Stabilità all’invecchiamento

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Stabilità all’invecchiamento

Stabilità all’invecchiamento [stabilità, dal lat. Stabilĭtas -atis, der. Di stabĭlis, «stabile» invecchiamento, der. Di vecchio, lat. Tardo e pop. Vĕclus per il lat. Class. Vĕtŭlus, dim. Di vetus, «vecchio»]. Proprietà della carta di resistere al deterioramento nel corso del tempo, causato da fattori legati alla composizione e alle condizioni ambientali di conservazione. L’invecchiamento si manifesta con un cambiamento chimico e fisico delle materie fibrose, che diventano friabili inducendo di conseguenza la fragilità della carta. Un’altra manifestazione è la variazione del colore, che nella carta bianca si presenta come un ingiallimento, mentre nel caso di carte colorate si ha lo sbiadimento della tinta (solidità alla luce). I fattori esterni che riducono la stabilità all’invecchiamento sono la luce, il calore e l’umidità relativa dell’ambiente. Tra i fattori interni alla carta hanno grande influenza il tipo e la qualità delle materie fibrose altri fattori sono la presenza di collatura superficiale e di materie di carica alcaline, quali a esempio il carbonato di calcio, in grado di neutralizzare l’acidità presente o indotta nella carta da agenti esterni. L’acidità è considerato il fattore più dannoso: può venire dall’esterno, sotto forma di gas o dall’interno, in quanto per la collatura nella carta antica era utilizzato l’allume. In entrambi i casi si ha la formazione di un acido che attacca la cellulosa, riducendone la resistenza meccanica. La moderna industria cartaria ha acquisito la tecnologia di produrre carta senza l’impiego di reagenti acidi. (V. Anche acidità della carta biodeterioramento della carta).

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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