Storia sterminio degli ebrei

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Storia sterminio degli ebrei

Lo sterminio degli ebrei

Lo sterminio degli ebrei d’Europa avvenne tra il 1933 e il 1945 passando per tre fasi:

  • 1933-39, la fase della definizione
  • 1939-41, in Polonia, la fase della concentrazione
  • 1941-45, la fase dell’annientamento

Nella prima fase inizia la discriminazione degli ebrei, tedeschi e austriaci. Nel 1935 vengono promulgate le Leggi di Norimberga, che vietavano, tra le altre cose, matrimoni tra ebrei ed ariani. Però bisognava prima di tutto definire chi era ebreo, dire chi doveva essere considerato ebreo. E si disse che era ebreo:

  • una persona che aveva almeno tre nonni ebrei;
    • se i nonni ebrei erano solo due, allora bisognava vedere:
      • se la persona era di religione giudaica
      • se aveva sposato un ebreo

Nel 1938, lo abbiamo visto, ci fu la Notte dei cristalli. In questa notte i nazisti attaccarono e danneggiarono tutte le sinagoghe, i negozi e le abitazioni degli ebrei tedeschi.

La seconda fase (concentrazione) avvenne più che altro in Polonia, dopo che questa era stata invasa e conquistata dai tedeschi (1939). In Polonia i tedeschi decisero di creare, nelle principali città, i ghetti: in pratica recintarono alcuni quartieri e vi rinchiusero gli ebrei. Un grave problema dei ghetti (dai quali ovviamente non si poteva uscire) era il sovraffollamento, che causava, insieme alla fame, varie malattie, tra cui il tifo.

Nel 1941, con l’invasione dell’URSS da parte dei tedeschi, cominciò l’annientamento, il massacro di tutti gli ebrei. Vennero create quattro unità mobili che seguivano l’esercito tedesco col compito di uccidere tutti gli ebrei che riuscivano a catturare. I tedeschi riuscirono così a uccidere circa due milioni di ebrei sovietici (gente indifesa, che neppure provò a scappare perché non sapeva e non immaginava neppure che l’idea dei tedeschi fosse quella di sterminare tutti gli ebrei).

Le prime operazioni di sterminio avvennero sul luogo, con attacchi ai villaggi popolati da ebrei, che, migliaia per volta, furono costretti a scavare una grande fossa comune e poi fucilati. Però il compito di queste unità mobili era disgustoso: i poliziotti non facevano altro che uccidere dalla mattina alla sera, e spesso uccidevano persone indifese.
Per questo i tedeschi cercarono un modo di uccidere che fosse impersonale, indiretto, e che non mettesse troppo in relazione i soldati con le loro vittime. Perciò, dal 1941, si cominciò a usare il gas e i forni crematori nei centri di sterminio polacchi.
In un primo tempo i Consigli ebraici collaborarono pure con i nazisti, consegnando loro il numero di ebrei richiesto: questo finché non capirono che l’obiettivo dei nazisti non era lo sfruttamento, ma lo sterminio. Quando lo capirono iniziò una certa resistenza, come si può vedere da ciò che è successo nel ghetto di Varsavia nell’aprile del 1943: gli ebrei provarono a sfuggire alla cattura, ma i nazisti incendiarono e rasero al suolo l’intero ghetto.
L’ordine di dare avvio alla “soluzione finale” (Endlosung in tedesco) del problema ebraico fu impartita direttamente dal Fuhrer ai due suoi più importanti gerarchi: Hermann Goring, numero due del regime, ed Heinrich Himmler, comandante supremo delle SS. Fu proprio quest’ultimo il diretto responsabile di tutta l’organizzazione dei campi di concentramento e di sterminio, attuata attraverso l’Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich (l’RSHA), diretto dal generale Reinhard Heydrich, e in particolare grazie al lavoro del colonnello Adolf Eichmann, a capo dell’Ufficio per le questioni ebraiche della Gestapo (la polizia segreta del regime) e responsabile della caccia agli ebrei.

Il 20 gennaio 1943 a Wannsee ci fu una conferenza nella quale si organizzò lo sterminio degli ebrei in tutti i territori europei.
Si decise che gli ebrei catturati dovevano essere portati a Auschwitz, in Polonia, dove diversi erano i campi di concentramento (altri campi si trovavano in Germania – Dachau, ad esempio – o in Austria – Mauthausen).
Quando arrivavano dei prigionieri c’era la selezione. Chi non poteva lavorare veniva mandato ai forni di Birkenau, dove veniva subito ucciso tramite gas (Zyclon B).
Chi poteva lavorare veniva mandato in uno dei lager destinati al lavoro forzato. Qui i prigionieri dovevano sopportare le violenze dei guardiani, il lavoro durissimo, senza avere un’alimentazione sufficiente, completamente spersonalizzati. Molti morivano per sfinimento; altri, cercando di salvarsi, per sopravvivere, accettavano di collaborare con i nazisti (si dice che questi appartenevano alla zona grigia), contro gli altri deportati. Era difficile, per i prigionieri, essere solidali con gli altri: le condizioni di vita difficilissime cancellavano in molti prigionieri ogni forma di moralità. Vedendo ciò, i tedeschi pensarono di aver ragione a dire che gli ebrei erano inferiori, immorali: in realtà erano stati loro a creare tutto questo.

(Guarda sul libro o su Wikipedia la lista dei campi di concentramento nazisti)

Una nota... Il genocidio nazista cominciò dai disabili. Le persone handicappate, minori e adulte, furono le prime cavie designate di tutte le tecniche di annientamento, sterilizzazione ed eutanasia sviluppate poi nella Shoah. Le prime prove documentali degli orrori nazisti riguardarono proprio la persecuzione e i campi di uccisione dei disabili: le campagne di sterilizzazione, internamento e deportazione delle persone handicappate, presero il via nei mesi immediatamente successivi all’ascesa di Hitler, trovando terreno fertile nelle teorie eugenetiche e nella difesa della razza.
Dopo un’intensa campagna di sterilizzazione, si passò all’uccisione sistematica dei bambini disabili. Il progetto T4, l’eutanasia di massa degli adulti disabili, che condusse alla morte circa 70.000 cittadini tedeschi, iniziò solo nel 1939, per interrompersi poi, ma solo formalmente, su pressione dell’opinione pubblica e delle Chiese, nell’agosto del 1941. Con l’estendersi dei fronti di guerra, lo sterminio dei disabili non risparmiò certo i Paesi occupati, con drammatici strascichi anche in Italia, come testimonia la deportazione dei disabili ebrei internati negli ospedali psichiatrici di Venezia, deportati ad Auschwitz-Birkenau.

I centri di sterminio non sono i campi di concentramento. Nei centri di sterminio si arrivava e si veniva uccisi; nei campi di concentramento si era invece obbligati a lavorare, fino allo sfinimento.

 

Fonte: http://www.sdstoriafilosofia.it/download/VB/Lo%20sterminio%20degli%20ebrei.docx

Sito web da visitare: http://www.sdstoriafilosofia.it/

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