Pluralismo di Empedocle, Anassagora e Democrito

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Pluralismo di Empedocle, Anassagora e Democrito

 

Subito dopo la scuola Ionica e il presunto dualismo tra Parmenide e Zenone, a partire dal V secolo a.C. sopraggiunge una nuova corrente filosofica denominata Pluralismo. Essa nasce da una ripresa e da un approfondimento delle tendenze filosofiche precendenti e dalla precisa volontà di spiegare la realtà attraverso un rigoroso metodo scientifico-razionale.

Empedocle
 
Empedocle di Agrigento (492-432 ca.) fu di discendenza nobile, ma prese parte alle lotte politiche del suo tempo, favorevole com’era all’instaurazione del regime democratico. D’indole aperta alle istanze culturali politiche, scientifiche, filosofiche, mediche del suo periodo, viene considerato una sorta di tuttologo dell’epoca.

Il pensiero: nascita, morte e le 4 radici

L’originale pensiero Empedocleo prende il là dalla considerazione riguardo il concetto di nascita e morte. Se in un filosofo come Parmenide nascita e morte altro non sono che passaggio da qualcosa che è a qualcosa che non è, Empedocle va oltre questa particolare visione affermando che nascita e morte sono da considerarsi mescolanza e separazione di cose mescolate. Queste cose mescolate sono quattro elementi, da lui definite radici,
eterni ed ingenerati: acqua, aria, terra e fuoco.
Dunque la realtà, per Empedocle, è formata e costituita da queste quattro radici eterne. Ma essa è forse immobile e immodificabile?

La forza di Amore e Contesa

La realtà, come abbiamo visto, è composta dall’insieme di queste quattro radici che, però, non sono immobili, bensì costantemente soggette a un movimento, a una forza, che agisce dal loro stesso interno e che le mette in continua modificazione e trasformazione: la duplice forza di Amore e Contesa. Esse altro non sono che due “spinte” alterne e antitetiche che agiscono nella realtà formata dalle quattro radici: la prima è una forza aggregante, la seconda disgregante.

La forza aggregante di Amore riporta tutti gli elementi a un’unità armonica, la forza disgregante di Contesa conduce alla differenziazione e alla divisione degli elementi. Il mondo è dunque caratterizzato dall’azione reciproca di queste due forze: in un momento prevarrà l’una e in un secondo momento prevarrà l’altra. E’ un processo di aggregazione-disgregazione ciclico.
Il momento di massima unità viene chiamato Sfero, quello di massima divisione Vortice.
Nello momento in cui prevale Amore (Sfero) c’è un massimo di unità, nel momento in cui prevale Contesa (Vortice) il massimo della divisione possibile. Il mondo è dunque, secondo Empedocle, una continua alternanza tra questi due momenti. Il Vortice equivale al momento della creazione, in cui ogni cosa si differenzia dalle altre: dato che per Empedocle tutta la realtà è formata dalle stesse cose (cioè dalla quattro radici) nel Vortice sarà possibile la massima conoscenza del mondo. Perchè? Se nel vortice si crea la mia individualità differente dalle altre e se la realtà è interamente formata dalle stesse 4 radici, vorrà dire che io la potrò conoscere in quanto siamo uguali, formati come siamo dagli stessi elementi. L’omogeneità dell’individuo con l’ambiente circostante permette a Empedocle di affermare il principio del “simile col simile”.

Tutto ciò che esiste, dunque, deriva dal comporsi e dallo scomporsi delle quattro radici che, a loro volta, subiscono l’azione di Amicizia e Contesa. Tutto è, quindi, in continua evoluzione.

 

Fonte: http://www.yourpino.com/uploads/7/4/1/6/74168359/il_pluralismo_di_empedocle.doc

Sito web da visitare: http://www.yourpino.com

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