Bolla

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Bolla

Bolla [dal lat. Bŭlla, «borchia d’oro o di cuoio portata al collo dai giovani di roma fino al termine della pubertà». In seguito indicò il sigillo, di piombo, argento, oro, ecc. Perché ottenuto con un globo (bulla) di metallo compresso tra due matrici, e per estensione la lettera stessa]. 1. Disco di metallo che porta, normalmente sulle due facce, l’impronta ottenuta per l’impressione data dalla matrice. Il termine indica sempre un sigillo metallico, ordinariamente di piombo, eccezionalmente d’oro o d’argento. Secondo la materia si distinguono: bolle di piombo (nella cancelleria bizantina: molibdobolla), bolle d’oro o crisobolla, bolla d’argento o argirobolla. Le bolle, tutte di forma circolare, con un’impronta sulle due facce, pendevano dai documenti mediante cordicelle seriche o di canapa o di fili dorati, che attraversavano i fori della plica inferiore della pergamena. Fecero uso di bolle i papi e taluni uffici di dignitari, qualche vescovo, qualche concilio, gli imperatori d’oriente e tutti i loro funzionari, dicasteri, ecc. E, da ludovico ii in poi, talvolta gli imperatori d’occidente, qualche re, alcune signorie, certi ordini religiosi (san giovanni di gerusalemme, ecc. ), I dogi di venezia e, per concessione di papa leone x, il comune di firenze. Per imprimere le bolle plumbee si usavano stampi a tenaglia oppure torchi, come quello della cancelleria apostolica. Tali strumenti talvolta servirono anche per le bolle auree, in altri casi si impressero separatamente due lamelle d’oro sottili, il recto e il verso, fra le quali si poneva uno strato di cera come riempitivo, per questo motivo i sigilli d’oro sono a volte considerati impropriamente delle bolle. 2. Nella diplomatica pontificia si dà il generico nome di bolla a tutte le lettere solenni (litterae solemnes), come decreti, costituzioni, scomuniche, emanate dalla cancelleria papale, munite di sigillo metallico pendente, recante l’effige di pietro e paolo da un lato, e il nome del pontefice dall’altro. Dalla fine del xix secolo il sigillo pendente è stato sostituito da un’impronta rossa con la testa degli apostoli, restando il sigillo plumbeo pendente solo per bolle particolari o solenni. Le bolle pontificie recano il primo rigo in lettere eleganti e ornate, con la formula: «a perpetuam (futuram, aeternam) rei memoriam». Le bolle si sogliono citare con l’incipit del testo, sono anche contraddistinte dall’intestazione e dalla data, fatte secondo lo stile epistolare romano. (V. Anche mezza bolla, sigillo, tenaglia per bolle). Bibliografia: bascapé 1969-1978, rabikauskas 1980, vis 1990.

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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