Danza classica

Danza classica

 

 

 

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Danza classica

 “La danza deve essere interpretazione.”
Mikhail Fokine, ballerino russo del primo 900

"I ballerini possono realizzare l'impossibile e tutti vorremmo essere come loro. Pagati poco, sono belli, vulnerabili, espressivi: sembrano farfalle. E hanno piedi nodosi, che spesso dicono più di tanti discorsi, portandoci dalla realtà in un'altra dimensione. "
Robert Altman

"Bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante. "

Nietszche

"Danzare è prendere parte al controllo cosmico del mondo”

Ellis

“L’arte è fatta per essere sentita e non per essere compresa”

Anonimo

“Impara l’arte e mettila da parte”
Proverbio Popolare

“Par l'art seulement nous pouvons sortir de nous, savoir ce que voit un autre de cet univers qui n'est pas le même que le nôtre, et dont les paysages nous seraient restés aussi inconnus que ceux qu'il peut y avoir dans la lune. Grâce à l'art, au lieu de voir un seul monde, le nôtre, nous le voyons se multiplier, et, autant qu'il y a d'artistes originaux, autant nous avons de mondes à notre disposition, plus différents les uns des autres que ceux qui roulent dans l'infini et, bien des siècles après qu'est éteint le foyer dont il émanait, qu'il s'appelât Rembrandt ou Ver Meer, nous envoient encore leur rayon spécial.”
PROUST, Le Temps retrouvé, 1922, p. 895.

 

Tutte le grandi civiltà del passato ebbero forme di balletto, soprattutto in qualità di rito religioso. Ma il balletto nella tradizione culturale occidentale nasce e si sviluppa dalle danze popolari e cortesi del Medioevo e del Rinascimento, come intermezzi inseriti tra gli atti di una rappresentazione teatrale o durante i banchetti.
Proprio nelle corti si sviluppò nel secolo XV l’attività dei pionieri della coreografia chiamati “inventori di ballo”.  Nel XVI secolo si distinse per fama il coreografo Baltazarini e il suo Ballet comique de la Royne, prediletto da Luigi XIV, ed è per sua iniziativa che venne istituita l’Académie Royale de Danse.
La danza classica, detta anche danza accademica o danse d’école, viene codificata all’Académie Royale de Danse intorno al 1680, qualche anno dopo l’Académie Royale de Danse diventa Académie Royale de musique et de danse quasi a sancire l’unione tra la danza e la musica. Il balletto esce così dalle corti per rivolgersi al pubblico pagante dei teatri. I danzatori non erano più al seguito del re ma erano professionisti; infatti, nasce proprio in questo periodo la figura dell’étoile, la prima ballerina-diva e nascono le specializzazioni nei ruoli.
Negli ultimi anni del XVII secolo erano due le tendenze principali: quella del virtuosismo e quella del balletto inteso non come dramma danzato, ma semplice esercizio.
Nel 1760, con la “Lettera sulla danza e sui balletti” il francese Jean-Jacques Noverre pose le basi per una riforma del balletto. Egli sosteneva che la danza pura non avrebbe potuto sopravvivere senza il contributo della pantomima.
Con Salvatore Viganò (1769-1821) il balletto-pantomimo si trasforma in coreodramma, cioè in vero e proprio dramma danzato, composto di musica, racconto e azione a parli livello di importanza con tutti i ballerini partecipi dell’azione drammatica.  
Filippo Taglioni si svincolò dai limiti del coreodramma e rivoluzionò la tecnica tradizionale con uno stile basato sulle punte che unite al tutù bianco daranno vita alla figura della ballerina classica lieve ed evanescente.
Capolavoro del balletto romantico fu Giselle (1841) con le coreografie di Coralli e Perrot e la musica di Adam.
In Russia si conclude la tradizione del balletto romantico con le coreografie di Marius Petipa (1822-1910) sui balletti di Čiajkovskij (Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, La Bella Addormentata).
L’esperienza dei balletti russi ha costituito una vera e propria scuola che si è irradiata in tutto il mondi, in particolare negli Stati Uniti dove è stato oggetto di rivoluzione.
Molti coreografi e artisti si stabilirono negli USA, tra cui Mikhail Fokine e George Balanchine il quale fondò nel 1933 la School of American Ballet.                                   
Parallelamente al proseguire della tradizione classica, nel XX secolo, seguono un loro corso una corrente di Danza Libera (Isadora Duncan), e altre scuole, da cui nacquero i rappresentanti più importanti della Modern Dance americana: a cominciare dalla caposcuola Martha Graham, coreografa che codificò una nuova dialettica di danza atta a rivelare l’uomo interiore, basata su movimenti di contrazione ed abbandono.
Tra i fautori più significativi di una mediazione tra classico e moderno vi sono numerosi coreografi tra cui Maurice Bèjart (Bolero di Ravel, 1961; Roméo et Juliette sulle note di Berlioz, 1966; Ring um der Ring su una composizione di Wagner) e con distinzioni più nette Moses Pendleton creatore dei Momix.
Essi hanno dato vita ad un Balletto Moderno, cioè ad uno stile basato sulla tecnica classica ma aperto alle più diverse contaminazioni, dalla Danza Contemporanea, alla Danza Jazz, alla Videodanza.
Decisivo è stato l’apporto recato dalle modalità spettacolari della rivista, del cinema e della televisione e da personalità come Fred Astaire, Gene Kelly e il coreografo Bob Fosse, che hanno fatto sì che il balletto raggiungesse vari strati di pubblico.
Negli Stati uniti, alcuni allievi di Martha Graham hanno percorso le vie di una danza d’avanguardia: tra loro vi è Merce Cunningham, esponente principale della New Dance, che ha ricercato nell’incontro tra la danza e le varie componenti dello spettacolo (suoni, luci, scenografie, recitazione e proiezioni) una forma di coinvolgimento totale.
La rivoluzione di Cunningham ha aperto la strada alla Postmodern Dance. Contemporaneamente Ann Halprin ha condotto in California un’esperienza di teatro e danza.
Rigorosamente regolato da una regia coreografica, da un copione vero e proprio, è invece il teatro totale di Pina Bausch (Tanztheater di Wuppertal) dove la danza è, insieme a recitazione, musica, canto e testo drammaturgico, un elemento della rappresentazione che si allaccia con intensità al mondo attuale.

Tutte le arti, e quindi anche la danza, comunicano. Esse “dialogano”, raccontano e si raccontano: come le arti raccontano le danza…
   Danza e cinema

Il film racconta la vera storia di Pierre Dulaine, un insegnante di Ballo da Sala di Manhattan, che vuole insegnare le regole di questa disciplina ai ragazzi del doposcuola punitivo di una scuola di Brooklyn.
Dulaine, interpretato da Antonio Banderas, si trova così ad affrontare l'iniziale scetticismo dei ragazzi, in particolare quando questi apprendono che l'intento dell'uomo è quello di insegnare loro a ballare. Superate le difficoltà iniziali, però, gradualmente l'entusiasmo e l'impegno di Pierre contageranno il gruppo, spingendolo oltre ogni aspettativa. Il merito di Dulaine sta infatti nel mescolare lo stile classico con le più moderne tendenze hip-hop, riuscendo a creare un genere molto energizzante e davvero originale.
Ben presto, Dulaine diventa una guida per questi ragazzi che non hanno mai avuto esempi positivi a cui ispirarsi, fino ad incoraggiarli a prendere parte ad una prestigiosa gara di ballo a New York. Lo scopo di Pierre è quello di aiutare i ragazzi a mostrare agli altri e soprattutto a se stessi quel che hanno appreso. E creano un nuovo stile: un mix di ballo da sala e break dance!
Il tentativo iniziale di Dulaine fallisce, perché tenta il dialogo con questi ragazzi solo con il suo linguaggio, il ballo da sala. Questa distanza incolmabile si riflette anche sui genitori e sugli insegnanti, che vogliono sospendere questo corso, ritenuto una perdita di tempo.
Ma è a questo punto che emerge con trasparenza la realtà della danza,di qualunque stile e genere sia:

”Ecco, guardate i vostri ragazzi come ballano. Questa è una posizione che dice molto. La ragazza è rigida nella sua posizione e deve farsi portare. Non è obbligata, lo decide lei se fidarsi oppure no del suo uomo. In questo modo lei ha fiducia in sé; e una ragazza così forte non pensate che saprà farsi rispettare nella vita?
E il ragazzo, è lui che deve portare e guadagnarsi la fiducia di lei. In questo modo, il vostro ragazzo imparerà il rispetto e saprà come toccare ogni donna che gli capiterà di fianco. Questa non è solo danza,signori. E’orgoglio, rispetto, eleganza di vita.”

In questo modo l’arte più antica del mondo si plasma di significati che vanno al di là del linguaggio verbale e si mostra come la forma di comunicazione più potente e malleabile, un mezzo per esprimere situazioni di vita.
la danza diventa un modo per trasportarsi in un’altra dimensione.                                                                                     

 

Il Musical: un dialogo fra danza, teatro e cinema
Il musical (abbreviazione di musical comedy) è un genere di rappresentazione teatrale che si avvale contemporaneamente di più tecniche espressive e comunicative. L'azione viene portata avanti sulla scena non solo dalla recitazione, ma anche dalla musica, dal canto e dalla danza che fluiscono in una sorta di dialogo. Si può dire che il musical nasca il 12 settembre 1886 giorno in cui negli USA viene messa in scena per la prima volta un' opera nata dall'unione fra una compagnia di ballo e canto con una compagnia di prosa.
Già a partire dalle prime opere, il musical si configurò come genere  a se stante, con regole molto precise che lo contraddistinguevano da tutte le altre produzioni del momento: per la sceneggiatura, per quanto riguarda la resa scenica, per l’equilibrio perfetto tra parti recitate, cantate e ballate e per il raggiungimento di un’opera globale in cui tutto concorre a trasmettere allo spettatore un senso di unitarietà e uniformità. Il segreto del musical è qualcosa che ha a che fare soprattutto con il modo in cui i performers dialogano con gli spettatori suscitando in essi emozioni e proiettandoli in una realtà che sembra perdere di vista la realtà per immergersi in un mondo onirico e di favola.
Un musical: CATS
La storia è ispirata a una raccolta di T. S. Eliot sulla ciu base ha lavorato Andew Lloyd Webber e ne ha prodotto il musical, che vanta diciotto  anni di permanenza sulle scene di Broadway e ventuno su quelle londinesi con una cinquantina di milioni di spettatori.
La tribù felina “Jellicle”  in una notte di luna piena si raduna per celebrare il “Jellicle Ball”(Ballo Jellicle) e scoprire chi di loro potrà ascendre all’Heavyside Layer per poter rinascere in una nuova vita. Ogni gatto si presenta al pubblico sfoggiando le proprie peculiarità: tra essi vi è Grizabella, una vecchia gatta con un passato torbido e dissoluto e perciò emarginata dalla tribù. Per onorare l’arrivo del capo Old Deuteronomy i gatti mettono in scena la rievocazione di un fatto storico, dopodiché si scatenano nel ballo. Entrano in scena altri gatti Jellicle tra cui Macavity, gatto criminale che rapisce Old Deuteronomy. Il giovane Rum Tum Tugger propone di chiamare un gatto-mago che fa riapparire l’anziano capo tribù. Entra in scena Grizabella che ricorda tristemente i bei tempi passati e Old Deuteronomy decreta così che sarà lei ada vere la possibilità di salire all’ Heavyside Layer per rinascere e riscattare così gli errori del passato.

Dialogar danzando: la Capoeira

La capoeira è una lotta ritmica,
un’arte con l’anima di un bambino
e l’esperienza di un anziano.

Mestre Paulinho

 

La Capoeira è una danza che nasce nell’epoca coloniale in Brasile, inventata dagli schiavi neri, è una forma di combattimento camuffata da danza per eludere i controlli dei padroni che non ammettevano alcuna forma di ribellione all’interno dei loro poderi.
Sembra in tutto e per tutto un ballo: si svolge in cerchio,a ritmo delle percussioni di Jambé e Birimbao e tutti si muovono sul ritmo del passo base.
Questa è considerata una vera e propria arte marziale, che non ammette il contatto fisico ma solo un avvicinamento velocissimo.
E’ quindi un’arte di difesa, non di offesa, sia che si appartenga alla scuola Angola o alla Scola de Bahia.
Il combattimento-danza si svolge sempre in cerchio, la Roda, secondo la più antiche tradizioni tribali.                                                                                                                    
Il cerchio è simbolo del gruppo, della comunità, e non esclude nessuno.
Chi combatte è al centro della Roda e tutti i partecipanti stanno lì attenti, tranne i suonatori che sono al di fuori.
Coloro che suonano saranno i prossimi sfidanti. Chi è pronto per combattere esegue un passo particolare che lo mette “in gioco”.
Nella musica non ci sono parole e anche nel combattimento non si parla.
Tutto il linguaggio è meramente fisico e comune in tutto il mondo.
Per questo la Capoeira è un’arte senza limiti di comunicazione: perchè ovunque tu sia nel mondo, la Roda ti accoglierà e la comunicazione sarà universale.

La Danza e le Arti Figurative:
SCULTURA

 

1)Antnio Canova: Danzatrice con cembali          2)Antonio Canova, Danzatrice con le                       3)Antonio Canova, Danzatrice col                           
Marmo, Staatliche Museen, Berlino                    mani sui fianchi                                                           dito al mento                                            

L’opera fa parte di un gruppo di tre Danzatrici eseguite in tempi diversi e per committenti differenti. Assieme alla Danzatrice con le mani sui fianchi e a quella col dito al mento questa statua trova precisa sollecitazione creativa nei numerosi disegni. La maggior parte dei soggetti verte infatti sul tema della danza “che offre una visione del corpo sublimato nello slancio e nel ritmo” e al tempo stesso “diventa un paradigma, un riferimento di intensa suggestione per un’arte che aspira al bello ideale” (Pavanello,1992). 
Il motivo della Danzatrice con Cembali, nato in un momento d’ozio,  darà vita a una delle più belle opere di Canova, scolpita per l’ambasciatore russo a Vienna, in sostituzione di una Venere, il soggetto raffigura una fanciulla nell’atto spensieratamente gioioso di danzare, sollevando in alto le braccia per accompagnare il passo al suono dei cembali. Pur ispirata alle felici soluzioni dei rilievi classici e delle pitture vascolari con scene di menadi e baccanti, la danzatrice canoviana è opera tutta nuova e riprende in parte il motivo dell’Ebe. A quell’invenzione, infatti, rimandano sia l’idea dell’apertura delle braccia che la lavorazione della veste trasparente, di consistenza vaporosa, mossa da un leggero vento che la fa aderire perfettamente al corpo.

PITTURA

La Danza, Pablo Picasso, 1925

 Olio su tela, Londra, Tate Gallery

Il dipinto è un’immediata risposta alla notizia della morte di Ramòn Pichot, il compagno degli anni Bohèmien che era stato testimone del suicidio di Casagemas. Picasso rende omaggio alla memoria dell’amico con una composizione rituale, associata alle danze funebri catalane, di cui Pichot era un provetto ballerino. Inoltre trasfigura il suo volto nel profilo scuro che compare dietro la danzatrice di destra. Con La Danza l’artista chiude la parentesi classica e inaugura una nuova riflessione sui codici rappresentativi del corpo umano. Il motivo delle Tre Grazie viene abbandonato e sostituito con l’immagine di queste moderne Erinni, invasate dal ritmo vorticoso di una danza sfrenata: il corpo dislocato nello spazio, l’equilibrio instabile su un piede solo. Queste danzatrici sanciscono un’ulteriore svolta epocale nel linguaggio espressivo di Picasso. Consapevole di avere delineato un nuovo spartiacque pittorico, l’artista realizza una composizione monumentale con figure a grandezza naturale: le dimensioni della Danza raggiungono quelle delle Demoiselles d’Avignon.
FOTOGRAFIA
Robert Doisneau, Distorsion, 1965
Un altro tipo do arte visiva che si interessa allo studio del movimento fino all’estremo è la fotografia.
In questo caso la coppia fotografata sta compiendo una piroetta ma per assurdo rimane ferma...in questo modo si fonde la staticità del corpo con il movimento della figura, la leggerezza dell’immagine totale con l’immobilità incomprensibile della singola figura. Quest’immagine è ottenuta fissando su un singolo fotogramma più fotogrammi in movimento.
E’ questo il punto di vista di un fotografo moderno sulla danza e il movimento:un accavallarsi di rumori, di suoni, di ritmi, di frenesie a cui l’uomo tenta di adattarsi ma a cui finisci per soccombere.
L’arte si appoggia spesso alla danza per esprimere sentimenti che solo il corpo, anche su due dimensioni, riesce a disegnare.
Il corpo diventa lo strumento per creare ritmi che l’occhio segue con naturalezza.
Se guardiamo la scultura del Canova sembra quasi di sentire le note pizzicate del clavicembalo di sottofondo, mentre le vesti sfiorano il terreno e le punte delle danzatrici picchiettano il pavimento;
si sente l’angoscia per la morte di un personaggio importante nel quadro di Picasso, in cui la grazia lascia il posto al dolore tagliente e deformato; oppure la confusione che pervade il movimento di un’epoca, quella di Doisneau e del boom economico, che si accinge a correre a ritmi frenetici.

 

Danza e… Galanet

All’interno del forum sono stati proposti temi di dibattito sulla danza, questa è una sintesi con alcune citazioni di ciò che pensano i “galanettiani”:

  • la danza come pratica del tempo libero:

“ Pour ma part, je suis d'accord avec Jenny, il faut s'organiser! Mon temps libre...j'essaie de ne plus penser  (j'essaie :-)) aux cours et de me défouler dans le sport en particulier la danse. Autrement, des petits moments entre amis c'est aussi un bon moyen”. FARIDA MB 

  • un linguaggio in grado di creare un dialogo multiculturale perchè attraverso di esse chiunque può esprimere i propri pensieri, le proprie emozioni:

« A partir du moment où on raconte quelque chose, on partage à travers un moyen, ceci est une sorte de communication. Cette chose devient le langage et son message trouve les récepteurs. Si ceci n'utilise pas une langue (le français, l'anglais etc.), il peut être d'autant plus universel.
Dans ce sens, la danse est vraiment un langage universel, voir même plus que la musique et le théâtre.
Mais étonnament, elle touche toujours moins de public que la musique ou encore le cinéma (et beaucoup moins que le foot!!). 
»                SIMGE

  • la danza e l’arte come mezzo di conoscenza delle altre culture, dei diversi costumi esistenti nel mondo:

« Je suis d'accord que la danse ne peut pas exister sans la musique.
Mais sur une musique on peut danser de differentes façons. La façon dont on va danser sur une musique peut dependre de notre culture et donc de la façon qu'on danse habituellement dans notre pays, ou même de la religion de notre pays. (Reprenons l'example du forro qui se danse diféremment à Joao Pessoa que à Fortelaza au Brésil par exemple)
Les danses traditionnelles (comme la musique traditionnelle) enrichient une culture. Elles enrichissent d'une manière générale la culture, "la patrimoine" mondiale. Une danse traditionnelle nous donne une idée générale de comment les choses se passent (les fêtes, les marriages etc) dans un pays. Et montrent aussi les points communs des cultures. (Je vois les danses traditionnelles de mon pays la Turquie et celles de la Grèce ou encore le Liban les ressemblanses me plaisent, les différences m'enrichissent). Il y a aussi un autre point à voir dedans. Les danses "plus nouvelles" qui deviennent de plus en plus "globale"... L'exemple du Hip Hop est très pertinent pour illustrer.
Cette danse est issue d'une sous-culture et a été adopté par beaucoup d'autres gens d'autres pays qui se sentent aussi d'apartenir à cette culture. Les jeunes qui suivent ce mouvement dans les banlieus de la France ou des Pays-Bas ou encore dans les favelas m'impressionnent.
J'apprécie...»     SIMGE

  • danza come insieme di regole (danza classica) o non regole (danza tecno):

« Pour moi, la danse est clairement un dialogue. C'est un partage entre la musique et les danseurs entre eux. Comme pour n'importe quelle langue, il existe dans la danse des règles. Que ce soit la danse classique (très stricte sur les règles) ou au contraire la danse techno qui semble à priori "plus libre", toutes les danses sont codifiées. En ce qui concerne la techno, elle est codifiée par le fait qu'elle doit suivre l'instinct du moment du danseur. De l'extérieur, il semblerait que tous ces danseurs sont différents et pourtant ils suivent un code en commun qui est de laisser libre court à ses pulsions. »
SALIM

  • diversi tipi di danza come mezzo di distinzione tra culture differenti:

« Pour moi la danse fait partie de ce qu'on peut appeler les arts, et elle peut surement permettre au gens d'exprimer des chises, de communiquer une idée... Si je ne me trompe pas toutes les nouvelles danse dérivées ou parallèles au hip-hop sont au départ une forme d'expression qui se veut différente de la culture globale, qui permet de s'identifier. CAr selon la danse que l'on pratique on s'identifie à un groupe de personnes, à un style ou un idéal de vie, même si cela ne dure que le temps d'1 danse.
Après elle est surement différent selon le type de danse. Personnellement je trouve que certaines danses expriment clairement quelque chose ( exemple bête le tango : la fougue, la passion.. mais j'avoue que la danse moderne me dépasse....:S
Et je pense aussi que sans la musique, la plupart des gens interpréteraient moins ou différement une danse. La musique rythme, donne différente phase. Mais malgré cela un danseur soit être capable de la faire "à vide". »       
MANDY

  • la danza e il suo legame forte ed indispensabile con la musica:

Sim, é um facto que a dança é algo de muito importante. Mas será que falando apenas de dança, nao estaremos a esquecer outra coisa também ela importante? Pois é, o que seria da dança se não estivesse aliada à MÚSICA?!”                 GRADEMASTER

  • la danza associata al mimo, come forma “muta” di espressione:

Ce que j'ai écris pour la danse est je trouve aussi valable pour le mime (voir la rubrique sur la danse). Le mime, en ne pas utilisant une langue, a l'avantage d'être compris n'importe où(c'est sa caractère universel). Mais reste à voir "la lecture", la compréhension du mime. Ceci nécessite à minimum une habitude de voir du mime ou encore une imaginaire permettant de comprendre son sens.
En partant de ça, on peut discuter aussi sur: "à quel point le message donné par l'artiste et celui reçu par le spectateur est obligé d'être similaire?", "est-ce vraiment l'essentiel ou une interaction plus profonde est-elle en question?"
Bien à vous.”      
SIMGE

 

Cosa ne pensiamo noi della danza?

Sono una ballerina da molto tempo ed ho sempre pensato che nulla meglio della frase Nietzche esprima l’idea di danza! Come l’arte, è una delle forme espressive che meglio ci aiuta ad esprimere le nostre sensazioni senza dover pensare troppo, permettendoci di esprimere immediatamente e veramente le nostre emozioni. Francesca Boita

Io penso che la danza sia un dialogo, la gestualità del corpo comunica molto anche senza parlare, può comunicare rabbia, tristezza, gioia, felicità ecc... Io sono ballerina e so quanto la danza possa comunicare...  Isabella Bortolotto

La danza è un’arte che racchiude in se arti diverse: è contemporaneamente immagini teatro e musica. È il modo in  cui il nostro corpo si fa portatore di emozioni e di significato senza usare le parole ed è per questo che come la musica e la pittura è un linguaggio universale. Essa è inoltre un’espressione di identità culturale, un modo per mantenersi in forma e per divertirsi oltre che in modo per dar voce alle proprie emozioni. Sarah D. Borsato

L’arte e la danza sono due modi di comunicare che permettono a tutti di comprendere il messaggio che portano con se. Valentina Zanelli

 

Conclusioni

La ricerca è stata condotta, in una prima fase, tramite l’analisi degli interventi inseriti nelle varie sezioni del forum e delle conversazioni virtuali avute dal gruppo con gli altri partecipanti al progetto.
In un secondo tempo, si è fatto il punto della situazione, dividendo in sezioni il materiale raccolto e selezionandolo.
L’ultimo passo è stato quello di realizzare la rassegna stampa.
Ci è sembrato che la parola arte si possa comparare alle lingue in quanto entrambi sono codificati da regole che si apprendono gradualmente con lo studio; sono ambedue elementi significativi per la caratterizzazione di ogni popolo e di ogni cultura; e sono veicolo di emozioni e significati. Essi però utilizzano modi espressivi diversi: mentre la lingua si realizza prevalentemente nella forma scritta e parlata, l’arte si concretizza in svariate forme come il suono, l’immagine (sia statica che in moto) o il movimento del corpo utilizzando così un linguaggio multiculturale che va oltre le differenze linguistiche.
La danza utilizza il movimento del corpo umano per comunicare. Come tutte le arti è un linguaggio universale, che ha radici antichissime e che ha saputo reinventarsi nel corso dei secoli creando così forme nuove di espressione. Essa ha uno strettissimo legame con la musica e con il teatro ed è nello stesso tempo immagine.

Bibliografia:
Le petit Larousse, Larousse 2001
Lo Zingarelli, Dizionario della lingua Italiana, Zanichelli 2005
Wikipedia.org
La Garzantina della Musica, Garzanti 2004
AAVV, Picasso, l’opera di un genio, Mondadori
Giuseppe Pavarello , “Grandi Scultori”, Antonio Canova, Gruppo Editoriale L’Espresso
Mario Pasi, Il balletto, guida storica dalle origini a Béjart, Giunti-Ricordi 1983
Cats, The book of the musical, Harcort Brace Jovanovitch, New York 1983

Fonte: http://deste.umons.ac.be/galanet/dossier/fichiers/danzaprovv.doc

Sito web da visitare: http://deste.umons.ac.be

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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