Guerra fredda negli stati uniti

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Guerra fredda negli stati uniti

Con il termine Guerra Fredda si indica una particolare fase storica caratterizzata da tensioni fra i paesi del blocco occidentale e quelli del blocco orientale, tensioni che sfociarono in una battaglia combattuta con la politica e lo spionaggio. A capo dei due blocchi ci furono da una parte gli Stati Uniti, simbolo del capitalismo e della libertà di pensiero, dall’altra l’Unione Sovietica con una politica comunista volta ad un’economia di stato pianificata. Con la sua nascita, l’URSS entrò in contrasto sia con la maggior parte degli stati occidentali che sentivano in qualche modo minacciata la propria libertà, sia con gli Stati Uniti che temevano l’esclusione dalla vita politica ed economica nel vecchio continente.
Soltanto di fronte ad una minaccia come la Germania nazista di Hitler, le due superpotenze sotterrarono l’ascia di guerra e si allearono insieme con la Gran Bretagna per combattere il nemico comune. Dopo la guerra però, le tensioni riemersero perfino ben più forti di prima e l’influenza delle due potenze su tutti gli altri stati si fece sempre più forte. Le rivalità continuarono, oltre che sul piano politico ed economico, anche in campo militare, quando insieme a Gran Bretagna, Francia e Cina furono chiamate a ricoprire i cinque seggi permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Nel corso della Conferenza di Yalta e di Postdam, Stalin iniziò quello che fu definito “Il Processo di Sovietizzazione”, in cui tutti i paesi che erano stati liberati dall’Armata Rossa sarebbero, di fatto, entrati sotto l’influenza di Mosca. Stalin sovvenzionò i partiti comunisti locali che si liberarono facilmente dell’opposizione, e si avvalse della mancanza di precedenti forme democratiche in questi paesi per instaurare la sua politica. Così Stalin si assicurò il controllo su tutti i paesi situati nell’est europeo, creando una vera e propria linea di confine immaginaria che divideva l’Europa in due. Entrambe le potenze puntarono molto sui punti strategici, ovvero su quei luoghi dove si poteva controllare il passaggio di merci. Grande rilevanza ebbe il caso della Turchia (appoggiata dagli States) che si vide contendere lo stretto dei Dardanelli dall’Unione Sovietica.

 

Il presidente statunitense Harry Spencer Truman, che mirava ad una rigida politica di contenimento dell’Unione Sovietica e vedendo minacciate sia la Turchia sia la Grecia da una possibile influenza comunista, ordinò quello che fu solo il primo di una serie di prove di forza, inviando la flotta americana nel Mar Egeo per assistere in caso di bisogno la Turchia, e dichiarando gli Stati Uniti “difensori di tutti i popoli liberi impegnati nella resistenza a pressioni straniere”. Questa politica del presidente americano fu definita Dottrina Truman.
Nel Giugno del 1947 gli Stati Uniti applicarono quello che fu chiamato “Piano Marshall”, dove s’impegnavano a fornire degli aiuti economici a tutte quelle nazioni che ne avessero avuto bisogno, dato lo stato in cui la guerra aveva ridotto la quasi totalità dell’Europa. Questa ovviamente non era un’opera di beneficenza poiché tutti gli stati che avessero usufruito degli aiuti, si sarebbero dovuti impegnare nel rafforzamento delle tendenze moderate in politica, alla prevenzione dei conflitti sociali e soprattutto avrebbero dovuto stabilire dei forti legami politici e commerciali con gli Stati Uniti. Questo, che fu il punto di forza dell’influenza statunitense in Europa, trovò subito una risposta dell’Unione Sovietica con la formazione del COMINFORM, un organismo atto all’organizzazione di programmi e delle politiche dei partiti comunisti in Europa.
Un’importante battaglia sì “combatté” in Germania cui aspiravano sia gli Stati Uniti che l’Unione Sovietica, dove per la contesa della città di Berlino si sfiorò lo scoppio della Terza Guerra Mondiale. Stalin, infatti, voleva farne un avamposto dell’Europa comunista. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna decisero in seguito, di integrare le loro zone di controllo e di applicarvi il piano Marshall oltre a una riforma monetaria. Stalin temendo la rinascita di una forte Germania, tra l’altro schierata con il blocco occidentale, decise di bloccare le comunicazioni della città con la parte occidentale del paese. Gli Stati Uniti come risposta all’azione sovietica, organizzarono un ponte aereo garantendo comunque le comunicazioni. Strategica fu la scelta di percorrere la via aerea, evitando così possibili scontri a terra che avrebbero potuto creare confusione su chi avesse effettivamente iniziato a sparare; in questo modo infatti, in caso di scontro i russi sarebbero stati costretti ad ammettere di aver attaccato, mettendo così gli Stati Uniti nel giusto e lasciandogli la possibilità di ricorrere perfino alla bomba atomica.
I russi in ogni caso non attaccarono, e il ponte aereo si rivelò un successo tecnico e psicologico per gli americani, e segnò, di fatto, il fallimento dei sovietici e favorirono i partiti democratici, che conseguirono un gran successo in campo elettorale nella Germania occidentale.
In seguito nel 1949 anche la Francia integrò la propria zona di occupazione a quelle di Gran Bretagna e Stati Uniti, formando, di fatto, la Repubblica Federale Tedesca con capitale Bonn.
I sovietici dal canto loro proclamarono la Repubblica Democratica Tedesca, che comprendeva la sola zona di controllo russa, con capitale Berlino Est. La divisione delle due Germanie segnò quello che fu il primo vero atto della Guerra Fredda, portando conseguenze anche militari.

Nell’Aprile del 1949 venne, infatti, stipulato il Patto Atlantico, ovvero l’alleanza difensiva di tutti i paesi del blocco occidentale, e comprendeva: Stati Uniti, Canada, Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Islanda, Danimarca, Norvegia, Italia e Portogallo. A questo patto seguì la formazione di un corpo militare formato dalle forze armate dei vari stati che ne facevano parte, atto a difendere tutti quei paesi che ne facevano parte.
Nacque così la NATO (Northern Atlantic Threaty Organization).
In seguito si unirono a questo patto anche Turchia, Grecia, Spagna (ma solo nel 1982) e la Germania Federale. Per propria difesa anche i paesi dell’est si unirono sotto quello che fu il Patto di Varsavia, che legava l’Unione Sovietica con i suoi paesi satelliti. In questo periodo l’URSS riempì quel divario che la separava dagli Stati Uniti, testando la sua prima bomba atomica (1949) e migliorando notevolmente la propria potenza bellica. Da questo momento le due Superpotenze si sfideranno, oltre che in campo politico, anche in campo militare grazie ad una sfrenata corsa agli armamenti che darà vita nel corso della Guerra Fredda al cosiddetto Equilibrio del Terrore ossia la consapevolezza delle due Superpotenze di non prevalere sull’avversario se non mettendo pericolosamente a repentaglio la propria sopravvivenza e quella del mondo intero; infatti, una guerra nucleare avrebbe significato senza dubbio la reciproca distruzione dei continenti.
Grazie alla vittoria nel secondo conflitto mondiale, l’Unione Sovietica realizzò una ricostruzione del paese, ricevendo degli introiti da quegli stati ex-nemici che furono assoggettati dall’Armata Rossa. La maggior parte di questi fondi fu destinata all’industria pesante, la quale fece registrare un significativo passo avanti sia in campo industriale che tecnologico. Meno importanza fu data invece ai beni di consumo e all’agricoltura che furono lasciati in secondo piano, concentrandosi esclusivamente sull’industria bellica la quale ottenne ottimi risultati (realizzazione della prima bomba termonucleare) trasformando l’URSS in una vera e propria macchina da guerra in grado di competere con le potenze occidentali. Un gran lavoro di ricostruzione fu fatto anche in ambito politico, con l’instaurazione di democrazie popolari in tutti quei paesi che furono liberati dall’Unione Sovietica, trasformandoli in veri e propri stati-satellite comandati direttamente da Mosca. L’obiettivo di Stalin era di crearsi una sorta di fascia protettiva, in grado di proteggere l’URSS dal “capitalismo imperialista e aggressivo” degli occidentali. Proprio per questo motivo grande importanza fu data alla Polonia (da sempre legata alla Gran Bretagna), dal momento che questo paese aveva costituito per ben due volte nell’arco di trent’anni la via principale per l’ingresso di eserciti nemici in territorio sovietico, e con grande insistenza, Stalin, riuscì infine ad ottenere un governo “amichevolmente disposto” nei confronti di Mosca. Di fatto, in questo modo la Polonia si andò ad aggiungere ai paesi filo-sovietici quali: Romania, Bulgaria, Ungheria e Cecoslovacchia che già dà tempo venivano controllati dal regime sovietico. Un discorso a parte va fatto per la Jugoslavia, la quale essendosi liberata dalle forze naziste con la sola resistenza locale organizzata da partigiani comunisti, una volta rimpossessatosi del potere si instaurò una dittatura comunista con a capo Tito, il quale però non si schierò mai né con gli USA né con l’URSS dichiarandosi su posizioni di “non allineamento”. Proprio per questo motivo fu sempre duramente criticato da Stalin, il quale vedeva il governo Jugoslavo come una deviazione del comunismo, accusandolo di avere simpatie filo-imperialiste.
La politica statunitense durante la Guerra Fredda fu caratterizzata dal maccartismo, ovvero quella politica ideata e promossa dal senatore Joseph McCarthy (da cui deriva appunto il nome) che raggiunse il culmine nel 1955, e sotto molti aspetti si presentò come una vera e propria “caccia alle streghe” dedita a scoprire spie sovietiche al servizio del KGB o chiunque fosse sospettato di avere simpatie comuniste.

 

Fonte: http://www.campitelli.it/Alex%20HP/La%20Guerra%20Fredda.doc

Sito web da visitare: http://www.campitelli.it/

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