Disagio adolescenziale

Disagio adolescenziale

 

 

 

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Disagio adolescenziale

Bacco in T-shirt

Il fenomeno
Tra gli adolescenti il consumo di alcool è elevato. Si beve più birra che vino, in quanto la birra appare come una bevanda più economica e moderna, capace di simbolizzare meglio la cultura giovanile. La maggioranza degli adolescenti beve moderatamente; una parte significativa (18% dei maschi ed 8% delle femmine) appartiene ai “forti bevitori”, quelli che superano il limite critico per la salute.
Il battesimo dell’alcol può aver luogo in famiglia (molti entro i 10 anni) in occasione di ricorrenze e feste o con gli amici (molti tra i 15-16 anni).
La tipologia del bevitore è costituita da coloro che, incominciando in famiglia, sono per lo più bevitori moderati e continuano a farlo maggiormente con i genitori. Coloro che iniziano con gli amici sono soprattutto bevitori forti e continuano a farlo con questi ultimi.
La prima assunzione di alcolici e il consumo successivo hanno per gli adolescenti una connotazione sociale, è un modo di stare bene insieme. Quando il bere si accompagna a stress e a depressione avviene in un contesto relazionale, non in solitudine.
Gli adolescenti consumano alcol sia con gli adulti che con i coetanei. Infatti, l’ambiente culturale attribuisce al bere diversi significati e, spesso, positivi: convivialità, allegria condivisa, distensione emotiva e fisica. La lieve disinibizione comportamentale prodotta da una moderata dose di alcol aiuta a “mollare i freni e a lasciarsi andare”, favorendo così relazioni sociali più distese. Basta pensare a come, nel linguaggio comune, il vino “faccia buon sangue”, “aiuti la digestione”, “assicuri un buon sonno”, “stimoli il buon umore”...
Bere dosi moderate di alcolici è parte integrante dei riti di legame e di gioia della nostra cultura, compresa quella religiosa.

Perché si beve?
L’uso dell’alcol è un rituale di legame sia per gli adulti che per gli adolescenti. I comportamenti adolescenziali, anche quando sono rischiosi e dannosi, svolgono precise funzioni nel processo della loro crescita.
Nella crescita risulta primaria la costruzione e il rafforzamento della propria identità: l’alcol permette di diventare e di sentirsi adulti facendo ciò che gli adulti fanno.
Il consumo di alcol essendo diffuso sia tra gli adulti che i coetanei permette l’identificazione sia con i primi che con gli amici. Il bere moderatamente permette sia di “sentirsi giovani” che “sentirsi adulti”.
Lo sviluppo dell’identità, realizzandosi anche attraverso laprova dei propri limiti e l’esplorazione delle proprie possibilità (più nei maschi che nelle femmine), fa sì che il consumo dell’alcol possa configurarsi talvolta come una sperimentazione di sé, fino all’ubriacatura (accettato più nei ragazzi che nelle ragazze).
Naturalmente, esistono molti altri modi  per vedere “quanto si resiste”: l’attività sportiva, l’assunzione di impegni, la lettura, l’approfondimento intellettuale.
Per molti adolescenti il consumo di alcol, anche smodato, rimane uno dei modi più facilmente accessibili e culturalmente accettati per realizzare una qualche forma di esplorazione e sperimentazione, in cui è anche contemplata una certa dose di trasgressione verso il mondo adulto. Poiché l’alcol è parte integrante della cultura adulta, la trasgressione non può realizzarsi attraverso il consumo in sé, ma oltrepassando i limiti socialmente accettati.
Un’altra funzione che riguarda soprattutto il gruppo dei forti bevitori e di quelli che si ubriacano spesso è quella che si esprime nel linguaggio comune come il “bere per dimenticare”. Il consumo eccessivo di alcool serve alla fuga e all’evasione dalle difficoltà e responsabilità.

Esiti dell’uso dell’alcol
La sbornia risulta una strategia perdente in quanto non risolve i problemi, anzi pone nuove difficoltà relazionali; la stima di sé e il sistema di autoefficacia diminuiscono progressivamente.
Questi soggetti ricercano l’alterazione dello stato di coscienza e la fuga dal mondo reale non solo con l’alcool, ma anche con altre sostanze psicoattive oppure con i videogiochi, la musica assordante e le luci psichedeliche.

Proposta di attività

ALCOLISMO

Motivi che spingono
a non bere molto

Motivi che spingono
a bere molto

salute

piacere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Compilare la tabella. Ognuno può offrire agli altri  argomenti personali per completarla.
  • Classificare le forze di ogni colonna da 1 a 7 secondo l’ordine di importanza per te.

 

Che fare?
È indispensabile per gli adolescenti avere il coraggio di progettare e di costruire il futuro, da protagonisti, accettando la fatica quotidiana, senza fughe e alienazioni.
Le tessere del mosaico della propria vita non sono di immediata collocazione, vanno inserite con consapevolezza (non a caso) e con pazienza. Nel futuro ci sarà posto per coloro che si saranno impegnati a costruire, a fare  delle scelte senza coltivare inutili illusioni o perdersi in fughe dannose.
L’oppositività (il dire di “no”!) è una forma di dipendenza e non di autonomia. La contestazione deve lasciare il posto alla capacità di fare proposte alternative (contraddire) per giungere alla partecipazione-collaborazione.

 


Identità in fumo

Il fumo rappresenta un modo facile, visibile e non rischioso per affermare e segnalare a sé, al gruppo e agli altri il proprio status di adulto.
Sono più inclini al fumo gli adolescenti che appaiono maggiormente smarriti, che non si sentono considerati né valorizzati  e non sono ancora in grado di trovare uno spazio soddisfacente in cui si possano sentire realizzati.
Il fumo è espressione di trasgressione (soprattutto nei giovanissimi e nelle ragazze) poiché viene messo in atto un comportamento adulto quando ancora non si è adulti. Si fuma spesso di nascosto e all’insaputa  dei genitori per una difficoltà palese di sostenere il confronto o il conflitto con loro.
Il fumo, aggregando al gruppo, fa sentire gli adolescenti molto più uniti. Quando si comincia a fumare è decisiva l’approvazione degli amici e l’esempio di quelli che fumano.
Il rituale del fumo ha una propria sequenza che coinvolge inesorabilmente: la richiesta della sigaretta, l’offerta, l’accensione, l’inalazione, lo sbuffo di fumo, lo scambio della sigaretta accesa (“fammi fare un tiro...”).
Il fumo è, infine, considerato un buon rimedio per far fronte alle tensioni e ai momenti critici della vita.

TABAGISMO

Motivi che spingono
a non fumare

Motivi che spingono
a fumare

salute

piacere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Che fare?
Come per l’alcolismo (v. sopra).


L’erba “leggera”
Nel processo di assunzione della droga il fattore decisivo è dato dall’individuo e dal suo atteggiamento e non dalla sostanza in sé o dalle sue proprietà biochimiche.
Le caratteristiche personali del consumatore (es.: un carattere fragile), unitamente alle circostanze del consumo (es.: ambiente amicale chiuso e condizionante) e alla sua considerazione sociale (es.: sentirsi forte e sicuro di sé), sono fattori importantissimi nel determinare la gravità del coinvolgimento in una sostanza psicoattiva.
Nella fase di avvicinamento l’idea di assumere una sostanza si forma nella mente dell’adolescente come una possibilità più o meno accettata. Segue la fase iniziale, in cui l’adolescente valuta l’esperienza fatta e decide di proseguirla o no. Infine, soltanto per alcuni, c’è una fase di stabilizzazione dell’uso con consumo saltuario o regolare o dipendente. Pertanto, dal momento che il fattore critico non è la sostanza in sé, ma l’individuo, non si deve parlare di droghe “leggere” e “pesanti”, ma di consumatore “leggero” o “pesante”. Parlare di droghe “leggere” risulta oggi improprio e scorretto. Le loro caratteristiche biochimiche, gli effetti a livello neurologico e psicologico non fanno certo stare tranquilli.
Gli adolescenti che si accostano alla marijuana lo fanno per sperimentare se stessi, le proprie possibilità fisiche e psichiche, per provare sensazioni nuove, inusuali ed estreme, compresa l’alterazione degli stati di coscienza (come avviene in altri comportamenti a rischio quali l’ebbrezza della guida pericolosa, il bere fino all’ubriacatura e la stessa attività sessuale). Si dimenticano che la sperimentazione di sé può esserci in molti altri modi meno rozzi e pericolosi. Il bisogno di trasgressione non orienta certo la scelta in tale direzione. Nei consumatori “abituali” l’uso della marijuana sembra costituire una via di fuga da un presente insignificante e conflittuale, ma anche una via di fuga “nel” presente, nella ricerca di soddisfazioni immediate e appaganti, priva di ogni progettualità e prospettiva futura.
Il fatto che molti ragazzi fumino spinelli senza di fatto percepire alterazioni di coscienza conferma che nel consumo di marijuana non sono ricercate soltanto la fuga o la sperimentazione di sé e delle proprie possibilità, ma anche altri “vantaggi”, sopratutto di tipo sociale. Il consumo di marijuana infatti, è fortemente legato alla vita di gruppo. Gli amici facilitano l’accostamento alla droga poiché si pongono, con la loro esperienza, come modelli credibili e rassicuranti, lontani dall’immagine terrificante del “drogato”, comunemente descritta; la stessa iniziazione avviene all’interno dell’atmosfera protettiva e accettante del gruppo. Il consumo in gruppo si configura, dunque, come rito di legame e di appartenenza che rende diversi dagli altri gruppi, rinsaldando la propria personale identità. Per molti adolescenti fumare lo spinello è un passaggio rituale forte per avere conferme della propria identità “quasi adulta”.
Che cosa può fare l’adolescente per diventare grande senza passare in questo  tunnel?
è indispensabile incominciare ad allargare il proprio modo di vedere, non limitandosi solo al presente e alle soddisfazioni immediate, imparare a guardare anche al futuro, sentendosi costruttore attivo del proprio destino, cercare spazi di realizzazione personale e di messa alla prova di sé in azioni più intelligenti e meno banali, riflettere su di sé e sviluppare la capacità di parlare dei propri problemi con educatori disponibili e competenti e di affrontarli senza fughe, potenziare le competenze relazioni e costruire un’immagine positiva di sé, superando eventuali fallimenti.
Il disagio adolescenziale
Il disagio non va semplicemente ricondotto alle esagerate problematiche esistenziali, ma deve fare i conti anche con una serie di fattori, spesso in relazione fra loro, che determinano comportamenti a rischio. Le cause del disagio hanno a che fare con:

  • Fattori socio-ambientali
    Condizioni di marginalità sociale sono spesso determinate da variabili diverse:
  • Economica
    La precarietà economica, la disoccupazione, le condizioni abitative suburbane, spazi fatiscenti, luoghi di aggregazione spogli determinano un contesto socio-familiare carico d'ansia e di preoccupazione con frequenti dinamiche aggressive.
  • Culturale
    L'accentuazione della diversità culturale provoca emarginazione e produce frustrazione e reazioni violente.
  • Sociale
    In una società complessa i termini di riferimento  si modificano velocemente: il fare sembra predominare sul pensare, l'avere sull'essere, la gratificazione personale sulla qualità delle relazioni. I processi di socializzazione e di identificazione diventano più difficili.
  • Fattori psicologici e relazionali
    Il passaggio dall'infanzia all'età adulta esprime sempre una sofferenza psichica come risultato di una lotta tra il desiderio di andare avanti e quello di restare bambino.
  • Fattori educativo-affettivi
    La solitudine degli adolescenti è anche innescata dall'allentamento dei rapporti educativi, sia per la difficoltà di relazionarsi con gli adulti, sia per la frequente conflittualità generazionale.

I nomi del disagio
Il disagio evolutivo appare costitutivo dell'attraversamento adolescenziale. Più che in una patologia, si manifesta talvolta in disadattamenti, fughe, suicidi, turbe sessuali, tossicodipendenze, violenza, criminalità.

  • Il disadattamento adolescenziale
    Il disadattamento è un malessere diffuso e un'incapacità momentanea a superare i compiti di sviluppo propri dell'età. Quattro sono le cause ricorrenti:
  • una limitata attenzione in famiglia alla personalità del ragazzo;
  • una scarsa abitudine da parte dei genitori a condividere le scelte dei figli, piccole o grande che siano;
  • una mancata attribuzione ai ragazzi di compiti di responsabilità familiare;
  • la carenza di un dialogo motivante da parte degli adulti.

Il disadattamento adolescenziale, trovando difficoltoso rispettare le norme sociali e assumere responsabilità, può avere gravi conseguenze.

  • Il teppismo
    Un 10% di adolescenti sono tentati di compiere atti di teppismo. Il desiderio di trasgressione aumenta in modo preoccupante quando tra genitori e figli non c'è un rapporto soddisfacente. Iperprotezione e autoritarismo, scarsa partecipazione sono il terreno fertile per gesti trasgressivi e inconsulti.
  • Il furto
    Comportamento non abituale, ma frequente, il furto assume significati diversi a seconda delle motivazioni che spingono i ragazzi a rubare. I ragazzi hanno una propensione marcata a sfidare il mondo adulto e le sue regole.  Per il furto la sfida non è rivolta solo agli adulti, ma anche a se stessi, nel senso che l'atto delinquenziale è una sorta di verifica delle proprie capacità trasgressive. 
  • La violenza
    L'incremento di manifestazioni aggressive può essere causato dalla massiccia influenza dei mass media. Nei soggetti più fragili la violenza diventa la modalità di riscatto della propria debolezza o situazione di disagio.
    La violenza è un servirsi del linguaggio del corpo per manifestare il proprio malessere sociale e scaricare sugli altri le proprie difficoltà esistenziali.
  • Il tentativo di suicidio
    Il gesto è finalizzato a chiedere aiuto in una situazione di difficoltà, a richiamare l'attenzione degli adulti su un problema, a domandare delle modifiche relazionali. I destinatari sono spesso i genitori. Il gesto ha un forte significato relazionale, ma nel contempo carico di aggressività e colpevolizzazione.
  • La depressione
    Può condurre a stati mentali di solitudine e di disperazione che possono portare anche a gravi conseguenze. In uno stato di equilibrio precario, un evento oggettivamente irrilevante può far scatenare nel ragazzo/a una grave crisi di disperazione. Una solida fiducia di base può far superare all'adolescente gravi crisi esistenziali (lutti, delusioni, ecc.).
  • Il linguaggio scurrile
    È un modo anaffettivo di vivere la sessualità e motivo di ricerca della propria identità sessuata. Utilizzato con i coetanei è semplicemente un forma gergale, con i genitori o con gli adulti manifesta segnali di disagio e sofferenze.
  • Anoressia e bulimia
    Disturbi del comportamento alimentare manifestano il disagio soprattutto nel sesso femminile.
    Il rifiuto ostinato del cibo, il grave dimagrimento e la scomparsa delle mestruazioni caratterizzano l'anoressia.
    L'ingestione di grandi quantità di cibo, in modo impulsivo, vorace e disordinato caratterizza la bulimia.

Alla base di tali comportamenti ci sono problematiche affettive ed esistenziali irrisolte, che creano solitudine e sofferenza, fino alla ricerca esagerata di attenzione, con comportamenti spesso antitetici rispetto a ciò che si vorrebbe.

Proposta d’attività
Fare un elenco di regole per non diventare un “soggetto a rischio” delle varie forme di disagio.

 

Fonte: http://religione.liceomascheroni.it/Approfword/App%208.1.doc

Sito web da visitare: http://religione.liceomascheroni.it

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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