Dispensa Inglese antico

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Dispensa Inglese antico

basata su

Lehnert, Martin, Altenglisches Elementarbuch, Berlin : De Gruyter, 101990

 

I. Introduzione

 

1. Lingua e tradizione manoscritta

 

L’isola che oggi chiamiamo Inghilterra in origine doveva essere abitata da una popolazione di matrice mediterranea. Essa fu assorbita dai Celti quando essi giunsero sull’isola, in diverse epoche e da diverse dimore:

 

  • tra il 600 e il 450 a.C. arrivarono dal Basso Reno;
  • tra il 400 e il 250 a.C. dalla Bretagna;
  • tra il 250 e il 100 a.C. dalla regione della Senna;
  • attorno al 75 a.C. e poi al 50 a.C. dall’attuale Belgio (in questo caso un gruppo misto celto-germanico).

 

Tutte queste popolazioni parlavano dei dialetti celtici. Durante l’occupazione dell’isola da parte dei Romani, durata dal 55 a.C. ai primi anni del V sec. d.C., i Celti, o  Briti (Britanni) vennero romanizzati e accedettero alla lingua e alla cultura latine, ma non tanto per il contatto con le legioni stanziate sull’isola, quanto per l’attività missionaria della Chiesa gallica.

Nel V secolo d.C. le popolazioni degli Angli, dei Sassoni e degli Juti, assieme ad alcuni gruppi di Frisi, dopo aver compiuto numerose incursioni piratesche già nel secolo precedente, si stabilirono nell’isola britannica e la germanizzarono. La loro lingua era l’inglese antico (a.ingl.), o anglosassone (ags.). Esso può essere suddiviso in due periodi:

 

  • primo inglese antico (ca. 700-900 d.C.);
  • tardo inglese antico (900-1100 d.C.).

 

I documenti poetici a.ingl, i quali furono trascritti di regola da clerici ags., furono composti a partire dal 700 su suolo anglico (e successivamente anche nel resto dell’isola), ma anche i più antichi tra essi ci sono pervenuti per lo più tramite copie sassoni occidentali del tardo X sec, in forma anonima. Di conseguenza la loro veste linguistica, lungi dall’essere omogenea e chiaramente identificabile, appare mista, sia nella provenienza dialettale che nella collocazione cronologica.

I testi poetici a.ingl. è conservata in quattro grandi manoscritti miscellanei:

 

  • London, British Museum, Cotton ms. Vitellius A XV. E’ l’unico testimone del più antico epos eroico composto in una lingua germanica antica, quel poema che noi chiamamo Beowulf, dal nome del suo protagonista. Il manoscritto lo attesta integralmente tra altri testi a.ingl: tre in prosa e uno in versi, un frammento del poema Judith;
  • Oxford, Bodleian Library, ms. Junius 11. E’ un codex unicus che assembla, armonizzandoli tra loro, diversi testi poetici ad argomento biblico, tradizionalmente considerati quattro testi distinti e denominati Genesis, Exodus, Daniel, Christ and Satan;
  • il manoscritto noto come Exeter Book (o Codex Exoniensis), presso la cattedrale di Exeter. Contiene poemi di breve e media lunghezza e di vario argomento, tra cui The Seafarer, The Wanderer, The Wife’s Lament, The Husbands Message, Christ, The Last Judgement
  • il manoscritto noto come Vercelli Book (o Codex Vercellensis), conservato all’Archivio Capitolare di Vercelli. Contiene testi in versi o in prosa di argomento religioso e/o morale, tra cui il più noto è il poema The Dream of the Rood.

L’a.ingl. appartiene alla grande famiglia linguistica indoeuropea (ie.) ed è una lingua del gruppo germanico occidentale. La collocazione dell’a.ingl all’interno dell’ie. si intende così: ie > protogerm. > germ.occ. > gruppo anglo-frisone > a.ingl. Tutti gli stadi precedenti all’a.ingl., non essendo attestati da alcuna iscrizione, sono stati ricostruiti grosso modo dai linguisti. Tale ricostruzione avviene tramite il confronto sistematico tra forme imparentate effettivamente attestate. Ad es., dal confronto tra got. gasts, a.nord. gasti-R, a.isl. gest-r, a.a.t. a.s. gast e a.ingl. Z(i)est (…) si arriva alla forma protogerm. *gastiz (lat. hostis, ie. *ghostis). L’asterisco* contrassegna le forme ricostruite.

 

Le isoglosse che distinguono il protogermanico dagli altri rami linguistici indoeuropei sono le seguenti:

 

  • prima mutazione consonantica (o: mutazione consonantica germanica, o: Legge di Grimm;
  • legge di Verner;
  • la fissazione dell’accento;
  • il comportamento delle sillabe atone in fine di parola;
  • la flessione debole degli aggettivi;
  • il preterito debole.

 

All’interno delle lingue germanico-occidentali, quelle più affini all’a.ingl. sono l’antico frisone (a.fris.) e in secondo luogo l’antico sassone (a.sass.). Le isoglosse che l’a.ingl. condivide con l’a.fris. sono notevoli, tanto che solitamente si parla di gruppo linguistico anglo-frisone.

L’antico alto-tedesco (a.a.t.) si differenzia dall’a.ingl. come da tutte le altre lingue germ. tramite quell’esclusivamente suo gruppo di isoglosse detto seconda mutazione consonantica (o: mutazione consonantica alto-tedesca).

 

La differenza principale dell’a.ingl. rispetto all’inglese contemporaneo (ingl. cont.) sta nel fatto che il primo possedeva un sistema flessivo ben sviluppato, con un vocalismo ancora abbastanza ben conservato in sillaba atona finale. Sotto questo aspetto lo possiamo collocare a metà strada tra il latino e il tedesco contemporaneo. Con questa lingua l’a.ingl. condivide anche molte analogie nella sintassi (ordine delle parole) e nella formazione delle parole.

 

I due principali registri linguistici nei quali ci è pervenuta la lingua a.ingl. sono quello religioso, connesso all’attività missionaria della Chiesa, e quello militare-prefeudale.

 

Dal punto di vista della storia della lingua, il passaggio dall’a.ingl. al medio inglese (m.ingl.) fu segnato dai seguenti fenomeni:

 

  • indebolimento delle vocale brevi in sillaba atona finale in e ([ə]) e quindi distruzione del sistema flessivo (ad es. N.A.Pl. a.ingl. stānas, G. stāna, D. stānum > m.ingl. st@nes > ingl. cont. stones);
  • influsso del lessico straniero: dello scandinavo e del francese (precisamente, del francese settentrionale, cioè normanno-piccardo);
  • dopo la conquista normanna, fine della produzione manoscritta (letteraria e documentaria) di matrice linguistica sassone occidentale, che in periodo tardo a.ingl. era diffusa in vaste parti dell’Inghilterra.

1. Storia

 

In antichità le isole britanniche erano note già ai Fenici e ai Greci. I Romani fecero una prima conoscenza diretta della Britannia con le campagne che Giulio Cesare vi effettuò nel 55 e nel 54 a.C col fine ultimo di assicurarsi il potere sulla Gallia celtica, la quale era sostenuta contro i Romani dalla popolazione celtica dei Briti (v. De bello gallico IV, 20). Più tardi altri imperatori romani conquistarono l’intera Britannia e la fortificarono a nord con dei valli (vallo di Adriano e di Pio) contro le popolazioni celtiche dei Pitti e degli Scoti.

A partire dal IV sec. d.C. il governo romano dell’isola era minacciato su due fronti: a nord dai suddetti Pitti e Scoti, che premevano contro i valli, e a sud da gruppi germanici che compivano incursioni piratesche (raid) nelle coste meridionali. L’anno decisivo fu il 407, quando le legioni romane dovettero lasciare la Britannia per difendere l’Italia dai Visigoti (invasione guidata da Alarico, morto nel 410 e sepolto a Busento). Poco dopo alcune popolazioni germaniche avrebbero colonizzato l’isola. Secondo delle fonti britanniche (Gildas, Nennius) sarebbero stati gli Juti, sotto la guida di Hengist e Horsa, a conquistare la Britannia già nel 428. Essi vi sarebbero giunti su richiesta di Vortiger(n), capo dei Briti dopo la partenza dei Romani, per sostenere quelli contro gli attacchi dei Pitti e degli Scoti, e si sarebbero insediati sull’isola di Thanet, all’estremità orientale del Kent. L’anglosassone Beda (672-735), la cui Historia ecclesiastica gentis anglorum (731) è la fonte principale della nostra conoscenza dei primi secoli del periodo a.ingl., colloca invece l’invasione germanica nel 449 (v. Libro I, cap. 15).

 

I Germani giunsero in Inghilterra nelle tribù degli Angli, dei Sassoni e degli Juti (v. Historia…, L. I, cap. 15). Probabilmente vi era anche un contingente di frisi. Secondo Tacito, Tolomeo e Beda la patria originaria degli Juti doveva essere la penisola dello Juetland, quella degli Angli l’attuale Angeln (lat. Angulus) tra le odierne città di Flensburg e Schleswig, e quella dei Sassoni nell’attuale Holstein (e) fino all’Ems. I Frisi provenivano probabilmente il litorale tra il Reno e il Weser.

Gli Juti si insediarono nell’Inghilterra sudorientale, nell’attuale Kent, sull’isola di Wight e sulla costa prospiciente. I Sassoni occuparono tutto il restante meridione dell’isola e, risalendo il corso del Tamigi sin dalla foce, si spinsero fino a nord di Londra (Essex, Sussex, Wessex < Ēast-seaxe, Sūþ-seaxe, West-seaxe). Gli Angli occuparono il paese a nord del Tamigi fino al Firth of Forth nell’attuale Scozia. A causa delle grandi affinità linguistiche tra il frisone e l’anglosassone non siamo in grado di identificare la terra occupata dai Frisi.

 

Analogicamente alla suddetta distribuzione geografica dei colonizzatori, possiamo distinguere tre dialetti a.ingl., i quali risultano già ben presto differenziati rispetto ai rispettivi originari dialetti continentali basso tedeschi. Tali dialetti insulari sono:

 

  • il kentico;
  • il sassone (insulare);
  • l’anglico, a sua volta suddiviso in:
    1. merciano, parlato tra il Tamigi e lo Humber, con la sua variante orientale detta anglico orientale;
    2. northumbrico, parlato tra lo Humber e il Firth of Forth.

 

 

I Celti si dovettero assoggettare ai Germani; in parte essi riuscirono a riparare nelle zone occidentali e settentrionali dell’isola, per lo più montuose: Galles, Cornovaglia, Cumbria e Scozia. Il cornico fu parlato fino al 1800 circa, il valisisch (?) (o: cimrico) vive tuttora. Alcuni gruppi celtici nel V sec. riuscirono ad emigrare oltremanica, esportando il loro dialetto, il bretone, eponimo della loro terra d’adozione. Il gaelico sopravvive tuttora negli altipiani della Scozia, l’irlandese e il manx (?) nelle isole omonime.

 

Con l’arrivo dei Germani, la celtica Britannia cambiò nome. Il termine England contiene il riferimento agli Angli, che nei secc. VII e VIII furono la popolazione dominante sull’isola in termini politici, economici e letterari. Quando nel IX sec. il predominio passò ai Sassoni occidentali, la denominazione ‘stirpe degli Angli’ ormai era entrata nell’uso comune per designare l’intera popolazione insulare di ascendenza germanica (mentre i Celti li chiamavano ‘Sassoni’); peraltro gli Juti già prima dell’VIII secolo avevano abbandonato il proprio etnonimo.

Gli autori anglo-latini chiamavano originariamente il proprio volgare lingua Saxonica, ma presto anche lingua Anglica, e nelle fonti più antiche usavano indifferentemente gli etnonimi Saxones (Saxonia) e Angli (Anglia) per indicare tutte le popolazioni germaniche insulari. Papa Gregorio Magno e Beda utilizzavano di regola il termine Anglia per l’intero paese. Gli scrittori in a.ingl., tra cui re Alfredo il grande, chiamarono sin dal principio la propria lingua englisc (propriamente ‘anglico’), e il proprio popolo e paese quasi sempre Angelþēod o Angelcynn e Angelcynnesland. Quest’ultima venne sostituita con Englaland (propriamente ‘paese degli Angli’), da cui l’attuale England (attestata per la prima volta attorno al 1100) soltanto verso la fine del X sec.

La forma latina Angli(/o)-Saxones, coniata in continente, fu esportata in Inghilterra nel periodo tardo a.ingl.

 

Quando i pagani Germani giunsero in Britannia, essi vi trovarono tra i Celti la religione cristiana, che era stata trasmessa loro già nel II sec. dall’attività missionaria della Chiesa di Gallia. Essi dapprima continuarono a osservare, per altri 150 anni circa, il culto di Odino.

La cristianizzazione degli Anglosassoni giunse a un tempo da nord e da sud. A nord agiva la Chiesa iroscota (= irlandese con sede in Scozia), in particolare nelle isole di Iona e Lindisfarne (l’odierna Holy Island) e a York, e nelle personalità di Columba (morto nel 597) e Aidan; a sud la Chiesa romana, con le iniziative di papa Gregorio Magno, prima tra tutte l’invio nel 596 del vescovo Agostino a Canterbury, nel Kent.

La cristianizzazione dell’Irlanda (432-461) era stata l’opera di del Britanno romanizzato S. Patrick; nel 563 poi il missionario irlandese Columba trapiantò il cristianesimo di tradizione irlandese in Scozia. Le due Chiese, quella irlandese e quella romana, ebbero a confrontarsi e in parte ad opporsi l’una all’altra in numerose occasioni, finché

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La famiglia linguistica germanica viene tradizionalmente tripartita in germanico occidentale, germanico settentrionale e germanico orientale. Essa non è l’unica suddivisione proposta all’interno della Filologia germanica, ma è quella comunemente trasmessa nei Moduli di insegnamento di codesta disciplina anche in virtù della sua semplicità come ipotesi di lavoro.

 

Fonte: http://www.uniurb.it/lingue/matdid/molinari/2010-11/Dispensa%20di%20inglese%20antico_versione%20per%20studenti.doc

Sito web da visitare: http://www.uniurb.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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