Emozioni teorie

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Emozioni teorie

LE EMOZIONI

In contrapposizione alla definizione di emozione quale elemento di disturbo del comportamento razionale,quale attributo connesso alla parte animale ed irrazionale dell’esistere umano e quindi per questo privo di interesse scientifico,vi è quella rivoluzionaria di Darwin che considerò l’emozione un elemento di adattamento per la sopravvivenza della specie e perciò rientrante nella logica evoluzionistica. L’emozione così riacquistava il significato di elemento portante del comportamento,in quanto lo condetermina e le sue espressioni sia interne che comunicative,entravano a pieno titolo nel campo dello studio scientifico.
Con Freud abbiamo la rivalutazione delle emozioni e degli affetti come elementi fondanti la struttura della personalità dell’individuo e,perciò,l’emozione,come vissuto affettivo e come impulso,diventa una chiave per aprire la porta chiusa della razionalità e penetrare nel profondo della psiche umana.

La ricerca del substrato fisiologico dell’emozione,a livello del sistema nervoso e dell’interazione neuro-ormonale,ha condotto ad importanti risultati i quali,come vedremo meglio più avanti,non sono tuttavia univoci,poiché non si può ridurre lo studio delle emozioni al solo livello fisiologico.

ALCUNE TEORIE SULLE EMOZIONI

  • Teoria periferica di James-Lange:

Parte dal presupposto che l’emozione coincida con l’esperienza della modificazione somatica,ossia non è altro che un riflesso soggettivo degli stati corporei. Secondo l’autore le modificazioni seguono immediatamente la percezione ed è la coscienza che noi abbiamo di tali modificazioni organiche man mano che si producono a costituire l’emozione come fatto psichico. Per rendere meglio l’idea, “non si corre perché si ha paura,ma si ha paura perché si corre”,in quanto le sensazioni organiche relative alla corsa,sommate al sudore,all’aumento dell’attività cardio-respiratoria etc…ci informano,insomma,che la situazione è seria.

    • le emozioni negative(paura,rabbia)sarebbero dovute ad una prevalente attività del Simpatico
    • le emozioni positive(gioia)sarebbero dovute ad una prevalente attività para-simpatica.
  • Teoria ipotalamica di Cannon e Bard

In antitesi con la precedente,ritiene che la percezione degli stimoli attiva l’ipotalamo(emozione),il quale a sua volta provoca cambiamenti somatici e comportamentali.

  • Teoria di Wynne e Solomon

Ha fornito dei dati parzialmente in contrasto con le due teorie precedenti mediante un esperimento che ha provato che l’integrità del simpatico non è essenziale per essere in grado di provare un’emozione.

  • Teoria comportamentistica dell’emozione di Watson

Elaborata a partire dal rilievo di quelli che lui ritiene i tre comportamenti emotivi presenti nel neonato:

    • paura
    • ira
    • amore

dai quali,con l’apprendimento condizionato,si avrebbe la moltiplicazione e diversificazione delle emozioni nel corso dello sviluppo. Punti fondamentali della teoria di Watson sono i seguenti:
-la coscienza viene esclusa come determinante causale del comportamento emotivo,il quale,invece,è frutto dell’azione degli stimoli sensoriali sul sistema nervoso attraverso gli organi di senso.
-la paura è la fuga. La rabbia è l’attacco.
-tutti i comportamenti sono ereditari
E’ chiaro come tale teoria analizzi soltanto l’aspetto fenomenico dell’emozione.

  • Teoria di Papez

Essa si basa su dati neuroanatomici e neurofisiologici e verte sul ruolo che giocano nel loro insieme le strutture del sistema libico sul controllo del comportamento emotivo. Questo studioso afferma che l’espressione emozionale e l’esperienza emotiva possono essere dissociate e che l’aspetto esperenziale necessita della mediazione della corteccia cerebrale.
Questa teoria sarà poi meglio articolata da Mc Lean che suggerisce che il sistema libico è l’integratore dell’esperienza emotiva,benché il meccanismo effettore sia da individuare a livello dell’ipotalamo. A differenza di Papez,Mc Lean non cerca di tracciare delle specifiche strade sub-corticali.


A partire dal momento in cui gli psicologi si sono messi a studiare le reazioni dell’organismo,si è constatato che tali reazioni si instaurano prima che il soggetto provi un’emozione:i fisiologi si sono resi conto che quindi esistono vari livelli di attivazione del comportamento e che l’emozione non è altro che una forma di comportamento legata ad un elevato livello di attivazione.
  • Teoria della reazione d’allarme di Cannon

Teoria secondo la quale i cambiamenti fisiologici ci preparano a far fronte alla necessità dell’azione che seguirà,ai bisogni energetici che richiedono la paura,il dolore,la collera etc…

  • Teoria dell’attivazione di Lindsley

Teoria fondata sui dati forniti dallo studio della interrelazione esistente fra emozioni ed attivazione sia dal punto di vista comportamentale che neurofisiologico.
Molti esperimenti hanno mostrato il ruolo dei fattori ambientali nella interpretazione e nella distinzione di uno stato emotivo dall’altro. Lindsley ha preferito incentrare l’interesse sullo stato generale dell’eccitazione emotiva,caratteristico dell’emozioni violente. Gli stati emotivi intensi si accompagnano ad un tracciato elettroencefalografico attivato(attività di fondo ad alta frequenza e di basso voltaggio,assenza di ritmo alfa). Egli sostiene che le funzioni del sistema reticolare attivatore,che comprendono quel tipo di comportamento definito emozione,«consistono nel meccanismo di attivazione del tracciato elettroencefalografico,che produce un effetto di eccitazione nelle regioni corticali coincidente con l’emozione».

  • Teoria di Lazarus (1980)

Questo autore definisce le emozioni come “stati organizzati e complessi che consistono in valutazioni cognitive,impulsi di azione e reazioni somatiche precise. Secondo la sua teoria l’emozione sorge dal modo in cui l’individuo costruisce l’esito,concreto o prefigurato,di una transazione o rapporto scambievole con l’ambiente e,sotto questo punto di vista gli esseri umani sono da considerare le creature più emotive della terra,per via della loro abilità a servirsi di processi cognitivi simbolici e complessi che consentono loro di operare delle fini distinzioni e quindi di richiamarsi moltissimi tipi di informazione.
L’apprendimento,la memoria,la percezione ed il pensiero(l’attività cognitiva)sarebbero sempre gli aspetti causali chiave della risposta emozionale. Gli impulsi d’azione vanno considerati nel senso che non è detto che l’azione debba rendersi visibile nell’agire concreto e osservabile(congelamento da panico..).

  • Teoria psicoevoluzionistica delle emozioni di Plutchik (1980)

Questa teoria analizza le emozioni con un approccio funzionale e le considera come elementi riflessi dell’adattamento. Postulati di tale teoria sono:

    • le emozioni esistono a tutti i livelli evolutivi,hanno una storia evolutiva e quindi vari livelli di espressione nelle diverse specie:hanno un preciso ruolo adattativo;
    • alcune emozioni sono da considerarsi “primarie”,concepibili in termini di coppie di polarità opposte(paura/ira,gioia/dolore,accettazione/disgusto,anticipazione/sorpresa);
    • tutte le altre emozioni sono degli stati misti o composti derivati dalle emozioni primarie;
    • ogni emozione può esistere secondo diversi gradi di intensità o livelli di attivazione;
    • Le funzioni cognitive sono al servizio delle emozioni
  • Teoria di Tomkins (1962)

Considera le emozioni come motivazioni primarie ed afferma che “il sistema motivazionale è il sistema affettivo,e che le spinte biologiche hanno un impatto motivazionale solo se vengono amp0lificate dal sistema affettivo. Quindi afferma che le emozioni fungono da amplificatori.

Per concludere questa incompleta ma indicativa esposizione delle teorie delle emozioni,potremmo chiederci se,quando siamo innamorati o adirati,stiamo rispondendo ad un’esigenza biologica o se stiamo sperimentando un affetto,se stiamo mostrando un tratto della nostra personalità oppure se stiamo soggettivamente etichettando uno stato di attivazione. La risposta a tale interrogativo può tranquillamente contenere tutti questi elementi.

L’ESPRESSIONE e la COMUNICAZIONE delle EMOZIONI
Diverse teorie dell’emozione suggeriscono implicitamente che essa possiede tre componenti:

  • neurofisiologica
  • espressiva
  • soggettiva

L’osservazione dell’espressione,comportamentale e mimica,delle emozioni è alla base della conoscenza intuitiva ed empatica che ogni giorno utilizziamo nel continuo rapportarci con gli altri. Spesso possiamo osservare come l’emissione di un segnale emozionale,non solo ci consenta di valutare l’esistenza di una data emozione,ma sia in grado di indurre in noi stessi una risposta simile ed una emozione simile di rimbalzo,di agire cioè come un segale attivatore di un contagio emotivo.
Lo studio delle espressioni dell’emozioni è stato di grande importanza per la psicologia clinica e per la psicologia sociale.
Darwin ritiene che le espressioni derivino da “abitudini associate agli atti”,ossia consistano in veri e propri “movimenti dell’intenzione”:la fase incompleta o preparatoria di un’attività come l’attacco,la difesa o la fuga.
In una situazione come la preparazione all’attacco,anche l’uomo fissa acutamente il nemico,corruga la fronte,digrigna i denti scoprendo i canini. La mimica facciale di molti mammiferi è assai ricca e sorprendentemente vicina a quella nostra,specie quella di alcuni primati.
A volte si fa uso di determinate espressioni mimiche come il sorriso tipiche di una situazione in certe condizioni di disagio e fastidio,tant’è vero che in certe società vengono esibiti dei segni di gioia in circostanze spiacevoli quali i funerali.
Si è certi che la varie culture sono in grado di differenziare gli stimoli di una particolare espressione facciale.
Numerosi esperimenti compiuti con popolazioni della Nuova Guinea paiono confermare la tesi dell’universalità delle espressioni facciali fondamentali. I soggetti di queste culture paleolitiche,posti di fronte a delle fotografie di soggetti di razza caucasica esprimenti emozioni,ne hanno fornito un’interpretazione assai vicina a quella data da soggetti della nostra cultura:hanno riconosciuto le stesse emozioni.
In seguito a tutta una serie di altri esperimenti è possibile concludere che alle stesse emozioni corrispondano,salvo i vincoli culturali-educativi sulle regole di esibizione,simili od uguali movimenti dei muscoli del viso e,viceversa,che le stesse espressioni facciali ricevano da parte di qualunque soggetto della specie umana analoghe interpretazioni emotive.

Le due risposte emotive più studiate,in quanto collegate agli stati affettivi di base del piacere e del dispiacere ed in quanto sono fra le prime risposte che l’individuo offre alle variazioni dell’ambiente sia esterno che interno,sono quelle del pianto e del sorriso.

    • Il “pianto automatico” è,con ogni probabilità,il primo segnale che il bambino emette

dopo la nascita. È possibile isolare tre distinti modelli di pianto:

  • pianto di fame
  • pianto stizzoso
  • pianto di dolore

che differiscono tra loro per variazioni nella frequenza e nel ritmo(scandito dalle pause). La disposizione temporale delle sequenze,nelle quali si articola il pianto,ha una importante funzione di segale per la madre.
Sembra molto probabile che i ritmi delle vocalizzazioni nel neonato siano controllati da meccanismi centrali autonomi. Sono numerosi gli stimoli fisici e fisiologici che attivano il pianto(le modificazioni di temperatura…). Gli stimoli atti ad inibire il pianto comprendono:
-la suzione non nutritiva
-il contatto fisico
-l’oscillazione e la vista di un volto umano
In una ulteriore fase dello sviluppo il pianto perde il carattere di risposta più o meno riflessa e compare a partire circa dalla sesta settimana di vita il “pianto per attirare l’attenzione”,che è regolato dall’intenzionalità.

    • Per quanto riguarda il sorriso,tale espressione emotiva compare più tardi del pianto

ma le sue forme di manifestazione non differiscono molto da quelle che abbiamo visto per il pianto. Sono stati rilevati fin dalle prime ore della nascita,movimenti facciali assimilabili ad un sorriso,nonché risposte di sorriso associate a stimoli uditivi durante la veglia del bimbo nelle prime settimane,ma è verso il terzo mese di vita che compare una franca risposta di sorriso di fronte al volto umano medesimo. Tuttavia questo primo “sorriso sociale” è una risposta fornita al volto inteso come struttura-segnale privilegiata,costituita dall’insieme di fronte,naso e due occhi. Infatti il solo spostamento del volto da un posizione frontale e completa ad una laterale,con la comparsa di un solo occhio,spegne il sorriso. Mentre il bimbo sorride ad una sagoma che sia dotata di due occhi,nonostante essa sia di cartone. Quindi il bimbo non riesce ancora ad operare una distinzione tra ciò che è vivo e ciò che non lo è.
Entro l’ottavo mese sorride di fronte ai volti familiari e mostra timidezza e paura verso i volti estranei. Quindi la risposta del sorriso viene esibita selettivamente sulla base di una scelta sociale.

FISIOLOGIA delle EMOZIONI

Prima di chiarire attraverso quali scelte e definizioni di carattere operativo è stato possibile studiare fisiologicamente il fenomeno emozione è necessario operare una prima distinzione fra le motivazioni e le emozioni.
Per motivazione si intende l’attivazione in un organismo di quei meccanismi che lo preparano e lo orientano verso un’azione.
Mentre la reazione emotiva generalmente si conclude all’interno del soggetto,la motivazione è un processo in grado di andare la di là dei limiti del soggetto e di entrare in relazioni concrete con l’oggetto stimolante.
Mentre l’emozione ha un’espressione altamente affettiva,la motivazione possiede un’espressione diretta,attiva.
Un processo affettivo,se pur con difficoltà,è studiabile:

  • attraverso le modificazioni che induce nello svolgimento dell’azione
  • attraverso i comportamenti di comunicazione verbale e non verbale capaci di se galere o di indurre una risposta emotiva
  • attraverso l’insieme dei correlati fisiologici dello stato di attivazione che caratterizza l’emozione,se viene considerata nella dimensione di reazione di stress.

In questo caso ci si rifà al concetto di agente stressante e di risposta di stress ad esso conseguente nella loro accezione più ampia. In questo modo si inquadrano le emozioni come delle risposte di valore adattativo,caratterizzate da peculiari reazioni somatiche e qualità affettive.
La prima e più celere risposta dell’organismo allo stressor è una attivazione del sistema nervoso autonomo. Nei mammiferi e nell’uomo gli indici di un’attivazione simpatica adrenergica sono:

  • aumento della sudorazione povera di sali Þ dispersione di calore derivante dall’attività muscolare
  • glicogenolisi e lipolisi Þ disponibilità di pronte scorte energetiche nel sangue
  • aumento della frequenza cardiaca e della ventilazione polmonare Þ ossigenazione ottimale
  • riduzione della temperatura cutanea per vasocostrizione(pallore e senso di freddo)
  • afflusso maggiore di sangue ai muscoli Þ prontezza all’azione
  • rallentamento delle funzioni digestive Þ permette l’afflusso di sangue verso i distretti muscolari
  • dilatazione pupillare
  • maggiore coagulabilità del sangue Þ rapida cessazione della perdita ematica dalle ferite

Per la loro agevole misurabilità alcune di queste reazioni vengono correntemente utilizzate nella ricerca sperimentale come indici della presenza di un’emozione:
-L’indice più famoso è il riflesso psicogalvanico,che si basa sull’osservazione che la resistenza della cute,al passaggio di una debole corrente elettrica,diminuisce in concomitanza con un’emozione. La causa di tale aumento della conduttività è da ricercarsi nell’aumento della sudorazione.
-Altro indice per indagare sulle reazioni somatiche delle emozioni è la variazione della temperatura cutanea
Sono indici di emozione anche altri indicatori quali:
-aumento del tono muscolare
-aumento della frequenza cardiaca
-aumento di glicemia e colesterolemia
-aumento della pressione arteriosa
-dilatazione pupillare
Una risposta somatica più tardiva ma persistente allo stressor è:
-aumento della secrezione di cortisolo
-aumento della secrezione di aldosterone
-aumento della secrezione di ormone tiroideo

L’analisi dell’emozione è possibile compierla con tre metodiche:

  • registrazione di parametri fisiologi
  • studi sulle conseguenze delle lesioni del SN
  • stimolazioni elettriche o chimiche settoriali di precise aree cerebrali

Tale analisi risulta così abbastanza completa ed esauriente,ma non esaurisce le possibili spiegazioni dei fenomeni che si osservano nella realtà esterna.

In generale si può dire che:

  • il processo emozionale implica un controllo sia neuroelettrico che neuroormonale
  • che l’attivazione comportamentale è organizzata da centri talamici ed ipotalamici in relazione a livelli soglia delle stimolazioni il cui grado di intensità dipende da regolazioni ormonali
  • che la qualificazione in senso affettivo delle afferente sensoriali ha una partenza in gran parte sub-corticale
  • ma che le aree della neocorteccia,nelle quali si proiettano le strutture libiche,svolgono una funzione,ad orientamento generalmente inibitorio,di integrazione e connotazione.
  • L’emisfero sinistro è prevalente nelle funzioni affettivo-motivazionali
  • L’emisfero destro è preminente nella funzione affettivo-esperienziale.

 

MALATTIE PSICOSOMATICHE
Si definiscono psicosomatiche quelle malattie fisiche,funzionali ed organiche,che riconoscono nelle esperienze affettive un momento determinante per il loro sviluppo. Gli stati emotivi non vengono adeguatamente controllati ed elaborati a livello psicologico,ma attivano funzioni somatiche che vengono perciò alterate fino anche alla comparsa di lesioni organiche.
Le principali malattie a base psicosomatica possono essere:

Apparato digerente(in cui è implicato il bisogno inconscio di dipendenza,la fame d’amore):

  • ulcera peptica
  • colite ulcerosa
  • ileite regionale
  • stipsi e diarrea

Apparato respiratorio:

  • asma bronchiale
  • rinite vasomotoria,iperventilazione,tubercolosi polmonare

Apparato cardio-circolatorio(alla cui base vi sono le pulsioni aggressive rimosse,per cui l’organismo si trova in un perenne stato di lotta):

  • ipertensione essenziale
  • emicrania
  • disturbi del ritmo cardiaco,morbo di Raynaud,sincope,infarto miocardico e angina pectoris

Disturbi cutanei(in cui è implicato il significato protettivo e delimitante della pelle)

  • orticaria
  • dermatite e alopecia
  • dermatite atopica
  • eczema
  • prurito
  • verruche

Disturbi metabolici ed endocrini:

  • morbo di Basedow
  • diabete mellito
  • disturbi mestruali
  • obesità

Apparato muscolo-scheletrico:

  • artrite reumatoide

Infine vanno ricordati i disturbi:

  • della condotta alimentare(vomiti,anoressia,bulimia)
  • sfinteriali(enuresi,encopresi)
  • sessuale(impotenza e frigidità)

 

Fonte: http://ww.reocities.com/Athens/parthenon/8671/EMOZIONI.doc

Sito web da visitare: http://ww.reocities.com

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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