Restaurazione

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Restaurazione

La Restaurazione (1814-1830)

 

Dopo il primo esilio all’Isola d’Elba le potenze vincitrici (Inghilterra, Russia, Prussia e Austria) decidono di smantellare l’impero napoleonico .C’era quindi bisogno di dare un assetto geo-politico che fosse simile a quello prerivoluzionario.
Il secondo intento è quello di restaurare anche i regimi politici prerivoluzionari e quindi cancellare tutte le novità politiche introdotte in Europa dalla rivoluzione. E’ una Restaurazione dell’antico regime. Questo programma è però irrealizzabile. Pensare che la rivoluzione non lasci segni permanenti era assurdo. I quattro principi moderati non possono essere cancellati:

  1. uno stato regolamentato dalla legge (impersonalità)
  2. uguaglianza formale dei cittadini (davanti alla legge), cioè la legge è uguale per tutti

uguaglianza sostanziale = uguaglianza economica, lontana ai principi liberali e che va verso quelli socialisti

  1. organizzazione burocratica (per applicare bene la legge lo stato deve crescere)
  2. liberismo economico (razionalizzazione delle risorse economiche)

 

L’aumento delle funzioni dello stato e il liberismo economico sono nate assieme e non in antitesi.
La Restaurazione non potrà mai essere completa come era previsto dal congresso e quindi è semplicemente un compromesso, soprattutto per l’assetto interno degli stati. La borghesia non voleva assolutamente rinunciare alle nuove conquiste.

Il congresso d Vienna

Si apre nel novembre del 1814 e si chiude nel giugno del 1830.
Partecipano tutti i paesi coinvolti nella rivoluzione, sia grandi che piccoli. Anche la Francia viene ammessa alle varie sedute del congresso, pur essendo la potenza vinta.

Perché viene accettata la Francia?

La Francia è tornata monarchica (Luigi XVIII, fratello di XVI). Non si può fare un affronto ad un re che non ha colpe della rivoluzione. La Francia non può prendere decisioni, ma viene richiesta di pareri, in modo da fare del sovrano francese un alleato della Restaurazione. Il manovratore del congresso è il ministro degli esteri austriaco Metternich e sono le 4 grandi potenze che prendono le decisioni. La Francia è rappresentata da un vescovo entrato allo stadio laicale Talleyrand.

L’assetta interno

Il ritorno all’Ancien Régime si basa sulla legittimità e cioè il diritto divino. I sovrani legittimi sono coloro che vantano una dinastia reale di diritto divino. Tutti i re tornano sui loro troni.

Legittimismo = nella Restaurazione vuol dire il ritorno al diritto divino.

Si cancella quindi il concetto di Nazione, cioè un assetto politico basato sulla volontà popolare (dal basso). La monarchia non può quindi essere altro che divina.
Questa Restaurazione politica dovrà fare i conti con le radici che la rivoluzione ha lasciato.
Le monarchie assolute, che non hanno mai pensato di rivedere questo principio di Restaurazione, vogliono l’assolutismo. La Gran Bretagna è una monarchia parlamentare, in cui però prevalgono i conservatori e durante la Restaurazione si afferma il pensiero politico conservatore. Nel caso della Francia, Italia e Svizzera la Restaurazione è più morbida.

La nuova carta costituzionale francese: la Charte Octroyée

La Francia assolutista continua ad utilizzare il principio della carta costituzionale, ma non è elaborata dai rappresentanti del popolo: è concessa dal re (dall’alto). Lo stato però si basa sulla regolamentazione tramite la legge e quindi è uno stato costituzionale, che proclama uguaglianza giuridica, libertà d’opinione, stampa e culto, parlamento bicamerale (una camera eletta dal sovrano e una dal basso) ed il voto per censo e per età. Viene sancito quindi un regime costituzionale nel quale furono mantenute le riforme napoleoniche (sistema scolastico, codice civile, ordinamento amministrativo, inviolabilità della proprietà).
La Restaurazione non è totale, sia per Francia che per tanti altri paesi.

L’aspetto geo-politico Europeo

L’aspetto geo-politico si basa sul principio di legittimità. I re tornano ad essere sovrani dei territori e quindi ritornano i confini precedenti, con eccezioni.

Le eccezioni

Questi strappi alla regola derivano dal principio dell’equilibrio, ispirato dalla volontà di creare una pace duratura. Le guerre napoleoniche sono state molto sconvolgenti. Sono tutti però consapevoli che ci deve essere la volontà di costruzione e mantenimento della pace da parte degli stati.
Bisogna ridisegnare la geopolitica senza creare conflitti, mettendo anche da parte il concetto di legittimità.
Il paese più toccato è stata la Germania, dove i quasi 300 stati del Sacro Romano Impero diventano 39.

La corona di contenimento e l’equilibrio europeo

Per trovare un assetto territoriale fra le 4 potenze vincitrici in alcuni casi si rinuncia al principio di legittimità. Lo scopo principale è il contenimento della Francia, di mantenerla nei suoi confini preesistenti.
A est ci sono parecchi paesi (Svizzera, Stati Italiani, Stati Tedeschi) di cui il più imponente è quello di Prussia, che a sua volta è diviso in due parti, in modo da non far confinare la Francia con un grande stato con cui poteva entrare in guerra. Il Belgio e i Paesi Bassi sono in coppia, dato che il loro territorio comprende molte pianure difficili da dover difendere. Questi stati, chiamati anche stati a cuscinetto, formano una corona di contenimento per la Francia.
Il congresso di Vienna definisce, con un chiaro statuto giuridico, il principio di neutralità, sotto richiesta di Belgio e Svizzera.

L’Inghilterra

Ha partecipato a guerre sul continente, ma non vuole nessun tipo di riconoscimento territoriale in Europa. Chiede però il riconoscimento internazionale di tutte le sue conquiste coloniali.

La Prussia

E’ uno stato monarchico emergente che mette in risalto la sua potenza militare. Chiede compensi territoriali, ma, a causa della salvaguardia dell’equilibrio, ne ottiene poco. Prende una parte della Polonia (spartita tra Austria, Russia e Prussia) e un pezzo di terra a ovest. Il risultato è che la Prussia ottiene territori, ma non ottiene la continuità di dominio su di essi.
L’Austria

Gli austriaci si riprendono i territori italiani perduti (Milano e il Veneto) e una parte di Polonia. L’Austria ottiene la parte più piccola della Polonia perché la Russia chiede di prendere possesso della maggior parte.

La Russia

Il suo scopo è quello di allargarsi verso ovest prendendo dominio della Polonia. C’è della rivalità con i Balcani e interesse per i territori ottomani, appartenenti ad un impero ormai in declino, anche da parte di Prussia ed Austria.

La Germania

Questo paese è un’eccezione nel principio di legittimità, dato che diventa una Confederazione Germanica di 39 stati.
Il Sacro Romano Impero di Nazione Germanica era formato da 300 stati ed era territorialmente quello più grande, mentre quello più forte era la Prussia. Il congresso da la presidenza della Confederazione Tedesca all’Austria, cambiando la carica del re in quella di imperatore. Questo potrebbe però causare tensioni e rivalità.

Il Congresso di Vienna è quindi un successo (tranne per gli scontri tra Inghilterra e Prussia per il dominio sul mar Baltico), dato che fino alla prima guerra mondiale non ci saranno più in Europa conflitti significativi come quelli napoleonici, infatti i conflitti dell’800 sono di basso impatto.

La pace duratura: le alleanze

Può esistere solo se le alleanze si impegnano a conservarla e a sorvegliarla.

La Sacra Alleanza

Ne fanno parte Austria, Prussia e Russia e danno alle loro azioni di mantenimento dell’ordine interno un’impronta religiosa. Vogliono difendere il principio di legittimità dinastica e fare in modo che si conservi il più a lungo possibile l’Ancien Régime, cioè tutto ciò a cui mira la Restaurazione.
Questa alleanza ha il compito di intervenire qualora uno stato tentasse di fare una rivoluzione.

La Quadruplice Alleanza

Ne fanno parte Inghilterra, Austria, Prussia e Russia. Gli inglesi sono i pensatori di questa alleanza, dato che non hanno interesse ad intervenire negli affari interni. Infatti la Quadruplice Alleanza si preoccupa della pace internazionale. Quest’idea di mantenimento della pace è molto più moderna dell’altra.
A questa idea inglese gli storici hanno affiancato la nascita della società e delle nazioni.

 

 

 

La fine della Restaurazione in Europa

 

La Restaurazione non è riuscita a chiudere con il processo rivoluzionario, perché in Europa, con scadenza decennale, si presentavano tre nuove ondate rivoluzionarie (1820, 1830, 1848).
La rivoluzione francese aveva quindi lasciato in Europa molti simpatizzanti. Le idee basilari della rivoluzione avevano attecchito e si erano creati dei collegamenti internazionali tra i sostenitori delle nuove idee. Il motivo per cui questi moti hanno un epicentro comune, hanno una diffusione a catena, con vari collegamenti e scoppiano contemporaneamente è per mettere in difficoltà le grandi potenze, per impedirle di reprimere i movimenti.

Le società segrete

Già l’età illuminista aveva dato un modello di società segreta, che lavorava per la modernizzazione, per il superamento dell’Ancien Régime, per la libertà dell’uomo e il miglioramento della società (la prima fu la massoneria).
Le società segrete contemporanee ai tre moti rivoluzionari hanno finalità politiche e non civili, come la massoneria. La più diffusa è la carboneria, che animerà i moti del ’20 in Italia, Spagna e Portogallo.

Perché nascono?

Le società segrete nascono perché l’Europa si trova in un clima di repressione. Sono segrete per impedire di conoscere la loro struttura e i loro aderenti, che si riunivano in piccoli gruppi spesso formati da gerarchie diverse.

Le loro idee rivoluzionarie

I componenti delle società segrete dividevano le medesime idee della prima fase della rivoluzione francese: il costituzionalismo e la garanzia delle libertà individuali. Il loro modello era quindi la costituzione francese del 1791.

I componenti

Vi aderivano intellettuali e molti militari, quelli che hanno fatto carriera nell’età napoleonica, apprezzando l’esercito democratico, formato da soldati da tutte le repubbliche sorelle, quindi un esercito multinazionale,  e quindi anche i principi rivoluzionari.
Le società hanno una base molto piccola, sono diffuse in modo internazionale, ma non hanno collegamenti con la massa popolare. Avendo componenti dell’esercito sono in grado di creare un movimento armato.

La rivoluzione del 1820-’21

Questo moto rivoluzionario nasce dalle truppe spagnole che dovevano partire per reprimere i movimenti d’indipendenza nelle colonie americane del sud.
La monarchia spagnola subisce quindi un duplice attacco: uno da parte delle colonie che rivendicano l’indipendenza, l’altro dalle società segrete che vogliono il passaggio ad una monarchia costituzionale.

 

Le colonie

Le colonie seguono il modello nord-americano (la nascita degli Stati Uniti), ma non solo: la rivoluzione francese ha segnato tutto il mondo, non solo l’Europa, perché dalla Spagna automaticamente ha toccato anche le colonie.

Le società segrete

Queste mirano al passaggio da monarchia assoluta a monarchia costituzionale.

La ribellione

Il movimento insurrezionale parte il primo gennaio del 1820, quando le truppe spagnole che dovevano andare in sud America non partono. Alcuni reparti fanno degli ammutinamenti, che a loro volta ne ispirano altri. Viene scritta una nuova costituzione nel 1812, che viene accettata dal sovrano e che comprende l’istituzione delle Cortez (camere elettive).
La rivoluzione non tocca solo la Spagna, ma influenza anche il Portogallo, il regno di Napoli, Palermo, il Lombardo Veneto e il Piemonte, grazie al collegamento di tutte le società segrete presenti in queste zone.

Gli esiti

Non sono positivi per due motivi. Il primo è che i moti sono effettuati da piccoli gruppi, quindi la base popolare non si inserisce e non si ritrova in quello che accade. Le manifestazioni sono rapide e non si riescono a mantenere i risultati.
Il secondo motivo è che la Santa Alleanza è ancora compatta ed efficiente, quindi è pronta a reprimere i moti in modo rapido. L’Austria reprime in Italia, la Francia in Spagna. Questo dimostra che la Francia restaurata è inserita nell’alleanza. Il sovrano francese, per dare prova della sua fedeltà, è chiamato a reprimere gli spagnoli. Il re portoghese invece riesce a spegnere i moti senza bisogno d’aiuto da parte dell’alleanza.
La Restaurazione ha quindi apparentemente ripreso vigore.

La Grecia (1821-’29)

I moti rivoluzionari hanno un’unica eccezione: la Grecia, perché il paese non è coinvolto nella Restaurazione, dato che è dipendente dall’Impero Ottomano.
L’Impero Ottomano è un grande impero multinazionale e multietnico. Un altro principio della rivoluzione francese sta attecchendo: il concetto di nazione, un popolo deve essere in grado di unirsi e di autogovernarsi.
Anche in questo caso il movimento è sostenuto da una società segreta, che ha un ampio collegamento con quelle liberali in Europa. Queste relazioni sono visibili nel grande moto europeo di solidarietà verso la Grecia. Gli elementi di solidarietà sono il volere la libertà, la religione (cristiani ortodossi sottomessi ai musulmani) e la cultura (il fascino della cultura classica è ancora vivo).
Sia l’Inghilterra che la Russia, pur essendo due nazioni molto diverse, corrono in aiuto della Grecia, permettendole di emanciparsi dall’Impero Ottomano nel 1829 con la pace di Adrianopoli.

Il nuovo regime

Alla Grecia viene imposto un regime monarchico assoluto con a capo una famiglia tedesca, a causa dell’imposizione della Restaurazione.
La rivoluzione greca apre un nuovo grande capitolo storico: la disgregazione dell’Impero Ottomano. Questo creerà due nuovi grandi problemi: la questione balcanica  e l’assetto degli stati arabi in Medio Oriente, fino all’attuale questione Israele-Palestina.

La fine della Restaurazione in Europa

Il 1830 segna la fine della Restaurazione solo in Europa occidentale. Il problema dell’URSS risale infatti a questo periodo storico. L’Europa occidentale entra definitivamente prima nella fase liberale, poi in quella democratica.

Occidente = dagli USA all’Europa Occidentale

L’occidente diventa un’area politicamente uniforme. I regimi che diventano liberali sono la Svizzera, la Francia, il Belgio e l’Inghilterra (che lo era già in precedenza).
Il modello liberale democratico ormai si è imposto al centro, ma non a sud e a est dell’Europa. Infatti la Germania non troverà la strada liberale-democratica per molto tempo, senza contare la Russia, che non cambierà regime fino alla caduta del comunismo dopo ‘1991, anche se ancora oggi i principi liberali della democrazia non sono pienamente garantiti.

La rivoluzione del 1830

 Questi moti hanno come epicentro Parigi. L’esito favorevole porterà con sé delle conseguenze importanti: in Svizzera i cambiamenti non vengono repressi dall’Austria, la Russia non interviene in Belgio, che si vuole emancipare dall’Olanda (Francia e Inghilterra si oppongono, schierandosi a favore del Belgio e chiarendo che sono pronte alla guerra).
La Santa Alleanza preferisce sorvolare sulla restaurazione interna per mantenere la pace internazionale. Anche la Francia e l’Inghilterra non sono disposte ad irrigidire la loro posizione.
La rivoluzione a Parigi contagia non solo il Belgio, ma anche l’Italia e la Polonia, che però vengono represse da Austria e Russia
Il 1830 segna quindi una censura tra oriente e occidente, dove in uno continuano i regimi assolutisti della Restaurazione, mentre nell’altro si affermano le nuove costituzioni liberali e democratiche.

Il regno di Carlo X

Carlo X è il nuovo re francese, che sale al trono nel 1824 e si trova una Francia dove la Restaurazione era stata abbastanza tollerante. Il sovrano vorrebbe riportare il paese sotto alla durezza di una Restaurazione integrale. Ormai però nello stato regna un’opinione pubblica liberale e democratica moderata, che ha simpatizzanti sia nella grande borghesia finanziaria, che nell’aristocrazia.
Durante le elezioni della camera, ormai con pochi poteri perché l’esecutivo era stato rafforzato, vince il partito democratico. Carlo X non si rassegna al voler capovolgere il regime e prende delle misure repressive:

  1. scioglie l’assemblea
  2. sopprime la libertà di stampa
  3. riduce la base elettorale alzando il censo

Il sovrano attua quindi una sorta di colpo di stato, mettendo in moto tre giornate rivoluzionarie 27, 28 e 29 luglio), repliche della rivoluzione urbana. Carlo X è costretto a scappare.

 

L’insurrezione di Luglio

Il 29 luglio 1830 l’assemblea elegge Luigi Filippo d’Orléans, cugino del re. Viene capovolto il principio di assolutismo e della monarchia per diritto divino, rispettando solo la legittimità dinastica. Lo scopo dell’elezione di Luigi Filippo era di bloccare le giornate di luglio, capeggiate da repubblicani radicali (giacobini e repubblicani).

L’organizzazione del nuovo regime

Il 9 agosto Filippo viene proclamato dal parlamento “re dei francesi per volontà della nazione”, quindi dal basso. La Francia adotta nuovamente il tricolore e non più il drappo bianco con i gigli d’oro dei Borboni.
Viene scritta una nuova costituzione moderata con i tre poteri separati (il legislativo più forte dell’esecutivo) viene anche allargato il diritto di voto abbassando il censo e stato e Chiesa vengono separati.
La base sociale della Monarchia di Luglio è l’alta borghesia degli affari (elitaria) sia politica che sociale. Rimane però attiva in Francia un’opposizione democratica repubblicana perché la rivoluzione non è pienamente soddisfatta, che ispirerà i moti del ’48.

Il caso inglese

Tra il ‘20 e il ’30 si ha anche la crescita del sistema liberale in Inghilterra, che va verso riforme chiaramente democratiche. Non ci sono più timori di rivoluzioni, perché gli scontri avvengono in parlamento in modo pacifico, non in strada in modo violento. Questo è dovuto al fatto che il sistema parlamentare inglese funziona, avendo una monarchia costituzionale dal 1698.
Il paese in questi anni ha nuove necessità, conseguenze della rivoluzione industriale, che ha cambiato sia l’economia che la società inglese. Grazie ad essa emerge il proletariato, viene ridotto il ruolo delle campagne (meno addetti) ed è cresciuta l’urbanizzazione grazie alle fabbriche. Questi cambiamenti sono avvenuti in modo rapido.

Il dibattito politico e la formazione dei primi sindacati

La società civile chiede di adeguare le leggi ai due partiti dei tories (conservatori) e dei whigs (liberali). Nella prima metà dell’800 prevalgono i conservatori, ma dagli anni ’20 insorge una parte predisposta al cambiamento.
Nel 1824 viene applicata la prima grande legge riformatrice che permette la libera associazione, dando il via alla nascita delle unioni di mestiere, le Trade Unions, le prime forme di sindacato.

Sindacato = unione di mestiere organizzato sulla base delle classi per la tutela dei loro diritti e per le loro rivendicazioni economiche (operai)

I diritti dei lavoratori sono
-        lo sciopero
-        la sicurezza del luogo di lavoro
-        un orario fisso, cioè non erano ammessi sfruttamenti da parte del datore di lavoro

Lo scopo della formazione dei sindacati era un salario più adatto all’incremento dei prezzi e adeguato alle mansioni (si tratta il salario a dipendenza dei cambiamenti).

 

Le riforme sociali

Vengono istituite delle nuove leggi a sfondo sociale durante gli anni ’30, con lo scopo di alleviare le condizioni delle classi più povere e di allentare la tensione sociale.
La prima legge è quella sul lavoro nelle fabbriche del 1833, secondo la quale i ragazzi sotto ai 18 anni non potevano lavorare più di 10 ore, mentre quelli sotto ai 12 anni non più di 8. La legge sui poveri del 1834 invece affidava a istituzioni ed enti locali l’assistenza ai bisognosi. La situazione di sviluppo ha infatti creato sacche di povertà, dato che certi non hanno strumenti e non sono preparati. Lo stato interviene e comincia a pensare a chi ha più bisogno, ma lo fa emarginandoli ancora di più in situazioni dove non hanno contatto con l’esterno e non possono cambiare la loro condizione. Sono in una sorta di prigionia. La novità è che comunque lo stato cerca di intervenire contro la povertà.

Le riforme politiche

Le richieste di cambiamento politico sono tre.
La società chiede soprattutto una riforma elettorale. La nuova legge elettorale approvata nel 1832 fa si che le persone aventi diritto di voto passano dal 3% a più del 50%. Ciò è stato possibile abbassando il censo.
Vengono anche ridisegnati i circoli elettorali che designano i rappresentanti. Lo spostamento dalle campagne alle città aveva creato circoli con molti abitanti e pochi rappresentanti, e viceversa. In altre parole, i rappresentanti non erano proporzionati alla popolazione circostante.
La terza richiesta deriva dai sindacati (i Trade Unions), che chiedono il suffragio universale. Però nessuno dei due partiti, né conservatore né liberale, è pronto a questo passo, infatti la richiesta non accoglie il favore parlamentare e viene respinta. Questa è la prima volta che i sindacati prendono iniziative politiche.
Nella seconda metà del 1800 nasce il partito socialista, come espressione dei sindacati.

Le riforme economiche

I liberali chiedono che vengano aboliti i dazi doganali sul grano, legge approvata nel 1846.
Ci sono ormai due visioni economiche che si scontrano in molti paesi: protezionista e liberista.

Protezionismo = protegge attraverso dazi doganali i prodotti interni (beni locali) dalla concorrenza di quelli stranieri

Liberismo = abbattimento delle barriere doganali per la libera circolazione delle merci, creando concorrenza e facendo scendere i prezzi

I conservatori sostengono il protezionismo e vogliono mantenere i dazi alti sul grano per proteggere la loro economia rurale. Sono infatti soprattutto grandi proprietari terrieri che non accettano la concorrenza del grano estero (più a buon mercato), facendo pagare dazi molto alti agli importatori esteri.
I liberali criticano molto i conservatori, perché sono soprattutto industriali che devono adeguare i salari ai beni primari; se il grano costa molto, i salari da dare agli operai devono essere più alti e viceversa.
La richiesta di levare i dazi al grano partono da Richard Cobden, industriale cotoniero che nel 1838 aveva fondato la Lega contro il Dazio sul Grano. Questa riforma viene introdotta tramite una vera e propria legge.

 

Immobilismo politico e conservazione sociale

I paesi ancora legati ad un certo immobilismo economico e ad una conservazione sociale sono la Russia, la Germania, la Prussia e l’Austria, cioè paesi estremamente conservatori e ancora fortemente legati alla Restaurazione.

La Russia

Il potere economico, politico, sociale più arretrato è sicuramente quello russo, infatti lo Zar ha un potere autocratico (si giustifica da solo). L’arretratezza economica e sociale è dovuta alla persistenza del sistema feudale e da una massa di servi della gleba. I grandi proprietari sono lo Zar, la chiesa ortodossa e i nobili con grandi proprietà che assoggettano molte persone.

L’Austria

L’Austria ha tre grandi problemi: il primo è l’arretratezza politica (rigido assolutismo con giustificazione divina), il secondo è l’arretratezza sociale (servi della gleba, sistema feudale) mentre il terzo sono i movimenti autonomisti e indipendentisti dei popoli sottomessi
Anch’esso ha una parte minore di proprietà agricole con servitù della gleba che lavorano in un regime feudale. Un grande problema dell’Austria è la vastità del suo impero, che a differenza della Russia è un grande handicap. L’Impero Austriaco è multietnico, comprende croati, sloveni, cechi, polacchi, ungheresi e anche italiani. Sono tutte popolazioni che rivendicano o autonomia (autogoverno) o indipendenza (stato a sé).

La Prussia

Questo è lo stato più importante della Confederazione Tedesca, nata con il Congresso di Vienna e formata da 19 stati. La Prussia è lo stato più ampio e più forte, ma ha elementi di arretratezza. Ha infatti una monarchia assolutista per diritto divino, mentre dal punto di vista sociale gli Iung hanno grandi latifondi, ma sta nascendo una borghesia che va versi il riformismo liberale.
Questa borghesia chiede una costituzione liberale, un’unione politica del paese e non più 19 stati separati (Unione Federale), un’unione più moderna ed efficiente come gli USA, la Svizzera o la Germania.
Il potere assolutista è però molto forte, quindi i liberali non hanno la possibilità di imporsi, pur facendo un tentativo nel 1848, quindi mirano a riforme economiche. La prima è l’unione doganale: i liberali ottengono l’abbattimento delle dogane interne tra gli stati. Questa decisione fu fondamentale  per la Germania, permettendole di vivere con una certa rapidità la rivoluzione industriale nel 1834. E’ un passo verso la futura unione politica ed incoraggia lo sviluppo economico.

La rivoluzione del 1848

Questa rivoluzione è un’ondata incendiaria, tanto che viene coniato il modo di dire “non fare un quarantotto”. E’ uno sconvolgimento rapido e radicale.

Le cause

Prima di tutto l’Europa vive una grave crisi economica, che crea quella situazione di insoddisfazione, tensione; la gente non ha nulla da perdere. Nel 1847 si diffonde una malattia della patata (catastrofica in Irlanda) che toccherà tutta l’Europa, in più molti raccolti sono scarsi (questa sarà l’ultima crisi agricola in Europa). Questa crisi si ripercuote sull’industria e si estende al commercio (disoccupazione), perché tutti cercano di comprare beni alimentari e il resto rimane invenduto.

 

Fonte: http://www.myskarlet.altervista.org/Scuola/La%20Restaurazione.doc

Sito web da visitare: http://www.myskarlet.altervista.org

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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