Manzoni pensiero

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Manzoni pensiero

Manzoni

Manzoni  nasce nel 1795 da Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria (Dei delitti e delle pene), uno dei più famosi illuministi del tempo, e Pietro Manzoni. Cresce in una famiglia illuminista, secondo gli ideali della rivoluzione francese. Giulia lascia il marito, anche se probabilmente Alessandro Manzoni era figlio del fratello di Pietro Verri, e va Parigi, quando A. ha sei anni; lo lascia in un convento dei  padri Scolopi, per studiare. Gli Scolopi erano gli antagonisti storici dei gesuiti per ciò che concerne l’educazione. E’ un ragazzino ribelle, litiga con i rettori dell’istituto per affermare le sue idee sulla rivoluzione. A 15 anni va a Parigi dalla mamma e comincia a frequentare i salotti illuministi e si intride degli ideali della rivoluzione francese. Queste idee non lo lasceranno mai più, anche se muterà la prospettiva sulla concezione dell’uomo.
Idee dell’Illuminismo:

  • Libertà
  • Uguaglianza
  • Fratellanza

A Parigi in quegli anni c’era Napoleone; in questo periodo si assiste ad una lenta crisi dei valori illuministi.
Comincia a ragionare sulle idee romantiche, (il senso della storia, il valore delle culture nazionali, la religione come valore  non più come superstizione) per cui l’Illuminismo di base si contamina con altre e nuove idee. Ne consegue una crisi esistenziale che lo porterà ad abbracciare la religione cristiana (si converte al cattolicesimo). Di fronte al naufragio della rivoluzione francese, si converte al cattolicesimo; tuttavia non abbandona tutte le idee precedenti; si insinua un velo di pessimismo che lo porterà a ripensare al significato della storia umana (prima pensava che la storia fosse il luogo in cui l’uomo può cambiare il proprio destino, con la ragione. La storia era intesa come progresso dell’umanità. In seguito, invece, con il fallimento degli ideali rivoluzionari, si insinua il pessimismo, per cui la storia non è più intesa come processo progressivo e liberatore).
Nella conversione, un ruolo importante riveste la prima moglie, Enrichetta Blondel, che si era convertita al cattolicesimo dal calvinismo.
Nel 1806 si trasferiscono a Milano.
Si manifestano i primi sintomi nevrotici (agorafobia, meticolosità –estrema precisione-, balbuzie).
Avrà moltissimi figli, molti dei quali moriranno, morirà anche la moglie (1833) e, successivamente anche la seconda moglie.
Quando si trasferisce a Milano, la sua casa diventa luogo di incontro di molti scrittori della corrente romantica.
Il resto della sua vita la passerà sempre a Milano.

Pensiero:
In Manzoni non ci sono temi fantastici come nel romanticismo europeo, ma ci sono idee illuministe che coabitano con le idee romantiche (anche in Leopardi sarà così).
Gli esordi letterari avvengono presto (1801), con Il trionfo della libertà, operetta di stampo illuministico e classico. In quest’opera esalta gli ideali della rivoluzione francese, con un linguaggio che risente della tradizione neoclassica, così come i contenuti, che risentono della lezione del Monti.
Altra opera importante è l’Inno in morte di Carlo Imbonati; scritta intorno al 1805, è sempre di stampo neoclassico, ma risente di una maturazione in atto.
Scrive poi un’opera in cui esalta il tentativo di dare uno statuto di nazione.
Manzoni è il primo intellettuale che si rende conto che l’intellettuale non può semplicemente criticare il presente ma deve dotarsi di strumenti che gli consentano di spiegare agli altri ciò che non va; si pone il problema del superamento del modo e degli stili della classicità per approdare ad una letteratura moderna, cioè strumento di comunicazione con il popolo (la lingua deve essere quella d’uso, cioè quella parlata. A farsi promotori della lingua d’uso non sono i romantici, ma gli illuministi). Questa idea è illuminista, ma la trasforma facendola diventare romantica quando sceglie di utilizzare temi condivisi dalla stragrande maggioranza del popolo, cioè che appartengono alla tradizione popolare.

Riflessioni sulla storia:
Tutta la riflessione sulla storia si avvale degli strumenti dell’illuminismo, ma anche delle riflessioni cristiane. La commistione dei due elementi è originale (cfr. Promessi Sposi: accanto alla descrizione minuziosa, analitica e scientifica della storia del ‘600, unisce un giudizio morale. Tali elementi, però non sono mescolati, ma sovrapposti, si individuano facilmente).
Come si fondono i due elementi?
Per Manzoni parlare di liberazione significa inserire il concetto nel discorso della Provvidenza divina.
Parlare di libertà, uguaglianza, fratellanza, che sono ideali illuministi, per Manzoni significa inserirli in un discorso più ampio di Provvidenza cristiana.
Per Manzoni rifarsi al cattolicesimo significa riprendere la tradizione e la cultura italiana; da questo punto di vista è romantico.
Nel romanticismo ci sono due posizioni possibili in merito all’adesione al cristianesimo:

  • utilizzare il cristianesimo per giustificare il potere (Congresso di Vienna),
  • aderire al cristianesimo per promuovere gli ideali  democratici.

Manzoni pensa che la storia sia dominata da forze strane, che nella storia dell’umanità ci sia sempre stato qualcuno che abbia oppresso qualcun altro; la storia è una continua lotta tra oppressi e oppressori, senza alcuna possibilità per gli oppressi di ottenere la libertà sul piano storico. La sua visione della storia è decisamente pessimista (quando un uomo ha raggiunto il proprio obiettivo si trasforma in oppressore. Riflette sugli esiti della rivoluzione francese).
Che margine di manovra hanno gli uomini su questa ricaduta del potere? Come possono liberarsi da questa forma mostruosa di dominio? Questa riflessione lo accompagna dall’arrivo a Parigi fino alla conversione.
[Cercare il concetto di visione provvidenziale della storia e rapporto tra grazia e libero arbitrio].
Per Manzoni l’unica forma possibile di salvezza è smettere di considerare l’azione umana come qualcosa che possa prescindere dall’azione divina e pensare al disegno provvidenziale di Dio. Chi comprende che nella vita c’è qualcosa che lo trascende, può intraprendere un cammino di liberazione, perché nelle sue scelte segue la Grazia divina.

Visione provvidenziale = si prevede un inizio e una fine della storia.  Manzoni intende che nella storia agiscono forze al di sopra degli esseri umani; chi comprende questa forza, riesce a raggiungere il proprio obiettivo; chi invece crede che può fare da solo, è destinato al fallimento. La Provvidenza guida l’azione degli uomini, che hanno libertà di scelta. Il pessimismo iniziale viene temperato da questa visione.
Tuttavia, perché le cose possano cambiare, occorre l’impegno di ciascuno; perché ciò accada, occorre che gli italiani abbiano gli strumenti per poter contrastare l’ingiustizia. Fornisce gli strumenti  intellettuali per il Risorgimento italiano.
Si interroga su quale tipo di scrittura sia più adatta per comunicare queste idee.
Deve trovare la lingua, che al momento non esiste; deve trovare dei contenuti che abbiano la possibilità di colpire chi leggerà; deve trovare forme narrative e poetiche che permettano a chi legge di riconoscersi in quello che sta leggendo.
Tali problemi non appartengono solo a Manzoni, ma alla classe intellettuale di questo periodo.
Il primo tentativo di approdare ad una letteratura e ad una scrittura nazionale consiste nel valutare la cultura popolare italiana; ha chiaro che la lingua letteraria che imperava fino a quel momento non andava bene: bisognava rifiutare l’imitazione classica e purista, perché nessuno la comprendeva. Rifiuta anche i contenuti di natura classica (la mitologia, modello capace di esprimere verità assolute).
Il patrimonio della cultura popolare italiana coincideva con il cristianesimo; Manzoni scrive gli Inni sacri, un progetto che coniuga il modello dell’inno cristiano (canti che i fedeli conoscevano) con i valori delle principali festività cristiane.

 

CORO DELL’ATTO III  DELL’ADELCHI
E’ il coro più politico dell’Adelchi.
Scelte stilistiche di un autore (nel caso del coro si tratta di dodecasillabi o doppi senari; si tratta di un verso parisillabo. Nel verso parisillabo la struttura degli accenti è rigida, ha la stessa musicalità ripetuta. La musicalità costante somiglia ad una sorta di cantilena. Siamo di fronte ad un componimento di origine popolare. I versi imparisillabi permettono di spostare l’accento nel verso, dando maggior movimento alla musicalità. La scelta del verso è intenzionale: Manzoni si rivolge al popolo, vuole dotare l’Italia di una letteratura nazionale e popolare).
Strofa: sestina di dodecasillabi (o doppi senari)
Prima strofa: denuncia la decadenza del popolo romano, attraverso la descrizione degli antichi palazzi, le rovine dell’antica grandezza romana.
Fori cadenti: il popolo ha perso anche i punti di riferimento geografici, che testimoniano la perdita della grandezza culturale e politica.
Solchi bagnati di servo sudor: si fa riferimento al presente. Domina l’antitesi (mostra immagini per contrapposizione): fa vedere il passato e il presente. Il passato è la decadenza, il presente è servitù e miseria.
Volgo disperso: è il popolo che improvvisamente è come illuminato di qualcosa di nuovo, da un rumore che arriva da lontano.
Novo crescente romor: indica l’arrivo dei Franchi, che sono visti come potenziali liberatori.

Seconda strofa: viene tratteggiata l’immagine dell’italiano del tempo. Dà l’idea del desiderio, della preoccupazione e del timore di un popolo che avverte il cambiamento.
la fiera virtù de’ padri: si riferisce all’epoca romana e alle grandi imprese degli antenati. La storia del passato viene presa dal Romanticismo come esempio di liberazione.
Contrasto all’interno della strofa: paura e desiderio, speranza e vita difficile, lampi di grandezza e miseria morale presente.

Terza strofa: descrizione dei Longobardi: sono visti come animali impauriti che cercano un rifugio.
Ansanti: sono impauriti, ma dimostrano la loro paura dimostrandosi ancor più minacciosi.
Covo: posto sicuro in cui rifugiarsi, come fanno gli animali quando sono braccati.
Le donne superbe..: mostra l’altro aspetto della storia, ovvero i sentimenti dei Longobardi. Al vero storico si somma il vero poetico, che rende ragione dei sentimenti che hanno animato una vicenda storica. La vicenda umana non viene svelata dalla storia, ma dall’arte letteraria.
Quarta strofa: lo sguardo del volgo ora si concentra sull’arrivo dei cavalieri Franchi.
Rapito d’ignoto contento: c’è la dimensione di una speranza, di un possibile cambiamento.

Quinta strofa: la differenza tra Franchi e Latini consiste nel fatto che mentre gli Italici stanno a guardare, i Franchi invece vanno a combattere per rispettare i loro doveri. C’è in atto il dissidio tra l’essere e il dover essere. I Franchi erano comodi nei loro palazzi, ma hanno attraversato mille pericoli per venire in Italia a combattere; gli Italici invece non fanno nulla. La libertà bisogna conquistarla, assumendosi la responsabilità del libero arbitrio, di una decisione che ciascuno deve prendere. C’è il senso del dovere, la scelta del dovere morale. Il cambiamento può avvenire solo attraverso l’agire di ciascuno, seguendo le indicazioni morali della Provvidenza.
Udite!: figura retorica dell’apostrofe. C’è tutta l’indignazione del Manzoni. Dobbiamo ricordare che il coro ha una funzione specifica: spiega cosa stanno facendo i Franchi.

Tre strofe successive:
Domina la figura dell’antitesi: Manzoni spiega il rapporto tra il dovere e il piacere. E’ NECESSARIO DIMENTICARSI DELLA VITA COMODA PER CONQUISTARSI LA LIBERTA’.

Nona strofa: Ancora una volta Manzoni apostrofa il suo pubblico, questa volta con una domanda: è possibile che i Franchi abbiano affrontato tutto questo semplicemente per liberare un altro popolo, cambiandone il destino, cioè che questo sia il premio che si aspettano? Alla domanda segue un invito al popolo italiano: tornare alle usate abitudini, sapendo che nessuna libertà potrà mai giungere dallo straniero.

Decima strofa: l’esito finale non sarà altro che una dominazione congiunta tra l’antico dominatore e il nuovo invasore su un popolo che, in questo modo, non otterrà mai la libertà, né giungerà mai ad unità.

 

PROMESSI SPOSI
Nei Promessi Sposi si incontrano presente (il riferimento implicito alla situazione attuale), passato (la storia del ‘600) e futuro. Elemento del futuro è la Provvidenza (possibilità per l’Italia di affrancarsi dalla situazione politica dell’800; la lingua, come strumento di unificazione sociale).
[Dimensione utopica della scrittura manzoniana: rispondere per casa].
Lettura delle due fotocopie.
Capitolo XVII:  Renzo fugge, ha soggiornato nella locanda di Gorgonzola, dove sente raccontare dei fatti di Milano e si identifica nel personaggio di cui stanno parlando gli avventori. Lo dipingono come una spia dei Francesi. Sta cercando di raggiungere Bergamo perché c’è suo cugino Bortolo che lo può ospitare e lì non poteva essere perseguito, perché si trovava in un altro stato (Repubblica di Venezia).
Noioso: condizione di peccato; la noia manzoniana somiglia molto alla noia di Dante. Renzo è arrivato al punto più basso del suo percorso, ha perso la Grazia divina.
Renzo è disperato; due elementi vanno presi in considerazione: i pensieri e l’ambientazione notturna e l’assenza di altre persone. Questi elementi hanno a che fare con il Romanticismo? La notte era il luogo chiave del Romanticismo; Renzo è disperato, in fuga, braccato dalla sua falsa coscienza. Straordinaria capacità di Manzoni di far emergere l’inconscio del protagonista. La paura che prova è strettamente legata alla perdita di Grazia. Dall’attraversamento dell’Adda comincia il percorso di redenzione.
Sta attraversando i sentieri incolti: il personaggio sta precipitando verso l’abisso.
Il bosco cupo è un saggio di paesaggio romantico, di cui Manzoni capovolge il simbolismo (in questo caso positivo), riprendendo la tradizione cristiana (Dante Alighieri e il viaggio come redenzione dal peccato).
[Confrontare i paesaggi notturni della letteratura (Dante, Tasso, Foscolo, Manzoni, Leopardi)].

Valore della città: una delle condizioni che ci dicono che Renzo si è smarrito è la perdita della relazione col prossimo, la solitudine. Il fatto che Manzoni lo sottolinei deve far pensare all’idea che il romanzo serve a ridestare il popolo italiano dal suo sonno.
L’Adda segna il confine tra Ducato di Milano e Repubblica di Venezia; è come il Lete per Dante, serve a purificarsi dal peccato (l’acqua come purificazione, rinnovamento dell’uomo). Renzo ripete il meccanismo del battesimo che si conclude con la carità che farà ad un povero (rito riparatore del peccato, che gli permette di tornare puro, in stato di Grazia).

 

Fonte: http://www.diversamentesocial.it/pluginfile.php/158/mod_folder/content/0/MANZONI%20(1).doc?forcedownload=1

Sito web da visitare: http://www.diversamentesocial.it/

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