politica interna.

  • Innanzitutto c’era la presenza di fondatrici che detenevano un potere maggiore al suo, tra questi il duca di Normandia (Guglielmo il Bastardo). Nel 1066 Guglielmo tentò di conquistare l’Inghilterra e riuscì a diventare re. Nell’Ille de France fu costruito il monastero di S. Demi (S. Dionigi). Negli Atti degli apostoli si narra che S. Paolo riuscì a convertire l’ateniese Dionigi.
  • In età carolingia, poi, vi era una quantità di libri inerenti a S .Dionigi
  • A Parigi nel III secolo, si sostiene vivesse un vescovo di nome Dionigi che venne decapitato e la sua testa venne portata a nord di Parigi. Dionigi era considerato, quindi, un grande capisaldo della chiesa. Per questo il monastero diventò un luogo significativo. Nel 1140 la monarchia di Francia aveva come sovrano Luigi VI che ebbe un figlio, Luigi VII. L’abate Sugeir suggerì al re di far sposare suo figlio con Eleonora, la figlia del duca d’Aquitania (che allora comprendeva un quarto della Francia). Goffredo conte di Angiò era sposato con Matilde, erede al trono di Inghilterra. La coppia generò Enrico. Eleonora ebbe una relazione sia con Goffredo che con Enrico.

Per questo Luigi divorziò mettendo in discussione il dominio sull’Aquitania, che aveva ottenuto sposando Eleonora. Con il divorzio Eleonora sposò Enrico che, oltre ad essere sovrano d’Inghilterra e duca di Normandia divenne anche duca di Aquitania.
Così ebbe origine la dinastia dei Plantageneti  che creò un nuovo tipo di romanico. Luigi VII si riposò e dal nuovo matrimonio nacque Filippo Augusto. Egli sapeva che il regno di Francia era in crisi e, per questo, diede inizio ad una nuova arte con uno scopo politico: l’arte gotica. Il gotico della monarchia francese si opponeva, cos’, al romanico plantageneta.
CLXIV IMMAGINE: CATTEDRALE PUAMES
Questo è un esempio di romanico plantageneta, espressione di un preciso momento politico.
CLXV IMMAGINE: RILIEVO DI GISELBERTUS
Giselbertus è anche l’autore delle cattedrali di Auton da dove proviene il rilievo stesso. L’immagine illustra Eva che coglie la mela. Ella è sdraiata, quindi vi è un’organizzazione orizzontale della scena. Il serpente si trova a destra e si confonde con le fronde, per questo si nota poco. Eva è sdraiata poiché il diavolo è male, la natura è male e, soprattutto, la donna è male. Infatti Eva striscia come un serpente e non si accorge nemmeno di peccare. Ella non guarda la mela e ciò simboleggia il male come sintomo istintivo e naturale. Questo rilievo fa parte di un periodo in cui la concezione della donna cambiò notevolmente. Tra il 1100 si delineò un antifemminismo che considerava la donna sinonimo di peccato, per questo l’arbusto copre il ventre e i genitali di Eva.
CLXVI IMMAGINE: PORTALE DELLA BASILICA DI VEZELAU
Nonostante l’antifemminismo esiste un luogo in Borgogna dedicato ad una donna, Maria Maddalena. Secondo la leggenda sarebbe stata trasportata in Provenza dagli angeli e poi in Borgogna. Sopra il portale è presente un rilievo sinuoso. Cristo era al centro. Era fatto di calcare colorato. Mateau realizzò il portale di Santiago de compostela.
CLXVII IMMAGINE: CAPITELLO DEL MONASTERO DI CLUNY
In Borgogna vennero fondati monasteri che sarebbero diventati il cuore del rinnovamento dell’Europa. I cluniacensi dipendevano direttamente dalla santa Sede e impostarono una vera e propria teoria dello splendore in quanto la resurrezione è avvenuta e il clima doveva essere festoso. Cluny venne distrutta all’epoca di Napoleone e utilizzato come cava di pietra. Il capitello raffigura l’allegoria della musica e faceva parte del Chiostro. Vicino a Cluny nacque una reazione uguale e contraria. Un gruppo di monaci benedettini scelsero una vita molto austera creando il Monastero di Citeaux: i Cistercensi, guidati da S. Bruno. Dal gruppo del monastero della Grande Certosa nacquero i Certosini. Tutti questi monasteri ebbero origine in Borgogna. I Certosini fecero costruzioni che esprimessero il loro voto alla povertà, creando uno stile povero ma con ampi spazi. Infatti le celle dei monaci erano delle casette indipendenti comprese di orto.
CLXVIII IMMAGINE: NOTRE DAME
Le caratteristiche principali sono quelle del gotico francese: 2 torri, il rosone, le guglie, archi a sesto acuto, 3 navate.
CLXIX IMMAGINE: CORO S. DENY
Nel 1138 si verificò un rischio di crollo per il coro del monastero di S. Deny. L’abate Sugeir decise di demolirlo per ricostruirlo. Questo fu il primo edificio gotico della storia (da cui si ispirò Notre Dame). Bisogna ricordare che tutti gli elementi del gotico erano già presenti nell’architettura romanica ma in questo caso l’uso di questi particolari elementi era un eccezione mentre nel gotico l’uso diventò sistematico.
CLXX IMMAGINE: SAINT CHAPEL (Cattedrale e cappella palatina XIII secolo)
Luigi IX fu l’inventore di un tipo particolare di gotico che si riduceva quasi a cornice delle innumerevoli ed enormi vetrate. In quel periodo Parigi era strutturata così: a nord vi era il quartiere abitato e Municipio, a sud vi era il quartiere latino che comprendeva le università e al centro, sull’isolotto sul fiume Senna, erano collocate le cattedrali, l’ospedale e il palazzo di giustizia. Il gotico si divise in diversi filoni tra i quali il Gotico regio francese, il Gotico cistercense, il Gotico imperiale e il Gotico francescano.
CLXXI IMMAGINE: CATTEDRALE CISTERCENSE
Secondo S. Bernardo le chiese cistercensi dovevano essere costruite con materiali poveri, per esempio i mattoni che, in parte, venivano lasciati a vista per mostrare la semplicità e la povertà, e in parte ricoperti di intonaco per riflettere la luce. Era indispensabile che ci fossero grandi vetrate bianche. Il presbiterio era quadrato per far meglio risaltare le 4 finestre: una sopra rotonda per simboleggiare l’unità di Dio e tre sotto indicanti la Trinità. Non erano concesse decorazioni, se non una a fogliame per i capitelli. Anche l’arredo liturgico doveva essere austero. Bernardo, però, rifiutava il legno perché assorbiva e si sformava ( degenerazione del male), così utilizzava il metallo povero. Dio veniva rappresentato solo attraverso la luce.
CLXXII IMMAGINE: ABAZIA CHIARAVALLE MILANESE
Il tiburio diventa campanile, secondo il modello borgognese.
GOTICO IMPERIALE
Intorno al 1185 si sviluppò l’impero normanno in Sicilia. Federico I il Barbarossa, per tenere a bada i lombardi e il Papa escogitò una tattica politica famosa come Politica della tenaglia. Il figlio di Federico, Enrico, si sposò con Costanza (suora) erede dell’impero normanno. Dopo 9 mesi ebbero Federico II che diventò imperatore del Sacro Romano Impero. Federico restò, però, a vivere nel meridione e fondò una nuova capitale: Foggia.
CLXXIII IMMAGINE: CASTEL DEL MONTE
E’ evidente lo schema a ottagono. La fortezza fungeva anche come osservatorio astronomico. Dalla decorazione di questi castelli nacque un filone di scultura gotica, la Scultura Federiciana. Qui si formò il giovane scultore Nicola di Bari.
CLXXIV, CLXXV, CLXXVI IMMAGINI: Insieme a Nicola di Bari si ricordano Benedetto Anelami e Wiligelmo.
CLXXVII IMMAGINE: BUSTO
Questa è ispirata ai modelli classici. Infatti nell’arte federiciana ci si ispirava ai classici per applicarli al gotico. Questa corrente federiciana durò almeno fino al 1266. Nel 1250, a causa di grandi battaglie, Federico morì e al potere salì Manfredi. Il Papa, stanco della dinastia degli Svevi, chiese aiuto a Luigi che delegò il compito a Carlo. Così, a Benevento, morì Federico. Diventò re Carlo I d’Angiò che creò lo Stato angioino ponendo fine a quello federiciano.
CLXXVIII IMMAGINE: ARTE FRANCESCANA
Nel 1182 ad Assisi nacque Giovanni Di Pietro detto il Francese, ovvero S: Francesco. Egli, per le svariate somiglianze con la vita di Cristo, fu considerato una sorta di Alter Cristus. Nonostante la sua santità era una persona molto provocatoria. Francesco si ricorda anche per il Pansichismo; cioè quella teoria per la quale Dio è immanenza della natura (Anima Mundi)  e per il suo ottimismo cristiano che, nonostante la malattia, gli faceva ringraziare ogni giorno il Signore per la vita e le bellezze del mondo.
Allora vi era come pontefice Innocenzo III, nepotista. Infatti suo nipote, il cardinale Ugolino diventò Papa Gregorio ovvero colui che legalizzò all’interno della Chiesa l’ordine francescano. S.Chiara fondò l’ordine femminile dei francescani, le suore Clarisse di clausura. Elia era un grande oppositore di Francesco ma fu proprio lui ad erigere la basilica in suo onore. Solo due anni dopo la morte del santo, Gregorio IX lo proclamò tale mettendo in atto il primo processo di canonizzazione della storia moderna. Gregorio pose la prima pietra della Basilica di S. Francesco che costituisce il primo esempio di architettura gotica in Italia. Nell’immagine appaiono evidenti le stigmate sulle mani e sui piedi.
CLXXIX IMMAGINE: CRIPTA
La cripta è scavata nella roccia viva, mentre l’altra cripta è in aggetto. Per questo è più bassa.
CLXXX IMMAGINE: FACCIATA
La facciata è a capanna (Basilica Superiore).
CLXXXI IMMAGINE: INTERNO DELLA BASILICA
La Basilica superiore è molto alta e ampia con muri piuttosto sottili. La tecnica edilizia è gotica ma mischia forme italiane a forme francesi. Elia volle giocare sui particolari dell’idea di fondo e sui dettagli. Lo schema è semplice, quadrato con volta a crociera. Gli affreschi presentano un unico tema doppio: le storie della passione di Cristo e le storie di Francesco viste in parallelo.
CLXXXII IMMAGINE: AFFRESCO BASILICA INFERIORE
S. Bonaventura elaborò le storie di Francesco e le fece rappresentare sugli affreschi. L’autore aveva un enorme gusto figurativo che si può notare dai “quadretti colorati”. L’albero è molto realistico. Il maestro e i suoi aiutanti erano probabilmente membri, quindi pittori locali. Negli anni successivi accadde che un allievo di S. Bonaventura diventò papa: era il primo pontefice Francescano. Questo Papa raccomandò l’esecuzione degli affreschi del Sancta Sanctorum, il luogo in cui erano ai tempi, conservate le tavole della legge accessibile solo al sommo sacerdote che una volta all’anno apre l’arca con le tavole e nomina il nome di Yawé. I papi risiedevano in S. Giovanni in Laterano e il luogo più santo era la cappella palatina di S. Lorenzo. Vi era una reliquia importantissima, l’Acheropita, ovvero l’icona di Gesù non creata da mano umana.
CLXXXIII IMMAGINE: AFFRESCHI XXX: SANCTA SANCTORUM
Gli  affreschi di questa cappella oltre ad essere meravigliosi, sono importantissimi per comprendere la storia dell’arte italiana. Dove è nata l’arte Italiana? Ci sono due risposte: la più antica dice a Firenze, ipotesi sostenuta dallo storico Vasari, che sosteneva che l’iniziatore fu Cimabue seguito da Giotto, Raffaello e Michelangelo oltre al quale solo Dio poteva creare opere migliori. Questa è la visione Vasariana dell’arte, che presenta un forte difetto evolutivo e, in secondo luogo, basa tutta la storia dell’arte solo su Firenze. La seconda risposta, più moderna, sostiene che l’arte italiana nacque a Roma, capitale del regno, città residenza dei papi grandissimi committenti. Che poi l’arte romana trovò realizzazione in altre città è dovuto alle vicende storiche, ma rimane arte romana. Nell’immagine al centro vi è il Papa affiancato da Pietro e Paolo. Il pontefice offre un edificio a pianta centrale, che tiene tra le mani, ed è proprio la sua Cappella Palatina. In questo modo egli voleva dimostrarsi in quanto Papa, signore del mondo.
Questi affreschi sono opera di una squadra di pittori guidati da un maestro anonimo, detto maestro del Sancta Sanctorum.
Emergono 3 nomi: Pietro Cavallini, Jacopo Torriti e Filippo Rusuti. Essi sono pittori romani attivi nell’ultimo quarto del 1300.
CLXXXIV IMMAGINE: AFFRESCO DEL CICLO DEL GIUDIZIO UNIVERSALE
Probabilmente opera di Cavallini, questi affreschi sono collocati a S. Cecilia Intrastevere. I colori sono sbiaditi oggi. C’è un nuovo senso dello spazio, un gusto per l’ornato notabile dalle barbe.
CLXXXU IMMAGINE:  XXXXXXXXXX DI TRASTEVERE
Sempre opera di Cavallini, rappresenta la presentazione di Cristo al tempio. Cristo era tenuto in mano dal Sacerdote. Giuseppe tiene in mano le colombe con un telo perché, secondo l’iconografia, le colombe simboleggiano Cristo e stanno per essere sacrificate a lui. Per questo nemmeno suo padre adottivo poteva toccarle.
CLXXXVI IMMAGINE.  XXXX S. MARIA MAGGIORE
Sono opera di Torriti  e Rusuti. Ad Assisi, nel 1280, si decise di effettuare un rinnovamento iconografico. Si fecero 3 cicli di affreschi nella basilica superiore: ai lati della navata le storie di S. Francesco, in alto storie dell’Antico testamento, nel transetto e presbiterio la resurrezione di Cristo. Dall’unione di questi tre cicli si voleva simboleggiare il parallelismo tra Cristo e S. Francesco, l’Alter Cristus. Infatti l’Antico testamento rappresenta Francesco. Dei tre, quello dell’Antico testamento è stato dipinto prima perché era in alto (quindi il colore colava e poteva rovinare ciò che stava sotto). Oltre a questi cicli è possibile ci fosse anche quello di Isacco, probabilmente di Giotto da giovane.
CLXXXVII IMMAGINE. CICLO DEL TRANSETTO
Questi affreschi sono opera di cenni di pepo detto Cimabue.
Rappresentano la passione, ma i colori si sono ossidati. Tuttavia si riesce a comprendere come Cimabue riuscisse a gestire le masse, dando un nuovo senso dello spazio e umanizzazione delle figure. La croce è al centro avvolta da angeli in alto, mentre sotto da santi.
CLXXXVIII: STORIE S. FRANCESCO
La scena rappresenta il Presepe di Greccio, paese vicino a Viterbo. Fu, infatti S:Francesco, ad inventare il primo presepe, nel 1224. C’è una formidabile invenzione scenica e un forte realismo da parte del santo. Egli sapeva trasformare l’astratto in concreto. Uno dei cardini del francescanesimo è che la realtà, essendo buona, deve essere rappresentata nella sua sacralità.
In questo modo riuscì a staccare l’arte italiana da quella bizantina, rappresentando, appunto, la realtà per come è. Anche se la scena era ideale, le persone dovevano essere credibili, muovendosi in uno spazio credibile. Questo è l’aspetto rivoluzionario che si può notare anche dalla croce vista dal retro, poiché è all’interno delle mura. La tradizione vuole che l’abbia dipinta Giotto, ma , in realtà, fu opera di una squadra romana guidata da Cavallini. Il ciclo fu realizzato in onore del Giubileo del 1300. In quegli anni i francescani erano in piena crisi, che sarebbe esplosa da li a 20 anni, a causa della disputa sulla povertà (si ricorda Jacopone da Todi). All’epoca era il pontefice Celestino V subito seguito da Bonifacio VIII.
LXCC IMMAGINE: AFFRESCO BASILICA INFERIORE
Questo affresco è opera di artisti senesi. Emerse anche ad Assisi, l’arte senese.
Siena era una città molto singolare, che nel tardo 1200 decise di unificarsi autonomamente, creando una schiera di mura che non rinchiudevano solo la città abitata. Nacque allora un totale Campanilismo ancora vivo nelle città toscane. Siena si lanciò in operazioni pazzesche, per esempio considerando il duomo, allora già grande, come il transetto di una nuova ed immensa basilica che avrebbero costruito intorno. La città si considerò la Città per eccellenza della vergine. Questa era una forte affermazione di autonomia. Negli ultimi anni del ‘200 fu effettuata una committenza della Paxxx della maestà, del Duomo di Siena. Nella figura, la parte sopra era quella davanti, l’ante, raffigurante la vergine, mentre il retro è costituito da minuscole storie rinchiuse in riquadri rettangolari. L’opera è attribuibile a Duccio.
LCXC IMMAGINE: AFFRESCO DXXX    DELLA ROCCA DI ANGERA
L’affresco illustra le storie di Ottone Visconti che sconfigge le forze dei suoi avversari nella battaglia di Desio, diventando, nel 1277, Signore di Milano. Gli autori provenivano dalla bottega del Maestro di Angera. Questo gusto narrativo sfocia, però, in uno stile molto rigoroso.
CXIC IMMAGINE: SCULTURA NICOLA PISANO 1260
Nella stesso periodo ebbe luogo una rivoluzione scultorea affidata a Nicola di Bari che intorno al 1266 si trasferì da Pisa a Castel del Monte. La statua in figura fa parte del pulpito del duomo di Pisa e rappresenta la Fortezza in Ercole. La particolarità è che ci si rifà ad una figura dell’arte classica, riferendosi anche tecnicamente al Classicismo. Non è un ritorno all’antico, ma un aggiornamento che permette all’arte di inserirsi nella nuova cultura europea. La figura appare in una integrale nudità. Pisa era una delle grandi città dell’Etruria romana. Ercole era il manifesto di un’arte nuova di cui Nicola era il portatore. Quando si trasferì a Pisa venne detto il Pisano.
CXIIC IMMAGINE: ADORAZIONE DEI MAGI
Le molteplici pieghe appartengono ad uno stile particolare. Infatti c’è anche l’uso della prospettiva frontale. Nella scena emergono anche gli animali, i cavalli dei Magi. Le ombre sono marcate date dall’uso della profondità.
CXIIIC IMMAGINE: PULPITO DUOMO DI SIENA
Sempre ad opera di Nicola, fu decorato in un modo minuziosissimo. I leoni sorreggono le colonne mentre le ali dell’aquila di S. Giovanni fanno da leggio. Il marmo bianco si contrappone alle bande nere che caratterizzano il duomo.
CXIVC IMMAGINE: PULPITO DEL DUOMO DI PISA
Il figlio di Nicola Pisano, Giovanni, era un artista molto nervoso e quindi ne risentì anche la sua arte. Infatti si può notare confrontando il pulpito del duomo di Pisa e quello di Siena. Nicola da vecchio fu coadiuvato dal figlio Giovanni, per esempio nella realizzazione della fontana Maggiore di Perugina e il Sepolcro di S. Domenico a Bologna.
CXVC IMMAGINE: STATUA
Nicola lavorava per la bottega di Giovanni e Arnolfo di cambio.  Arnolfo insistette molto sul carattere identificativo. Giovanni non era fiero di essere figlio di Nicola, quindi non voleva che Arnolfo evidenziasse questo fatto. Giovanni era una personalità molto geniale ma non riusciva a portare a termine le sue opere poiché era caotico. Arnolfo non era inventivo come Giovanni, ma era molto ordinato e in grado di gestire un cantiere. Per questo seguiva Nicola e Giovanni. Egli diventò uno degli artefici più importanti dell’arte fiorentina, soprattutto del duomo, al quale museo appartiene la statua. La scultura era dedicata a Bonifacio VIII; in questo periodo cambiò la concezione di pontefice con l’iconografia personale. Nel 1294 il papa morì e per tre anni in conclave non si riuscì ad eleggerne uno nuovo finché non nominarono Celestino V che, però, abdicò. Elessero così Bonifacio VIII, personaggio maligno e pieno di vizi. Nel suo decennio al papato creò un nuovo tipo di iconografia, insistendo molto affinché i suoi ritratti fossero realistici e credibili. Di questo pontefice si hanno circa una cinquantina di sculture.
CXVIC IMMAGINE: AFFRESCHI CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI
Nello stesso periodo, Giotto, terminato il suo lavoro ad Assisi, si trasferì a Padova. Enrico Scrovegni incaricò a Giovanni Pisano di costruire il trono della Cappella degli Scrovegni, mentre a Giotto di affrescarla: sulle pareti il ciclo delle storie di Cristo e di Maria, mentre sulla facciata il Giudizio Universale. L’iconografo fu Dante Alighieri. Purtroppo, a  causa dell’ossidazione, i colori dello sfondo si sono rovinati.
CXVIIC IMMAGINE: S. CROCE BASILICA
Nello stesso momento, a Firenze, Arnolfo diventò architetto. Egli progettò la basilica di S:Croce a Firenze. E’ una chiesa gotica, monumentale.
CXVIIIC IMMAGINE: PALAZZO DELLA SIGNORIA
L’altra opera di Arnolfo fu la progettazione del Palazzo della signoria.
ICC IMMAGINE. GIOTTESCO
Giotto conclusa l’opera a Padova, tornò a Firenze e costruì la scuola dei “Grotteschi”, tutti molto simili. L’unico che si distingue e il Maso di Banco. Egli decorò la cappella di S. Croce. Nei suoi affreschi è presente una nuova impostazione della architettura, non più lineare ma capace di giocare nello spazio mantenendo l’astrattezza. Un elemento innovativo è la presenza delle colonne, che rappresenta il classicismo delle rovine, ovvero un classicismo rudimentale. Infatti l’immagine rappresenta il tempio di Apollo crollato per una benedizione di Silvestro. E’, dunque, il passaggio da una cultura in cui il classicismo è utilizzabile come tale, a una cultura che ha la consapevolezza che il classicismo non esiste più. Questo è l’Umanesimo. Tetrarca intuì che per resuscitare il mondo classico bisognava ammettere che questo era morto. Infatti tra l’epoca classica e l’umanesimo c’era di mezzo il Medioevo.
CC IMMAGINE. CAPPELLA S. MARTINO
Simone Martini lavorò ad Assisi negli anni in cui Giotto lavorò a Padova. I fiorentini del 1300 vennero scalzati dai senesi. Nell’affresco della cappella, nella basilica di Assisi, illustra il ciclo della storia di S:Martino e fu realizzato proprio da Martini. E’ evidente, qui, come le classi agiate volessero mostrare il loro amore per la vita, appartenente ad un ideale cavalleresco che si può ritrovare nel Decamerone di Boccaccia. Questo mondo era allora visto seriamente con un tocco di nostalgia.
CCI IMMAGINE: PALA DI SAN LUDOVICO
Questa pala si trovava a Napoli. Nel 1266 Manfredi venne sconfitto da Carlo d’Angiò. Alla morte di Carlo successe il figlio Carlo II. Al decesso di questo sorsero dei problemi perché il figlio Ludovico voleva farsi frate. La cornice  è di gigli d’oro su sfondo  xxx. Ludovico è aurelato. Roberto, il fratello di Ludovico, era considerato “santo” per ciò che fece nella vita. Ludovico e Roberto in quest’opera vennero posti in una prospettiva metatemporale. Era una vera e propria azione di propaganda.
CCII IMMAGINE: AFFRESCO
Nel 1200 il palazzo pubblico fu ornato da una serie di cicli di affreschi. Prima vi era un affresco di Martini che rappresentava Guido Ricci. La tradizione vuole che fosse sopra questo affresco, di Dullio Boninsegna, intitolata resa di Giucarico.
CCIII IMMAGINE: AFFRESCO DI SIMONE MARTINI
CCIV IMMAGINE: RELIQUIARIO DI ORVIETO
Il primato della scuola senese era dato dal Lorenzetti e il più grande orafo era Ugolino di Vieri che realizzò quest’opera.
CCV IMMAGINE: CROCIFISSO
I fratelli Lorenzetti realizzarono il ciclo di affreschi della Basilica Inferiore di Assisi. Il corpo di Cristo è quasi uno scheletro, tipico del gotico del 300.
CCVI IMMAGINE: AFFRESCO. IL BUONO E IL CATTIVO GOVERNO
Fa parte della sala dei Priori. Fu sempre eseguito dal Lorenzetti e rappresenta l’arte profana italiana. La grande pestilenza del 1348 fece venire il timore per il giudizio universale.
CCVI IMMAGINE: AFFRESCHI DEL CAMPO SANTO A PISA.
Fu realizzata da un certo Buffal Macco. Rappresentava il trionfo della morte. E’ ricco di vitalità espressiva, data dall’espressione del colore. Dopo la peste il papato si trasferì ad Avignone. Dopo Bonifacio VIII, fu eletto Benedetto XI, un sant’uomo. Alla sua morte si riunì il conclave che nominò papa un non cardinale. Ciò creò scalpore. Il Papa era Clemente V. deceduto questo, venne eletto un ex vescovo di Avignone, che diventò la nuova sede.
CCVII IMMAGINE: PALAZZO DI AVIGNONE
Per un cinquantennio i pontefici risiedettero qui. Questa zona non era condizionata come Roma delle memorie del passato. Avignone fu ricostruita in modo circolare, con mura che racchiudevano al centro la cattedrale, la certosa, ecc. I papi ad Avignone avevano un problema: l’accusa che i papi fossero tutti francesi e sottomessi al re di Francia. Per sottolineare la loro ecumenicità i pontefici puntarono su un arte internazionale, il gotico internazionale (dal 1320 al 1420). Il palazzo di Avignone era ricco di opere di stile gotico. Avignone venne considerata non la nuova Roma, ma la nuova Babilonia, simbolo del male. La facciata del palazzo è fortificata ma anche impreziosita, allora dipinta d’azzurro con stelle d’oro. In questa città morì Simone Martini. Prima di morire riuscì a fare alcune opere.
CCVIII IMMAGINE: AFFRESCHI DELLA CATTEDRALE
Furono eseguiti dal Martini. Egli morì dopo aver miniato la prima pagina dell’Eneide. Si passò dalla coppia Dante-Giotto a tetrarca-Martini e significava il transito dell’arte gotica a quella gotica internazionale.
CCVIII IMMAGINE: AFFRESCO
Per continuare gli affreschi vennero chiamati uomini francesi
CCIX IMMAGINE. AFFRESCO
Gli affreschi successivi vennero commissionati a Matteo Giovanetti, probabilmente discepolo di Cavallini. In questa pittura ci sono elementi innovativi:

  • ruolo forte dei cartigli
  • spazio: annullamento della riflessione rigorosa dello spazio. In questo caso non esiste
  • preziosità del colore, materialità
  • rapporto tra immagine e parola scritta

Ciò significò la ripresa in mano della situazione da parte dei romani.
CCX IMMAGINE: CAMPANILE DI SAN GOTTARDO
Milano nel 1330-1450 divenne la capitale del gotico internazionale.
Dal 1227 al 1447 lo stato di Milano passò sotto il controllo della famiglia dei Visconti. Dopo Ottone salì al potere Matteo Visconti che portò all’egemonia la famiglia. Azione, figlio di Galeazzo a sua volta figlio di Matteo, ristrutturò le porte delle mura di Milano e fece costruire la cappella palatina. Per fare ciò chiamò maestri pisani. Per l’architettura, Cristoforo Puerili, per la scultura Giovanni di Balduccio, per la pittura Giotto. Quest’ultimo lavorò in moltissime città importanti sparse in tutta Italia. (Firenze, Assisi, Bologna, Padova, Napoli, Roma, Milano) e, in qualunque luogo lasciò molti eredi, molti grotteschi. A Milano Giotto si occupò della corte vecchia, oggi palazzo reale. Molta importanza fu data alla chiesa palatina S. Gottardo. Il presbiterio è a pianta ottagonale e conteneva la tomba di Azzone. L’architettura, studiata, dal Puerili, comprende il campanile a tiburio. Il mausoleo fu opera di Giovanni di Balduccio.
CCXI IMMAGINE: TOMBA – ARCA DI S. PIETRO
Giovanni di Balduccio fu incaricato di rifare le porte delle mura e l’area di S. Pietro. Le statue che la sorreggono sono molto simili ai pulpiti di Nicola e Giovanni Pisano. Egli fu, infatti, un loro discepolo. Negli anni di Azzone gli scultori campionasi vennero emarginati per lasciare spazio a Di Balduccio. Alla morte di Azzone, senza eredi, la famiglia rischiò di entrare in una crisi dinastica. Giovanni Visconti, fu nominato vescovo, ma anche in questo caso mancarono gli eredi. Morto anche il fratello Lucchino, il potere passò ai pronipoti, figli di Stefano. Matteo, Galeazzo e Barnabò. Tramite omicidi e sotterfugi, il patrimonio andò a Galeazzo che si rifugiò a Pavia, città importantissima per due motivi: fu la capitale longobarda e ospitava l’università. Nel castello di Pavia c’era la biblioteca più importante d’Italia. Il bibliotecario di Galeazzo era Tetrarca.
CCXI IMMAGINE. TOMBA DI BERNABO’
La tomba è sostenuta da colonne ed è sovrastata da una gigantesca tipica degli scultori campionasi. Questa tomba si trova nella chiesa di S. Giovanni in Conca. Morto Galeazzo il potere passò al figlio Gian Galeazzo. Sotto di lui avvennero due grandi fondazioni: il Duomo di Milano e la Certosa di Pavia, come luogo di sepoltura.
CCXII IMMAGINE: ABSIDE DUOMO DI MILANO
CCXIII IMMAGINE: AFFRESCHI CAPPELLA RINUCCINI
La pittura fiorentina era entrata in crisi dopo la morte di Giotto. Negli anni 30 e 40 Firenze chiamò artisti da fuori, come per esempio Giovanni da Mendrisio. In S. Croce realizzò gli affreschi della cappella Rinuccini, raffiguranti il ciclo della vergine. Le scene di quest’affresco rappresenta S. Giacchino che si presenta a S. Anna.
CCXIV IMMAGINE: AFFRESCO:L’ANNUNCIAZIONE
L’ultimo grande grottesco fece il processo inverso: Giusto dei Menabuoi, attivo prima in Veneto e Lombardia. A Padova lasciò il suo capolavoro, l’annunciazione. C’è una nuova concezione si spazio.
CCXV IMMAGINE: CREMLINO
In questi anni gli artisti lombardi iniziarono un cammino per l’Europa, soprattutto verso est.
CCXVI IMMAGINE: AFFRESCO
Negli anni dell’ultimo 400 il gotico internazionale arrivò al massimo dalla sua fioritura. Quest’ultimo si trova a Saluzzo nel castello della Maria.
CCXVII IMMAGINE: IL DITTICO WILTON
A destra c’è la madonna col bambino e a sinistra l’adorazione dei magi. Questo ricorda il gusto della preziosità estrema delle miniature.
CCXVIII IMMAGINE: AFFRESCO
All’inizio del 400 la pittura gotica trovò il suo massimo esponente nel Duca di Berry. Nell’immagine è rappresentato da un contadino con aratro e buoi. Questa miniatura molto colorata è opera di Limbourg.
CCXIX IMMAGINE: SCULTURA XXXX: POZZO DEI PROFETI
Borgogna. Il re di Francia passò al dominio di solo 2/3 del territorio francese preparandosi alla guerra contro l’Inghilterra, dalla quale subirà una grande sconfitta. Il sovrano decise di distribuire molti territori ai componenti della sua famiglia, territori che in parte torneranno allo stato mentre altri diventeranno autonomi. Si creò lo stato Lotaringio, in onore dei Lotario che si estendeva da Rotterdam a Benevento in verticale. Successivamente nacque il mito della Lotaringia, un mito politico. Grazie a questo mito i duchi della Borgogna riuscirono a creare uno stato pari all’attuale Benelux, il più ricco stato dell’occidente.
Nel 1477 crearono un opera. Giovanni senza paura, Filippo il buono, Carlo il temerario e Filippo l’ardito. Claus Sluter fu iniziatore della scultura fiamminga. Questa scultura si trova nella certosa di Champmol, Digione, e costituisce il pozzo dei profeti.
CCXX IMMAGINE
In contemporanea, nel 1402, la morte di Gian Galeazzo , fece esplodere lo stato di Milano. Il potere passò a Filippo Maria, grande politico che riuscì a ricostruire un grande stato lombardo.
Questo affresco è un particolare del Giudizio Universale realizzato dai fratelli De Veris nella chiesa a Campione d’Italia.
CCXXI IMMAGINE: AFFRESCO SIENA 1420
La tavoletta è ad opera di Michelino da Besozzo.
CCXXII IMMAGINE: AFFRESCO VISIONE DI S. EUSTACHIO
Quando Filippo Maria salì al potere raccomandò ad Antonio da Pisa la pittura di diverse opere. Questa è l’apparizione di S. Eustacchio che raffigura i boschi e la selvaggina del Varesotto.
CCXXIII IMMAGINE: AFFRESCHI DI VERONA
L’immagine illustra la partenza di S. Giorgio e fu realizzata intorno al 1430.
Riprendendo l’immagine CCXII dell’abside del duomo di Milano si può comprendere che Milano decise di radere al suolo i vecchi battisteri e chiese per espandersi sempre più. Il Duomo venne costruito a partire dal presbiterio da artisti e architetti gotici del nord Europa. Ma già all’inizio del 400 il cantiere passò sotto la giurisdizione degli architetti lombardi, il più importante Giovannino Degrassi. All’inizio si volevano creare ben 5 guglie: 1 rappresentante il padre terreno mentre le altre 4 gli evangelisti. La vetrata simboleggiava le verginità di Maria; come la luce penetra nel vetro senza toccare la navata, così Dio attraverso Maria fa nascere Cristo, ma senza violarla. I marmi del Duomo provengono dal lago Maggiore e di Como.
CCXXIV IMMAGINE: INTERNO DEL DUOMO
La navata centrale è enorme, delimitata da colonne altissime e impreziosita.
CCXXV IMMAGINE: SCULTURA
Il duomo è ricco di statue e questa è opera di Matteo di Parigi.
CCXXVI IMMAGINE: AFFRESCO 1444
Negli anni 40 Filippo commissionò la decorazione della cappella di Teodolinda nel duomo di Monza, Fu realizzata dai Zavattari.
CCXXVII IMMAGINE: AFFRESCO:VIZI E VIRTU’
Bianca Mari A, FIGLIA DI Filippo Maria. Nel 1450-1535 su Milano governarono gli Sforza. Dal 47 al 50 ci fu il periodo Ambrosiano, periodo in cui fu affrescato il castello di Masnago. Furono qui trovate delle monete risalenti al momento storico ambrosiano. Famosa è la sala dei vizi e virtù, alla quale fa parte questo affresco.
CCXVIII IMMAGINE: AFFRESCO MASNAGO
CCXXIX IMMAGINE: AFFRESCO CASTIGLIONE OLONA
L’arte gotica influenzò anche Castiglione Olona, primo esempio di arte umanistica in Lombardia. L’arte lombarda, però, bisogna stare attenti, non è l’arte di Milano. Il cardinale trasformò questo piccolo borgo in un luogo artistico di straordinaria coerenza.
CCXXX IMMAGINE: IMMAGINE DI UN LIBRO :ORAE TRIBUZIO
La figura mostra un esempio di arte fiamminga. Il volume è ad opera di Huizinga e si intitola l’Autunno del Medioevo. L’arte fiamminga crea qualcosa di nuovo ma compatibile con l’arte umanistica italiana. Mentre si può parlare di Arte umanistica, dall’altra parte si può considerare fiamminga solo la pittura. Queste due correnti, però, hanno in comune la stessa capacità di irradiazione. Esse infatti si estesero in tutta Europa, nello stesso periodo fino in India. Seguirono, però, cammini diversi: l’arte umanistica via terra, quella fiamminga via mare. L’arte italiana era anche affascinata da quella fiamminga e viceversa. Questo fatto era mediato anche da un elemento fisico: spesso i quadri e le opere fiamminghe erano piccolissime, delle vere e proprie miniature, mentre la concezione e la visione umanistica era grandiosa.

CCXXXI IMMAGINE: PITTURA FIAMMINGA
L’arte fiamminga era attratta dal dettaglio (il giusto fiammingo si diceva fosse paragonabile all’effetto provocato da un cannocchiale rovesciato), poiché il microcosmo riassumeva il macrocosmo. Questo gusto del piccolo non è uno sfizio di bravura ma traduce l’idea del piccolo che contiene il grande. La realtà statale che consentì all’arte fiamminga di diffondersi fu il ducato di Borgogna; uno stato che aveva come baricentro i Paesi Bassi (città come Brucelle, Gand, Lieg, Anversa, Bruges).
Intorno al 1420 si ebbe l’apice della cultura fiamminga. I maggiori esponenti avevano come iniziatore il Maestro di Fleunalle, anche Campin.
CCXXXII IMMAGINE: TRITTICO DELL’ANNUNCIAZIONE
E’ ad opera di Fleunalle ed evidenzia la minuziosa attenzione per il dettaglio. Un altro elemento che emerge è il gusto per gli interni: ciò risponde ad un criterio sociologico, quello della comodità. Nelle lingue germaniche esistono parole quasi intraducibili da cui però derivano le nostre parole, per esempio l’idea di comodità. Per questo nella figura sono illustrate tutte le comodità interne. Leopardi descrisse la sua casa come un’abitazione si nobile, ma molto più innovativa e confortevole. Nell’arte fiamminga esiste una sorta di psicosi collettiva. Infatti la maniacalità del piccolo implica la fobia degli spazi vasti e aperti. L’arte italiana, invece, sfogava la sua angoscia al contrario, nella monumentalità. Nell’immagine si può notare che ogni spazio, sia interno che esterno, è circondato dalle mura. C’è, oltrettutto, un forte realismo nel descrivere le scene, anche se sacre. La Madonna infatti è rappresentata come una giovane ragazza del nord, seduta a leggere un libro davanti al focolare. Le due arti, fiamminga e italiana, avevano anche una diversa concezione religiosa. Come nella prima la spiritualità si racchiudeva nel piccolo, nel secondo cose del mastodontico, ma nello stesso tempo mistico. Emergono altri temi: il bambino nella sua innocenza, l’amore per gli animali. Esiste una gamma di pittori che ebbe il suo apice interno al 1430. Campin ebbe due fratelli.
CCXXXIII IMMAGINE: PITTURA FIAMMINGA:CONIUGI ARNOLFINI
La pittura rappresentante i due coniugi fu opera di Jan Van Eyck. Il particolare è dato dallo specchio in fondo che ritrae i due coniugi di spalle e il pittore che realizza l’opera. E’ presente un forte simbolismo. Le ciabatte sono simbolo di fedeltà coniugale come il cane. Il marito tiene la mano della moglie rivolta verso l’alto. Questo deriva dalla tradizione latina del matrimonio Cum Palma o Sine palma. Questo matrimonio era Cum palma, quindi inscindibile. La veste della moglie è verde, mentre il velo bianco: questi colori indicano la verginità. Ella mostra la sottoveste azzurra: ciò significa che il Sig. Arnolfini aveva sposato la consorte per procura (rito).
L’autore riuscì a realizzare un’opera sovraccarica di simbolismo ma al tempo stesso il dipinto assume una straordinaria scioltezza.
CCXXXI IMMAGINE: PITTURA FIAMMINGA
Questo dipinto fu donato da Rolen alla chiesa. La modella che fu utilizzata per la Madonna era moglie di Van Eyck. C’era una diversa concezione di prospettiva. E’ presente una forte palpabilità data dai pannaggi dei vestiti.
CCXXXIV IMMAGINE: POLITTICO DELL’AGNELLO-MISTICO 1440
E’ la più grande opera fiamminga contenuta nella Cattedrale di Geud. L’agnello simboleggiava Cristo. La donna presenta labbra sottili, seni piccoli, pancia grossa e anche larghe. Questa è la visione a polittico aperto.
CCXXXV IMMAGINE: POLITTICO CHIUSO
Sopra è presentata l’annunciazione sovrastata dai profeti. Un dipinto di questo genere va dalla solennità al dettaglio più particolare. Tutte le erbe sono allegoriche a Cristo; cioè anche un gioco di rimandi tra le varie parti del dipinto.Il pozzo è sia simbolo di battistero che di Cristo fonte della vita. Il pannello è però rifatto.
CCXXXVI IMMAGINE: PARTE CENTRALE POLITTICO
Un altro maestro amico di Van Eyck era Rogier Van Der Weyden. Il dipinto presenta la deposizione di Cristo. Lo sfondo è d’oro quasi come se fosse una nicchia nella quale sono poste le statue. L’uomo vestito di broccato è il cancelliere Rolen. Questi pittori vissero fino a circa il 1460. poi arriverà la generazione di Hugo Van Der Goes e Hans Memlinc. Essi vissero nel periodo del tracollo del ducato di Borgogna, sotto Carlo il temerario.
Quest’ultimo  dichiarerà guerra agli Svizzeri, guerra in cui morirà. Nel 1477 Carlo lasciò un figlio e una figlia. Quest’ultima sposò Massimiliano I erede del Sacro Romano Impero. Fece giurare fedeltà alla dinastia asburgica. Dalla coppia nacquero Filippo il Bello e Margherita. Quest’ultima fu la più grande committente dell’arte fiamminga.
CCXXXVII IMMAGINE: VENEZIA
A Venezia si creò un gotico particolare, fatto di archetti molto ornati. Questo fu fatto per sfruttare i canali.
CCXXVIII IMMAGINE: AFFRESCO SICILIANO
Esso raffigura la morte come scheletro a cavallo. L’immagine è di derivazione fiamminga. Infatti l’arte fiamminga si estese via mare.
CCIXL IMMAGINE: XXXXXXXX
Fino agli anni 30 del ‘400 c’era un filone particolare, soprattutto a Firenze.
CCXL IMMAGINE: BRONZO DI UN PORTALE a confronto con CCXLI (Ghiberti e Brunelleschi)
Per il Giubileo di Firenze si preoccupò di un portale. Iniziò con la parte nord. Tema: il sacrificio di Isacco. Fu Ghiberti ad assicurarsi la committenza battendo Brunelleschi. Ghiberti dimostra una grande abilità orafa. Ghiberti raffigura un Abramo esitante. Brunelleschi invece, rappresentò un Abramo preso dalla foga, quasi come un matto. L’Isacco di Brunelleschi è un giovincello gracile, con la bocca socchiusa tipica dell’agnello sgozzato.
CCXLI IMMAGINE: CROCIFISSO IN S. CROCE
Fu realizzato da Donatello ma criticato da Brunelleschi che disse.”Mi sembra un giovane contadino crocifisso”. Egli intendeva che l’opera mancava di una certa sacralità: era troppo anatonica.
CCXLII IMMAGINE: CROCIFISSO DI BRUNELLESCHI
L’umanesimo di Brunelleschi era più moderato rispetto a Donatello.
CCXLIII IMMAGINE: OSPEDALE DEGLI INNOCENTI
Brunelleschi fu soprattutto un grande architetto. L’umanesimo italiano iniziò con l’ospedale degli innocenti. La struttura presenta grandi arcate con i tondi rappresentanti gli innocenti, Molte cose però furono rifatte e non risultano proprie del Brunelleschi. Gli architetti umanisti, escluso Michelangelo, non erano in grado di portare a termine il lavoro del cantiere. E’ colpa dell’intellettualismo, una grande genialità che, però, non riesce a portare a termine nulla. Nacque la critica al modulo, ripetibile all’infinito. L’architettura umanistica era molto austera, priva di eccessive decorazioni, soprattutto quella di Brunelleschi.
CCXLIV IMMAGINE: SACRESTIA DI S. LORENZO
Secondo l’uso fiorentino, questa era una sacrestia funebre e conteneva le spoglie dei Medici.
CCXLV IMMAGINE: CAPPELLA PAZZI
E’ un esempio di architettura austera che non si sottrae però a una sorta di ripetitività, quasi per dimostrare l’applicazione di un metodo.
CCXLVI IMMAGINE: CHIESA S. LORENZO
Anche in questo caso si può notare la ripetitività del modulo
CCXLVII IMMAGINE: S. MARIA DEL FIORE
Arnolfo di Cambio realizzò una nuova chiesa sopra una chiesa paleocristiana, si ricorda soprattutto il campanile che iniziò a realizzare Giotto. La cupola fu progettata dal Brunelleschi. Sotto la cupola si iniziò a costruire la galleria interrotta da Michelangelo. Si può notare l’elemento distanza, infatti, la cupola si vede da tutta Firenze, è l’effetto enormità. L’innovazione dell’architetto fu quella di realizzare due cupole, una esterna e una interna per non farle crollare. In parallelo a Brunelleschi si sviluppò un gruppo di giovani intorno al ‘400. A questo gruppo, il cui maestro era Brunelleschi, apparteneva Donatello.
CCXLVIII IMMAGINE: STATUA DI DONATELLO
Nella scultura è presente un tocco di classicismo.
CCXLIX IMMAGINE: CANTORIA
Si nota il fregio continuo degli angeli.
CCLX IMMAGINE: CANTORIA
E’ ad opera di Luca della Robbia.
CCLXI IMMAGINE: PORTA DEL BATTISTERO
Ghiberti con la realizzazione di questo portale dimostrò un umanesimo moderato. L’umanesimo radicale, infatti, era una scelta ideologica che voleva distaccarsi dal medioevo per sottolineare gli elementi innovativi. Di Ghiberti si ricorda la sua capacità tecnica.
CCLIII IMMAGINE: STATUA XXX LARENTIA
La scultura è ad opera di Jacopo della Quercia, maggior esponente di  un umanesimo irrequieto e turbato. Nel frattempo Masolino da panicate realizza le pale dell’altare
CCLIII IMMAGINE: PALA D’ALTARE
CCLIV IMMAGINE: PALA D’ALTARE: POLITTICO DI REGGELLO
Masaccio negli anni 20 realizzò opere come questo polittico che tiene ancora elementi gotici ma con corpi già robusti. Masolino, maestro di Masaccio, non trasmise molto all’allievo ne viceversa.
CCLV IMMAGINE: POLITTICO DI S. ANNA
La Madonna col bambino sono di Masaccio, mentre S. Anna è di Masolino. Era destinato al monastero di Pisa. I due ricevettero l’incarico di affrescare la cappella di S. Pietro di S. Maria del Carmine.
CCLVI IMMAGINE: AFFRESCO:CACCIATA DAL PARADISO TERRESTRE
Fu Brancacci a commissionarla tanto che la cappella prese il suo nome. Gli affreschi comprendevano il ciclo di storie di S. Pietro più la cacciata dell’Eden. In quest’ultimo è presente la bruttezza.
CCLVII IMMAGINE: AFFRESCO: TRIBUTO DI S. PIETRO
CCLVIII IMMAGINE: AFFRESCO: CROCIFISSIONE
Masaccio in questo affresco rappresenta la Trinità. La volta a cassettoni da meglio l’idea della prospettiva. A questo punto Masaccio e Masolino si divisero. Masaccio morì, ma Masolino si trasferì a Castiglione Olona. Qui egli chiamò artisti diversi. Il borgo presenta caratteristiche di diversi stili, poiché gli artisti provenivano da zone molto diverse. Per questo è un borgo armonioso che rappresenta la città ideale.
CCLIX IMMAGINE: CHIESA DI CASTIGLIONE
Castiglione Olona era strutturata in maniera che potesse costituire una nuova Gerusalemme Celeste. Le due statue facciata della chiesa sono S. Bernardo e S. xxxxxxxxxxx
CCLX IMMAGINE: AFFRESCO XXXX BATTISTERO
La volta è dominata da uno stile senese anche se l’affrescatura fu guidata da Masolino. Una volta non era un battistero, ma una cappella dedicata al Cardinal Braida. Venne chiamato battistero perché le storie degli affreschi erano dedicate a G. Battista.
CCLXI IMMAGINE: PRESBITERIO
Sul presbiterio vi sono raffigurate le storie della Vergine.
CCLXII IMMAGINE: BATTAGLIA DI S. ROMANO
E’ ad opera di Paolo Uccello. L’opera si presenta quasi come astratta.
CCLXIII IMMAGINE: CENACOLO DI S. APOLLONIA
Fu realizzato da Andrea del Castagno, con una grande prospettiva architettonica. Intorno al 1435-36, dopo un periodo di guerre di fazioni, a Firenze si impose la famiglia dei Medici con Lorenzo. I Medici colsero l’occasione della S. Sede. Il Papa si era trasferito nel 300 ad Avignone. Dopo alcuni anni ritornò a Roma. Dopo Gregorio fu eletto il pugliese Urbano VI. Ci fu un periodo chiamato dei tre papi in quanto ce n’era uno ad Avignone, uno a Roma e uno a Pisa. Fu riconosciuto Martino V nel 1416, consacrò l’altare maggiore di Milano e tornò a Roma, cercando di rimettere in ordine le cose. Quando morì fu eletto Eugenio IV , però cacciato dai romani. Così Firenze diventò sede del papato, precisamente S. Maria Novella. A questo punto l’imperatore romano si trovò di fronte al problema dei Turchi. Così a Firenze esplose l’arte greca.
CCLXIII IMMAGINE: S. MARIA NOVELLA
Leon Battista Alberti era un artista molto eccentrico che lavorò in molte città. Diede prova del suo genio in questa cattedrale.
CCLXIV IMMAGINE: AFFRESCO ULTIMA CENA
A dimostrazione di come fosse complicata l’integrazione fra antico a moderno si ha la pittura di Beato Angelico. Egli era molto austero e riusciva a trasmettere questo nella sua pittura in un umanesimo moderato.
CCLXV IMMAGINE : LA PRIMAVERA DI BOTTICELLI
Quando nel 1494 Piero fu cacciato e Firenze entrò in un periodo di crisi in cui a comandare fu Savonarola.
CCLXVI IMMAGINE: URBINO
Fino ai primi anni del 400 era solo un piccolo borgo  detenuto dalla famiglia dei Montefeltro. Federico riuscì a fare di questo borgo una città d’arte anche se circoscritta  dalle mura del grande palazzo dei duchi. Per realizzare il palazzo Federico chiamò vari artisti provenienti da più zone.
CCLXVII IMMAGINE: BIBLIOTECA DI FEDERICO
La biblioteca è costituita da preziosissimi intagli di artisti umbri con sopra pitture fiamminghe.
CCLXVIII IMMAGINE: DIPINTO: LA FLAGELLAZIONE
Uno degli artisti più importanti era Piero della Francesca che diventò il più grande realizzatore membro della prospettiva. L’interpretazione iconografica è molto complessa. Si nota sullo sfondo la flagellazione ma non si è sicuri dei personaggi in primo piano. A Urbino la prospettiva diventò una vera scienza matematica diretta da Luca Bacioli.
CCLXIX IMMAGINE: PITTURA FIAMMINGA
Emerge il gusto dei contrari
CCLXX IMMAGINE: CICLO DELLA XXX CROCE
Realizzato da Pietro della Francesca si trova ad Arezzo.
CCLXXI IMMAGINE: TEMPIO MALATESTIANO
Fu una grande svolta trasformare una chiesa in un tempio. Questo tempio non è tuttavia completato. Fu iniziato da Leon Battista Alberti. Questa costruzione risulta l’edificio italiano nel quale si respira di più la paganità. Infatti Sigismondo Malatesta passò la vita a farsi scomunicare.
CCLXXII IMMAGINE: CAPPELLA SISTINA
A Roma, Eugenio IV, dopo il periodo fiorentino morì. Niccolò V papa, fu un grande umanista che commissionò Leon Battista Alberti per ricostruire la basilica di S. Pietro nel 1453, anno in cui venne anche conquistato Costantinopoli. Cadde, a questo punto, l’impero romano d’Oriente. Anche l’arte venne a mancare del suo equilibrio. Dopo Nicolò V si susseguirono una serie di papi poco importanti per la committenza, sino a Sisto IV secondo papa francescano. Nonostante il suo ordine di provenienza , fece molte committenze: la più importante fu la Cappella Sistina. Essa riassume il se il meglio della pittura umbra e fiorentina.
CCLXXIII IMMAGINE
CCLXXIV IMMAGINE: STANZA DI LUCREZIA
Con Alessandro VII Borgia nacque un periodo nefasto ma ricco di committenze. Alessandro dedicò alla figlia Lucrezia la stanza più bella del palazzo. Dopo Avignone i papi avevano lasciato il laterano per risiedere in Vaticano per due ragioni: una militare e una simbolica. Il Papa, successore di Pietro, doveva vivere sopra la tomba di questo. Alessandro VI e i suoi successori iniziarono ad aggiungere e ad adornare stanze per uso privato. Nel dipinto in figura è presente il ciclo di S:Teresa e le tematiche di Iside e Osiride.
CCLXXV IMMAGINE: CICLO AFFRESCHI CAPPELLA , BIBLIOTECA XXXXX
Pintoricchio. Giuliano della Rovere, nipote di Sisto IV non venne accettato dai Borgia. Venne eletto vecchissimo il nipote di Pio II, Pio III. Durò un mese, ma organizzò una grande committenza, come l’altare di Andrea Bregno. Dietro realizzò una biblioteca affrescata da Pintoricchio aiutato da Michelangelo da giovane. Nacque con quest’opera la pittura di storia che diventerà modello della pittura del 500. Qui sono raffigurate le storie di Pio III.
CCLXXVI IMMAGINE: AFFRESCHI CAPPELLA DI BRIZIO (DUOMO DI ORVIETO)
Dopo Alessandro VI fu realizzato questo capolavoro sa Luca Signorelli. Il ciclo raffigura le vicende degli ultimi tempi, l’inferno e il paradiso. Per la prima volta un artista riesce a dipingere dei nudi giganteschi, non erotici. L’opera rappresenta le paure antiche del medioevo proiettate nel futuro. Michelangelo fu un seguace di Signorelli.
CCLXXVII IMMAGINE: SCULTURA BRONZO EQUESTRE
Nel 1444 nel Veneto, precisamente a Padova, arrivò Donatello e lavorò nella zona della basilica di S:Antonio. Eseguì l’altare maggiore e il monumento al Gattamelata. E’ un opera innovativa perché il primo monumento equestre in bronzo dopo i romani. E’ posto su un’altissima base in Piazza del sarto. Questo modello piacque molto tanto che Andrea del Verrocchio ne realizzò altri.
CCLXXVIII IMMAGINE: MONUMENTO EQUESTRE
(VENEZIA)
Opera del Verrocchio dedicato a Bartolomeo Colleoni a Venezia
CCLXXIX IMMAGINE: PITTURA VENEZIANA
A Venezia non esisteva più un arte tardo gotica ma un umanesimo moderato. La grande famiglia dei Gentili ne era committente.
CCLXXX IMMAGINE:
Antonello da Messina era un artista siciliano formatosi però a Napoli dove elaborò la pittura a olio. In questo periodo, a Milano, gli Sforza mandarono un pittore lombardo a studiare la pittura fiamminga, Zanetto Bigatto.
CCLXXXI IMMAGINE: MADONNA XXX
Si trova a Gazzada (ed è opera di Zanetti). E’ il frammento di un polittico ad opera di un anonimo.
L’immagine CCLXXX rappresenta S. Gerolamo in uno stile ricco di maniacali particolari tipico della pittura fiamminga. Antonello a Venezia realizzò la Pala di S. Cassiano
CCLXXXII IMMAGINE:PALA S. CASSIANO
E’ rivoluzionaria dal punto di vista iconografico. La Madonna in tronco è al centro con sotto i santi in una struttura piramidale.
CCLXXXIII IMMAGINE: ANNUNCIAZIONE
Leonardo Da Vinci negli anni a partire dal 1452 era un artista autonomo. E’ presente, in questa immagine, un grande amore per la natura. L’elemento più arcaico e classicizzante è il leggio della Madonna. Egli realizzò per primo il Chiaro-Scuro.
CCLXXXIV IMMAGINE: RITRATTO
La testa è molto geometrica, la natura molto ostile, sono tipici di Leonardo.
CCLXXXV IMMAGINE: ADORAZIONE DEI MAGI
In questo dipinto Leonardo tentò di presentare nuove tecniche. Dato che a Firenze mancavano le committenze Leonardo si trasferì a Milano nel 1482.
CCLXXXVI IMMAGINE: PORTALE CASTELLO SFORZESCO (DIPINTO)
Ai Visconti si susseguirono gli Sforza. Francesco fece realizzare l’Ospedale civico di Milano, un luogo che diventò il modello in tutta Europa di efficienza sanitaria. Francesco Sforza è debitore, per i suoi successi, di soldi che gli furono finanziati.
CCLXXXVII IMMAGINE:
Vincenzo Foppa realizzò questo affresco nel Banco Mediceo di Milano.
Il bambino legge libri di Cicerone; sono proprio i libri l’elemento fiammingo di questo affresco.
LXCCC IMMAGINE: CAPELLA XXXXXXX
XCCC IMMAGINE: INTERNO CAPPELLA
Fu dipinta dai Foppa
XCCCI IMMAGINE. POLITICO DI TREVIGLIO
Il figlio di Francesco, Galeazzo, fu un grande committente alla fiamminga. Egli però fu assassinato. Essendo il figlio troppo piccolo gli successe Ludovico il moro che applicò un’intelligente politica. Fece arrivare grandi artisti da Urbino a Firenze: Bramante e Leonardo. Da qui fiorì l’arte in Lombardi.
XCCCII IMMAGINE: MANTOVA:BASILICA DI S. ANDREA
L’arrivo de questi artisti aveva avuto una complicanza di tipo matrimoniale. Ludovico aveva sposato Beatrice d’Este, figlia dei Signori di Ferrara, ma parente dei Gonzaga di Mantova. In Lombardia esistevano tre ducati: Milano, Mantova e Lombardia Orientale, Bergano, Brescia e Crema erano sotto il Veneto. A Mantova arrivò Leon Battista Alberti. I Gonzaga realizzarono un grande palazzo, grande quasi 1/3 della città antica. Uno di quei muri contiene il Castello di san Giorgio. Fecero realizzare anche la camera degli Sposi, affrescata da Andrea Mantenga.
XCCCIII IMMAGINE: CAMERA DEGLI SPOSI
Mantenga per l’aFfresco realizzò una pedana su cui far svolgere la scena: non si riesce più a distinguere ciò che è reale e ciò che non lo è.
XCCCIV IMMAGINE: PALAZZO SCIFANOIA:AFFRESCO
L’altra casa committente è quella degli Este di Ferrara. Bosto fece di Ferrara una città d’arte e un luogo di piacere, ricca di teatri e centri sportivi. Nacque il concetto moderno di relax. L’affresco mostra infatti un momento xxxxx di giochi ippici. In alto c’è il trionfo del mese con le attività protette della corrispondente divinità. Il ciclo era giudicato da Francesco del Cosso ed Erode de Roberti. Questi pittori appartengono alla scuola ferrarese, una scuola che durò circa 20 anni. Lo stesso vale per l’arte lombarda.
XCCCV IMMAGINE: PALA DI PORTO
La tela si trovava nella chiesa di Santa Maria del porto. Ora è a Brera. L’opera, con la Madonna e il bambino in trono, fu opera di De Roberti. La particolarità è che il trono è sopraelevato e permette di vedere uno scorcio di Ferrara.
XCCCVI IMMAGINE: PALA DI S. ZENO
Nel periodo Padovano Mantenga acquisì uno stile di umanesimo radicale. A Padova, infatti, c’era l’università, un luogo ricco di stranieri e poco ortodosso. Fu qui che nacque il latino maccheronico.
XCCCVII IMMAGINE: PALA IMMACOLTA CONCEZIONE: LA MADONNA DELLE ROCCE
Leonardo fu commissionato per la Pala dell’Immacolata nella chiesa di San Francesco a Milano. I Francescani erano fissati con l’immacolata concezione tanto che il Papa Sisto IV fece molte committenze di questo genere. Oltre a Leonardo furono incaricati anche i fratelli De Pretis. Era una novità per l’arte lombarda un’opera in cui la Madonna, S. Anna, Cristo e S: Giovanni si trovano in una grotta e si indicano a vicenda con giochi di sguardi.
XCCCVIII IMMAGINE: MADONNA CON L’ERMELLINO
Lo sfondo nero in realtà era azzurro. Si presume che inizialmente facesse parte di un xxxx. Nell’opera ci sono riferimenti alla pittura fiamminga. Leonardo studiò molto la natura e fu un grande anatomista. L’icasticità di questo quadro è notevole. E’ la prima volta che a un quadro si da il nome di un xxxxx.
IXCCC IMMAGINE: STUDI ANATOMICI
In queste immagini si notano gli studi di anatomia di Leonardo e la sua scrittura da destra a sinistra.
CCC IMMAGINE: IL CENACOLO (SANTA MARIA DELLE GRAZIE)
L’ultima cena venne affrescata nel refettorio del convento domenicano di S. Maria delle Grazie. Fu di committenza sforzesca. Il dipinto subì molte modifiche anche a causa degli esperimenti stessi di Leonardo. Fu aperta una porta che escluse i piedi di Gesù e fu bombardata durante la II guerra mondiale. Di Leonardo in questo affresco rimane poco, poiché è tutto ristrutturato. Gli apostoli sono a gruppi di tre intenti a capire chi sarà a tradire Gesù. La tavola è imbandita alla fiamminga. Gli specchi neri ai lati in realtà dovevano essere arazzi, rossi e d’oro.
CCCI MMAGINE: SALA DELLE ASSE DEL CASTELLO SFORZESCO
La volta è completamente dipinta con alberi il cui tronco parte dalle pareti e le foglie e i rami coprono la volta.

CCCII IMMAGINE: TIBURIO DI S. MARIA DELLE GRAZIE
Leonardo e Bramante collaborarono a ricostruire la chiesa di S. Maria delle Grazie. Essi realizzarono questo tiburio.
CCCIII/CCCIV IMMAGINE: INTERNO DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE
Furono realizzati “graffiti” chiamati incisioni lombarde. Sotto la cupola perpendicolarmente venne posizionata la tomba di Ludovico il moro.
CCCV IMMAGINE: S. SATIRO BRAMANTE
La filosofia moderna mandò in crisi il concetto. L’abside è finto di legni e stucco che danno l’effetto della lunghezza, creando una architettura virtuale. La pianta è a T. L’architettura, quindi, assunse un valore simbolico, diventando simbolo di se stessa. In S. Satiro è sicuro il ruolo esclusivo di Bramante dovuto dal fatto che è presente una struttura a cubo sovrastato dal coro.
CCCVI IMMAGINE: CRISTO ALLA COLONNA
Il corpo di Cristo è in primo piano. I colori sono metallici perché mischiati con polvere d’argento. Sul davanzale c’era un’urna contenente l’eucaristia. C’è una sorta di gioco e finezza ideologica data dal corpo vero di Cristo in primo piano e l’eucaristia sullo sfondo.
CCCVII IMMAGINE: PALA DI CASTEL FRANCO
Tra i pittori veneti si ricordano Tiziano e Gigione. Questo dipinto è opera di Giorgine. Qui venne applicato lo schema piramidale della madonna in trono di Antonello da Messina.
CCCVII IMMAGINE: I TRE FILOSOFI (VIENNA)
Dai raggi x si scopre che inizialmente quest’opera doveva essere un adorazione dei magi. Venne modificato facendo intendere che Dio sta nella natura.
CCCVIII IMMAGINE: LA TEMPESTA (VENEZIA)
Eva sta allattando Caino e Adamo è vestito per la vergogna. La tempesta è la punizione per il peccato originale. La vera protagonista del quadro è la natura.
CCCIX IMMAGINE: MADONNA DELLA SCALA (FIRENZE)
Nel 1454 si verificò la Pace di Lodi che portò ad un equilibrio. Si costituirono 5 grandi stati: il Ducato di Milano, la Repubblica di Firenze, lo Stato della chiesa, la Repubblica di Venezia, il Regno di Napoli.
1494-1559 segnarono le Guerre d’Italia. Questa crisi politica coincise con una crisi religiosa che vedrà delinearsi il Protestantesimo. (1517)
Nel 1492 si verificò un grande evento: la scoperta dell’America, mentre nel 1494 il raggiungimento di Capo di Buona speranza. Si delinearono gli imperi transoceanici. (Spagna e Portogallo).
Nel 1500 diventò Papa Alessandro VI Borgia, in grado di creare una politica mondiale. Michelangelo nacque nel 1475 (1564) in una famiglia di nobili decaduti: Lorenzo il Magnifico nel 1489 lo adottò, facendolo vivere a palazzo come un figlio.
L’iconografo di Michelangelo fu Poliziano. In quest’opera emergono: la bellezza del bambino che contorcendosi sembra voler tornare nel grembo materno, il naso alla greca della Madonna.
CCCX IMMAGINE: LOTTA DEI CENTAURI (FIRENZE)
Michelangelo era innamorato dei corpi maschili nudi. Non casualmente i tre più grandi geni dell’antichità avevano una concezione particolare della sessualità. Per realizzare la  centauromachia andò a studiare un sarcofago nel campo santo di Pisa. L’artista scoprì la bellezza del marmo.
CCCXI IMMAGINE: BACCO FIRENZE
Quando Michelangelo arrivò a Roma Jacopo Galli commissionò il Bacco. E’ una scultura di tono classico. Jacopo Galli diventò mediatore presentando Michelangelo al Cardinale di S. Dionigi che commissionò, da parte dei re di Francia, la cappella Sistina in Vaticano. (1499)
CCCXII IMMAGINE: LA PIETA’
Grande opera scultorea religiosa (S. Pietro)
CCCXIII IMMAGINE: TONDO DONI
Il bambino è raffigurato non come un dio ma proprio come un bambino in quanto è Dio fatto uomo. Michelangelo non sa raffigurare le donne. Egli predilige infatti il corpo maschile.
CCCXIV IMMAGINE: TONDO TADDEI
CCXV IMMAGINE: TONDO PITTI
Questi due tondi sono importanti, in quanto essendo i committenti suoi amici, mette più sentimento
CCCXVI IMMAGINE: S. MATTEO
Nel 1502 riceve una committenza per un ciclo di statue degli apostoli per il Duomo di Firenze. L’unica che realizza è però S. Matteo. La figura è come se fosse imprigionata nel marmo e stesse lottando per uscire. E’ un’opera protomanierista.
Nel 1503 Piccolonini chiede a Michelangelo di realizzare l’altare di Siena.
Intanto a Firenze operava Leonardo.
CCCXVII IMMAGINE: STATUA S. XXXXX DI BAMBINO
Egli realizza questo cartone che diventerà il prototipo.
CCCXVIII IMMGINE: S. XXX COL BAMBINO
Il groviglio delle persone è impressionante.
CCCXIX IMMAGINE: GIOCONDA
Francesco di Giocondo chiese a Leonardo di ritrarre sua moglie. Una volta questa tela era più ampia perché aveva intorno una struttura architettonica che poi fu tolta per adattarla alla cornice del Louvre. Il colore della pelle della Gioconda perché si ha paura di rovinarla restaurandola. Questo quadro è un icona, cioè un immagine che entra nell’immaginario collettivo per mettere da parte ragioni storiche e artistiche. Nell’opera si nota l’amore per il paesaggio tanto che Leonardo invece di iniziare il quadro ritraendo la donna iniziò dal paesaggio stesso.
CCCXX IMMAGINE: BATTAGLIA DI ANGHIARI
Il palazzo della Signoria fu adornato da un’opera di tema equestre commissionato a Leonardo da Macchiavelli. L’artista realizzò quest’opera con la cera, ma non riuscì a terminarlo. Michelangelo si arrabbiò perché a lui non furono commissionati affreschi, ma alla fine ottenne la commissione di una battaglia.
CCCXXI IMMAGINE: BATTAGLIA DI CASCINA
In questa sorta di “orgia di nudo” Michelangelo si ispira all’antica centauromachia. Questo è solo un cartone perché Michelangelo si rifiutò di realizzare l’opera per non orla accanto alla battaglia di Anghiari.
CCCXXII IMMAGINE: LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE
Raffaello nacque a Urbino nel 1483. Lavorò accanto a Pinturicchio. Quest’opera illustra un tempio a pianta centrale e una precisa prospettiva. Michelangelo gli commissiona un’opera: precisamente un ritratto.
CCCXXIII IMMAGINE: RITRATTO MADDALENA STROZZI
L’impostazione è simile a quella della Gioconda e con questo acquisì notorietà.
Realizzò molti ritratti di madonne. Raffaello tornò a Perugia.
CCCXXIV IMMAGINE: SEPOLTURA DI CRISTO
In questo quadro dimostra di aver acquisito i metodi di Leonardo e Michelangelo. Sia Michelangelo che Raffaello dopo il 1505 si trasferirono a Roma.
CCCXXV IMMAGINE: TEMPIETTO S. PIETRO IN MONTORIO
Fu realizzato a Roma da Bramante sul presunto luogo in cui fu crocifisso Pietro. Lo stile è il prototipo rimpicciolito su cui si ispirerà la ricostruzione di S. Pietro.
CCCXXVI IMMAGINE: PIANTA CAPP
Nel 1503 dopo il breve papato di Pio III venne eletto Giulio II. Questo papato si rivelò in un grande progetto politico: il Papa doveva eliminare i tiranni e i vassalli presenti in Santa Sede; impedire alle monarchie europee il predominio in Italia. Per fare ciò Giulio II doveva rilanciare l’immagine di Roma soprattutto dando al Vaticano l’impronta del papato. Doveva essere una politica d’immagine. La prima operazione di xxseologia fu effettuata da Bramante per i musei per il Castello del Belvedere. Le operazioni del Papa erano: Cappella Sistina, museo Castello Belvedere, S. Pietro e la tomba di Giulio II e l’appartamento papale. Premessa questa unicità delle costruzioni, questa è la pianta di S. Pietro progettata da Bramante che vinse il concorso. La novità di Bramante fu quella di una basilica di pianta centrale con una cupola al centro gigantesca accompagnata da oltre 4 più piccole laterali. Si ispira al Duomo di Milano. I collaboratori di Bramante come Michelangelo proposero la pianta longitudinale per ritornare al progetto originale. Questo schema sacrifica alla bellezza simbolica lo spazio per i fedeli. Giulio II commissionò la sua tomba a Michelangelo. Il progetto prevedeva 40 statue. Così l’opera venne accantonata. Venne invece reimpostato il Castello del Belvedere nella lunghezza.
CCCXXVII IMMAGINE: CASTELLO BELVEDERE
Su questo modello si ispirò anche Versaille. Sui lati immensi vi sono corridoi. A metà del 500 fu costruito un impianto trasversale adibito alla biblioteca. Nel 506 il Papa pose la prima pietra della nuova S. Pietro. Nello stesso anno venne distrutto il ciclo di affreschi della sua abitazione per dipingere la Cappella Sistina, commissionata la prima a Raffaello, la seconda a Michelangelo.
CCCXXVIII IMMAGINE: CAPPELLA SISTINA
Michelangelo, però, era scultore. Nel 1508 Michelangelo venne a capo dell’impresa che realizzò nel 1512. La volta era piena di gibbosità e permeabile all’umidità. I riquadri centrali sono alternati grandi e piccoli con due storie: il diluvio e la creazione. Ai lati dei riquadri brevi ci sono dei giovani che reggono la medaglia della vittoria di Israele. Negli spazi tra i pennacchi sono raffigurati i profeti e le sibille. Nei pennacchi a lunette c’è il ciclo degli antenati di Cristo. Negli altri pennacchi gli avversari di Israele. Questa illustrazione dimostra una grande complessità ricca di temi. Tra questi la continuità della storia, la dialettica continua tra  la bontà di Dio e il peccato dell’uomo. Le raffigurazioni spaziano dal monumentale al miniaturismo. C’è un’estrema chiarezza cromatica.
CCCXXIX IMMAGINE: CREAZIONE DI ADAMO
La mano di Dio sfiora la mano di Adamo , non ha bisogno di toccarlo perché la sua potenza è immensa. Per Michelangelo l’arte era la raffigurazione di uomini nuovi. Non riusciva ad esprimersi al meglio nelle donna, paesaggi e ritratti.
CCCXXX IMMAGINE: SIBILIA ERITREA
L’angioletto che soffia sulla lucerna è un particolare molto significativo.
CCCXXXI IMMAGINE: LUNETTA CON ANTENATI DI CRISTO
Qui appaiono le caratteristiche del manierismo fiorentino. Nel 1512, quando Michelangelo terminò la Cappella Sistina, a Roma arrivò Leonardo. Quando vide l’opera disse che era grandiosa ma segnava un principio e una fine, ovvero  meglio di Michelangelo avrebbe dipinto solo Dio. Infatti Michelangelo aveva fatto fare all’arte un salto di quattro secoli. Dopo di lui vi fu un periodo di rottura per l’arte stessa. (manierismo)
CCCXXXII IMMAGINE: RITRATTO DI GIULIO II 1512
Quest’opera fu realizzata da Raffaello che ritrasse il pontefice fisicamente malandato, perché anziano, ma in una sfera spirituale.
CCCXXXIII IMMAGINE: STUDIO DEL PONTEFICE
Il pavimento è in stile cosnatesco, la volta raffigura la vittoria delle virtù a delle arti, le lunette con raffigurazioni del trionfo di quattro scienze: la teologia, letteratura, filosofia, diritto.
CCCXXXIV IMMAGINE: TRIONFO DELLA TEOLOGIA
Vasari la definì la disputa del sacramento ma è sbagliato. E’ il trionfo della trinità. La luce rappresenta  l’unità di Dio, che ovviamente non può che essere rappresentata con un altare.
CCCXXXVI IMMAGINE: TRIONFO DELLA FILOSOFIA
E’ detta anche Scuola di Atene. Sotto un grande tempio, che assomiglia a S. Pietro, si svolge la scena. Ci sono due nicchie con le statue di Minerva e Apollo. Quelli che stanno dalla parte di Minerva sono: filosofi sistematici, da quella di Apollo quelli non logistici (come Platone). All’estrema destra Raffaello ha raffigurato se stesso. Raffaello e Spadona non sono due personaggi ma due spettatori.
CCCXXXVII IMMAGINE: TRIONFO DEL DIRITTO
Raffaello rappresenta il diritto civile e canonico. Quello civile a fianco della filosofia e quello canonico vicino alla teologia. Ci sono diversi episodi: da una parte Giustiniano che riceve il Corpus Iuris Civilis e dall’altra il Papa Gregorio IX che riceve il Corpus Iuris Canonicis. Ciò che risulta particolare è la lunetta che raffigura le Tre Grazie. Il simbolo è il bello=vero=buono. La giustizia non è solo un opera di verità ed etica, ma anche di bellezza, per creare un mondo che sia solo più vero e più giusto, ma anche più bello.
CCCXXXVIII IMMAGINE: TRIONFO DELLA LETTERATURA
La scena è ambientata sul Parnaso, monte della Grecia. Raffaello ha il problema della finestra. Sopra di essa sono raffigurati i poeti con al centro Apollo. Dante appare due volte.
CCCXXXIX IMMAGINE: NASCITA DI VENERE
Mentre Raffaello stava lavorando a quest’opera gli fu commissionata la decorazione del Palazzo della Farnesina. Agostino Chigi comprò il palazzo. Questa pittura è profana non solo perché c’è il tema mitologica, ma perché è presente un forte carattere erotico e di vitalismo che coinvolgono l’uomo e la natura. Emerge l’ideale di figure femminili fisicamente possenti.
CCCXL IMMAGINE: SALA DELL’INCONTRO DI BORGO:CACCIATA DI ELIODORO
Il tema è quello del papato che salva i suoi nemici e il suo popolo. Al centro il sacerdote che prega, a destra Eliodoro attaccato dagli angeli e a sinistra Giulio II che fa da spettatore. I personaggi vestiti di nero sono guardie svizzere. Gli abiti di questi ultimi furono rimodellati da Michelangelo. La pittura di Raffaello si è incupita nel colore.
CCCXLI IMMAGINE: MESSA DI BOLSENA
Raffigura un episodio storico di un sacerdote che spezzando l’ostia sporcò di sangue la tovaglia dell’altare che fu portata al Papa e ora custodita nel Duomo di Orvieto in un corporale.
L’attore è al centro posto di lato breve e anche qui c’è l’immagine del Papa che combatte le eresie.
CCCXLII IMMAGINE: LIBERAZIONE S. PIETRO DAL CARCERE
L’episodio è tratto dagli Atti degli Apostoli. A sinistra c’è la folgorante presenza dell’angelo che si sposta al centro e poi a destra. Raffaello dimostrò la sua bravura paesaggistica nel tramonto.
CCCXLIII IMMAGINE: INCENDIO DI BORGO
Qui è dimostrata l’opera di beneficenza del Papa Leone IV che, secondo la tradizione, spense l’incendio. Al centro in alto appare la vecchia basilica di S. Pietro. A sinistra c’è l’immagine mitica di Enea e Anchise che scappano da Troia in fiamme. Questo per stabilire il nesso tra mondo classico e cristiano definendo Roma come erede di Troia. Le figure nuove, possenti e vigorose, sono un riferimento palese a Michelangelo.
CCCXLIV IMMAGINE: RITRATTO LEONE X
Nel 1512, finita la decorazione della Sistina ma con molte opere ancora in sospeso, Giulio II morì e gli successe Leone X, un Papa giovane, Giovanni De Medici (vero nome). Egli mirò a farsi rappresentare come rappacificatore dell’Europa. Questo è il suo più famoso ritratto eseguito da Raffaello. E’ molto differente rispetto a quello fatto a Giulio II. Qui il Papa si fa rappresentare come intellettuale, con la lente in mano intento ad esaminare i documenti.
CCCXLV IMAMGINE: CARTONE PER ARAZZI
La terza stanza viene terminata con una serie di altri dipinti. Per la Cappella Sistina Raffaello fa dei cartoni con dei disegni per affidarli ai fiamminghi che li trasformeranno in arazzi. In queste opere c’è il ritorno del tema della natura. Il lago, sembra quello Genazeret; è invece il Trasimeno.
CCCXLVI IMMAGINE: VILLA MADAMA: GROTTESCHE
Raffaello alla morte di Bramante prese in mano il cantiere per il restauro di S. Pietro. Ma la sua opera architettonica più bella è Villa Madama. Leone X denominò Raffaello conservatore delle antichità di Roma. Si passò dall’idea della distruzione dei monumenti per ricavarne gesso, alla conservazione di questi. In questo compito Raffaello ebbe l’occasione di entrare nella Domus Aurea e applicò questo schema nella Villa Madama: questa è la decorazione a grottesca. Raffaello mandò al nord due opere: una a Bologna (Pala S. Cecilia), l’altra a Piacenza (Pala S. Sisto).
CCCXLVII IMMAGINE: PALA S. CECILIA 1515 BOLOGNA-PINACOTECA NAZIONALE
S. Cecilia è la patrona dei musicisti. La Santa è al centro con ai piedi una serie di strumenti musicali. Questo è il raffaellesco emiliano.
CCCXLVIII IMMAGINE: MADONNA DI S. SISTO
Nel XVIII secolo fu acquistata da un conte di Sassonia. Sono famosi gli angioletti alla base. E’ un’opera eccezionale per due motivi: l’effetto teatrale (sembra che si apra un sipario) e la dialettica sottile tra le figure maggiori e l’innocenza degli angioletti, un linguaggio che va dall’aulico al quotidiano. Lo spazio non esiste; è negato dalle nubi. Il contesto grazie alle tendine verdi. Con queste opere, nel 1520, Raffaello raggiunse il suo apice.
CCCXLIX IMMAGINE: RESURREZIONE DI LAZZARO 1
L’opera è realizzata da Michelangelo e Giulio Romano.
CCCL IMMAGINE: RESURREZIONE DI LAZZARO 2
Anche questa è realizzata da Michelangelo e Giulio Romano. Alla morte di Leone X venne eletto l’ultimo papa non italiano, Adriano, ma per pochi anni. Poi fu eletto Clemente VII. Nel 1527 ci fu il Sacco di Roma. Nel 1513, con la morte dell’imperatore Massiminiano, fu eletto Carlo V il più grande imperatore del Sacro Romano Impero. I domini di Carlo V erano: Italia, Spagna, Paesi Bassi e colonie americane. Ciò comportava un grande mercato d’arte nel mondo. Tutto iniziò alla fine del 400 quando Enrico IV l’impotente ricevette due proposte di matrimonio, indirizzate alla sorella, da due suoi cugini. Ciò comportava la scelta o di costituire un impero mediterraneo o continentale. Sorse il problema che i re cattolici ebbero un figlio maschio,  (gli altri erano protestanti): Giovanni, Giovanna e Caterina. Enrico VII sposò Caterina con la quale divorziò e diede origine allo scisma. Giovanni e Giovanna sposarono rispettivamente una sorella e un fratello, figli dell’imperatore Massimiliano. ;margherita e Filippo. Le cose non andarono come il previsto perché Giovanni morì e Margherita rimase vedova senza eredi. Così Giovanna diventò erede al trono di Spagna. Filippo, però, morì e, siccome Giovanna era innamorata del marito, a causa di questo lutto impazzì. Tutto passò nelle mani di Carlo figlio di Giovanna. Questa era la monarchia europea che aveva come rivale quella francese. Solinavo il magnifico (sovrano turco) fu insieme a Carlo V, Francesco I ed Enrico VIII uno dei più grandi sovrani committenti. Nel 1527, così, i Lanzichenecchi, fecero il Sacco di Roma nel quale furono distrutte molte opere. Per questo motivo i seguaci di Raffaello, spostandosi, diffusero l’arte di Raffaello. L’eccezione era Michelangelo. Approfittando del Sacco di Roma e del Papa imprigionato, a Firenze venne restaurato il dominio di Firenze. Per Clemente VII era importante salvare Michelangelo.
CCCLI IMMAGINE: TOMBA GIULIO II-PRIGIONI: SCHIAVO MORENTE
La grande impresa a cui Michelangelo si dedicò per un trentennio è la Tragedia della sepoltura, tomba di Giulio II, nella chiesa di S. Pietro in Vincoli. Michelangelo realizzò una serie di statue che poi non posizionò: i prigioni. Sono schiavi che simboleggiano la forza dell’anima di liberarsi. Per fare ciò utilizzò la tecnica del non finto.
CCCLII IMMAGINE: MOSE’ IN TRONO
Mosé è indignato perché gli Ebrei hanno costruito l’agnello d’oro. Un bell’effetto è dato dal panneggio col ginocchio scoperto.
Xxxxx
Michelangelo negli anni di Clemente venne messo all’opera di realizzazione le tombe dei Medici in S. Lorenzo. Mentre Michelangelo era impegnato in questo e i Raffaelleschi si espandevano nacque il Manierismo. Di questo si diedero due definizioni. Allora era considerato solo fiorentino, oggi invece un fenomeno regionale. Il manierismo è la risposta a due crisi: una esterna dell’arte, cioè religiosa e politica, l’altra dovuta al fatto che Michelangelo e Raffaello avevano dato una svolta troppo brusca all’arte stessa e in un tempo troppo limitato. L’esigenza di innovazione distaccandosi dai modelli di questi due autori è espressa, appunto, dal Manierismo.
CCCLIII IMMAGINE: AFFRESCO SACRO MONTE DI VARALLO
In Lombardia i primi 35 anni del 500 furono un periodo terribile, di contese tra Sforza e Francesi. Duca di Milano diventò Carlo V. Ci furono 3 grandi artisti, tra questi Gaudenzio Ferrari che realizzò il Sacro Monte di Varallo Sesia, dove in una serie di cappelle vennero realizzate opere che rappresentavano le storie di Cristo. Dal paradigma di Varallo ne nacquero molti. Il gusto, si nota dagli affreschi, è popolaresco con una componente ascetico penitenziale. Il monte, infatti, è in salita. Questa impresa diede una forte componente realista e di centrabilità delle cappelle, a differenza di quelle di Varese che si possono ammirare dall’esterno. Tutti i Sacro Monti sono lombardi, a parte quello in Toscana.
CCCLIV IMMAGINE: AFFRESCO: CRISTO
L’altro artista fu Bramatine, discepoli di Bramante. I suoi colori però sono più metallici e le forme più geometriche.
CCCLV IMMAGINE: AFFRESCHI
Il terzo maestro fu Bernardino Luini, autore di pitture anche profane. Lasciò molte opere nel Santuario di Saronno. Questo pittore fu considerato “devozionale” (dispregiativo). Questi 3 autori furono considerati gli esponenti del manierismo lombardo.
CCCLVI IMMAGINE: PALA DELL’ASSUNTA IN SANTA MARIA DEI FRARI 1519
A Venezia emerse Tiziano, ma anche un pittore tedesco, Durer, maniaco dei ritratti.
CCCLVII IMMAGINE: AUTORITRATTO 1500 MONACO
Qui Durer si raffigura come il salvatore del mondo, in qualità di Artista Creatore. L’influenza di Leonardo è data dalla presenza della mano Leonardesca.
CCCLVIII IMMAGINE: PERGOLATO DELLA CAMERA DI S. PAOLO 1519
L’altro polo del manierismo era Parma. E’ Antonio Allegri detto il Correggio, il maggior esponente di questa corrente. Le figure del pergolato derivano dalla camera degli sposi, ma anche dalla sala delle asse del Castello Sforzesco.
CCCLIX IMMAGINE: CUPOLA CHIESA S. GIOVANNI
La visione è da sottinsù, sempre, del Correggio.
CCCLX IMMAGINE: SALA DI COSTANTINO 1519-1524 APPARTAM. GIULIO II
Giulio Romano era erede della scuola di Raffaello. Con questa si conclude la serie delle Pale del Vaticano.
CCCLXI IMMAGINE: CICLO DI PALAZZO THE
Emerge qui il tema amoroso di amore e psiche, in eredità della Farnesina di Raffaello. Famosa è la sala dei giganti. Palazzo tè era simbolo dei Gonzaga.
CCCLXII IMMAGINE: MADONNA DELLE ARPIE 1517 UFFIZI
A Firenze in questo periodo operava Andrea Del Sarto. L’opera è chiamata così per le arpie in rilievo alla base del trono. Si nota qui lo sfumato di Leonardo.
CCCLXIII IMMAGINE: DEPOSIZIONE VOLTERRA 1521
Il capolavoro di Rosso Fiorentino è questo. Si nota il vestito rosso acceso della Maddalena che si lancia ad abbracciare Cristo creando uno sbilanciamento.
CCCLXIV IMMAGINE: TELA
Un altro artista è Pontormo di cui si possiede il diario.
CCCLXV IMMAGINE: SACRESTIA NUOVA
Michelangelo realizzò questa scultura come tombe dei Medici. L’ambiente è quadrangolare, in un lato l’abside, negli altri tre dovevano esserci 3 tombe. I sepolti sono Lorenzo il Magnifico, suo fratello Giuliano, il nipote di Lorenzo e l’ultimogenito di Lorenzo. Lorenzo da giovane è il dedicatario del principe di Macchiavelli. Quella in figura è la tomba di Lorenzo Duca di Urbino, strutturata con due statue sopra il sarcofago. Sopra queste una statua che rappresenta la vita contemplativa.
CCCLXVI IMMAGINE: 2° TOMBA SACRESTIA NUOVA
La struttura è la stessa. Michelangelo oltre ad avere una crisi personale data dall’età, ne aveva una dovuta a ciò che stava accadendo in Italia.
CCCLXVII IMMAGINE: SCULTURA
Qui emerge il tema della torsione, che Michelangelo aveva già applicato. Adiacente alle tombe c’era la biblioteca dedicata ai Medici. Questo luogo comprendeva due ambienti. La struttura, apparentemente sobria è smentita dall’atrio.
CCCLXVIII IMMAGINE: BIBLIOTECA. INTERNO FIRENZE
CCCLXIX IMMAGINE: ATRIO DELLA BIBLIOTECA
Michelangelo realizza una scalinata alternando dritto e curvo, delle colonne immense e intonaco, mescolato alla pietra serena. L’impresa non venne poi compiuta. A questo punto Michelangelo tornò a Roma.
CCCLXX IMMAGINE: GALLERIA DEI CERVI 1534
Clemente VII era profondamente innamorato dell’arte di Michelangelo, ma questi era sempre stato diffidente nei suoi confronti. Morto Clemente VII fu Paolo III a commissionare il Giudizio Universale. Intanto a Fontane xxxx artisti come Rosso Fiorentino portarono il manierismo anche se i francesi pensavano fosse rinascimento. La Galleria dei Cervi viene infatti chiamata Galleria del Rinascimento.
CCCLXXI IMMAGINE: SALIERA 1540
Quest saliera d’oro è ad opera di Cellini Benvenuto, un capolavoro del manierismo orafo. Nel 1538 Michelangelo iniziò la Cappella Sistina.
CCCLXXII IMMAGINE: GIUDIZIO UNIVERSALE 1536
Distrusse opere del perugino e alcune delle sue per dare vita a questo grande affresco. Il Giudizio Universale è considerato da molti storici dell’arte  come un fallimento di Michelangelo. La gigantesca figura del Cristo glabro è in una nudità totale e sembra crudele perché in atto a giudicare. Solo la Madonna è vestita in quanto è immacolata. La novità, infatti, è simbolo dello svelamento del peccato originale. Maria guarda dolente i dannati. Il dipinto ha il suo culmine nell’autoritratto di Michelangelo. Egli si rappresenta con la pelle spellata di S. Bernardo. Le nudità del dipinto crearono scompiglio. Daniele da Volterra venne incaricato di creare dei panneggi per coprire uomini e donne. Il problema non era tanto del pudore, quanto suo teologico. Aveva una concezione più protestante che cattolica poiché i dannati erano più di quelli salvati. L’affresco fa emergere la prima polemica della chiesa cattolica contro l’arte. Nacque il problema della propaganda religiosa attraverso l’arte. Il Giudizio è un’opera coraggiosa che in pochi accettarono di riproporre. Tuttavia sarà limitatissimo, ma ridotto a pura icona.
CCCLXXIII IMMAGINE: CROCEFISSIONE DI S. PIETRO
Quest’opera appartiene agli ultimi anni di Michelangelo. Le ultime sculture sono state eseguite per suo diletto come la Pietà Rondanini.
CCCLXXIV IMMAGINE: CAMPIDOGLIO 1537 FINITA NEL XVIII SECOLO.
Michelangelo abbandonò la pittura per dedicarsi all’architettura. Creò la struttura del Campidoglio, di forma trapezoidale con una grande scalinata. Le finestre del palazzo sono caratterizzate da timpani triangolari alternati ad altri ribassati. E’ un’opera profano dedicata al potere civile. O palazzi laterali sono musei.
CCCLXXV IMMAGINE: FABBRICA DI S. PIETRO
La pianta fu progettata da Raffaello dopo la morte di Bramante. Michelangelo volle tornare alla pianta esclusivamente centrale originaria di Bramante. Michelangelo morì alla vigilia della portatura della cupola. Arrivò solo al tamburo.
CCCLXXVI IMMAGINE: CUPOLA S. PIETRO
La cupola venne eseguita un po’ più larga e più alta di quella progettata da Michelangelo.
CCCLXXVII IMMAGINE: PORTA PIA
Oltre a questo Michelangelo aveva una fitta attività di costruttore. Pio IV lo incaricò di costruire una porta dedicata a lui: Porta Pia. E’ un edificio con due facciate identiche con al centro una grande porta. Il criterio utilizzato era la spezzatura, ovvero lo scambio delle pareti con il tutto.
CCCLXXVIII IMMAGINE: PIETA’ DI PALESTRINA
Fu molto discusso che Michelangelo ne fosse l’autore. Il corpo di Cristo è definito mentre le due figure ai lati sono volutamente incomplete.
CCCLXXIX IMMAGINE: PIETA’ DI FIRENZE
Questa Pietà fu terminata da un allievo. Il volto della Vergine e quello di Cristo quasi si confondono. Michelangelo si presenta come Nicodemo, situato dietro Gesù a sorreggerlo.
CCCLXXX IMMAGINE: PIETA’ RONDANINI MILANO 1552-1564
E’ un’opera frutto di due interventi. Inizialmente Michelangelo rappresentò Cristo sorretto sotto le ascelle da Maria e dalla Maddalena. Successivamente la ruppe con lo scalpello, ma la riprese dando le ultime scalpellate due giorni prima di morire, alla soglia dei 90 anni. In questa scultura Michelangelo arrivò quasi all’astratto. Fu creata per uso diletto, non sotto commissione. Michelangelo aveva la capacità di mettersi in discussione: questa era la sua vera grandezza. Nessuno imitò questa scultura.
Ci fu, intanto, una sorta di stabilizzazione religiosa sotto Leone X che doveva far fronte al problema del protestantesimo e tutte le altre correnti createsi. Il luteranesimo e l’anglicanesimo erano caratterizzate dal riconoscimento della somma autorità civile come capo della chiesa. Le committenze, quindi, erano effettuale e pilotate dai principi. Il Calvinismo, invece, era più democratico; per questo si affermò nei piccoli stati come la Svizzera, L’Olanda e le colonie americane. Il Luteranesimo e l’Anglicanesimo facevano leva su tre principi: il fedele è pastore di se stesso; l’obbligatorietà della lettura diretta del testo sacro (formidabile alfabetizzazione); dottrine della predestinazione = dominio del denaro. Il successo, infatti, era la prova dell’essere prescelti da Dio. Il nord Europa, diventerà  proprio per questo motivo il luogo della modernità mentre il sud sempre più isolato. L’Italia passò da culla dell’arte a luogo di conservazione.
La chiesa cattolica fece due scelte a proposito: combattere Lutero con le stesse armi riaprendo la questione e sterminare i componenti corrotti della chiesa. La chiesa stessa era consapevole di avere bisogno di una purificazione, ma cercò di farlo nel modo sbagliato, tramite processi e roghi. Fu così redetto il Concilio di Trento. Molti libri furono messi all’indice e ci fu una discussione sull’arte religiosa. Una corrente sosteneva che l’arte doveva essere chiara, serena con colori piatti. L’altra sosteneva che l’arte doveva essere teatrale in grado di coinvolgere emotivamente . La chiesa fece la scelta più sicura, impostando una pittura monotona. Intorno al  1600, però, ci fu un salto di mentalità con la pace di Lateau-Cambresis; precisamente nel 1539. Questo avvenimento portò l’Italia sotto il dominio della Spagna. Gli stati italiani erano o possedimenti Spagnoli o repubbliche che resistevano a piccole monarchie. L’arte diventò una gigantesca macchina per la propaganda dei signori.
CCCLXXXI IMMAGINE: SALONE PALAZZO VECCHIO Fu realizzato anche da Vasari. In questo periodo ci fu il divorzio dalla tecnica.
CCCLXXXII IMMAGINE: GIARDINO DELLA REGGIA:STATUA DELL’APPENINO
La statua è un colosso nel quale ci sono all’interno delle statue. Lo scopo era stupire e dare il senso dell’interazione tra uomo e natura.
CCCXXXIII IMMAGINE: Danae 1546
A Venezia Tiziano si dedicava alle pitture di quadri da camera. Le scene erano erotiche per ispirare gli sposi alla procreazione. Danae è sommersa da una pioggia d’oro. Cambiò lo stereotipo della donna, che diventò robusta.
CCCLXXXIV IMMAGINE: RITRATTO DI FRANCESCO (TIZIANO)
La morte di Tiziano fece formare due artisti: Tintoretto e Veronese.
CCCLXXXV IMMAGINE: ULTIMA CENA VENEZIA 1554
Tintoretto aveva la propensione per il monumentale.
CCCLXXXVI IMMAGINE: CENA IN CASA DI LEVI VENEZIA 1573
Veronese era più tranquillo nei temi e nei colori. Ebbe molti contatti col Palladio.
CCCLXXXVII IMMAGINE: VILLA DI PALLADIO 1550
Lo stile è preciso e geometrico. Poca decorazione.
CCCLXXXVIII IMMAGINE: IGNAZIO DA LOGOLA
L’ordine religioso che meglio incalzava all’epoca era l’ordine dei Gesuiti, il cui maggior esponente era Ignazio da Logola. E’ una pittura senza tempo, quella controriformista.

CCCLXXXIX IMMAGINE: BASILICA S. PIETRO

Ci si accorse  che la basilica aveva dei problemi ovvero doveva essere creata una navata che contenesse i defili. Questo fu effettuato da Materno Carlo.
Xxxx: palazzo di escoriale
Nel 1555-56 Carlo V abdicò. Si divise il ramo spagnolo e quello francese. Rimasero i Paesi Bassi e l’Italia. Per 150 anni Milano diventò dominio spagnolo. Ferdinando prese l’Austria, Filippo la Spagna, l’Italia e le colonie americane. Tra il 1556 e il 1596 Filippo governò la Spagna. Egli proseguì, come il padre, l’amore per la pittura fiamminga.
Escorial significa pattumiera. Filippo fondò questo complesso dove fu trovato il corpo di S. Lorenzo Martire. E’ quindi un complesso memoriale. Esso è al tempo stesso una basilica, il mausoleo dei sovrani di Spagna ed anche palazzo reale. Madrid diventò capitale partendo dal nulla, diventando il luogo dove risiedeva l’immensa burocrazia Spagnola. L’Escorial fu realizzato da artisti lombardi e genovesi che, accanto agli architetti spagnoli, costruirono un grande complesso. Intanto Ferdinando d’Asburgo faceva una scelta artistica molto diversa.
TELA PARTICOLARE
Rodolfo II chiamò a corte un artista chiamato Giuseppe Arcimbaldo che realizza questo genere di opere, soprattutto a Praga. Il sovrano aveva una visione magica del potere.
ANNUNCIAZIONE 1585 BOLOGNA
Nel 1600 giungono a Roma il Carracci e il Caravaggio, riformatore dell’arte. I Carracci sono 3: Ludovico, Annibale e Agostino. Un’opera innovativa è proprio l’annunciazione. Vi è un tono infantile e affettuoso, tecnicamente chiamato Poetica degli affetti; le luci sono interne ed esterne. L’alternanza delle luci interne ed esterne al dipinto è innovativo. La prospettiva che punta in fondo alla finestra spinge a vedere la colomba. Questa immagine vuole trasmettere immediatezza. Sia il giglio che il cestino sono particolari realistici, poiché avrebbero senso al di fuori del contesto sacro. I personaggi sono vestiti in un modo classico, ma non in classico arcaico. Questo costituisce la pittura senza tempo.
CICLO GALLERIA FARNESE
In questo tipo di pittura ci sta anche l’eredità di Michelangelo. Il ciclo fu realizzato dai Carracci e rappresenta Ulisse e Bacco. Rispetto ai nudi di Michelanngelo qui manca la componente dell’angoscia, la tensione emotiva. Il nudo dei Carracci è un nudo sereno e tecnicamente perfetto.
CANESTRA DI FRUTTA 1594 MILANO
Michelangelo Merisi da Caravaggio nacque nel 1571 a Milano. Si formò a Milano nella bottega di Simone Petrenzano. Ebbe due periodi, una maniera chiara e una scura. L’opera (la fiscella) è una natura morta. Si trova nella Pinacoteca ambrosiana perché fu acquistata dal Cardinal Borromeo e donata agli ambrosiani. Lo sfondo è monocromo; vi è un maniacale equilibrio delle forze in un gioco di simmetrie e asimmetrie. Da questo si capisce il modo di pensare dell’autore che rappresenta una bruciante realtà con una assillante precisione e profondo studio cercando, però, di far percepire il tutto casuale. E’ quasi una provocazione e lo si può notare dalla mela, rossa e fresca, ma bacata (tema seicentesco del marciume).
BACCO 1594 ROMA
E’ un’opera della gioventù di Caravaggio. Un tema ricorrente è quello della camicia che lascia scoperta una spalla. E’ una nudità non eroica che lascia intravedere i difetti delle persone, ossa, lividi per accentuare un’umanità dolente, non eroica ma umanizzata.
RIPOSO DURANTE LA FUGA IN EGITTO ROMA
Il tema è il riposo. La natura circostante ha una grande importanza. L’angelo canta la ninna nanna a Gesù bambino. L’invenzione è l’angelo di spalle con la veste cadente. Ciò permette di porre lo spettatore in u na condizione imbarazzante perché l’angelo guarda i protagonisti dallo stesso punto di vista dello spettatore. E’ l’ultima opera della prima maniera.
VOCAZIONE S. MATTEO
Intorno al 1600 realizzò per la Cappella Fontarelli nella chiesa di S. Luigi del Francesi il ciclo di storie di S. Matteo. L’interno è una locanda e la luce emanata da destra è speculare al movimento di Cristo. Il gesto di Cristo viene dalla creazione di Adamo di Michelangelo nella Cappella Sistina. Matteo sembra stupito e indica se stesso con la mano, ma potrebbe sembrare che indichi quello a fianco a lui che sperpera i soldi. Ciò per dimostrare che Matteo può essere ognuno di noi. L’ambiguità è voluta.
MARTIRIO DI SAN MATTEO 1600 ROMA
Caravaggio dipingeva direttamente sulla tela senza disegno preparatorio. La figura seminuda  e il bambino che scappa spaventato sono effetti scenici, tanto che l’urlo del bambino fu considerato il primo urlo della storia dell’arte. L’angelo fa quasi fatica a scendere dalle nuvole per consegnare la palme. Questa “messa in scena” che significato ideologico ha? La scena è realistica per rendere realistico il Concilio di Trento.
Un’altra interpretazione è il libertinaggio di Caravaggio, dove il termine indica libertà di pensiero.
Molti erano depravati come protesta e come reazione. Un’altra ancora è l’ateismo dell’artista. Le tre interpretazioni vedono quindi un Caravaggio devoto, ateo e libertino, e agnostico. C’è addirittura un punto di vista marxista che vede Caravaggio rivoluzionario a ateo.
S. MATTEO II VERSIONE
Caravaggio creò un bellissimo angelo planante. L’ala nera sembra un terzo braccio. E’ avvolto da un lenzuolo Caravaggesco.
CONVERSIONE DI S. PAOLO 1601 ROMA
L’altra impresa pubblica di Caravaggio è la decorazione della Cappella Cerasi con la conversione di S. Paolo e il martirio di S. Pietro. In questo quadro Paolo è giovanissimo con le braccia spalancate in una totale indifferenza verso il cavallo. La guida è più interessata al cavallo che a Paolo. Questa è un’immagine che può apparire poco sacra.
MARTIRIO DI PIETRO
Nel dipinto appare la pelle vecchia di Pietro, cadente e flacida. La bravura di Caravaggio si nota nella fatica degli esecutori; evidenziata nei muscoli e nervi tesi.
MORTE DELLA VERGINE. PARIGI 1605
In questa tela è raffigurata una prostituta incinta morta annegata. In realtà è la Vergine. Il drappo rosso deriva da Raffaello nella decorazione della Cappella Sistina.
PALA DELLE OPERE DI MISERICORDIA. NAPOLI 1607
A Napoli realizzò la pala delle opere di misericordia. Sono rappresentate diverse opere di carità come la raccolta dei morti, l’allattamento di un vecchio. Ciò da un tono molto morboso.
MARTIRIO DI S. GIOVANNI BATTISTA
Quest’opera fu realizzata a Malta. Dopo la morte dell’artista nacque il Caravaggesco, corrente i cui componenti erano gli allievi del caravaggio stesso. Il caravaggismo nordico si sviluppò nel nord.
S. PIETRO E S. PAOLO DAVANTI AL MARTIRIO
L’opera è di Giovanni Serodino. Nel quadro Pietro e Paolo si salutano spintonati dalle guardie. Il gioco è tra la violenza dei soldati e lo sguardo dei due santi. E’ un esempio di Caravaggismo.
IL CARRO DI APOLLO. ROMA
Un  altro artista importante è Guido Reni. Questo dipinto era dedicato al Casino Pallavicini, una palazzina dove c’erano dei banchetti. L’opera è un manifesto del filone del classicismo, filone che ebbe molto successo nel 600 e 700.
CICLO DELE STORIE DI S. CARLO
A Milano dal 1560 al 1584 c’era un grande personaggio; S. Carlo Borromeo. Egli divenne il modello della cristianità e santità. Nel 1603 diventò beato. In quegli anni era Vescovo suo cugino, Federigo Borromeo, che fece realizzare le storie di S. Carlo. Sono di stile barocco. L’artista era Battista Crespi detto Cerano. Egli rappresenta S. Carlo che da da mangiare ai poveri.
L’altro grande pittore del primo 600 lombardo era Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. Ha realizzato parte del sacro Monte di Varese. Cerano aveva il senso della misura mentre Morazzone no!
MARTIRIO S. ERUFFINA E SECONDA
Giulio Cesare Procaccino, Cerano e Morazzone fanno insieme un quadro detto delle 3 mani.
DAVIDE
Tanzo mostra come vi siano differenze tra Varallo e Gallarate. Stanzio era molto legato a Caravaggio. Il braccio di Davide in diagonale taglia in due l’immagine.
La peste del 1628-30 segnò la fine di questa generazione di pittori.
CHIESA
Accanto a questi pittori si ricorda l’architetto Ricchino, abilissimo nell’alternare un impianto rinascimentale a una decorazione barocca.
RITRATTO
A Genova giunse Pietro Paolo Rubens, uno dei più abili pittori fiamminghi. Qui realizzava ritratti della nobiltà del denaro della città. In questi anni Genova era il cuore dell’economia mondiale. La città aveva all’epoca una ricchezza spropositata. I Genovesi spendevano i loro soldi in ritratti per incrementare la crescita sociale. Rubens inventò il ritratto di stato, il ritratto Ufficiale, con figura ¾ , drappo rosso e lucentezza dal quale si ispireranno tutte le monarchie europee. Nonostante tutto non abbandonò il gusto fiammingo del particolare e del minuzioso.
PORTA PALAZZO BARBERINI
A Roma diventò papa Urbano VII Barberini, grande intellettuale e letterato. Governò molti anni perché fu eletto giovane. Fu un grande committente sognando di essere il nuovo Giulio II. Aveva bisogno di un suo Michelangelo e per fare ciò scelse Bernini, che considerò quasi come un figlio. La prima impresa è la porta Barberini. Pietro da Cortona realizzò la xxx del Palazzo Barberini.
DAVID. ROMA 1623
Bernini realizzò due statue importanti: David e Apollo con Dafne. Bernini realizzò un David non statico come quello di Michelangelo, ma in movimento e con la faccia resa brutta dallo sforzo.
APOLLO E DAFNE. ROMA 1625
Dafne viene trasformata in alloro. La metamorfosi è un tema tipico del barocco. Le due figure stanno correndo.

XXXX ALTARE MAGGIORE S. PIETRO  XXXX 1633
E’ realizzato in bronzo dorato. Bernini fu aiutato da Borromini, artista lombardo. A Barromini si deve la progettazione e a Bernini i particolari.
TOMBA URBANO VIII. VATICANO 1647
Agli inizi del 500 Michelangelo era tornato a Firenze e aveva litigato col Papa. Si riconciliarono a Bologna e qui Michelangelo realizzò un ritratto in bronzo del papa che fu distrutto dai francesi, fuso e trasformato in un cannone. Qui Bernini si ispira a Michelangelo col papa in trono. La morte cerca di cancellare il nome di Urbano VIII dal libro dell’eternità. Questa è un immagine toccante. Questa tomba diventa il paradigma delle tombe papali.
L’ESTASI DI S. TERESA. ROMA 1652
Questa è forse la più grande opera del Bernini. E’ situata nella Cappella Tornari in S. Maria della Vittoria. Più che una statua è un teatro. I raggi di luce sono di legno dorato. Il problema è il volto della Santa, quasi immersa in una sorta di orgasmo, massima espressione, però, dell’estasi mistica.
LA GLORIA
La Gloria è una finestra che rappresenta lo Spirito Santo attraverso una macchina di raggi. Sotto c’è la Cattedra di Pietro.
PIAZZA S. PIETRO. 1656
Bernini davanti alla facciata crea un trapezio che si apre ad ellissi. L’ellissi non ha centro, ma due fuochi. Sono gli anni degli studi di Keplero che sosteneva che l’ellissi era “più bella del cerchio”, superando l’idea rinascimentale dell’uomo centro dell’universo. La realtà non è una, ma bipolare come i fuochi dell’ellissi; è più complicata. La piazza è fatta di colonne con 144 statue sopra, due fontane nel punto dei due fuochi e nel “finto centro” l’obelisco di Sisto V che è il più antico.
Bernini fu ingaggiato per rifare il Louvre, ma fu cacciato dagli architetti francesi. Ciò segna il tramonto dell’arte Italiana in Europa, alla quale fu sostituita quella francese, dal neoclassicismo alle avanguardie. L’Italia diventa non più produttrice, ma conservatrice d’arte. Dal 1648 anche la lingua ufficiale dei trattati non fu più il latini, ma il francese.
TOMBA ALESSANDRO VII
Il Papa non è seduto in trono, ma è inginocchiato in preghiera. Questo modello avrà successo. Qui una volta c’era una porta che Bernini sfruttò facendola diventare la porta della morte. Il marmo sembra velluto in un gioco di metamorfosi. Bernini era il più grande regista barocco. L’artista non è più esecutore, ma regista; cioè uno che fa, crea progettazione, ma non la segue in modo maniacale. Bernini capì la dimensione Ludica dell’arte, solo che a differenza degli altri non la concepiva solo un gioco, ma come uno spettacolo comunicativo.
CUPOLA S. CARLO ALLE 4 FONTANE
Il grande rivale del Bernini era Francesco Castelli detto il borromini, di origine Svizzera. In lui c’era quasi l’ostentazione delle sue capacità creative a tecnico operative. Egli intuì che il rischio dei lombardi era che la loro grande capacità tecnico-operativa fosse considerata in una visione di Pragmatismo. Borromini voleva saldare con questa grande capacità cantieristica  con un bagaglio culturale matematico. Il mondo veniva così letto in proporzioni armoniche.Questa cupola è ellittica decorata a croci greche.
CHIESA DI S. IVO
La facciata è concava per diventare poi convessa in un tiburio simile a Chiaravalle a Milano.
S. GIOVANNI IN LATERANO
Borromini venne incaricato, per il Giubileo del 1650, per un’impresa significativa proprio perché era lombardo. La caratteristica fondamentale dei restauri lombardi era, infatti, la continuità. Doveva salvarsi almeno un pezzo della chiesa vecchia. Borromini trasformò così la navata maggiore in un ottagono tagliando i quattro spigoli e inserendo le statue degli apostoli.
PALAZZO SPADA
Questa galleria, lunga due metri, sembra lunghissima grazie ad un’illusione ottica creata da Bramante.
ALTARE S. LEONE
Il terzo grande artista presente a Roma in quegli anni fu Alessandro Aigardi. Lasciò molte opere di scultura come questa pala marmorea, la prima dell’età moderna. L’episodio raffigura leone Magno. I successivi non saranno più in marmo, ma in mosaico.
ESTASI DI S. CATERINA
Fu realizzata da Cafà, un artista maltese.
MORTE DI GERMANICO 1628
L’altro artista presente a Roma era Nicolas Poussin, un pittore. Egli prediligeva scene dell’età classica. L’elemento teatrale del quadro è il drappo verde.
RITRATTO DI INNOCENZO X
Quest’opera è di un pittore spagnolo, Diego Velazquez. Riprende il modello classico di Raffaello trasformandone il colore, soprattutto il rosso tipico del barocco. Questo quadro è importante perché segna l’inizio dell’attenzione al colore come valore pittorico.
CHIESA DEI GESUITI: VOLTA DEL GESU’
Nel tardo ‘600, negli anni 70, morti Borromini e Aigardi , Bernini si trova in profonda crisi. Per quest’opera Bernini creò l’idea e lasciò la realizzazione a Bacicci. C’è un miscuglio di figure sagomate, in stucco e in rilievo.
S. IGNAZIO. ROMA 1694
La volta venne realizzata da Andrea Pozzo che mise in atto una straordinaria prospettiva architettonica dove la pittura raffigura l’architettura. Questa tecnica si chiama Quadraturismo.
Xxxxxx
Nel 1748 si stipulò la pace di Aquisgrana. I 4 grandi poteri erano: Francia, Austria, Inghilterra e Prussica. Anche la Russia si stava occidentalizzando sotto Pietro I il Grande. In Italia si arrivò ad un equilibrio con la parità tra gli Asburgo e i Borbone. Milano e Firenze erano porto d’Austria, da Parma in giù sotto la Spagna. Gli stati autonomi Italiani erano in crisi, tranne il ducato del Piemonte che diventò regno di Sardegna sotto i Savoia.
Nel primo 700 fiorirono molte cose come il fenomeno della pittura dei Pitocchi che raffigura i mendicanti. Il più grande pittore era il bresciano Cerutti detto il Pitocchetto. Brescia si autoraffigurava povera per una riequilibrazione delle classi poiché era presente una forte nobiltà.
FONTANA DI TREVI 1762 NICOLA SALVI
A Roma la crisi portò a una chiusura riproponendo le proprie opere come la Fontana di Trevi, che ormai era “demodé” (fuori moda).
REGGIA DI CASERTA 1781
La monarchia dei Borbone voleva affermarsi con una nuova serie di residenza reali. La più grandiosa di queste era quella di Caserta. Il realizzatore fu Luigi Von Vitelli che si ispirò alla reggia di Versaille. Nel corso del 700 i Borboni dovettero affrontare l’inondazione siciliana, quella in Calabria e alcuni terremoti. Le città vennero ricostruite con uno schema nuovo, geometrico in caso di terremoto.
SCALONE DI CASERTA
E’ molto scenografico, ma mancano le statue. Elisabetta Farnese, moglie di Filippo V, ebbe un figlio Carlo che diventò erede dell’eredità Farnese e promosse gli studi archeologici di Ercolano e Pompei. Fondò a Napoli il museo archeologico e a Caserta portò le statue classiche.
CUPOLA DELLA SINDONE DUOMO TORINO
A Torino c’era lo stesso problema di Napoli. Mentre a Napoli il problema era l’arrivo delle nuove dinastie che doveva affermarsi a Torino, i Savoia stavano creando una nuova frontiera poiché avevano spaccato in due lo stato di Milano. Torino venne xxxentata a pianta regolare. Nel 600 il protagonista fu Guarino Guarini amico di Borromini la cui influenza si vede nella cupola della Sindone.
PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI 1730
Si deve a Vittorio II. Il progettista architetto era Filippo Iuvarra, originario di Messina. Il dato tipico di Torino era un certo preziosismo, gli specchi, gli arredi e i mobili.
SOPRAMMOBILE
Negli anni ’20 e ’30 del 700 si ha il passaggio da Barocco a Rococò, un’arte simile al Barocco, ma con una sensibilità nuova, quella della comodità nel piccolo: il Bibelot, che significa giochino. Ciò si riferiva alla porcellana di soprammobili dipinti, creazioni effettuate in una quantità esasperata. Questi oggetti sono piccoli, preziosi, raffinati che rendono la vita più piacevole. Era il periodo in cui effettuarono divani e letti volti alla comodità. Ci fu anche una rivoluzione culinaria, una cucina più leggera e più raffinata. Anche il concetto della bellezza femminile cambiò: doveva essere magra, pallida e pacata. Iniziò l’uso del caffè e della cioccolata. Prese piede anche l’arte orientaleggiante.
SACRIFICIO DI IFIGENIA 1757
L’unica città Italiana che diede contributo al Rococò fu Venezia. Nonostante Venezia stesse decadendo decise di dare sforzo a sfarzo e feste. Il maggior pittore era Gian Battista Tiepolo che creò un numero eccessivo di dipinti.
NOZZE DEL BARBAROSSA
Tiepolo venne chiamato anche all’estero, in Germania e a Madrid. Egli lavorava anche molto in Lombardia dove a Milano realizzò Palazzo Clerici. Tiepolo utilizzava gli stessi schemi mentali sia per i dipinti sacri che per quelli profani. La pittura diventò un metodo che prescinde dai generi.
RITRATTO 1735
Anche una pittrice, Rosalba Carriera, dipingeva all’estero utilizzando il pastello. Passò l’ultima parte della su avita a Parigi alla corte di Luigi XV. E’ il bastello il suo mezzo di riconoscimento. I suoi ultimi dipinti realizzati quando era cieca, quindi è una pittura ideale.
IL CORTILE DEGLI SCALPELLINI. LONDRA NAT. GALLERY 1745
Nacque il Vedutismo che si basava su scorci della città di Venezia. Il Capriccio invece era caratterizzato da ambientazioni reali in cui viene inserito un elemento irreale. Questa tela è opera di Cataletto. Egli raffigurava anche città straniere.
VEDUTA DEL NEOMARKT DI DRESDA
Un altro artista Bernardo Bellotto venne identificato col nome di Cataletto che ebbe successo il Polonia e Germania per i suoi dettagli.
“CAPRICCIO” .MILANO 1750
Francesco Guardi non indugiava nell’utilizzare il Capriccio. Rappresentava una Venezia putrida e decadente. Il Capriccio era la sua tecnica preferita. Ci fu il passaggio dalla pittura di committenza a quella di mercato. I quadri venivano esposti sulla laguna. Si rompeva il rapporto secolare tra artista e committente: Ora c’è l’acquirente.
IL CONTRATTO
L’Inghilterra entrò nella politica mondiale con l’abbandono della discendenza dinastica. Preparava la rivoluzione industriale e la costituzione di un impero.
CATTEDRALE S. PAUL
Nel 1666 ci fu un grande incendio a Londra. La grande intuizione era non accettare una ricostruzione a pezzi, ma unitaria comprendendo casa, chiesa e la cattedrale di S. Paolo.
Il grande ideatore di questa ricostruzione fu Christopher Wren. William Hogart è l’autore di una serie di dipinti a sfondo sociale come il Contratto. Egli diventò molto presto famosissimo in Europa dai cui quadri si fecero anche delle stampe. Egli sottolineava spietatamente la vacuità della nobiltà inglese i cui vizi portavano alla rovina. Gli acquirenti erano i borghesi che si stavano mobilitando.
LITOGRAFIA
Negli anni 30 venne realizzata l’Enciclopede, redatta da Diderot e Alambert, che divenne, altre al testo più importante e diffuso del ‘700, anche il manifesto dell’Illuminismo. L’argomento principe dell’Enciclopede erano le arti e i mestieri. Questi anni definiscono la nascita della Sistematica Moderna in cui si iniziò a schedare tutto quanto attraverso i tre nomi latini NATURA GENERE E SPECIE.
Le strumentazioni del lavoro diventano oggetti d’arte raffigurati nell’Enciclopedia. Ci fu la resurrezione del primato della tecnica da tempo tralasciata. Tuttavia l’Illuminismo nacque in un contesto Rococò.

BIBLIOTECA DELLA VIRGINIA UNIVERSITY
Nacque il Neoclassicismo, l’arte di Napoleone e della restaurazione. Uno dei primissimi ambiti in cui il Neoclassicismo elaborò un ideale repubblicano fu l’America. Gli edifici statunitensi sono in stile neoclassico, ma costruiti molto tempo dopo. I cimiteri invece sono romantici, all’inglese. In America il più grande architetto neoclassico fu il IV presidente Jefferson. Pierre L’Enfant progettò la città di Washington creando una serie di strutture urbanistiche ancora oggi sfruttate. La Virginia University ha una biblioteca progettata da Jefferson. La struttura è simile al Pantheon, ma in questo caso è un edificio pubblico. C’era un esaltazione della cultura neoclassicizzata. Anche Capitol Hill rimanda al Campidoglio. Volevano trasmettere che l’America era la nuova Atene e la nuova Roma in termini repubblicani e laici. Ma da un punto di vista teista. Essi, infatti, avevano un forte sentimento religioso.
PROGETTO CASA DOGANIERI
A Milano il secondo 700 passò sotto il controllo degli Asburgo d’Austria. Giuseppe II mise in atto il catasto con il censimento sulle costruzioni presenti nel territorio. Venne ingaggiato Piermarini per incidere architettonicamente sulla città. Negli stessi anni a Roma il neoclassicismo si sviluppò sotto tre grandi personalità. Il primo era il Cardinal Albani, amico di Winkelmann (propagatore degli scavi Pompeiani) e il terzo era Mens che lasciò un capolavoro in villa Albani.
APOLLO E DAFNE
Questo è opera di Mens.
GIURAMENTO DEGLI ORAZI. PARIGI, LOUVRE 1784
Negli anni 80 David vinse il “Premio di Roma”. In questa città realizzò questa tela, di tema classico, ma anche repubblicano, proprio quattro anni prima della Rivoluzione Francese, nel 1784.
MARAT ASSASSINATO. JACQUES-L. DAVID 1793
Nel 1789, anno della rivoluzione, David diventò il pittore della rivoluzione proprio grazie a questa tela. L’Inghilterra aveva un altro tipo di neoclassicismo detto Adam-style, dalla famiglia di architetti Adam. Questo stile presentava un’attenzione maniacale verso l’arredamento abbondante, con quantità enormi di mobili, soprammobili e tappeti. In questi anni si formò un grande scultore italiano, Antonio Canova, che sin dall’inizio usò lo schema della piramide funebre. Il particolare neoclassicismo del periodo napoleonico era detto Stile Impero con elementi iconografici come la N Napoleonica e l’introduzione della cultura egizia.
INCORONAZIONE DI NAPOLEONE -1805
David diventò pittore dell’impero realizzando questo dipinto. Napoleone trasformò il Louvre nel museo più grande mai visto. Nacque così, il restauro moderno.
ARCO DELLE VITTORIE
A Milano Napoleone fece erigere il Foro Bonaparte e dietro il Foro doveva partire un asse verso il Sempione. Fece anche l’Arco delle Vittorie che venne terminato più avanti e ribattezzato Arco della pace.
MARTE RIAPPACIFICATORE- CANOVA 1803
Napoleone si fece fare la statua come “Marte Pacificatore”, nudo come nella classicità.
PAOLINA BORGHESE
Paolina, sorella di Napoleone, si fece rappresentare come venere generatrice.
TRIONFO DI NAPOLEONE
L’affresco fu realizzato da Andrea Appiani, situato nel palazzo reale di Milano.
OROLOGIO
Questo orologio rappresenta in tridimensionale il giuramento degli Orazi di David.
1800- In questi anni nascono l’Accademia di Brera e di Venezia per lasciare spazio ai giovani artisti come repertorio visivo. La cultura romantica prese piede come opposizione all’età Napoleonica. I primi oppositori erano anche grandi collezionisti (Madam de Steal).
Fusseli fu l’autore di una pittura onirica da incubo e la creava assumendo sostanze stupefacenti. Egli ci ricorda che il romanticismo va letto con due interpretazioni: il sentimento emotivo e la dark-side; cioè la componente fexxx dell’uomo. Emerse il primato del neurotico, caotico. Ciò provocava due esiti: una psicopatologia individuale e una qualità pittorica alta. Questo gusto trovò spazio anche negli anni successivi nell’Eroismo Guerriero. Il popolo dopo la dominazione francese si sentiva deluso. Un aspetto importante fu una ventata anticlassica e anticlassicista. Il romanticismo rifiutava l’eredità classica dell’Europa in una riscoperta del Medioevo. Si identificava il Cristianesimo con l’Europa.
FUCILAZIONE
Questo dipinto di Francesco Goja dimostra l’uso politico dell’arte. C’è una grandissima intuizione visiva che rende gli esecutori inumani. Infatti il bosco copre i volti di questi uomini. I fucilanti spaziano tra il morto steso a terra dissanguato a braccia aperte e l’uomo con la veste bianca anch’egli a braccia spalancate ancora vivo.
LA LIBERTA’ CHE GUIDA IL POPOLO
Delacroix simboleggia la Francia con la donna al centro, la Madonna, a seno nudo, simbolo di verità, e col cappello grigio segno della rivoluzione.
RITRATTO DI GIANNI POLDI PEZZOLI 1846 MILANO
In Italia questo fenomeno era avvertito meno poiché aveva meno libertà politica della Francia. La nobiltà lombarda più patriottica e unitarista, era anche la più grande committente di arte romantica.
SAN PIETRO CHE PREDICA LA CROCIATA
Hajez fu il primo in Italia ad effettuare la pittura di storia. Lo sfondo è filologico. In questi anni il grande luogo collettivo era l’opera, un momento qualificativo e catartico di identità di gruppo. L’opera lirica crea un carattere stenografico.
PITTURA NAZARENA
Negli stessi anni si sviluppò un fenomeno: l’Over beck cioè un gruppo di pittori tedeschi che andò a Roma. Essi vivono insieme nella sobrietà e castità e dipingevano dalla mattina alla sera. Venivano chiamati Nazareni per la lunga veste che portavano.
Non bisogna far coincidere vita e arte. In questo, infatti, degenereranno i Romantici nella vita come opera d’arte.
STATUA DELLA LIBERTA’
In questi anni, dopo il Congresso di Vienna, l’Europa viveva un periodo di equilibrio. Nel pieno 800 la cultura francese manteneva un forte legame con l’America. La statua della Libertà fu realizzata da un artista francese e fu dono della Francia agli Usa. L’iconografia europea era basato sulla libertà e sulla pace.
OPERA DI PARIGI
Lo storicismo era uno stile architettonico e decorativo che imitava l’arte del passato. Lo storicismo radicale è rotto. Appare più spesso l’Ecletticismo, ovvero un’arte fatta di citazioni mescolate tra loro. Varese è una città eclettica, ad esempio Villa Toepliz. L’opera di Parigi è eclettica, fatta di un miscuglio di stili che mira allo stupore della ricchezza decorativa. La fine dell’eclettismo fu dato dallo scoppio della seconda guerra mondiale.
FAMIGLIA BELLELLI. PARIGI
Nel 1858 circa prese piede l’impressionismo, con questa opera di Degas che, tuttavia, non era consapevole di creare un nuovo genere artistico. L’elemento impressionista di questo quadro è il tappeto fatto a macchia, la postura anticlassica con il padre rivolto di spalla uguale ai suoi familiari. Cambia la percezione dell’immagine.
COLAZIONE SULL’ERBA. PARIGI1863
Il pittore, Monet, raffigura se stesso con un amico e una donna nuda. Elemento innovativo è la nudità banale (le due donne sono indifferenti alla loro nudità) che esprime sensualità. Lo scandalo del dipinto è proprio la nudità asensuale e l’indifferenza di fronte a questo fattore. Ciò che creò scalpore fu anche il fatto che erano presenti persone vestite. Il colore è steso non a pennello, ma a spatola che crea una rilevante materia. Il paesaggio non è solo uno sfondo perché le figure sono completamente immerse nella natura. E’ un paesaggio panico. Innaturale è la posizione dell’uomo che è al massimo della rilassatezza. La grande arte può essere rivoluzionaria in contenuti e immagini, ma alla base bisogna sempre avere una grande sapienza tecnica.
PAESAGGIO
Negli anni ’60 dell’800 questo stile raggiunge il culmine. Negli anni ’70 il disagio sociale esploderà nella Comune di Parigi. La tecnica pittorica è tutta basata sul colore dando spazio all’intuizione. Ciò deriva dal culto della scienza e dalla nascita della fotografia con Nadar. Anche la foto è un’interpretazione della realtà. Questo dipinto è di Claud Monet che lo realizzò a piccole pennellate per creare la rifrazione.
RITRATTO. 1876
Renoir sapeva dare un effetto nebuloso. Egli insisteva su donne nude che, questa volta, esprimono sensualità, data dai gioielli, immaginario erotico dell’800.
L’altro grande personaggio era Cezanne, che nella sua pittura insisteva sull’effetto geometrico.
MONTES VICTOIR
Qui è l’esempio dello stile geometrico.
SCULTURA DI BALZAC1891
Rodin era uno scultore che realizzava xxx con gettate di bronzo.
PITTURA 1872
IN Italia, precisamente in Toscana, nacquero i Macchiaioli. C’è in questa tela il contrasto tra i colori caldi del muro e della terra e le divise dei soldati. In Italia nel 1861 fu fondato il regno d’Italia. Questo fatto creò due conseguenze: la necessità di costruire luoghi del potere o, comunque, riadattarli (prefetture, poste, ecc.).
CIMITERO DI MILANO1863
E’ di stile gotico pisano, ma è simbolo di un linguaggio artistico nazionale che non prende spunto da quello locale.
Dal 1878 al 1900 il re d’Italia era Umberto I. A Milano si formarono 3 fenomeni: soppressioni, musealizzazioni e restauri in stile. Milano da città sacra del Cardinal Borromeo diventò città laica. A Brera venivano raccolte le opere e divise in categorie. I restauri in stile derivavano dalla riscoperta del Medioevo che si traducevano in stile romanico.
CHIESA S. SEPOLCRO 1887
E’ una chiesa romanica con elementi barocchi che vennero distrutti per dare più il senso del romanico. Così per questo motivo tolsero anche l’intonaco.
LE DUE MADRI
Negli anni 80 dell’800 avvenne una seconda ondata in Italia di tipo impressionista: il Divisionismo. Il Divisionismo italiano ebbe due anime: una Pansichista e una Socialista. Quella Pansichista vedeva l’uomo immerso nella natura tra gli animali, dandone un senso magico. Lo stesso faceva Pascoli nella letteratura. Questo dipinto è di Segantini. Il titolo è emblematico. Le due madri sono la donna e la vacca messe sullo stesso piano.
IL QUARTO STATO 1301
E’ un dipinto di valore evocativo e simbolico.
Nel 1892 nacque in Italia il partito socialista. Come Milano era il cuore del socialismo lombardo, così era la sede di pittori di questo genere come lo stesso Pel lizza Da Volpedo. Pel lizza riuscì a prendere un’ideologia e tradurla in caratteri pittorici.
DOMENICA ALLA GRAND JATTE
Negli stessi anni in Francia nacque il Puntillismo di cui Serrat era il massimo esponente. La natura è da lui vista come un gioco di manichini.
IL SALON DE LA RUE DE MULINS 1884
Il post-impressionismo diede spazio a Van Ghog, Gaugin e Lutrec. Gaugin e Van Ghog hanno una tendenza sinuolista che gli impressionisti non avevano. Questo quadro è di Henri De Toulose Lautrec. La sua bruttezza espressiva lo portò a dipingere principalmente bordelli con prostitute vecchie e grasse ad indicare non solo la decadenza fisica, ma anche morale. E’ anche per questo che dipingeva al momento e molto velocemente. Era anche un grande pubblicitario dell’epoca.

 

AUTORITRATTO GIOVANILE
L’altra personalità era Gaugin il quale ebbe quattro periodi molto diversi: Parigino (di formazione), Bretone, Provenzale e Thaitiano. Iniziò molto influenzato dal simbolismo. Quest’opera si aprirà quasi al surrealismo.
VISIONE DOPO IL SERMONE
In quest’opera il simbolo è la lotta di Giacobbe con l’angelo. La prospettiva del suolo rossastro è falsata. Appartiene al periodo bretone.
Al periodo Thaitiano appartiene questo quadro. Sono gli anni in cui egli studiava le figure Thaitiane. E’ un approccio all’arte africana delle origini.
I MANGIATORI DI PATATE 1885
L’altro grande artista era Van Ghog. Sono tutti dipinti del primo periodo, molto scuri e ingialliti per dare il senso della povertà degli interni e della poca illuminazione. I personaggi sono brutti, ma molto espressivi.
I GIRASOLI
E’ una natura morta molto luminosa.
CORVI
La natura è incombente ed emozionante. Questo dipinto ha un enorme spessore materico ma ha un effetto spettacolare.
APPARIZIONE DI S. GIOVANNI BATTISTA 1876
Nacque il Simbolismo il cui massimo esponente era Gustav Moreau. E’ presente una componente macabra. Lo sfondo è orientaleggiante.
L’arte Naif in francese significa sia genuino e naturale, ma anche bestiale. Era una corrente elementare ma bisogna fare delle distinzioni. In Italia il più grande Naif era Antonio Cimabue.
PUBERTA’. OSLO 1894
Munch era un’artista scandinavo pre-impressionista. Egli esordì con il dipinto (La prima mestruazione). Raffigura una ragazzina che ha avuto la prima mestruazione in un epoca in cui il sesso era tabù.
L’URLO. OSLO 1893
Vi è un rapporto fra la testa modulare e ovale con lo spazio di tutto il contesto.
L’ABBRACCIO . VIENNA 1917
Tutti i fenomeni finora descritti riguardavano la Francia e la Germania che, però, fa ancora riferimento a Parigi. L’Impero Austriaco in quegli anni lasciò spazio al movimento artistico delle Secessioni. Il padre fu Justav Klint. Questo è un famoso dipinto di Schieve che raffigura lui che fa l’amore con la moglie. Egli si ritrae ossuto quindi realistico, mentre la moglie in una prorompente oscenità. Fa il proprio corpo oggetto di analisi e di alienazione. In questi anni nasceva anche con Freud la psicoanalisi. I corpi, apparentemente rosa, sono dati da una sapiente mistura cromatica che rende anche una migliore dinamicità. C’è anche un rimando alla pittura gotica e fiamminga, data dalla maniacalità. Nella II metà dell’800 l’impero asburgico aveva subito un declino. L’Austria era uscita dalla crisi con una grande astuzia; cioè riproponendosi come impero danubiano: quello austrungarico. Trasformarono la monarchia assoluta in parlamentare per integrare meglio le varie etnie di austriaci e ungheresi.
LE TRE ETA’ 1908 ROMA
Klint alternava il realismo con elementi simbolici.. In quest’opera una vecchia abbraccia una donna che abbraccia una bambina.
Kokoscwka creava manifesti quasi espressionisti (1917). Le secessioni avevano una sede, a Vienna, in un palazzo.
PALAZZO DELLE SECESSIONI 1902
Il Palazzo fu anche opera di Wagner e ha una cupola particolare stile Liberty.
SAGRADA FAMIGLIA 1909
La Catalogna nel Medioevo era un grande centro commerciale. Qui trovò espressione il socialismo. Questa cattedrale è di Gaudì e si trova a Barcellona. I portali sono a cuspide e sembrano scolpiti alla gotica, ma in realtà è un misto di stili. E’ incompleta. Il fatto che Parigi era sede della avanguardia fece sviluppare arti nelle zone periferiche dell’Europa, come la Norvegia.
Il movimento espressionista nacque in Germania: è l’unica grande avanguardia non nata a Parigi. Era un’arte che il nazismo voleva abbattere perché preferiva il classicismo. Il maggior esponente era Kirknell.
LE MADAMOISELLE D’AVIGNON 1807
Nacquero nuove avanguardie: Cubista, Surrealista e Futurista e l’ultima l’Astrattismo. Esse erano dal 1895 al 1914. Questo dipinto è di Ricasso. Egli scomponeva e ricomponeva blocchi geometrici. La natura era letta in modo geometrico e ciò dava l’opportunità all’artista di interpretare la realtà come è ma come è scomposta e ricomposta nella testa stessa dell’artista.
IL RESPONSABILE DEI REPARTO 2
Il Surrealismo è una fascia di grande intuizione culturale, ma talvolta, l’intuizione risulta più bella della realizzazione.
Questa tela è di Groz che fu uno dei più grandi oppositori del nazismo. Per questo si trasferì in America e qui dovette confrontarsi con l’industria meccanica. Con questo disegno si iniziò a delineare la concezione di arte come satira. Infatti rappresenta un industriale come una sorte di “mostriciattolo”.
Il Futurismo nacque nel periodo in cui la tecnologia avanzava di gran passo. A causa di questo ci furono delle diramazioni ideologiche. Il futurismo aveva un’idea progressiva con l’elogio di macchine e rifiuto delle tradizioni. Dal 1917 al 1924 la Russia subì la rivoluzione Bolshevika. Furono anni di grande sperimentazione.
MISTERO E MALINCONIA DI UNA STRADA
In Italia al Futurismo si affiancavano la Pittura metafisica il cui esponente era De Chirico e il Protorazionalismo con S. Elia e Teurani.
De Chirico fece un’arte d’elite. Andava oltre la realtà con espressioni date da manichini.
CITTA’ NUOVA
S. Elia si immaginava questa città come una sorta di Utopia urbana. Vi sono presenti elementi terrorizzanti.
KANDINSKI 1910
L’arte Astratta segnò la fine delle avanguardie storiche. Si è arrivati a un punto di radicale incomprensione poiché l’Europa, a livello artistico, si è fermata all’arte di Van Ghog. Nel ’89 allo scoppio della II guerra i governi democratici erano Svizzera, Francia e Inghilterra. Esisteva dunque la volontà di creare un’arte di regime. C’era una forte attenzione all’arte come strumento di consenso. Ci fu la repressione degli artisti contrari ai regimi. Infatti i nazisti bruciarono i dipinti espressionisti. Esistevano artisti di opposizione perseguitati. Altri aderirono all’ideologia nazista, che creavano grandi capolavori. La presenza di una forte spinta solenne e monumentalizzante era tipica di un regime assolutista. Dall’altro lato il consenso creava l’esigenza di un’arte effimera. Si ricordava strutture come la nostra, come il Biennale di Augusto. Un regime totalitario è anche totalizzante, quindi coinvolgeva tutti gli aspetti. I regimi autoritari, ma non totalizzanti non avevano scopi così ambiziosi. In questi contesti, poteva quindi esserci una fuga nel privato. Franco fece costruire la Valle dei caduti, ma non era una cosa effimera perché non aveva bisogno di creare un consenso di massa. Non c’era in Spagna un’arte effimera. C’era in Italia e Germania.
GALLERIA 1932
Questa Galleria ora non c’è più. E’ esempio di architettura effimera e fu realizzata da Sironi.
LA CASA DEL FASCIO 1934
Fu progettata da Terrani a Como. Ora è sede della Guardia di finanza. Terrani ha dietro di se una tradizione architettonica decorativa; cioè il Liberty.
GIUSEPPE CASTIGLIONI
Quest’opera è di Giuseppe Somaruga e si trova a Milano. E’ un esempio di Liberty. La casa del Fascio, invece, è sobria e si ispira a Brunelleschi. Tra Como e Varese pullulano casa alla Terrani, ma sono orrende perché manca l’anima. L’elemento innovativo di Terrani è l’alternanza di pieni e motti. Erano gli anni in cui stava studiando Caravaggio e si nota dai controbilanciamenti presenti nel canestro di frutta. L’uso provocatorio della pietra d’Istria, che non è comasca, aderiva alla politica di amalgama di Mussolini. Usava anche la pietra antica, ma adattata ad una struttura moderna. Per la realizzazione di questo edificio c’è una maniacale cura per la tecnologia.
SINTESI DI PAESAGGIO URBANO
Negli stessi anni Sironi applicò in pittura l’architettura. Spesso i suoi soggetti erano quartieri e paesaggi urbani. Egli trasformò in arte il tram=iconografia del tram. Egli trasformava questi blocchi di edifici in masse contraddistinte da colori cromatici.
NATURA MORTA
E’ opera di Moranti che riscoprì il tema della natura morta che rappresentava in modo maniacale. Era un misantropo e si ispirava alla musica.
TITO LIVIO
Questa scultura di Martini è molto geometrica. E’ un’opera nazista che si ispira all’eredità romana. Come il fascismo nacque a Milano, così il nazismo nacque a Monaco. Il mito di quest’era era l’età classica e il Sacro Romano Impero. Infatti veniva utilizzata la musica di Wagner, con opere come la Ballata delle Valchirie, ecc.; riletta in chiave nazista.
GUERNICA
Picasso, superata la fase cubista, ebbe un ritorno di fiamma cubista con questo quadro. Esso ebbe una sorte politica. Fu portata a New York e restituita alla Spagna dopo la caduta di Franco. Ha lo stesso significato che il quarto Stato ha in Italia. Egli raffigura la decomposizione della guerra. L’uomo sdraiato alla destra con le braccia spalancate si ispira a El Greco e Goya. Il sole è trasformato nella lampadina. C’è un appesantimento celebrativo. Guernica e l’arte nazista si assomigliano per l’esasperazione monumentale da una parte del patetico e dall’altra dell’esaltazione, ma sempre retorica è.
LA CAPPELLA DI NOTRE DAME A RONCHALBE
Sanatorio
Aalto era un architetto finlandese. E’ solo negli anni 30 che si acquisisce consapevolezza dell’architettura funzionale.
CASA BORGHESE
Dopo la guerra Le Corbosier diventò architetto di fama mondiale. Questa casa è degli anni 30. La sua più grande opera è la Cappella di Notre Dame a Ronchalbe. Egli presenta linee sinuose. Emerge il problema della crisi del Sacro. L’arte Europea dal IV al XX secolo è stata sacra, soprattutto cattolica. Ora sempre meno committenti condividono l’arte del sacro. Per la chiesa nacque il problema del rinnovamento che iniziò nel 1950 e trovò soluzione negli anni 60 nel Concilio Ecumenico Vaticano II. La problematica era quella che i fedeli si trovavano male nelle loro chiese. Così quando le persone si spaventavano del futuro, si rifugiavano nel passato.
SENZA TITOLO
L’arte informale ha molti punti in comune con l’astrattismo e il surrealismo, ma ha anche una propria autonomia. Questa tela è opera di Pollock. Inizia l’americanizzazione dopo la seconda guerra. Il prodotto estetico dell’arte contemporanea va oltre.
PERCORSO DI PIETRA
L’arte contemporanea ha la dignità dell’arte. L’arte contemporanea non si restaura, ma si colleziona, non si musealizza.
FOTO
Questo è un esempio di Body art.
FUNERALE DI TOGLIATTI
Un pittore di livello terrificante è Gottuso. Anche l’arte cinese è astratta.
GUGGHENEIM
Questo è un esempio di architettura post-razionalista. L’architetto è sempre affiancato da ingegneri. Frank Lloyd Wright diresse il museo di New York.

TORRE VELASCA
Lo studio Belgoioso creò la Torre Velasca a Milano. Il grattacielo non ha la forma di parallelepipedo, ma è sostenuto da archi rampanti.
S. POMPIDOUR
Si trova a Parigi. E’ un centro ci cultura interattiva. L’esterno è costituito da tubi. Sembra quasi un’impalcatura. E’ di genere Tresh.
PIRAMIDE DEL LOUVRE
E’ realizzata in vetro e metallo.

Fonte: http://www.scicom.altervista.org/storia%20sociale%20arte/Storia%20Arte.doc

Sito web da visitare: http://www.scicom.altervista.org

Autore del testo: Spiriti

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