Georg Wilhelm Friedrich Hegel

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Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel
(Stoccarda 1770 – Berlino 1831)

Il filosofo tedesco Hegel fu il rappresentante maggiore dell'idealismo tedesco: una corrente della filosofia sviluppatasi in parallelo con il Romanticismo di cui condannò gli eccessi ma valorizzò la visione del mondo.

Di famiglia piccoloborghese, Georg Wilhelm Friedrich Hegel si formò dal 1788 nel Seminario protestante (Stift) di Tubinga, studiandovi filosofia e teologia insieme a Friedrich Hölderlin e a Friedrich Schelling, con i quali condivise l'entusiasmo per la rivoluzione francese ai suoi inizi. Oltre alla cultura religiosa, approfondì l’Illuminismo e l'antichità greca. Laureatosi nel 1793 si impiegò come precettore privato a Berna e, dal 1797 al 1800, a Francoforte. Gli scritti di questi anni, in gran parte frammentari, saranno pubblicati solo nel 1907, con il titolo Scritti teologici giovanili. I principali sono: Religione popolare e cristianesimo, La vita di Gesù, La positività della religione cristiana, Lo spirito del cristianesimo e il suo destino, Frammento sull’amore:

[…] Unificazione vera, amore vero e proprio, ha luogo solo fra viventi che sono uguali in potenza, e che quindi sono viventi l'uno per l'altro nel modo più completo, e per nessun lato l’uno è morto rispetto all'altro. L'amore esclude ogni opposizione; esso non è intelletto le cui relazioni lasciano sempre il molteplice come molteplice e la cui stessa unità sono le opposizioni; esso non è ragione che oppone assolutamente al determinato il suo determinare; non è nulla di limitante, nulla di limitato, nulla di finito. L'amore è un sentimento, ma non un sentimento singolo: dal sentimento singolo, poiché è solo vita parziale e non vita intera, la vita si spinge fino a sciogliersi e a disperdersi nella molteplicità dei sentimenti per trovare se stessa in questo tutto della molteplicità. Nell'amore questo tutto non è contenuto come somma di parti particolari, di molti separati; nell'amore si trova la vita stessa come una duplicazione di se stessa e come sua unità; partendo dall'unità non sviluppata, la vita ha percorso nella sua formazione il ciclo che conduce ad un’unità completa. […]

L’amore è simbolo di sintesi. Ha significati sia religiosi (è spirito) che filosofici (è concetto) poiché indica ciò che da scisso e diviso torna ad essere uno: l’amore è una forza dialettica. In generale, in tutti i suoi scritti giovanili, Hegel propone una visione del Cristianesimo delle origini come di un platonismo divulgato al popolo: nella religione cristiana Hegel ritrova i concetti di Platone (dualismo di infinito e finito, l’amore come superamento del finito, l’anima come veicolo dell’amore, l’amore come sintesi dialettica degli opposti, l’amore (= il Bene) come legge del cosmo).

Nel 1801, su invito di Schelling, Hegel si trasferisce a Jena, il centro culturale allora più vivace in Germania e, ottenuta l'abilitazione all'insegnamento universitario, vi si trattiene fino al 1807. Alla fine del periodo di Jena risale la Fenomenologia dello spirito pubblicata nel 1807, la prima opera in cui espone il suo sistema filosofico. Lasciata Jena allorché viene occupata da Napoleone, dopo un breve soggiorno a Bamberga come redattore d'un giornale locale, nel 1808 Hegel diventa direttore e professore di filosofia nel ginnasio di Norimberga. Di quest'attività didattica sono documento i testi raccolti sotto il titolo di Propedeutica filosofica; ma intanto Hegel prepara la sua opera maggiore, la Scienza della logica, che esce in tre volumi fra il 1812 e il 1816. Nel 1816 è chiamato alla cattedra di filosofia dell'università di Heidelberg e qui pubblica l'esposizione completa del suo sistema nell'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817). Dal 1818 alla morte – nell’epoca della Restaurazione successiva al Congresso di Vienna - Hegel insegna nella capitale del regno di Prussia, Berlino, ottenendo un vasto successo di scuola e diventando il filosofo di riferimento del re di Prussia Federico Guglielmo III Hohenzollern. Nel 1821 esce l'ultima grande opera, Lineamenti di filosofia del diritto e nel 1827 la seconda edizione, notevolmente ampliata, dell'Enciclopedia. Subito dopo la sua morte, avvenuta durante una epidemia di colera nel 1831, i discepoli pubblicheranno i suoi corsi di lezioni, rispettivamente sulla Filosofia della storia, l'Estetica, la Filosofia della religione e la Storia della filosofia.

Il Sistema di Hegel

Esposto nell'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio, Heidelberg 1817
L'opera rappresenta la «via lunga» alla conoscenza e si articola in tre parti (idea, natura e spirito) che corrispondono ai tre momenti di sviluppo dell’ASSOLUTO – tutto ciò che esiste - e che nell’insieme formano un sistema unitario e coerente:

1. la logica scienza dell'idea in sé
2. la filosofia della natura scienza dell'idea nel suo alienarsi da sé
3. la filosofia dello spirito scienza dell'idea che dalla sua alienazione nella natura ritorna in sé come spirito e quindi si rispecchia in se stessa come logica.

Si noti il parallelismo fra la triade hegeliana (idea, natura, spirito) e la trinità cristiana (Dio, Figlio, Spirito santo): Hegel intendeva così spiegare il significato filosofico dei simboli cristiani. Decisivo è il concetto di spirito (Geist) che indica l’elemento mediatore fra gli opposti nella sintesi dialettica. Come lo Spirito Santo cristiano è il segno permanente tra gli uomini dell’elemento mediatore fra Dio e l’uomo (cioè Cristo), così lo spirito come concetto filosofico indica l’elemento che unifica il molteplice e lo rende un’unità in evoluzione. La sintesi dialettica operata dallo spirito si sostituisce alla scissione (Spaltung) accettata dall’impostazione illuministica di Kant. Lo Spirito è presente come insieme astratto di forme ideali nella LOGICA, come leggi immanenti del mondo materiale nella NATURA, come sistemi di unificazione del molteplice nella società e nella cultura nella Filosofia dello SPIRITO.

LOGICA

In questa sezione dell’Enciclopedia, detta «Piccola logica», Hegel riprende l'opera Scienza della logica, Norimberga 1812. La logica è la scienza dell'idea pura, cioè dell'idea colta in se stessa senza soggetto empirico che la pensi, nell'elemento astratto del pensiero. La logica è la scienza dell'attività del pensiero come elemento ontologico e del suo svolgimento dialettico. Nel pensiero cristiano l’IDEA sarebbe il pensiero della “mente di Dio”, antecedente la creazione del mondo. La logica non è quindi un'analisi formale (cioè soggettiva e trascendentale del pensiero umano) come in Kant, ma un sapere oggettivo sul pensiero che è la cellula base di ogni realtà. La logica si identifica con la struttura ontologica della realtà che è traducibile in pensiero (Lògos) come avevano intuito Parmenide, Eraclito e Platone. Nella sua Logica Hegel descrive anche lo svolgimento della FILOSOFIA nella storia attraverso gli scritti di logica dei principali filosofi.

→ L'idea nel suo movimento dialettico prefigura in sé la generale struttura del mondo naturale e del mondo spirituale.
I tre momenti dello sviluppo dialettico dell'Idea sono Logica dell'essere:
essere - non essere - divenire
qualità - quantità - misura

Logica dell'essenza: la ragion d'essere, il fondamento ricercato al di là dell'essere (in Dio, nel Soggetto trascendentale). La logica medioevale e la logica moderna sono logiche dell’essenza, del concetto separato dalla natura in Dio o nell’uomo.
Logica del concetto: è il momento in cui la realtà si mostra come sviluppo del pensiero vivente. Tutte le realtà sono concetti. Il concetto non è un'operazione conoscitiva su una realtà esterna, ma è lo stesso processo di sviluppo della realtà. E' il concreto in quanto sintesi di universale e particolare. E’ il tema dello stesso Hegel.

LA FILOSOFIA DELLA NATURA

La natura è ancora l'IDEA – studiata in astratto nella logica – colta adesso nella forma dell'esser-altro-da-sé, dell’essere materia e natura. L'IDEA si è alienata si è fatta esterna a sé nella materia, è divenuta necessità e accidentalità. La natura non è da divinizzare perché il suo carattere è di essere negazione dell’Idea (non-ens). Ma nella natura – che è da considerarsi un sistema di gradi, in cui l'uno scaturisce dall'altro dialetticamente producendo un insieme organico ed evolutivo – si è materializzato in forma incosciente (Unbewusstsein) l’impianto logico delle idee.

I tre momenti dello sviluppo dialettico della Natura sono La meccanica: esprime la natura nella sua totale esteriorità e incoscienza fisica e materiale; le sue articolazioni sono spazio, tempo, materia, movimento.
La fisica: esprime la natura inorganica che evolve nei vari processi di cristallizzazione, chimici, magnetici, elettrici e nelle qualità dei corpi. La natura è inorganica, ma è percorsa da energie e forze che la aggregano e le danno forma. Le dinamiche e le energie della fisica sono embrioni di pensiero nel corpo della materia. La scienza, scrivendo le leggi della natura, non comprende che queste leggi non sono il parto della mente umana, bensì embrioni di pensiero interni alla materia incosciente.

L'organica: è lo studio della natura vegetale e animale; Hegel intende qui la natura come vita e come organismo, come sistema che si avvia all’autocoscienza (Selbstbewusstsein): nell'organismo vegetale e animale le varie membra sono “membra di un'unica vita". L'organismo è una totalità vivente, è un'esistenza finita ancora inadeguata all'universalità e alla coscienza, ma che va al di là della morte (nella riproduzione) e che si apre allo spirito (alla coscienza e alla relazionalità consapevole) attraverso forme rudimentali di reazione agli stimoli esterni.

Dalla natura emerge lo spirito (che è coscienza, pensiero, libertà, universalità, infinità). La comparsa dell’uomo è il coronamento dello sviluppo dell'idea nel momento più alto dello sviluppo della natura. Lo spirito sorge con l’uomo come negazione costruttiva della negazione dell’idea rappresentata dalla materia e dalla natura (negazione della negazione), come ritorno in sé dell'idea dalla sua alienazione nella materia.

 

LA FILOSOFIA DELLO SPIRITO

Lo spirito è concetto di derivazione religiosa. Le proprietà basiche dello spirito sono la coscienza e la libertà. Lo spirito è l'assoluto: è libero da ogni condizionamento esterno e materiale e si autodetermina. Con la comparsa nell’uomo – che è portatore dello Spirito in quanto massimo livello della natura organica - si realizza finalmente la libertà dello spirito dalla materia. L’uomo è libero, sostiene Hegel, in quanto è cosciente di sé (libertà = autocoscienza).

I TRE momenti dello sviluppo dialettico dello spirito sono 1) lo Spirito soggettivo, 2) lo Spirito oggettivo e 3) lo Spirito assoluto:

1. Lo spirito soggettivo
si manifesta nella vita interiore e nella storia degli individui umani in tre momenti Anima: l'antropologia studia l'uomo sotto questo profilo, come anima naturale, sensibilità (anima vegetativa e sensitiva): l'uomo è inserito nel cosmo e nel decorso naturale della vita.
Coscienza: nel suo sviluppo verso l'autocoscienza e il sapere, la fenomenologia descrive la storia dell'esperienza umana dalla coscienza comune al sapere assoluto (= filosofia) che pone l’uomo al di fuori e al di sopra della natura.
Spirito: la psicologia studia l'uomo come unione di conoscenza (spirito teoretico) e volontà (spirito pratico); lo spirito è la sintesi di anima (inconscia) e sapere (conscio) e si esprime nella volontà come autodeterminazione, come libero arbitrio.
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2. Lo spirito oggettivo
è la manifestazione dello spirito nelle produzioni delle società umane. È la negazione dello spirito soggettivo nel mondo delle istituzioni. I tre momenti del suo sviluppo sono Il diritto: è la disciplina super-individuale di carattere esterno, che ha la sua realtà soltanto nella società. Lo stato di natura (la physis) è prepotenza e torto, è uno stato di arbitrio personale da cui l’uomo deve uscire. Il diritto (la pòlis) disciplina i rapporti tra gli uomini (soggetti giuridici) con la legge (nella società l'uomo trova la salvezza dal contrasto tra le individualità) conferendogli la possibilità di esercitare i propri diritti (fondamentale quello di proprietà).

La morale: è una istanza che vincola l'individuo ad un comportamento universale nella sua interiorità, è un dover essere interiorizzato. E' intenzione soggettiva al bene in cui però sussiste un'opposizione tra forma e contenuto (essere e dover essere).

L'eticità (lett.: il costume Sittlichkeit): elimina le contraddizioni del diritto (oggettivo) e della moralità (soggettiva) ponendo come fine concreto delle istituzioni il bene. Sorge così nella società l'insieme degli istituti in cui l'individuo è chiamato ad inserirsi, attraverso i quali il dovere etico diventa concreto e si unisce con il diritto (le leggi). Gli istituti dell’eticità nella società sono:
- la famiglia (unione dei sessi, educazione dei figli)
- la società civile (soddisfacimento dei bisogni individuali, vita economica, libero mercato): è il libero mondo economico che la borghesia ha realizzato, ma che non consente all’uomo di realizzare la sua essenza poiché crea la concorrenza e il bisogno di alcuni.
- lo stato (totalità di individui che realizza i grandi compiti storici). Lo stato è l'eticità che si incarna in un popolo, è la libertà nella sua concreta realizzazione, nella partecipazione allo spirito collettivo, il singolo conquista grazie allo stato una più ampia libertà: non è più soggetto economico ma cittadino.
Gli stati realizzano i loro compiti nella storia, che è appunto lo scontro tra i vari stati in cui si manifesta lo spirito universale. Gli uomini sono strumenti della trama dello spirito universale verso la libertà. Nella storia solo ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale. Le guerre sono un momento necessario di questa storia.
I periodi della progressiva affermazione della libertà sono:
1. il mondo orientale: uno solo è libero
2. il mondo greco-romano: pochi sono liberi
3. il mondo germanico: tutti sono liberi (quello tedesco lo è dalla Riforma in poi).

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3.Lo spirito assoluto
è il più alto prodotto dell’evoluzione dello spirito, il momento di totale libertà e di piena autocoscienza. Si manifesta in tre attività: il contenuto è lo stesso della Logica ma cambia la forma L'arte: si serve di immagini e di elementi materiali per esprimere l'assoluto attraverso un'intuizione sensibile. Esiste una gerarchia interna basata sui mezzi espressivi che porta dalla più materiale architettura alla poesia puramente spirituale. Storicamente vi è stata un'evoluzione che dall'arte simbolica (squilibrio tra contenuto e forma) attraverso la fase dell'arte classica (armonia tra contenuto spirituale e forma sensibile) ha portato all'arte romantica, massima possibilità di esprimere lo spirito attraverso l'intuizione sensibile (→ ma il romanticismo è anche crisi dell'arte). Il bello dell'arte è superiore a quello di natura perché scaturisce dalla libertà e dalla fantasia dell’uomo.

La religione: esprime l'assoluto nella rappresentazione oggettiva del dio; l'unità finito /infinito è rappresentata, ma non concettualizzata. Un progresso conduce dalle religioni naturali alla religione rivelata - il Cristianesimo - che è assoluta perché ha realizzato il suo concetto nella Trinità che è affermazione insieme di Dio, della Natura e dello Spirito uniti fra di loro.

La filosofia: per Hegel solo il pensiero speculativo è in grado di conoscere il tutto, perché nel pensiero filosofico è lo Spirito stesso che parla, che ripercorre tutto il processo del suo sviluppo dalla logica alla natura allo spirito e diviene assoluta autocoscienza. Hegel espone l'assoluto nella forma del concetto filosofico e dialettico. La filosofia è il proprio tempo appreso col pensiero; ma nel proprio tempo è presente tutto il passato, tutta la storia. Cogliere il presente equivale a riassumere in sé tutto lo sviluppo precedente. Per Hegel l’epoca presente è l’epoca del compimento della missione dello Spirito. La filosofia culmina circolarmente nella Logica, da cui era iniziata l’esposizione del Sistema.

 

Fonte: http://filos.altervista.org/alterpages/files/GeorgWilhelmFriedrichHegel2013.doc

Sito web da visitare: http://filos.altervista.org

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