Unità d' Italia

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Unità d' Italia

UNITA’ D’ITALIA

Nel 1849, dopo la dura repressione dei moti liberali e democratici, l’Italia tornava sotto i regimi che l’avevano governata durante la Restaurazione:

  • il Regno di Sardegna, governato da Vittorio Emanuele II di Savoia, non aveva alcun legame con lo straniero e aveva mantenuto la Costituzione, cioè lo Statuto Albertino, concesso nel 1848;
  • il Regno Lombardo- Veneto, controllato dall’ Austria, molto ricco;
  • il  Ducato di Parma e Piacenza, sul cui trono stava un principe asburgico;
  • il  Granducato di Toscana era sotto il granduca Leopoldo II;
  • lo Stato pontificio, guidato da papa Pio IX;
  • il Regno delle Due Sicilie.

Si pensava che ci fossero due modi di ottenere l’indipendenza:

    • la via moderata, quella dei piccoli passi, delle trattative tra Stati e delle riforme graduali;
    • la via democratica ( Mazzini), basata sulla guerra di popolo, rivolta e suffragio universale.

Queste idee ebbero un ruolo fondamentale nel Risorgimento(1848-1870), chiamato così dagli storici perché vide la rinascita del sentimento nazionale e dell’ideale patriottico italiano.Una figura importante del Risorgimento fu il conte Camillo Benso di Cavour.Nominato prima ministro dell’Agricoltura, del Commercio e della Marina(1850), Cavour divenne primo ministro( 2 novembre 1852) e seguì una linea d’azione basata su quattro fondamentali direttrici:

  • modernizzare il Regno di Sardegna,
  • stabilire alleanze,
  • contenere le forze democratiche
  • separare le funzioni dello Stato da quelle della Chiesa.

Il Piemonte si avvicinò a Francia e Inghilterra, furono stipulati trattati commerciali,furono aboliti alcuni privilegi della Chiesa.
Iniziò la costruzione di una prima rete ferroviaria.
Il 20 luglio 1858,  a Plombières, Cavour e Napoleone II si incontrarono segretamente e si accordarono per muovere guerra all’ Austria.
Il 26 aprile 1859 iniziavano le ostilità; gli eserciti francesi e piemontesi combattevano contro quello austriaco. La guerra fu decisiva nella battaglia di Magenta ( 4 giugno), e in quelle di Solferino e San Martino (entrambe combattute il 24 giugno), tutte vinte dalle forze franco-piemontesi.
Ma, per paura che il Piemonte si rafforzasse troppo, la Francia abbandonò la guerra e avviò trattative con gli austriaci. Corsero in aiuto del Regno di Sardegna la Toscana e l’ Emilia Romagna, comandate da governi provvisori moderati che si erano dichiarati favorevoli all’unione con il Piemonte.
L’anno successivo, nel marzo 1860, si firmò la pace.
Il Regno di Sardegna acquistava la Lombardia, la Toscana e l' Emilia Romagna; all’ Austria restava il Veneto.
L’Italia cedeva alla Francia Nizza e la Savoia.
Intanto, il Regno delle Due Sicilie, governato da re Francesco II di Borbone, era ormai apertamente in crisi e la spinta all’ Unita nazionale ne accentuava la fragilità.
Il Piemonte, che voleva unificare l’Italia, non poteva intervenire direttamente contro il Regno delle Due Sicilie, perché sarebbe stata un’aggressione ingiustificata, organizzò una spedizione di volontari, alla guida della quale stava Giuseppe Garibaldi, che aveva già in passato combattuto con il Regno di Sardegna e Mazzini.
Partì da Quarto la notte tra il 5 e il 6 maggio 1860.
L’11 maggio sbarcarono a Marsala ; il 15 giunsero a Calatafimi e riportarono la prima  vittoria contro le truppe borboniche. Puntarono poi su Palermo, che raggiunsero e conquistarono il 6 giugno. Il 20 luglio, Garibaldi controllava tutta la Sicilia.
Il popolo accolse con gioia i conquistatori, come fossero liberatori; infatti, le speranze non erano solo per l’Unità, ma anche per una  più equa distribuzione delle terre e per una maggiore giustizia sociale.
Il 20 agosto Garibaldi raggiunse la Calabria; il 7 settembre entrava a Napoli e, il 1° di ottobre, presso il fiume Volturno, sbaragliò definitivamente le truppe borboniche.
Per paura che i  democratici potessero proclamare la repubblica nel Regno delle Due Sicilie, Vittorio Emanuele II di Savoia, decise di partire per Napoli il 3 ottobre.
Il 26 ottobre Garibaldi incontrò il re a Teano e, per evitare il rischio di una guerra gli cedette il comando. L‘unione non era completa: mancavano il Lazio, sotto il papa e il Veneto, controllato dagli Austriaci.
Il 17 marzo 1861, a Torino, Vittorio Emanuele II diventava re d’ Italia.
Le condizione che avevano reso possibile l’ Unità erano:

  • La situazione internazionale. Le rivoluzioni del 1848 e del 1849 avevano messo in crisi l’ Austria; in più la Francia tendeva a espandere la propria influenza (da qui si spiega l’alleanza con il Piemonte contro gli austriaci)
  • La crisi degli Stati italiani.

Nel 1861 fu proclamata l’Unità.
Ma mancavano altre “unità.”

  • Non vi era una completa unità del territorio;
  • Non vi era unità di leggi;
  • Non vi era unità economica;
  • Non vi erano unità culturale e linguistica.

Il processo di unificazione di Italia e Germania presentava differenze e somiglianze.

  • Analogie: erano avvenute negli stessi anni, per iniziativa di un solo Stato, grazie a due grandi statisti al servizio dei loro sovrani. L’Unità fu ottenuta, in entrambi i casi con la guerra.
  • Differenze: in Italia molti stati erano sotto una potenza straniera; in Germania tutti gli Stati erano indipendenti e di lingua tedesca. Il Piemonte era militarmente debole; la Prussia aveva un esercito di primo ordine. L’ Italia raggiunse l’ Unità in primo luogo grazie a Cavour, ma anche con il contributo dei democratici; in Germania nessun contributo venne dalle forze popolari. Il Piemonte era uno Stato parlamentare, con una Costituzione; la Prussia era uno Stato assoluto. Il Piemonte era economicamente arretrato. La Prussia, invece, era una grande potenza economica.

      

sintesi realizzata da Paola

 

Fonte: https://piattaformadidattica.files.wordpress.com/2010/11/unita-ditalia.doc

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