Comunicazione (funzioni della)

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Significato di Comunicazione (funzioni della)

 

Comunicazione (funzioni della)

Richard Stevens individua in otto tipi di attività relazionale. Si comunica per: 1. Compiere o conseguire qualcosa (funzione strumentale), 2. Fare in modo che qualcuno si comporti in una determinata maniera (funzione di controllo), 3. Scoprire o spiegare qualcosa (funzione informativa), 4. Esprimere i propri sentimenti o imporsi in un modo particolare (funzione espressiva), 5. Stare in compagnia (funzione di contatto sociale), 6. Sviscerare un problema, dare sollievo ad una preoccupazione (funzione di alleviamento dell'ansia), 7. Provare interesse per una data situazione (funzione di stimolazione), 8. Perché la situazione lo richiede (funzione legata al ruolo). Ecco l'analisi dettagliata di queste otto funzioni. 1) Funzione strumentale. Comprare il pane o il biglietto del tram, pagare l'affitto o andare dal dentista, chiacchierare con qualcuno di sesso opposto: ecco alcuni esempi di comunicazione finalizzata al soddisfacimento di esigenze elementari. Quando una società comporta una divisione del lavoro altamente specializzata - come avviene in quella in cui viviamo - la comunicazione per fini strumentali diviene assolutamente imprescindibile. 2) Funzione di controllo. Un genitore che istruisce il figliolo sul comportamento corretto da tenere, un commerciante che cerca di vendere la sua merce, un uomo politico impegnato in una campagna elettorale: tutti costoro si servono della comunicazione per cercare di stabilire un controllo su altre persone. Poiché tale controllo può portare al conseguimento di un altro fine (ad esempio, un’azienda che riscuota successo con una indovinata linea di prodotti avrà anche un aumento del suo fatturato), la funzione di controllo talvolta può sovrapporsi a quella strumentale. 3) Funzione informativa. Sentirsi confusi o dover far fronte a una situazione di cui non si coglie il senso non è un'esperienza piacevole. Il modo più semplice per risolvere una situazione di ambiguità è spesso quello di chiedere ad un altro che cosa ne pensa. Allo stesso modo, molti dei nostri giudizi dipendono, almeno in parte, dalle opinioni trasmesseci da altri. 4) Funzione espressiva. Una donna si confida con un'amica. Un uomo riprende con ira l'errore di un collega. Un innamorato sussurra tenere parole d'amore. La comunicazione è un processo che consente di esprimere il nostro modo di "sentirci": può essere spontanea e autentica, oppure accuratamente costruita per conseguire un fine voluto. Questa deliberata presentazione di sé può avvenire per obiettivi strumentali: ad esempio, fare una buona impressione su un potenziale datore di lavoro durante un colloquio. La funzione auto-espressiva della comunicazione può operare in modi dissimulati, che eludono lo scopo apparente. Ciò che durante un ricevimento potrebbe apparire niente più che uno scambio casuale di informazioni, può essere in realtà un tentativo di manifestare spirito ed intelligenza, una discussione di politica può costituire per uno degli interlocutori l'occasione di manifestare la propria superiorità su di un altro. Lo stile della comunicazione, il linguaggio impiegato, le parole che vengono usate, possono costituire un modo di affermare l'appartenenza a un gruppo. Molte sottoculture, gruppi professionali o d'altro genere, hanno un gergo specifico, che occorre conoscere e usare nel modo appropriato per poterne essere membri. 5) Funzione di contatto sociale. La comunicazione può essere fine a sé stessa. Come per tutte le caratteristiche umane, anche in questo caso vi sono differenze da individuo ad individuo: desiderio della compagnia di altre persone per il semplice gusto di stare assieme. Apprezziamo e ricerchiamo in modo particolare il contatto con persone dagli atteggiamenti e dalle esperienze simili alle nostre, con le quali si instaura un'interazione dal ricco potenziale di comunicazione. Tutta una serie di esperimenti psicologici, da un lato, e i racconti di naufraghi o eremiti dall'altro, dimostrano che l'isolamento sociale produce risultati spesso devastanti. L'esigenza di trovarsi insieme con altre persone può nascere dal fatto che nelle prime fasi della vita si dipende in modo totale dagli altri per il soddisfacimento dei bisogni essenziali. Il contatto sociale può dunque essere legato, almeno in certa misura, al soddisfacimento di bisogni. 6) Funzione di alleviamento dell'ansia. E' ampiamente documentato il fatto che, quando un individuo si trova in una situazione che induce ansia, il più delle volte tende a cercare il contatto con gli altri. Lo psicologo americano Stanley Schachter ha trovato, ad esempio, che delle studentesse che credevano di doversi sottoporre a test psicologici nel corso dei quali sarebbero state loro somministrate dolorose scosse elettriche, preferivano di gran lunga (rispetto ad un altro gruppo di ragazze a cui era stato detto che le scosse non sarebbero state dolorose) attendere il loro turno insieme ad altre. Ciò avveniva, naturalmente, solo se le compagne in attesa si trovavano anch'esse nella stessa condizione. Così Schachter riassumeva la situazione: “L'infelicità non si accontenta di una qualsiasi compagnia, ma ha bisogno della compagnia di altre persone altrettanto infelici." 7) Funzione di stimolazione. Un anziano signore sul marciapiede che osserva la gente che passa, l'eccitazione che prende chi si appresta a recarsi ad una festa, un bar affollato il sabato sera, una famiglia che guarda la televisione, quattro persone che giocano a bridge: ecco alcuni esempi di come la comunicazione possa costituire un'importante fonte di stimolazione. Il contatto sociale, così ricco di elementi diversi e imprevedibili, offre notevoli possibilità di stimolazione. Il fatto di stare con un'altra persona è di per sé stimolante. Quasi sempre il contatto sociale provoca delle reazioni e delle interazioni. 8) Funzione rituale o legata al ruolo. Talvolta la comunicazione è determinata essenzialmente dalla situazione in cui ci si trova: il suo obiettivo è semplicemente quello di svolgere quanto ci si aspetta da noi. Così, i fedeli rispondono in modo predeterminato alle parole dell'officiante, un ministro risponde ad una interrogazione parlamentare perché questo è il suo ruolo, salutiamo un conoscente non perché sentiamo per lui un particolare trasporto, ma perché è previsto che questo sia il comportamento da tenere. In tutto ciò gioca un ruolo fondamentale il processo psicologico che si instaura tra chi comunica, frutto di una larga serie di condizionamenti culturali e comportamentali ricevuti geneticamente e culturalmente, attraverso il sistema educativo sia familiare, sia sociale.

 

Fonte: http://www.cognoassociati.it/studenti/decodi/decodi.pdf

Sito web da visitare: http://www.cognoassociati.it/

Autore del testo: ©Centrostudi Comunicazione Cogno & Associati

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