Aforismi massime sulle abitudini

Aforismi massime sulle abitudini

 

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Aforismi massime sulle abitudini

Gli uomini sono agitati e turbati non dalle cose, ma dalle opinioni ch’essi hanno delle cose.   (Epitteto, Manuale, 5)

Non la morte o il dolore è la cosa temibile, ma il timore del dolore o della morte.
(Epitteto, Diatribe, II)

Se riservassimo la nostra paura non alla morte o all’esilio, ma alla paura stessa, ci eserciteremmo a schivare ciò che reputiamo male.   (Epitteto, Diatribe, II)

Ti sarà recato danno solo se ti riterrai danneggiato. Nessuno può recarti danno senza il tuo consenso.   (Epitteto, Diatribe, I)

Se ti addolori per una cosa esterna, non è questa cosa a turbarti, ma il tuo giudizio su di essa.   (Marco Aurelio, Pensieri, VIII, 47)

I principi sono ben vivi. Che cosa, infatti, può farli perire, se non l’estinguersi delle rappresentazioni che ad essi corrispondono, che è in tuo potere ravvivare continuamente?   (Marco Aurelio, I ricordi, VII, 2)

Non è ciò che le cose sono oggettivamente e realmente a renderci felici o infelici, ma piuttosto ciò che esse rappresentano per noi, secondo il nostro punto di vista.  
(A. Schopenhauer, Aforismi sulla saggezza della vita)

Se tutto il corpo è sano, ad eccezione di una piccola parte ferita o dolorante, la sanità generale non è più avvertita dalla coscienza, ma l’attenzione è costantemente rivolta al dolore della parte offesa, e la sensazione di benessere vitale è annullata nel suo complesso. Allo stesso modo, se tutti i nostri affari vanno secondo i nostri desideri, ad eccezione di uno solo, che si svolge contrariamente alle nostre intenzioni, sarà quest’ultimo a ritornarci sempre in mente, anche nel caso che sia di scarsa importanza: noi pensiamo spesso a ciò, e poco invece a tutte quelle cose più importanti, che procedono favorevolmente.   (A. Schopenhauer, Aforismi sulla saggezza della vita)

Il mondo è una mia rappresentazione.   (A. Schopenhauer, L’arte di insultare)

Ognuno è colpito dai medesimi eventi o rapporti esterni in un modo del tutto personale e particolare, e anche se posto in uno stesso ambiente, ciascuno vive in un mondo tutto suo.    (A. Schopenhauer, Aforismi sulla saggezza della vita)

Il mondo in cui si vive dipende principalmente dal nostro modo di pensarlo, e assume quindi varie sembianze in base alle diversità degli intelletti che lo concepiscono.  
(A. Schopenhauer, Aforismi sulla saggezza della vita)

La più grande scoperta di tutte le generazioni è che gli essere umani possono cambiare la loro vita cambiando i loro atteggiamenti mentali.   (A. Schweitzer)

Ricorda che la felicità non dipende da chi sei o da che cosa hai. La felicità dipende solamente da che cosa pensi.   (Buddha)

I grandi mali non stanno tanto nelle cose, quanto piuttosto nella valutazione sbagliata che noi ne diamo. Pertanto, non sono le cose in sé a dover essere modificate, ma il nostro animo. Il compito del filosofare consiste in questo: aiutare l’uomo a modificare le valutazioni che egli dà delle cose.
In conclusione, non sono le cose in sé che hanno e impongono a noi il loro valore, ma dal modo con cui noi le accogliamo, e quindi dalla configurazione che esse assumono nel nostro animo, dipende il valore che noi attribuiamo alle cose.
(G. Reale, La filosofia di Seneca)

... La cura di tutte le cure è quella di cambiare punto di vista, di cambiare se stessi, e con questa rivoluzione interiore dare il proprio contributo alla speranza di un mondo migliore!   (T. Terzani)

Noi non vediamo il mondo come è, vediamo il mondo come noi siamo.   (Talmud)

I fatti non esistono, bensì solo interpretazioni.
(F. Nietzsche, La volontà di potenza)

L’originalità è vedere qualcosa che, pur essendo davanti agli occhi di tutti, non ha ancora un nome e perciò non può ancora essere nominato. Secondo le abitudini degli uomini, soltanto il nome rende loro in generale visibile una cosa. Gli originali sono stati il più delle volte i primi a dare un nome.
(F. Nietzsche, La gaia scienza)

Quando siamo costretti a cambiare opinione su qualcuno, gli facciamo pagare a caro presso il disagio che così ci arreca.   (F. Nietzsche, Al di là del bene e del male)

Ogni istante della nostra vita racchiude in sé sia la luminosità purissima di un diamante che il grigiore impenetrabile della grafite. Sia il diamante che la grafite sono composti di atomi di carbonio, è solo la disposizione ad essere diversa.
Come dispongo i miei “atomi” nella realizzazione? Sul piano orizzontale o su quello verticale? Mi lascio attraversare dalla luce o abbasso lo sguardo? E se ballo, per chi ballo? Per gratificare il mio ego o perché tutto il mio essere già danza, rapito nella gioia della comunione?    (S. Tamaro, Più fuoco più vento)

Solo se lascio andare di te ciò che conosco, posso incontrarti e conoscerti. Ti vedo, così, per la prima volta, non impongo limiti, confini, non proietto, non temo.
Sono senza confini perché tu possa espandere i tuoi per incontrarci al di là del limite. Tu non sei più terra straniera, io non sono più imprigionato nella gabbia dell’io.
(Monica Bregola)

Forse con la psicologia si può arrivare alla vera libertà, non ci si può mai ricordare abbastanza che dobbiamo renderci veramente liberi dagli altri, ma che insieme dobbiamo lasciarli liberi, evitando di farcene un’idea predeterminata nella nostra fantasia.   (E. Hillesum, Diario 1941-1943)

Ma l’idea del dolore - non il dolore “vero”, che è fruttuoso e può render la vita preziosa - quella va distrutta. E se si distruggono i preconcetti che imprigionano la vita come inferriate, allora si libera la vera vita e la vera forza che sono in noi, e allora si avrà anche la forza di sopportare il dolore reale, nella nostra vita e in quella dell’umanità.   (E. Hillesum, Diario 1941-1943)

Com’era giusto, gli Dei hanno posto in nostro potere unicamente quel che è superiore a tutto e che su tutto domina, ossia il retto uso delle rappresentazioni; quanto al resto, non dipende da noi.   (Epitteto, Diatribe, I)

Che cosa, dunque, è tuo? “L’uso delle rappresentazioni. Egli [Diogene] mi mostrò che questo lo posseggo incoercibile e non soggetto ad impedimenti: nessuno può impacciarmi né costringermi con la violenza ad usare le rappresentazioni altrimenti che come voglio. Chi, dunque, può ancora dominarmi? Filippo, Alessandro, Perdicca o il Gran Re? E come avrebbero questo potere? Chi, infatti, è destinato a soggiacere ad un altro uomo deve, molto prima, soggiacere alle cose”.   (Epitteto, Diatribe, III, 24, 67-71)

Ci sono persone che non vivono la vita presente: è come se si preparassero, consacrandovi tutto il loro ardore, a vivere non si sa quale altra vita, ma non questa, e mentre agiscono così, il tempo se ne va e va perduto. È impossibile rimettere in gioco la vita come si fa con un dado che si torna a lanciare.    (Antifonte Sofista, B 53, 52)

Mentre aspettiamo di vivere, la vita passa.   (Seneca, Epistulae ad Lucilium)

La idea, ove imaginativa, è e timone e briglia de’ sensi, in però che la cosa imaginata move il senso.  (Leonardo da Vinci)

In effetto, ciò ch’è nell’universo per essenzia, presenzia, o imaginazione, esso l’ha prima nella mente e poi nelle mani.   (Leonardo da Vinci)

Nota anzitutto che sei una cosa sola con quel che in atto pensi e mediti, conosci e contempli: in quella medesima immagine sei trasformato, “faccia a faccia”, sei ispirato dal suo amore. Perciò dovunque si cerca, si pensa e si medita Dio, lì si trova Dio, ma dove si cerca o si pensa qualcos’altro, non si trova mai Dio, ma altro. […] E bisogna notare che in generale le cose vanno così in tutti i casi: l’uomo è con ciò e in ciò di cui si ricorda, che pensa e medita, e ciò è in lui.  
(Meister Eckhart, Commento al Vangelo di Giovanni)

Le nostre motivazioni, idee e credenze consce sono un miscuglio di false informazioni, preconcetti, impulsi irrazionali, razionalizzazioni, pregiudizi, sul quale galleggiano brandelli di verità dando la sicurezza, per quanto illusoria, che l’intera mistura sia reale e vera.
L’attività pensante tenta di organizzare questa cloaca di illusioni secondo le leggi della logica e della plausibilità, e si suppone che tale livello di consapevolezza rifletta la realtà; è questa la mappa di cui ci serviamo per dirigere la nostra vita.  
(E. Fromm, Avere o essere)

Se possediamo l’immagine di una cosa, possediamo la metà di quella cosa. L’immagine del mondo costituisce la metà del mondo. Chi possiede il mondo, ma non invece la sua immagine, possiede soltanto la metà del mondo, poiché l’anima sua è povera e indigente. La ricchezza dell’anima è fatta di immagini. Chi possiede l’immagine del mondo, possiede la metà del mondo, anche se il suo lato umano è povero e indigente.   (Jung, Il libro rosso)

Considerate dal punto di vista dello spirito, la visione e l’idea si pongono sullo stesso piano, sicché uno capisce realmente soltanto ciò che avrebbe potuto anche solo immaginare.   (H. Keyserling, Diario di viaggio di un filosofo)

Qualunque cosa sia ciò che crediamo di dire su una cosa, esprimiamo soltanto le nostre convinzioni. Pure, anche questo sconsolante pensiero apre una prospettiva. I nostri modelli del mondo, pur non potendo fornirci buone risposte sul mondo nel suo complesso, pur fornendoci spesso risposte sbagliate sulle altre cose, possono dirci qualcosa su noi stessi.   (M. Minsky, La società della mente)

Il saggio prende coscienza di se stesso come di un Io capace, grazie al suo potere sui propri giudizi, dirigendoli o sospendendoli, di assicurare la sua perfetta libertà interiore e la sua indipendenza nei confronti di tutte le cose. 
(P. Hadot, Che cos’è la filosofia antica?)

Ogni azione parte da un’intenzione nell’ordine implicito. L’immaginazione è già la creazione della forma; possiede già l’intenzione e il principio di tutti i movimenti necessari per metterla in atto. E questo influenza il corpo e tutto il resto, cosicché mentre la creazione si verifica in quel modo, originando dai livelli più sottili dell’ordine implicito, li attraversa finché si manifesta nell’esplicito.  (D. Bohm)

Che l’anima felice nel presente rifiuti di inquietarsi per ciò che avverrà in seguito. Il presente, pensa a ben disporlo con spirito sereno. Tutto il resto viene portato via come un fiume.   (Orazio, Odae)

“Circoscrivere il presente”  significa in primo luogo liberare l’immaginazione dalle rappresentazioni passionali del rimpianto e della speranza, liberarsi così dalle inquietudini o preoccupazioni inutili, ma significa soprattutto praticare un autentico esercizio della “presenza della natura”, rinnovando ogni istante il consenso della nostra volontà alla volontà della natura universale.
(P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica)

Da un lato, il nuovo sembra difficilmente credibile. In altre parole, ciò che disturba le nostre abitudini mentali ci pare a priori falso e inammissibile. Ma, una volta che l’abbiamo accettato, la medesima forza dell’abitudine che rendeva sorprendete e paradossale la novità, la rende poi banale, e la nostra meraviglia diminuisce poco a poco.   (P. Hadot, Esercizi spirituali e filosofia antica)

Una cosa intensamente nuova si appresta a giungere alle tue orecchie, e a svelarti un nuovo aspetto del mondo. Ma non v’è cosa agevole a tal punto, che dapprima non sia più difficile a credersi, e allo stesso modo niente è così grande e mirabile che a poco a poco tutti non avvertano in sé l’estinguersi dello stupore. In primo luogo il terso e luminoso colore del cielo, e i corpi in esso racchiusi, le stelle che vagano ovunque nello spazio, e la luna e lo splendore del sole dalla vivissima luce; se tutto ciò apparisse ora per la prima volta ai mortali, e all’improvviso si offrisse del tutto inatteso allo sguardo, cos’altro più di codeste essenze potrebbe dirsi prodigioso, o che prima le genti avrebbero meno ritenuto possibile? Nulla, credo. Tanto quelle visioni sarebbero state mirabili. Eppure ormai nessuno, stanco a sazietà di scorgerli, si degna di sollevare lo sguardo ai luminosi templi del cielo.   (Lucrezio)

Ciò che dipende da noi è il presente, luogo dell’azione, della decisione, della libertà; non dipendono da noi il passato e il futuro, nei cui confronti non possiamo nulla. Il passato e il futuro non possono rappresentare per noi che pene o piaceri immaginari.
(Marco Aurelio, I ricordi, 8, 36 e 12, 1)

Non lasciarti trascinare qua e là, ma ad ogni impulso cerca di dare ciò che è giusto, e a ogni rappresentazione cerca di mantenere intatta la capacità di comprendere la realtà.  (Marco Aurelio, I ricordi, IV, 7)

Procura quindi di attenerti sempre alle prime rappresentazioni, e non aggiungervi nulla di tuo; in questo modo, non ti succederà mai nulla. Anzi, aggiungici sì qualcosa, ma solo in quanto tu conosca ognuno degli eventi che accadono nel mondo.  
(Marco Aurelio, I ricordi, VIII, 49)

Di tutto quanto esiste, Dio ha costituito alcune cose come dipendenti da noi, le altre come indipendenti. Dipendente da noi è la cosa più bella e più importante, in virtù della quale Egli pure è felice: l’uso delle rappresentazioni. Questo infatti, se ha luogo rettamente, è libertà, felicità, serenità, equilibrio e, d’altra parte, anche giustizia, regola, temperanza e ogni sorta di virtù. Tutto il resto Dio lo ha fatto indipendentemente da noi. Dunque è necessario che anche noi uniformiamo la nostra volontà alla sua e, distinguendo nel modo suddetto le cose, quelle che dipendono da noi cerchiamo di perseguirle in ogni modo; quelle che invece non dipendono da noi, dobbiamo rimetterle all’ordine dell’universo e, sia che esso ci richiedesse i figli, o la patria, o il corpo, o qualsiasi altra cosa, dovremmo acconsentirvi volentieri.
(Musonio Rufo, Diatribe, XXXVIII)

 “[Antistene] mi insegnò quel che è mio e quel che non è mio. I possedimenti non sono miei: i parenti, i servi, gli amici, la reputazione, i luoghi familiari, la compagnia della gente, tutto ciò mi è estraneo”. Che cosa è dunque tuo? “L’uso delle rappresentazioni. Egli mi mostrò che quest’uso lo posseggo incoercibile e non soggetto a impedimenti: nessuno può impacciarmi, né costringermi con la violenza ad usare le rappresentazioni altrimenti che come voglio. Chi dunque può ancora dominarmi? E come avrebbe questo potere? Chi infatti è destinato a soggiacere ad un altro uomo deve, molto prima, soggiacere alle cose”.   (Epitteto, Diatribe, III 24, 67-72)

Cos’è la speranza? Cos’è l’aspettativa, se non un tempo di semina il cui raccolto non può mancare, un’irresistibile spedizione della mente che raggiungerà infine la vittoria?   (H. Thoreau)

Anch’io sono diverso da quel che immagino di essere. Saperlo è il perdono.
(S. Weil, Cahiers II)

L’illusione sulle cose di questo mondo non concerne la loro esistenza bensì il loro valore. L’immagine della caverna si riferisce al valore. Noi possediamo solo ombre di imitazione del bene. È altresì in rapporto al bene, che ci troviamo ad essere prigionieri, incatenati (l’attaccamento). Accettiamo i falsi valori che ci appaiono, e quando crediamo agire, siamo in realtà immobili, perché rimaniamo entro il medesimo sistema di valori.  
(S. Weil, L’ombra e la grazia)

Se si tratta una persona come sembra che essa si meriti di essere trattata, la si rende peggiore; ma se la si tratta come se fosse già quello che potenzialmente potrebbe essere, la si fa divenire ciò che dovrebbe essere.   (Goethe)

Il compito proprio del legislatore è di suscitare, in tutta la misura del possibile nella vita sociale, le immagini naturali delle virtù soprannaturali.
(S. Weil, La Grecia e le intuizioni precristiane)

In qualsiasi situazione, se si ferma l’immaginazione si forma un vuoto (i poveri in ispirito).   (S. Weil, L’ombra e la grazia)

Per questo fuggiamo il vuoto interiore: perché Dio potrebbe insinuarvisi.
(S. Weil, L’ombra e la grazia)

L’immaginazione lavora continuamente a chiudere tutte le fessure dove la grazia potrebbe passare.   (S. Weil, L’ombra e la grazia)

Si tratta sempre di un rapporto con il tempo. Perdere l’illusione del possesso del tempo. Incarnarsi. L’uomo deve compiere l’atto di incarnarsi, perché è disincarnato dall’immaginazione. Ciò che in noi procede da Satana è l’immaginazione.
(S. Weil, L’ombra e la grazia)

La visione del prossimo è specchio della propria vita; ci vediamo vedendolo. E la visione del simile è necessaria proprio perché l’uomo ha bisogno di vedersi. Non sembra esista nessun animale che necessiti di contemplare la sua figura nello specchio. L’uomo cerca di vedersi. E vive appieno quando si guarda, non nello specchio morto che gli restituisce la propria immagine, ma quando si vede vivere nello specchio vivo del simile.
Soltanto vedendomi nell’altro mi vedo realmente, soltanto nello specchio di un’altra vita simile alla mia acquisisco la certezza della mia realtà. Credere nella realtà di se stessi non è qualcosa che si dà direttamente, sembra essere piuttosto una certezza ricevuta in maniera riflessa, perché credo in me e sento di vivere veramente, se mi vedo nell’altro. La mia realtà dipende dall’altro.   (M. Zambrano, L’uomo e il divino)

La vita umana ha bisogno di vedere per essere vita. “Vivere per vedere” e vedere per vivere. La visione libera la vita, ma la visione di sé reca il massimo grado di libertà. Però se la visione di se stesso non è diretta ma riflessa, attraverso un simile, la libertà viene acquisita per mezzo dell’altro. Siamo, dunque, grazie all’altro e con l’altro.
Libertà è identità. Sembra che il fine a cui tende la vita sia la formazione di quello che nel linguaggio della filosofia moderna è stato chiamato “soggetto”. Appartiene all’essenza tragica della vita l’aver bisogno dell’altro anche per la libertà.
(M. Zambrano, L’uomo e il divino)

La pienezza dell’umano realizza così quello che già si prefigura nella nascita: uscire da uno spazio in cui si vive dentro, da un dentro a un fuori, uno spazio aperto dove si vede e si è visti, si giudica e si è giudicati. L’ambito della vita umana, il suo spazio vitale, è quello del giudizio, dal quale, nella nostalgia del paradiso, cerca di liberarsi. Poiché la libertà che sta nella radice stessa del vivere umanamente, come la suprema necessità, è correlata al vivere in un ambiente eterogeneo, nel gioco dell’elezione.  
(M. Zambrano, L’uomo e il divino)

Dalla mancata identità della vita umana sorge la visione frammentaria, incompleta, distorta. È l’ombra di quello che ci manca, che interferisce; l’ombra dell’unità che ci manca e al di sotto di essa l’ombra di tutto quello che tendiamo a essere senza riuscirci. Ombra che oscura tutte le cose proiettando l’inferno sopra la terra, degradandola a “materia” … la materia, come viene chiamata dalla gente, esiste forse? Perfino della visione fisica c’è una copia opaca nell’anima, dunque l’immagine delle cose non è quella della retina, ma quella che la nostra anima riceve e compone partendo da essa.
L’ombra che si intreccia con l’ombra dell’altro. E anche l’immagine che ciascuno si crea di sé, tracciata sull’ombra dell’unità non raggiunta. L’uomo proietta il suo non-essere nella visione delle cose e del fratello, che viene così a essere “l’altro”, “l’altro” del “se stesso” non raggiunto. L’ombra proiettata, lanciata all’esterno dall’avidità del conato d’essere, dalla fame di essere che, arrestando la sua crescita, lo imprigiona in un se stesso non compiuto, in un inferno. Nessuno prova invidia se non - attraverso l’altro - di se stesso.   (M. Zambrano, L’uomo e il divino)

Incontrando le persone, vedendole come tali e non come cose o ombre, incontro la vita spirituale, la celebro con l’atto di vedere, intorno a me, altre persone, altre coscienze.   (A. Capitini, Vita religiosa)

Chiamo ripiegamento il sottrarsi all’accettazione adeguata dell’essere di un’altra persona, nella sua peculiarità, […]; far esistere l’altro solo come propria esperienza, come una proiezione. Allora il dialogo diventa apparente, la misteriosa comunicazione tra mondo umano e mondo umano è solo inscenata e, nel rifiuto della realtà vivente di fronte a noi, l’essenza di ogni realtà inizia a disgregarsi.   (M. Buber, Dialogo)

Senza l’immaginazione, la realtà è uno spettacolo noioso che l’intelligenza esamina e classifica. Senza la realtà, l’immaginazione è un meccanismo che reitera percorsi sempre uguali. Compito dell’immaginazione è la redenzione della realtà.   (N. Gomez Davila, In margine a un testo implicito)

L’evento è come acqua che la fortuna riversa in noi, per sua natura senza colore, né odore, né sapore. Sarà bello o triste, dolce o amaro, vivificante o mortifero a seconda della qualità dell’anima che lo accoglierà. […]
È vero che abbiamo solo una debole influenza su alcuni avvenimenti esterni, tuttavia abbiamo un’azione onnipotente su ciò che questi avvenimenti esterni diventano dentro di noi.   (M. Maeterlinck, La saggezza e il destino)

Consolideremo in modo in modo unico la nostra sicurezza, la nostra pace e la nostra felicità, quando la nostra ignoranza e la nostra indolenza smetteranno di definire fatale tutto ciò che l’energia e l’intelligenza avrebbero dovuto chiamare naturale e umano.  
(M. Maeterlinck, La saggezza e il destino)

Se qualcosa ci preoccupa nel profondo, ci sembrerà per natura destinato a prevalere: se guardate sempre al male, avrete la sensazione che il male trionfi ovunque, ma se i vostri occhi avranno imparato a concentrarsi sulla semplicità, sulla sincerità e sulla verità, vedrete in fondo a ogni cosa solo la grandiosa e tacita vittoria di ciò che amate.  
(M. Maeterlinck, La saggezza e il destino)

Sofferenze fisiche a parte, esiste in noi un dolore che possa arrivare a noi se non attraverso i nostri pensieri? E chi fornisce ai nostri pensieri le armi con le quali ci attaccano o ci difendono? La sofferenza in sé ci fa soffrire poco, ma soffriamo invece enormemente per il modo in cui la accogliamo.
[…] La forza attiva di un evento non sta che nel modo in cui lo si considera.
(M. Maeterlinck, La saggezza e il destino)

Tutto ciò che di bello vediamo intorno a noi è già bello nel nostro cuore, e ciò che ci pare adorabile e grande in noi lo ritroviamo al tempo stesso anche negli altri.
(M. Maeterlinck, La saggezza e il destino)

Non perdere di vista la sfera grande, muovendosi nella piccola con la sicurezza, la serietà, la convinzione e la soddisfazione che si avrebbero se la seconda contenesse in sé la prima.   (M. Maeterlinck, La saggezza e il destino)

 

Fonte: http://www.psicoenergetica.it/thesaurus/Citazioni%20di%20terzi%20tratte%20dalla%20Bibliografia/Immaginazione.doc

Sito web da visitare: http://www.psicoenergetica.it

Autore del testo: indicati nel documento di origine

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

Aforismi massime sulle abitudini

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

Aforismi massime sulle abitudini

 

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco

www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve

 

Argomenti

Termini d' uso, cookies e privacy

Contatti

Cerca nel sito

 

 

Aforismi massime sulle abitudini