Rousseau JeanJacques

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Rousseau JeanJacques

 

Rousseau Jean-Jacques (Ginevra 1712-Ermenonville 1778) Filosofo svizzero francofono. Nato da una famiglia protestante di origine francese. La madre morì nel metterlo al mondo, il padre era di professione orologiaio e aveva un carattere bizzarro. Il giovane Rousseau attinse liberamente alla biblioteca lasciata dalla madre. Per due anni (1722-1724) fu in pensione a Bossey presso il pastore Lambercier. Al ritorno a Ginevra, nel 1727, venne mandato a far tirocinio presso un incisore, dal quale venne trattato con durezza. Una domenica di marzo del 1728, rientrando troppo tardi da una gita e trovando chiuse le porte di Ginevra, Rousseau temette di essere picchiato e decise di darsi alla fuga. Così, a 16 anni e con tutti i suoi sogni, si trovò a girovagare sulle strade della Savoia. Dal 1729 al 1732 visse una vita miserabile e spensierata, facendo tutti i mestieri per guadagnarsi da vivere (si convertì al cattolicesimo per beneficiare di aiuto, fece l'incisore e il domestico). Dal 1732 fu accolto presso M.me de Warens nella casa di campagna di Charmettes, presso Chambéry: mentre dava lezioni di musica, Rousseau si dedicò allo studio metodico di storia, geografia, latino, astronomia, fisica e chimica, grazie ai libri disponibili nella casa. Nel 1740 fu per breve tempo a Lione, come precettore, ma senza successo. Tornato a Charmettes, vi restò fino al 1742, anno del viaggio a Parigi. Visse dando lezioni di musica e fu segretario di M.me Dupin. Grazie all'appoggio di M.me Broglie, divenne segretario dell'ambasciatore a Venezia, ma il rapporto fu turbato presto da un litigio che fece scoprire l'ineguaglianza sociale al giovane Rousseau. Tornato a Parigi, ridiventò segretario di M.me Dupin e si dedicò alla musica. Scrisse una commedia, abbozzò una farsa. Diventò amico intimo di D. Diderot e dal 1742 collaborò all'Enciclopedia. Intanto si legò a Teresa Levasseur, una domestica, che gli avrebbe dato, sembra, cinque figli, che poi sarebbero stati affidati all'assistenza pubblica. In seguito Rousseau ne avrebbe sofferto per il rimorso. Nel 1750 con il premio dell'Accademia di Digione assegnato al suo Discorso sulle scienze e sulle arti, Rousseau raggiunse la celebrità. Contro la civiltà, egli diventò campione della vita semplice, della povertà e della virtù. Nel 1755, in occasione di un altro concorso bandito dall'Accademia di Digione, scrisse il Discorso sull'ineguaglianza nel quale precisò il proprio pensiero sulla bontà naturale dell'uomo che si trova di fronte all'ingiustizia della società contemporanea. Per consacrare il suo ripudio della schiavitù, tornò a Ginevra e abiurò il cattolicesimo (1754). Negli anni dal 1756 al 1757 si trasferì all'Érmitage a nord di Parigi, su invito di M.me d'Epinay. Fu un periodo di intenso impegno: lavorò contemporaneamente al Dizionario di musica, all'Emilio, al Contratto sociale e a La nuova Eloisa. Intanto s'innamorò di M.me D'Houdetot, cognata di M.me d'Epinay, unica passione della sua vita. Questa vicenda irritò la sua ospite. Nel 1757, Rousseau lasciò l'Érmitage. Ruppe anche con D. Diderot e con gli altri illuministi. Dal 1758 al 1762 visse a Montmorency. Nel 1758 pubblicò la Lettera a D'Alembert, nel 1761 La nuova Eloisa, nel 1762 il Contratto sociale e l'Emilio. Purtroppo, queste ultime opere contrariarono il parlamento: minacciato di arresto, Rousseau fuggì in Svizzera. Per otto anni sarebbe passato da un asilo a un altro dappertutto braccato e condannato. Nel 1766, accettando l'invito di D. Hume, partì per l'Inghilterra, rientrò in Francia nel 1767. Frattanto iniziò la scrittura delle Confessioni. Nel 1770 fu ancora a Parigi, dove lavorò a le Confessioni e a Le meditazioni di un viandante solitario. Le sue ceneri vennero trasferite al Panthéon di Parigi nel 1794. Di ispirazione illuministica, sostenitore dell'uguaglianza umana, fu antesignano del romanticismo. Assertore dell'originaria bontà dell'uomo, affermò che lo stato deve rispettare i bisogni e le libertà dei singoli, basandosi sul contratto sociale che l'essere umano sottoscrive alienando i suoi diritti fondamentali in favore della società che esercita il potere. Nella famosa Lettera sulla provvidenza (1756), scritta in polemica con Voltaire, sostenne che lo sviluppo distorto e le cattive istituzioni sono i soli responsabili dei mali che affliggono l'umanità. Personalità introversa e inquieta Rousseau sperimentò direttamente i mali legati alla struttura sociale della quale prima dell'affermazione letteraria percorse tutti i gradini più bassi. Le sue opere sono una viva testimonianza delle sue esperienze e hanno avuto una profonda influenza su quanti si sono occupati di educazione, in primo luogo I. Kant, H. Pestalozzi e F. Fröbel. Egli sostenne l'idea, fatta propria dalla moderna pedagogia, secondo la quale l'educazione non debba limitarsi a perpetuare da una generazione all'altra i modelli di vita esistenti, ma debba elaborare modelli di vita nuovi. Una macchia che spesso è stata rimproverata a Rousseau è l'affidamento dei propri figli all'assistenza pubblica: l'obiezione è fondata, anche se bisogna dire che, a quel tempo, l'assistenza pubblica rappresentava il destino normale per trentatré bambini su cento. Resta il fatto che, pur criticabile sul piano umano, Rousseau ha tracciato una strada e piantato semi che non sono andati perduti.

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario..doc

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it/

 

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