Pidocchi pediculosi

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Pidocchi pediculosi

I pidocchi
I pidocchi sono piccoli insetti di 2-3 mm di lunghezza, privi di ali, ma con sei arti terminanti con una sorta di uncino per potersi attaccare al fusto del capello. L’apparato buccale è formato da un rostro che serve al pidocchio per poter pungere il cuoio capelluto e penetrare all’interno, fino al vaso sanguigno, da cui attingere il sangue per la sua alimentazione. Quando punge, il pidocchio secerne una sostanza anestetica che gli permette di evitare che l’ospite si accorga della sua presenza. Inoltre, all’atto della suzione, esso inietta una sorta di anticoagulante, che rende più fluido il sangue da succhiare. Il pidocchio si nutre per diverse ore, due volte al giorno, per tutta la sua vita. Quando succhia, il pidocchio riversa, nella ferita che provoca, una sostanza irritante, che innesca una reazione infiammatoria, che è proprio quella che causa il prurito del capo ed il conseguente grattarsi.

La femmina depone circa dieci uova al giorno per tutta la durata della sua vita (circa 40 giorni) assicurandosi una discendenza enormemente numerosa. Ovviamente, non tutti i pidocchi nati vivi riescono a sopravvivere, in quanto molti sono rimossi con la spazzolatura o con il grattarsi. Le uova dei pidocchi, dette lendini, sono difficili da scovare: sono molto piccole, traslucide ed ovali, di colore marrone chiaro o bianco. Spesso, vengono confuse con la forfora, sebbene le lendini non vadano via con un semplice colpo di spazzola, ma necessitino di un trattamento ben definito. Si attaccano al cuoio capelluto grazie ad una sostanza vischiosa insolubile in acqua. Esse vengono depositate vicinissime alla radice del capello, in modo che la ninfa possa trarre quanto più nutrimento è possibile dalla sua posizione. Le uova si schiudono dopo circa una decina di giorni e nelle tre settimane successive, che precedono la maturità, ha ben tre mute.

Fattori di enorme importanza per la sopravvivenza dei pidocchi sono la temperatura ed una buona capacità di attaccarsi al capello. Infatti, non solo sarebbe costretto a lasciare il capo dell’ospite in caso di improvviso rialzo della temperatura, ma rischierebbe di perire di fame e freddo qualora fosse staccato dalla testa, morendo appena qualche giorno dopo. Sono tre le specie di pidocchi che si attaccano all’ospite umano: il Pthirus public (comunemente detto piattola, che si attacca al pube), il Pediculus corporis (che colpisce il corpo) ed il Pediculus capitis (che si attacca ai capelli).

L’infestazione del capo
Fa vergognare insegnanti e soprattutto genitori, eppure l’infestazione da pidocchi del capo non dipende né dalla classe sociale di appartenenza, né dall’igiene personale. I pidocchi, infatti, non fanno alcuna differenza e si trasmettono in maniera diretta da una persona infestata ad un’altra (per esempio, nei luoghi affollati, è più facile che un pidocchio possa passare da una testa ad un’altra) oppure in maniera indiretta, cioè con lo scambio di fermagli, pettini, spazzole, lenzuola o altri indumenti. Gli individui più colpiti sono solitamente i bambini tra i 3 e gli 11 anni, soprattutto le femmine. La pediculosi, inoltre, è maggiormente diffusa nelle città piuttosto che nelle campagne. La maggiore incidenza si verifica tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.
Il sintomo principale e più evidente è il prurito, provocato dalla reazione infiammatoria innescata dalla sostanza antigenica che il pidocchio ha nella saliva e che, dopo aver punto il cuoio capelluto, riversa nella ferita.

In caso di prurito, va osservato il capo molto attentamente. La presenza degli insetti è difficile da accertare, mentre è molto facile riscontrare la presenza delle lendini, nelle zone della nuca e dietro e sopra le orecchie, uova traslucide bianche o marroni, grandi quanto una capocchia di spillo, attaccate al cuoio capelluto grazie ad una sostanza adesiva insolubile in acqua.
Essenzialmente, l’infestazione del capo ad opera dei pidocchi non provoca danni particolari alla salute dell’uomo, se non fosse per le possibili infezioni provocate dal grattamento, prima e diretta conseguenza del prurito.

Trattamento
Normalmente, un trattamento corretto e ben eseguito consente di eliminare definitivamente i pidocchi e le lendini. È invece importante sottolineare che i prodotti terapeutici non solo no è utile nella prevenzione della diffusione della pediculosi, ma non assicura neanche la prevenzione da una recidiva.
Quando ci si accorge che un bambini presenta un’infestazione di pidocchi, bisogna immediatamente avvertire la scuola , al fine di bloccarne la diffusione. Al bambino va applicato un prodotto antiparassitario in formulazione shampoo oppure polvere. Il prodotto va lasciato agire per il tempo indicato sulla confezione, poi risciacquato. Quindi, si deve passare il pettine a denti molto stretti sui per togliere tutte le uova. L’operazione va effettuata ciocca per ciocca, partendo dalla radice, dopo aver sciacquato i capelli con aceto caldo (l’unica sostanza capace di sciogliere il materiale adesivo che fa attaccare le uova al capello).

Questo trattamento va ripetuto dopo 8 giorni per assicurarsi che tutte le uova e gli insetti siano scomparsi. Dopo, è importante disinfettare abiti, cappelli, lenzuola lavandoli in acqua calda oppure lasciandoli all’aria aperta per circa due giorni, in quanto i pidocchi muoiono se lontani dal cuoio capelluto. È consigliabile lasciare all’aria per due giorni anche altri effetti personali, quali bambole, pupazzi e simili. Inoltre, è di vitale importanza lavare accuratamente spazzole, pettini e qualsiasi altro accessorio utilizzato per pettinare o raccogliere i capelli.

Prevenzione
Va immediatamente ripetuto che i prodotti per il trattamento della pediculosi, purtroppo, non hanno un’azione preventiva, oltre ad essere nocivi per la salute. Quindi, è del tutto inutile utilizzare questi prodotti per evitare che il bambino prenda i pidocchi in classe o in qualsiasi altro luogo frequentato. L’unica prevenzione può essere attuata soltanto seguendo alcune norme igieniche che evitino la trasmissione degli insetti:

  • evitare di scambiare oggetti personali quali cappelli, sciarpe, pettini, spazzole, fermagli per capelli, ecc.;
  • evitare di lasciare i propri indumenti ammucchiati con quelli altrui;
  • chiedere in palestra, piscina, scuola ed altri luoghi pubblici se vi sono armadietti personali dove riporre i propri effetti personali;
  • controllare periodicamente i capelli se i bambini cominciano a grattarsi;
  • controllare la testa di tutti i componenti della famiglia: i pidocchi potrebbero essere passati già da un familiare ad un altro.

 

La circolare ministeriale
La circolare ministeriale n. 4 del 13 marzo 1998 spiega che:

  • in caso di pediculosi, se la terapia viene eseguita scrupolosamente, il bambino può essere riammesso a scuola già il giorno dopo il primo trattamento con un certificato del pediatra;
  • gli insegnanti sono tenuti ad avvertire tempestivamente la famiglia del bambino, che potrò tornare a scuola con autocertificazione dei genitori che il trattamento è già stato effettuato e che le lendini sono state già eliminate oppure che il trattamento non è stato necessario per assenza di pidocchi e/o uova;
  • gli insegnanti sono tenuti ad avvertire le altre famiglie degli eventuali casi riscontrati in classe, invitandole a monitorare, a casa, l’andamento del fenomeno anche nei propri figli;
  • in caso di recidiva, i bambini con pediculosi dovranno essere allontanati dalla scuola/classe fino alla presentazione di un certificato di non contagiosità;
  • il distretto sanitario sarà a disposizione per effettuare incontri di educazione sanitaria per i genitori e per il personale scolastico.

FAQ

  1. Cosa sono pidocchi e lendini?
    I pidocchi sono piccoli parassiti che vivono sulla testa dell’uomo e si nutrono del suo sangue. Depongono delle uova, chiamate lendini, che si attaccano tenacemente ai capelli tramite una sostanza vischiosa, insolubile in acqua.
  2. Come si trasmettono i pidocchi?
    I pidocchi si trasmettono con la vicinanza delle teste oppure con lo scambio di oggetti personali che sono stati a contatto con i capelli, ad esempio spazzole, pettini, fermagli, ma anche abiti, cappelli, lenzuola, ecc.
  3. Ci sono persone più esposte?
    Si, normalmente i bambini tra i 3 e gli 11 anni sono quelli più esposti alla pediculosi; le femmine lo sono di più a causa dei lunghi capelli e dei frequenti scambi di effetti personali. La presenza di pidocchi non è assolutamente indice di sporcizia o di cattiva igiene, né indice di bassa classe sociale.
  4. Come si fa a capire la presenza di pidocchi?
    In caso di sospetta pediculosi, è necessario un controllo accurato della testa alla ricerca di pidocchi e/o lendini, magari aiutandosi con una lente d’ingrandimento ed una luce diretta. Vanno accuratamente ispezionate le zone della nuca e delle orecchie, poiché lì normalmente si annidano le uova. È più difficile, invece, riuscire a scovare degli insetti adulti.
  5. Cosa fare quando si è accertata la presenza di pidocchi?
    È necessario avvertire immediatamente il personale scolastico, innanzitutto, per evitare che la pediculosi si diffonda. Poi è essenziale iniziare il trattamento al più presto. Il trattamento è fondamentalmente basato sull’uso di un prodotto specifico solitamente in formulazione shampoo, che va risciacquato dopo il tempo indicato sulla confezione. Dopo questa prima procedura, si deve passare sui capelli il pettine a denti molti stretti per eliminare tutte le lendini rimaste attaccate. La procedura va ripetuta dopo 8 giorni.
  6. Come si può prevenire la pediculosi?
    Purtroppo, non ci sono prodotti che possano prevenire l’infestazione da pidocchi. L’unico metodo veramente efficace è evitare di scambiarsi gli effetti personali, soprattutto quelli che vengono spesso a contatto con i capelli, ed evitare il contatto diretto tra le teste.
  7. Si possono trasmettere i pidocchi nuotando? E tramite gli animali domestici?
    No, perché i pidocchi che eventualmente potrebbero staccarsi dalla testa di una persona non sarebbero in grado di trasmettersi ad un’altra. Neanche gli animali domestici possono trasmettere i pidocchi poiché questi possono vivere esclusivamente sulla testa degli uomini, mentre quelli degli animali non si trasmettono agli esseri umani.

 

Fonte: http://www.studiobelsito.it/documenti/Pediculosi.doc

Sito web da visitare: http://www.studiobelsito.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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