Guerra civile Inglese

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Guerra civile Inglese

La rivoluzione inglese

Quadro di riferimento: l’affermazione dello stato moderno

La parola “moderno” fa riferimento all’ambito dell’Umanesimo, del Rinascimento, della Stampa e altre innovazioni, che mettono al centro di tutto l’uomo e che permettono la facilità d’espansione della cultura, del sapere.
La rivoluzione è irreversibile, una volta che qualcosa evolve non si può tornare alla forma originaria.
Dal punto di vista scientifico si arriva all’analisi sperimentale, di verifica. Anche la religione ha un aspetto moderno: la tolleranza, ovvero la libertà religiosa. Nel campo economico si hanno le prime forme di capitalismo. Anche l’espansione geografica e l’inizio della globalizzazione sono segni di modernità, perché l’Europa entra in contatto con altre culture.
Un ultimo elemento di modernizzazione è lo Stato: si scopre il dualismo di corte e parlamento, che verrà chiamata monarchia parlamentare. Tuttavia anche la monarchia assoluta è un’esperienza di Stato moderno, ma quella parlamentare ci è più vicina ed è quella che avrà conseguenze maggiori.

Giacomo I (Stuart)

Dopo la dinastia Tudor di Elisabetta I subentra la famiglia reale degli Stuart. Giacomo I era già re di Scozia quando fu incoronato anche re d’Inghilterra (che allora comprendeva anche l’Irlanda) e quindi durante i suoi 20 anni di regno le due corone furono unificate.
Appena salito sul trono attua un forte accentramento monarchico tramite delle riforme.
Come prima cosa riafferma la chiesa anglicana, perseguitando cattolici e tutti coloro non anglicani. I sudditi sono scontenti, soprattutto perché vengono toccati alcuni dogmi della Magna Charta Libertatum del 1215, e quindi si viene a formare un’ondata migratoria molto sostanziosa verso l’America. Il sovrano aumenta la pressione fiscale, scontentando quella parte di popolo non ancora contro Giacomo I, che è incapace di far sfondare l’economia inglese nel mondo, quindi anche i ceti medi si ritrovano scontenti. Come terza riforma applica un’esautorazione dei poteri locali, impedendo al popolo ed ai suoi rappresentanti di esprimersi a piacimento. Toglie anche il diritto ai rei di essere giudicati da magistrati, impossessandosi del diritto di giudicare a piacimento le persone.

I problemi con il parlamento

 

A causa delle riforme c’è un contrasto tra corte e parlamento, l’unico organo in grado di opporsi al re. Giacomo I non riuscì neanche a strutturare un esercito, dato che non aveva il consenso del popolo dalla sua. Nel complesso lo stato non era solido.

Carlo I

 

Alla morte di Giacomo I salì sul trono Carlo I, suo figlio. Ritrovatosi con tutti i problemi del padre, attua una dura repressione contro le proteste del parlamento, sciogliendolo tre volte: nel 1625, nel 1626 e nel 1629. Nel 1628 sorgono dei gravi problemi economici e quindi Carlo ha bisogno dei soldi dei parlamentari, che accettano di prestarglieli solo se accetta un compromesso

La petition of rights del 1628

 

Questa petizione è una condanna di tutte le riforme messe in atto fino a quel momento, a partire da quelle del padre. Il trattato viene accettato, ma nel 1629 non rispetta il patto e scioglie nuovamente il parlamento. A questo punto la frattura tra la monarchia e i ceti borghesi e gentry è quasi totale.

Altre riforme

Vengono istituiti due nuovi tribunali: la camera stellata per giudicare i reati politici, e la corte di alta commissione per i reati religiosi. Altre tasse e dazi vengono imposti e scontenta i commercianti concedendo ai grandi nobili il monopolio dei commerci. Oltre alle tasse c’è anche la vendita delle cariche pubbliche e quindi lo sfruttamento del popolo. Anche dal punto di vista religioso ci sono dei cambiamenti: un arcivescovo consiglia delle riforme di stampo cattolico, che inaspriscono gli anglicani. Oltre alle riforme, il sovrano sfoggia un lusso e uno sfarzo tali da insultare il popolo, povero e in condizioni di vita precarie.

I tentativi di rivalsa

 

Carlo I vuole imporre la sua religione anche in Scozia, mossa che porta ad una guerra che però il sovrano non è in grado di finanziare. Chiede di nuovo aiuto al parlamento, che questa volta rifiuta e chiede l’abolizione dei tributi e la condanna a morte dei collaboratori più stretti del re. Carlo, privo di un esercito efficiente, si vede costretto ad accettare le richieste del parlamento (le stesse chieste nella petition of rights). Il conte di Stratford, principale collaboratore del re, viene condannato a morte nel 1640.

Carlo I organizza, con la scusa di una guerra in Irlanda, un esercito di cui nessuno è a conoscenza, ma viene scoperto. Nel 1641 i parlamentari decidono di prendere in mano le redini dell’esercito e le nomine ministeriali.

Il colpo di stato

 

All’inizio del 1642 Carlo I tenta un colpo di stato, che però fallisce. E’ costretto quindi a scappare da Londra e tutto il processo assolutistico cominciato da suo padre crolla.

La guerra civile

 

Scoppia la guerra civile tra il re e i cavalieri (grande nobiltà) e le “teste rotonde” (ceti bassi della società). I realisti controllano la zona nord-ovest, mentre le teste rotonde sono nell’Inghilterra sud orientale.

Oliver Cromwell

 

Diventa capo dell’esercito delle Teste Rotonde, riorganizza l’intero esercito e lo rinomina “New Model Army”. Lo scontro tra le due fazioni si conclude tra il 1644 e il 1645 con la vittoria di Cromwell. Il parlamento decide di smantellare la chiesa di Stato anglicana e viene giustiziato l’arcivescovo Laud, che consigliò le riforme di stampo cattolico.
I vincitori però si dividono e si creano quattro fazioni ben distinte: i Presbiteriani, che vogliono lo smantellamento della gerarchia episcopale. Gli “Indipendenti”, l’esercito dalla parte di Cromwell, che vogliono la libertà di culto per tutte le sette protestanti e i poteri del re ridotti al minimo; prendono una posizione decisamente moderata.
Ci sono anche due ali estremiste: i Levellers (livellatori) e i Diggers (scavatori). I primi volevano lo smantellamento della monarchia e l’istituzione di una repubblica governata da un parlamento eletto a suffragio universale. I Diggers chiedevano l’abolizione della proprietà privata. Nessuna di queste richieste ha però successo.

 

La proclamazione della repubblica

Carlo I cerca di riorganizzare un esercito in Scozia, dove è scappato dopo la vittoria di Cromwell, con cui cerca di invadere l’Inghilterra. Cromwell lo sconfigge, segnando la condanna a morte del sovrano nel 1649 decapitandolo, e proclamando la vittoria dei Livellatori.
Cromwell abolisce poi la Camera dei Lord e proclama la repubblica, che durerà dal 1649 al 1660.
Il periodo seguente è d’oro per l’Inghilterra, perché il condottiero riesce a proiettare la nazione verso il mondo. I commerci si sviluppano e raggiungono il Mediterraneo e l’India, infastidendo gli spagnoli, i pirati musulmani e gli olandesi.
In seguito la repubblica verrà chiamata Commonwealth, cioè la confederazione creatasi quando le colonie diventano quasi indipendenti, ma sono ancora legate alla Madrepatria.

L’atto di navigazione

 

Nel 1651 il parlamento propone l’atto di navigazione, in cui viene precisato che tutte le navi che arrivano in Inghilterra dovevano essere o inglesi o del loro paese di provenienza. Tra il ’52 e il ’54 scoppia una guerra a causa di questo atto tra l’Olanda, che si trova chiuse il 90% delle vie commerciali, e gli inglesi; è la prima guerra a scopo puramente commerciale. L’inghilterra vince e quindi gli olandesi devono accettare l’atto.

Cromwell come Lord protettore d’Inghilterra

 

Cromwell cercò anche di eliminare i privilegi dei nobili, maggiori esponenti del parlamento, e quindi le sue proposte vengono respinte.
Nel 1653 Cromwell viene nominato Lord protettore d’Inghilterra, Irlanda e Scozia, carica però non sufficiente per piegare il parlamento e quindi lo scioglie. Trasforma con l’ingegno il suo potere in una dittatura militare e poi in una monarchia ereditaria: alla sua morte gli succederà il figlio Richard nel 1658. Lo stato però non lo riconoscerà, perché non ha il prestigio che suo padre si era guadagnato. La potenza di Cromwell infatti derivava da questo.

La fine dell’assolutismo con Carlo II e la Restaurazione Monarchica

 

Nel 1660 il generale e capo dell’esercito Monk, per risolvere la situazione, riconvoca il parlamento e fa salire al potere il figlio di Carlo I, Carlo II. Ripristina la chiesa anglicana e la Camera dei Lord, riabilita i privilegi nobiliari e ricomincia a perseguitare i gruppi religiosi. Non si parla più però ormai di assolutismo, perché c’è collaborazione tra corte e parlamento (dualismo). L’assolutismo è finito, perché sta scomparendo la giustificazione divina del re, dato che il potere del sovrano ora deriva dal Parlamento.

Editto di indennità e perdono

 

I non anglicani erano perseguitati, ma con poco successo. Viene quindi emanato questo editto, grazie al quale vengono tutti perdonati, tranne gli assassini del padre, che vengono giustiziati.

Il Test Act e l’Habeas Corpus (libro nuovo, §2.3)

 

Tra il 1660 e il 1670 re e parlamento regnano insieme, ma a partire dal ’70 Carlo II subisce l’influenza di Luigi XIV, il re Sole, assolutista per eccellenza, che lo finanzia direttamente. Quest’influenza piace poco ai sudditi. In più il fratello, Giacomo II, ha una moglie italiana cattolica e lui stesso è cattolico e quindi Carlo II è favorevole al cattolicesimo. Il Parlamento corre ai ripari da questo “affronto religioso” e crea due leggi: il Test Act nel 1673, che esclude tutti i non anglicani dalle cariche pubbliche  e che rimane in vigore fino al 1829. La seconda legge è l’Habeas Corpus del 1679, che tutela i sospettati dagli arresti arbitrari, messa in atto soprattutto per limitare i giudizi a discrezione del sovrano. Il sistema giudiziario è posto per tutelare le leggi e non è un sistema repressivo. Diventa infatti punitivo solo nel momento in cui la persona in questione viene giudicata colpevole, e quindi gli viene inflitta una pena sempre ben calibrata e proporzionata al reato; ciò significa che ognuno ha il diritto di difendersi. Il tribunale è un luogo dove bisogna appurare la verità e, solo in un secondo momento, condannare. Di conseguenza il sistema carcerario deve rispettare i diritti della persona, è vietato il maltrattamento.

I Tories e i Whigs

 

Dalla discussione politica nascono due nuovi partiti: i Tories (banditi cattolici) e i Whigs (gruppo di insorti presbiteriani scozzesi). I due partiti sono in opposizione in tutto, infatti i primi sono partigiani della chiesa anglicana e sono i rappresentanti della proprietà terriera. I Tories sono favorevoli alla legittimità dinastica, ma anche ad una monarchia parlamentare. I Whigs invece sono liberali, avversari della successione cattolica, a favore della libertà di culto protestante e hanno i loro interessi economici nelle attività commerciali; infatti sono composti da moltissimi esponenti della borghesia e della Gentry. Pur essendo di idee politiche opposte, entrambe le fazioni sono anti-assolutistiche e sono loro stesse che guidano il Parlamento alla rivoluzione.
Dallo scontro escono vincitori i conservatori e quindi nel 1685 sale al trono il fratello cattolico di Carlo II, Giacomo II, ma governerà per poco tempo. Il suo mal governo gli fa perdere l’appoggio dei sostenitori parlamentari.

Gli errori di Giacomo II

 

Nomina, come prima cosa, dei cattolici a cariche governative, escludendo il clero anglicano, l’esatto opposto del Test Act. Fa anche accettare con la forza le sue decisioni con un esercito permanentemente schierato. Il popolo sopporta, perché il sovrano non ha eredi maschi, e quindi sono convinti che quelle ingiustizie dureranno poco tempo. Ma sfortunatamente dopo le due femmine protestanti sposate con principi protestanti, nasce anche un maschio, che salirà al trono.

L’alleanza

 

I Whigs e i Tories si alleano nel 1688 e invocano l’aiuto di Guglielmo III d’Orange, principe danese a cui chiedono di salvare il protestantesimo. Giacomo II è costretto alla fuga e il principe viene accettato come re perché acconsente a ricevere il potere dal Parlamento

La Gloriosa Rivoluzione

 

Questa rivolta degli inglesi protestanti viene chiamata gloriosa perché si conclude senza conflitti armati e senza spargimenti di sangue. E’ la seconda rivoluzione inglese, che porta ad una monarchia costituzionale. Il sovrano viene sostituito perché assolutista e cattolico, e quindi viene considerato erede illegittimo del trono britannico.

La monarchia costituzionale di nomina parlamentare

 

E’ una monarchia che ha alle spalle una carta costituzionale (leggi fondamentali) chiamata Bill Of Rights, redatta nel 1689, che pone dei limiti al potere monarchico e stabilisce i poteri del parlamento. Si viene a creare un nuovo dualismo tra re e parlamento.
Negli anni successivi il parlamento continua con la politica riformista e nel 1689 proclama il Toleration Act.
Tra il 1695 e il 1697 vengono emesse leggi fondamentali a favore della libertà di stampa e nel 1701 viene proposta l’Act of Settlement, che esclude tutti i figli di Giacomo II e tutti coloro che non sono anglicani dal trono d’Inghilterra. Viene così sostituita la casata degli Stuart con quella degli Hannover. Da questo momento in poi ogni sovrano deve essere anglicano, perché maggior esponente di questa chiesa.

 

Fonte: http://www.myskarlet.altervista.org/Scuola/Rivoluzione%20inglese.doc

Sito web da visitare: http://www.myskarlet.altervista.org

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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