Significato di fare il pesce d’aprile

Significato fare il pesce d’aprile

 

 

 

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Significato fare il pesce d’aprile

 

Significato dei proverbi italiani e detti latini

 

Fare il pesce d’aprile significa : Per trovare evidenziata nel calendario la data del 1° aprile dobbiamo risalire al 154 a C. che a quell’epoca segnava l’inizio dell’anno e veniva festeggiato solennemente. Questo appuntamento, col passare del tempo, venne anticipato al 1° di gennaio dalla riforma voluta da Caio Giulio Cesare. Ma il primo aprile continuò ad essere un giorno cardine anche nel nuovo calendario giuliano, segnando l’inizio del solstizio di primavera. L’avvento della primavera segnava il rinnovamento della terra e della vita e veniva propiziato con riti, offerte agli dei e giochi. Con l’avvento del Cristianesimo, nell’Impero Romano feste di questo tipo furono sostituite con altre cerimonie religiose con il chiaro intento di far scomparire le antiche usanze pagane. Così i festeggiamenti del 1° aprile vennero sostituiti da quelli della Pasqua. Siccome le abitudini sono dure a morire molta gente continuò ad osservare i vecchi rituali pagani suscitando l’ilarità generale e diventando oggetto di scherzi e burle di ogni tipo. Nel 1582 l’Europa adottò il nuovo calendario voluto da papa Gregorio XIII, che per questo si chiamò gregoriano, che confermava il capodanno al 1° gennaio, ma spostava il solstizio di primavera dal 1° aprile al 21 marzo. Così la data del 1° aprile fu svuotata di qualsiasi importanza. Ma alcuni ostinati resistettero e continuarono a far baldoria in questo giorno, festeggiando una ricorrenza ormai inesistente e falsa, con scherzi ed offerte altrettanto inesistenti o falsi. Ecco allora entrare in scena il pesce, regalo fasullo ideale in quanto nel mese di aprile la pesca era vietata essendo i pesci in fase di riproduzione. A tal proposito si racconta che uno degli scherzi ricorrenti del 1° aprile fosse stato quello di burlarsi dei pescatori gettando nei fiumi delle aringhe affumicate, e dunque morte, gridando “Ecco i pesci d’aprile!”. Ai giorni nostri in Italia le aringhe affumicate si sono trasformate in pesci di carta e bigliettini con la scritta “pesce d’aprile” da attaccare ai vestiti di qualche ignaro passante. Nel resto d’Europa il 1° aprile è chiamato anche “giorno dei matti” perché si invita il malcapitato di turno a “raccogliere la neve diseccata” in Germania, a “comperare il lievito per le salsicce” in Francia, a “mandare qualcuno a caccia di cucù” in Scozia, insomma a chiedere cose assurde o inesistenti come pescare un pesce ad aprile!

 

Fonte : http://digidownload.libero.it/urbani.ccu/Proverbi%20definitivo.doc

sito web da visitare : http://digidownload.libero.it/urbani.ccu/

 

Autore del testo originale : URBANI

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La nozione corrente di proverbio per chiarire le caratteristiche di contenuto e di struttura del concetto che abitualmente usiamo.
Partendo dalle definizioni lessicografiche, tratte rispettivamente dai dizionari di Petrocchi, di Tomasseo – Bellini, dello Zingarelli e del Dizionario Etimologico Italiano (D.E.I.) abbiamo:

  1. motto o sentenza d’uso comune (Petrocchi),
  2. detto breve arguto, e ricevuto comunemente, che per lo più sotto parlar figurato comprende avvertimenti attinenti al vivere umano (Tommaseo),
  3. detto breve e spesso arguto, di origine popolare e molto diffuso, che contiene massime, norme, consigli fondati sull’esperienza (Zingarelli),
  4. breve motto, di larga diffusione e antica tradizione, che esprime in forma stringata e incisiva un pensiero o, più spesso, una norma desunta dall’esperienza (D.E.I.).

Una formulazione, comunemente accettata, è quella presentata da J.A.Kelso che fornisce l’elenco delle quattro condizioni in cui, a suo giudizio, esisterebbe un generale consenso su una formulazione che definisce i proverbi: la brevità (o concisione), il buon senso, l’arguzia e la popolarità.

Il proverbio indica una breve espressione letteraria, spesso ritmata, non priva di umorismo e di ironia, con al quale si trasmette il frutto dell’esperienza e della saggezza di un popolo.
Per aiutare la memoria del popolo, i maestri spesso ricorrono spesso all’assonanza di parole ( per esempio “parenti serpenti”, “chi non risica non rosica”, “chi si loda s’imbroda”.
Inoltre viene rispettata una certa musicalità, per cui i versi sono accentati secondo una precisa metrica. Per esempio: “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino“.
I proverbi parlano spesso per immagini, facendo il paragone con persone, animali o situazioni di vita vissuta. Vi sono contenute anche descrizioni dei diversi caratteri delle persone.

Il proverbio o detto popolare è l’espressione della voce del popolo, è come una scintilla nella via del futuro che guida nel giudizio o nell’operato di ciascuno. Anche se ormai l’uso del proverbio appartiene più al passato che al presente, spesso rispolverarne qualcuno può risultare utile e divertente.
Una raccolta di proverbi è come un insieme di leggi che formano la scienza della vita pratica, infatti sono scientificamente tratti da un numero infinito di esperienze quotidiane. Molto spesso un proverbio ne contraddice un altro, ma è anche vero che nessuno dei due sbaglia. C’è sempre un proverbio giusto per ogni situazione.
Il proverbio nasce da una particolare condizione di luogo e di tempo e può dare origine a dieci, cento fatti in un determinato senso  e di conseguenza ad un proverbio stesso; un’altra condizione può generare a sua volta dieci o cento fatti in senso contrario e dare così origine ad altri proverbi opposti.

E, i proverbi, signor conte, sono la sapienza del genere umano.
(A. Manzoni, I promessi sposi, Cap. V)

I proverbi costituiscono il monumento parlato del genere umano.
(Benedetto Croce)

Un gran proverbio
caro al Potere
dice che l’essere
sta nell’avere.
(Giuseppe Giusti)

I proverbi dialettali non sono “trasferibili”, vanno gustati sul posto. Come il lambrusco.
(Cesare Marchi)

 

Fare il pesce d’aprile significato

 

 

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Fare il pesce d’aprile cosa significa

 

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Fare il pesce d’aprile cosa significa