Bibliografica descrizione

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Bibliografica descrizione

Bibliografica, descrizione [dal gr. Bibliographía, «trascrizione di libri», comp. Dal gr. Biblíon, «libro», e dal gr. -Graphía, der. Di gráphō, «scrivere», descrizione, dal lat. Descriptio -onis, der. Di describĕre, «descrivere»]. La descrizione bibliografica dipende dallo standard catalografico adottato e dalle finalità della bibliografia stessa. In linea generale si può distinguere tra descrizione analitica del libro antico a stampa (dalle origini al 1830), considerato come un prodotto artigianale, e descrizione bibliografica enumerativa del libro moderno (dal 1831 a oggi), considerato un prodotto industriale dove tutte le copie di un’edizione hanno le stesse caratteristiche. Descrizione analitica del libro antico nella descrizione del libro antico a stampa, si può scegliere di fornire una descrizione bibliografica enumerativa, storica, analitica, ecc. Secondo le finalità dello studio stesso. In genere la descrizione di un libro antico, ha l’obiettivo di descrivere non la singola copia, ma la copia ideale, basata sulla descrizione di tutte le copie esistenti di un libro. Ma se questo è possibile nel libro moderno, non lo è per il libro antico, dove la copia ideale rappresenta un’astrazione teorica, dove si distingue tra edizione, emissione, stato, e variante. La descrizione riguarderà quindi l’esemplare esaminato, riportando alla fine della descrizione, eventuali altri esemplari posseduti da altre biblioteche. La tecnica migliore di descrizione, è così quella analitica, che può essere distinta in sei parti: (1) trascrizione del frontespizio, che può essere quasi-facsimilare, in cui si riproducono fedelmente il titolo e le note tipografiche così come si presentano, dividendo le righe con una barra nel caso di un capoverso, utilizzando gli stessi caratteri maiuscoli e minuscoli, gli usi fonetici, le contrazioni, e gli eventuali errori. La data si riporta come si presenta, in numeri romani o arabi. I caratteri utilizzati sono quelli utilizzati nel frontespizio: romano, corsivo, maiuscoletto e gotico. In alternativa può essere utilizzata la descrizione semplificata, in cui si riporta il frontespizio tutto in caratteri romani, utilizzando le maiuscole secondo l’uso della lingua del testo. Qualora il titolo sia molto lungo, può essere abbreviato, purché la frase abbia un senso compiuto. Si omettono in genere le dediche. Le note tipografiche sono date nella maniera più completa, così come si presentano sul frontespizio, ma senza indicare la fine del rigo, (2) formato e formula collazionale, numero delle pagine e presenza di marca tipografica, (3) note tecniche, posizione della segnatura dei fascicoli, richiami, tavole, ecc., (4) Dettagli relativi al contenuto del libro, (5) ogni altra informazione che si ritiene utile sulla storia del libro e sugli altri esemplari esaminati, (6) indicazione degli esemplari conosciuti, con bibliografia relativa all’edizione esaminata, riportando l’url per le bibliografie elettroniche consultate online. Nel caso di una descrizione relativa a un libro antico, da inserire in una bibliografia alla fine del volume, può non essere funzionale fornire una descrizione analitica del volume come sopra esposto, per cui questo può essere descritto anche secondo altri standard. Nel caso di incunaboli, o anche nel caso di uno studio su una particolare edizione, possono essere forniti anche altri dettagli, come la misurazione dei caratteri tipografici, la descrizione delle illustrazioni e delle tecniche utilizzate, descrizione di eventuali presentazioni o prefazioni, ecc. Tascrizione quasi-facsimilare

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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