Minigolf

Minigolf

 

 

 

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Minigolf

Esistono milioni di golfisti in tutto il mondo, ma possiamo scommettere che solo un'esigua parte di questi sa dove e quando ha avuto inizio il gioco. La storia del golf che noi oggi conosciamo comincia molti secoli fa. I romani, tra gli svariati modi di divertirsi, conoscevano l'arte di colpire un oggetto rotondo, presumibilmente un sasso, con l'aiuto di un bastone. Molto più avanti nei secoli, i popoli germanici, islandesi, olandesi e francesi sfruttarono quest'idea, ma, grazie al notevole progresso raggiunto, pensarono bene di aggiungere al bastone qualcosa di molto simile a una testa, nell'ovvio intento di poter contare su una maggior possibilità di prendere la palla. Il fatto di colpire un oggetto tondo con un attrezzo altrettanto rozzamente modellato, dovette apparire agli operosi continentali un passatempo molto noioso per cui, alla fine, furono i soli Olandesi a continuare a divertirsi nel lanciare la palla da un punto all'altro, piantando dei pali in una data posizione: il gioco consisteva nel cercare di raggiungerla partendo da una seconda postazione e così via. é chiaro che i pali eretti erano più di uno... E' proprio sulla base di questo principio che gli Olandesi rivendicano il loro diritto di essere considerati il popolo che ha dato origine al golf. Gli Olandesi si vantano anche d'aver stampato uno splendido volume "The Book of the Hours", vergato su carta pergamena attualmente al British Museum. Nelle pagine di questo libro sono riportate delle figure che praticano un gioco con l'ausilio di bastoni vagamente simili a quelli del golf attuale. Questo libro è l'asso nella manica degli olandesi, ma è stato stampato attorno al 1530, cento anni dopo che il governo scozzese (la Scozia a quei tempi era uno stato indipendente) facesse approvare il suo famoso decreto parlamentare con il quale si bandiva il "golfe" perchè, a causa della sua crescente popolarità, interferiva con la pratica del tiro con l'arco. essendo a quei tempi la Scozia quasi sempre in guerra con l'Inghilterra, il tiro con l'arco non poteva che essere una necessità ma, come avviene tuttora, le leggi possono essere infrante e non tutti gli scozzesi cessarono di praticare il loro sport preferito. Il decreto venne revocato quarant'anni più tardi. E' interessante notare che la parola "golfe" appariva ufficialmente per la prima volta proprio su questo documento. Accertato dunque che il gioco, nel corso del quale una palla doveva venir colpita con una sorta di bastone, veniva effettivamente giocato in Olanda, come fece, allora, il golf ad arrivare in Scozia? molto probabilmente al seguito dei mercanti che si spostavano spesso da un paese all'altro per il commercio del lino. Gli Scozzesi apprezzarono subito il nuovo gioco e non solo cominciarono a praticarlo, ma provvidero anche a perfezionarlo. Avevano moltissimo terreno a disposizione sebbene, a St. Andrews, essi fossero costretti a spartire il loro territorio golfistico con le massaie della città che lo usavano per stendere la biancheria. Parte dei commerci fra l'Europa e la Scozia passava necessariamente per il porto di Leith e, di conseguenza, tutta l'area di quella città brulicava di mercanti. Essendo a quei tempi i trasporti pressochè inesistenti, i pionieri del golf non avevano la possibilità di spostarsi più di tanto e fu quindi gioco forza accontentarsi di giocare sui links di Leith. Il decreto parlamentare che bandiva il "golfe" fu approvato nel 1447, ma in un decreto analogo pubblicato trent'anni prima il golf non veniva affatto menzionato, il che sta a significare che questo gioco non era ancora praticato o che non rivestiva un'importanza tale da distogliere gli arcieri dall'esercitarsi al poligono di tiro. Tutto il mondo crede che St. Andrews sia la "patria del golf", ma è invece Leith che merita questo onore per la semplice ragione che il terreno attualmente occupato dal golf di St. Andrews faceva parte allora dell'Oceano Germanico (così veniva chiamato a quei tempi) e che noi conosciamo oggi come Mare del Nord. Il golf comunque veniva senz'altro giocato anche a St.Andrews già attorno al 1552. Questo dato è confermato dal fatto che, in quell'anno, a un arcivescovo di quella città venne permesso di produrre e allevare conigli sui suoi links con la clausola di non interferire però con il gioco del golf. Solo nel 1744 però si ha notizia del tentativo di formare un circolo o una società golfistica; in quell'anno, infatti, alcuni appassionati che giocavano sui links di Leith fondarono la compagnia dei "gentlemen golfers", il cui primo trofeo - un bastone d'argento - venne messo in palio nel 1745, l'anno della tragica ribellione scozzese. Questo gruppo giocò sui links di Leith per quasi mezzo secolo nonostante il campo disponesse di sole nove buche. Nel 1800, alla compagnia venne concesso lo Statuto con il nuovo nome di "The Honourable Company of Edinburgh Golfers". Avendo però questa compagnia occupato abusivamente il campo, si provvide a scioglierla per essere successivamente rifondata nel 1836 a Musselburgh dove restò fino al 1891, per trasferirsi definitivamente nella sua sede attuale di Muirfield, a Gullane. Molti golfisti, invece, e soprattutto i soci del Royal Burgess Golfing Society di Edimburgo, asseriscono che il club più antico sia proprio il Royal Burgess basandosi sul fatto che una nota del 1773 riportava che in quel luogo esisteva già, fin dal 1735, una società golfistica. Pur rimanendo la questione irrisolta, il perno di tutta la vicenda sta nel fatto che la Honorable Company è rimasta inattiva per un certo periodo. Ma d'altro canto, può ritenersi continuativa la storia del Royal Burgess? Una sola cosa è certa: questi due circoli hanno giocato un ruolo determinante nell'avvio del golf organizzato. Per quanto riguarda, invece, St. Andrews, fu solo nel 1754 che ventidue nobili e gentiluomini, strenui assertori del sano esercizio golfistico, si incontrarono per stilare determinate regole di gioco, versando cinque scellini a testa per l'acquisto di un bastone d'argento. Questi ventidue golfisti fondarono la Società dei Golfisti di St. Andrews che divenne poi la "Royal and Ancient Golf Club of St. Andrews". Da quel momento il gioco del golf si estese a tutta la Scozia. Non si trattava più di un gioco di esclusiva pertinenza dei nobili e dei gentiluomini: era ormai un gioco per tutti

                  
Cos’è il minigolf?
“Il minigolf è probabilmente uno dei giochi più praticati in assoluto, in ogni località turistica esiste almeno un impianto, ogni anno migliaia e migliaia di persone lo giocano almeno una volta ma…”

Sebbene la diffusione sia molto grande tanto da poterlo definire come uno svago di massa, il minigolf non riesce a presentarsi al grande pubblico nelle sua veste di attività sportiva.
Il grande numero di persone appassionate, mostra di divertirsi con il minigolf ma non sanno che quest’ultimo è anche uno sport, troppo spesso non gli viene attribuito il giusto valore proprio da parte delle società sportive che praticano questa disciplina.

Parlando di aspetti interessanti si può senz’altro dichiarare che è uno sport per tutti, e a qualunque età. Non richiede qualità fisiche particolari, per tutti c’è la possibilità di ottenere buoni risultati con un minimo d’impegno.
Non essendo uno sport dove si gioca con il “fisico”, prevalgono gli aspetti psicologici, la capacità di concentrazione, aiuta molto nella formazione del carattere dei più giovani che devono far ricorso a se stessi nella sfida contro il campo e nel risolvere le loro difficoltà…
Iniziare non è particolarmente costoso anche se il materiale da gioco, ha costi condizionati dall’importazione.

 

Ma cerchiamo di vedere un po’ più da vicino le origini del minigolf.
Golf su Pista (o minigolf termine quest’ultimo usato per comodità e semplicità di linguaggio) è una definizione molto diffusa nei paesi del centro-nord Europa, (abbiamo il tedesco “Bahngolf”, il danese “Banegolf” lo svedese “Bangolf”) per definire la disciplina che comprende più specialità accomunate da un unico scopo gioco, cioè colpire una pallina in gomma con una mazza da golf (putter) e mandarla in buca con il minor numero di colpi.
I campi sono sempre composti da 18 buche che altro non sono che piste in cemento, legno o altro materiale idoneo, delimitate sul perimetro da sponde che impediscono la fuoriuscita della palla, sulle quali possono essere collocati ostacoli di vario tipo per rendere più difficile il percorso della pallina verso la buca. Le specialità sono numerose e differiscono da paese a paese, attualmente la WMF (World Minigolf Sport Federation), ente che riunisce le federazioni Europee e di molti paesi extra-europei, riconosce per le competizioni internazionali (Campionati Europei e Mondiali) tre specialità di gioco:

 

  • Minigolf (specialità1)

 

N. Piste

Materiale

Lunghezza

Larghezza

Sponde

Piazzola

Buca

   
18

cemento

Da 9,600m. a12-12,5m.

Da 0,90m. a 1,25m.

Tubo metallico

Diametro da 1,80m. a 2,5m.

Circolare diametro 100mm. Max.

 

  • Miniaturgolf (specialità2)

 

N. Piste

Materiale

Lunghezza

Larghezza

Sponde

Piazzola

Buca

   
18

Lastre di eternit (o similare cemento)

  
6,25m.

 

  0,90m.

Tubo o piattina metallica

Circolare diametro 1,40m.

Circolare diametro 100mm. Max.

 

 

 

 

 

 

  • Filz (specialità3)

N. Piste

Materiale

Lunghezza

Larghezza

Sponde

Piazzola

Buca

  

 

      18

Fondo in legno ricoperto da moquette

cemento

 

7m. min. 17m. max.

 

0,80m. min. 1m. max.

Travetti in legno (filz svedese) tubolare metallico (filz olandese)

Ottagonale filz svedese) circolare filz

100mm. Maz.

 

 

 

 

 

 

 

Le differenze tra queste tre specialità sono legate alle dimensioni delle piste, alla superficie ed al materiale di cui sono fatte.
Il minigolf è molto diffuso in Italia, Svizzera e Germania. In Italia i campi di minigolf sono i più numerosi, i giocatori italiani prediligono senz’altro questa specialità proprio per l’esiguo numero di campi di miniaturgolf.
Il miniaturgolf è presente in Austria, Germania, Rep. Ceca, Olanda e nei paesi Scandinavi, le ridotte dimensione, la minor manutenzione lo rendono più pratico.
Il filz è tipico dei paesi scandinavi anche se esistono campi in varie parti d’Europa.
Si tratta della specialità più difficile, terreno di conquista per i giocatori svedesi e finlandesi che ne sono autentici maestri. Differisce  dal minigolf e dal maniaturgolf sia per il materiale che per le caratteristiche del fondo, e dagli ostacoli che impongono un tipo di gioco sostanzialmente diverso.

 

  • Sterngolf

 

N. Piste

Materiale

Lunghezza

Larghezza

Sponde

Piazzola

Buca

 

     18

 

 Cemento

 

    8 m.

 

     1 m.

Tubo metallico

Diametro
2 m.

Circolare diametro 100mm. Max.

 

Caratterizzato da dimensioni ridotte rispetto al minigolf , la particolarità di questo campo è rappresentata dalla forma bizzarra della buca n. 18 a forma di stella, (“stern” in tedesco significa stella) a sei punte, al centro della quale si trova un vulcano alla sommità della suddetta buca.

 

Come si gioca…

La posizione del corpo, quello che in gergo golfistico viene chiamato “stance” (ossia, posizione che si assume per colpire la palla) è quanto più soggettivo si possa immaginare.

  • BUSTO non troppo eretto né troppo curvo;
  • BRACCIA lungo il corpo, non completamente distese;
  • GINOCCHIA leggermente piegate;
  • PIEDI tenuti perpendicolari alla linea di tiro;
  • SPALLE parallele alla linea di tiro;
  • TESTA abbastanza vicina alla linea immaginaria verticale che passa per la palla;

 

La distanza dei piedi dalla palla spesso è la ragione di molti errori di direzione.

Il movimento delle braccia deve far si che la testa del putter mantenga per quanto possibile costante la velocità, evitando di “mollare sul colpo”.

La capacità di terminare un colpo evitando rotazioni del tronco incontrollate che possono provocare disastrose conseguenze, mantenendo i piedi ben piantati a terra sino a quando la pallina non sia ben lontana dal putter.

 

Le prime difficoltà
Sicuramente per chi inizia, il dramma è rappresentato dalla difficoltà a padroneggiare un attrezzo il cui uso non risulta naturale, a differenza di altri attrezzi sportivi come la racchetta da tennis, che si configura come un prolungamento del braccio.
Il principiante ha in genere enormi difficoltà a comprendere l’importanza della posizione dei piedi e dell’impugnatura.
Altra difficoltà seria è quella di riuscire a colpire la palla in modo corretto tanto da prendere la direzione desiderata e, soprattutto controllandone, per quanto possibile la velocità.

 

 

Attrezzature e materiali

Veniamo ora ad esaminare il tipo di attrezzatura che viene adoperato d i materiali con cui sono realizzati gli strumenti di gioco.
Partiamo dall’elemento principali e cioè il bastone: si tratta di un comunissimo “putter” nel golf, ne esistono migliaia di modelli e, salvo casi estremi, sono tutti validi per il minigolf.
Il putter: è il ferro che nel golf si usa per giocare la palla sul green, il kit è composto da un bastone detto “shaft” e dalla “testa” che può avere forme e fogge diverse, ma la cui superficie d’impatto non deve superare un’area eccedente i 40 cm2.
Le palline nel minigolf sono rivestite da uno strato di gomma, per offrire al putter al momento del colpo una migliore risposta. Il bastone è per ogni giocatore strumento di vitale importanza, attraverso il bastone e l’esperienza esso diventerà un prolungamento delle mani del giocatore.

 

Dato che non esistono ad oggi istruttori qualificati che possano, come accade in altri sport impartire lezioni e dare pertanto una impostazione corretta a chi vuole iniziare, nella stragrande maggioranza dei casi i nuovi giocatori imitano i giocatori “esperti” o comunque quelli “più o meno bravi” che vedono giocare. Nonostante tutto, difficilmente si vede un principiante che abbia una impostazione di gioco corretta e a peggiorare la situazione spesso contribuisce la scelta di attrezzi poco adatti per chi si avvicina alla disciplina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BEACH GOLF
Tenendo conto delle 3 specialità del minigolf e le sue varie strutture, ci siamo posti una domanda: visto che questo sport ha vari campi su cui lavorare e, soprattutto strutturato in diverso materiale, (questo perché si predilige il materiale che il paese in questione offre) “perché non eliminare le piste e far sì che questa sempre più conosciuta attività sportiva scenda in spiaggia per poi divenire “BEACH GOLF”?”
Questa disciplina sarà creata sulle basi del minigolf, ma in una nuova forma (forse anche più creativa, e non solo divertente) per essere abbracciata dai ragazzi delle scuole medie inferiori, ed offrire loro la possibilità di affacciarsi a nuove esperienza sportive.

 

Abbiamo 2 tipi di gare, lo STROKE-PLAY e il MATCH-PLAY. Il primo riguarda ad una tipologia di gara dove tutti i concorrenti sono avversari e, il Match-play che noi adotteremo nel Beach golf sarà un eliminazione diretta, quindi un giocatore contro l’altro.

 

Il numero di colpi ottimali che l’allievo effettuerà per andare in buca si chiamano “PAR” e, varierà da 4 a 7 colpi, a seconda della lunghezza degli stessi colpi.
I colpi fondamentali sono:

  • DRIVE che serve per avvicinarsi alla buca;
  • APPROACH che si usa per lunghe distanze;
  • BITH e CHIP sono colpi che si effettuano intorno all’ultima buca;
  • PUT è il colpo con il quale si cerca di mettere la palla in buca;

 

 

Il regolamento prevede che se il giocatore effettua un primo tiro lanciando la pallina fuori dal campo, ha altre 2 possibilità par riuscirvi, mentre se ciò dovesse accadere durante il percorso, si potranno totalizzare sino ad un massimo di 5 lanci fuori pista per poi ritenersi eliminati.
Ogni giocatore sarà munito di un kit, composto da un bastone detto Shaft e dalla testa.

Fonte: http://www.geocities.ws/alunni_sicsia029_a030/documenti/storia_golf5.doc

Sito web da visitare: http://www.geocities.ws/alunni_sicsia029_a030

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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