australopiteco

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australopiteco

 

australopitèco Genere di ominidi fossili (Australopithecus) i cui resti sono stati trovati nell'Africa australe. Nel 1924, Raymond Dart, professore di anatomia sudafricano, venne in possesso di un teschio fossile, trovato a Taungs (Botswana), nella provincia sudafricana del Capo. Il reperto apparteneva a un giovane, i denti avevano una forma diversa da quelli delle scimmie e rassomigliavano a quelli umani attuali, ma il cervello benché maturo, non era stato più grande di quello di un gorilla. Dart ritenne di aver trovato i resti di un antico ominide e lo chiamò Australopithecus africanus. Nel 1936, il paleontologo scozzese Robert Broom (1866-1951) scoprì a Sterkfontein in Transvaal, a circa 50 km da Johannesburg, campioni adulti simili al giovane di Taungs. Questi fossili comprendevano parti di ossa pelviche e femorali e dimostravano che l'australopiteco era un bipede eretto, come gli ominidi. Nel 1959, a Olduvai Gorge, in Tanzania, Mary Leakey rinvenne un teschio fossile appartenente a un essere più massiccio degli australopitecidi sudafricani, poi classificato come Australopithecus boisei. Altri reperti di australopitecide sono stati trovati lungo le sponde orientali del lago Turkana, nel nord del Kenya. Nel 1974, ad Hadar in Etiopia sono stati trovati da Donald Johanson i resti dell'australopitecide più antico, denominato Lucy, che, insieme con le ossa fossili trovate a Hadar e a Laetoli in Tanzania, sono stati attribuiti all'Australopithecus afarensis. Con il ritrovamento delle ossa fossili sono state rilevate numerose impronte dei piedi che dimostrano la stazione eretta di questi esseri. Nel 1994, in Etiopia sono stati rinvenuti frammenti di ossa craniche, mascellari e del braccio che fanno risalire l'Australopithecus afarensis a 4,4 milioni di anni fa. Non è noto se questa specie camminasse eretta. 

 

Fonte: http://dictionario.wikispaces.com/file/detail/dictionario..doc

Autore del testo: http://macosa.dima.unige.it/

 

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