Animali

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Animali

 

Gli animali sono lo specchio della nostra anima.
Specchiarsi negli occhi di un gatto. Negli occhi del mio gatto. Guardarvi fisso nel fondo, riflettersi nel suo colore profondo…azzurro intenso, che parla.
Ti guarda con la sua stessa intensa curiosità, stesso intenso trasporto… mi guarda? Capisce? O sono io che ricerco nello specchio del suo sguardo i pensieri, le emozioni che affollano la mia mente e il mio cuore o effettivamente riesce a trasmettermi lui stesso quello che sento?… riesce a rimandarmi le sensazioni filtrate dalla sua pacata e sorniona espressione?
Ma questi nostri animali parlano? Pensano? Siamo noi che ce ne vogliamo servire per elaborare i nostri stati emotivi e farci aiutare a interpretare sogni e bisogni interiori o effettivamente una loro “anima” c’è ed è molto più vera ed intensa di quanto si possa credere?
Gli animali: un mondo parallelo al nostro, esseri vivi come noi, con una storia ed una evoluzione parallela al mondo umano, anzi precedente al nostro, e che di pari passo si è integrato e dissociato…ma da cui l’uomo non ha mai potuto sottendere, ci dicono qualcosa; infatti “Ogni volta che si guarda con attenzione un animale, si ha l’impressione di vederci dentro un uomo che si fa beffe di noi” .
Perché gli animali, parlare di loro, raffrontarsi con loro?
Oggi, ma come anche nel passato, la vita dell’uomo è stata sempre accompagnata dalla presenza degli animali, con fasi ed evoluzioni che ne hanno segnato un comune destino ed un imprescindibile rapporto.

1.1 RAPPORTO UOMO E ANIMALI DA COMPAGNIA

Nel corso della storia si sono delineate due importanti categorie di animali con cui l’uomo ha da sempre avuto dei rapporti particolari: gli animali da reddito (bovini, suini, ecc…) la cui esistenza dipende purtroppo solo da fattori di tipo economico e gli animali che oggi vengono definiti da compagnia o anche d'affezione. Il cane ed il gatto naturalmente ne sono i principali rappresentanti. La convivenza tra uomo e cane ha radici antiche, per quanto riguarda il gatto invece l’addomesticamento ha una storia più breve e per taluni versi meno conosciuta.
Da recenti studi è emerso che il lupo è il progenitore del nostro odierno cane domestico e sfatando il mito del lupo solitario questo celeberrimo animale aveva in comune con l’uomo preistorico la socievolezza, entrambi non conducevano una vita da individui solitari ma vivevano in branchi, nei quali il rapporto tra i singoli era di fondamentale importanza per la sopravvivenza dell’intera specie.
La progressiva intesa tra uomo e cane ha permesso la collaborazione nella pastorizia, infatti con due o tre cani è possibile governare un gregge di cento pecore, e di contro ha assicurato al cane il cibo senza alcuno sforzo come nelle attività di caccia e il vantaggio di condividere un rifugio sicuro per sé e per i suoi cuccioli.
Diverso è il ruolo del cane da guardia, spesso legato, che ci riporta con il pensiero alla favola di Fedro e mette in evidenza la differenza tra la libertà assoluta dell’animale selvatico e la domesticità con l’uomo. Questo dimostra che tutto nella vita è una scelta e richiede un “prezzo” da pagare.
Il gatto merita un cenno a parte: esso è stato addomesticato più tardi rispetto al cane ed ha un’indole più indipendente e nello stesso tempo un maggior attaccamento alla routine quotidiana e allo spazio vitale del suo territorio, casa. Non bisogna esagerare nel reputarlo un animale poco sociale, ma è meglio pensare ad esso come ad un animale caratterizzato da una forte autonomia e il miglior modo di relazionarsi con lui è quello di considerarlo come un compagno che ha la libertà di scegliere. Capito ed amato riesce a stringere vincoli di affetto di insospettabile ricchezza con le persone da lui scelte. Da più di quattromila anni il gatto condivide la sua vita con quella dell’uomo senza mai alienare la sua libertà. “Non esiste un animale che, nel corso di un’associazione millenaria con l’uomo, sia così poco cambiato come il gatto”, ha scritto l’etologo Konrad Lorenz.
E questa è la sua peculiarità che lo rende sempre affascinante per l’uomo.
Nella società attuale, specificamente in ambito domestico, il rapporto con gli animali si è trasformato in rapporto di compagnia creando interazioni di tipo emotivo e affettivo passando da una relazione utilitaristica e di reciproca convenienza ad una di amore, divertimento e soprattutto rispetto vicendevole. “La dipendenza dal proprietario per alcune necessità primarie di vita deve far leva sul senso di responsabilità che, insieme all’affetto, costituisce la base del successo per un rapporto che vede rispettata la dignità non di un oggetto, bensì di un essere vivente”
Tale evoluzione del rapporto ha raggiunto addirittura effetti terapeutici ed è ormai noto che gli animali da compagnia che entrano a far parte di un nucleo familiare rappresentano motivo di aggregazione e di maggiore comunicazione tra i vari componenti della famiglia.
Nelle famiglie con bambini un animale d’affezione, più comunemente un cane o un gatto, può svolgere un ruolo importante nello sviluppo del bambino, poiché offrono opportunità di apprendimento che risultano essenziali per la formazione dell’intera personalità.
I cuccioli aiutano i bambini a raggiungere la stabilità affettiva ed emozionale nell’ottica più ampia della responsabilità e della organizzazione comportamentale e in tutto questo, per esempio, possono favorire anche il superamento delle difficoltà scolastiche.
Ciò che maggiormente ci attrae del cane e del gatto, almeno dal punto di vista razionale, è la loro comunicatività, il loro atteggiamento giocoso, la fedeltà ed il loro aspetto estetico. Essi sono molto tolleranti nei confronti del comportamento umano: ci accettano con le nostre nevrosi, i nostri problemi e non si lamentano mai, per quanto possano essere influenzati dai nostri mutevoli stati d’animo.
Normalmente scegliamo noi che vita fargli fare, per questa ragione è nostra responsabilità cercare di capirli e fornire loro una serie di esperienze varie e stimolanti. Troppo spesso si interpreta il loro comportamento in termini umani e non ci si sofferma a meditare su quello che realmente fanno e perché. L’approccio più corretto per allevare un cane o un gatto dovrebbe basarsi sull’osservazione del comportamento normale dell’animale e sull’acquisizione di quante più nozioni possibili, leggendo riviste e libri specialistici, consultando il proprio veterinario di fiducia.
Oggi è sempre più importane maturare la consapevolezza che ogni singola specie animale è portatrice di proprie caratteristiche, di proprie necessità biologiche e psicologiche che vanno sempre rispettate non dimenticando che l’animale non è in grado di procurarsi da solo le cure adeguate ma solo noi possiamo farlo per loro.
Si può concludere con il pensiero di Becker, uno studioso di psicologia animale: “Gli animali sono senza ambizioni e cercano di vivere bene per quel tanto che il loro stato glielo consente. Essi sono terreni come noi abbiamo cessato di esserlo e non conoscono le nostre preoccupazioni. Essi ne hanno senza dubbio delle altre, alla loro maniera, e non le hanno inventate come abbiamo fatto noi. Ci verrebbe voglia di essere gelosi della lor piccola felicità, se non sapessimo che la nostra felicità, quando riusciamo a raggiungerla, è di ordine tale che contiene tutte le altre.”

1.2 L’ANIMALE DA SELVATICO A DOMESTICO

Non c’è storia senza animali, non ci sono animali senza storia; ogni essere vivente fa parte della storia ed ognuno ha una sua storia.
Ricercarli, studiarli per capirne l’evoluzione, i cambiamenti, ogni riadattamento in contesti e realtà anche per loro sempre diversi, oggetto, oltretutto, della prepotente supremazia dell’uomo che da sempre ne ha determinato i destini, precludendone alcune forme di sviluppo e sentenziandone anche l’estinzione.
La natura ha un suo ordinamento fatto di leggi scritte nel suo stesso DNA in base al quale ogni animale è predatore e a sua volta preda, in un inquadramento che ne mantiene inalterati gli eco equilibri e a capo di tutti c’è l’uomo, che, purtroppo, predomina a volte sconsideratamente, creando danni e devastazioni nell’ecosistema o equilibri naturali
Quali sono gli animali domestici, perché l’uomo ha privilegiato il rapporto con determinati animali, rispetto ad altri, quanto importante è per l’uomo la presenza di queste creature?
Molto interessante è quanto oggi il concetto di animale sia rivisitato e rivalutato da autori che ne approfondiscono la trattazione.
Nel corso della storia l’animale è visto come creatura da temere, vincere, soggiogare, dall’età primitiva, quando anche l’uomo muoveva i suoi primi passi nella storia del mondo e cominciava a cercare i suoi spazi, prima vitali, poi sempre più come aree di dominio, facendo prevalere la sua superiorità in un mondo ostile e feroce, dove vigeva la legge del più forte.
Ecco, quindi, la rappresentazione delle specie più “grandi e feroci” nelle immagini arrivate ai nostri tempi, i graffiti, di esseri che venivano visti come “nemici” da sottomettere ma anche da esorcizzare in rituali e rivisitazioni di effigi in cui è solo l’uomo che ne definisce i veri contorni di realtà e sentimenti.
L’animale disegnato costituiva prima la paura da vincere, poi la preda da sottomettere, quindi lo spirito da ricordare, quale memoria di gesta e coraggio.
Così l’animale entra a far parte non solo della vita dell’uomo come “oggetto” di sostentamento per la sopravvivenza, da considerare che una preda serviva non solo a sfamare con la propria carne, ma anche a rivestire, con le pelli, nonché a creare utensili, con ossa e corna, ma anche nella spiritualità e coscienza degli umani, che cominciarono a svolgere rituali magici e propiziatori in onore degli spiriti degli stessi animali morti, per ingraziarli.
Più la preda era un animale grande, maggiore l’onore nel soggiogarlo/ucciderlo e maggiore il ritorno della protezione dello stesso, in un’ambivalenza di celebrazione.
È così che vediamo nel prosieguo della storia quanto più sia cresciuto il predominio degli uomini sulla natura, e quindi sulla razza animale, quanto più sia diminuita l’importanza degli animali stessi che hanno cominciato ad essere più umanizzati e rivisti in raffigurazioni così rappresentate.
Già dall’antico Egitto ci sono state rimandate effigi di divinità metà uomo e metà animale, in una fusione dove alcune caratteristiche ferine si combinavano nel corpo umano, rimandando l’idea di una visione di un dio incentrato maggiormente più sull’uomo.
È sempre l’uomo, nella categoria dei Grandi Sacerdoti, detentori del vero e della religione, che stabilisce quanto e quando confermare sacro e rispettabile un animale, quando osannarlo sugli altari della fede e quando riportarlo nella miseria della polvere, decretandone la sua come figura immonda.
È così nei risvolti della storia, un susseguirsi di esaltazioni e denigrazioni fino all’avvento della religione Cristiana che, per determinate specie, ne ha fatto oggetto di persecuzione, ritenendoli esclusiva rappresentazione del maligno, quindi da debellare insieme a tutte le persone accusate di essere in combutta con esso.
Da tutto quanto detto fin’ora non c’è storia senza animali, non ci sono animali senza storia; ogni essere vivente fa parte della storia ed ognuno ha una sua storia.

1.3 “ANIMALI DOMESTICI” E “DA COMPAGNIA”.

1.3.1 Definizione di animale domestico.

Per addomesticazione o meglio domesticazione, si intende il processo attraverso cui una specie animale o vegetale viene resa domestica, ovvero abituata alla convivenza con l'uomo e al controllo da parte di quest'ultimo; il termine può essere anche applicato per la trasformazione in "animale domestico" di singoli individui di una specie generalmente selvatica, come ad esempio i cavalli utilizzati in agricoltura. La domesticazione è intesa comunque come un processo che l'uomo attua con l’intento di perseguire i propri scopi.
I motivi per i quali l'uomo addomestica una specie possono essere vari. Alcuni animali sono stati storicamente addomesticati per essere usati come mezzo di trasporto di persone o cose come il cavallo, l’asino, il dromedario e l’elefante; altri per essere usati come cibo; altri per ricavarne materiali pregiati, per esempio la lana dalle pecore o la seta dai bachi; altri semplicemente per intrattenimento o compagnia.
Il più delle volte, la domesticazione di una specie avviene per motivazioni disparate; un esempio fra tutti è quello del cane, dapprima aiutante nella caccia e nella protezione della casa, e nei paesi nordici trainatore di slitte.
Connesso all'addomesticamento è l'addestramento, che pur implicando ancora un controllo da parte dell'uomo, ha un significato più specifico “addestrare un animale a fare qualcosa” o utilizzato per scopi specifici come cani da tartufi, cani antidroga e per non vedenti, e non implica necessariamente l'abitudine alla convivenza dell'animale con l'uomo.

1.3.2 Definizione di animali da compagnia.

“Animale da compagnia: un animale da compagnia è un animale allevato e mantenuto da esseri umani per compagnia e intrattenimento. Anche se in teoria qualunque animale può “fare compagnia” agli esseri umani, in pratica la maggior parte degli animali da compagnia appartengono a un ristretto numero di specie, gradite per il loro bell’aspetto, o per il comportamento affettuoso e giocoso, e così via.
I cani e i gatti sono certamente gli animali da compagnia più diffusi e, in generale, i mammiferi, insieme agli uccelli e ai pesci, i quali, eccetto rari casi come i pesci rossi, presuppongono attrezzature specifiche. Sono impiegati come animali da compagnia anche numerose specie di rettili (dalle più comuni tartarughe ai serpenti e alle iguane), per alcuni anfibi e, più raramente, anche antropodi come ragni e scorpioni.”

1.4 L’ANIMALE DOMESTICO OGGI

Ribadendo il concetto per cui da sempre l’uomo e gli animali si rapportano l’uno all’altro, convivono e condividono degli spazi, in una relazione che affonda le sue radici in secoli di convivenza, oggi possiamo dire che le cose non vadano come allora; le relazioni sono cambiate, gli equilibri e i fini della relazione uomo-animale sono notevolmente avanzati. Perché scegliere un animale da compagnia, perché prendersi cura di lui, accoglierlo in casa, accudirlo, amarlo?
Perché così a tutti gli effetti entra a far parte integrante di una famiglia, condividendone spazi ed emozioni comuni e “se vogliamo avere la gioia di interagire con gli animali del nostro mondo di uomini, forse è meglio concentrare i nostri spazi soprattutto sulle specie domestiche che non possono più vivere in natura a causa dei mutamenti che abbiamo prodotto in essi: gli animali che chiamiamo da compagnia.”
E così oggi alcune stime valutano che circa il 50% delle famiglie italiane accoglie un pet. Logicamente il rischio che in tale situazione si corre è rappresentato da una “umanizzazione” degli animali, che, a volte, vengono visti come “figli”, dimenticando che la loro peculiarità resta sempre una natura animale, con caratteristiche strettamente legate alla loro specie e che, quindi, non si può pretendere che si adeguino a condizionamenti e standard umani.
Bisogna dedicarsi alla loro cura tenendo sempre ben presente quali siano le loro specifiche esigenze, facendoli ambientare in una realtà per loro “nuova” e quindi nel pieno rispetto della loro libertà.
Certo vanno “educati”, seguendo anche canoni comportamentali che ne favoriscano un equilibrio nella vita quotidiana comune, ma tutto sempre in ambiti e delimitazioni il più possibile accettabili per tutti.
Ulteriori problematiche e/o rischi in cui si può incorrere è dato dall’esempio più classico di una famiglia che è alla prima esperienza con un pet (cane, gatto, animale esotico o altro), o ancora quando un animale viene introdotto in una casa in cui già ne è presente un altro, senza dimenticare difficoltà più importanti che si presentano quando ci troviamo a dover gestire animali cosiddetti “pericolosi”.
Nel quotidiano ognuna delle specie animali, cane, gatto, coniglio, animali esotici, presenta caratteristiche proprie di razza e caratteristiche etologiche, sanitarie, nutrizionali che possono essere comuni a quelle di altre specie, oppure essere semplicemente diverse, o addirittura contrapposte. Un esempio molto esplicativo può essere dato dalla differenza di comportamento tra il cane e il gatto, nella medesima posizione in cui sono sdraiati a pancia all’aria; il primo, così, mostra una posizione di sottomissione rispetto ad un altro cane o all’uomo, il secondo mostra il ventre mettendosi in una fase che precede un attacco, due comportamenti nettamente opposti, anche se così simili che è molto importante da saper individuare e distinguere.
Si possono evidenziare, a questo punto, due principali problematiche per un proprietario, legate alla presenza di un pet in casa, comprese in due sfere di pertinenza, ossia quella comportamentale e quella igienico sanitaria.
Nella prima sfera, la comportamentale, la limitata conoscenza del modo di comunicare dei nostri “amici” provoca malintesi, ma anche dissapori tra padrone e pet fino a determinare la decisione di una cessione dell’animale o addirittura dell’abbandono, perché spesso si sottovaluta che anche una relazione tra uomo e animale, come del resto tra le persone, si muove su canali precisi, prefissati da indicazioni precise, che prescindono dal fatto che anche i modi di comunicare sono diversi e per cui necessita prima saperli riconoscere per poi comprenderne i giusti significati.
In merito alla sfera sanitaria, invece, le reali pericolosità igieniche di avere un pet in casa sono limitate, anche se le preoccupazioni maggiori sono legate alla possibilità che l’animale possa trasmettere patologie a bambini piccoli presenti in casa. Certi dubbi, più che giustificati, sono tanti miti da sfatare, in quanto molte delle convinzioni, soprattutto sulla contagiosità dai nostri pets è basata più sul passaparola, quindi sulla inesatta conoscenza delle argomentazioni. Oggi c’è Internet, diffuso canale di informazione, da cui si attingono ogni fonte di notizie, ma spesso è conveniente verificare la veridicità delle fonti, principalmente se argomentazioni in campo medico.
Esempio esemplificativo, e quindi mito da smentire, è la somministrazione dell’aglio agli animali per “sverminarli”, non esiste alcuna fondazione scientifica in tal proposito, ma purtroppo in rete tante sono le informazioni di tale genere.
Per conoscere cosa sia meglio per il proprio pet è necessario rivolgersi al medico veterinario di fiducia, che se ne prende adeguatamente cura, per il suo ed il nostro bene.
A questo punto si può pensare che un buon inizio nel rapporto uomo animale permette all’uomo di sondare relazioni che non vengono coltivate in maniera adeguata, così da permettergli di crescere e di analizzare in maniera adeguata le caratteristiche e le esigenze dei nostri animali, approfondendo e esaminando tutte le problematiche relazionali tra le specie complementari, pur se diverse, permettendo di stabilire una esatta relazione tra l’uomo e l’animale.

Fonte: http://www.prepos.it/tesi%202015/Clelia%20Di%20Giuseppe%20Animali%20questi%20nostri%20amici.doc

Autrice : Clelia Di Giuseppe

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