Dopo la guerra

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Dopo la guerra

 

Terminata la guerra furono siglati i trattati di pace tra le potenze vincitrici e quelle sconfitte. Le frontiere d'Europa subirono radicali trasformazioni.
Le sanzioni inflitte ai Tedeschi furono gravissime. La Germania fu condannata a pagare pesanti debiti di guerra, a subire l'occupazione militare e a ridurre il suo esercito a soli 100.000 uomini. Inoltre dovette cedere l'Alsazia e la Lorena ai Francesi e perse tutte le sue colonie. Le ingenti riparazioni di guerra imposte alla Germania e la conseguente crisi economica contribuirono a gettare il seme della guerra che sarebbe scoppiata solo vent'anni dopo.
L'Impero austro-ungarico fu diviso in una serie di stati indipendenti di piccole dimensioni: Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Polonia.
L'Italia, che era tra le nazioni vincitrici, venne trattata come una potenza di secondo piano. Gli Stati Uniti dichiararono di non riconoscere la validità del patto di Londra (che si proponeva di assegnare all'Italia oltre al Trentino e all'Alto Adige un vasto tratto della costa dalmata). Il presidente del Consiglio italiano abbandonò per protesta la Conferenza di pace di Parigi;   quando vi fece ritorno tutto era stato già deciso. All'Italia vennero assegnati unicamente il Trentino, l'Alto Adige e parte dell'Istria (che si trova al confine con il Friuli Venezia Giulia).
Alla Conferenza di pace di Parigi il presidente americano Wilson svolse un ruolo dominante, presentando un suo piano, articolato in 14 punti. Tale piano prevedeva tra l'altro l'abolizione della diplomazia segreta, la riduzione degli armamenti, l'autodeterminazione dei popoli, la creazione di una Società delle Nazioni per regolare pacificamente i rapporti tra gli stati, la piena libertà commerciale. Il piano di Wilson non fu esente da critiche, alcuni infatti osservarono che principi come la libertà commerciale e la rinuncia all'uso della forza avrebbero favorito chi già si trovava ad essere il più forte. Fallimentare fu senza dubbio la creazione della Società delle Nazioni (antenata dell'ONU), che non sarebbe riuscita a evitare futuri conflitti.
La guerra aveva aperto in Europa una crisi enorme. Il numero dei morti aveva superato gli 8 milioni e il crollo della popolazione fu accentuato dal fatto che i caduti in guerra erano quasi esclusivamente uomini tra i 30 e i 40 anni. Le regioni sottoposte ai bombardamenti avevano subito distruzioni spaventose, i debiti contratti (soprattutto con gli Stati Uniti) per far fronte all'impegno militare avevano impoverito gli Alleati europei. Per pagare i debiti gli stati europei non riuscirono a fare altro che stampare carta moneta, provocando in questo modo una violenta inflazione e un forte aumento dei prezzi.
Con la guerra l'Europa impoverì se stessa, ma arricchì gli altri. Gli Stati Uniti e il Giappone trassero infatti enormi vantaggi dal conflitto: le loro industrie avevano lavorato a pieno ritmo per rifornire gli Alleati, si erano rimodernate, erano penetrate su nuovi mercati. Stati Uniti e Giappone, inoltre, non avevano subito alcuna distruzione: sui loro territori non era caduta nemmeno una bomba.

 

Fonte: http://rossanaweb.altervista.org/blog/mater_studenti/storsunt.pdf

Sito web da visitare: http://rossanaweb.altervista.org/

Autore del testo: R.Cannavacciuolo

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