Manzoni periodo francese

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Manzoni periodo francese

VITA E OPERE DI MANZONI

PRIMO DECENNIO DI ATTIVITÀ A MILANO

  • 1785:  nasce a Milano il 7 marzo dal conte Pietro Manzoni [in realtà il padre naturale sarebbe Giovanni Verri, fratello di Pietro e Alessandro Verri] e da Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria.
  • studia presso i Somaschi e i Barnabiti, riceve un’educazione classica, nutre avversione per il rigore e l’arido formalismo di quegli ambienti religiosi.
  • Uscito dal collegio conduce una vita gaudente e si inserisce nell’ambiente culturale della Milano napoleonica; conosce Monti e Foscolo con cui condivide le idee libertarie e democratiche.

PERIODO FRANCESE (1805-1810)

  • 1805:  si reca a Parigi dalla madre e scrive In morte di Carlo Imbonati (compagno della madre e suo padre putativo).
  • frequenta gli idéologues, liberali eredi dell’illuminismo,e diventa amico di Fauriel.
  • morte del padre Pietro, che gli lascia in eredità tutto il suo cospicuo patrimonio.
  • si sposa a Milano con Enrichetta Blondel, con rito calvinista, quello della sposa; poi i due coniugi tornano a Parigi.
  • 1810: conversione al cattolicesimo di Enrichetta e poi di Alessandro, e loro ritorno a Milano.

PERIODO DELL'ATTIVITÀ LETTERARIA (1812-1827)

  • 1812-15: scrive quattro Inni sacri: La Risurrezione, Nome di Maria, Natale, La Passione.
  • pubblica Osservazioni sulla morale cattolica.Si reca in Francia presso Fauriel.
  • 1820: tornato dalla Francia, termina la tragedia Il conte di Carmagnola,cominciata quattro anni prima. Dà inizio all'Adelchi.
  • 1821: termina l’Adelchi;scrive Marzo 1821 e Il cinque maggio; comincia in aprile a scrivere Fermo e Lucia,prima stesura dei Promessi sposi.
  • 1822 : pubblica l'Adelchi e il Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia;scrive una nuova redazione, definitiva, della Pentecoste (la prima è del 1817).
  • 1823: pubblica la Lettre à Monsieur Chauvet e la lettera a d'Azeglio Sul Romanticismo. Termina Fermo e Lucia e l’Appendice storica su la colonna infame.
  • 1825-27: pubblica la rielaborazione di Fermo e Lucia, con il titolo I promessi sposi.È l'edizione "ventisettana" del romanzo.

PERIODO DAL 1827-1860

  • lavora al trattato Della lingua italiana, mai terminato.
  • morte della prima moglie.
  • sposa Teresa Borri vedova Stampa.
  • 1840: comincia a uscire a dispense, presso Guglielmini e Redaelli, l'edizione definitiva dei Promessi sposi (1840-42), è la edizione "quarantana".
  • 1850: pubblica Del romanzo storico e Dell'invenzione.

PERIODO DI MANZONI SENATORE (1860-1873)

  • 1860: è nominato senatore.
  • 1864: vota per Firenze capitale e per la liberazione di Roma.
  • 1868: come presidente della commissione parlamentare sull'unità linguistica, pubblica Dell'unità della lingua e dei mezzi di diffonderla.
  • 1873: muore a Milano il 22 maggio, gli furono tributati solenni funerali.

 

SINTESI DELLE OPERE DI MANZONI e testi da sapere


Fino al 1810:  produzione poetica di stampo neoclassico
carme In morte di Carlo Imbonati
(vedi sotto)
  • Si ispira a Parini e a Monti per le prime opere poetiche di gusto neoclassico (Urania, Il trionfo della libertà…)
  • In questa prima fase il componimento più originale è il carme dedicato a Carlo Imbonati (il santo Vero mai non tradir) del 1805

1812-1815: primi quattro Inni sacri (La Pentecoste verrà scritta dopo il 1815)
Studia p. 426

  • Scelta di una materia interessante, dunque più popolare
  • I miti della fede cattolica come “epica collettiva”
  • Abbandono della soggettività della lirica
  • Aderenza al Vero

1815-1827: trattazioni saggistiche, odi civili, tragedie, prima stesura del romanzo
Studia il paragrafo 3 a p.413
I testi:
- Lettera a Fauriel,  p. 415
- Lettera a M. Chauvet , pp. 418-422
- Lettera sul Romanticismo, p. 423
- Ultime 4 strofe de Il cinque maggio

Studia bene il paragrafo 6 da p. 438
I testi:
- Adelchi, atto III, scena I, p. 441
- Adelchi, atto V, scene VIII-X, p. 444
- Adelchi, sintesi dell’atto IV, scena I, lettura dell’analisi a p. 454
- Adelchi, Coro dell’atto IV, strofe 15-20, p. 458

  • Nel saggio Osservazioni sulla morale cattolica (1819) e nel trattato storiografico Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia difende la Chiesa: nella prima opera dal punto di vista religioso (Medioevo vs impero romano), nella seconda dal punto di vista storico (contro la storiografia che si occupa dei potenti; contro il giudizio positivo sui Longobardi)

 

  • Le odi civili: Marzo 1821 (definizione di nazione: una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue, di cor) e Il cinque maggio
  • La novità delle due tragedie: Il Conte di Carmagnola e L’Adelchi: 1) rifiuto unità aristoteliche; 2) unità fra interesse estetico e fine morale; 3) funzione del coro come “cantuccio” riservato al poeta

 

  • Nel 1823 esce il Fermo e Lucia

1827-1840: le due edizioni de
I promessi sposi
Studia bene il paragrafo 7 da p. 462
Percorso sull’innominato e la conclusione del romanzo (p. 504)

  • Nel 1827 esce la ventisettana
  • Nel 1840 è compiuta la “risciacquatura in Arno” , versione definitiva de I promessi sposi.

In appendice Storia della colonna infame.

Dopo il 1850: la crisi del romanzo storico e il problema della lingua

Studia il paragrafo 8, p. 514

  • Nel 1850 vengono pubblicati due trattati: Del romanzo storico e, in genere, de’ componimenti misti di storia e di invenzione (in realtà meditato già dal 1827) e Dell’invenzione  in cui Manzoni condanna le opere “miste” di storia e di invenzione
  • Gli scritti linguistici: Sulla lingua italiana (1847) ; Saggio sul vocabolario italiano secondo l’uso di Firenze (1856);la relazione presentata al ministro dell’istruzione Broglio  Dell’unità della lingua e dei mezzi per diffonderla (1868)

 

In morte di Carlo Imbonati


È un componimento in endecasillabi sciolti, scritto da Manzoni nel 1805 in occasione della morte di Carlo Imbonati (il nobile che conviveva con la madre Giulia Beccaria a Parigi, dove il giovane Alessandro si trasferì subito dopo).
Il carme è una sorta di dialogo morale con l'Imbonati, che aveva avuto come precettore Parini (questi gli aveva dedicato l'ode L'educazione) e che intendeva proseguirne l'impegno morale: per il giovane Manzoni diventa una sorta di maestro di vita e di letteratura, in modo assai simile a Parini stesso la cui influenza sul pensiero dello scrittore sarà sempre molto importante.
Manzoni immagina che l'Imbonati gli appaia in una sorta di visione notturna e, dopo uno scambio di battute in cui i due esprimono la stima reciproca e il dolore per la forzata separazione, il giovane Alessandro chiede al defunto Carlo di indicargli la strada da percorrere per giungere alla gloria poetica: l'anima dell'antico maestro risponde che dovrà meditare profondamente, accontentarsi di poco, mantenere la purezza della mente e delle azioni, non asservirsi ai potenti, e, soprattutto, non tradire mai il "santo Vero", né pronunciare mai una parola "che plauda al vizio, o la virtù derida".
In sostanza Manzoni affida all'Imbonati i termini essenziali della sua poetica e della sua vita morale, poi espresse in gran parte della sua produzione letteraria e che preludono alla successiva conversione religiosa, che evidentemente già maturava in quegli anni.

                                               “Deh! vogli             che tu voglia
 la via segnarmi, onde toccar la cima                 perfezione artistica e morale
 io possa, o far, che s'io cadrò su l'erta,
dicasi almen: su l'orma propria ei giace.            è caduto su passi propri[non ha imitato nessuno]
«Sentir, riprese, e meditar: di poco
esser contento: da la meta mai
non torcer gli occhi: conservar la mano               purezza di intenti nel pensiero e nell’azione
pura e la mente: de le umane cose
tanto sperimentar, quanto ti basti
      per non curarle: non ti far mai servo:
non far tregua coi vili: il santo Vero
mai non tradir: né proferir mai verbo,          non pronunciare mai parole che esaltino il vizio
che plauda al vizio, o la virtù derida».             o denigrino la virtù
«O maestro, o – gridai – scortaamorosa,        guida
non mi lasciar; del tuo consiglio il raggio
non mi sia spento; a governar rimani            rimani a guidare me a cui gli istinti e l’inesperienza
me, cui natura e gioventù fa ciecorendono la mente offuscata, e la ragione schiava
l’ingegno, e serva la ragion del cuore».         delle passioni

In morte di Carlo Imbonati, vv. 204-220


 

Storia e poesia: l’evoluzione della visione manzoniana

1820

Lettera a M. Chauvet

  • interesse per la storiografia
  • polemica sulle tre unità pseudo-aristoteliche
  • distinzione tra "vero storico" e "vero poetico"

1823

Lettera sul Romanticismo

  • vero per soggetto: l'invenzione, il vero poetico, integra il vero storico, svelando l'interiorità dei protagonisti
  • utile per scopo: funzione pedagogica e morale dell'arte
  • interessante per mezzo

Anni ‘20

pratica di diversi generi

  • attenta opera di ricostruzione storica
  • modello di Vico e Muratori
  • problema del "silenzio" della storiografia sul ruolo del popolo nella storia

1821-1840

tre redazioni del romanzo

  • romanzo storico
  • nuovo genere, che può dare voce agli umili
  • modello di interpretazione totale della realtà

Dal 1850

abbandono del romanzo per studi teorici

  • rifiuto dei «generi misti»
  • inconciliabilità di vero storico e vero poetico: l'invenzione, nel tentativo di dare polpa allo scheletro del passato, lo falsifica

 

 

 

 

 

Fonte: http://www.mcurie.gov.it/files/crociani.veronica/Vita_e_opere_Manzoni_5C.docx

Sito web da visitare: http://www.mcurie.gov.it

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