Camminare

Camminare

 

 

 

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Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Camminare

 

IL BEN ESSERE AL …PASSO CON LA SALUTE
ASP RAGUSA
DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE

MEDICINA DELLO SPORT

 

Sul cammino…

“Camminare, nel contesto della realtà contemporanea, parrebbe esprimere una forma di nostalgia, oppure di resistenza. I camminatori sono persone singolari, che accettano per qualche ora di uscire dall’automobile per avventurarsi fisicamente nella nudità del mondo. L’atto del camminare rappresenta il trionfo del corpo, con sfumature diverse secondo il grado di libertà della persona. Favorisce l’elaborazione di una filosofia elementare dell’esistenza basata su una serie di piccole cose, induce per un momento il viandante a interrogarsi su di sé, sul suo rapporto con la natura, con gli altri, a meditare su un’inattesa gamma di questioni. ”

Diverse evidenze scientifiche hanno ampiamente dimostrato che la minoritaria quota di soggetti che pratica una qualche sufficiente attività fisica come il cammino ricorre meno dal medico di medicina generale e dallo specialista per motivi di salute e terapie.
Più in generale i riflessi benefici svolti dall’attività fisica a tutte le età ma in particolare nell’età adulta/anziano sono ormai acquisiti su tre piani di qualità della vita: 1. sul versante della longevità (la vita di chi pratica regolarmente attività fisica è più longeva in relazione all’intensità della pratica sportiva), 2. morbilità (l’incidenza di malattie risulta sensibilmente attenuata per coloro che praticano con regolarità attività fisica programmata), 3. qualità della vita e benessere psico fisico.
L’esercizio fisico quotidiano, controllato e commisurato alle proprie capacità, è uno dei migliori farmaci che ci si possa auto-somministrare.

 

LA PREVENZIONE PARTE DA UNO STILE DI VITA "ATTIVO"

Pochi, ma importanti sono i fattori che contribuiscono ad un buon invecchiamento, tra questi il movimento fisico gioca un ruolo fondamentale perchè:
Una regolare attività fisica come il cammino previene patologie croniche, come:

  • diabete di 2 tipo
  • disturbi cardiocircolatori
  • obesità

protegge da condizioni disabilitanti tipo:

  • osteoporosi
  • fragilità
  • artrite

riduce o elimina fattori di rischio come:

  • pressione alta
  • colesterolo e trigliceridi elevati

La medicina sportiva da tempo ha potuto constatare come l'uso costante e sorvegliato di un'attività fisica adeguata incrementa le resistenze totali dell'organismo, limita l'involuzione muscolo scheletrica e cardio-vascolare, stimola il mantenimento delle capacità psico-cognitive del soggetto.
Un tessuto muscolare quotidianamente attivo è, infatti, il motore attraverso cui sono impiegati la maggioranza degli zuccheri, grassi e proteine introdotti con l’alimentazione. Un muscolo inattivo, invece, limita la potenzialità espressiva della persona e conduce ad un invecchiamento precoce ed accompagnato da tutte quelle patologie legate alla sedentarietà. È a questo livello che la medicina preventiva può realizzarsi  pienamente.

Semplici ma utili consigli per i più sedentari
ATTIVITA’ FISICA NON STRUTTURATA
Chiunque, da una condizione di sedentarietà, desideri iniziare un programma di attività fisica, anche molto complesso, deve procedere gradualmente.
Il CAMMINO rappresenta il primo livello per tutti coloro che desiderano iniziare a dedicarsi alla propria salute. Camminare ogni volta che è possibile, ricordandoci che i benefici maggiori si ottengono con la continuità, il nostro corpo, infatti, risponde alle continue sollecitazioni
sempre meglio, adattandosi a carichi di lavoro sempre più intensi.
Cominciamo ad esempio ad allenarci sfruttando al meglio il tempo a nostra disposizione anche andando in ufficio:

  • prendendo i mezzi pubblici per andare al lavoro
  • scendendo una fermata prima della destinazione
  • passeggiando durante le pause lavorative
  • utilizzando le scale al posto dell’ascensore
  • andando a parlare di persona con il collega anziché utilizzare il telefono o l’e-mail

 

 

LA PREVENZIONE IN PILLOLE

 

L’inattività è un rischio
Una vita sedentaria costituisce un importante fattore di rischio per la salute delle persone, soprattutto nella terza età. L’età avanzata non deve costituire una giustificazione per non svolgere un’attività fisica, anzi sono proprio gli anziani quelli che maggiormente si avvantaggiano dal mantenersi attivi fisicamente: un trentenne può anche star bene facendo una vita sedentaria, mentre ciò è meno probabile per un settantenne, molto più a rischio di sviluppare disabilità funzionali e malattie cardiocircolatorie.

 

L’inattività fisica è uno dei principali fattori di rischio per almeno
una ventina di importanti malattie
A fronte di fattori di rischio per la salute sui quali poco o nulla si può fare per contenerli (come l’età, il sesso, la familiarità) altri ve ne sono, spesso legati a consumi, comportamenti e stili di vita, sui quali si può intervenire. Fra i più importanti spicca l’inattività fisica, la sedentarietà.
Eliminarla dall’elenco dei principali fattori di rischio è possibile a tutti, con nessun costo, in ogni tempo e luogo.

I benefici immediati
La pratica di una regolare attività fisica, anche moderata, produce risultati fin dall’inizio: contribuisce a ridurre il sovrappeso diminuendo la percentuale del grasso corporeo a vantaggio delle masse muscolari; migliora la capacità respiratoria e l’ossigenazione dei tessuti; riduce i battiti del cuore sia a riposo sia sotto sforzo; migliora la pressione del sangue; aumenta la quantità di sangue che il cuore pompa ogni volta che si contrae; migliora la sensazione di benessere; diminuisce i disturbi dell’umore.

 

I benefici a distanza
Un’adeguata attività fisica praticata lungo tutto il corso dell’esistenza o comunque per lunghi periodi consolida e sostiene l’efficienza della funzione del cuore, migliora lo stato di nutrizione dei muscoli e la loro forza, preserva la flessibilità dei diversi segmenti del corpo, contribuisce a mantenere le capacità di equilibrio e di coordinazione dei movimenti e la loro velocità di esecuzione. A livello psichico, l’attività fisica favorisce il rilassamento, la riduzione dello stress, la stabilizzazione dell’umore. L’attività fisica consente soprattutto di mantenere il tono e la forza muscolare, una buona funzionalità articolare e di conservare un rapporto favorevole tra massa adiposa e massa muscolare, così da ritardare l’insorgenza di disabilità funzionali.

 

CONVINCENTI RAGIONI PER ESSERE ANZIANI ATTIVI

I benefici effetti dell’attività fisica sulle malattie cardiovascolari, il diabete, l’obesità, l’osteoporosi, così diffuse nella terza età, rappresenterebbero già una buona ragione per mantenersi quanto più attivi possibile.
Ma uno stile di vita regolarmente attivo è importante per le persone anziane anche perché favorisce la mobilità e quindi un’esistenza fortemente indipendente, per non dire del mantenimento delle capacità di equilibrio, fondamentali per preservarsi dalle cadute, evenienza particolarmente pericolosa con l’avanzare dell’età.
L’attività fisica non riguarda soltanto il fisico, ma influisce positivamente anche sull’umore e può rappresentare un ottimo rimedio per la depressione.
L’anziano regolarmente attivo si sente bene, o meglio, anche perché l’attività fisica favorisce l’appetito e quindi la nutrizione e l’eliminazione delle scorie;
migliora il sonno, riduce lo stress e l’ansia.
L’attività fisica, a livello cerebrale, promuove la produzione di particolari ormoni, le endorfine, che hanno un effetto calmante su tutto l’organismo, contribuendo all’instaurarsi in molte persone di una consistente e perdurante sensazione
di benessere.

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LE ATTIVITÀ FISICHE RACCOMANDABILI
Attività aerobiche (il cammino)
Sono attività in cui il maggiore fabbisogno di ossigeno dei muscoli è coperto dalla normale respirazione. Sono attività aerobiche il camminare a passo spedito, andare in bicicletta, remare, ballare, salire le scale. Le manifestazioni di queste attività consistono in una leggera o moderata sudorazione e in un aumento del battito cardiaco. Ne beneficiano principalmente le funzioni cardiorespiratorie e quelle muscolo-scheletriche.
Esercizi di flessibilità
Consistono in manovre assai semplici che mettono in tensione i gruppi muscolari coinvolti rafforzandoli e in tal modo migliorando i movimenti. Questi esercizi sono molto utili anche per il riscaldamento necessario prima di impegnarsi
in un’attività fisica e per il successivo raffreddamento. Nella figura, tre esempi di esercizi di flessibilità da condursi, i primi due, per una decina di secondi in modo alternato, con una pausa di rilassamento; il terzo per una trentina di secondi per volta.
Esercizi di forza
Sono esercizi che impegnano gruppi muscolari contro una resistenza che può essere rappresentata da un peso da sollevare con i muscoli che variano in lunghezza (esercizio dinamico) o da un ostacolo cui opporsi con i muscoli che si contraggono senza variare in lunghezza (esercizio isometrico). Questi esercizi sono utili perché aumentano la densità ossea (nei giovani e negli adulti, mentre rallentano i processi osteoporotici negli anziani), la forza muscolare, l’equilibrio.

 

 

IL CAMMINO

 

Salute e benessere aumentano all’aumentare dell’attività fisica: In quest’ottica, il cammino rappresenta uno strumento di salute di estrema importanza poiché si presta a diversi gradi di intensità.
Camminare è e rimane l’attività più antica e naturale dell’uomo; non a caso, rappresenta la forma di esercizio preferita dal maggior numero di persone.
Questa preferenza si lega a diversi fattori:
possibilità di essere svolta all’aperto;
nessun obbligo di luoghi od orari;
nessuna necessità di particolari attrezzature;
nessuna richiesta di abilità e competenze motorie specifiche o di elevati livelli di forma fisica.

Il cammino può essere comodamente inserito tra le normali attività della vita quotidiana: non c’è bisogno di dover ritagliare per esso appositi spazi all’interno della propria agenda.
Facilitare la scelta del cammino nella mobilità quotidiana o a fini ricreativi significa eliminare o ridurre tutti quei fattori che rendono questa attività meno sicura e gradevole e operare nel migliore dei modi la prevenzione.

Camminare è una delle prime cose che un bambino vuole fare, è una delle ultime che
ognuno di noi vuole abbandonare.
(Sussman A, Goode R. The Magic of Walking, Simon and Shuster, 1967)

 

Dove camminare.
CONOSCERE LA CITTA’ ATTRAVERSO IL MOVIMENTO E  LA CULTURA
Occorre restituire la città ai cittadini, attraverso la riappropriazione degli spazi urbani e la loro storia.
Una mobilità che, oltre ad essere sostenibile e salutare, apra le porte all’abitare la città, ad andare oltre gli spazi privati alla conquista della conoscenza e cultura dei luoghi che ci circondano.
L’esistenza di una relazione tra spazi verdi urbani, la loro storia e cultura e lo stato di salute e il benessere dei cittadini rappresenta l’obiettivo principale della promozione del cammino in un obiettivo generale e integrato di salute.

Compiere il i passi della salute prevede…

  • garantire la continuità dei percorsi, per far sì che a tutti sia permesso muoversi con facilità,
  • compresi anziani, disabili, mamme con passeggini, ecc.;
  • inserire nei percorsi pedonali zone verdi e viali alberati, oltre che luoghi che stimolino la conoscenza della storia della cultura dei posti;
  • in particolare promuovere il cammino nelle zone di risalto culturale

Camminare nella natura.
Camminare in mezzo al verde, oltre ad essere un’attività piacevole e utile per il nostro fisico, può aiutare a relativizzare le preoccupazioni ed i problemi e può favorire modi di pensare più positivi e aperti.
E’ facile trovare all’interno delle nostre città o negli immediati dintorni aree verdi a vocazione naturalistica e o culturale, facilmente raggiungibili a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.

CONSIGLI PER L’ABBIGLIAMENTO:

  • indossare indumenti leggeri e comodi;
  • dare preferenza ai colori brillanti, per aumentare la visibilità;
  • preferire marsupi o zainetti alle borse a tracolla, per favorire una postura corretta;
  • usare scarpe comode, leggere, flessibili e robuste per evitare la formazione di vesciche. Una buona scarpa deve assorbire gli impatti con il terreno, agevolare il movimento tallone-punta e permettere alle dita di distendersi.

 

IPOTESI DI STRUTTURA DI UN’USCITA DI CAMMINO:

- 5/10 minuti di cammino a bassa intensità per riscaldarsi;
- 5 minuti di esercizi di stretching, mobilità articolare, potenziamento muscolare, equilibrio;
- 30/60 minuti di cammino veloce;
- 5/10 minuti di cammino a bassa intensità per defaticarsi;
- 5 minuti di esercizi di allungamento muscolare.

 

Valutare la fatica durante il cammino.

La Scala di Borg è uno strumento molto semplice per verificare la percezione dello sforzo dei singoli partecipanti. La scala è composta da una serie di 15 numeri crescenti, dal 6 al 20, dove il 6 corrisponde allo stato di riposo ed il 20 ad uno sforzo massimale. Inoltre, ciascun numero della
scala rappresenta una data percentuale della frequenza cardiaca massima. Ad esempio, il valore 9   indica un lavoro al 50% della frequenza cardiaca massima.
Per un dato lavoro, ogni partecipante indicherà il numero che meglio descrive l’intensità dello sforzo.
La scala è utile per verificare il diverso livello di forma dei singoli partecipanti e monitorarlo.
Uno stesso lavoro verrà definito da alcuni più leggero, da altri più pesante, a seconda del personale stato di forma.

 

 

 

Scala di Borg

6 nessuno 20%

15 pesante 80%

7 estremamente leggero 30%

16 85%

8 40%

17 molto pesante 90%

9 molto leggero 50%

18 95%

10 55%

19 estremamente pesante 100%

11 leggero 60%

20 massimo sforzo esaurimento

12 65%

 

13 un po’ pesante 70%
14 75%

 

Il Talk Test è un metodo semplice, informale ma molto efficace per valutare se si sta
facendo uno sforzo i intensità moderata.
Se durante la camminata,
- si è in grado di cantare: lo sforzo è troppo lieve e bisogna aumentare la velocità;
- non si è in grado di parlare: lo sforzo è troppo intenso ed occorre rallentare;
- si è in grado di parlare ma non di cantare: lo sforzo è di intensità moderata.

 

IL RISCALDAMENTO E  IL DEFATICAMENTO
La fase di riscaldamento deve precedere qualsiasi attività fisica intensa o moderata, per rendere graduale il passaggio dallo stato di riposo alla fase di lavoro. Per “scaldarsi” sono sufficienti 5/10 minuti di cammino lento e qualche minuto di esercizi di allungamento muscolare.
Seguendo queste indicazioni è possibile:
- ridurre il rischio di infortuni a carico dell’apparato osteo-articolare e muscolare;
- preparare il sistema cardio-circolatorio ad affrontare al meglio la seduta di allenamento.
Altrettanto importante è la fase di defaticamento, da svolgersi al termine della seduta di allenamento, per riportare con gradualità l’organismo dallo stato di lavoro a quello di riposo. Per defaticarsi sono sufficienti 5/10 minuti di cammino lento e qualche minuto di esercizi di allungamento muscolare. In questo modo si mantiene un’elevata irrorazione sanguigna che permette una più veloce “pulizia” dei cataboliti
prodotti con l’allenamento (acido lattico e radicali liberi).
Seguendo queste indicazioni è possibile:
- ridurre eventuali piccoli disturbi muscolari a seguito dell’allenamento;
- aumentare la sensazione di benessere al termine della seduta.
LO STRETCHING
Lo stretching o allungamento muscolare migliora la flessibilità e riduce la tensione muscolare. In particolare lavorando sugli arti inferiori e sulla muscolatura posturale si migliora la stabilità e l’equilibrio dei camminatori.
Per un’esecuzione corretta dello stretching:

  • prima di iniziare gli esercizi, riscaldarsi con 5/10 minuti di cammino;
  • coinvolgere i maggiori gruppi muscolari;
  • lavorare su entrambi i lati del corpo;
  • eseguire gli esercizi lentamente e dolcemente, evitando movimenti rapidi;
  • mantenere la fase di allungamento muscolare per almeno 15/20 secondi;
  • evitare di allungare zone muscolari doloranti;
  • non trattenere il respiro durante il mantenimento delle posizioni, ma respirare in modo fluido e   lento.

yoga
stretching

 

passando…dalla tavola.
L’esercizio fisico è fondamentale per favorire il pieno sviluppo dell’organismo e per promuovere e mantenere uno stato di salute ottimale sia a breve che a lungo termine.
Un’alimentazione corretta ed equilibrata rappresenta il sistema più adatto per soddisfare i particolari bisogni energetici e nutrizionali degli sportivi, sia amatoriali che professionisti, e di tutta la popolazione. Una corretta alimentazione trova la sua espressione in una adeguata e variata combinazione degli alimenti, volta a soddisfare in modo equilibrato il fabbisogno di energia (calorie), di nutrienti (proteine, carboidrati, grassi, vitamine, minerali) nonché dell’altro principio nutritivo rappresentato dall’acqua, fornendo anche sostanze utili sul piano fisiologico, come ad esempio la fibra alimentare.
L’attività fisica può dare il miglior contributo nel favorire il pieno sviluppo dell’organismo, nella prevenzione a lungo termine e nella promozione della salute.
La dieta ha un ruolo importante come per la salute anche nello sport: pur non esistendo alimenti miracolosi in grado da soli di migliorare le prestazioni fisiche, si può affermare che, associata ad un allenamento adeguato, consente il massimo rendimento e garanzia di benessere.

 Va ricordato che l’attività fisica e un’alimentazione corretta prevengono l’insorgenza dell’obesità; particolare attenzione va rivolta all’obesità infantile che è favorita dalla riduzione del movimento e da un sempre maggior interesse nei confronti della televisione, dei videogiochi e del computer.
Spesso messaggi non corretti e/o fuorvianti impediscono una adeguata consapevolezza sull’importanza dell’alimentazione nello sport. E’ proprio per questo motivo che è necessario elevare il livello di conoscenza della popolazione in generale e in chi pratica sport o attività fisica in particolare sugli stili di vita adeguati per il mantenimento della salute.
L’eventuale uso di integratori e prodotti dietetici per sportivi può essere giustificato solo a condizione che:

  • gli apporti energetici e nutritivi della razione alimentare vengano completati e non sbilanciati;
  • si pratichino delle attività agonistiche o amatoriali che comportano un dispendio energetico particolarmente elevato e un’eccessiva perdita di minerali con la sudorazione;
  • si scelga, tra le numerose opzioni disponibili, quella effettivamente rispondente alle proprie necessità specifiche e individuali (razioni d’attesa, fase di recupero, tipologia di sport);
  • si osservino attentamente le modalità d’uso e le eventuali avvertenze, non superando le dosi consigliate ed evitando l’uso prolungato;
  • è opportuno sempre il consiglio del medico, meglio dello specialista in medicina dello sport.

 

p..orzioni di saggezza alimentare.

1) Mangia frutta e verdura di stagione tutti i giorni, almeno cinque porzioni. Più colori scegli, più
dai allegria e qualità al cibo, oltre ad introdurre adeguate dosi di antiossidanti.
2) La tua dieta comprenda pasta e riso, in parte integrali, opportunamente dosate.
3) Privilegia un consumo regolare di pesce limitando quello della carne rossa.
4) Modera il consumo di vino, evita i superalcolici.
5) Per condire i tuoi piatti usa olio extravergine di oliva, completa con  aromi a volontà.
6) Consuma latte, soprattutto parzialmente scremato, se sei abituato a prenderlo. Privilegia
i latticini poco grassi (ricotta, scamorza fresca, tomini) e lo yogurt.
7) Varia sempre i cibi nel piatto.
8) Trasgredire è lecito, ma con moderazione: consuma pizze, focacce, cioccolato e dolci
in quantità limitata.
9) Trova il giusto equilibrio tra i tuoi livelli di attività fisica e la quantità di cibo che consumi.
10) Fai porzioni limitate per controllare meglio la quantità di cibi che mangi.
11) Utilizza una giusta combinazione di proteine a basso contenuto di grassi saturi     
12)  Consuma un giusto tipo di carboidrati a basso indice glicemico. 
13) Utilizza grassi monoinsaturi. 
14) Consuma sempre 1 pasto entro 1h dal   risveglio.
15) Mangia almeno 5 volte al giorno: 3 pasti + 2 spuntini.
16) Non lasciare passare più di cinque ore tra un pasto e l’altro e non più di tre ore tra lo spuntino
e il pasto successivo.
17) Il momento migliore per mangiare è  quando non hai fame.
18) Bevi almeno 1 litro e mezzo/2 litri di acqua al giorno.

VERSO L’ARRIVO.

 

IL CAMMINO CON IL PASSO DELL SALUTE.

Camminare è l'attività fisica più semplice e naturale, che tutti utilizziamo come mezzo di spostamento.
Oggi la camminata è diventata un vero e proprio sport, potenzialmente anche molto allenante.
Fino a circa un secolo fa camminare era il mezzo di locomozione più utilizzato ed era naturale percorrere qualche km al giorno per compiere le normali mansioni quotidiane.
Oggi grazie alle auto, al trasporto pubblico, alle mail e ai telecomandi si cammina pochissimo e dato che per molti camminare è l'unica attività fisica, da ciò derivano tutti i problemi di saluti attuali causati da questa eccessiva sedentarietà.

 

 

Camminare: punti di forza.
La camminata sportiva, con una falcata ampia, un controllo della postura, e un ritmo impegnativo consente di sviluppare una potenza sufficiente affinché diventi allenante.
I vantaggi principali del cammino sono:

  1. il basso impatto sulle articolazioni;
  2. la facilità di esecuzione;
  3. la possibilità di modulare lo sforzo a piacere partendo  da zero.

 

Questi vantaggi rendono la camminata lo sport di ingresso per eccellenza per un sedentario, perché può veramente partire da zero con uno sforzo minimo e aumentarlo gradualmente nel tempo, cosa non possibile con la corsa dove il solo atto di correre, anche ad andature bassissime, comporta uno sforzo che molti non riescono a sostenere a lungo.
L'unico svantaggio del cammino è la difficoltà nel raggiungere intensità di allenamento sufficientemente elevate (o graduazione di intensità utilizzabile a scopo terapeutico), soprattutto se si cammina solo in pianura. Come vedremo, il consumo calorico orario (e quindi la potenza sviluppata) del cammino in pianura è limitato dal gesto atletico stesso, al massimo si può arrivare alla sufficienza, per andare oltre si devono introdurre le salite, oppure passare alla corsa.

 

Camminare: quante calorie?

Per capire se camminare possa essere considerato un vero e proprio sport, prendiamo in considerazione il consumo calorico. È molto interessante il confronto tra la corsa e la camminata, riportato in questo grafico, tratto dai valori riportati in letteratura per la corsa e la camminata. La linea rossa rappresenta l'aumento della spesa energetica della camminata in funzione della velocità, quella più breve è riferita alla corsa.
Le calorie consumate nella corsa dipendono dal peso corporeo e si calcolano come distanza percorsa in km moltiplicato per il peso in kg. In realtà, secondo questo grafico, bisognerebbe moltiplicare il valore per un coefficiente che nel caso della corsa è di circa 1).
La curva del walking (in rosso) rimane sotto alla curva della corsa per velocità inferiori a circa 8 km/h, ma la pendenza della curva aumenta dopo i 5 km/h e superati i 9 km/h circa si consuma di più (a parità di velocità) camminando che correndo. Il perché è facilmente intuibile se si considera che camminare a 9 km/h significa muovere le gambe a un ritmo innaturale, superiore ai 200 passi al minuto, visto che camminando non si può aumentare più di tanto la falcata. Passando alla corsa aumenta la lunghezza della falcata e il gesto diventa più economico.
Mentre la camminata lenta è un'attività fisica molto blanda, la camminata veloce è assimilabile alla corsa lenta. Questo fatto si può facilmente sperimentare provando a camminare a 7 km/h: la frequenza (passi al minuto) diventa piuttosto impegnativa, e occorre inserire un movimento delle braccia accentuato per poter aumentare la lunghezza della falcata. La camminata diventa difficile da sostenere a lungo, non solo fisicamente, ma anche a livello neuromuscolare, perché viene meno la coordinazione dei movimenti se manca l'adeguato allenamento.
La cosa più interessante che risulta dallo studio del consumo calorico del walking è l'esistenza di un intervallo di velocità, da 0 a 5 km/h circa, dove si consuma veramente poco, e un intervallo di velocità, da 5 a 8 km/h, dove il consumo è inferiore solo del 20% a quello della corsa.
Per velocità comprese tra 5 e 8 km/h il consumo calorico della camminata può essere calcolato partendo dal peso corporeo con la formula:
Consumo walking (kcal) = 0,8 x peso corporeo (kg) x km percorsi.
Il problema del walking, quindi, non è tanto nell'eccessiva economicità del gesto, quanto nell'impossibilità di aumentare oltre i 7-8 km/h la velocità in piano, il che rende praticamente impossibile un allenamento intenso a meno di non introdurre delle salite. A parità di distanza, camminando con un passo da medio a sostenuto consumiamo il 20% in meno rispetto alla corsa, a causa del fatto che manca la fase aerea e quindi le sollecitazioni a livello muscolare, per ogni passo, sono inferiori.
Camminando in discesa il dispendio calorico va diminuito del 5-10%.

A chi giova camminare.
Camminare è uno sport interessante sia per chi pratica altri sport, sia per coloro che vogliono iniziare a praticare un'attività fisica, sia per coloro che, nelle condizioni precedenti, soffrono di una qualche patologia sport sensibile.
Per chi pratica altri sport camminare può essere considerata un'attività defaticante, rilassante, che consente di consumare qualche centinaio di calorie anche nei giorni di riposo sportivo, magari chiacchierando con amici o con il coniuge, anche dopo cena o dopo pranzo senza rischiare problemi digestivi.
Può essere anche utilizzato come sport di mantenimento nei periodi di inattività sportiva, o addirittura come vero e proprio sport se praticato in montagna, con un impegno massimale, con il grande vantaggio di avere un impatto sulle articolazioni molto inferiore rispetto alla corsa.
Per il sedentario, camminare è lo sport iniziale per eccellenza. Chiunque voglia iniziare un'attività fisica immediatamente pensa ad iscriversi in palestra o in piscina, raramente a camminare, un'attività gratuita, fatta all'aria aperta, ed estremamente efficace se fatta come si deve.
Camminare è la migliore attività propedeutica alla corsa, soprattutto per coloro che hanno superato i 35 anni, con alle spalle almeno 5 anni di sedentarietà, che vorrebbero iniziare a correre. Per questi aspiranti runner il rischio di incappare in continui infortuni è molto alto: iniziando con il walking potranno rinforzare gradualmente i muscoli e le articolazioni e passare alla corsa solo quando saranno veramente pronti.

E poi…

- non servono soldi, al massimo se ne risparmiano per la salute;
- non servono palestre: strade, piazze e parchi diventano la palestra;
- non serve uno specifico momento: impegni, commissioni, appuntamenti possono trasformarsi   
  in comode e piacevoli occasioni per camminare;
- non si ha bisogno di particolari attrezzature;
- non si ha bisogno di particolari abilità;
- non si ha bisogno di essere allenato: anzi, camminando, recupero il mio stato di forma.
Camminando:             
- non inquino l’aria;
- non faccio rumore;
- non invado marciapiedi, strade e piazze;
- non rappresento un pericolo per nessuno.
Camminare è al passo con la salute!

 

Esercizio fisico: i rischi per la salute.

 

Valutazione clinica prima dell’esercizio

Una valutazione è raccomandata nei pazienti anziani che iniziano un programma di esercizi fisici o camminata terapeutica.
Poiché l’esercizio fisico è inappropriato solo per una piccola percentuale di adulti anziani, lo scopo principale della valutazione è di assegnare i pazienti ai programmi fisici o percorsi più appropriati.
Pur non essendo necessario, il test sulla forma fisica talvolta può essere utile.
L’esecuzione del test della deambulazione per 6 minuti può indicare il livello di allenamento e suggerire il livello di intensità con cui iniziare. La valutazione della forma fisica può comprendere anche le misure e la composizione della struttura corporea (p. es., indice di massa corporea, percentuale di grasso corporeo, percentuale di massa magra, ecc.). Quando la valutazione della forma fisica viene eseguita periodicamente, si può migliorare l’adesione fornendo al paziente delle notizie sui progressi fisici realizzati.
La necessità di ulteriori indagini (cioè, una valutazione medica completa, compresa la visita medica e, possibilmente, i test di laboratorio) dei pazienti anziani con malattie croniche, prima di cominciare l’esercizio, dipende da quali test sono già stati eseguiti e dal giudizio clinico.
Quando l’esercizio è un trattamento raccomandato, a scopo terapeutico, per i pazienti con una malattia cronica, lo screening medico deve far parte necessariamente della valutazione iniziale.
Per gli anziani che camminano, un programma che enfatizza il camminare non introduce una nuova attività e non fa correre rischi anche quando si comincia ad aumentare gradualmente il tempo di esercizio, cosicché non è necessario, di solito, uno screening medico completo.
Una valutazione medica è comunque raccomandata per i pazienti sani di qualunque età prima di iniziare un programma di attività moderata. Comunque, alcuni esperti raccomandano questa valutazione, possibilmente con un test da sforzo, per i pazienti che hanno due o più fattori di rischio cardiaco (p. es., ipertensione, obesità, fumo, ecc.).
L’American College of Sports Medicine raccomanda una valutazione medica completa e una valutazione della forma fisica per gli uomini con età superiore ai 40 anni e per le donne con età superiore ai 50 anni che vogliono iniziare un programma di esercizi intenso.

 

 

Principi farmacologici e movimento

Molte persone soprattutto le più anziane assumono comunemente dei farmaci per varie malattie o sindromi che con l’età si sono manifestate. Non è infrequente la richiesta che viene espressa sulla necessità di adeguare la terapia prima o durante lo svolgimento di un programma di attività fisica.
Fermo restando il punto che solo il medico può adeguatamente informare sulle reali necessità di adeguamento della terapia normalmente assunta da un paziente, di seguito vengono brevemente segnalate alcuni effetti dei farmaci più comunemente usati nella terza età e che possono in qualche modo interferire con l’attività fisica. Ciò per aiutare nella discriminazione di alcuni effetti che più spesso si hanno durante l’inizio della attività fisica in particolare in persone che prima conducevano uno stile di vita prevalentemente sedentario.

Ad esempio, spesso può essere necessario dover modificare la dose dell’insulina e degli ipoglicemizzanti orali usati nel diabete (in base all’entità dell’esercizio che si prevede di fare) per prevenire l’ipoglicemia durante l’esercizio. I pazienti affetti da un diabete non insulino-dipendente, che si allenano, hanno il vantaggio dovuto all’aumento, indotto dall’esercizio, della sensibilità all’insulina che facilita il passaggio nelle cellule muscolari del glucosio.

Inoltre, può essere necessario dover ridurre anche i dosaggi dei farmaci che possono causare una riduzione della pressione arteriosa durante la stazione eretta o seduta (=ipotensione ortostatica) che è spesso la causa di cadute, pre-sincopi o lipotimie, sincopi (ad es., antidepressivi, antiipertensivi, ipnotici, ansiolitici, diuretici, ecc.) per evitare di peggiorare questa sintomatologia conseguente anche alla perdita dei liquidi durante l’esercizio. Per i pazienti che prendono questi farmaci, è essenziale sempre un’assunzione adeguata di liquidi durante l’esercizio.

Alcuni sedativi-ipnotici possono ridurre la prestazione fisica, sia indirettamente diminuendo i livelli di attività, sia direttamente inibendo gli effetti sui muscoli e sui nervi. Questi e altri farmaci attivi sulla sfera psichica aumentano il rischio di cadute. Può essere necessario, dopo consiglio con il curante, ridurne la dose e a volte sospendere tali farmaci, per migliorare la sicurezza dell’esercizio e per aumentare l’adesione del soggetto.

Quando sono usati i b-bloccanti, la resistenza allo sforzo non può essere controllata con il metodo della frequenza cardiaca desiderata. Questi farmaci inoltre possono mascherare i sintomi ipoglicemici diversi dalla sudorazione, che sono delle importanti spie di allarme soprattutto nei pazienti diabetici.
Analizzando brevemente i farmaci più comunque usati, evidenziamo di seguito alcune classi che necessitano di una attenzione particolare:

Psicofarmaci: aumentano il rischio di cadute; talvolta può essere necessaria la riduzione della dose o anche la sospensione.
Antipertensivi: possono determinare un abbassamento della pressione eccessivo. A volte, dopo l’inizio di un’attività fisica regolare, possono essere assunti a dosaggi più bassi. I beta-bloccanti e la digitale non permettono inoltre di utilizzare la frequenza cardiaca come metodo di monitoraggio dell’intensità dello sforzo.

 

CONCLUSIONI
Oltre il benessere fisico….
Durante lo svolgimento di attività fisica, proporzionalmente all’intensità, accadono cambiamenti anche nel campo cognitivo e personologico, tali da consentire sul momento adattamenti che consentono il superamento delle difficoltà, tuttavia tali acquisizioni di abilità sono poi spendibili in altri ambiti della vita.
Il concetto di resilienza, che racchiude in se’ quanto sopra detto, è la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi che si incontreranno sul cammino. Il verbo “persistere” indica l’idea di una motivazione che rimane salda. Di fatto l’individuo resiliente presenta una serie di caratteristiche psicologiche inconfondibili: è un ottimista e tende a “leggere” gli eventi negativi come momentanei e circoscritti; ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda; è fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato; tende a vedere i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità, piuttosto che come una minaccia; di fronte a sconfitte e frustrazioni è capace di non perdere comunque la speranza.
Il termine resilienza per come ha iniziato ad essere usato in psicologia da Werner e Smith è in realtà una metafora di un fenomeno misurabile in fisica, ovvero dell’attitudine di un corpo a resistere senza rotture in seguito a sollecitazioni esterne brusche o durature di tipo meccanico (Devoto, 1971) Il termine, traslato dalla fisica, dalla biologia e dall’informatica viene utilizzato dalla psicologia e dalla sociologia per indicare la capacità di un individuo di resistere agli urti della vita senza spezzarsi o incrinarsi, mantenendo e potenziando inoltre le proprie risorse sul piano personale e sociale. La resilienza può quindi essere considerata come la capacità di affrontare eventi stressanti, superarli e continuare a svilupparsi aumentando le proprie risorse con una conseguente riorganizzazione positiva della vita.
L’attività fisica come il cammino allena la resilienza e tutte quelle competenze e abilità connesse che possono essere riutilizzate in altri ambiti come quello lavorativo, relazionale e sociale.
Sport è vita.
Gli individui con l’allenamento sportivo acquisiscono un adeguato repertorio di risorse per affrontare gli eventi della vita e la capacità di riprendersi dalle sfide che incontrano, tendono ad essere sempre più flessibili e adattabili, qualità che sono essenziali per avere successo, ma contemporaneamente qualità che devono esser messe in campo e quindi allenate ogni volta che ci si muove, rompendo gli equilibri funzionali dello stato stazionario.

Etimologicamente «resilienza» viene fatta derivare dal latino «resalio», iterativo di «salio». Qualcuno propone un collegamento suggestivo tra il significato originario di «resalio», che connotava anche il gesto di risalire sull’imbarcazione capovolta dalla forza del mare, e l’attuale utilizzo in campo psicologico: entrambi i termini indicano l’atteggiamento di andare avanti senza arrendersi, nonostante le difficoltà.

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                        


Gaetano Iachelli

 

Referente Comunicazione
Gianna Miceli


David Le Breton, Il mondo a piedi. Elogio della marcia, Milano, Feltrinelli, 2001, p. 11.

 

Fonte: http://www.asp.rg.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=2215&Itemid=92

Sito web da visitare: http://www.asp.rg.it

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