Il federalismo di Carlo Cattaneo

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Il federalismo di Carlo Cattaneo

Per Cattaneo l’Italia dove mettere da parte l’orgoglio nazionale e concentrarsi per raggiungere il progresso economico e civile.
L’Italia doveva diventare un paese moderno, con una legislazione progredita, un’amministrazione efficiente e una cultura tecnico-scientifica aggiornata.
Si distingueva dalla posizione dei moderati per il suo netto laicismo e per la sua spregiudicatezza intellettuale; quindi Cattaneo fu un radicale.
Secondo lui il progresso della civiltà era la conseguenza dell’esercizio della libertà; si schierò quindi contro il protezionismo statale, contro le limitazioni poste al diritto di proprietà e contro il dispotismo.
Era convinto che la Lombardia era retta da un’amministrazione sicuramente più laica ed efficiente di quella degli altri Stati italiani, ma era anche convinto che bisognava trasformare l’impero asburgico in una federazione degli Stati, sul modello dei cantoni svizzeri, di cui avrebbe fatto parte anche il Lombardo-Veneto, in modo che fosse garantito un ordinato sviluppo della libertà. Era necessario uno stato federale in quanto con uno Stato centralizzato non si sarebbero tenute adeguatamente in conto le diverse realtà locali; per l’Italia la soluzione federalista era la più ragionevole, date le profonde diversità tra le varie regioni.
A causa delle sue posizioni ostili ai neoguelfi e moderati, ai mazziniani e ai socialisti, Cattaneo si trovò però in una condizione di isolamento politico.

Anche Giuseppe Ferrari ebbe in comune l’ideologia federalista.

 

Fonte: https://sociologiaunipi.files.wordpress.com/2013/03/riassunti-storia-contemporanea-sabbatucci-vidotto.doc

Sito web da visitare: https://sociologiaunipi.files.wordpress.com

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