La seconda Guerra d’Indipendenza

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La seconda Guerra d’Indipendenza

Napoleone III assunse il comando delle forze alleate franco-piemontesi e passò all’offensiva facendo ripiegare gli Austriaci.
4 giugno: battaglia di Magenta→ l’esercito franco-piemontese ha via libera su Milano.
Gli austriaci comandati da Giulay, abbandonano Milano e si concentrano sul Quadrilatero; i patrioti chiesero l’unione con il Piemonte eliminando i vecchi governi.
8 giugno: Napoleone e Vittorio Emanuele entrano a Milano, mentre Garibaldi libera Bergamo e Brescia.
24 giugno: i Piemontesi a San Martino e i Francesi a Solferino sconfiggono gli Austriaci.

Ma quando ci si apprestava a liberare Venezia, Napoleone III aprì i negoziati con l’imperatore austriaco; le ragioni erano: in Francia l’opposizione di destra voleva la fine delle ostilità per evitare che, con la situazione italiana, fosse compromesso anche lo Stato del papa; inoltre l’Inghilterra temeva il rafforzamento delle posizioni francesi e la Prussia sembrava volesse intervenire in aiuto dell’Austria in cambio di un riconoscimento di egemonia sulla Confederazione germanica. Infine c’era il rischio che si formasse un Regno d’Italia nel Centro-Nord senza che la Francia ottenesse compensi.
11 luglio: Austria e Francia firmano l’armistizio di Villafranca. La Lombardia sarebbe stata ceduta alla Francia e poi al Regno di Sardegna; sarebbero stati restaurati i governi legittimi a Modena e in Toscana; il papa doveva introdurre riforme nel suo Stato; doveva crearsi una confederazione italiana sotto la presidenza del papa; l’Austria conservava il Veneto.
Cavour si dimise, e l’incarico per il nuovo governo fu affidato ad Alfonso Lamarmora e a Rattazzi.

In questa situazione di stallo i mazziniani cercarono di riprendere in mano l’iniziativa, con l’intento di marciare verso il Meridione (dove regnava Francesco II di Borbone), attraverso gli Stati del papa e ricongiungersi con le insurrezioni locali che sarebbe state nel mentre organizzate in Sicilia e in altri luoghi. Mazzini per compiere l’unificazione si dichiarò pronto a collaborare anche con i governi provvisori dell’Italia centrale e con Vittorio Emanuele.
La proposta di Mazzini non ebbe succeso ma si alimentò di nuovo l’idea unitaria.
Nel 1860 Napoleone III pubblicò un opuscolo nel quale indicava che con il prossimo congresso internazionale sulla questione italiana, il papa rinunciasse alla Romagna, alle Marche e all’Umbria e si costituisse un regno indipendente dell’Italia centrale.

Il 20 gennaio Cavour ritornò al governo e offrì subito a Napoleone la cessione della Savoia e di Nizza, come era stato concordato a Plombieres, in cambio dell’accettazione delle annessioni dell’Italia centrale al Piemonte.
A Marzo si tennero i plebisciti, che furono a favore dell’unione al Regno di Sardegna.
Le successive elezioni per la Camera del nuovo regno furono favorevoli a Cavour.

 

Fonte: https://sociologiaunipi.files.wordpress.com/2013/03/riassunti-storia-contemporanea-sabbatucci-vidotto.doc

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