Letteratura Verga e Capuana

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Letteratura Verga e Capuana

 

 VERGA,CAPUANA e il “verismo”europeo.

Luigi Capuana(1839-1915)è stato giustamente definito il teorico e l’iniziatore dello stile letterario verista-naturalista in Italia.
L’influenza degli scrittori francesi,in primo luogo, come Zola,Maupassant,
Balzac,Dumas figlio ma in seguito anche degli scrittori mitteleuropei
(Hauptmann)e anglosassoni(London,Hardy)hanno influito certamente nella sua conversione a questo stile letterario.
Egli contribuì a sprovincializzare la letteratura tardo-romantica in Italia e a collocarla in un ambito europeo.
La “conversione”al nuovo stile avviene nel periodo fiorentino(1864-1869),
quando abbandonati i canoni poetici del De Sanctis si appassiona alle teorie letterarie del Taine e ai concetti estetici dello Zolà.
Egli stesso in quegli anni auspicava-“un metodo d’osservazione positiva dedotto dalle scienze e applicato all’arte,e la necessità di portare dei documenti umani per ricostruire il pensiero psicologico”.
Oltre i saggi che egli pubblica quale critico letterario de LA NAZIONE,si deve a lui il primo romanzo verista italiano:GIACINTA(1879).
Dovranno passare  quindici annidi “battaglie letterarie” prima che Capuana  attenui il suo fervore “verista”e scriva un altro romanzo(PROFUMO,1895) Soltanto nel 1901 tuttavia pubblicherà il suo romanzo più importante e completo,quel “MARCHESE di ROCCAVERDINA”che oggi celebra i suoi cento anni.
Quando scrive l’opera ha cessato definitivamente di fare l’alfiere dello
Stile verista.Tuttavia tra GIACINTA e il 1896 ha già pubblicato non meno
Di 10 novelle , una dozzina tra fiabe e racconti e un numero imprecisato di saggi divulgativi.
L’amicizia con Verga(1840-1922)-la più duratura e proficua per lo scrittore di Mineo-è quella che lo porta a maturare uno stile più meditato e attento.
Da critico letterario egli ricambia l’amicizia diffondendo le opere verghiane e avviando  insieme allo scrittore catanese esperimenti di indagine sociologica(siamo negli anni dell’inchiesta Sonnino-Franchetti).
Entrambi si fanno cultori di una narrativa che privilegia la condizione umana più disagiata,soprattutto quella ai margini del benessere economico.
Capuana ,a differenza del Verga,approfondisce gli studi etnoantropologici
e utilizza il dialetto come linguaggio letterario in alcune opere.
Riscopre Lionardo Vigo e insieme a lui “raccoglie”canti e fiabe popolari.
Capuana diviene “corrispondente”dello stesso Giuseppe Pitrè.
Nel noto saggio “Popolo e Letteratura in Italia”dell’altro famoso etnoantro
Pologo siciliano Giuseppe Cocchiara( pure allievo di Pitrè e  Marett) Capuana viene definito uno scrittore in grado di “segnare le differenze nei sentimenti,negli usi,nei costumi,nelle credenze,nelle passioni,nella morale,
nelle tradizioni al fine di compiere il suo dovere di letterato,di artista…..
E lo stesso Capuana scrive:”per trovare un filone nuovo ,inesplorato,noi avevamo dovuto inoltrarci nella grande miniera del basso popolo delle cittaduzze,dei paesotti,dei villaggi,interrogando creature rozze,quasi primitive,non intaccate dalle tabe livellatrice della civiltà…………”.
Utilizzando via via strumenti come la novellistica,il teatro,la fotografia e persino il cinema,ai suoi albori,sia Verga che Capuana danno allo stile letterario una impronta unica e ineguagliata mai sminuendo l’indagine del sociale e lasciando una traccia così profonda da essere tutt’oggi considerati i primi scrittori di “denuncia” sociale e i precursori del teatro verista(fino ai nostri giorni con Eduardo De Filippo e Pasolini).

IL CENTENARIO DEL “MARCHESE di

                                     ROCCAVERDINA”

Tra i quattro romanzi(Giacinta,Profumo,il Marchese di Roccaverdina,

Rassegnazione)e i cinquanta e più racconti che egli scrisse,il romanzo del

1901 è l’opera più complessa e meglio riuscita nello stile narrativo di Capuana.
Egli stesso parlando di questo dramma-romanzo lo definisce “Un sonetto dell’arte narrativa”,collocandolo nel genere letterario della novella;un genere che rappresentando l’episodio,il fatto ,il bozzetto delinea meglio la frammentarietà dell’esistenza.
Nello svolgimento della narrazione si nota la fedeltà al principio estetico dell’IMPERSONALITA’,spianamento-per così dire-della strada a tanti novellieri moderni,non escluso lo stesso Pirandello.
In particolare Capuana riflette nel romanzo quell’atmosfera di mistero(quasi spiritista)che egli fa giungere fino alle forme patologiche.
Dottori,amici di famiglia e altri personaggi scettici si incontrano nel romanzo ma nessuno ha il crisma del rigore morale e scientifico.
La scienza-alle soglie del Decandentismo-è vista dal Capuana quasi come una fantascienza che rasenta il grottesco e approfondisce l’ansia di vivere anziché eliminarla.
Dopo le novelle,le fiabe,il teatro rappresenta per Capuana il mezzo più idoneo e più immediato per stabilire un colloquio diretto e concreto con il pubblico.
Così va in scena “Malìa”(1895)e qualche anno dopo Bona Genti(1906)Lu cavaleri Pidagna(1909)Cumparaticu(1911)       Ppi lu currivu(1911) ’ntirrugatoriu(1912)Riricchia(1912)I fratelli Ficicchia(1913)
Lu Paraninfu(1914)Don Ramunnu Limoli(1915)e Quaquaraquà(1915).
E’ un crescendo di consensi che cessa solo con la morte dell’autore,in quegl’anni divenuto a Catania più famoso dello stesso Verga.
E’ la rivincita del genere narrativo popolaresco  sullo stile edulcorato e vezzoso dei dannunziani e lo stesso Verga ne comprende la portata……

 

 

 

LE OPERE di CAPUANA a CASA VERGA

Nella biblioteca di casa-Museo verga sono raccolte più di 3000 opere letterarie del periodo 1860-1922,in pratica tutta la pubblicistica narrativa durante il periodo in cui visse Verga.
Oltre le opere di Giacosa,Oriani,Rod,Di Giacomo,Deledda,Marinetti,Borgese,e Villaroel sono conservate le opere  diTurgenev,Dostojevsky,Tolstoj,Gogòl,Gorki,Flaubert,Maupassant,Dumas
E Zola.Uno spazio considerevole è assegnato all’opera omnia di Luigi Capuana(in tutto una cinquantina di volumi tra romanzi,novelle e saggi in unica edizione coeva all’autore).
Tra le sei librerie in noce scuro di Tèbidi sono custodite tutte le edizioni delle opere di Verga ,e tra i dorsi in pelle si ritrova il fascino discreto dell’eleganza editoriale ottocentesca.
Molti libri riportano le iniziali dorate “G.V:”.Altri riportano le dediche degli autori e soprattutto quelle di Capuana,che testimoniano il sodalizio affettivo e culturale destinato a rimanere momorabile nella nostra letteratura.
L’Assessorato Regionale ai Beni Culturali,Ambientali e alla Pubblica Istruzione nel rendere alla visita del pubblico i tesori di Casa-Verga attraverso l’apertura di un vero e proprio museo nel 1985, ha avviato negli
Anni la valorizzazione di questo importante patrimonio culturale,costituito anzitutto dalla biblioteca ,uno spaccato della cultura letteraria del secondo ottocento e del primo novecento.
Numerose mostre letterarie hanno avuto come “ protagonisti”i testi conservati nella biblioteca di Casa Verga (tra l’altro quella su Manzoni e quella su Verga a Milano)
Lo sforzo dei prossimi anni,oltre tutelare questo prezioso patrimonio librario,consisterà nel collegarlo agli avvenimenti culturali più importanti in Italia e in Europa.
CLAUDIO     PATERNA

 

 

 

Fonte: http://www.etnomediterranea.org/ckfinder/userfiles/files/Verga%20e%20Capuana.doc

Sito web da visitare: http://www.etnomediterranea.org

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