Pompei

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Pompei

“Un po’ di storia”
Per prima cosa Francesca ci ha raccontato un po’ di storia della città di Pompei.
Pompei fu fondata dagli Osci, poi presa dai Greci, in seguito occupata dai Sanniti antico popolo guerriero, ed infine conquistata dai Romani, che la fecero diventare la città più bella di tutto l’Impero. Era una città di commercio e di villeggiatura, perché stava vicino al mare.
Ma fu completamente distrutta, con tutti i suoi abitanti. Nel 79 d. C. l’eruzione del Vesuvio la seppellì, sotto più di 7 metri di lava, lapilli, pomici e cenere. Fu scoperta la sua esistenza dopo 1700 anni. Nel 1860 si cominciò a scavare e fino ad oggi è stata portata alla luce quasi tutta l’antica città.
(De Riggi Stefano)
L’Anfiteatro
Appena siamo arrivati vicino, mi è sembrato di vedere una specie di Colosseo, come quello che sta a Roma. Quando siamo entrati, mi sono reso conto che era un Anfiteatro: al centro in basso un’arena quasi circolare e tutto intorno c’erano delle gradinate dove si sedeva la gente per assistere agli spettacoli. Francesca, la guida, ci ha detto che, più in basso, vicino all’arena sedevano le persone più importanti e in alto la gente comune. (Claudio Foresta)
Durante gli spettacoli l’Anfiteatro veniva coperto con un enorme telo di lino, sorretto da pali infissi in alto in alto sulla gradinata. Si chiamava <<velario>> e al centro c’era dipinta l’immagine dell’imperatore circondata da un cielo stellato. (Denise Lazzari)
Nell’arena si svolgevano le lotte tra i gladiatori e le bestie feroci oppure tra gladiatori e gladiatori. Si faceva anche la battaglia navale, ma per fare questo gioco bisognava riempire di acqua tutta l’arena. (Daniele Napolitano)
All’esterno dell’Anfiteatro c’erano degli archi dove si mettevano bancarelle per vendere trombette, striscioni, bandierine con i colori delle fazioni per fare il tifo. Proprio come succede adesso fuori allo stadio, quando ci sono le partite di calcio. Francesca ci ha detto che tutto questo durò fino al 59 d.C., quando ci fu una violenta rissa tra Pompeiani e Nocerini e l’Anfiteatro di Pompei fu squalificato.
(Denise Lazzari)
La forma dell’Anfiteatro e tutto ciò che ci ha raccontato Francesca, mi ha fatto pensare allo stadio S.Paolo di Napoli e ai tifosi del calcio.(Alfano Carmine)
Adesso le gradinate dell’Anfiteatro che formano la “Cavea” sono per buona parte coperte di un bel verde dell’erba, il rosso dei papaveri, il giallo di certi altri fiori.
Dopo la visita ci siamo trattenuti sulle gradinate per fare merenda. Appena finito, le maestre ci hanno detto che potevamo scendere a giocare nell’arena e noi abbiamo fatto finta di essere i gladiatori del 2000. Abbiamo giocato moltissimo e la maestra Nappi con la sorella di una mia amica, si sono messe a ballare. (Federica De Riggi)
La palestra grande
Appena siamo usciti dall’anfiteatro, di fronte ho visto, attraverso un’apertura, un grande prato quasi quadrato, intorno c’era un portico con le colonne; al centro c’era una grande piscina.
Francesca ci ha detto che quella era la “Palestra grande”, frequentata solo dagli uomini, divisi per età. Però là si allenavano anche i gladiatori. (Claudio Foresta)
Il foro triangolare
Siamo arrivati al foro triangolare. È una piazza più piccola, divisa in due: una zona religiosa, dove c’è il tempo di Diana e la tomba di Ercole; un’altra zona in basso dove c’è la caserma dei gladiatori. (Denise Lazzari)
Vicino al tempio di Diana c’era una tomba piena di sassi e di erbacce. Ma dentro non c’era nessuno. La guida ci ha detto che i Pompeiani credevano veramente nell’esistenza di Ercole, ma era solo una leggenda.
Il teatro grande
Vicino al Foro triangolare c’è il teatro grande. Ci sono le grandinate disposte a semicerchio, dove si potevano sedere quasi 5000 persone. In basso, nella zona centrale, si rappresentavano le commedie e le tragedie. Gli attori prima passeggiavano un po’ e poi si esibivano recitando sul palcoscenico. (Domenico Cavezza)
Il teatro piccolo: “Odeon”
Vicino al teatro grande sorge il teatro piccolo. Anche qui le persone si sedevano sulle gradinate disposte a ferro di cavallo ed ascoltavano la musica e la recita mimata di poesie. Potevano entrarci circa1500 persone. (Nelly Cavezza)
Via dell’Abbondanza
Siamo entrati nella strada più ricca e importante dell’antica Pompei. C’erano tante belle case e negozi. Quasi tutte le case erano a due piani, perché il piano di sopra veniva usato come abitazione e quello di sotto come negozio. Quasi vicino ad ogni negozio c’erano affreschi di colore rosso con le immagini dedicate alle divinità. Oppure c’erano annunci pubblicitari per comprare e vendere ed anche le locandine per l’elezione degli uomini politici. (Stefano De Riggi)
Mentre camminavamo, Francesca, la guida, ci spiegava in italiano il significato delle scritte in latino.
Latino Italiano
Ave salve
Ave lucrum benvenuto guadagno
Lucrum accipe afferra il guadagno
Cras credo domani farò credito
Cave canem attenti al cane
I numeri romani sulle targhette li abbiamo saputi leggere da soli. (Tonia Azzurri)
In via dell’Abbondanza ho visto dei marciapiedi molto alti con passaggi pedonali su grosse pietre anch’esse alte. Francesca ci ha spiegato che quando pioveva le strade diventavano come i torrenti e non c’erano le fognature.
Infatti non ho visto i tombini, perciò c’erano i marciapiedi alti e i massi per attraversare. (Claudio Foresta )
I carri dei mercanti forestieri che venivano a Pompei avevano le ruote molto larghe che non potevano passare tra i sassi dei passaggi pedonali. Allora i Pompeiani trovarono un altro modo per guadagnare di più: costruirono dei carretti più alti con le ruote più strette chiamati “cisie”. Fuori le mura della città le merci venivano trasferite da un carro all’altro e poi distribuite ai vari negozi della città. Questo servizio veniva ben pagato. (Stefano De Riggi).
Taverne ed Osterie
Agli angoli delle strade si trovavano le Taverne, dove si potevano mangiare cibi caldi, e i Termopolii cioè le Osterie, dove si potevano bere vini caldi, con il miele e le erbe aromatiche. (Fanny Limmatola).
Le Taverne e le Osterie erano gli antenati delle tavole calde, dei pub e dei bar che ci sono adesso nelle città.
(Alessia Foresta).
Dietro le Taverne e dietro le Osterie spesso gli uomini si trattenevano a fare il gioco d’azzardo: con i dadi, con gli ossicini o a fare pari e dispari. Anche adesso dietro ai Bar ci sono dei locali dove giocano a carte o ai video-giochi.
(Felice Altieri)
La tipica casa pompeiana.
Le case pompeiane sono quasi tutte a due piani. Al piano terra c’erano i negozi o i laboratori; sopra invece abitavano i padroni. (Maria Fiorenza)
Schema tipo della “Domus Pompeiana”
Nome latino significato
Tabernae e officinae botteghe e laboratori
Caupona osteria, trattoria
Thermopolium antenato del bar dove si vendevano le bibite calde
Fullonica lavanderia, stireria e tintoria
Pistrinum mulino e forno
Impluvium vasca per la raccolta dell’acqua piovana
Compluvium apertura nel tetto per dare luce e far cadere la pioggia nell’impluvium
(Mara Sirignano, Rosa D’Avanzo, Marilema Casalino)
Piano superiore
Cubicula camere per il riposo
Ala soggiorno
Triclinium sala da pranzo
Andron corridoio
(Gino Delle Cave)
Peristylium Hortus : giardino con fontane
Viridarium statue, colonnato coperto e orto
Culina cucina e cortile di servizio
Apotheca dispensa e forno
Balneum bagno
Gynaeceum camere solo per le donne
Exedra locali di soggiorno
Secondo peristilium grande giardino
Posticum ingresso di servizio
(Gavino Nuzzo, Francesca Bencivenga)
La Lavanderia
La Lavanderia si chiamava Fullonica. A quel tempo non esistevano i detersivi, né le lavatrici. La gente portava i panni alla lavanderia che era una vera e propria officina. I panni con le macchie più resistenti venivano messi a mollo nella pipì di cammello e venivano pestati con i piedi dagli operai. Poi, in vasche più grandi venivano puliti e sbiancati con vapori di zolfo,risciacquati con acqua fresca ed infine venivano stesi ad asciugare al sole al piano superiore.
Quello che mi è sembrato molto strano è stato che toglievano le macchie con la pipì. La maestra ci ha detto che la pipì contiene ammoniaca, una sostanza molto sgrassante che si usa ancora oggi ed è contenuta in molti detersivi.(Giuseppe De Riggi)
La casa del Fauno
Sull’incrocio con la via della Fortuna abbiamo visto la casa del Fauno.
Doveva essere la casa di persone molto importanti. Nell’atrio principale c’è una vasca (impluvio) pavimentata con intarsi di marmi colorati.
Al centro c’è una bellissima statuetta del Fauno. Però è una copia, perché quella originale è conservata nel Museo di Napoli. Intorno alla vasca si affacciano delle stanzette molto alte con un piccolissimo buco in alto che serviva da finestra. (Lia Passariello)
Le pareti erano dipinte di rosso, di azzurro o di giallo, tutti colori Pompeiani. Queste erano le camere da letto. Per me però non erano belle come diceva la guida. La mia cameretta è molto luminosa e bella. (Adelaide Vacchiano)
Nelle altre stanze, dietro la vasca dove c’è il Fauno, non siamo andati, però abbiamo visto da lontano che certi bambini stavano recitando imitando gli antichi Pompeiani o forse gli antichi Romani. (Mariangela Passariello)
Il Fauno era un personaggio della mitologia, era amico del dio Bacco, ed era mezzo uomo e mezzo caprone. Infatti la statuina ha le corna in testa. (Pierpaolo De Rosa)
Le terme
Proseguendo per via Stabiana, siamo arrivati alle terme. Siamo entrati in una grande sala.
Francesca, la guida, ci ha detto che quello era come uno spogliatoio. Infatti sulle pareti ci sono delle aperture che somigliano a una specie di nicchia e servivano per poggiarvi gli indumenti, gli asciugatoi e tutto ciò che serviva per il bagno. Un po’ come gli armadietti che ci sono oggi negli spogliatoi delle palestre e delle piscine. Al centro di questa sala, chiamata Apodyterium, ci sono oggi due casse di vetro che espongono i calchi di due corpi umani. Sono dei Pompeiani colti dall’eruzione del Vesuvio mentre erano alle Terme.
(Antonella Ruggiero)
A quel tempo le Terme erano divise in due zone: una per i maschi e una per le femmine. Queste due zone erano separate da un forno per riscaldare l’aria che andava nelle sale della sauna. Nella zona dei maschi c’era anche una piscina di acqua gelata, invece dalle femmine non c’era perché le signore facevano solo il bagno caldo. (Francesco Napolitano)
Gli studiosi, che hanno studiato i calchi dei corpi umani, hanno detto che i Pompeiani erano bassini ed avevano anche qualche disturbo alle articolazioni e alle ossa.
(Antonio Napolitano)
Il Foro
Il Foro era la zona più importante di Pompei antica: nel Foro si svolgevano tutte le attività commerciali, si faceva politica, si passava il tempo libero, si svolgevano le cerimonie religiose e si discutevano anche le cause. Infatti il Foro è un grandissimo spazio rettangolare, circondato da colonne, con gradini per non fare entrare i carretti, così entravano solo i pedoni.
( Anna Foresta)
Intorno al Foro c’erano tutti i più importanti edifici pubblici: gli Uffici Municipali, la Basilica, il Comizio e i Templi. Nella Basilica si facevano le cause come si fa oggi nei tribunali.
Negli Uffici Municipali c’erano registrati tutti i cittadini di Pompei come nell’Ufficio anagrafe del nostro Comune. Nella zona del Comizio si faceva la pubblicità politica.
(Pierpaolo De Rosa)
Nella zona commerciale abbiamo visto la Mensa Ponderaria dove i mercanti andavano a pesare la merce. Era una lastra di marmo con dodici buchi di diverse grandezze per misurare i cereali, cioè il grano, l’orzo ma anche la frutta e altre cose. Sopra versano la merce e nel piano di sotto scendeva in recipienti corrispondenti alla grandezza del buco di sopra e così pesavano le cose, perché non avevano le misure come le abbiamo noi oggi. (Annamaria Piccolo)
Nella zona commerciale c’era l’Edificio di Eumachia. Questa signora era una sacerdotessa di Venere che era la padrona del mercato della lana e delle stoffe. Di questo edificio è rimasto solo il grande cortile, e sull’entrata un bellissimo portale tutto in marmo scolpito che riproduce tante foglie, uccelli, insetti, lumache, serpenti ed altro. Dentro, dietro il muraglione, c’era la statua di Eumachia.
Però è solo una copia, perché quella originale è conservata nel Museo Nazionale di Napoli. (Pasqualina Barolo)
Nella zona religiosa del Foro c’è il Tempio di Giove, molto grande.
In fondo ci sono tre nicchie, dove si mettevano le statue di Giunone, Giove e Minerva. Questo era il tempio più importante di Pompei antica. (Gianluca Martiniello).
C’è il Tempio di Vespasiano e al centro ci sta un altare in marmo scolpito che riproduce la scena del sacrificio del toro. (Giuseppe Iavarone)
Il Tempio dei Lari
Il Tempio dei Lari fu costruito dopo il terremoto del 62 d.C. . Era tutto rivestito di marmi e pitture. In esso venivano venerate le statue degli Dei Tutelari della città, cioè i protettori di Pompei, come S.Barbato è il protettore di Cicciano, S.Gennaro è il protettore di Napoli, ecc. (Felice Spampanato).
Vicino alla Basilica ci sono i resti del Tempio di Apollo. Abbiamo visto la statua di Apollo, la statua di Diana e un altare di marmo. Francesca, la guida, ci ha detto che 2000 anni fa la colonna davanti all’altare sorreggeva un orologio solare. (Nello Alfano)
Dal passato remoto al… presente.
Pompei nuova
Quando siamo usciti da Pompei vecchia, cioè dagli Scavi, ci siamo trovati nella Pompei nuova, cioè la città di adesso. Mi è sembrato che dal passato remoto subito siamo ritornati al presente, solo attraversando un cancello. (Alessia foresta) Per la strada c’erano molte bancarelle e i venditori erano gelosi l’uno dell’altro, perché ognuno ci chiamava per farci comprare le sue cose.
C’era tanta confusione: il rumore delle auto, dei pullman, turisti di ogni parte del mondo (Lia Passariello) Siamo passati vicino ai Cinesi, ai Giapponesi e pure vicino alle donne indiane che avevano un brillante incollato in fronte. (Rino Itri)
Siccome noi studiamo l’inglese, io e una amica abbiamo detto ad una signora straniera: “How old are you ?” E lei ci ha risposto: “I’m thirty years old” (Filomena Ardolino).
Io ho detto ad un signore straniero: <<Who are you?>> E lui mi ha risposto: <<Io non parlo il latino >>. Noi ci siamo messi a ridere, perché forse lui credeva che noi eravamo bambini della Pompei Antica perché ci aveva visti uscire dagli Scavi. (Fanny Limmatola).
Abbiamo camminato fino alla piazza del Santuario della Madonna del Rosario e qui abbiamo iniziato a correre e a giocare perché in questa piazza non vanno le auto ma solo i pedoni, proprio come nel foro di Pompei antica (Francesco Montanino)
Alle ore 15.00 siamo entrati nella Basilica della Pompei nuova, che è una magnifica chiesa, molto grande, dedicata alla Madonna del
Rosario. Qui vengono a pregare le persone da tutto il mondo perché è un Santuario, cioè un luogo di preghiera, invece la Basilica che abbiamo visto negli scavi, a quel tempo serviva per accusare e difendere le persone, quindi era come il tribunale di adesso.
Nella Basilica della Madonna del Rosario, c’erano cose bellissime. Sembrava tutta d’oro, perché le pareti sono decorate con stucchi d’oro zecchino, affreschi e le colonne sono rivestite di marmo di tutti i colori. Sull’altare maggiore c’è il quadro della Madonna del Rosario con tante luci e tantissimi fiori. Noi ci siamo fermati per pregare e per ammirare tutte quelle belle cose. La chiesa della Madonna di Pompei è dieci volte più grande della chiesa nostra a Cicciano e contiene molte più panchine, perché vanno migliaia di persone a pregare. Mentre stavano pregando, Daniele mi ha fatto notare un pianoforte strano con tanti “tubini” di diversa altezza e
stava quasi sotto al soffitto. Il maestro ci ha detto che quello è l’organo per suonare. (Luigi Vitale)
Nella cappella dedicata al Beato Bartolo Longo, abbiamo visto il suo corpo imbalsamato. Abbiamo fatto una preghiera, perché Bartolo Longo fu il fondatore del santuario e degli ospizi degli orfanelli. (Luigi Delle Cave)

Pompei nuova
Dopo l’eruzione del 79 d.C. che distrusse Pompei romana la zona davanti agli scavi attuali, cominciò ai popolarsi piano piano e per molti secoli fu chiamato “Campo Pompeiano”.
Nel 1873 Bartolo Longo, che era un avvocato molto pio e caritatevole, diffuse tra gli abitanti la devozione del Santo Rosario.
Nel 1891, il 7 maggio, fu inaugurato il Santuario della Madonna del
Rosario. Grazie a Bartolo Longo, e all’aiuto dei fedeli, intorno al Santuario furono costruiti anche centri di accoglienza per gli orfanelli. In breve tempo il luogo del Santuario è diventato un centro
di fede religiosa ed ogni anno arrivano turisti da ogni parte del mondo. Perciò oggi la Pompei nuova è una cittadina con tanti alberghi, negozi, traffico: è una cittadina del 2000. Chi viene a Pompei è attirata dalla storia e dalla fede ed è come se facesse un viaggio con la macchina del tempo “dal presente al remoto” con ritorno “al presente”. 3ª C e 3ª D
.



Fonte: http://web.tiscali.it/archivioscuola/Visite%20guidate/Pompei.doc

Sito web da visitare: http://web.tiscali.it/

Autore del testo: indicato nel documento di origine

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