Africa cultura città turismo popolazione e storia

Africa cultura città turismo popolazione e storia

 

 

 

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Africa cultura città turismo popolazione e storia

Popolazione dell'Africa.

Vaste zone (deserti, foreste) sono inadatte alla vita, la terra è spesso povera e il clima favorisce il diffondersi di malattie, soprattutto fra i bambini. La popolazione si concentra dove le condizioni ambientali sono migliori: in Africa N, lungo il Nilo, sulle coste dell'Africa W, sugli altipiani dell'Africa E e nell'Africa SE.
I due terzi della popolazione sono costituiti dai Negridi, che abitano a sud del Sahara (Africa nera). In genere hanno pelle nera, labbra tumide, naso schiacciato, capelli lanosi e crespi. Sono divisi in Sudanesi (abitano le regioni tropicali a sud del Sahara), Nilotici (abitano l'alto e il medio bacino del Nilo) e Bantu, stanziati nell'Africa equatoriale e meridionale. I piu' antichi abitanti dell'Africa sono i Boscimani, gli Ottentotti e i Pigmei, respinti nelle zone inospitali dai Negridi. I Boscimani, cacciatori nomadi del Kalahari, si nutrono anche di serpenti, termiti, cavallette; della loro civiltà restano le pitture eseguite su roccia con carbone, ocra, acqua e grasso animale. Gli Ottentotti vivono nel sudovest africano: sono pastori, legati al bestiame, vivono in capanne smontabili, disposte a circolo e al cui centro è chiusa la mandria. I Pigmei vivono a contatto con i Bantu, cui forniscono la carne, in quanto abili cacciatori nomadi, noti per la loro scarsa altezza. Sono dispersi nella foresta fra lago Alberto e l'Atlantico. In Africa nera, dunque, le forme di vita sono primitive. Ci si dedica alla caccia e all'agricoltura nomade: un tratto di foresta è disboscato e sfruttato per un anno o due. I prodotti bastano a sostentare chi coltiva la terra. Le uniche colture redditizie restano quelle delle piantagioni coloniali. I paesi africani, le cui risorse dipendono da pochissimi prodotti, si trovano in balia di una spietata concorrenza internazionale.
Un'altra etnia è rappresentata dagli Indoeuropei (Arabi e Berberi), che popolano l'Africa settentronale, detta Africa bianca. Qui sono evolute, anche per l'apporto arabo, pastorizia e agricoltura. L'allevamento è quasi sempre nomade, per via delle siccità e del regime delle piogge. L'Africa N ha anche una vita cittadina fatta di piccolo commercio e artigianato.
Alcuni popoli derivano da incroci fra gruppi diversi, come gli Etiopidi (Negridi e Indoeuropei) e i Malgasci (Negridi e Malesi).
I Negridi seguono in prevalenza culti primitivi, legati alla venerazione di idoli o fenomeni naturali. Arabi e Berberi professano l'islamismo. Cristiani copti sono gli Etiopi.

Storia dell'Africa.

Nell'area subsahariana, tra i due e i quattro milioni di anni fa, compaiono i primi ominidi. Quando in questa specie si specificano i primi tipi umani, appaiono gli antenati di Boscimani e Pigmei, distinti dai Negridi, che compaiono 10000 anni fa nelle foreste centroccidentali. A questi gruppi si aggiungono i Camiti, che giungono dall'Asia e si diffondono in Africa N e W dove introducono 6-7000 anni fa l'agricoltura. Attraverso l'Egitto le influenze mediterranee penetrano fino al Sudan e all'Etiopia. Qui si hanno anche influssi di popoli asiatici dal Mar Rosso. Qui nasce il regno abissino (I d.C.), cristiano dal IV sec. Anche i Berberi stabiliscono legami fra il Mediterraneo e l'entroterra per via del commercio carovaniero. Nel VII sec. d.C. gli Arabi conquistano tutta l'Africa N, già provincia romana, regno vandalico e provincia binzatina, e prendono contatto con i regni del Ghana e del Mali. Si tratta di stati con una struttura urbana abbastanza sviluppata e una economia basata sullo sfruttamento delle miniere (oro, rame, sale) e sul commercio. La struttura cittadina e l'economia commerciale sono quasi ignote al resto dell'Africa, dove centro della vita è il villaggio, dove vive una tribù, che parla lo stesso dialetto, segue gli stessi usi e riti. Spesso le tribù si uniscono in confederazioni, che danno vita, tra gli altri, all'impero del Congo.
Queste civiltà sono travolte facilmente dalla colonizzazione europea: gli Europei, infatti, hanno armi da fuoco; inoltre, la loro è una lenta penetrazione. L'esplorazione comincia nel XV sec. con i Portoghesi: nel 1487 Bartolomeo Diaz doppia il Capo di Buona Speranza e nel 1497 Vasco de Gama lo supera per arrivare in India. Poi viene la stagione dei grandi esploratori, che risalgono alle sorgenti dei fiumi. Solo nel XIX sec. gli eserciti coloniali penetrano nel continente. Nel 1855 si tiene a Berlino una conferenza in cui i paesi colonialisti si spartiscono il continente. Nelle loro zone, i bianchi coltivano in piantagioni solo i prodotti che esportati consentono i maggiori profitti (cotone nel Sudan, arachidi nel Senegal, caffé nel Kenya).
Dopo la II guerra mondiale, in una ventina d'anni, la decolonizzazione, favorita o osteggiata dagli Europei,  rende all'Africa l'indipendenza. Restano, però, aperte le ferite del passato: la fame, la povertà, le malattie, l'analfabetismo. Le ricchezze naturali, specialmente minerarie, continuano ad essere sfruttate a vantaggio delle nazioni progredite e ora delle multinazionali. Eredità coloniale sono le lotte fratricide, causate da rivalità etnico-religiose, dovute alle frontiere artificiali imposte dagli Europei.

 

Egitto

ASWAN. è la città più meridionale dell'Egitto, una porta sull'intera Africa: ancora oggi travolge i sensi col suo mix di africano e mediorientale. Una volta era situata sul Nilo, oggi giace sulle sponde settentrionali del lago Nasser (un bacino artificiale creato dalla diga di High Dam), le cui acque ricoprono parte di quel che nell'antichità era il regno di Nubia. Il santuario di Abu Simbel, che sta a quasi 300 km a sud di Aswan, fu sezionato pietra su pietra e ricostruito decine di metri più in alto affinché il lago Nasser non lo sommergesse. Si tratta dell'opera più grande di Ramses II e della sua regina, Nefertari.
Di qui in poi il Nilo è pittoresco: rapide, cateratte, isole verdi e feluche. Il fiume ha svolto un ruolo fondamentale nella storia dell'Egitto e fu creduto il centro della terra (che, secondo la scienza egizia, era una specie di focaccia piatta): scendere la corrente ci introduce ad una vita antica, quasi inalterata, tra i rumori di chi sull'acqua ci lavora. La cultura e lo stile di vita di molti Egiziani non sono cambiati granché. Il XX secolo ha lasciato la sua impronta sotto forma di prodotti divenuti di uso comune come la Coca Cola, i blue jeans e la TV, ma per la maggior parte dei fellahin (abitanti delle campagne) le cose sono rimaste uguali. L'atteggiamento prevalente degli Egiziani è fatalista e si è venuto formando nel corso di migliaia d'anni di pestilenze, carestie, invasioni straniere e inondazioni.

LUXOR. sorge attorno all'antica Tebe. Tre chilometri a sud di Karnak, il tempio di Luxor fu costruito da Amenophis III e ampliato da Ramses II. Attenti, perché tra le guide potrebbe esserci anche un ex tombarolo: il governo egiziano, infatti, ne prese uno alla fine dell'Ottocento, poi lo assunse.
Nelle rappresentazioni dei faraoni, non si vede mai la loro capigliatura: infatti, egli indossava sempre una corona o un tessuto chiamato nemes. Inoltre, uomini e donne portavano del trucco, anche perché proteggeva dal sole: gli occhi erano dipinti di verde (fatto con il rame) o di nero (fatto con il piombo). Per gli antichi Egizi ogni colore aveva un preciso significato. Il verde della vegetazione rappresentava la giovinezza. Il rosso, come il deserto, rappresentava il caos. A questo colore si contrapponeva il nero della terra fecondata dal limo.
La sera si può andare a vedere la danza del ventre; tuttavia, molte danzatrici sono europee o americane, perché un comportamento così provocante non è considerato adatto a una donna araba; le danzatrici arabe, per esempio Fifi Abdou, sono accompagnate da guardie del corpo.

OASI DI FARAFRA. Il White Desert è simile alla superficie lunare per la presenza di mica e rocce bianche. Sulla strada si incontra la Crystal Mountain, un frammento di cristalli di quarzo, la English House - le rovine di un forte sopravvissuto al primo conflitto mondiale - e la Black Mountain.
Nel deserto si può bere l'hómmos esh-sha-m, a base di ceci, salsa di pomodoro, limone e cumino. L'Egitto era anche il paese che produceva la maggior quantità di birra: la bianca e la nera. Nutrimento per i neonati, era usata anche nei riti funebri per dissetare il ka del morto.

SAQQARA. Si trova 25 chilometri a sud del Cairo e ospita la piramide di Zoser, vecchia 4700 anni, detta anche piramide a gradini. Si pensa che sia la prima piramide costuita, più piccola e semplice rispetto a quelle di Giza. Suo architetto fu Imhotep, medico di corte e sacerdote. In origine era circondata da un muro alto 34 piedi con 15 porte, una sola aperta, oltre che da tutta una serie di templi, corti, gallerie. Le piramidi sono state interpretate come computer in pietra, osservatori astronomici e, naturalmente, luoghi di atterraggio di alieni.
In Egitto i piatti principali sono il fu-l e il ta'méyya. Il fu-l è un pasticcio a base di fave a cui vengono aggiunti olio, limone, sale, carne, uova e cipolle per renderlo più gustoso. Il ta'méyya consiste in polpettine di pasta di ceci e spezie fritte in olio.

IL CAIRO è una città grande e affollata, di 16 milioni di persone, sorta ai piedi delle Piramidi di Giza, necropoli del faraone Cheope. Si può salire in una piramide o fare un giro in cammello o cercare di risolvere l'enigma della Sfinge. Ad es. come mai non ha un naso? Pare che l'esercito napoleonico lo avesse usato come obiettivo per allenarsi. In realtà, 500 anni prima fu un fanatico a distruggerlo. La piramide di Cheope, la più grande, sarebbe servita, secondo gli ingegneri di Napoleone, a costruire un muro alto un metro intorno alla Francia; se tagliata in pezzi alti 6 cm, avrebbe raggiunto la Luna. Napoleone uscì dalla grande piramide piuttosto pallido: pare che avesse visto una visione del suo futuro.
La città è un mix di nuovo e antico: è fondata nel 969. Vi si può visitare la moschea El Azhar, costruita da Saladino nel 1179, il Khan al Khalili (un affollato bazaar) e il Museo Nazionale (che ospita la mummia di Tutankhamon). Lord Carnarvon, che la scoprì nel 1922, morì un anno dopo: quel giorno, ci fu un black out al Cairo. Qualcuno sostiene che anche il Titanic sarebbe naufragato per via di una sacerdotessa mummificata trasportata in America. Un furto di mummie alla fine dell'Ottocento colpì i ricettatori, che morirono di colera.

SINAI. Su questo monte, Mosé ricevette i dieci comandamenti. La zona è visitabile attraverso le piantagioni di olive delle popolazioni beduine: ci sono lo Yellow e il Coloured Canyon, vicini all'oasi di Ain Hudra; è squisita l'ospitalità araba, ad es. il tè nelle tende. La gita si conclude con la visita al monastero greco ortodosso di Santa Caterina, martire di Alessandria, torturata su una ruota dentata; il suo sangue sarebbe stato trasportato dagli angeli sulle pendici del monte Katarina. Il monastero ospita anche il corpo della santa.

Om Kolthum, Iheb Tawfik, Mohammed Fouad e Hakim.

 

Tunisia
Tunisi: colonia fenicia col nome di Cartagine, distrutta dai Romani nel 146 a.C. e poi ricostruita da Cesare, passò ai Vandali, ai Bizantini e agli Arabi (VII sec.), come tutta la regione. I Berberi dell'interno resistettero, finché caddero anch'essi sotto i Turchi. Una legge del bey (il governatore) della città permise ai Francesi di creare nel paese un protettorato (1861), che durò finché venne l'indipendenza e il socialista Habib Bourguiba divenne presidente (1956-87). Con lui l’assistenza sanitaria fu estesa a tutto il paese, fu abolita la poligamia e fu istituito il diritto di divorzio. A Bourguiba è succeduto con un golpe bianco il suo primo ministro.
Nella Medina, si trova un palazzo d'epoca: vi si possono ammirare i mosaici romani e paleocristiani: Virgilio tra due Muse, Perseo e Andromeda, Dominus Julius, Trionfo di Bacco. Interessante la moschea Zitouna, la cui sala di preghiera fu edificata con 200 colonne provenienti dalle rovine di Cartagine. Scoperto nel 1921, il santuario dei Trofei costituiva un luogo di culto dove alcuni neonati nobili erano offerti in sacrificio a Baal, Hammon e Tanit.

Kairouan: quarta città santa dopo la Mecca, Medina, Gerusalemme, fu il primo avamposto arabo realizzato in terra tunisina. Entro le sue mura, dotate di molte torri, sono la Moschea del Barbiere, la quale custodiva tre peli della barba di Maometto, e la Moschea delle tre porte, con la facciata adornata di calligrafie. Interessante è il seicentesco pozzo Bir Barbouta, che conduce alla Mecca.
Gli hammam sono al centro della vita sociale tunisina. Si dice che a Kairouan ne esistesse uno ogni 80 abitanti. Sono costituiti da spazi collegati così da consentire di purificarsi e rilassarsi assaggiando dolci e frutta secca e bevendo tè alle rose o succo di mela muschiato.

El Jem: l'antica Thysdrus vanta un colosseo, che conteneva sino a 30000 spettatori: è il più grande dopo quello di Roma. Nel Museo archeologico della città, un mosaico rappresenta le Muse.
Il piatto tipico del paese, come di tutto il Magreb, è il cuscus. Ogni famiglia porta al mulino il suo grano, che poi a casa le donne mettono in una ciotola, spolverano di farina e strofinano fra le mani. Si procede, poi, con la cottura a vapore in un recipiente nella cui parte inferiore cuoce lo stufato e in quella superiore con il fondo bucato si pone il cuscus, servito poi con una salsa piccante, la harissa.

Jerba: Ulisse si fermò in questa terra dei mangiatori di loto. Houmt-Souk, il capoluogo, è un reticolo di stradine e piazze. La fortezza di Borj el-Gastil fu costruita nel XIII secolo dai Normanni. L'isola dei Fenicotteri rosa è legata a Djerba da una lunga striscia di sabbia.
La previsione del futuro è una pratica diffusa tra i beduini. I metodi sono eseguiti dalle donne. Il più diffuso usa punti sulla sabbia a forma di costellazioni, interpretati anche secondo la durata di permanenza, pronunciando otto versi magici. Altro metodo è la misurazione del braccio con il palmo, partendo dal dito medio della destra ed estendendo tre palmi sino alla spalla. Se la misurazione è precisa, il soggetto è in salute. Le donne trascorrono con il gioco le ore più calde. Persino a Fatima, la figlia di Maometto, piaceva questo gioco.

cantanti: Asma Othmani, Dhafer Youssef.

 

Algeria.
I Francesi colonizzano l'Algeria fin dal 1848: il regime tiene fino alla II guerra mondiale, poi il malcontento diventa ribellione aperta. Ne è esempio la battaglia di Algeri [film di Gillo Pontecorvo], nel 1956, quando tre bombe scoppiano in Algeri. La Francia di De Gaulle, però, deve risolvere prima il problema dei pieds-noirs, gli ex coloni. Nel 1961, un referendum porta all'indipendenza, nonostante un golpe militare; il primo presidente, il socialista Ahmed Ben Bella, è deposto da un golpe militare (1965). L'esercito governa il paese fino al 1988, quando una rivolta ad Algeri denuncia la carestia e per tre giorni i poveri assaltano i negozi. In questo contesto, l'integralismo islamico diventa partito e vince le elezioni (1992), ma l'esercito mantiene il potere, proclamando lo stato di emergenza. Intanto, il paese vive nella guerra civile. Tra 2006 e 2007, poi, il partito islamico si allea con Al Qaeda e torna a colpire con attentati terroristici.

Tamnarasset: La regione ha i caratteri dei paesaggi sahariani: colate di basalto e picchi ocra. Padre Charles de Foucauld visse nell'eremo sulla sommità di Assekrem (2728 m). In città, tra Natale e Capodanno, si tiene la festa della corsa dei cammelli alla quale partecipano tutte le tribù del Sahara meridionale, del Niger e del Mali: Tamnarasset, con le case cubiche e le strade di sabbia, è un punto d'incontro di immigrati e vi si incontrano i Tuareg, i cosiddetti uomini blù.
Si tratta di un popolo di guerrieri e commercianti di sale: con gli Arabi condividono la religione mussulmana, la dipendenza dai dromedari e le tende; con gli Africani il colore della pelle e la lingua. Gli uomini nascondono il viso con il taghelmust, una striscia di tessuto blù di 5 m., la quale serve a proteggersi da vento, sabbia, caldo e freddo e dal riverbero solare. L'indaco stinge a contatto con la pelle donando ai volti e alle barbe degli uomini una tinta bluastra. La donna, invece, è indipendente: gode di libertà sessuale ed economica, tanto che, diventata donna, ha il diritto di scegliersi un amante più anziano per essere iniziata alla vita sessuale per circa un anno; poi, divorzia e sposa l'uomo che ama, che sceglie lei e non la famiglia. Per lui non è costretta né a cucinare né a fare i lavori domestici.
Più a sud, le dune si estendono nel Tassili: qui sono state rinvenute nel 1934 testimonianze di arte rupestre, risalenti al neolitico: raffigurano numerosi animali e piante e testimoniano la ricchezza dell’ecosistema sahariano nelle epoche passate.

Algeri: All'inizio si chiamava Icosium, cioé 20, quanti erano i compagni di Ercole che vi si stabilirono; fu fondata dai Fenici. Nel Cinquecento l'isolotto di Peñón, ora collegato alla terra ferma, era un covo di pirati tanto terribili che gli Europei non riuscirono a cacciarli. I Francesi, che ne hanno costruito una gran parte, la chiamavano "la blanche" per le sue case imbiancate a calce.
La casbah, o città vecchia, presenta molte moschee: la Grande Moschea, costruita dagli Almoravidi poco dopo il 1000; la moschea Ali Bitchin, che prende il nome dal pirata italiano Piccinini, che, nel XVII secolo, si convertì all'islam; la moschea di Sīdī 'Abd ar-Rahmān, il protettore della città, sulla tomba del quale si va a pregare. L'eredità coloniale francese è anche al Museo nazionale di belle arti, che conserva sculture di Rodin e dipinti di David, Delacroix, Courbet e degli impressionisti.
Verso la cittadella che domina la città, si raggiunge la prigione di Barberousse, luogo di atrocità durante la guerra con i Francesi, costruito dal pirata turco Barbarossa, che nel XVI sec. pose il paese sotto il protettorato degli Ottomani di Istanbul. Al porto, l'architetto brasiliano Oscar Niemeyer avrebbe voluto, negli anni Sessanta, costruire al centro della baia una moschea a forma di stella (con la città estesa a mezzaluna, avrebbe ricalcato il simbolo islamico).

El Ghebar Monharek: è un piccolo paese di case di fango; fra le dune c’è un fortino della Legione Straniera. Fra le mura, dove tutto, anche le lenzuola, si tinge di ocra, ci sono gli alloggi, la cucina, l’armeria; nel piazzale, sul pennone sventola il tricolore. Ogni sera, i piantoni accendono le lampade a petrolio le cui fiammelle sono tanto fioche da non consentire di vedere oltre il naso.
Il rai risale alla tradizione dei pastori, che improvvisavano testi erotici e lirici. Negli anni '30 le canzoni spudorate risuonavano nei caffè-concerto e nelle case di tolleranza. prima della seconda guerra mondiale affrontavano l'emancipazione della donna. Nel dopoguerra arrivano gli strumenti moderni, il sax e le chitarre elettriche. esponenti sono Safi Boutella, Cheb Mami e Cheb Khaled.

 

Marocco
I Berberi - Mauri entrano tardi a far parte dell'impero romano; diventano cristiani. L'Islam inizia a diffondersi nel VII sec. Dopo il 901, gli arabi Almoravidi fondano Marrakech; sotto gli Almohadi il Marocco raggiunge l'apice dello sviluppo culturale. Vengono, poi, i Merinidi fino al XVII secolo, quando sono gli Alauliti a prendere il potere, costruendo una rete di fortezze e un esercito professionista, la Guardia Nera. La Francia interviene in Marocco, quando i sultani marocchini appoggiano gli emiri algerini. Alla fine, il sultano accetta che il regno diventi protettorato francese (1912), mentre la Spagna ottiene un piccolo protettorato. Il primo governatore francese, il generale Lyautey, rispetta la cultura araba e crea Casablanca. Poi, i Berberi di Abd el-Krim si ribellano: Francesi e Spagnoli alla fine lo costringono alla resa (1926). Nel 1956 il sultano Muhammad V ottiene l'indipendenza, anche se la Spagna rifiuta di cedere Ceuta e Melilla. Nel 1962 gli succede Hassan II, che organizza la Marcia Verde nel Sahara Occidentale e lo conquista. Tuttavia, gli abitanti della zona cominciano a lottare per l'indipendenza. L'ONU non ha ancora deciso sulla questione. Nel 1999, nuovo re è Mohammed VI, che ha promesso di instaurare una vera democrazia, anche se non l'ha ancora compiutamente realizzata. Nel 2002 alcuni militari marocchini, accampati sull'isola disabitata di Pereijl, rischiano di motivare una guerra con la Spagna, che ne ha ripreso il possesso. Nel 2004, il governo apporta cambiamenti alla legge per migliorare la condizione femminile, proteggere i diritti dei bambini e salvaguardare la dignità umana.

Tangeri: è adagiata ad anfiteatro su una collina calcarea affacciata sullo stretto di Gibilterra in un susseguirsi di salite e discese costellate da case bianchissime. Fulcro della città, il Petit Socco è assai malfamato. Forte il contrasto tra il carattere europeo dei moderni quartieri e la vecchia città araba
La bevanda nazionale è il tè alla menta. Prima si scalda la teiera e ci si mettono le foglie di tè verde; si versa sopra poca acqua bollente e si ruota velocemente il contenitore, poi si butta via l'acqua e s'aggiunge la menta, lo zucchero e l’acqua bollente. Il tè è servito in teiere d'argento e versato in bicchieri da una notevole altezza, per far formare sulla superficie la schiuma. Un bicchiere prima del pranzo dà appetito, dopo pranzo aiuta a digerire, tiene compagnia, è un piccolo rito quotidiano.

Fès: è divisa in tre: Fès el Bali, l’antica medina, una delle più grandi città medievali abitate al mondo, chiusa da mura, fondata da rifugiati arabi e in parte dagli Andalusi; Fès el Jedid, la nuova medina costruita dai Merinidi nel XIII secolo; Città Nuova, eretta dai Francesi. Sede della più antica università (nata nella moschea Karouine), è una città di letterati e teologi; poi, diviene un centro di artisti, artigiani e indovini. La vita si muove a ritmi medievali. Gli artigiani lavorano con strumenti vecchi di secoli, le donne cuciono il pane al forno pubblico, gli asini sono preceduti dal grido del proprietario: “Balek” (attenzione). Nei suk si vendono spezie, le “babouches” di pelle di cammello e con la punta all’insù, l’hennè (corteccia di noce da usare come dentifricio), i bastoncini di kohl per truccare gli occhi.

Casablanca: "la città bianca", centro industriale e il porto più grande del paese, versava in abbandono quando i Francesi decisero di darle una nuova veste. Immortalata da Hollywood nel film che ha preso il suo nome, ospita la Moschea di Hassan II, una delle più grandi del mondo. Moderne architetture convivono con misere periferie.

Marrakech: detta la “Venezia delle Sabbie” o la città rossa, dà il nome alla nazione, è risparmiata da Allah che getta un grano di sabbia per ogni menzogna pronunciata dai suoi abitanti, per cui si forma il Sahara. E' divisa in due parti: la medina con i suk e i palazzi dei sultani; e il Gueliz, la città nuova dei Francesi. La piazza Jemaa el Fna (“adunanza dei morti”; qui, infatti, erano compiute le esecuzioni capitali) è vivace tutto il giorno: all’alba ci sono gli ambulanti, poi vari venditori, lustrascarpe, cavadenti, stregoni, scrivani, ballerini e cantastorie, incantatori di serpenti; al tramonto arrivano i ristoranti ambulanti, con pentoloni nei quali cuociono teste di pecore. Domina la città la Koutoubia, rosata moschea affiancata da uno splendido minareto.

Ouarzazate: intorno, sono gli ksour, antiche costruzioni difensive, che racchiudevano interi villaggi, costruiti con fango e pisè, tronchi di palma sezionati. Il sole li cuoce fino a spaccarli, le piogge li sciolgono come castelli di sabbia. E' la Hollywood marocchina: all’Atlas Corporations c'è perfino l’aereo di Michael Douglas ne “Il gioiello del Nilo”. Altri film girati qui: "Sansone e Dalila", "Jesus", "Il Gladiatore".
Specialità berbera è lo m'choui, un agnello arrostito all'aperto e condito con zafferano e peperoncino; di solito con il cuore e il fegato si preparano spiedini. Il miglior piatto è la pastilla, un miscuglio di carne di piccione, uova aromatizzate al limone, mandorle, cannella, zafferano e zucchero, in una sfoglia detta ouarka. Due dolci sono le kaab el ghzal (corna di gazzella), paste a mezzaluna farcite con una pasta di mandorle e coperte di glassa, e le m'hancha (spire di serpente), paste piatte e rotonde cotte in forno, farcite con mandorle e coperte di glassa e cannella.

Bilel, Jannat

 

Congo - Zaire - Repubblica del Congo
Tra il VII e l'VIII sec. si insediano nell'attuale Congo tribù bantu dalla Nigeria. Esse creano regni, uniti nel XIV sec. nel regno del Congo, che sopravvive diversi secoli, passando dalla sfera di influenza del Portogallo a quella dell'Olanda. Alla Conferenza di Berlino del 1884-1885, il Congo diventa possesso del re del Belgio, Leopoldo II (che si arricchisce grazie al caucciù là coltivato), e poi colonia belga (1907). Già ad inizio del '900 un movimento di opinione, che coinvolge Mark Twain e Arthur Conan Doyle, contesta ai mercenari del re alcuni episodi di violenza. Si racconta che Leopoldo per convincere il proprio governo ad acquistare il Congo abbia fatto costruire un laghetto, vicino al quale mette a vivere 300 Congolesi: in questo modo i Belgi possono vederli e conoscerli. Quando poi al Congo si aggiunge anche il Ruanda, il Belgio rinuncia a questo territorio, che non riesce a gestire, concedendo l'indipendenza (1960).
Sono eletti presidente Joseph Kasavubu e premier Patrice Lumumba, leader nazionalista. Inizia un periodo di insurrezioni nel Katanga, fino a quando il colonnello Joseph Désiré Mobutu, ucciso Lumumba, diventa premier (1965) e chiama il paese Zaire, bandendo ogni traccia occidentale; il suo regime (legato alla Romania di Ceausescu e agli USA e poi alla Francia) è sanguinoso e spettacolare. Nel 1974 organizza a Kinshasa il più famoso incontro della storia del pugilato, il "Rumble in the Jungle" tra Muhammad Ali e George Foreman. Agli inizi degli anni '90, proteste locali lo costringono ad accettare un sistema pluripartitico.
Nel 1996 l'esercito rwandese degli Hutu si allea con Mobutu contro i Tutsi congolesi, rwandesi ed ugandesi, con a capo Laurent-Désiré Kabila (prima guerra del Congo). Nel 1997 Mobutu lascia il paese e Kabila ne prende il posto, inaugurando la Repubblica Democratica del Congo. Nel 1998 Kabila invita gli alleati a lasciare il paese, ma essi, interessati alle risorse locali e sostenuti dagli USA, dichiarano guerra. Kabila resiste, sostenuto da Zimbabwe, Angola e Namibia e con l'appoggio della Francia. Nel 1999 un accordo prevede il ritiro delle truppe straniere e la democrazia. Nel 2000, un altro "cessate il fuoco" è firmato a Kampala (Uganda). Però il 5 maggio, alla periferia di Kisangani, soldati rwandesi e ugandesi si danno battaglia.
Nel 2001 Kabila è assassinato. Gli succede il figlio Joseph jr, che si confronta con una opposizione interna che controlla città e periferie. L'ONU intima l'ennesimo stop ai belligeranti, ma l'anarchia continua. Un nuovo accordo è firmato nel 2002, ma nel 2003 si verifica una nuova rivolta degli Hutu guidata dal generale Laurent Nkunda. Nel 2008 Nkunda e Kabila jr. firmano la pace, ma nell'agosto riprendono gli scontri. La gente s'è abituata a vivere in guerra: qualcuno rimpiange perfino il periodo coloniale. Questa infinita guerra civile, nella quale lo stupro etnico è diffuso, è, in realtà, dovuta alle multinazionali, che saccheggiano il Congo, ora, usando eserciti africani. L'ONU ha dichiarato il boicottaggio contro i prodotti congolesi, ma ciò è servito solo a favorire il contrabbando.
Tra le risorse strategiche della nazione, è il coltan, richiesto dall'industria tecnologica e aerospaziale a ottimizzare il consumo della corrente elettrica nei chip. Il coltan è radioattivo e contiene anche uranio.

"Congo", film di Frank Marshall tratto dal romanzo di Michael Crichton.
Fossey, “Gorilla nella nebbia” sulle condizioni dei gorilla, ridotti dai bracconieri a pochi esemplari. È morta il 27 dicembre 1985, uccisa probabilmente dai bracconieri nel Ruanda.

 

Nigeria.
I primi nigeriani sono i nok, che a inizio del secondo millennio spariscono, quando cominciano a svilupparsi, a N, regni islamici governati dagli Hausa, come a Kano, la cui ricchezza deriva dalle piste transahariane. A S nel XIV-XV sec. prevalgono gli Yoruba, i cui re coltivano contatti con l'Europa. Nel '600 il paese passa sotto l'influenza di Paesi Bassi, Francia e Regno Unito. Nell' '800 gli Inglesi cominciano a sfruttare le miniere di Jos e a imporre piantagioni: designano capi nelle comunità S degli Ibo, ma ne fanno nascere solo ostilità.
Nel 1960 la Nigeria è indipendente: sembra diventare una fiorente democrazia, ma le ostilità tribali sfociano in un golpe militare (1966). Nel 1967, gli Ibo dichiarano l'indipendenza del Biafra, iniziando una guerra civile di tre anni, fino alla sconfitta. La gente porta sul volto le cicatrici dei segni tribali, incisi durante la guerra, per riconoscere i bambini della propria tribù.
Negli anni '70, l'impennata del prezzo del petrolio consente al governo una politica di investimenti (e sprechi). Nel 1979 il neopresidente Shehu Shagari avvia un programma di sviluppo democratico, ma la crisi del petrolio vanifica questi sforzi. Negli anni '80 la recessione getta la Nigeria in un vortice di debiti, disoccupazione e corruzione. Nel 1993 il paese finisce, tra golpe e arresti, al generale Sani Abacha, che inizia una dittatura. Nel 1995, fa uccidere il leader degli Ogoni, il drammaturgo Ken Saro-Wiwa; poi, promette una transizione, ma alle elezioni i partiti di opposizione sono creati da lui, che quindi succede a se stesso. Il mondo resta a guardare, perché la Nigeria ha la forza di appoggiare chiunque (come è successo in Sierra Leone, dove fa tornare al potere il presidente democraticamente eletto).
Nel 1998, in uno scontro nel regime, Abacha muore ed è sostituito dal generale Abdulsalam Abubakar, che si impegna a tornare alla democrazia. Nel 1999 diviene presidente Olusegun Obasanjo, un tempo capo militare e poi prigioniero politico. La pace è stata interrotta da scontri fra Hausa (islamici a N), Yoruba (animisti a W) e Ibo (cattolici a E).

Lagos: come si dice, la cosa migliore a proposito di Lagos è andarsene. E' una città caotica e sovrappopolata, con un alto tasso di criminalità. Il Museo Nazionale conserva l'auto crivellata di pallottole, nella quale venne assassinato l'ex capo di stato Murtala Mohammed. Sull'isola omonima, si trovano banche, magazzini e trafficanti del mercato nero.
I grandi cantanti della Nigeria vengono da qui: Sonny Ade, re dello juju, la chiama casa sua, così come l'afro-reggae Sonny Okosum e la cantante soul, Sade. Il vecchio locale di Fela Kuti, The Shrine, si trova nel distretto operaio di Ikeja. Fino alla morte, nel 1997, fuse i canti degli yoruba e il jazz freestyle (afrobeat).

Kano: la città mussulmana più antica di tutta l'Africa W, ha come principale attrattiva la Old City nella quale le porte sono rimaste intatte. La porta principale, il Kofar Mata Gate, conduce al palazzo dell'Emiro, in mura di fango, esempio di architettura hausa, e alla Moschea Centrale. Ubicato a sud, il Gida Dan Hausa, miscela di influssi arabi e hausa, è un edificio sorprendente, antica residenza del primo amministratore britannico. Le cave di indaco di Kofar Mata si trovano a Kano.
La zuppa è il piatto nazionale: dal tuwo, fatto di mais e riso soffiato, all'egusi (uno stufato piccante a base di carne e peperoncino rosso). Dovunque si assaggiano spuntini, come patatine fritte dolci e il platano fritto. Il vino di palma, un succo naturale ricavato dalle palme, è la bibita preferita in tutta la Nigeria.

Oshogbo: è la culla dell'arte yoruba. Durante l'Oshun Festival sono rappresentati danze e riti sacrificali. E' nota per la Sacred Forest, con i santuari dedicati agli dèi Yoruba. Molti cadono in rovina, ingoiati dalla foresta.
L'animismo ha forti legami con gli spiriti ancestrali che proteggono la terra e con gli Dei del cielo: il sacerdote serve come tramite tra la comunità e le entità soprannaturali. Alcuni si danno allo juju, cioé alla magia nera, ad es. col cosiddetto denaro di sangue, quando si sacrifica un familiare per fare soldi. C'è chi confessa, in punto di morte, di averlo usato e revoca l'incantesimo. L'arte riflette le origini animiste di questo paese. Le maschere yoruba, che rappresentano le forze della natura e degli dèi, sono ricavate dal legno. Di tutte le maschere-elmetto per il culto di Epa sono le più spettacolari.

Film Valle degli innocenti, di Branwen Okpako.
il Nobel Wole Soyika, Chinua Achebe, Ben Okri, Ken Saro-Wiwa

 

Camerun
Nel 1472 arrivano per primi i Portoghesi, gridando: "Camarões, camarões!", stupiti dalla quantità di gamberi giganti. Poiché la Gran Bretagna indugia alla proposta di un capo douala di istituire un protettorato, alla fine subentrano i Tedeschi (1884). Dopo la I guerra mondiale la SdN concede ai Francesi un mandato per l'80% del territorio, mentre agli Inglesi restano il SW e il N, che vendono ai Tedeschi, che li perdono con la II guerra mondiale.
Dopo l'indipendenza, per la quale ha lottato soprattutto il N (1960), i Francesi sedano la rivolta del S: è dichiarato lo stato di emergenza, che dura vent'anni. Il musulmano Ahmadu Ahidjo è il primo brutale presidente. Nel 1961 il N vota l'annessione alla Nigeria, mentre il resto del territorio ex-britannico opta per un assetto federativo con il Camerun francese.
Nel 1972 una nuova costituzione trasforma il paese in stato unitario a partito unico retto da Ahidjo, che si dimette nel 1982. Il successore è Paul Biya, originario del S e cristiano. Nel 1984 i ribelli N organizzano un golpe, senza successo.
Nel 1990, infuriati per la politica economica di Biya, i Camerunesi lo accusano di corruzione. Nel 1991, dopo il rifiuto di Biya di convocare una costituente, gli scioperi portarono il paese quasi alla paralisi. Biya indice, così, le prime elezioni multipartitiche, vinte da Simon Achidi Achu, che forma un governo. Nel 1992, Biya, accusato di brogli, è rieletto presidente. La vittoria scatena sommosse nel Camerun W. Biya è rieletto dal 1997 al 2004: il suo governo deve attuare vere riforme economiche, per ottenere la cancellazione di parte del debito estero.

Yaoundé: è una caotica metropoli con strade tortuose, clima fresco, musei, come Musée d'Art Cameroonais nel Monastero Benedettino, una collezione di maschere, ciotole e zampogne bamoun in bronzo. Perfino la cappella è decorata con manufatti locali. Av Kennedy è la principale arteria. Nei quartieri di Messa, Mokolo e Briqueterie, si trovano molte rosticcerie che preparano il migliore pollo arrostito del paese. A Melen c'è la Paroisse de N'Djong Melen, una chiesa la cui messa domenicale all'aperto è uno spettacolo. Per oltre due ore, un prete celebra in ewondo accompagnato da percussioni, danze e canti.
Tra i riti locali, importante è il funerale: quando un uomo muore, per tre giorni ci si riunisce alla sua capanna con figuranti e musicisti per festeggiare un “passaggio”. Il corpo rimane esposto nei suoi abiti più belli, ornato con penne (gli uccelli accompagnano il passaggio). Alla fine, il fabbro lo porta tra le capanne per fargli visitare i luoghi in cui ha vissuto. Si celebrano anche gli anniversari, invitando tutti i notabili (spesso armati di fucile, sparano in aria).

Foumban: è centro di arte tradizionale. Il suo gioiello è il Palais Royal, sede del capo dei Bamoun, il sultano. Il palazzo, completato nel 1917, somiglia a un castello medievale; ospita il Museo del Sultano, che contiene abiti, armi, strumenti, statue, gioielleria, maschere e troni decorati con perline. A sud del palazzo c'è il Musée des Arts et des Traditions Bamoun. comprende attrezzi da cucina, strumenti musicali, zampogne, statue, maschere, gong e uno xilofono.
A inizio anni '70, Manu Dibango ha reso popolare la makossa, mentre ora il suo re è Sam Fan Thomas.

Buea: capitale del protettorato tedesco, è capitale del Camerun occidentale autonomo per 11 anni. Di qui si sale sul Cameroun, il vulcano noto come "Carro degli Dei", formato da 100 coni craterici. Di esso è documentata la più vecchia eruzione a memoria d'uomo: nel V sec. a.C. il cartaginese Annone che navigava nelle acque prospicienti al vulcano registrò un'eruzione.
Le foglie di manioca sono uno dei principali ingredienti della cucina camerunense. Le salse sono accompagnate dal riso o da una purea di riso, grano, manioca o banane.

Monti Mandara: si levano al cielo spuntoni di roccia lavica. Ai piedi dei monti Mandara, una stirpe di giganti ribelli subì la punizione della sepoltura, così dalle alture spuntano le loro dita. La zona è meravigliosa: le uniche pecche sono il caldo umido e i mutu-mutu, maledetti moscerini che lasciano prurito e rossore.

Le aree al confine con la Repubblica Centrafricana e il Ciad vanno evitate, a causa di bande armate.

 

Sudafrica
Verso il XV sec. quasi tutta la terra coltivabile era occupata da tribù di bantu dedite alla pastorizia. Verso la metà del XVII secolo lo scorbuto e un naufragio indussero i mercanti olandesi a fondare un insediamento dove oggi sorge Città del Capo: qui i khoisan furono decimati.
A fine XVIII sec., gli Inglesi approfittarono della crisi dei Boeri per occupare un territorio fra loro e gli Xhosa; poi, abolirono la schiavitù (1836). I Boeri, scontenti del dominio britannico, diedero inizio alla Great Trek: migrarono oltre l'Orange, conquistarono la zona dei Zulu creando proprie repubbliche.
Nel 1867 furono trovati i primi giacimenti diamantiferi e auriferi: mentre gli africani, per pagare le tasse, furono obbligati al lavoro nelle miniere, Boeri e Inglesi, gli Afrikaaner, combatterono due guerre, finché, creata nel 1910 l'Unione del Sud Africa, poco dopo vennero approvati provvedimenti di ispirazione razzista. Il National Party, dominato dagli afrikaner, governò il regime di apartheid dal 1948 al 1994: i neri, divisi in dieci tribù, furono segregati in zone rurali, le homeland, da cui tornarono per vivere in baracche in città. La lotta dei neri si espresse sotto forma di scioperi e marce di protesta, cui seguirono massacri e arresti (anche quello di Nelson Mandela negli anni Sessanta). L'ONU decise sanzioni contro il Sudarica, finché a fine anni 80 il presidente bianco De Klerk capì che il tempo dell'apartheid era finito. Alle prime libere elezioni, Mandela, tornato libero, divenne presidente (1994). A lui successe nel 1999 Thabo Mbeki, che ha creato l'Unione africana con altri 52 paesi.

La regione dei monti dei Draghi è ideale per un'avventura. L'uomo apparve qui migliaia di anni fa, com'è testimoniata da dipinti rupestri realizzati dai San. Nell'Amphitheatre, un dirupo di 8 km, impressionante se visto dal basso, le Tugela Falls compiono un salto di 850 m con cinque balzi: è la seconda cascata al mondo per altezza.

Città del Capo è la più antica città del Sudafrica (infatti, è detta Città Madre), fondata nel 1652 da coloni olandesi. In passato, i marinai la chiamavano “la taverna dei mari”, perché aveva da offrire qualunque cosa un marinaio sognasse dopo mesi di navigazione. Sorprende, ora, il suo spirito british, che che si ritrova nel traffico ordinato, nella guida a sinistra, nelle strade del centro, nell’atmosfera coloniale. Il cinema l'ha spesso scelta come set.
Con una funivia si può raggiungere la Table Mountain, che la sovrasta ed è chiamata così per la sua vetta piatta e abitata dagli iraci, curiosi animali simili a roditori, ma il cui parente più prossimo è l'elefante. Raggiungibile via mare è la Robben Island, oasi naturale di rara bellezza su cui sorge il museo ex-prigione di Mandela. Resta anche l'antico Castello di Buona Speranza. E' anche la capitale sudafricana della buona cucina. Poco distante si estende la Wineland, dove si possono assaggiare i vini sudafricani: qui le case coloniali sono costruite in stile Cape Dutch (la tipica architettura olandese con il tetto in paglia).
La Garden Route percorre 800 km di costa da Città del Capo a Port Elizabeth lungo l'Atlantico e l'Indiano. La pianura costiera è coperta dalla foresta ed è delimitata da ampie lagune alle spalle di dune e spiagge, tra colonie di cormorani e pinguini, meta dei fanatici del whalewatching. Là infatti è la cosiddetta Whale Coast, uno dei luoghi migliori al mondo per osservare il passaggio delle balene da terra. Le acque calde sono l’habitat ideale per balene australi, megattere e balenottere di Bryde. Spesso questi cetacei nuotano talmente vicino alla riva da poter essere visibili da terra, come avviene nel borgo di pescatori di Hermanus.

Johannesburg, chiamata Jozi o Joburg, nasce nel 1886 attorno alle miniere d’oro (infatti, è detta città d'oro): la città vive un contrasto tra le periferie nord dove vivono i bianchi e le township nere, agglomerati di bungalow, capanne, baracche, come Soweto o Alexandra. Soweto, un tempo riservata ai neri perseguitati, è oggi vivacissima: da visitare le pittoresche taverne o shebeen; ma anche la Vilakazi Street, dove abitano due Nobel, Nelson Mandela e l'arcivescovo Desmond Tutu. Alexandra o Città Buia, perché era sprovvista di elettricità, fu un quartiere solo di lavoratori neri crebbe tanto che il regime dell'apartheid decise di ridurne la popolazione. Negli anni Sessanta, tutte le case furono demolite per sostituirle con ostelli per lavoratori. Da queste strade povere sono emerse alcune personalità politiche: il presidente sudafricano Kgalema Motlanthe, l’ex presidente del Mozambico Samora Machel, i musicisti Hugh Masekela e Caiphus Semenya e il poeta Mongane Wally Serote. A quaranta minuti dal centro urbano, è il sito paleo-antropologico chiamato la Culla del Genere Umano, che include le Caverne di Sterkfontein, dove, nel 1936, l’antropologo Robert Broom scoprì il teschio di Mrs Ples, una ominide di tre milioni di anni fa.

Durban, già avamposto commerciale, poi città balneare, ospita molti abitanti di origine indiana. Nel 1983 Gandhi vi fece il proprio apprendistato. Interessanti i piatti di pesce e crostacei e quelli della cucina indiana, preparati con i migliori curry. La scarsa attrattiva della cucina deve essere attribuita agli Inglesi. Pietanze abituali sono le bistecche o le salsicce boerwors, le verdure troppo cotte e le patate fritte.

Cascate Vittoria: scoperte nel 1855 dallo scozzese David Livingston, che le battezzò con il nome della regina, si trovano lungo lo Zambesi, dove riversano 545 milioni di litri d’acqua che danno vita al “mosi ou tunya”, il fumo tuonante.

Kimberly: a metà XIX sec., vi sono scoperti i primi diamanti. Presso una fattoria, un ragazzino trova una di queste pietre. In pochi giorni la notizia si diffonde in Europa: le gemme sono così vicine alla superficie che bastano buone braccia e una vanga. La collina su cui si trova la fattoria in poco tempo diviene una voragine. Di quella collina oggi rimane il “Big Hole”. Le miniere di Kimberly sono oggi un museo a cielo aperto.

Port Elizabeth: fondata nel 1820, prende il nome da Lady Elizabeth, moglie del governatore. La principale attrattiva è la presenza di spiagge. La costa è zona di immersioni subacquee. Per cercare uno squalo, bisogna mettere in mare teste di grossi tonni: alla fine si cala una gabbia in mare per vederlo da vicino.
L’Addo Elephant National Park, a breve distanza dal centro, ospita i Big Seven, cioè i Big Five terrestri (leone, leopardo, elefante, bufalo e rinoceronte), le balene e gli squali bianchi. Ci sono anche i “Little five”: lo scarabeo- rinoceronte, il tessitore dei bufali, il toporagno elefante, la testuggine leopardina e il formicaleone.

Witsand: riserva naturale nota come “sabbie ruggenti”: 2.500 ettari di sabbia bianca circondata dal mare di sabbia rossa del Kalahari. In questo angolo le sabbie emettono un rumore simile al ruggito del leone. Secondo una tradizione locale, le dune ruggiscono nei mesi scritti con una “r”. Per emettere il loro suono la sabbia deve essere calda e asciutta, il suono è il risultato della frizione creata dall’attrito dei granelli che raschiando tra loro espellono l’aria bloccata.

Nadine Gordimer Nobel per la Letteratura; Charlize Theron Oscar 2004 Monster; Nobel 2003 JM Coetzee ‘La vita e i tempi di Michael K’. ‘Giovinezza’, ‘Aspettando i barbari’ e ‘Elizabeth Costello’; trombettista jazz Hugh Masekela

 

Madagascar
Il Madagascar si stacca dall'Africa 140 milioni di anni fa: ciò spiega come mai la fauna e la flora, isolate a lungo, siano così particolari. Il fossa è un carnivoro notturno simile al puma, predatore solitario piccolo e pericoloso per i lemuri. Di colore bruno-rossiccio, è un ottimo arrampicatore. Il suo amplesso può durare fino a tre ore. I lemuri sono curiosi primati, minacciati dalla deforestazione; curiosa è la razza dei Sifaka, celebri per la loro danza. Il tenrec è un mammifero simile al riccio: ha abitudini crepuscolari e da maggio a settembre va in letargo. L'aye-aye ha orecchie simili a un pipistrello, occhi felini, muso stretto e lunghe zampe. I primi zoologi che lo avvistarono pensavano fosse un grosso scoiattolo notturno. Non teme l'uomo e si lascia avvicinare. Secondo gli indigeni è legato al diavolo, che di notte si siede sul petto del malcapitato e gli strappa il cuore. Lo zebù è l'animale simbolo del Madagascar: se ne usano tutte le parti compreso il corno, che è scaldato e lavorato per ottenere posateria, ciotole, gioielli. E' la pietanza più mangiata col riso, del quale i Malgasci sono grandi consumatori. Le pietanze più comuni sono il romazava (manzo e verdure stufate) e il ravitoto (stufato di maiale con germogli di manioca).

Nosy Be: l'isola è circondata dal Canale di Mozambico e dal Massiccio di Tsaratanana. L'interno è coperto dalla foresta e piantagioni. A circondare le pendici del Mont Passot ci sono alcuni laghi vulcanici, cinti da una fitta vegetazione e popolati da numerosi coccodrilli. La capitale Andoany ("Hell-Ville") è un centro vivace: la città sembra essersi fermata ai tempi dell'arrivo dei Francesi.
Marodoka, un rudere lungo la costa, fu costruito da un gruppo di marinai indiani che naufragarono (XVII-XVIII sec.). La Réserve Naturelle Intégrale de Lokobe ospita esemplari di boa costrittore, lemuri neri, camaleonti.

Antananarivo: è affollata, inquinata e rumorosa. Il cuore della città bassa è il quartiere Analakely, pieno di mercati all'aperto permanenti. Dalla Haute-Ville, scendono stradine che corrono vicino ad alcune chiese e agli ex-edifici reali fino a giungere alle rovine di Rova, l'antico palazzo della regina, che bruciò nel 1995.
Qui nel 1828 la regina Ranavalona I, la Crudele, sterminò i parenti del marito, cancellò le sue innovazioni e riportò a corte aristocratici e stregoni. Il figlio, Radama II, segretamente cattolico e filofrancese, nel 1854 chiese a Napoleone III di invadere il Madagascar. Nel 1855 concedeva a un uomo d'affari francese, Joseph-François Lambert, il diritto di sfruttamento di tutte le risorse del Madagascar. Fu proprio per via della carta di Lambert che la Francia sbarcò nel 1883 chiedendo un risarcimento per gli eredi.
Nel 1895, quando i Francesi presero la capitale, la regina Ranavalona III, concedendo maggior fiducia ai risultati d'un campionato di Fanorona (una specie di dama) che ai capi dell'esercito, decise che l'esito della partita avrebbe determinato la strategia militare. L'isola cadde nelle mani dei Francesi e la regina passò il resto della sua vita in esilio.
Dal 1960, il Madagascar ha ottenuto l'indipendenza, ma è ancora sotto scacco delle multinazionali. La Daewoo ha formalizzato un accordo che prevede lo sfruttamento agricolo di 1,3 milioni di ettari di Madagascar. il governo ha ceduto il suo territorio gratis.

Mahajanga: secondo porto del Madagascar, alla foce del Betsiboka, ospita numerose chiese e 20 moschee. Le spiagge nei dintorni della città sono rosso sangue a causa del terreno superficiale che, dagli altipiani, si riversa in mare.
I primi uomini a giungere in Madagascar sono tribù malesi 2000 anni fa; poco dopo, gruppi bantu iniziano ad arrivare dall'Africa, dando luogo a una cultura mista. Arabi vi si stabiliscono dopo la morte di Maometto, portandovi pratiche divinatorie.
La musica malgascia risente d'influenza indonesiana ed africana. Il vahy soava è un canto che ha il solo battito delle mani come accompagnamento e Paul Bert Rahasimanana, che nella sua musica parla di povertà, amore e speranze, vi ha aggiunto l'accompagnamento musicale. I Tarika, guidati dalla carismatica Hanitra Rasoanaivo, sono il più grande successo della musica di esportazione del Madagascar. Hanno elaborato una miscela dalle musiche originarie delle differenti regioni, suonando strumenti locali.

Fianarantsoa: è il centro intellettuale del Madagascar. Se la letteratura malgascia non si sviluppò prima degli anni '30-40, l'arte oratoria tradizionale, chiamata kabary, ha sempre avuto un vasto seguito. Negli anni '70, una società svizzera comprese il potenziale vinicolo della campagna e oggi la regione è la principale area enologica dell'isola.
Basse-Ville è il quartiere più povero, in cui sorgono una stazione ferroviaria in stile svizzero e una stazione di taxi-brousse. La zona più bella è Haute-Ville, situata su una collina in cui regna un'atmosfera d'altri tempi. Vista dal basso, l'elemento che più spicca è un gruppo di campanili.
Per i malgasci esiste un forte legame tra la vita e la morte: i morti sono intermediari tra Dio e l'umanità. Una tomba costa più dell'abitazione. Il legame tra vivi e morti è sottolineato dalla cerimonia costosa del famadihana: il cadavere è portato in giro per potersi rendere conto dei cambiamenti.E' una offesa per il defunto rimandarlo se la famiglia e' in grado di affrontarne le spese. I malgasci identificano differenti anime: il fanahy determina il carattere; l'ambiroa si mescola con lo spirito degli antenati; il lolo sente la nostalgia di casa e riappare come tarma o farfalla; l'angatra appare nella notte spaventando i vivi. Il mpanandro è l'astrologo consultato per determinare il miglior giorno per un matrimonio o una riesumazione; conosce il vintana dove il fato è ordinato dalla posizione degli astri. I maschi vengono circoncisi al fine di acquistare virilità. Ogni sette anni si esegue la circoncisione comune al suono di canti e danze.

Sainte-Marie: situata sulla costa del Palissandro, sottoposta agli alisei, l'isola, detta anche dei pirati, è uno dei punti di maggiore attrazione. Il Madagascar, infatti, era il rifugio ideale per i pirati: molti Europei, dopo i Portoghesi di Diogo Dias (1500), qui arrivati per il maltempo, avevano tentato la colonizzazione, ma malattie, intemperie e scontri risultavano ostacoli insormontabili.
L'isola fu donata dalla regina Bety (figlia a sua volta del meticcio Ratsimilaho, figlio del pirata britannico Thomas White e di una principessa indigena di Sainte Marie) al marito, il naufrago Jean Filet detto Capitano Bigorne (1750). Lui la cedette alla Francia.
La lotta malgacia si pratica nei villaggi costieri. Lo sfidante passeggia attorno al cerchio lanciando sguardi di sfida finché trova qualcuno che accetta. Molti masticano le foglie del kat (una pianta eccitante che aiuta a non sentire il dolore).

 

Kenya
Le più antiche tracce appartengono a nomadi etiopi nel 2000 a.C., seguite, mille anni dopo, da tribù tra il 500 a.C. e il 500 d.C. I bantu arrivano dall'Africa occidentale, quelle di lingua nilota (Masai) dalla valle del Nilo. I musulmani si stabilirono, dall'VIII sec., lungo le coste. Sette anni dopo che Vasco da Gama doppia il Capo di Buona Speranza (1498), i Portoghesi impongono un duro regime sulla regione. Gli Arabi riprendono il controllo nel 1720. Fino al 1880 la Rift Valley resta insediamento masai. A fine XIX sec., dopo anni di guerre civili, la tribù è indebolita e tratta con gli Inglesi la costruzione della ferrovia Mombasa-Uganda. Il regime trova opposizione dal Kenya African Union e dai Mau Mau; Kenyatta, del KAU, porta il paese all'indipendenza (1963) e, sotto la sua presidenza, il Kenya diviene ricco. Nel 1978 sale al potere Daniel Arap Moi, che scioglie le società tribali e le università. Nel 1982, la Kenyan Air Force tenta un golpe, sventato. Il FMI e la Banca Mondiale chiedono la cessazione della repressione. Moi accoglie le richieste. Nel 1993 il disaccordo nell'opposizione fa vincere ancora Moi, che, accusato di brogli, vince anche nel 1997. Nel 1998 i terroristi bombardano le ambasciate americane di Nairobi e Dar es Salaam. Il 1999 segna l'inizio di una lunga siccità, durata fino al 2000. Nel 2002 un attacco suicida, vicino a Mombasa, distrugge un hotel israeliano; un aereo israeliano al decollo da Mombasa è sfiorato da due missili. Moi indica quale successore Uhuru Kenjatta (figlio dell'ex presidente), ma è eletto Mwai Kibaki, per dieci anni vicepresidente. Abolisce le tasse scolastiche nelle elementari e la pena di morte. Contro la corruzione ingaggia avvocati internazionali. Vince anche nel 2007 e nel 2008 nomina primo ministro il capo dell'opposizione Raila Odinga.

Masai Mara: in questo parco i Masai lavorano la terra e cacciano. Si vedono ogni anno le migrazioni di animali in cerca dei pascoli stagionali; ai margini, elefanti, bufali, zebre e ippopotami. È possibile sorvolare la riserva in mongolfiera. La conservazione della natura è motivo di orgoglio nazionale e gioca anche un ruolo economico. I ranger sono in continua lotta contro il bracconaggio.
I Masai, valorosi guerrieri, vivono nella Rift Valley come vivevano i loro avi. I maschi sono organizzati in rigide classi di età (ragazzi, guerrieri e anziani). Gli anziani circoncidono i ragazzi (che non possono piangere) e le anziane le ragazze (che possono piangere). Fino a poco tempo fa, un moran (cioè un guerriero) poteva prendere moglie solo dopo aver ucciso un leone; oggi questa pratica è vietata. Le ragazze non circoncise hanno relazioni prima del matrimonio con al massimo tre moran (uno ufficiale e due sostituti). Un moran può avere molte ragazze non circoncise. Le ragazze circoncise sposano uomini almeno trentenni, che dunque si sono creati un benessere e possono avere quante mogli desiderano, purché dispongano di bovini sufficienti per acquistarle. Il padre benedice la sposa sputando del latte sotto il suo collare: l'avverte di non guardare indietro o diventerà di pietra. Entrando nella casa del marito è accolta dalle sue parenti, che le tirano sterco di vacca e la insultano, in genere per la sua altezza.
Credono che il Dio della pioggia Ngai abbia donato loro tutto il bestiame della terra, per cui chiunque ne possegga lo ha rubato. Simbolo di potere, esso è marchiato da disegni complicati che lo abbelliscono; dorme la notte nel kraal, intorno a cui si dispongono, a cerchio, capanne ovoidali, costruite con feci essiccate dalle donne. Il perimetro è recintato con rami aguzzi che proteggono il villaggio da iene, leopardi e leoni. La peste bovina e il vaiolo costrinsero i capitribù a firmare nel 1904 un trattato, che assegnava per 99 anni appezzamenti ai coloni europei. L'accordo è scaduto nel 2003, per cui i Masai invocano la restituzione dei territori. Purtroppo, oggi i farmer bianchi sono pochi, mentre molti territori sono in mano ad Africani.
In genere, i Masai, avvolti da drappi rossi e blu, si spalmano sul corpo ocra e grasso di bue e si allungano i lobi con pesanti orecchini. Le donne si rasano ed è loro tolto uno dei denti inferiori: si adornano con larghi collari ornati di perline e fermacapelli. Attorno a braccia e caviglie portano massiccie spirali di rame. Il rito della danza è tra i Masai propiziatorio: si svolge la sera. In piedi in cerchio, ci si muove a ritmo. Man mano che la velocità aumenta, i moran entrano a turno nel cerchio, dove eseguono salti verticali.

Nairobi: città caotica, moderna e ricca di bidonville; vi si parlano inglese e swaily e dialetti masai. La sua fortuna è legata alla linea ferroviaria tra Mombasa e Uganda, la cui costruzione determinò l'espansione dell'antico luogo di approvvigionamento idrico dei Masai. Possiede un mercato vivace, ma che attira troppi ladri (la chiamano Nairobbery); la centrale River Rd è piena di squattrinati, prostitute, ambulanti. Gede sorge 20 Km in mezzo alla foresta: città islamica del XIII secolo, inspiegabilmente abbandonata intorno al XVIII, presenta resti delle cisterne idriche, le mura concentriche, la moschea e numerosi edifici, alcuni con le tracce del breve periodo di dominio veneziano. Vi abitano ora cercopitechi.

Lamu: porto musulmano, oggi centro fuori mano d'atmosfera medievale. Una delle più bizzarre attrazioni di Lamu è il Donkey Sanctuary. Ottimo modo per conoscere cultura e storia swahili è fare una sosta allo Swahili House Museum.

Malindi: nota per le spiagge, ospita un parco marino che protegge la barriera corallina, dove vivono pesci, molluschi, crostacei, attinie e mammiferi acquatici, come i delfini e le megattere. A 24 km, c'è il parco Watamu, prediletto dalla tartaruga marina verde per deporre le uova.
La musica da ballo in voga è il benga, popolare negli anni '50, una composizione, nata tra i Luo del Kenya W. Alcuni tra i più noti esponenti di benga sono gli Shirati Jazz, i Victoria Jazz e gli Ambira Boys.

Lo Tsavo è il parco più vasto. La strada da Mombasa a Nairobi lo taglia in due: la parte est è caratterizzata dalla terra rossa e dalla savana dai bassi cespugli, tra cui troneggiano baobab maestosi; quella ovest alterna montagne (intorno al lago Jipe), cascate e le colate laviche di Chyulu Hills e vulcani spenti. E' il regno dei Cinque Grandi d'Africa: il leone, l’elefante, il rinoceronte, il leopardo e il bufalo.
Il Kakamega è una area di foreste vergini, che ospita la scimmia dalla coda rossa, la scimmia azzurra e il colobo bianco e nero.

L'Amboseli, sovrastato dal Kilimanjaro, è posto sul letto prosciugato di un antico lago ed è caratterizzato da pozze d’acqua. Vi vivono giraffe, gazzelle, gnu, zebre, leoni, ghepardi e rinoceronti neri. La zona era la preferita da Hemingway o Ruark, alla ricerca di esperienze per i loro racconti sulla caccia grossa.
La Convenzione di Washington vieta l'importazione di qualsiasi prodotto di avorio o comunque ricavato dagli elefanti, pelli di felini maculati e striati, gusci o prodotti di tartaruga, molte specie di uccelli e scimmie, molte piante.

Depressione di Marafa: chiamata dai nativi "Nyari" ("posto che si rompe da solo"), è nota come "cucina del diavolo": è caratterizzata da roccia arenaria che per effetto delle piogge si è eroso, dando vita a un canyon.
La cucina locale si compone di pietanze ripiene con fagioli o salsa di carne. La principale è il nyama choma, carne di capra alla griglia. I sambusa sono frittelle triangolari, fritte e farcite di carne macinata speziata. La birra è tra le bevande più ricercate e diffuse.

La mia Africa (1985) con Meryl Streep e Robert Redford.
Karen Blixen

 

Etiopia.
Aksum: città sacra, fondata 3000 anni fa. Secondo la chiesa ortodossa, l'Arca dell'Alleanza, con i comandamenti, si trova nella secentesca chiesa di Santa Maria di Sion. Oltre il museo si apre il campo delle steli, colonne scolpite di granito. Fuori città sono le rovine del palazzo di re Kaleb; risalendo la collina è il Monastero di Pentaleon, dove le donne non possono entrare. Fuori città si trovano le rovine del Palazzo di Sheba.
Il primo regno è Axum (IV-I sec.), cristiano da metà 300. Nel IV sec. d.C. controlla Etiopia, Eritrea, Sudan N, Egitto S, Somalia W, Yemen e Arabia S; dopo il VI sec. declina e crolla nel 1000.

Gondar: capitale tra 1632 e 1855, fondata dall'imperatore Fasiladas, conserva un complesso fortificato: 7 castelli dall'architettura portoghese, 44 chiese, abbazia e biblioteca. E' la Camelot dell’Africa. Ospita i bagni di Fasiladas, luogo di battesimo, e la chiesa Selassié con gli affreschi.
I Portoghesi conoscono la zona da fine XV sec., quando Pero da Covilhã consegna una lettera al negus, che crede essere Prete Gianni: egli chiede al re del Portogallo sostegno contro i musulmani. Quando nella prima metà del '500 gli Arabi invadono l'Etiopia, i Portoghesi inviano una flotta in aiuto al negus e nel 1543 vincono, chiedendo che il negus si sottometta alla chiesa di Roma, ma lui rifiuta. Nel XVII sec. il gesuita Pedro Páez entra nelle grazie dell'imperatore, ma il successore, Alfonso Mendez, è meno diplomatico e i gesuiti sono espulsi.
Il pranzo inizia con il lavaggio delle mani, su cui è versata acqua da una brocca; poi, è servita la prima portata, un piatto di fermenti o siero di latte seguito da specialità piccanti. L'injera,un pane gommoso, è la base della dieta etiope. Il caffè è originario della provincia del Kaffa, da dove prende il nome: bere questa bevanda è un rito. Vi arrivò il ravennate Romolo Gessi (il Garibaldi d'Africa), agente del generale britannico Gordon a Khartoum.

Addis Abeba: a 2500 m., "Nuovo fiore" è posta su una conca di eucalipti australiani. Questo tipo di albero fu introdotto per porre rimedio al disboscamento, dovuto alla richiesta di combustibile e materiale edile. Tuttavia, la fauna locale non ama gli eucalipti e, poiché intorno alle loro radici non cresce nulla, le foreste sono inclini all'erosione del suolo.
Il Museo Archeologico conserva una copia dello scheletro di Lucy, ominide vissuto 3,5 milioni di anni fa (i paleontologi hanno scoperto Ramidus, progenitore di Lucy, 5 milioni di anni fa), mentre il Museo Etnografico ospita croci sacre, trittici e affreschi, nonché il bagno e la camera da letto di Hailé Selassiè. Qui Ras Tafari, il messia secondo la religione fondata da Marcus Garvey, sale al trono (1930) con il nome di Hailé Selassié I.
Durante il suo regno, l'Italia, che ha già tentato di invadere la regione governata da Menelik II, attacca l'Etiopia, condannata dalla Società delle Nazioni, e la annette (1935). Hailé torna negus nel 1941, dopo la dissoluzione dell'impero italiano, e ottiene di federare l'Eritrea (1952), che poi annette nel 1962. Ne sorge una guerra civile di 30 anni (nella quale è coinvolto anche il Sudan dal 1965), mentre una disputa tra Etiopia e Somalia sfocia in conflitto e si crea una zona smilitarizzata lungo il confine (1964). Infine, nel 1974 Haile Selassie I è deposto dalla dittatura militare del Derg. Formalmente gli succede Amha Selassie I, imperatore fino alla morte (1997) esule dal 1989.
La guerra con l'Eritra ricomincia nel 1998 e formalmente essa è sconfitta nel 2000. Tuttavia, l'ONU ha affidato la gestione della frontiera ad una commissione, poi assegnando la città più importante proprio all'Eritrea (2003).

Bahir Dar: alle rive S del lago Thana, da cui nasce il Nilo Azzurro. Spettacolari le cascate di Tis Isat (“acqua che fuma”). Il Thana è costellato da 30 isole rigogliose: molte ospitano monasteri e chiese in fango e legno del XIV sec.; si naviga con le tanquà, canoe di papiri che trasportano prodotti delle popolazioni Amara e Agau. Tra i monasteri è il Kebran Gabriel (accessibile solo agli uomini). Il porticato esterno è sorretto da 12 colonne che simboleggiano i 12 apostoli e al suo interno si possono ammirare affreschi.
Altri laghi famosi sono il Langano (blu), l'Abiyata (argento) e lo Shala (marrone). Gli ultimi due sono parchi: il primo è popolato da uccelli, il secondo è sul fondo di un cratere.

Lalibela: prende il nome da re Lalibela, che nel XII sec. vi stabilì la capitale, dopo che Dio gli apparve in sogno. Le 11 chiese rupestri, ricavate da blocchi unici di tufo rosato, furono costruite in un secolo dagli angeli. Beta Giorgis è la chiesa più bella, a croce greca, scavata nella roccia. San Giorgio ne avrebbe controllato i lavori dopo essersi infuriato con Lalibela che non gli aveva dedicato nessun edificio sacro. Le impronte degli zoccoli del suo cavallo sono rimaste nelle pareti del cammino d'ingresso al cortile della chiesa.
L'Etiopia è l'unica nazione africana ad essere cristiana ortodossa, anche se la sua fede unisce le credenze negli spiriti e nei demoni e le funzioni includono danze, previsioni astrologiche e chiromanzia. Gli Etiopi osservano il digiuno ogni mercoledì e venerdì, evitando la carne, i latticini e talora il pesce. Gli Etiopi usano il calendario giuliano: i mesi hanno 30 giorni e per compensare c'è un tredicesimo mese composto di 5 o 6 giorni. Usano un loro alfabeto autoctono, composto da 325 caratteri.

Harrar: antica città fortificata, possiede 99 moschee. C'è anche la casa dove soggiornò il poeta Rimbaud, contrabbandiere d’armi e forse schiavi. Sono tante le etnie etiopi, in genere guerriere perché si sono disputate le terre assai spesso e nomadi perché la loro vita è scandita da piogge e alluvioni: I Konso, che vivono a sud del lago Chamo, sono celebri per i loro terrazzamenti di pietra, perché bravi musicisti e perché modellano i Waga, piccoli totem in legno i quali raccontano le imprese di un antenato. I Borana ("genti del mattino"), che sono ai confini del Kenia, si considerano "i più vicini a Waq", la divinità più potente: estraggono il sale da laghi vulcanici e scavano pozzi a gradoni, cantando nenie ritmate. Gli Hamer, che vivono a W del lago Chew Bahir, il lago del sale, si modellano crocchie di argilla sormontate da penne di struzzo; famosa è l'iniziazione durante la quale un fanciullo deve saltare, correndo, una decina di buoi per quattro volte, mentre le sue parenti si fanno frustare.

Il sangue non è acqua fresca; Regista: Theo Eshetu

 

Somalia

Mogadiscio: fondata fra  900 e 950, colonia araba, divisa tra il quartiere degli Amaurini  e quello degli Scingali. A inizio 1990 è divisa dalla "Linea Verde" che separa la zona sotto il controllo di Alimadi da quella di Aidid. Nel 1882 passa sotto il protettorato italiano..Una cattedrale è inaugurata nel 1928 . Sull'altare la Madonna con il  Bambino scolpita da  Cesare Biscarra.

Genale: sede dell'Azienda Agricola Sperimentale del Governo coloniale. Primo nucleo di una zona di concessioni per la coltivazione irrigua di banane, del cotone e di altri cereali. Molte le aziende servite da un sistema di irrigazione alimentato dalla diga dello Uebi Scebeli

Merca: con case bianche a terrazza in stile arabesco, è il secondo porto della Somalia. Dispone di opifici, come uno stabilimento per la spedizione delle banane e industrie del cotone e cantieri.

La società è pastorale e nomade ed è composta da due grandi gruppi nazionali: i Samale e i Sab.

1815 - trattato di Londra: l’Italia controlla le zone interne del paese.
1839 - la Gran Bretagna, per proteggere le vie commerciali, controlla il golfo di Aden.
1882 - l’Egitto occupa città costiere somale, ma si ritira per la ribellione del Sudan.
1887 - l'Inghilterra fa del paese un protettorato, il Somaliland britannico.
1888 - la Francia ottiene l’area attorno al Gibuti, l’Inghilterra il N, l’Italia il Puntland e il S.
1899-1920 - gli Inglesi sono contrastati dai dervisci di Muhammad Abdullah Hasan (Mad Mullah); alla fine li sottomettono.
1949 - l'ONU assegna all'Italia le colonie in Somalia. 
1960 - Il Somaliland inglese e la Somalia italiana, indipendenti, si uniscono. Aden Abdullah Osman Daar è il primo presidente filo-occidentale.
1967 - è battuto alle elezioni da Abdi Rashid Ali Shirmarke.
1969 - Shermarke è assassinato da una guardia del corpo. Il generale Mohamed Siad Barre prende il potere con un golpe.
1970 - Siad Barre dichiara la Somalia stato socialista. I Somali in Etiopia sono in guerriglia nella regione etiope dell'Ogaden.
1977 - la guerra tra ribelli appoggiati dal governo somalo e l'esercito etiopico si trasforma in un conflitto tra Somalia ed Etiopia. La Somalia invade l'Etiopia, che, sostenuta da Russia e Cuba, respinge l’invasione. La Somalia abbandona il socialismo, ma il regime si inasprisce.
1978 - Un gruppo di ufficiali cerca di rovesciare il regime. Ciò provoca una guerra civile.
1991 - Siad Barre è deposto da una insurrezione capeggiata dal generale Muhammad Farah Aidid. Ali Mahdi Muhammad è presidente, ma Aidid ne respinge la nomina.
1992 - la missione Restore Hope giunge in Somalia
1993 - il contingente di pace è attaccato da Aidid. Un elicottero americano uccide 50 Somali a Mogadiscio. Aidid abbatte un elicottero americano.
1994 - Ali Nahdi e Aidid firmano la pace. L'accordo non sarà applicato.
1995 - le forze Onu si ritirano.
1996 - a Aidid, morto in combattimento, succede il figlio Hussein.
1997 - i leader si riuniscono al Cairo. Il Somaliland vota per l’indipendenza totale.
2000 - alla Conferenza di Gibuti è lanciato un piano di ricostruzione; il piano incontra l’ostilità di gran parte dei clan. Abdiqasim Salad Hasan è presidente del governo di transizione.
2001 - il presidente keniano Moi riunisce le parti che firmano l'accordo di Nakuru, ma il paese rimane diviso da fazioni armate e territorio ideale per i terroristi.
2002 - ai colloqui di Eldoret, in Kenya, si decide di cessare le ostilità.
2004 - è scelto il presidente ad interim Abdullah Yusuf; le istituzioni non riescono a governare il paese, osteggiati anche dai “signori della guerra”.
2006 - a difesa del governo, l’Etiopia invia proprie truppe: le milizie islamiche, tuttavia, impongono il loro regime sul S. Il governo si allea con l'amministrazione autonoma del Puntland.
2007 - gli USA intervengono a supporto dell’Etiopia, criticati dall’UE e dall’ONU. Poco dopo i “signori della guerra” entrano nel nuovo esercito. Sono inviate a Mogadiscio le truppe di pace dell’Unione africana a vigilare su un possibile ritorno delle milizie islamiche.
2009 - il leader moderato islamico Sheikh Sharif Sheikh Ahmed è capo del governo di transizione. La Somalia S è occupata dal movimento islamista Shabaab.

Al Shabaab rivendica l’attentato all’Amisom, dopo aver in precedenza dettato quattro condizioni a Parigi per rilasciare lo 007 francese rapito. Due autobomba Onu sono penetrati nell'aeroporto di Mogadiscio, che ospita l'acquartieramento dell’Amisom (le forze di pace dell’ Unione Africana).

L'Etiopia è appoggiata dall'Occidente contro il terrorismo islamico; le armi delle "Corti Islamiche" sono frutto degli accordi che gli eserciti del mondo avanzato stipularono con i "Signori della guerra" allorché la comunità internazionale si cimentò con il Caso Somalia che a noi italiani costò anche la morte di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin. L'insediarsi di un governo islamico in Somalia e in Eritrea non sarebbe auspicabile.

 

Sudan

Da vedere gli insediamenti minerari come Berenice Pancrisia, le piramidi di Meroe, i templi di Naga e di Musawwarat, i tradizionali villaggi nubiani con le case dipinte
Ci si può immergere sull'Umbria, la nave italiana affondata nel 1940 (a bordo si vedono Fiat 1100 destinati al contingente italiano in Eritrea), o fare una crociera su un caicco nel Mar Rosso.

Khartoum: costruita tra Nilo Blu e Bianco con Omdurman e North Khartoum. Si può visitare il museo etnografico con oggetti dei villaggi tribali e il museo nazionale con reperti del periodo dei sovrani Nepata e Cush

Sanganeb: vi si trova il faro, circondato da acque dalle nuance più incredibili del verde smeraldo.

Shaab Runi: Jacques Cousteau vi realizza una spedizione, Precontinent II, quando una squadra di sommozzatori visse e lavorò sott’acqua per più di 40 giorni.

Il Sudan N è la Nubia, o regno di Kush, e la sua civiltà si sviluppa lungo il Nilo. La regione è divisa in Nobazia, Makuria e Alodia.
III-IV - è introdotto il cristianesimo.
640 - compare l'Islam.
XII sec. - inizia l'egemonia araba
1504 - al regno cristiano di Alodia succede un sultanato islamico.
1798-99 - campagne napoleoniche.
1820 - l'Egitto controlla il Sudan, grazie ai sultani turchi.
1820-40 - gli Inglesi dividono il Sudan in N e S.
1877-80 - parte del territorio è annessa all’Egitto, governata dal britannico Charles George Gordon.
1881-5 - il leader religioso Mahdi (“guidato da Allah”) inizia una guerra per unire le tribù del Sudan. Impone la sharia, uccidendo i dissidenti.
1882 - il wali d'Egitto abdica in favore del figlio, la cui inefficienza causa una ribellione che richiede l'intervento britannico. Inizia così l'occupazione britannica su Egitto e Sudan.
1896 - i Francesi tentano di installarsi nella regione, provocando la crisi di Fashoda con la Gran Bretagna.
1899 - i Britannici creano un protettorato anglo-egiziano. Il Sudan è una colonia.
1922 - dopo l’indipendenza dell’Egitto, nel Sudan N si sviluppa un movimento nazionalista.
1924 - il Sudan è diviso tra N musulmano e S cristiano Nel S esplodono rivolte.
1950 - l’assemblea legislativa denuncia il “condominio” anglo-egiziano.
1951 - l'egizio Faruq si proclama re del Sudan; dopo pochi mesi è rovesciato da un golpe guidato dai Liberi Ufficiali che riescono a far riconoscere l’autodeterminazione.
1953 - alle prime elezioni si afferma il N; il Partito Nazionalista Unionista (rappresentante dei ceti urbanizzati e filoccidentali) prevalse sul Partito Umma (espressione dei ceti poveri). Gli unionisti promossero la “sudanizzazione” accentuando le differenze tra le due parti del paese.
1955 - esplode nel S un violento conflitto, guidato dal movimento separatista Anya-Nya.
1956 - il Sudan è indipendente.
1955 - inizia la guerra civile tra N e S.
1957 - il N propone una costituzione islamica; ciò causa l'abbandono da parte dei sud-sudanesi della costituente.
1958 - alle elezioni vince il partito Umma; un golpe del generale Ibrahim Abbud instaura un regime.
1964 - Abbud si dimette ed è sostituito da un governo di civili.
1965-1969 - presidente è Sadiq al-Mahdi
1969 - golpe del colonnello Gaafar Nimeiri che dà inizio ad una dittatura.
1971 - repressione contro il Partito comunisti, i cui membri sono arrestati per l’organizzazione di un golpe.
1973 - è istituita la Repubblica democratica del Sudan. Nimeiri cerca l’appoggio dell’Unione Sovietica e della Libia, poi degli USA, dell’Arabia e dell’Egitto; inizia una campagna repressiva contro il movimento islamista e il partito Umma e negozia un cessate il fuoco con il S.
1983 - Nimeiri è eletto per la terza volta con l'appoggio degli islamisti: introduce la Sharia. Il S cristiano riprende la lotta armata (II guerra civile).
1985 - Nimieri è rimpiazzato, con un golpe, dall'ex presidente Sadiq al-Mahdi.
1986 - Anche Mahdi è destituito dal generale Omar Hassan El-Bashir. A governare è il leader islamico Hassan al-Turabi.
1989 - la sospensione del Parlamento e la applicazione della shariah provoca proteste nel S.
1997 - l’opposizione attacca il N: El-Bashir si pronuncia per trattative con l’opposizione, El-Turabi si esprime in favore di una continuazione dello scontro.
1998 - il Sudan interviene nella rivolta scoppiata nel Congo dando il suo sostegno a Kabila. Alcuni missili statunitensi colpiscono una fabbrica farmaceutica di Khartoum erroneamente legata ad Osama bin Laden e al programma iracheno di costruzione di armi chimiche.
1999 - nuova tregua tra N e S. E' sciolto il parlamento e proclamato un governo che prende le distanze dagli islamisti. El-Bashiri ottiene il sostegno di stati arabi e africani e dell’UE.
2001 - Bashir condanna l’11 settembre; l'ONU revoca le sanzioni. Al-Turabi è arrestato.
2004 - una rivolta in Darfur ha spinto l’esercito a muoversi e ha creato una fiumana di rifugiati in Chad.
2005 - fine del conflitto civile. E' previsto un periodo di transizione di 6 anni, al termine del quale le popolazioni S sceglieranno se il S dovrà diventare una regione autonoma o uno stato indipendente. Il Ciad dichiara la guerra al Sudan accusato d’aggressioni presso il confine.

 

 

Fonte: https://alumniterribiles.files.wordpress.com/2010/07/africa-cultura-citta-turismo-popolazione-e-storia.doc

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