Storia della Corea

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Storia della Corea

BREVE STORIA DELLA COREA

ORIGINI

Secondo il calendario tradizionale coreano, la nascita della Corea viene fatta risalire al 2333 a.C., anno che vide la nascita del re mitologico Tan'gun sul monte Paektu (attualmente nel territorio appartenente alla Corea del Nord), ai confini con la Manciuria, dall’unione di Hwanûng, una divinità celeste scesa in terra e di un'orsa trasformata in donna. Il racconto mitico sembrerebbe quindi confermare le ipotesi formulate dagli antropologi in relazione alla discendenza dell’attuale popolazione coreana da stirpi nomadi che, penetrando dalle parti più settentrionali del continente asiatico, si insediarono poi stabilmente nella penisola. Tali supposizioni sarebbero in effetti avvalorate anche dalle presenza, nell’idioma coreano, di elementi che avvicinano la lingua coreana al ceppo linguistico uralo-altaico.
Le prime tracce umane ritrovate nella penisola coreana risalgono al paleolitico superiore, circa mezzo milione di anni fa. Da quel tempo, le società primitive iniziarono a svilupparsi rapidamente, lasciando importanti tracce di quell’oscuro passato che possono essere oggi ammirate nei numerosi resti di utensili ritrovati nei molti siti preistorici scoperti dagli studiosi negli anni più recenti.
LE PRIME FORMAZIONI STATALI
Le tracce del più antico regno coreano, quello di Gojoseon, da cui prende forma l’antica leggenda del re Tan'gun, vengono fatte risalire al II millennio a.C.. Si tratta di un periodo caratterizzato da continui scontri ed invasioni da parte delle popolazioni limitrofe settentrionali che premevano verso sud e soprattutto con la Cina, impegnata nella progressiva conquista di vaste porzioni di territori a nord e ad ovest dell’originale area di insediamento. Tale espansione si concluderà con la sconfitta di Gojoseon e lo stabilimento di quattro comandi provinciali da parte cinese (109-107 a.C.). La sconfitta non ridusse tuttavia la resistenza delle popolazioni coreane, che si presero la rivincita nel 313 d.C., con la creazione di un nuovo e più stabile regno, quello di Goguryeo (37 a.C. - 668 d.C.).
Con il superamento della fase tribale, accanto al regno di Goguryeo (che si estendeva dalla Corea settentrionale sino a tutta la Manciuria meridionale), i primi secoli del I millennio d.C. videro il progressivo affermarsi, sempre all’interno della penisola coreana, di nuove formazioni sociali organizzate, Paekche (18 a.C. - 660 d.C.) e Silla (57 a.C. - 676 d.C.), posizionati invece nella parte meridionale della penisola e che si scontrarono ripetutamente per il predominio della penisola. Furono questi gli anni della penetrazione del Buddismo nella penisola e della sua adozione quale religione ufficiale di Stato, avviata nel 372 con Goguryeo, proseguita con Baekje (384) e completata da Silla (528). Anche i principi confuciani caratterizzarono presto le strutture gerarchiche degli Stati, a dimostrazione della forte influenza esercitata dalla cultura cinese sulla cultura coreana, che a sua volta trasferì queste conoscenze in Giappone.
IL REGNO DI SILLA UNIFICATO
La convivenza tra i tre regni non fu mai facile e le rivalità si protrassero per parecchi secoli, sino al VII secolo d.C. quando Silla, alleandosi con Baekje e la Cina dei Tang contro Goguryeo, a sua volta già in guerra proprio con la Cina, riuscì a sconfiggere Goguryeo (676 d.C.), sbarazzandosi anche di Baekje, riuscendo in tal modo ad unificare sotto un'unica entità statale la penisola coreana. Seguì un periodo di prosperità, favorito dalla mancanza di minacce esterne (676-936), che favorì lo sviluppo del commercio, delle arti e della cultura, dell’architettura e della religione.  Kyôngju, capitale del regno di Silla unificato (nel sud-ovest della penisola), arrivò a contare oltre un milione di abitanti, esibendo splendidi palazzi reali e imponenti templi buddisti. Il buddismo adottato a corte esercitò una notevole influenza sugli affari di Stato, l’arte e la spiritualità nazionale.
KORYO
Con il tempo, si svilupparono tuttavia serie divisioni interne, che iniziarono a destabilizzare il regno di Silla, sino al 918 quando, Wang Geon, una delle prominenti figure delle ribellione al potere costituito, arrivò a proclamare la nascita di una nuova dinastia, che venne chiamata Goryeo (918-1392), ponendo la capitale nell’attuale Kaesông (a circa 70 km da Seoul, ma in Corea del Nord) e costringendo qualche anno dopo alla resa l'ultimo re di Silla (936). Il nuovo re si dimostrò molto attento a non inimicarsi l’aristocrazia di Silla, mantenendola nei posti occupati in precedenza, dando all’ex re di Silla la pià alta carica del proprio Governo e sposando addirittura una donna della famiglia reale di Silla. Queste mosse gli consentirono di accrescere il senso di unità nazionale, consapevole delle minacce che si addensavano oltre i confini settentrionali del proprio regno, che riuscì comunque a fissare in quelli che sono grosso modo i confini attuali della Corea del Nord, dopo anni di aspri scontri con la Cina.   Negli anni a seguenti non mancarono gli scontri con ribelli, eserciti cinesi e con i Mongoli, che invasero a più riprese Goryeo, costringendo la stessa corte a spostarsi da Kaesong  nell’isola di Gangwa (1232). Solo verso la metà del XIV secolo, con il declino dell’Impero mongolo, fu possibile riprendere il controllo completo del Paese. L’armonia sociale era tuttavia compromessa e rivolte e scontri interne tra opposte fazioni portarono al dissolvimento della dinastia
Fondazione della dinastia Chosôn
Nel 1389, con l’abbattimento della dinastia mongola in Cina e la nascita di quella Ming, il generale Yi Sông-gye, favorevole ai Ming, si rivolse contro la corte filo-mongola coreana, fondando una propria dinastia, il cui regno prese il nome di Chosôn (1392). La capitale venne spostata ad Hanyang (l’attuale Seoul) e il confucianesimo sostituì il buddismo. Una nuova classe aristocratica di funzionari di Stato (yangban) si appropriò della gestione del potere Venne avviata anche una riforma terriera che migliorò la situazione della classe dei contadini.
Re Sejong (1418-1450) fu certamente il più grande sovrano della nuova dinastia. Egli promosse l’adozione di un nuovo alfabeto coreano (Han-geul), uno dei sistemi di scrittura più precisi mai inventati e promosse lo sviluppo delle arti e della musica, delle scienze mediche e umanistiche, dell’astronomia. Egli favorì anche un miglioramento delle condizioni di vita dei contadini coreani con una rinnovata politica sociale e con la stampa di trattati medici. Egli consolidò pure il pensiero confuciano, sul quale vennero fondati i principi base dell’Amministrazione dello Stato. Fortificò i confini a nord, sconfiggendo le popolazioni barbariche che cercavano di penetrare all’interno della penisola coreana. Dopo la sua morte, presero a svilupparsi le contraddizioni interne che iniziarono a minare, nel lungo termine, la stabilità dello Stato.
Nuove e più pressanti minacce si sarebbero poi manifestate con l’invasione giapponese (1592-98), strenuamente contrastate dall'ammiraglio Yi Sun-shin, che sconfisse ripetutamente in scontri navali la flotta degli invasori (ricacciati anche via terra) e con quelle manciù (1627 e 1636), che impoverirono moltissimo il Paese. I sovrani che si succedettero in questo periodo cercarono di far riemergere la Corea dalla crisi economica in cui era precipitata dando priorità alle riforme economiche e sociali interne, che non impedirono comunque lo scoppio di rivolte sempre più frequenti tra gli strati meno abbienti della popolazione come i contadini, che tra il 1812 ed il 1862 deflagrarono in tutto il territorio nazionale.
A livello internazionale, iniziò per la Corea un lungo periodo di isolamento che si concluse nel 1876, quando i suoi governanti dovettero, loro malgrado, accettare l’apertura di alcuni porti nazionali al Giappone, che andava nel frattempo affermandosi come potenza egemonica regionale. Sull’esempio cinese, seguì la stipula di trattati di amicizia con gli Stati Uniti nel 1882 e nei due anni successivi con la Gran Bretagna, la Germania, l'Austria, la Russia, l'Italia e la Francia.
Occupazione giapponese e II conflitto mondiale 
Verso la fine del diciannovesimo secolo la Corea divenne ancora una volta un'arena per le lotte di potere internazionali, nelle quali i principali contendenti erano il Giappone, la Cina e la Russia. Nel 1895 il Giappone vinceva una prima schermaglia contro la Cina e nel 1905 contro la Russia. Con l'eliminazione dei suoi principali rivali, il Giappone ebbe così modo di attuare i suoi progetti di colonizzazione della penisola, senza che alcuno dei paesi occidentali, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania, cioè le grandi potenze coloniali di allora, facesse alcun tentativo per scoraggiare le ambizioni giapponesi. Nel 1905 fu firmato un trattato di protettorato che concedeva i diritti diplomatici della Corea al Giappone e autorizzava un governatore generale giapponese a stabilirsi a Seul. Il re Kojong fu costretto nel 1907 ad abdicare in favore del proprio figlio. Il trattato di annessione fu firmato il 22 agosto 1910 e durerà sino al 15 agosto 1945, data che segna la fine del II conflitto mondiale e la sconfitta giapponese. Il Giappone governò il paese con metodi polizieschi, costringendo all’esilio molti patrioti coreani, applicando una censura sempre più severa e mirante a cancellare ogni traccia dello spirito nazionale coreano, vietando la pubblicazione di giornali e periodici in coreano e obbligando i cittadini coreani a prendere nomi giapponesi.
Alla fine del confitto la Corea veniva divisa in due aree di occupazione – russa e americana -all'altezza del 38º parallelo. Venne istituita una commissione bilaterale russo-americana per la creazione di un governo provvisorio che avrebbe dovuto successivamente condurre alla riunificazione della penisola. L’accordo per il Governo provvisorio non fu mai raggiunto e una risoluzione ONU (1947) affidava ad un’apposita Commissione il compito di organizzare elezioni generali in Corea per assicurarne l'immediata indipendenza e riunificazione. I russi tuttavia boicottarono i lavori della suddetta Commissione, impedendone l’accesso nella zona da loro controllata.
La fondazione della Repubblica di Corea
Le elezioni sotto la supervisione delle Nazioni Unite furono quindi tenute nella sola Corea del Sud il 10 maggio 1948, che assunse il nome di Repubblica di Corea. Il primo presidente, Syngman Rhee (Yi Sûng-man), assunse i poteri il 15 agosto 1948 e il 12 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite riconosceva il governo della Repubblica di Corea. Quasi contestualmente, nel Nord assumeva il potere un regime comunista guidato da Kim Il-sung che, il 9 settembre del 1948, proclamava la nascita della Repubblica Popolare di Corea, fissando a Pyongyang la propria capitale.
La guerra di Corea
Il 25 giugno 1950, la Corea diveniva il terreno di scontro fra truppe delle Nazioni Unite, guidate dagli americani, a sostegno della Repubblica di Corea da un parte e truppe cinesi intervenute a sostegno della Repubblica Popolare di Corea, dall’altra. Dopo alterne vicende ed immani distruzioni, si giunse ad una situazione di stallo vicino al 38º parallelo. Un accordo di cessate il fuoco firmato il 27 luglio del 1953 pose fine ai combattimenti.

Nell'immediato dopoguerra il paese, estremamente impoverito e dominato dallo scontento popolare, assistette alla fine del regime autoritario di Syngman Rhee il 19 aprile 1960. Il nuovo Governo, insediatosi in agosto, non durò tuttavia a lungo, rovesciato a sua volta da un colpo di Stato del   generale Park Chung Hee, il 16 maggio del 1961.
GLI ANNI DEI REGIMI AUTORITARI E L’AVVENTO DELLA DEMOCRAZIA 
Sotto Park la Corea conobbe un rapido sviluppo economico, ma il diffuso malcontento causato dalla forte repressione politica e dalle grandi diseguaglianze economiche portarono alla sua tragica fine, avvenuta il 26 ottobre del 1979, quando venne assassinato. Un nuovo colpo di stato militare diede poi il via al regime del generale Chun Doo-hwan, che venne poi eletto Presidente il 27 agosto del 1980, tristemente famoso per la repressione della rivolta democratica della città meridionale di Kwangju (maggio 1980), quando centinaia di rivoltosi rimasero feriti o uccisi dalle truppe dell'esercito mandate a sopprimere la rivolta. La brutalità usata nella repressione aveva tuttavia generato un fronte compatto di protesta formato da studenti, lavoratori, politici d'opposizione e semplici cittadini contro il regime militare del Generale Chun.
Con un annuncio rivolto alla Nazione, il 29 giugno del 1987 il Segretario Generale del partito di Governo, Roh Tae Woo, consentiva l’organizzazione di elezioni presidenziali dirette, assenti dal panoramana politico nazionale da ben 16 anni. Una profonda spaccatura all’interno dell’opposizione finva tuttavia per favorire proprio Roh Tae Woo, che veniva fu eletto Presidente Repubblica. Il nuovo Governo iniziò allora con l’adottare una serie di misure atte a volte a moderare la natura autoritaria dell’apparato statale, ma è con le successive elezioni presidenziali che il Paese, per la prima volta nella sua giovane storia, veniva governato da un Presidente civile, senza importanti trascorsi nella carriera militare.
Per poter governare, le opposizioni dovettero tuttavia attendere l’elezione del Presidente Kim Dae Jung , eletto nel dicembre del 1997 e rimasto in carica fino al febbraio 2003, che sarà per sempre ricordato per lo storico incontro con il leader nord-coreano Kim Jong-Il, avvenuto nel corso della sua visita a Pyongyang il 13-15 giugno 2000 (valendogli il premio Nobel per la pace nel dicembre del 2000) che avviò la politica di riavvicinamento tra le due Coree, ancora oggi strenuamente perseguita dall’attuale Amministrazione, quella del Presidente Roh Moo-hyun, che è stato eletto il 19 dicembre 2002.

 

 

Fonte: http://www.ambbaku.esteri.it/NR/rdonlyres/859E4A18-63C1-4B26-A0F8-BE775B315538/16004/BREVESTORIADELLACOREA.doc

Sito web da visitare: http://www.ambbaku.esteri.it

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