Croce simbolo a bracci

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Croce simbolo a bracci

Croce, simbolo [lat. Crux crŭcis, «croce»]. Esistono diversi tipi di croci. I principali sono: a bracci ramiformi, croce spesso biforcata i cui bracci sono foggiati a ramo d’albero, a doppia traversa, croce a due traverse della stessa lunghezza: la superiore può recare un’iscrizione, a gocce, croce i cui bracci si allargano verso l’esterno, a lancia, croce con un lungo montante, a tau, croce il cui montante termina all’incrocio con la traversa, formando la lettera t (tau) che è l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico. È chiamata anche croce di san’antonio, croce egiziana e croce commissa: san francesco d’assisi la usò come suo simbolo, ad albero della vita, croce i cui bracci sono foggiati a albero, con foglie, fiori e frutti: tipologia da non confondere con la croce a bracci ramiformi, ad àncora, croce in cui il montante termina nella parte bassa a forma di àncora, a otto punte, croce greca i cui bracci terminano a coda di rondine, aguzza, croce i cui bracci terminano con una punta, ansata, croce a forma di lettera t, in cui la parte montante sopra la traversa è sostituita da un elemento ovale. Questa croce è conosciuta anche come chiave della vita o ankh (croce con maniglia, impugnatura), è un antico simbolo sacro egizio, il quale è stato adottato dai copti (cristiani egiziani), armena, la croce armena, simbolo dei cristiani di quella cultura è una croce latina che porta sugli angoli dei quattro bracci il trifoglio simbolo della trinità. Spesso riccamente ornata nei khachkar (in armeno croce di pietra) cippo funerario scolpito tipico dell’arte armena e presente in tutta l’area storicamente occupata da questo popolo, basca, il lau buru (quattro teste in lingua basca) è un simbolo raffigurante una croce curvilinea e è diventato uno dei simboli dei paesi baschi, biforcata, croce con la traversa (svasata o biforcuta) a formare una y. È detta anche croce a pergola o forcuta, dei malfattori, celtica, croce latina i cui bracci sono tagliati da un cerchio, è frequente nei monumenti funebri irlandesi. È il simbolo dei cristiani celti, antico di 1400 anni, con terminazioni ancorate, croce greca i cui bracci terminano in due punte ricurve in fuori. Questa è detta anche croce di sant’emiliano della cogolla o croce visigota. In spagnolo cruz de san millán, è un simbolo legato alla figura di sant’emiliano (millán in spagnolo), eremita iberico del vi secolo. Tra le più antiche testimonianze di questo simbolo la lapide del santo nel monastero de suso in spagna, con terminazioni arricciate, croce greca i cui bracci terminano a doppio ricciolo divergente, con terminazioni artigliate, croce greca i cui bracci terminano a forma di artiglio stilizzato, con terminazioni biforcate, croce i cui bracci terminano a forma di y, con terminazioni semilunate, croce i cui bracci terminano a mezza luna, con terminazioni trilobe, croce i cui bracci terminano con un elemento trilobato simile al trifoglio greco, copta, la croce copta originale ha le sue origini nella croce ankh (ansata). Nuova croce copta, è la croce attualmente utilizzata dalla chiesa copta cattolica e dalla chiesa ortodossa copta di alessandria. Si è evoluta da varie croci più antiche, dei templari, croce greca con estremità svasate, in francese detta croix pattée, in tedesco tatzenkreuz per la sua forma a zampa. Dopo i templari fu il simbolo dell’ordine teutonico e dell’impero prussiano. Famosa l’onoreficienza militare dell’esercito tedesco croce di ferro, del golgota, croce infissa su un basamento a forma di piccolo monte o a tre gradini, come simbolo del calvario, del sacrificio, grande croce cimiteriale bianca presente nei cimiteri di guerra del commonwealth, del sacro cuore, croce infissa su un supporto a forma di cuore, di avellana, croce greca di forma floreale, di calatrava, è la croce dell’ordine militare di calatrava, di colore rosso è formata da una croce greca che termina a giglio. L’ordine fu fondato nel 1158 dall’abate cistercense san raimondo de fitero, cui il re di castiglia sancio iii aveva affidato la difesa della città di calatrava dai mori. Papa alessandro iii approvò l’ordine nel 1164, di canterbury, è una croce con quattro bracci uguali che si allargano a forma di martello alle estremità esterne. Ogni braccio ha un pannello triangolare inscritto tipo triquetra (con tre punte): al centro della croce c’è un quadrato. Simboleggia la chiesa e l’episcopato anglicano, di consacrazione, una delle 12 croci dipinte sulle pareti di una chiesa per segnare il luogo dove ha ricevuto l’unzione di consacrazione, di gerusalemme, croce greca, qualche volta potenziata, con quattro croci greche minori inserite nell’angolo formato dall’incrocio dei bracci. È stata usata come simbolo dei crociati che combatterono contro gli arabi, per questo è detta croce dei crociati, di lorena, croce a doppia traversa: la più alta delle quali è più piccola dell’altra e rappresenta il titulus crucis. Questa è anche chiamata croce d’angiò poi di lorena, poiché figura nello stemma dei duchi d’angiò divenuti di lorena dal 1473. Le cattedrali inglesi spesso hanno la pianta a forma di croce di lorena, di malta, detta anche croce di san giovanni, croce greca con bracci foggiati a punta di freccia rivolti verso il centro. Fu simbolo della repubblica marinara di amalfi, almeno sin dall’xi secolo: è l’insegna dei cavalieri dell’ordine di malta, il primo ordine religioso e militare prodotto dalle crociate, di san filippo, croce analoga a quella latina, ma posta in senso orizzontale, di san giacomo, croce con le estremità della traversa a forma di foglia e le estremità del montante a forma di lancia, in basso, e di giglio in alto. Era l’insegna distintiva dei cavalieri dell’ordine di san giacomo di campostella, qualche volta accompagnata dalla simbolica conchiglia, di san pietro, croce analoga a quella latina, ma posta in senso inverso. È associata a san pietro per la tradizione che sia stato crocifisso a testa in giù. Nei tempi moderni è stata usata come simbolo del diavolo e del satanismo, di san tommaso, croce antica utilizzata dalla comunità siro-malabarese nasrani di san tommaso, cristiani di kerala, india, di sant’andrea o croce decussata, croce con i bracci della stessa lunghezza incrociati a formare una x: questa è associata a sant’andrea in quanto secondo la tradizione l’apostolo fu martirizzato su una croce a x, di santa brigida, in inglese detta brigid’s cross, brighid’s cross o brigit’s cross: in gaelico: crosóg brighde, è un simbolo irlandese. La prima croce di questi tipo è attestata nel xvii secolo, le croci sono fabbricate utilizzando dei giunchi o più raramente della paglia. È tipica delle zone rurali dell’isola, di santa nino, conosciuta anche come la croce di tralci di vite tradizionalmente accreditata a nino, la santa missionaria che convertì il re georgiano al cristianesimo. È il simbolo della chiesa apostolica autocefala ortodossa georgiana, di tolosa, croce greca con bracci formati da losanghe i cui vertici sono decorati con una piccola sfera: questo era lo stemma dei conti di tolosa, ben presto divenne il simbolo di occitania, greca, croce con i bracci perpendicolari di uguale lunghezza. Una delle forme cristiane più comuni in uso nel vi secolo, gigliata, croce i cui bracci terminano a forma di giglio araldico, imperiale, infissa su un supporto a forma di globo. Usata nelle insegne regali, simboleggia il dominio di cristo sul mondo, iscritta, croce entro un cerchio. A secondo della tipologia, può essere ulteriormente definita croce iscritta o patente, latina, croce a bracci perpendicolari in cui il montante più lungo è maggiore della traversa. Insieme con la croce greca, è la forma più comune. Questa rappresenta la croce della crocifissione di gesù, mariana, croce concepita per comporre lo stemma di papa giovanni paolo ii, è la combinazione di una croce latina con la lettera m riferita alla vergine maria che era presente sul calvario, monogrammatica, il monogramma di cristo chi rho (o chrismon) è una combinazione di lettere dell’alfabeto greco, che formano una abbreviazione del nome di gesù. Esso è tradizionalmente usato come simbolo cristiano e è uno dei principali cristogrammi. Il simbolo si compone di due grandi lettere sovrapposte, la x e la p che corrispondono rispettivamente alla lettera x e p dell’alfabeto greco, papale, croce con tre traverse di diversa lunghezza, digradante verso l’alto oppure con la traversa centrale più lunga (o più corta) delle altre due di pari lunghezza, è sorretta generalmente dall’agnello mistico e qualche volta arricchito da uno stendardo. Le tre traverse rappresentano il triplice ruolo del papa: vescovo di roma, patriarca dell’occidente, successore di san pietro capo degli apostoli, patente, croce greca i cui bracci presentano terminazioni triangolari, patriarcale o arcivescovile, croce a due traverse di cui la superiore è più corta e rappresenta la targa inchiodata alla croce di gesù detto titulus crucis. È simile alla croce di lorena, anche se nella versione originale di quest’ultima, il braccio inferiore è più basso, perlata o gemmata, nel vi secolo, vi era ancora una certa difficoltà nel raffigurare con sembianze umane cristo, anche se già nel iv secolo, quando il cristianesimo finì di essere perseguitato, si cominciò a rappresentare in particolare il volto di gesù, in maniera personale, nel desiderio di sostituire gli antichi simboli: l’agnello, la croce, l’ancora, il pesce, ecc. La croce, in questo caso quella di sant’apollinare in classe, è ricoperta di gemme, gemmata perché pone l’accento sul paradosso di questo strumento di morte che diventa per il credente uno strumento di salvezza, a sottolineare tutta l’azione di gesù crocifisso, disceso agli inferi, risorto per la salvezza degli uomini, pomellata, croce greca i cui bracci terminano a forma di sfera, potenziata, croce i cui bracci terminano a t (tau), se potenziata doppia, le terminazioni a t sono a loro volta concluse da traverse perpendicolari, se potenziata tripla, i bracci a t sono tagliati da una traversa minore: molto utilizzata in araldica, presbiteriana, croce simbolo della chiesa presbiteriana, raddoppiata, croce greca i cui bracci terminano a forma di croce, ritrinciata, croce greca i cui bracci terminano con lobature sagomate, rossa, è il primo simbolo utilizzato da questa organizzazione umanitaria cui ha fatto seguito quella della mezzaluna rossa, del leone o sole rosso e del cristallo rosso, russa, detta anche croce bizantina o croce ortodossa. Questa croce a tre traverse, dove la prima in alto è il titulus crucis, mentre quella in basso normalmente è posta obliquamente rispetto al montante, rappresenta il suppedaneum, legno che sosteneva i piedi di gesù cristo crocifisso. Questo simbolo apparso presto in ambito bizantino, è divenuto il simbolo della chiesa ortodossa russa e di altre chiese autocefale slave, scalinata, croce greca le cui terminazioni sono foggiate a gradini digradanti, dall’esterno all’interno, tipologia da non confondere con la croce del golgota, scandinava, o croce nordica, è un motivo costante delle bandiere dei paesi della scandinavia. La croce, che simboleggia la cristianità, si estende fino al bordo della bandiera, con il braccio verticale decentrato a sinistra. La prima bandiera di questo tipo fu quella danese nel xiii-xiv secolo, cui fece seguito quella della svezia nel 1663, norvegia 1814, islanda 1897, finlandia 1918, serba (croce tetragramma), croce greca con quattro lettere c cirilliche capovolte posizionate in ognuno dei quattro angoli della croce. È uno dei simboli, nazionali, religiosi e etnici, del popolo serbo e della serbia stessa. Secondo alcune interpretazioni le c cirilliche sono le iniziali della frase samo sloga srbina spasava, che è il motto della serbia, solo l’unità salva i serbi. Secondo altre interpretazioni i quattro segni sarebbero delle pietre focaie o le lettere β dell’alfabeto greco che sarebbero le lettere iniziali di basileús basiléon, basileúon basileuónton, re dei re sopra tutti i re, stellata, croce greca con i bracci foggiati a triangolo, in modo da formare una stella, ugonotta, la croce ugonotta è un simbolo religioso cristiano affermatosi prima in francia e poi nel resto d’europa, come uno dei segni distintivi più popolari della fede evangelica riformata, uncinata o svastica, croce greca i cui bracci terminano ciascuno in un prolungamento a angolo retto o acuto. Questa croce è anche detta gammadion, poiché ciascun braccio è fatto, come il gamma greco, da due tratti, uno verticale e l’altro orizzontale, ma diseguali, anche se associati. Bibliografia: ec 1949, s.V., .

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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