Il galateo

Il galateo

 

 

 

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Il galateo

IN CONDOMINIO

 

Viene da ricordare la pulizia delle parti comuni in un condominio, il rispetto del silenzio nelle prime ore del pomeriggio e dopo una certa ora alla sera.
Sconveniente e decisamente poco civile spazzare giù dal balcone la polvere o far tracimare l’acqua dai vasi di fiori, usare zoccoli nelle passeggiate notturne nel vostro appartamento, fumare nelle parti comuni, magari spegnendo i mozziconi delle sigarette per terra sotto le scarpe. Qui non si tratta di non seguire il Galateo, ma di elementare maleducazione.

GLI ANIMALI

Il possesso di un animale è una cosa bellissima che può migliorare la vita nostra e dei nostri piccoli amici: sarebbe utile che non fossero però gli altri a fare le spese della nostra maleducazione.
La dimostrazione di buon senso, al di là del Galateo o di altre norme, si vede già sin dalla scelta della razza e nell’aver ben considerato l’adeguatezza del contesto e lo spazio in cui dovrà vivere il nostro piccolo amico. Lo stesso vale anche per la cura che presteremo all’animale, non facendo finta di niente, per esempio, quando sporcherà sul marciapiede.

IN GENERALE

  • Quale è il modo più indicato per rivolgersi ad una persona importante. Se si tratta di un Presidente o un Sindaco o un Assessore si userà il ’signor Sindaco, Assessore, etc.’ indipendentemente se si tratta di un maschio o di una signora.
  • A membri del Parlamento si darà degli ‘Onorevoli’, mentre a preti e frati si dirà ‘Reverendo o Padre’, ad una suora ‘Sorella o Madre’, ad un vescovo o a un cardinale si dara dell’ Eccellenza o Eminenza, mentre al Papa si dirà ‘ Santità’.
  • Stando alle regole del Bon ton presentandosi si dirà sempre prima il nome e poi il cognome, astenendosi dal citare il titolo professionale a meno che non si tratti di una riunione di lavoro.
  • Se poi si devono presentare due persone, stando ai canoni del bon ton e delle buone maniere, si deve presentare la più giovane a quella più anziana o in campo professionale quella con grado meno elevato a quella con grado più elevato.
  • L’uso del ‘tu’, anche se ormai è diventato di uso comune, secondo il Galateo andrebbe riservato a chi effettivamente già si conosce abbastanza bene. Questo eviterebbe situazioni imbarazzanti e, nell’ambiente lavorativo, faciliterebbe i rapporti gerarchici evitando sconvenienti atteggiamenti invadenti.
  • Sarebbe opportuno in generale lasciare che il ‘tu’ arrivi naturalmente con l’acquisizione di una certa familiarità e confidenza.

Al BAR … in CASA

 

In una casa a modo il mobile bar deve essere sempre ben fornito per permettere di avere sempre qualcosa da offrire ai propri ospiti dandogli anche una discreta possibilità di scelta.
In tal senso è bene avere sempre in casa:

  • una bottiglia di Campari
  • una bottiglia di Martini secco
  • una bottiglia d’anice o d’anisette
  • una bottiglia di cognac
  • una bottiglia di gin
  • una bottiglia di whisky
  • una bottiglia di sherry
  • una bottiglia di amaro
  • qualche sciroppo
  • vari succhi di frutta

Prima di colazione (ovvero di pranzo) si potrà offrire del Campari, dello sherry o del succo di pomodoro. 
Alla sera è più indicato il Martini, corretto o meno con gin, o del whisky.
Dopo il caffè e mai prima si offrono i liquori, non per nulla vengono detti anche gergalmente ammazzacaffè;
mentre a fine serata si servono le spremute ghiacciate.

IL THE

L’invito ad un the si fa per le 17.00 – 17.30 a voce, per telefono o con un biglietto scritto a mano. La signora che riceve veste un abito da colazione elegante e le sue ospiti non saranno da meno.
Il the viene offerto in salotto con una buona selezione di dolci e tartine salate ma senza esagerare e verrà servito in una teiera di porcellana ( quella d’argento seppur più preziosa è meglio lasciarla per l’esposizione). Per cominciare non è necessario che tutti gli ospiti siano presenti e poiché non tutti gradiscono il the verranno preparate anche del caffè e delle caraffe di succo.
Il the può essere abbinato ad un pomeriggio di gioco a carte. In tal caso è obbligatorio essere puntualissimi ed il the verrà servito prima di iniziare a giocare. Alla fine del pomeriggio si servirà un aperitivo con degli stuzzichini cercando di distrarre il meno possibile i giocatori.
Un invito per un the può essere anche molto formale e coinvolgere un numero maggiore di invitati. In tal caso verrà servito in sala da pranzo e non più in salotto e dovrà si prevedere una maggiore varietà di bevande, dolci e stuzzichini.

Ognuno di noi ha occasione di uscire a cena in un ristorante o al Bar  e comunque in un locale pubblico con amici, o con la moglie, la fidanzata, qualche invitato. Eccovi alcune semplici regole che vi permetteranno di fare bella figura sempre e comunque:

AL RISTORANTE

  • Arrivati al ristorante l’uomo precede la donna e si fermeranno in attesa di un cameriere che li accompagni al tavolo. La donna siede nel posto migliore, ovvero rivolta verso la sala, ed il cameriere o l’uomo che l’accompagna devono spostare la sedia per farla accomodare.
  • A tavola il comportamento da tenere è lo stesso di un pranzo in casa. Per le richieste al cameriere e per la scelta delle portate un tempo le donne non rivolgevano si direttamente al cameriere ma era l’accompagnatore a parlare per loro. Oggi tale procedura è superata; tuttavia alcuni uomini preferiscono far tutto loro ed alcune donne amano lasciarglielo fare.
  • Quando si è ospiti di qualcuno non si eccederà nelle scelte delle portate ne optando per piatti troppo costosi, ne scegliendone estremamente economici o si rischierà di mettere in difficoltà, in un caso, o di offendere l’anfitrione, nell’altro.
  • Per chiamare il cameriere al tavolo sarà sufficiente un cenno con il capo o con la mano.
  • Il conto, per tradizione, va pagato dall’uomo, a meno che non sia stata la donna a fare l’invito. In gruppo o tra giovani è anche possibile pagare alla romana, ovvero dividendo la cifra in parti uguali. Assieme al totale del conto è bene lasciare una mancia pari al 5-10% della somma.
  • In uscita gli uomini aiuteranno le donne a alzarsi e ad indossare il soprabito e le seguiranno. Giunti alla porta saranno i primi ad uscire per poi tenere la porta alle signore.

 

CIBI DIFFICILI

Alcuni cibi presentano delle particolari difficolta e suscitano spesso dubbi per come mangiarli. Analizziamoli nel dettaglio:

  • Carciofi e asparagi:

I carciofi interi si mangiano con le mani per questo non vengono serviti in contesti formali. Gli asparagi, invece, si mangiano con le mani in famiglia ma in situazioni formali si dovranno mangiare con le posate.

  • Crostacei
    Quando si mangia questo tipo di cibo le chele e la coda nell’aragosta, la conchiglia o la corazza negli altri vanno rimossi con le dita. Con l’aiuto della forchetta, possibilmente di quella da ostriche, si estrae e si mangia la polpa. Per raggiungere le parti più interne di polpa, non afferrabili con la forchetta, si possono succhiare con discrezione le chele, evitando di emettere suoni poco gradevoli.
    Dopo aver gustato la pietanza è necessario sciaquarsi le dita in apposite coppette conenenti acqua e talvolta anche limone.
  • Dolci
    Ci si serve del cucchiaio per quelli liquidi o molli, detti appunto dolci al cucchiaio, e della forchetta per gli altri.
  • Formaggio
    Si mangia con il solo coltello che serve per tagliarlo in pezzi da mettere poi sul pane e mangiare con le mani. Fanno eccezione alcuni tipi di formaggio dalla consistenza più morbida, come la ricotta e il mascarpone, per cui è necessario l’uso della forchetta.
  • Frutta
    Viene servita a fine pasto e può creare situazioni di imbarazzo per il modo più adeguato di mangiarla. Alcuni tipi necessitano l’uso delle apposite posate, altri quello del cucchianino, altri tipi, invece, vanno mangiati con le mani.
  • Albicocca:

si apre con le dita in due parti e si accompagna alla bocca con le mani

  • Ananas:

è d’obbligo l’uso delle posate e vine portato in tavola già taglianto in fette e privo della buccia.

  • Anguria:

si serve taglaita a fette e con le posate si tolgono i semi per poi tagliarla a pezzi e mangiarla con la forchetta.

  • Arancia:

con il coltello si incide la buccia prima formando due calotte e poi delineando degli spicchi. Una volta sbucciata si mangaino gli spicchi ad uno ad uno con le mani

  • Avocado:

si mangia con le posate e si taglia ametà nl senso della larghezza. Spesso viene servito come antipasto.

  • Banana:

si sbuccia con coltello e forchetta e poi si taglia in pezzetti e si mangia con la forchetta

  • Caco:

con un cucchiaino se ne assapora la polpa

  • Ciliege:

si mangiano ad una ad una con le dita lasciando poi scivolare il nocciolo nel palmo della mano prima di riporlo delicatamente nel piatto.

  • Dattero:

si mangia con la forchetta.

  • Fico:

con le posate si taglia la buccia in quattro parti e poi si stacca la polpa che verrà mangaita con la forchetta.

  • Fragole:

si mangiano con le mani, se portate a singolo, ma nella maggior parte dei casi vengono portate a pezzi in coppette e si mangiano con il cucchiaino.

  • Kiwi:

si può mangiare con il cucchiaino tagliandolo a metà e gustandone la polpa o sbucciandolo e tagliandolo in pezzi con coltello e forchetta.

  • Lamponi:

si servono in coppette come le fragole e si mangiano con il cucchiaino.

  • Mandarino: cfr. arancia
  • Mango: cfr. kiwi
  • Mela:

si taglia a metà o in quattro spicchi. si infilza ogni spicchio con la forchetta e lo si sbuccia con il coltello.

  • Melagrana: si taglia a metà e si gusta con il cucchiaino
  • Melone:

viene servito a fette e si mangia con le posate. Solitamente viene servito con il prosciutto come antipasto.

  • Mirtillo: cfr. lampone
  • Mora: cfr. lampone
  • Noce:

si rompe con l’apposito schiaccianoci e si portano alla bocca i gherigli con le dita.

  • Papaya:

si serve già divisa a metà e si scava la polpa con il cucchiaino. Se portata intera si sbuccia con coltello e forchetta.

  • Pesca: cfr. mela
  • Pera: cfr. mela
  • Pompelmo:

va servito solo per la prima colazione e si mangia come un’arancia oppure tagliato a metà e gustato con il cucchiaino.

  • Prugna:

se di grandi dimensioni si taglia con le posate, se no si porta alla bocca con le mani e si fa scivolare il nocciolo nella mano e poi sul piatto.

  • Uva:

si staccano ad uno ad uno gli acini tenendo fermo il grappolo con le mani ed eventualmente di elimino i noccioli e le bucce sulla mano, prima di depositarli sul piatto.

  • Frutta cotta: si mangia con le posate.
  • Frutti di mare:

si staccano con la forchetta tenendo la conchiglia con le mani. I gusci vuoti vanno deposti nel piatto apposito.

  • Lumache:

per mangiarle si utilizzano delle posate apposite: una pinza con cui tenere il guscio ed una forchettina per estrarre la lumaca. 

  • Ostriche:

vanno mangiate in un unico boccone con l’apposita forchetta a tre denti, apparecchiata alla destra anziché alla sinistra del piatto, dopo averle spruzzate di limone. Con la mano destra si terrà il guscio mentre con la sinistra si staccherà il mollusco con la posata. Si servono in piatti singoli ad ogni commensale e si ordinano a dozzine.

  • Volatili:

i volatili si mangiano con coltello e forchetta. Nei contesti molto formali si eviteranno quelli di piccole dimensioni estremamente difficili da scarnire con le posate.

DISPOSIZIONE A TAVOLA

Premesso che se gli invitati sono numerosi è preferibile disporre un segnaposto davanti a ciascun piatto, per evitare confusioni e disguidi al momento di sedersi a tavola, ecco quali sono le regole da seguire per la disposizione dei posti.

  • Innanzitutto bisogna alternare un uomo e una donna ed evitare di mettere vicini o di fronte le coppie di coniugi. È necessario poi attribuire la giusta importanza ad ogni ospite ed onorare maggiormente chi si invita per la prima volta.
  • Il padrone e la padrona di casa occupano i due posti capotavola, l’uno di fronte all’altra, per presiedere al servizio e alla conversazione. Alla loro destra siedono rispettivamente il signore e la signora più importanti, alla sinistra quelli che vengono subito dopo in ordine di anzianità o di importanza. Le altre coppie si alternano, tenendo conto che i parenti, gli invitati più giovani o quelli con cui si ha maggiore confidenza sono i più distanti dai padroni di casa.
  • Se chi invita è una signora sola, darà il posto capotavola all’invitato più importante; se è un signore celibe lo darà all’invitata di maggior riguardo.
  • Se i commensali sono sei, dieci o più di dieci, la distribuzione dei posti non pone problemi, sia con un tavolo rotondo che con uno rettangolare. Le complicazioni sorgono quando a tavola siedono quattro o otto persone. Se marito e moglie invitano un’altra coppia e il tavolo è quadrato o rotondo, ad evitare che sia le signore che i mariti siano vicini, la padrona di casa siederà di fronte all’invitata, in modo che il padrone abbia l’invitata alla sua destra e il marito di lei di fronte.
  • Quando il tavolo è rettangolare la signora avrà alla sua destra sullo stesso lato l’invitato. Sul lato opposto l’invitata sarà alla destra del padrone di casa.
  • Se gli invitati sono otto e i padroni di casa vogliono conservare i posti a capotavola, sappiano che due uomini e due donne risulteranno necessariamente vicini, qualsiasi forma abbia il tavolo. Per evitare ciò siederà capotavola solamente uno di loro, o il padrone o la padrona di casa, e avrà di fronte nell’un caso l’invitato di maggior riguardo e nell’altro l’invitata più importante: se a capotavola sono il signore e l’invitato d’onore, la signora sarà a destra di quest’ultimo e viceversa.
  • E’ bene ricordare infine che due fidanzati non vanno mai divisi mentre è possibile separare a tavola marito e moglie, magari facendoli sedere l’uno difronte all’altra.

 

COMPORTAMENTO A TAVOLA

Il momento del pasto è un momento di relax e di distensione, ma non per questo bisogna lasciarsi andare al punto da dimenticare le buone maniere. Ecco un elenco di ciò che bisogna o non bisogna fare a tavola.

  • Prima di sedersi occorre lavarsi le mani. Quando si è ospiti in casa di qualcuno si arriva con le mani pulite, ma in occasioni particolari si può chiedere il permesso di andare a lavarsele.
  • Mangiando non bisogna tenere una posizione curva e troppo vicina al piatto, bensì rimanere diritti, non rigidi, e portare il cibo alla bocca alzando il braccio. Non si devono appoggiare i gomiti sulla tavola, ma tenerli lungo i fianchi.
  • Appena ci si siede si spiega il tovagliolo sulle ginocchia. E’ da maleducati legarlo intorno al collo o infilarlo nel colletto della camicia. Alla fine del pasto non si ripiega, ma lo si riappoggia alla sinistra del piatto prima di alzarsi. In famiglia, invece, lo si piega per riporlo nel portatovagliolo.
  • Prima di iniziare a mangiare si aspetta che tutti i commensali siano serviti e che la padrona (o il padrone) di casa prenda il primo boccone. Se gli ospiti sono numerosi e la padrona invita ad iniziare per non far raffreddare il cibo, è consentito incominciare.
  • Se i commensali sono numerosi, a dispetto di quanto si è sempre saputo, si inizia a mangiare appena viene servito il cibo caldo, senza dover attendere che venga servito a tutti. Nel caso invece di cibi freddi o a buffet, occorre attendere l’inizio dato dalla padrona di casa.
  • Non si deve toccare il cibo con le mani, tranne il pane ed alcuni frutti.
  • Il pane non si taglia ma si spezza. Lo stesso i grissini che non vanno mai morsicati.
  • Se qualche cibo richiede la presenza delle coppette lavadita, non vi si immerge tutta la mano, ma solo la punta delle dita e ci si asciuga poi nel tovagliolo.
  • Non bisogna mai, assolutamente mai, portare alla bocca il coltello.
  • Il cibo che si trova nel piatto non va tagliato in tanti pezzetti, ma un boccone per volta, mano a mano che lo si mangia.
  • Dopo aver messo un pezzetto sulla posata, si deve subito introdurlo in bocca.
  • Ci si serve dal piatto di portata con le apposite posate e non si può adoperare la propria forchetta già usata per servirsi ancora. Ugualmente il cucchiaino con cui si è già mescolato il the o il caffè non può essere utilizzato per prendere altro zucchero dalla zuccheriera.
  • Il cibo deve rimanere nel centro del piatto: non va schiacciato o spinto verso il bordo.
  • Se una vivanda o una bibita è troppo calda è meglio aspettare che si raffreddi, per evitare di fare boccacce dopo essersi scottati. È molto maleducato soffiare sul cucchiaio o sul piatto per raffreddare il cibo.
  • Prima di mangiare un boccone bisogna fare attenzione che non contenga qualche parte di scarto, per non essere poi costretti a sputarla.
  • I noccioli della frutta o le parti di scarto, inavvertitamente messe in bocca, non si lasciano cadere direttamente nel piatto. Se sono stati portati alla bocca con una posata si fanno scivolare su di essa e poi sul piatto, se con le mani si depongono nella mano chiusa a pugno che li riporta sul piatto.
  • Le posate si usano facendo il meno rumore possibile. Il cucchiaio non deve essere riempito troppo, perché portandolo alla bocca una parte del contenuto potrebbe ricadere nel piatto.
  • Per raccogliere le ultime cucchiaiate di minestra il piatto fondo può essere inclinato verso il centro della tavola, mai verso di se. Finito di mangiare, il cucchiaio rimane nella fondina perpendicolare alla persona. Se si è bevuto il brodo in tazza, invece, il cucchiaio andrà posato sul piatto sottotazza.
  • Il consommé in una tazza coi manici e qualsiasi bevanda servita in tazza vanno bevuti direttamente da essa. Il cucchiaio, che non deve mancare, serve solo per mescolare.
  • Quando si smette un attimo di mangiare per bere o per parlare, si mettono le posate obliquamente con le punte del coltello e della forchetta che si incrociano, con i rebbi della forchetta all’ingiù e la lama del coltello verso il centro del piatto. Non e’ per niente fine appoggiarle come i remi di una barca.: una a destra ed una sinistra del piatto con la punta sul bordo e il manico sulla tovaglia.
  • Quando si è finito di mangiare si lasciano le posate sul piatto, perpendicolarmente alla persona con i manici sul bordo.
  • Prima di bere e dopo aver bevuto bisogna pulirsi le labbra con il tovagliolo: prima per non lasciare sgradevoli impronte sul bicchiere e dopo per asciugarsi la bocca.
  • Con la bocca piena non bisogna bere e ancor meno parlare.
  • Versando da bere non si deve riempire il bicchiere fino all’orlo. La stessa regola di non riempire troppo le tazze o i bicchieri deve essere osservata da chi versa il tè, il caffè o i liquori. Nel bere non bisogna alzare troppo il braccio o sollevare il mignolo.
  • Mentre si mastica occorre tenere la bocca chiusa per non produrre fastidiosi rumori.
  • Le salse dense non vanno versate sul cibo, ma messe sul piatto accanto ad esso. I condimenti liquidi invece si versano direttamente sulla pietanza.
  • In linea di massima non è permesso “fare scarpetta”, raccogliere cioè la salsa nel piatto con un pezzetto di pane. E’ ammesso solo in contesto familiare e solo se si usa la forchetta e non le mani.
  • I biscotti o il pane non vanno intinti nel caffè, nel tè, nella cioccolata e tantomeno nel vino.
  • Per mangiare il pesce non bisogna usare il coltello normale: se manca quello da pesce si usa solo la forchetta e ci si aiuta con un pezzetto di pane.
  • Le uova, tutti i cibi molli e l’insalata si mangiano con la sola forchetta.
  • Non si possono rifiutare le pietanze che vengono offerte, neppure se non piacciono, se sono portate in piatto singolo; si assaggeranno appena e poi si lascerà il resto nel piatto. Se sono invece in piatto da portata si potrà decidere di non prenderne. Se invece si è in presenza di cibi che possono creare allergie o intolleranze si rifiuteranno spiegando brevemente il motivo. 
  • Quando non si vuole che il bicchiere venga riempito, non lo si copre con la mano, ma si fa un semplice cenno.
  • Occorre sempre dire “per favore” e “grazie” quando si chiede al commensale vicino di passare qualche cosa.
  • Non è ammesso usare stuzzicadenti per rimuovere i pezzetti di cibo che si sono incagliati nei denti. Se il fastidio è insopportabile si chiede scusa agli altri commensali e si va un attimo in bagno.
  • Se capita di trovare un capello o qualcosa di sporco nel piatto lo si toglie il più discretamente possibile, in modo che gli altri commensali non notino lo spiacevole incidente. Se la padrona di casa si accorge che c’è qualcosa che non va, prega l’ospite di non toccare il cibo e provvede rapidamente a sostituirgli il piatto. Quando si è al ristorante si può chiedere al cameriere di portare un nuovo piatto. Gli altri convitati faranno finta di nulla e non indagheranno sull’accaduto.
  • A tavola non bisognerebbe mai fumare. Chi non sa resistere, dopo aver chiesto il permesso della padrona di casa, può accendersi una sigaretta, non prima però del dessert. In ogni caso il fumo dovrebbe essere riservato al momento del caffe in salotto. 

 

COME SI APPARECCHIA LA TAVOLA

Una tavola ben apparecchiata è indice di raffinatezza e di buona educazione e dimostra inoltre, l’attenzione e la cura che i padroni di casa hanno verso gli ospiti.

  • La tavola deve essere grande abbastanza, in modo che i commensali siano a proprio agio. Ma non deve neppure essere troppo grande, con distanze eccessive tra un invitato e l’altro, perché questo potrebbe raffreddare la conversazione.
  • Prima di mettere la tovaglia bisognerebbe coprire il tavolo con un mollettone per proteggerlo dal calore e per attutire il rumore di piatti e bicchieri. La tovaglia può essere di lino, di cotone, a disegni o in tinta unita, come si preferisce: l’importante è che sia adatta per il genere di ricevimento, più o meno elegante, e che si accordi con i piatti.
  • Al posto della tovaglia si possono usare le tovagliette all’americana, una per ogni commensale. Per questo tipo di servizio bisogna avere un bel tavolo e dato che il pericolo di rovinarlo è molto maggiore rispetto a quando lo si copre con mollettone e tovaglia, ecco che molti padroni di casa rinunciano a queste tovagliette individuali. Anche se ne esistono di molto eleganti è preferibile utilizzarle per occasioni informali, in famiglia o tra amici e, soprattutto, solo a colazione, mai a pranzo.
  • Per abbellire la tavola un centrotavola sarà di sicuro effetto. Le composizioni di fiori o di frutta disposti artisticamente vanno bene su qualsiasi tavola, mentre per una serata particolarmente romantica e raffinata una coppia di candelieri è l’ideale. Nella scelta del centrotavola occorre fare attenzione ad alcuni particolari: le composizioni devono essere basse e poco ingombranti per non ostacolare i movimenti e non impedire la vista ai commensali, e i candelabri, che vanno accesi solo dopo il tramonto, devono essere alti, in modo che la fiamma ondeggiante non sia allo stesso livello degli occhi.
  • I piatti, posati su sottopiatti o direttamente sulla tovaglia, si dispongono ad uguale distanza l’uno dall’altro. Se sono decorati con disegni, fregi, stemmi, questi devono essere rivolti verso il bordo del tavolo, in modo che la persona seduta possa vederli nella loro corretta posizione. I piatti per le pietanze calde vanno sempre serviti tiepidi.
  • Quando il servizio è effettuato da uno o più camerieri si apparecchia un solo piatto – a pranzo se c’è la minestra in brodo si mettono anche i piatti fondi o le tazze per il consomè – e i camerieri provvedono a cambiare i piatti per le altre portate. Quando invece non c’è servizio, si possono apparecchiare fino a tre piatti, per l’antipasto, il primo e il secondo. Gli altri saranno a portata di mano su un tavolino o su un carrello.
  • Ovviamente il numero di piatti e di posate necessarie varia a seconda delle portate del menu. La loro posizione è comunque fissa: alla sinistra del piatto le forchette, nell’ordine quella normale e quella da pesce; alla destra i coltelli, normale e da pesce, con la lama rivolta verso il piatto, e il cucchiaio da minestra. Le posate, da dessert si dispongono orizzontalmente davanti al piatto, la forchetta con il manico volto verso sinistra e il cucchiaio verso destra. Tra i due può essere inserito anche il coltello da frutta nello stesso senso del cucchiaino.
  • Oggi non si usa più apparecchiare le posate con i rebbi delle forchette e l’incavo del cucchiaio all’ingiù. Un tempo invece questa disposizione era di regola per mostrare le cifre incise sulle posate.
  • I bicchieri vanno messi leggermente a destra del piatto davanti al coltello. Devono essere almeno due, uno per l’acqua più grande e, alla sua destra, uno per il vino più piccolo. Se poi si servono più vini il numero dei bicchieri aumenta, ma vanno sempre posti a destra di quello per l’acqua e non possono essere più di quattro, inclusi acqua e champagne. Quando, invece, si pasteggia a champagne verranno apparecchiati solo due bicchieri: uno da acqua e uno da champagne.
  • Il tovagliolo si posa sul piatto o a fianco delle posate: alcuni lo mettono a destra, altri a sinistra. Meglio evitare forge artistiche.
  • Davanti ad ogni coperto a volte si mette un cartellino con il nome del commensale. L’ uso dei segnaposto è consigliabile soprattutto quando gli invitati sono numerosi.
  • Il pane viene portato a tavola in appositi cestini portapane. In pranzi molto formali si apparecchiano dei piattini per il pane, a sinistra del piatto davanti alle forchette.
  • Sulla tavola non possono mancare sale e pepe. Per pranzi informali basta una sola saliera e un solo macinapepe, mentre nelle occasioni importanti viene apparecchiata una piccola saliera ed un portapepe tra due piatti.
  • Altri oggetti come la formaggera, le mezzelune da insalata, da posizionare alla sinistra di ogni piatto, la salsiera o le coppette lavadita, vengono portati a tavola solo se e quando sono necessari.

 

Apparecchiatura colazione normale

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  • piattino da burro
    2. coltello da burro
    3. bicchiere da acqua
    4. bicchiere da vino
    5. coltello da formaggio o da frutta
    6. forchetta da formaggio o da frutta
    7. forchetta 1^ pietanza
    8. forchetta 2^ pietanza
    9. tovagliolo
    10. piatto piano
    11. Coltello

 

Apparecchiatura pranzo normale

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  • piattino per il pane
    2. bicchiere da acqua
    3. bicchiere da vino rosso
    4. bicchiere da vino bianco
    5. bicchiere da vino dessert
    6. cucchiaio da dolce
    7. forchetta da dolce o frutta
    8. tovagliolo
    9. forchetta 1^ portata
    10. forchetta 2^ portata
    11. piatto
    12. coltello
    13. cucchiaio per la minestra

 

Apparecchiatura per pranzo elegante

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  • piattino per il pane
    2. bicchiere da acqua
    3. bicchiere da vino rosso
    4. bicchiere da vino bianco
    5. bicchiere da vino dessert
    6. cucchiaio da dolce
    7. coltello da dolce o frutta
    8. forchetta da dolce o frutta
    9. tovagliolo
    10. forchetta 1^ portata
    11. forchetta 2^ portata
    12. piatto
    13. coltello
    14. cucchiaio per il consommè
    15. piatto per il cosommè

 

A tutte le apparecchiature si aggiungeranno, ove necessarie, le posate per il pesce, obbligatorie quando si servono pietanze di questo tipo.

COME SI TENGONO LE POSATE

 

Il Galateo indica chiaramente come usare le posate e non fa differenza se voi siate mancini o no. Tuttavia, se volete essere un po' elastici e gentili verso i vostri ospiti, sappiate che oggi esistono negozi per persone che prediligono l'utilizzo della mano sinistra in cui si possono trovare posate specifiche, come il coltello per il pesce adatto ai mancini.

Quali usare?

Talvolta la presenza di più posate in tavola può far nascere dubbi su quali siano quelle da usare. La regola generale è quella di usare per prime le più esterne, alla destra, alla sinistra e davanti al piatto.

Il linguaggio delle posate.

Il posizionamento delle posate sul piatto ha un preciso significato per il Galateo:

  • le posate con le punte incrociate sul piatto (con la lama del coltello sotto i rebbi della forchetta) significano che intendete effettuare una pausa tra un boccone e l'altro dello stesso piatto o desiderate fare il bis.
  • le posate lasciate nel piatto, parallele tra loro (con le punte in avanti e le impugnature verso di voi) indicano che avete finito con quella portata e il piatto, con le posate può essere ritirato.

Attenzione! In nessun caso i manici delle posate devono essere appoggiati sulla tovaglia ma sul bordo del piatto.

Il coltello

Ecco come il Galateo vi consiglia di usare il coltello:

  • tenetelo con la destra, appoggiando delicatamente l'indice sulla congiuntura tra il manico del coltello e la parte non tagliente della lama.
  • non avvicinatelo mai alla bocca.
  • evitate di agitarlo, gesticolando durante una conversazione
  • appoggiatelo sul bordo superiore destro del piatto proseguendo con la sola forchetta quando non siete impegnati a tagliare.

Attenzione! Se intendete servire due tipi di secondo è di rigore il cambio del coltello.

La forchetta

Ecco invece come usare la forchetta:

  • tenerla nella mano destra solo se è l'unica posata utilizzata.
  • tenerla con la mano sinistra se la portata richiede l'uso del coltello
  • utilizzatela con i rebbi rivolti in basso e l'indice delicatamente posato sul dorso dell'impugnatura se dovete infilzare una pietanza.

Il cucchiaio

Per il cucchiaio il Galateo consiglia di:

  • tenerlo con la mano destra
  • non colmarlo, bensì riempirlo solo per 2/3, quindi accostarlo alle labbra lungo il suo lato sinistro. lasciarlo nel piatto al termine dell'utilizzo.

Attenzione! il cucchiaio va messo, da subito, a tavola solo se saranno servite le minestre.

E' assolutamente vietato dal Galateo mangiare gli spaghetti aiutandosi con il cucchiaio.

 

Fonte: http://www.donmarcogalanti.it/back_end/files_news/1267.docx

Sito web da visitare: http://www.donmarcogalanti.it/

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