Astronomia

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Astronomia

 

L’ASTRONOMIA
Dacché la terra ebbe degli uomini,
il cielo ebbe degli ammiratori.
L’ammirazione congiunta alla necessità
cagionò i progressi dell’Astronomia.
(Giacomo Leopardi, Storia dell’Astronomia, 1815)

 

L’Astronomia è sicuramente la più antica scienza cui l’uomo si sia dedicato: tutti i popoli hanno avuto una particolare attenzione ai  fenomeni celesti. Il sorgere e il tramontare del Sole, il moto e le fasi della Luna, il moto dei pianeti, eclissi, comete, stelle cadenti, ecc. hanno da sempre destato curiosità, ma anche paura e soggezione.
L’Astronomia, dal greco astron (astro) e nomos  (legge), è la scienza che studia le posizioni relative, il moto, la struttura e l'evoluzione degli astri. Studia soprattutto: i pianeti e i loro satelliti; il Sole; il mezzo interplanetario; le stelle; le nebulose; la Galassia; le galassie.
Diverse discipline concorrono oggi allo studio dell'Universo.

  • L'Astronomia di posizione o Astrometria (è la più antica)
  • La Meccanica Celeste

(insieme costituiscono l'Astronomia fondamentale o classica).
A partire dalla seconda metà del XIX secolo, con l'applicazione della fotografia, della spettroscopia e della fotometria è nata l’Astronomia Moderna, nella quale possiamo distinguere:

  • L’Astrofisica (il cui oggetto è lo studio della fisica e dell'evoluzione degli oggetti dell'Universo). Si distingue spesso in: Astrofisica delle alte energie (studio dell'irraggiamento g, X e ultravioletto) e Astrofisica delle basse energie (irraggiamento nel visibile, infrarosso e radio). Un'altra distinzione viene fatta tra la Cosmogonia - che studia la formazione e l'evoluzione dei corpi celesti particolari (stelle, pianeti, galassie, ecc.) - e la Cosmologia, che tenta di spiegare la formazione e l'evoluzione dell'Universo considerato nella sua totalità.
  • L’Astrochimica (si interessa della chimica extraterrestre)
  • L’Esobiologia, o Astrobiologia, che studia la possibilità di vita nel cosmo.

Poiché l’astronomia è una scienza fondata sull'osservazione, non deve meravigliare che il progresso tecnologico comporti l’apertura di nuove problematiche in precedenza sconosciute e addirittura insospettate. Per esempio la radioastronomia, tutta l’astronomia spaziale e certe astronomie “particellari” ancor più recenti sono nate proprio perché si sono realizzati nuovi strumenti che hanno accresciuto le nostre capacità di osservazione.
Grazie a queste nuove possibilità l’umanità ha potuto aprire nuove “finestre osservative” sul cosmo, che si sono affiancate alla “finestra ottica” dello spettro elettromagnetico[ ], per millenni unica possibilità di studio dei fenomeni celesti. L'atmosfera terrestre è infatti opaca rispetto alla maggior parte delle radiazioni elettromagnetiche incidenti dal cosmo, tranne che in due regioni spettrali: l’intervallo ottico, da circa 4000 Å a circa 8000 Å di lunghezza d'onda (1 Å = 10-10 m), e l’intervallo radio, da poco più di 1 mm a qualche decina di metri di lunghezza d'onda. Le piccole lunghezze d'onda (UV, X, g) subiscono un forte assorbimento a causa dello strato di ozono atmosferico, mentre nelle lunghezze d'onda maggiori dell'intervallo radio tutta la radiazione incidente viene riflessa nello spazio dalla ionosfera terrestre. Tra l’intervallo ottico e quello radio l’assorbimento è prodotto dai numerosi composti molecolari presenti nell'atmosfera terrestre (principalmente H2O e CO2), che permettono alla radiazione di giungere fino al suolo solo per alcune limitate finestre infrarosse.

L’occhio umano, per motivi di adattamento biochimico, ha una sensibilità limitata all'intervallo ottico dello spettro, ed è naturale che per tanto tempo l’uomo abbia utilizzato solo la luce visibile per ricevere messaggi dall'Universo. Verso la metà del XX secolo è nata la radioastronomia, ossia viene sfruttato anche l’intervallo radio; mentre in epoca ancora più recente, con l’aprirsi dell'era spaziale dopo il 1957, l’astronomia ha potuto esaminare il cielo in tutte le regioni dello spettro elettromagnetico. Sono così nate l’astronomia dell’infrarosso, quella dei raggi X e quella dei raggi g: esse hanno ripreso temi e metodi dall’astronomia ottica.

    • Modelli geocentrico e eliocentrico

 

Tra i primi problemi che gli astronomi si sono trovati ad affrontare c’è stato quello di spiegare il movimento dei pianeti, che anche a un osservatore casuale risulta evidentemente diverso da quello delle stelle (che è un moto uniforme da est verso ovest).


La presenza di questi “cappi” mal si conciliava con l’idea greca di moti circolari uniformi attorno alla Terra.
Vennero introdotti complessi sistemi di sfere concentriche (Platone, Eudosso, Aristotele) in cui un corpo celeste si trova inserito in un sistema di due o tre sfere legate tra loro da vincoli di rotazione: una sfera interna, sulla quale è fissato il corpo celeste, ruota su se stessa attorno un asse vincolato alla seconda sfera, la quale a sua volta ha l'asse di rotazione vincolato alla terza sfera, più esterna.
Descrizioni altrettanto complesse facevano uso di epicicli (Eràclide Pontico, Ipparco, Tolomeo), deferenti e quant’altro fosse necessario per mantenere la Terra al centro dell’Universo. La teoria degli epicicli prevede per un pianeta interno, come ad esempio Venere, che il Sole ruoti attorno alla Terra e Venere, a sua volta, ruoti attorno al Sole.  Venere quindi esegue un piccolo "ciclo" che si trova su un'orbita più grande. Il termine epί (epì) in greco significa "sopra". Per un pianeta esterno, come ad esempio Marte, le cose si complicano: il pianeta ruota attorno ad un centro C con lo stesso periodo di rotazione del Sole attorno alla Terra e, nello stesso tempo, il centro C ruota attorno alla Terra con lo stesso periodo di rotazione di Marte attorno al Sole.

Solo la teoria copernicana riuscì a risolvere questo problema. Ciò avvenne nel 1543, con la pubblicazione e la diffusione dell'opera De Revolutionibus Orbium Coelestium. L'autore riprendeva in sostanza una vecchia idea di Aristarco, che può essere sintetizzata nel seguente modo:

  1. la Terra compie una rotazione attorno al proprio asse da ovest a est in circa ventiquattro ore;
  2. la Terra non si trova al centro dell'Universo, ma solo dell'orbita lunare, e compie un giro attorno al Sole nel corso di un anno;
  3. i pianeti, come la Terra, ruotano attorno al Sole, che occupa il centro dell'universo.

La concezione eliocentrica, che con opportune correzioni ci appare oggi del tutto naturale, era stata accantonata per quasi venti secoli dagli studiosi perché appariva attaccabile sia dal punto di vista strettamente fisico, sia da quello metafisico. Fisicamente, l'ipotesi che la Terra orbitasse attorno al Sole veniva scartata per i seguenti motivi:

  • innanzi tutto sembrava contraddire il senso comune, che prevedeva in una tale eventualità effetti catastrofici quali crollo di edifici, caduta degli oggetti non più lungo la verticale, eccetera;
  • in secondo luogo, poiché l'angolo sotto cui le stelle vengono viste da un osservatore posto sulla Terra dipende dalla posizione della stessa, si dovrebbero osservare variazioni nel corso dell'anno nella posizione apparente delle stelle nella volta celeste. È questo il fenomeno della parallasse, di cui si parlerà più avanti (paragrafo 2.1.1) e che viene usato per misurare la distanza delle stella. Ovviamente non si poteva sapere che a causa delle enormi distanze delle stelle queste variazioni sono talmente piccole da risultare inosservabili ad occhio nudo.

Se a queste obiezioni si potevano in qualche modo contrapporre argomentazioni scientifiche, ben poco poteva essere fatto se gli attacchi avevano fondamenti di tipo metafisico o teologico. La concezione aristotelica, che aveva distinto in modo inequivocabile l'universo in due mondi separati - quello sublunare e quello celeste - era difficilmente attaccabile senza scontrarsi anche con la Chiesa, che nel frattempo aveva fatto sua questa concezione (si pensi a Giordano Bruno, condannato al rogo nel 1600 per le sue idee - ancora oggi così moderne).
Ponendo la Terra sullo stesso piano degli altri corpi celesti, l’idea copernicana le faceva perdere quella posizione privilegiata che secoli di dispute filosofiche le avevano attribuito. Non devono quindi sorprendere i dubbi e le titubanze di Copernico: doveva passare ancora più di un secolo perché le sue idee fossero accettate dalla comunità scientifica, e sappiamo che ancora nel XVIII secolo tra i sostenitori delle due teorie si accendevano dispute accanite.
Con Copernico erano state gettate le basi della moderna astronomia, ma per arrivare ad una descrizione di tipo quantitativo del moto dei corpi celesti dovevano passare ancora molti decenni. Un ruolo fondamentale ebbero in questo senso i dati di continue osservazioni della volta celeste, raccolti e catalogati per più di trenta anni dal matematico ed astronomo danese Tycho Brahe (1546–1601). Sulla base delle proprie osservazioni egli propose una teoria che si collocava a metà strada tra la tolemaica (geocentrica) e la copernicana (eliocentrica).

Secondo Tycho, infatti, mentre pianeti come Mercurio e Venere ruotavano attorno al Sole, altri come Giove, Marte, Saturno ed il Sole stesso orbitavano attorno alla Terra. Questa strana teoria, comunque, non fece proseliti né tra i sostenitori della concezione tolemaica né tra quelli della teoria copernicana e per questo venne presto abbandonata.

Fonte:http://docenti.unimc.it/manlio.bellesi/teaching/2015/15206/files/lezioni-del-corso/Lastronomia.doc/at_download/file

Approfondimenti sull' astrologia :

 

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ammasso Globulo di Bok Gradiente Granulazione solare Gravità Gravità accelerazione di Gravitazionale forza Gravitazionale onda Gravitazione costante di Gravitazione legge di Gru Gruppo Locale Grus Guida telescopio di HI regioni HII regioni Hadar Hale George Ellery Halley cometa di Halley Edmond Herbig-Haro oggetti Hercules Herschel Friedrich Wilhelm Hertz Hertzsprung Ejnar Hertzsprung-Russell diagramma di Himalia Hirayama famiglie di Horologium Hubble costante di Hubble Edwin Powell Hubble legge di Hubble telescopio Hubble-Sandage variabili di Huygens Christiaan Fisico e astronomo olandese (1629 Hydra Hydrus Idra Idra maschio Immagini rivelatori elettronici di Inclinazione (di un’orbita) Indiano Indus Inerzia Inerzia legge di Inferiori pianeti Inflazione teoria dell’ Infrarossa astronomia Infrarossa radiazione Ingrandimento Intensificatore di immagini Interagenti galassie Interazione Interferenza Interferometro Intergalattico mezzo Interni pianeti Interstellare mezzo Io Ionizzazione 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Radiotelescopio Raggi cosmici Raggi gamma Raggi X Rayleigh legge di R Coronae Borealis variabili tipo Rea Reazione nucleare Redshift Regolo Reticolo Reticulum Retrogradazione (dei nodi lunari) Retrogrado moto Riflessione Riflettore telescopio Rifrattore telescopio Rifrazione Rifrazione astronomica Rifrazione indice di Riga spettrale Rigel Rigel Kent Righe proibite Risolutivo potere Roche limite di RR Lyrae stelle tipo Russell v. Hertzsprung- Russell Henry Norris RV Tauri stelle tipo S tipo spettrale S6 S26 S27 Sagitta Sagittario Sagittario braccio di Sagittarius Sargas Saros Satellite Satellite-pastore Saturno Scattering Schiapparelli Giovanni Virgilio Schmidt telescopio Sciame esteso Sciame meteorico Scintillazione Scorpione Scorpius Scudo di Sobieski Sculptor Scultore Sistema dello Scutum Secchi Pietro Angelo Secondo d’arco Semiasse maggiore (di un’orbita ellittica) Sensibilità Sequenza principale – v. Hertzsprung- Serpens Serpente Serra effetto Sestante SETI Sextans Seyfert galassie di Sezione d’urto Sfera celeste Sferica aberrazione Shapley Harlow Shaula Shell stelle a Siderale anno Siderale giorno Siderale mese Siderale tempo Siderite Siderolite Sigizie Simbiotiche stelle Sincrona rotazione Sinodico mese Sinope Sirio Sistema di riferimento Sistema Solare Sistema Solare origine Sole Sole campo magnetico del Sole Fittizio Sole struttura del Solstizio Speckie interferometry Spettro Spettro elettromagnetico Spettroeliografo Spettrofotometro Spettrografo Spettro-lampo Spettroscopia Spettroscopico sistema binario Spica Spicule Spirale galassia Spostamento verso il blu (o il rosso) Squadra Stagione Starburst galassie Stato stazionario teoria dello Stella Stella doppia Stellare aberrazione Stellare parallasse Stelle di neutroni Stelle fuggitive Stelle peculiari Stephan Quintetto di Stratosfera Strumento dei passaggi Subgiganti stelle Subnane stelle Suhail Superammasso di galassie Supergiganti stelle Superiori pianeti Supernova Supernova resto di T Tauri stelle tipo Tauridi Taurus Tavola Telescopio Telescopio Telescopium Telesto Temperatura Tempesta magnetica Tempo siderale Terminatore Termometriche scale Termosfera Terra Terre lunari Testa cometaria Teti Thebe Titania Titano Tolemaico sistema Tolomeo Claudio Toro Torre solare Totalità fascia di Triangolo Triangolo Australe Triangulum Triangulum Australe Tritone Troiani gruppo Tropico anno Tropico del Cancro Tropico del Capricorno Tropico mese Troposfera Tucana Tucano U Geminorum stelle tipo UBV sistema Uccello del Paradiso Ultravioletta astronomia Ultravioletta radiazione Umbriel Unicorno Unità Astronomica Simbolo U.A Universo Universi-isola Urano Ursa Maior Ursa Minor Ursa-minoridi Ursidi (o Ursa-minoridi) UV Ceti stelle Van Allen fasce di Variabile stella Vega Vela Vele Velocità Velocità angolare Velocità radiale Venere Vento solare Vento stellare Vergine Via Lattea Virgo Visuale sistema binario Volans Volpetta Vulpecula W Ursae Majoris stelle tipo W Virginis stelle tipo Wezen Wolf numero di X astronomia X raggi Zeeman effetto Zenit Zenitale angolo Zodiacale luce Zodiacali costellazioni Big Bang teoria Buchi neri Cosmologia Costellazione dei gemelli Costellazione del toro Costellazione di orione Eclissi lunari Eclissi solari Galassie nomi e classificazione Geodesia e gravimetria Il radiotelescopio Il sistema solare Il sole La luna La terra Materia oscura Moti della terra Nane bianche Pianeti del sistema solare Punti cardinali Sistema solare pianeti Stelle e galassie Stelle e pianeti Stelle galassie e nebulose Storia della radioastronomia

 

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