Il crollo dell'Unione Sovietica

Il crollo dell'Unione Sovietica

 

 

 

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Il crollo dell'Unione Sovietica

 

L'avvento al potere di Michail Gorbaciov segna una grande svolta nella storia dell'URSS e del mondo intero.
La firma del trattato di Washington per l'eliminazione degli euromissili, il ritiro dall'Afghanistan e la smobilitazione della presenza sovietica in tutti i continenti consentono di passare dalla "seconda guerra fredda" a una nuova fase di distensione e dialogo tra Est e Ovest.
Un impulso decisivo in tal senso viene dallo scioglimento del Comecon e del Patto di Varsavia, con la conseguente liberazione dei paesi satelliti (Ungheria, Romania, Bulgaria, Polonia, Cecoslovacchia, Germania dell'est) dalla tutela sovietica. Nel 1989 crolla il Muro di Berlino e l'anno  successivo  la  Germania  torna  unita.  Una  spinta  liberalizzatrice  travolge  in  rapida


8 l'URSS e i suoi alleati ottennero dall'Occidente il riconoscimento delle frontiere uscite dalla Seconda guerra mondiale e in cambio si impegnarono al rispetto dei diritti umani (impegno che però non realmente rispettato).
9  Nel 1979 il movimento degli ayatollah (sacerdoti di una setta della religione islamica) rovesciò il regime dello scià Reza
Pahlevi, il cui governo, dispotico e corrotto era appoggiato dagli americani. Il nuovo regime applicò i principi dell'integralismo islamico, demonizzando la società moderna e imponendo, con metodi non meno dispotici e crudeli di quelli dello scià, l'osservanza rigorosa e "integrale" dei precetti del Corano.


successione e in modo pacifico tutti i regimi comunisti. Solo in Romania, per abbattere la dittatura di Ceaucescu, è necessaria una sanguinosa rivolta popolare.
La situazione interna dell'URSS si evolve in modo drammatico: l'ala più estrema dei comunisti tenta di destituire Gorbaciov con un colpo di stato, ma il tentativo fallisce per il mancato sostegno dell'esercito e per la vasta mobilitazione popolare guidata da Boris Eltsin. Il golpe trascina nel suo fallimento il Partito comunista e la stessa Unione Sovietica: l'URSS cessa di esistere e le 15 repubbliche che la formavano scelgono di affrontare ognuna per proprio conto i difficili problemi ereditati dal passato. Undici di esse restano alleate nella Comunità di stati indipendenti (CSI), un organismo fragile e privo di strutture operative.
Il crollo del regime comunista in Cecoslovacchia determina la divisione pacifica del paese in due stati: la Repubblica ceca e la Repubblica slovacca.
In Jugoslavia succede invece l'opposto: gli stati che componevano la confederazione vengono dilaniati dalla guerra civile. Dopo la morte del maresciallo Tito, che aveva tenuto uniti sotto un regime di tipo socialista gli stati slavi, scoppiano gravi contrasti tra le popolazioni, diverse per etnia, religione, cultura. Negli anni '90 in Bosnia il conflitto ha conosciuto l'orrore della cosiddetta "pulizia etnica", cioè lo sterminio totale dei gruppi avversi. Solo l'intervento degli Stati Uniti ha portato alla fine delle ostilità e a un accordo, che ha sancito la divisione della Bosnia in una repubblica serba e in una federazione croato-musulmana.
Nel 1994 i Russi intervengono militarmente in Cecenia, la repubblica caucasica che ha proclamato la propria indipendenza. L'esercito russo subisce gravi umiliazioni e reagisce distruggendo gran parte del paese. La fine delle ostilità non porta a un chiaro accordo politico.
Intanto in Albania crolla il più rigoroso tra i regimi comunisti dell'Europa orientale. Il disastro dell'economia porta il paese alla fame e provoca una massiccia immigrazione illegale in Italia.

 

Fonte: http://rossanaweb.altervista.org/blog/mater_studenti/storsunt.pdf

Sito web da visitare: http://rossanaweb.altervista.org/

Autore del testo: R.Cannavacciuolo

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