Corso cresima

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Corso cresima

LA FORMAZIONE DEI CATECHISTI DELLA CRESIMA
 NELLA PROSPETTIVA DI CONTINUITA’
SCHEMA
PREMESSA

  • RIPROGETTARE L’ITINERARIO DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA DEI RAGAZZI
    • IL PRIMO MOMENTO: INIZIO DELL’I.C. ATTRAVERSO IL BATTESIMO
    • IL SECONDO MOMENTO: COMPLETAMENTO DELL’I.C. ATTRAVERSO LA CRESIMA E L’EUCARISTIA
  1. COME IMPOSTARE BENE “LA PREPARAZIONE ALLA CRESIMA”
  2. GLI OBIETTIVI DA TENERE PRESENTI NELL’ITINERARIO DI INIZIAZIONE CRISTIANA DEI RAGAZZI
  • I CATECHISTI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA NELLA PROSPETTIVA DI CONTINUITA’: IDENTITA’ E VOCAZIONE DEI CATECHISTI
    • CREDENTI AUTENTICI
    • EVANGELIZZATORI ED ACCOMPAGNATORI 
    • FORMAZIONE DEI CATECHISTI
  • CRESIMA: TRADIZIONE/FESTA,  DONO, FINE CORSA?
    • L’ADOLESCENZA
    • QUALE CHIESA/CATECHISTA PER GLI ADOLESCENTI?
  1. PER CONCLUDERE : “NON LASCIATEVI RUBARE LA SPERANZA” (MOTIVAZIONI)
  2. BREVE ESAME DI COSCIENZA PER I CATECHISTI

 

Premessa
Papa Francesco: “Il risveglio della fede passa per il risveglio di un nuovo senso sacramentale della vita dell’uomo e dell’esistenza cristiana, mostrando come il visibile e il materiale si aprono verso il mistero dell’eterno” (LF 40).
La Chiesa è il luogo da cui la fede nasce ed in cui diventa esperienza che si può comunicare, cioè testimoniare in modo ragionevole e perciò affidabile: "ciò che si comunica nella Chiesa… è la luce nuova che nasce dall'incontro con il Dio vivo" (LF 40).
Romano Guardini – La Chiesa: “ portatrice storica dello sguardo plenario di Cristo sul mondo” (Cfr. LF 22).
Le note pastorali della CEI:

  • L’iniziazione cristiana 2. Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni, 1999;
  • Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 2001;

propongono di compiere un vero e proprio cambio di mentalità: ispirarsi al paradigma catecumenale, prima di prospettare una diversa collocazione dei sacramenti o l’adozione di una metodologia catechistica nuova:
“Al centro di tale rinnovamento va collocata la scelta di configurare la pastorale secondo il modello dell’iniziazione cristiana, che – intessendo tra loro testimonianza e annuncio, itinerario catecumenale, sostegno permanente della fede mediante la catechesi, vita sacramentale, mistagogia e testimonianza della carità – permette di dare unità alla vita della comunità e di aprirsi alle diverse situazioni spirituali dei non credenti, degli indifferenti, di quanti si accostano o si riaccostano al Vangelo, di coloro che cercano alimento per il loro impegno cristiano” (C.E.I., Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 59; Cfr. Direttorio Generale per la catechesi, 256).
“Se non sapremo trasmettere alle nuove generazioni l’amore per la vita interiore, per l’ascolto perseverante della Parola di Dio, per l’assiduità con il Signore nella preghiera, per una ordinata vita sacramentale nutrita di Eucaristia e Riconciliazione, per la capacità di lavorare su se stessi attraverso l’arte della lotta spirituale, rischieremo di non rispondere adeguatamente a una sete di senso che pure si è manifestata” (Comunicare il vangelo in un mondo che cambia, 51).

  1. RIPROGETTARE L’ITINERARIO DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA DEI RAGAZZI

(Cfr. F. Tardelli, La Speranza in noi. Chiamati a far fruttificare il dono ricevuto, Lettera pastorale per l’anno 2006-2007).
L’Iniziazione Cristiana (I.C.) è il cammino per diventare cristiani. Il cammino si realizza attraverso una pluralità di momenti e di esperienze in cui è coinvolta la comunità cristiana: “l’annuncio della Parola, l’accoglienza del Vangelo che provoca una conversione, la professione di fede, il Battesimo, l’effusione dello Spirito Santo, l’accesso alla comunione eucaristica” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1229).
L’iniziazione cristiana sarà perciò ben impostata quando si strutturerà come un itinerario educativo che, a partire dalla consapevolezza e dall’esperienza dell’amore di Dio, attraverso la conversione punti alla maturazione dell’uomo nuovo in Cristo, alla santità nella docilità al soffio dello Spirito Santo.
L’Iniziazione cristiana non è allora da intendersi tanto come “preparazione ai sacramenti”, ma appunto, come “iniziazione alla vita in Cristo attraverso i Sacramenti”.
Parliamo ora specificatamente della I.C. dei ragazzi. Essa si compie in due grandi momenti: l’inizio attraverso il Battesimo, il completamento attraverso la Confermazione e l’Eucaristia.

  • IL PRIMO MOMENTO: INIZIO DELL’I.C. ATTRAVERSO IL BATTESIMO

Ci vuole sempre un cammino di catechesi prima della celebrazione del Battesimo, così anche l’accompagnamento della famiglia dopo il Battesimo da parte della Chiesa.
E’ molto importante questo itinerario pre-post Battesimo per introdurli nel cammino dell’iniziazione che culminerà con la Cresima e continuerà per tutta la vita.
Anche perché gli esperti dicono che il carattere della persona si forma nei primi anni della vita, quindi stiamo perdendo davvero un’occasione buona per creare l’uomo cristiano.
Ribadire il legame stretto che c’è tra il Battesimo e la Cresima e così anche con gli altri Sacramenti.
E’ opportuno proporre incontri/esperienze di vita cristiana ai genitori e ai figli.
In questo periodo può svolgere una grossa funzione educativa la scuola materna cattolica.
Per il primo momento dell’iniziazione cristiana il catechismo C.E.I. di riferimento è “Lasciate che i bambini vengano a me”.

  • IL SECONDO MOMENTO: COMPLETAMENTO DELL’I.C. ATTRAVERSO CRESIMA ED EUCARISTIA

Verso i 6 anni inizia il secondo momento, quello del “completamento” dell’Iniziazione Cristiana
A partire dal rinnovamento della Catechesi in Italia dopo il Concilio e dai nuovi catechismi della CEI, abbiamo fatto numerosi tentativi ed esperienze. Ora sentiamo la necessità di un rinnovamento.
Un cambiamento di mentalità: la catechesi non è più finalizzata ai sacramenti ma è un vero e proprio tirocinio di vita cristiana.
Sicuramente in questi anni abbiamo acquisito alcune certezze:

  • coinvolgimento dei genitori, considerando che hanno bisogno del “primo annuncio” del Vangelo e poi di un cammino formativo;
  • un’attenzione personalizzata a ogni ragazzo e alla sua storia, considerando anche il fatto che molti di loro, quando vengono al catechismo, non hanno ancora ricevuto il primo annuncio di Gesù;
  • si devono organizzare momenti di incontro più prolungati, diversificati e complementari che servono per una conoscenza più approfondita e per un cammino insieme ad altri nella Chiesa;
  • formare i catechisti per ogni fascia d’età.

Queste certezze sono un tentativo per migliorare l’articolazione e la struttura del compimento dell’I.C. nella nostra Diocesi.
Il cammino di completamento abbraccia grosso modo il periodo che va dai 6 ai 15 anni e possiamo prevedere più o meno due tappe: 6-11 e 11-15.
Ognuna di esse vedrà al suo centro la celebrazione del Sacramento, seguita dal tempo della “mistagogia”.

  • Durante il primo periodo, all’incirca verso i 10 anni, si partecipa alla S. Messa di Prima Comunione.
  •  All’inizio del secondo periodo, sui 12 anni, si riceverà la Cresima.

La prima tappa (dai 6 agli 11 anni): è quella della scoperta di sé e degli altri come invitato nella grande famiglia che è la Chiesa. Prima però di accedere alla celebrazione dell’Eucaristia è necessario accostarsi al Sacramento della Riconciliazione, come rinnovamento della Grazia battesimale.
In questa fascia di età si usano i catechismi C.E.I.: “Io sono con voi” e “Venite con me”.
La seconda tappa (dagli 11 ai 15 anni): è invece il periodo della scoperta di sé come “creatura nuova” in Cristo, che mediante il dono dello Spirito Santo, impara a testimoniare Gesù Risorto con la vita, iniziando a cercare la propria vocazione.

  1. COME IMPOSTARE BENE LA PREPARAZIONE ALLA CRESIMA
  • Organizzare incontri comunitari, non solo per la celebrazione, ma prima di tutto per la formazione dei genitori sul senso dell’I.C. e sull’importanza di un percorso di fede insieme ai figli.
  • Si spiegherà subito con estrema chiarezza che l’Itinerario non si concluderà con la Cresima, ma arriverà sino ai 15 anni circa ed i Sacramenti della Comunione e della Confermazione saranno tappe fondamentali di un cammino di formazione che porta il ragazzo alle soglie della giovinezza.
  •  L’età della Cresima è a 12 anni circa come stabilita dalla CEI con delibera n. 8 del 23.12.1983. Non c’è motivo per distaccarsi da questa età che dal punto di vista psicologico è ancora relativamente tranquilla e può essere individuata come “maturità della fanciullezza”.
  • Né serve procrastinare il tempo della Cresima, con lo scopo di tenere ancora i ragazzi al catechismo, al prezzo di un sottile “ricatto” che educativamente non è auspicabile.

 

  • La Celebrazione della Cresima sia inquadrata all’interno di “un progetto pastorale dei ragazzi”, dove, da una parte, il Sacramento ponga le basi essenziali per affrontare con la forza dello Spirito la complessità e la fatica della crescita, e dall’altra, i ragazzi stessi si sentano protagonisti e accolti con amore dalla comunità.

Parlare di progetto di pastorale dei ragazzi significa che non si dovrebbero formare gruppi “dopo Cresima”, i quali già nel nome richiamano l’idea della Confermazione come conclusione. Invece, ancor prima della celebrazione del Sacramento, si dovrebbero formare gruppi che accompagnino i ragazzi dagli 11 fino ai 15 anni, con una proposta formativa specifica, obiettivi ed educatori appropriati e con il coinvolgimento dei genitori.

  • Verso i 15 anni si dovrebbe prevedere un “passaggio” all’esperienza del gruppo adolescenziale. Gli adolescenti saranno coinvolti dalla presenza di educatori capaci di mostrare all’intelligenza ed alla vita, la bellezza della proposta cristiana attraverso punti di riferimento meno formali, più vitali e più aderenti al vissuto complesso dell’età.
  • Trova una diversa collocazione nell’impostazione dell’I.C., anche il problema tante volte sollevato: se i ragazzi siano o non siano preparati a ricevere la Cresima. Bisogna domandarsi e verificare lungo il cammino:
  • il ragazzo sta camminando con gli altri verso l’acquisizione e la maturazione di una vita nuova in Cristo, testimoniando il suo amore nel mondo?
  • Ha capito che il dono dello Spirito Santo è essenziale per la sua vita?
  • Se la risposta a queste domande fosse negativa, non si tratterebbe tanto di “non ammetterlo alla Cresima”, quanto piuttosto di far riconoscere al ragazzo stesso e ai suoi genitori che non sta completando il suo cammino di I.C.
  • Da più parti si va discutendo se non sia meglio recuperare la scansione tradizionale e più teologica dei Sacramenti dell’Iniziazione che fa precedere il Sacramento della Confermazione a quello dell’Eucaristia, oppure li celebra insieme. Al momento attuale è preferibile mantenere le cose come stanno, anche se pastoralmente è giusto abituarsi a pensare alla Cresima non come termine, ma come passaggio per l’Eucaristia e la vita in Cristo. A seconda di come ci si muoverà in ambito nazionale, vedremo se si potrà procedere con qualche sperimentazione.
  •  È necessario che in ogni parrocchia ci si attenga ai criteri esposti a riguardo delle tappe del cammino di catechesi e dell’età dei Sacramenti, onde evitare il diseducativo andare delle famiglie da una parte all’altra in cerca di proposte meno esigenti.
  • Per questa seconda tappa i catechismi C.E.I. sono: “Sarete miei testimoni” e “Vi ho chiamato amici”.
  • Il testo “Sarete miei testimoni” si incentra attorno al Sacramento della Cresima e allo sviluppo di una coscienza ecclesiale. Propone l’accompagnamento dei ragazzi verso la conoscenza dei progetti di vita offerti dalla società contemporanea e verso il confronto maturo con il progetto di vita cristiano, per una scelta consapevole.
  • Il catechismo “Vi ho chiamato amici” rappresenta il testo sintesi del cammino di iniziazione: il Signore invita i ragazzi a gustare la grazia della sua amicizia, per camminare insieme verso la maturità della vita.
  • I testi vanno concretamente utilizzati con la necessaria creatività didattica. Non è sufficiente parlare dell’esperienza o di temi interessanti per i ragazzi, occorre dare spessore teologico e contenutistico alla catechesi, comprese le formule di fede previste. Non manchi inoltre un’esplicita educazione alle varie forme di preghiera della Chiesa, con un’attenzione alle concrete esigenze dei ragazzi.
  • E’ bene dare significatività alla presentazione dei cresimandi alla comunità, arricchire il cammino catechetico con soste di spiritualità e momenti forti d’incontro e di aggregazione. La partecipazione e l’animazione della Messa domenicale, la valorizzazione del Sacramento della Riconciliazione e la direzione spirituale siano mete qualificanti della preparazione alla Cresima, senza trascurare il coinvolgimento nelle attività della parrocchia e l’apertura alla missio ad gentes.
  • La celebrazione della Confermazione deve diventare momento di verifica della fede non solo per i ragazzi e le loro famiglie, ma anche per l’intera vita della comunità.

In sintesi “la preparazione al sacramento della Confermazione dovrà tendere a condurre il cristiano a una sempre più intima unione con Cristo, a una viva familiarità con lo Spirito Santo e la sua azione, i suoi doni e le sue mozioni interiori, a una responsabile partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa nel mondo” (Cfr. CCC, 1309).
III. GLI OBIETTIVI DA TENERE PRESENTI NELL’ITINERARIO DI INIZIAZIONE                CRISTIANA DEI RAGAZZI
- rimotivare in forma personale e profonda la propria fede in Gesù Cristo rivelatore del     Padre nello Spirito;
- educare alla sintesi concreta tra fede e vita;
- educare alla missionarietà e al servizio;
- curare l’inserimento e la partecipazione nella vita della comunità;
- abilitare a leggere i segni dell’azione dello Spirito nella Chiesa e nel mondo.
- Parola di Dio, catechesi, liturgia e vita devono interagire, insieme a un’animazione   creativa e costantemente rinnovata.
- L’itinerario di preparazione alla Cresima deve sempre più orientarsi alla continuità    anche attraverso animatori, genitori e le altre alleanze educative presenti nel territorio   che si affianchino al catechista (in modo da costituire un’équipe), e propongano   iniziative di conoscenza-incontro con la comunità parrocchiale: le sue molteplici    vocazioni e i ministeri che ne arricchiscono la vita, le varie realtà che la compongono,      in particolare, gli altri gruppi di adolescenti e giovani che hanno già fatto la Cresima.
- All’inizio dell’anno sarebbe opportuno incontrarsi per una comune programmazione.
DARE SVILUPPO ALLA VITA CRISTIANA NELL’ETÀ GIOVANILE
La proposta formativa prosegue ovviamente nell’età giovanile FINO ALLA PROFESSIONE DI FEDE A 18 ANNI E OLTRE... Lo affronteremo la prossima volta.
IV. CATECHISTI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA NELLA PROSPETTIVA DI CONTINUITÀ: IDENTITÀ E VOCAZIONE DEI CATECHISTI

  •  Credenti autentici
  •  Evangelizzatori ed Accompagnatori

Credenti autentici
Il Direttorio generale per la catechesi afferma che «il catechista è intrinsecamente un mediatore che facilita la comunicazione tra le persone e il mistero di Dio e dei soggetti tra loro e con la comunità» (156).
La nota dell’UCN, La Formazione dei catechisti per l'Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi - 2006afferma che il catechista dell’I.C. è «una persona trasformata dalla fede che, per questo, rende ragione della propria speranza instaurando con coloro che iniziano il cammino un rapporto di maternità/paternità nella fede dentro un’esperienza comune di fraternità» (19).
Il catechista è un credente/“cercatore di Dio”che si scopre dentro il progetto di Dio e si rende disponibile a seguirLo; vive la risposta alla chiamata dentro una comunità, con la quale è unito in modo vitale, che lo convoca e lo invia ad annunciare l’amore di Dio; svolge il compito specifico di promuovere itinerari organici e progressivi per favorire la maturazione globale della fede in un determinato gruppo di interlocutori; possedendo una certa competenza pastorale, elabora, verifica e confronta costantemente nel gruppo la sua azione educativa; si pone in ascolto degli stimoli e delle provocazioni che provengono dall’ambiente culturale in cui si trova a vivere.
Il catechista è un uomo e una donna della sintesi: dottrina e vita, annuncio e dialogo, accoglienza e testimonianza di fede trovano nel catechista una vera esperienza di carità.

  • Evangelizzatori ed accompagnatori

Negli ultimi decenni si è assistito al proliferare di una varietà di termini con cui indicare il catechista: per esempio accompagnatore, animatore, educatore, formatore, ecc.
Nella realtà italiana attuale sembrano avere un certo consenso per individuare la fisionomia del catechista i seguenti termini: “accompagnatore”, “compagno di viaggio” ed“educatore”.
Sinteticamente si può dire che, nell’ambito della Chiesa che si fa compagna di strada dei contemporanei, oggi più di ieri al catechista è chiesto di essere primariamente evangelizzatore.
Formazione dei catechisti
- Abilitati al ministero
La qualificazione dei catechisti è un compito vitale per una Chiesa che ha fiducia nel domani, ovvero nel mandato ricevuto dal Risorto e nell’assistenza dello Spirito Santo. Dalla preparazione dei catechisti dipende infatti in gran parte la capacità evangelizzatrice delle nostre comunità (Direttorio Generale per la catechesi, 234).

  • Discepoli e servitori della Parola

Gli obiettivi della formazione  sono quelli di promuovere identità cristiane adulte e persone con una competenza specifica per la comunicazione della fede (Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti, 1991, cap. III, 1-2).
Questi due compiti costituiscono gli orizzonti formativi che assicurano insieme una formazione integrale del catechista e una formazione specifica del suo ministero.
I catechisti devono essere capaci di educare alla fede sia nella forma della proposta sia dell’accompagnamento all’interno delle comunità cristiane.
Il Direttorio Generale per la catechesi indica in “essere”, “sapere” e “saper fare” le dimensioni della formazione; esse riguardano rispettivamente la maturazione umano-cristiana del catechista e le sue competenze a livello di conoscenze e di abilità metodologica nella trasmissione della fede.
Il percorso formativo favorisce la crescita della personalità del credente e del testimone-catechista in tutte le sue dimensioni: umana, spirituale, biblico-teologica, ecclesiale, metodologica, ecc. (238-245).

  • Fedeli a Dio e fedeli all’uomo

La formazione del catechista evangelizzatore e accompagnatore richiede, da una parte, che sappia accedere correttamente ai contenuti fondamentali della Scrittura e della Tradizione e, d’altra parte, che sia in grado di prestare attenzione a ogni persona nella sua situazione di vita, per poter accompagnare i soggetti nei loro percorsi di accoglienza e di maturazione della fede.

  • Disponibili a lavorare insieme

Occorre curare che i futuri catechisti possano avanzare «nell’equilibrio affettivo, nel senso critico, nell’unità interiore, nella capacità di rapporti e di dialogo, nello spirito costruttivo e nel lavoro di gruppo» (Direttorio Generale per la catechesi, 239).
Del resto è realistico pensare che le varie competenze in ordine all’evangelizzazione e alla catechesi sopra indicate non potranno essere possedute dal singolo ma piuttosto da un’équipe (composta da genitori, catechisti, accompagnatori) che esprima in concreto il volto educativo della comunità ecclesiale.
La necessità di uno stile di collaborazione come strumento della nuova evangelizzazione è ricordata anche da Educare alla vita buona del vangelo, che invita a «promuovere il dialogo, l’incontro e la collaborazione tra i diversi educatori; attivare e sostenere iniziative di formazione su progetti condivisi» (54).
Un modello formativo che si va affermando è quello laboratoriale(La Formazione dei catechisti per l'Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, cap. 5).

V. CRESIMA: TRADIZIONE/FESTA, DONO, FINE CORSA?
(Cfr. T. Lasconi, Relazione corso formazione catechisti, Genova, 26 settembre 2006)

  • L’ADOLESCENZA

E’ l’età in cui la vita si mette a cantare, esplodendo tumultuosa, prepotente, allegra. Quando tutto va oltre le righe, oltre l’armonia, fuori misura, fuori tempo, fuori previsioni. Quando si incontrano e scontrano l’allegria e il capriccio del bambino, le sicurezze, gli slanci, i sogni dell’adolescenza, le preoccupazioni, i problemi dell’adulto e le paure del vecchio. Quando convivono la nostalgia di famiglia e il desiderio di spazi aperti.
In sintesi: l’adolescenza è un panorama variegato e mutevole, in cui la neve dell’inverno, i profumi della primavera, le esplosioni di sole dell’estate e i colori dell’autunno si alternano.
Non è possibile quindi inventare un’attività evangelizzatrice e pastorale senza tenere conto della realtà e delle esigenze di questa età.

La cultura degli adolescenti di oggi ha queste caratteristiche: velocità, superficialità,
multi tasking, individualismo.
Cosa fare?

  • Raccontiamo, prendiamoci la responsabilità di raccontare loro, di far assaporare il gusto dell’ascoltare e del raccontare a loro volta.
  • Custodiamo le domande dei ragazzi, perché spesso quello che vogliono non è una risposta immediata, ma vogliono essere accompagnati durante il cammino della crescita, sapere di poter contare su qualcuno che sa rispondere ma non ha fretta di farlo.
  • Insegniamo loro che esiste una verità obbiettiva, storica, etica, scientifica, di fede.
  • Viviamo coerentemente con la fede che professiamo, perché questa è la migliore educazione che possiamo dare ai ragazzi.
  • Innamoriamoci di Cristo, perché anche loro se ne innamorino.
  • QUALE CHIESA/CATECHISTA PER GLI ADOLESCENTI?

Una domanda: “Ma questi ragazzi se ne vanno dalla Chiesa dopo la Cresima, oppure non sono mai entrati?”
1. Una Chiesa/Catechista “dal volto giovane”
Che sappia incuriosire, farsi ammirare, attrarre; materna, ricca di doni, testimone, missionaria, cioè capace di parlare la loro lingua.
2. Una Chiesa/Catechista “dal volto gioioso ed accogliente”
Che non li annoi, non li stanchi, non li deluda e non li opprima, ma una Chiesa dove vengono accolti con simpatia e con amore, nutriti con “pane buono e abbondante”.
3. Una Chiesa/Catechista presente: amica e maestra
La Chiesa di cui hanno bisogno gli adolescenti non va inventata, ma rinnovata alle sue sorgenti: Credo, Sacramenti, Preghiera, Comandamenti. 

  • Una Chiesa/Catechista alla “se vuoi…”

Che non impone ma propone, non esige ma offre, non trattiene ma lascia andar via. Che sappia accettare un cristianesimo “imperfetto”, che ciò sia sospinto pazientemente verso la pienezza.

  • Una Chiesa/Catechista dal volto del “Buon samaritano”

Che vede e non passa oltre, ma ha compassione, si fa vicino, fascia le ferite, porta alla locanda, estrae due denari… Guarda l’adolescenza con simpatia, anche quando può essere irritante. Comprende il suo linguaggio, le sue provocazioni, le sue richieste e il suo modo di chiedere, le sue lune, i suoi entusiasmi e le sue crisi.
Che accetta che questo non sia il tempo della raccolta, ma del lavoro paziente e dai risultati incerti.

  • Una Chiesa/Catechista “Emmaus”

Che si accosta e cammina “con” e chiede: “perché?”; risponde facendo ardere il cuore, fa come se dovesse andare oltre…; si fa riconoscere “nello spezzare il Pane”, in una “casa” calda ed accogliente.
Che si accosta e cammina con gli adolescenti, rispondendo alle loro debolezze e alla mancanza di un progetto di vita.
Risponde in modo da fare “ardere il cuore”, proponendo “Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che  è virtù e merita lode... Tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri” (Fil 4,8).
Dando gratuitamente come gratuitamente abbiamo ricevuto. Senza imporre, senza chiedere, senza pretendere riscontri, lasciando andare e sapendo aspettare.

  VI. PER CONCLUDERE: “NON LASCIATEVI RUBARE LA SPERANZA”                                     (MOTIVAZIONI)
a. E’ il Signore che vigila sulla sua Parola. A noi tocca annunciarLa.
b. La Parola è come l’acqua e la neve, non cade mai senza aver fecondato la terra.
c. Più ci sentiamo agnelli in mezzo ai lupi e abbiamo il coraggio di agire da agnelli, più siamo forti.
d. Gesù ha promesso a chi annuncia (non a chi si lamenta, recrimina, ecc.): “Io sarò con voi sempre!”. 

  VII. PICCOLO ESAME DI COSCIENZA PER I CATECHISTI
E’ di fondamentale importanza la formazione personale. Occorre chiedersi spesso:

  • perché faccio catechesi?
  • che vita di grazia conduco?
  • quanto prego per i miei ragazzi di catechismo?
  • quanto conosco, quanto studio?
  • sono consapevole di essere solo “servo inutile”, come dice il Vangelo?

PER LA PREGHIERA

Guarda con bontà, o Padre, noi tuoi figli, che ci siamo assunti il servizio di annunciare il vangelo a coloro che con il battesimo sono stati rigenerati tuoi figli e stanno percorrendo il cammino per giungere a una fede matura e personale, forte e autentica.
Ci siamo posti come maestri di altri: rendici sempre tuoi discepoli attenti alla tua Parola. Siamo guide nella fede: donaci l’umiltà di lasciarci guidare a un’adesione sempre più profonda alla tua proposta. Siamo chiamati a testimoniare il tesoro che noi per primi dobbiamo continuare a cercare.
Vogliamo illuminare la strada verso di te: fa’ che le nostre lampade non si spengano e donaci l’olio che ci dà sicurezza di attendere vigilanti la tua festa di nozze. Tu ci inviti a gettare le reti per essere anche noi, come i primi Apostoli, pescatori di uomini: donaci la loro fiducia e fa’ che anche noi possiamo sempre riconoscerti e annunciarti come Signore.

 

Fonte: http://www.sanminiato.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_diocesi/177/2014-03/09-219/LA%20FORMAZIONE%20DEI%20CATECHISTI%20DELLA%20CRESIMA.doc

Sito web da visitare: http://www.sanminiato.chiesacattolica.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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