Tessuto cartilagineo

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Tessuto cartilagineo

 

NOZIONI DI ANATOMIA UMANA

La Cellula
Ogni organismo è costituito da piccole strutture, o unità fondamentali, in cui avvengono tutte le reazioni chimiche indispensabili alla vita: sono le cellule. Gli organismi viventi possono essere formati da una singola cellula, organismi unicellulari, o da piú cellule, organismi pluricellulari.  La forma della cellula varia da tipo a tipo di cellula (esistono cellule poliedriche, stellate, fusate, cubiche, sferiche, ecc. ecc.), ed è condizionata dalla sua funzione  e dal rapporto con l’ambiente esterno. In generale, le cellule quando sono immerse in un liquido, tendono ad assumere la forma sferica, quando invece aderiscono ad un substrato solido (per es. epiteli), la forma tende ad essere poliedrica. Nelle cellule animali si distinguono due parti principali: il nucleo e il citoplasma. Il nucleo conserva le caratteristiche ereditarie, controlla e dirige i processi cellulari, mentre le strutture per le sintesi e per il catabolismo sono localizzate in gran parte nel citoplasma. Il citoplasma è separato dall’ambiente esterno dalla membrana cellulare che è semipermeabile, permette cioè il passaggio selettivo di alcune sostanze all’interno o all’esterno della cellula.

TESSUTI
Le cellule del corpo umano sono raggruppate in gruppi distinti per forma e per funzione e formano i tessuti. Tessuti uguali formano gli organi.
Analizziamo i  tessuti più diffusi.

Tessuto epiteliale
Epitelio (dal greco epí:“sopra”e thelé:“papilla”): tessuto di cellule a stretto contatto.
Mucosa (dal latino mucus: “materia viscida, semiliquida”): tessuto epiteliale che secerne muco.
I tessuti epiteliali sono costituiti da cellule a stretto contatto che formano lamine mono o pluristratificate; svolgono soprattutto funzione di rivestimento sia della superficie esterna (come nell’epidermide), sia degli organi cavi, e allora vengono chiamati mucose.  I tessuti epiteliali e le mucose sono attraversati dall’ossigeno e dall’anidride carbonica se sono sufficientemente sottili, per diffusione; dall’acqua e da altre piccole molecole per osmosi, mentre gli ioni e le grandi molecole vengono trasportati attraverso le membrane. Per aumentare l’efficienza di questi passaggi, alcuni epiteli, come per esempio quello dell’intestino, sono costituiti da cellule che presentano fittissime estroflessioni, o cilia, che li fanno assomigliare a un velluto. Particolari cellule epiteliali, che svolgono una funzione secernente, si riuniscono a formare le ghiandole. Alcune ghiandole, dette esocrine, sono munite di un dotto il quale riversano il secreto all’esterno o in cavità  interne (ad esempio, il fegato); altre, dette endocrine, non hanno dotti escretori e riversano il secreto direttamente nei vasi sanguigni.

Tessuto connettivo
Fra i tessuti connettivi ci sono vari tipi di tessuti caratterizzati da cellule immerse in una sostanza, detta fondamentale, costituita da acqua, polisaccaridi, proteine e sali minerali.
I tessuti connettivi collegano tra loro altri tessuti e sostengono e avvolgono parti dell’organismo. I tessuti connettivi propriamente detti, presentano nella sostanza fondamentale fibrille proteiche che li rendono piú o meno densi ed elastici. Costituiscono i tendinie i legamenti, collegano tra loro gli strati di tessuto epiteliale e di tessuto muscolare dei vasi e l’epidermide al derma.  Alcuni tessuti connettivi possono riempirsi di grasso e formare il tessuto adiposo; altri presentano la sostanza fondamentale compatta, dura e resistente, come il tessuto cartilagineo, che costituisce, ad esempio, il padiglione auricolare e il setto nasale. Il sangue e la linfa sono tessuti connettivi nei quali la sostanza fondamentale è fluida. Nei vertebrati essi scorrono sempre entro i vasi del sistema circolatorio.

 

Tessuto osseo
Il tessuto osseo è rigido per la presenza nella sostanza fondamentale della proteina osseina, impregnata di sali di calcio, carbonato e fosfato. Il tessuto osseo si distingue in spugnoso, se le lamelle formano spazi entro i quali si trova il midollo osseo (tessuto dal quale derivano le cellule del sangue), e compatto, nel quale gli osteoni (struttura formata dalla cellula ossea, osteocita, nervi e vasi sanguigni) sono a stretto contatto, paralleli gli uni agli altri.

Tessuto muscolare
È costituito da cellule allungate, chiamate fibre (costituite da miofibrille), che possono modificare la loro lunghezza perché ricche di proteine contrattili, la actina e la miosina. L’accorciamento della fibra muscolare non dipende da un accorciamento delle miofibrille ma da uno scivolamento (o scorrimento) dei filamenti di actina su quelli di miosina. A seconda di come sono disposte le fibrille contrattili, il tessuto muscolare appare liscio, come nella muscolatura involontaria dei visceri, o striato, come nei muscoli scheletrici volontari. Il miocardio, cioè il muscolo del cuore, è costituito da un tessuto muscolare striato involontario.

Tessuto nervoso
È costituito da cellule chiamate neuroni, che presentano numerose propaggini, anche molto  ramificate, che partono da un nucleo, o pirenoforo.  Tra queste propaggini se ne distingue una particolarmente lunga (fino a 1 metro) l’assone o neurite o cilindrasse, lungo il quale si propaga, sempre in direzione centrifuga, cioè dal  pirenoforo alla periferia, uno stimolo di natura elettrica. Le altre ramificazioni del corpo nucleato vengono chiamate dendriti: in esse gli stimoli si propagano in direzione del pirenoforo.
ORGANI
La pelle
La pelle, o cute, è l’organo piú esteso del corpo dell’uomo e quello piú a diretto contatto con l’ambiente esterno. Essa riceve circa un terzo di tutto il sangue pompato dal cuore. Ha funzioni importanti quali: termoregolatrice, per la ricezione del caldo e del freddo; protettiva, perché protegge l’ambiente interno e impedisce la disidratazione; sensitiva, perché permette il rapporto tattile con l’ambiente esterno; secretiva, grazie alle ghiandole sebacee e sudoripare che sono immerse nel suo spessore. Esistono tuttavia altre cellule incaricate di svolgere una funzione ancora piú importante, vale a dire quella di trasmettere al cervello i messaggi sensoriali che ci provengono dal mondo esterno. Durante il sonno il nostro organismo è in grado di recepire innumerevoli tipi di messaggi. Abbiamo, per esempio, cellule in grado di captare le radiazioni luminose, una delle piú importanti fonti di informazioni per l’uomo. Innumerevoli cellule del tatto ci avvisano ogni volta che un oggetto esterno viene a contatto col nostro corpo. Sotto l’uniforme superficie cutanea vi sono ricche e varie strutture: vi sono vasi sanguigni, terminazioni nervose e fibre muscolari, ghiandole e cellule adipose.
La parte piú esterna della pelle  si chiama epidermide, costituita da cellule epiteliali che hanno funzioni eminentemente protettiva; sotto si trova il derma, un tessuto connettivo ricco di vasi sanguigni, terminazioni nervose e fibre muscolari lisce. Ancora piú profondo è il pannicolo adiposo, ossia lo strato di connettivo trasformato in tessuto adiposo, con funzione di isolante termico. Negli strati profondi dell’epidermide si trovano i melanociti, cellule che contengono granuli di un pigmento, la melanina, la quale si oppone alla penetrazione dei raggi ultravioletti (UV) nell’organismo. Gli UV, infatti, ricchi di energia, pur essendo indispensabili per la sintesi della vitamina D, possono apportare danni alla pelle, provocandone la disidratazione, l’invecchiamento precoce e, se sono intensi e l’esposizione è continua e prolungata, favoriscono l’insorgenza di tumori cutanei.

 

 

I Muscoli
I muscoli sono organi capaci di contrarsi, in seguito ad uno stimolo adeguato, determinando il movimento del corpo o di sue parti. Sono costituiti da tessuto muscolare e avvolti da una membrana elastica che li mantiene in sede durante la contrazione. Vengono distinti, in base al tipo di tessuto muscolare che li costituisce, in lisci, striati e cardiaco.
I muscoli lisci sono muscoli involontari, come per esempio quelli dell'intestino, dello stomaco, dell'utero ecc.; i muscoli striati invece sono volontari, e sono detti striati perché le fibre muscolari sono disposte trasversalmente. Il muscolo cardiaco è costituito da fibre striate, ma è involontario. I muscoli scheletrici (volontari), sono organi formati da numerose fibre striate riunite in fasci e tenuti assieme dal tessuto connettivo il quale forma anche i tendini. Il muscolo, le cui estremità sono ancorate su due ossa diverse, contraendosi, mette in attività l’articolazione tra le due ossa. La muscolatura degli arti, in particolare, comprende gruppi di muscoli che lavorano in coppia, in modo antagonista: quando uno si contrae, l’altro si rilassa, e viceversa. Un esempio è costituito dai muscoli bicipite e tricipite degli arti superiori: il bicipite avvicina l’avambraccio al braccio e il tricipite fa distendere l’avambraccio. Bicipite, tricipite, quadricipite ( dal latino biceps-bicipitis, triceps, quadriceps = a due, tre, quattro teste) : muscoli con 2, 3, 4 capi diversi che confluiscono in una massa comune. Il sistema muscolare, oltre ai  muscoli scheletrici, comprende anche i muscoli pellicciai, uniti alle ossa con una sola estremità, come quelli della faccia, e nella nostra specie sono molto sviluppati: dalla loro azione dipendono tutte le espressioni del volto che consentono di comunicare in modo tanto efficace le nostre emozioni. I muscoli devono lavorare, altrimenti la loro funzionalità si riduce, cioè si atrofizzano (atrofia : dal greco a-, negazione, e trépho=nutrire): diminuzione di volume di un organo;  quando invece l’attività fisica è eccessiva si ha l’ipertrofia muscolare, cioè un aumento di volume esagerato. Per evitare l’atrofia muscolare è bene ricorrere agli esercizi isometrici, cioè a quegli esercizi che si fanno quando si contraggono i muscoli senza muovere le leve o le articolazioni. Una sana ed equilibrata attività fisica, stimola la circolazione sanguigna, trasporta le sostanze nutritive e l’ossigeno a tutte le cellule del corpo e allontana le sostanze di rifiuto o cataboliti.

Le Ossa
Lo scheletro umano è costituito da circa 206 ossa,  distinte in ossa brevi, come per esempio le vertebre, le ossa della mano e del piede; in ossa lunghe, come l’omero (osso del braccio), il radio e l'ulna (ossa dell’avambraccio), il femore (osso della coscia) e la tibia (osso della gamba), e in ossa piatte, come le ossa del cranio, la scapola e lo sterno. Nelle ossa lunghe si distinguono una parte centrale, o diafisi, costituita da tessuto osseo compatto, e due estremità, o epifisi, nelle quali prevale il tessuto osseo spugnoso. Le ossa sono in contatto tra loro mediante articolazioni fisse, come quelle tra le ossa del cranio; semimobili, come le articolazioni tra le vertebre; mobili come quelle della spalla e dell’anca. Le superfici delle ossa impegnate nell’articolazione sono rivestite di tessuto cartilagineo e sono lubrificate dal liquido sinoviale. Nelle articolazioni semimobili e mobili, le ossa sono tenute vicine per mezzo di fasce di tessuto connettivo, i legamenti, che ne assicurano la corretta posizione reciproca. I tendini  sono costituiti  da  tessuto connettivale fibroso, per mezzo del quale l’estremità di un muscolo si inserisce su di un osso, sul derma o su un altro punto d’inserzione. Lo scheletro ha diverse importanti funzioni: di sostegno, di protezione degli organi interni; insieme ai muscoli permette il movimento; ha funzione emopoietica, cioè produce elementi cellulari del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine) e questo avviene all'interno del midollo osseo in numerosi segmenti scheletrici: coste, sterno, bacino, scapole, cranio ed estremità dell'omero e del femore. Infine le ossa partecipano anche al mantenimento della omeostasi (omòios= uguale, stàseos= situazione, condizione): l’omeostasi è la facoltà degli organismi viventi di autoregolazione; la capacità, cioè, di mantenere un equilibrio stabile, nonostante il variare delle condizioni esterne. Le ossa immagazzinano o rilasciano, sotto controllo ormonale, gli ioni di calcio, indispensabili  nella contrazione muscolare, nella trasmissione nervosa, e nella coagulazione del sangue: quando nel sangue il livello del calcio scende al di sotto del normale, le ossa perdono un po' di calcio trasferendolo al sangue. Le ossa, le cui cellule si chiamano osteociti, sono in continua trasformazione durante tutta la vita dell’individuo: nell’embrione esse sono costituite da tessuto cartilagineo, che viene progressivamente sostituito da tessuto osseo; questo processo viene chiamato ossificazione. Quest’ultima avviene sotto il controllo ormonale e grazie ad alcune sostanze come i sali minerali di calcio e la vitamina D. Le ossa piatte, come quelle del cranio, si formano per deposizione di sali di calcio direttamente nel tessuto connettivo; questo processo viene chiamato ossificazione diretta. Le ossa corte, come le ossa del polso e della caviglia, si formano per ossificazione indiretta: le cellule cartilaginee del nucleo di ossificazione muoiono lasciando uno spazio ove migrano gli osteoblasti che provengono dal periostio (membrana connettivale che circonda la cartilagine). Gli osteoblasti gradualmente si trasformano in cellule ossee (osteociti). La cartilagine non ossifica completamente, ma in parte rimane a formare la cartilagine articolare. Anche le ossa lunghe si formano per ossificazione indiretta, a partire però da numerosi nuclei di ossificazione. Nello sviluppo di queste ossa, oltre alla cartilagine articolare rimane una cartilagine detta di accrescimento (od epifisaria) situata tra la parte centrale dell’osso (diafisi) e ciascuna estremità (epifisi). La cartilagine di accrescimento solitamente ossifica nella tarda adolescenza ed a crescita ultimata; è questa la ragione per cui i giovani atleti devono evitare un allenamento della forza troppo intenso in quanto potrebbero insorgere alterazioni patologiche. Le ossa sono attraversate da un gran numero di capillari e ciò permette all’osso danneggiato di autoripararsi. Naturalmente questa capacità è maggiore in quelle ossa molto vascolarizzate; é noto che il numero di capillari muscolari ed ossei aumenta con l’allenamento, per cui la riparazione delle fratture in soggetti ben allenti è molto piú veloce che nei sedentari. Lo scheletro assile comprende la colonna vertebrale e il cranio. La colonna vertebrale, o rachide, è formata da 33 o 34 vertebre: 7 cervicali, 12 dorsali, 5 lombari, 5 sacrali, 4 o 5 coccigee. Essa sorregge la testa, sostiene il busto e racchiude il midollo spinale.Il midollo spinale fa parte del sistema nervoso centrale e va considerato come la continuazione dell’encefalo. All’interno del midollo spinale corrono le fibre nervose che portano gli impulsi nervosi dall’encefalo a tutto il corpo.Cosí come l’encefalo è racchiuso e protetto dalla scatola cranica, anche il midollo spinale ha il suo involucro protettivo: il canale rachidiano. Le fibre nervose, riunite in fasci, fuoriescono sul davanti e sul dietro del canale e formano le radici nervose.La colonna vertebrale deve la sua mobilità soprattutto ai dischi intervertebrali, che sono inseriti tra due vertebre. Il disco intervertebrale è in grado di compiere la sua funzione in modo perfetto solo se il suo tessuto è integro; esso funge da cuscinetto con lo scopo di ammortizzare gli urti alla colonna vertebrale e di determinare l’escursione del movimento. Il tratto lombare della colonna vertebrale è quello che sorregge l’intero peso della parte superiore del corpo, peso che viene trasmesso al bacino quando si è seduti, e alle gambe quando si sta in piedi, si cammina e si corre. È quindi di fondamentale importanza  mantenere tonici i muscoli addominali, in quanto oltre a mantenere al loro posto i visceri, insieme ai muscoli dorsali determinano il portamento del corpo e collaborano ai movimenti della colonna vertebrale. Dalle vertebre toraciche partono 12 paia di ossa lunghe, le coste, che si collegano anteriormente allo sterno e formano la cassa toracica nella quale sono alloggiati i polmoni e il cuore. Il bacino rappresenta il collegamento osseo tra la colonna vertebrale e le gambe. La colonna vertebrale si presenta perfettamente allineata se vista anteriormente e posteriormente e, mostra, vista lateralmente, quattro curve: una cervicale (lordosi cervicale) , una dorsale (cifosi dorsale), una lombare (lordosi lombare)  e una sacrale (cifosi sacrale) .
Se si formano delle deviazioni dell’asse, esse possono provocare danni, a volte anche gravi, a tutto l’organismo. Se la colonna, vista posteriormente, non è perpendicolare, si parla di scoliosi. L’accentuazione della curva dorsale provoca la ipercifosi dorsale, e quella della curva lombare la iperlordosi lombare.   
L’esercizio fisico adatto ed il controllo delle posizioni assunte nell’arco della giornata, sono indispensabili per mantenere sano il perno del nostro corpo, cioè la colonna vertebrale.

Fonte: http://www.itisravenna.it/didonline/doc/Biennio/1d/Educazione_Fisica/Lezione/REGGIANI_SANDRA/nozioni_di_ANATOMIA.DOC

Sito web da visitare: http://www.itisravenna.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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