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Sport

Aldo Pollini
PICCOLA STORIA DELLO SPORT
Pubblichiamo questo simpatico libercolo che Aldo Pollini, in collaborazione con i Lions Club Colonne di Vigevano, ha edito sul sito del distretto Lions 108ib3
IL SIGNIFICATO DI “SPORT”
Il termine sport trae origine deriva latino "deportare" che ha anche tra i suoi significati quello di "uscire fuori porta" cioè uscire fuori dalle mura cittadine per dedicarsi a pratiche sportive. Da questo termine derivano il provenzale e lo spagnolo "deportar", nonché il francese "despoter", (divertimento svago), da quest'ultimo prese origine nell'inglese del XIV secolo il termine "disport" che successivamente nel XVI secolo venne abbreviato nel termine comune di oggi in SPORT.
Lo Sport si può definire come l'insieme di quelle attività fisiche e mentali, compiute al fine di migliorare e mantenere in buona condizione l'intero apparato psico-fisico umano e di intrattenere chi le pratica o chi ne è spettatore. Lo sport può essere praticato singolarmente o in gruppo (sport di squadra), senza fini competitivi oppure gareggiando contro altri sportivi. In quest'ultimo caso si parla di agonismo sportivo.
L’importante non è vincere , ma partecipare.
Pierre De Coubertin
Il Secondo è il primo dei perdenti
Enzo Ferrari


INTRODUZIONE
In quasi tutte le società del mondo contemporaneo lo Sport è una realtà evidente dal punto di vista sociale economico e politico ed è parte integrante della cultura di una società che si sviluppa in parallelo con i suoi continui cambiamenti.
Pensiamo alle discipline sportive tradizionali che portano alle culture delle nazioni in cui vengono praticate e ai rapporti che legano lo Sport ai mass media. Tralasciando momentaneamente l'educazione fisica, base fondamentale per la pratica sportiva sia ludica che agonistica, è certo ed evidente che la pratica dello Sport ad ogni livello è più diffusa presso quelle società con realtà culturali ed economiche che permettono di usufruire dei mezzi e delle strutture necessarie per praticarla.
Nei Paesi con maggiori tradizioni sportive lo sport dovrebbe essere considerato come mezzo di trasmissione di valori universali e scuola di vita che insegna a lottare per ottenere una giusta ricompensa, accentuando altresì il rispetto per i compagni e gli avversari. Lo sviluppo e la popolarità dello sport ha contribuito al sorgere di nuove attività dedicate all'organizzazione, alla cultura, allo studio di tutti gli aspetti dell'attività sportiva, contribuendo a creare un movimento di interessi che spesso travalicano l'etica.
L'educazione fisica, per esempio, ha un ruolo primario nell'educazione e formazione dell'individuo già all'interno della scuola, in quanto porta
all' autodisciplina e al rispetto verso noi stessi e il prossimo. Di contro nello sport agonistico portato oggi all'eccesso, per fattori prettamente economici, ci si trova ad assistere a fenomeni del tutto estranei alla etica sportiva.
Il Panathlon International e i Lions Internationational sono impegnati a combattere le false strade dello sport, per creare nello sport un momento di sano combattimento, leale, pulito, trasparente.
Addis Abeba 2003 in 20000 contro l’AIDS Il vincitore
PROFESSIONISMO E DILETTANTISMO
Nel corso XX secolo molte nuove discipline sportive sono nate affiancandosi a quelle già esistenti, portando una fondamentale mutazione al mondo dello sport per l'aspetto economico che ruota attorno agli avvenimenti sportivi, creando un ben netto distinguo tra sport dilettantistico e professionistico. Gli atleti professionisti, vengono pagati per svolgere la propria attività e potrebbero essere definiti, ''lavoratori dello spettacolo", questi vengono inseriti nelle società che grazie a sponsor che sostengono economicamente l'apparato sportivo, ne ricavano immagine per le loro aziende. Lo standard dilettantistico invece pur essendo di prestazioni meno elevate è una fucina in cui con grandi sacrifici si forgiano i nuovi campioni che un domani passeranno al professionismo. Nei paesi occidentali i più popolari sport professionistici attraggono la gran parte dei praticanti, mentre gli sport minori sono in continua lotta per poter sostenere le spese gestionali e mantenere risultati di rilievo. L'attività sportiva amatoriale comporta da parte delle società notevoli costi gestionali che non sempre vengono reperiti a mezzo di sponsor e le perdite vengono risolte mediante interventi dei dirigenti e con il contributo delle amministrazioni comunali. Indubbiamente il professionismo con il miraggio di forti guadagni per gli atleti, porta l'avvicinamento agli sport più popolari di un numero sempre maggiore di giovani che si iscrivono a società dilettantistiche per un domani poter aspirare ad un posto nel gota del professionismo. Professionismo e Dilettantismo sono stati per anni il contrasto a livello mondiale per la partecipazione alle Olimpiadi. Nel corso degli ultimi anni alle Olimpiadi (prima riservate solo agli atleti dilettanti) sono stati ammessi anche gli atleti professionisti che solitamente meglio preparati possono esprimere tutto il loro talento con nuove performance.
Con questa decisione è stata posta una pietra sopra l'ipocrisia che per decenni ha tenuto in scacco la trasparenza dello sport agonistico, in quanto anche i presunti dilettanti, sia quelli del blocco comunista sia quelli occidentali, si allenavano ormai a tempo pieno con modalità scientifiche, ottenendo rimborsi spese, talvolta, sostanziosi; queste modalità hanno rischiato di relegare quasi ad un livello secondario le attività di studio e di lavoro, sia per il tempo profuso sia per un tornaconto sociale. Inoltre quella che avrebbe dovuto essere la loro attività primaria per la loro sussistenza si rivelava, per lo più, a conti fatti, una carriera con le forze armate o di polizia. Grazie ai successi sportivi l’atleta usufruiva di promozioni
pressoché automatiche ed è stato così inventato l'atleta di stato. Nulla escludeva che da queste promozioni di carriera, gli atleti potessero ottenere, di riflesso, "guadagni" socio-economici.
L’IDEALE OLIMPICO
Il celebre barone Pierre De Coubertin , ideatore delle olimpiadi moderne , aveva descritto l'ideale olimpico con la celebre frase "L'importante non è vincere ma partecipare" per condensare nello spirito Olimpico quei principi di lealtà, impegno e rispetto che dovrebbero essere alla base di ogni attività sportiva, sia di livello professionistico che dilettantistico.
Ai blocchi di partenza Atleti Ethiopi all’arrivo dei 20Km.di marcia
SUDDIVISIONE DELLE ATTIVITÀ SPORTIVE
Nel suo insieme quello che noi definiamo sport, è costituito da varie discipline che con i loro componenti basilari stimolano nell'individuo lo spirito di competizione, la voglia del divertimento e la voglia di migliorarsi in risultati sempre più elevati.
Analizzando le varie modalità di gioco e le regole imposte nelle varie discipline, possiamo individuare nel gesto sportivo tre categorie:
Sport individuali, Sport di coppia, Sport di squadra.
Altra suddivisione può essere fatta analizzando i mezzi con cui viene disputata una competizione: Sport di racchetta (sport che prevede l'uso di una racchetta esempi più noti Tennis e Ping Pong), Sport equestri che prevedono l'uso del cavallo, Sport motoristici con auto o moto, Arti marziali (es. scherma), Sport d'acqua (vela, windsurf, motonautica)
LO SPORT IN ITALIA
La pratica dello sport in Italia è molto diffusa tra i giovani. Pur riconoscendo che lo Sport è il veicolo primario per diffondere i valori dell'individuo, la lealtà , il rispetto dell'avversario e lo spirito di squadra, le istituzioni scolastiche italiane, lasciano alle associazioni private la gestione delle attività sportive, privilegiando nelle scuole "l'educazione fisica," a volte più complessa da gestire.
Il CONI coordina tutte le attività sportive agonistiche, a questa istituzione vengono rivolte, a torto o ragione, sempre più critiche di politicizzazione e di compiacenza verso interessi economici che privileggerebbero alcune discipline a scapito di altre così dette minori che verrebbero danneggiate nel loro sviluppo. Il calcio è sempre stato in Italia lo sport catalizzatore di interessi e praticanti, avendo sempre avuto presso i media il maggior interesse a causa dei risvolti finanziari venutisi a creare nel corso del novecento.
Non si può ignorare che fino dagli anni 90 il Calcio, attraverso il Totocalcio, è stato il grande finanziatore dello Sport Italiano, permettendo a Federazioni minori di poter esistere e continuare nella diffusione dello sport. La crisi del Totocalcio dovuta all'introduzione di nuovi giochi statali e alla legalizzazione delle scommesse sportive, ha fatto precipitare il Coni in una profonda crisi finanziaria e di conseguenza tutto il movimento sportivo Italiano ne ha risentito negativamente.
Da qui le varie critiche al settore dirigenziale dello sport italiano, critiche dirette alla politica delle Federazioni Sportive che privilegiano per ragioni di sponsorizzazione e immagine solo le discipline di vertice, disinteressandosi purtroppo di quelle discipline che con il loro 90% rappresentano il settore dilettantistico.
Sul tetto d’Europa la nazionale Femminile Volley 2007 Di Martino salto in alto record Italiano mt. 2.02
QUANDO E’ COMINCIATO
Studi sullo sviluppo dello sport nella storia dell'umanità ci possono dare informazioni su quanto, nel corso dei secoli, siano stati i cambiamenti che hanno interessato l'attività sportiva presso le diverse culture. Da sempre lo sport è stato concepito come attività che coinvolge le abilità sia fisiche che mentali dell'individuo allo scopo di esercitarle e migliorarle costantemente per poi usarle in maniera appropriata e proficua in tutt’altro ambito.
Questo ci porta a pensare che lo sport è probabilmente antico quanto lo sviluppo dell'intelligenza umana. Ai tempi dell'uomo primitivo, l'attività fisica era essenziale per migliorare la padronanza dell'ambiente nel quale viveva e pertanto ogni attività era vissuta senza l'agonismo dei nostri giorni.
Il mito The King Cassius Klay
Marta Bastianelli
PREISTORIA
Scoperte di "arte rupestre " avvenute nel corso de! XIX secolo in Francia (a Lescaux), in Africa e in Australia stanno a dimostrare che in tempi preistorici attività fisiche venivano effettuate durante cerimonie rituali che coinvolgevano i partecipanti. Ritrovamenti di incisioni rupestri riguardante attività fisica sono fatti risalire a 30000 anni fa. Nel deserto Libico sono state ritrovate incisioni che ritraggono uomini intenti a nuotare e tirare con l'arco. I graffiti stessi ci fanno pensare che l'uomo delle caverne usasse l'attività fisica non solo per procurarsi cibo per la sopravvivenza ma anche come svago. Pur non individuando fonti dirette che comprovino una attività sportiva nella preistoria, possiamo ipotizzare che in quel periodo venissero praticate attività fisiche legate a cerimonie o rituali propiziatori, che potrebbero essere portati come inizio dello sport praticato nelle antiche civiltà Euro Asiatiche.
ANTICO EGITTO
Su antichi monumenti egizi molteplici iscrizione ci portano a conoscenza che già al tempo dei Faraoni molte attività sportive: ginnastica, lotta, nuoto, canottaggio, corsa, salto, pugilato e diversi giochi con la palla , venivano praticate a scopo prevalentemente ludico. I Faraoni e i dignitari di Stato dell'antico Egitto assistevano alle gare sportive e perché queste venissero sempre al meglio praticate, sostenevano di buon grado la costruzione delle strutture necessarie. Dai geroglifici gli studiosi hanno potuto stabilire che millenni prima dei Greci gli antichi Egizi avevano stilato regole basilari per alcuni giochi, avevano anche provveduto, per un controllo del regolare svolgimento delle attività, a nominare un arbitro neutrale, avevano pure dotato i giocatori di uniformi o divise e assegnato ai vincitori collari forgiati in diversi modi. Una buona norma era anche quella di rendere omaggio sia ai vincitori che ai perdenti, ai primi per la loro superiorità, ai secondi per aver partecipato con spirito sportivo.
ANTICA CINA
I ritrovamenti di artefatti ed edifici antichi suggeriscono che la civiltà cinese ha iniziato a praticare attività atletiche che possono essere assimilate alla moderna concezione di sport fin dal 4000 a.C.. Lo sviluppo delle antiche discipline sportive in Cina sembra sia da collegarsi allo sviluppo di altre attività dell'uomo: l'agricoltura, l'artigianato, la guerra e l'intrattenimento.
L'attività sportiva maggiormente popolare nell'antica Cina sembra fosse la ginnastica. Grazie ai monaci buddisti ci sono giunte regole risalenti all'anno 2700 a.C. che prevedevano di effettuare flessioni, torsioni, atti respiratori. Gli stessi maestri del Tao insegnavano la ginnastica perché garantiva la salute del corpo e l'immortalità dell'anima. Alla ginnastica può essere facilmente fatto risalire sia lo sviluppo in Cina delle arti marziali (il più famoso stile, sicuramente il Kung-Fu del tempio Shaolin), sia la tradizione acrobatica degli artisti del circo tradizionale cinese.
Il contorsionista
ANTICA GRECIA
Ai tempi dell'antica Grecia molteplici erano gli sport praticati: la lotta, il pugilato, il lancio del giavellotto, il lancio del disco, la corsa dei carri da guerra, il salto in lungo, il pentatlhlon . Senza dubbio tutto ciò ci fa pensare che la cultura militare Greca sia stata predominante per lo sviluppo degli sport ad essa legata.
Nel 776 A.C. vennero istituiti i primi giochi Olimpici, si tenevano in onore di Zeus con cadenza quadriennale ad Olimpia, piccolo villaggio del Peloponneso. L'appuntamento Olimpico non era solo avvenimento sportivo, ma serviva a celebrare l'eccellenza dell'individuo e anche le varietà artistiche della intera cultura Greca, soprattutto era l'occasione per onorare la massima divinità religiosa .
I greci consideravano sacri i Giochi Olimpici, e, durante il loro svolgimento era considerato sacrilegio a Zeus provocare scoppio di ostilità. Veniva pertanto proclamata una tregua su tutti campi di battaglia, tregua che durava dall'inizio alla fine di giochi stessi. Durante questa tregua venivano pure sospese tutte le esecuzioni. La tregua olimpica permetteva a tutti i cittadini greci di ritrovarsi e riunirsi pacificamente per competere nel pieno del rispetto reciproco. Le gesta dei protagonisti dei Giochi sono state cantate dal poeta Pindaro.
Anfiteatro
ANTICA ROMA
La cultura sportiva Romana al pari di quella ellenica, esaltava la competizione fisica. Fin dai tempi della fondazione della Città l'attività sportiva non competitiva veniva praticata prevalentemente nelle terme come fondamentale di quella cultura di benessere che era uno dei punti forza della società romana. Come in Grecia, le gare sportive venivano inserite a contorno nelle celebrazioni di feste religiose. Genericamente tutte o quasi le competizioni sportive romane dei tempi venivano indicate con il termine "ludi” (probabilmente derivato dall'etrusco). I membri della classe sacerdotale romana organizzavano i "ludi" con la partecipazione dei giovani appartenenti alla nobiltà.
A Roma piano piano la sacralità dei giochi sportivi, molto comune all'antica Grecia, venne sostituita dall'aspetto spettacolare di un intrattenimento collettivo.
A Roma, come antichi resoconti testimoniano, i giochi comprendevano anche le specialità olimpiche greche; tra queste il pubblico romano preferiva però le discipline più violente come il pugilato e la lotta e in particolar modo il "pancrazio", una variante del pugilato molto violenta che a volte portava a risultati letali. La violenza predominante nelle competizioni sportive dell' antica Roma si riscontra in seguito nel popolare successo che ebbero i combattimenti tra i gladiatori, successo che venne utilizzato anche come stabilizzatore sociale. Da qui si può intuire il perché in molte città dell'impero vennissero costruiti grandi anfiteatri per ospitare il sempre più numeroso pubblico, il più famoso di tutti è il Colosseo.
Il Colosseo
Arena romana
I GIOCHI OLIMPICI
L'origine delle Olimpiadi antiche è avvolta nel mistero.
Una delle versioni tradizionali ci racconta del giovane Pelope, sacrificato agli Dei dal padre, e di Giove che, impietosito, gli ridonò la vita. Pelope celebrò l'avvenimento con una festa e con una serie di competizioni di lotta, pugilato e corsa. Da allora, siamo nel 1700 a.C., i Giochi si ripeterono occasionalmente, per poi finire quasi per scomparire nel corso dei secoli.
Mille anni dopo Pelope, nel 784 a.C., Re Ifito conquistò l'Elide, seppe dell'antica tradizione dei Giochi e fece così celebrare a Olimpia, nel 776 a.C., i "Giochi dell'Olimpico Giove". I Greci dimostrarono subito grande entusiasmo per l'Olimpiade, che divenne così un avvenimento fisso, da ripetere ogni quattro anni. Le Olimpiadi divennero perfetta espressione della cultura greca, che attribuiva grande importanza alla fisicità. L'educazione alla formazione del corpo, le gare, le sfide, erano incoraggiate non solo per rendere i giovani forti e pronti alla guerra, ma anche per dare loro la forza di sostenere le fatiche della vita: forza del corpo e forza dello spirito.
Lo Stadio Olimpico del 1894
Le Olimpiadi raggiunsero una tale importanza che durante il loro svolgimento non si potevano dichiarare guerre, e quelle che erano in corso dovevano essere sospese. Nei sei giorni che costituivano la manifestazione (il primo e l'ultimo dedicati unicamente alle cerimonie di apertura e chiusura), ad Olimpia accorrevano un gran numero di spettatori, mentre gli atleti dovevano essere nella città un mese prima delle gare.
Gli atleti gareggiavano nudi, per non avere l'ingombro dell'abito e perché la competizione sportiva rappresentava un momento di estrema purezza. Momento al quale le donne non potevano né partecipare né assistere, visto che per loro era vietato nella maniera più assoluta persino l'ingresso nel luogo delle esibizioni.
I giochi seguivano sempre un programma fisso: la prima giornata era dedicata esclusivamente alla cerimonia di apertura. La seconda giornata vedeva lo svolgimento delle gare di corsa, una di velocità di circa 200 metri, una di mezzofondo di circa 400 metri, una di fondo di circa 5000 metri. Nella terza giornata si disputavano gli sport di combattimento: pugilato, lotta e pancrazio. Quest'ultimo era un tipo di lotta particolarmente violento in cui tutti i colpi erano praticamente consentiti. La quarta giornata era dedicata agli sport equestri: le corse dei carri e dei cavalli, spettacoli che riscuotevano enorme successo e godevano di grande prestigio.
Nella quinta giornata si svolgeva il pentathlon, una gara composta da salto in lungo, lancio del giavellotto, corsa, lancio del disco e lotta. Dopo ogni specialità solo i migliori potevano accedere alla prova successiva, cosicché alla fine i due più forti si trovavano di fronte nella lotta. L'ultima giornata era dedicata alla cerimonia di chiusura con la solenne premiazione di tutti i vincitori.
I vincitori delle gare erano fatti oggetto di ammirazione, immortalati in poemi e statue e premiati con una corona di alloro e un pentolone di olio.
Le Olimpiadi antiche si svolsero fino al 393 d. C. quando l'imperatore Teodosio, su esplicita richiesta del vescovo di Milano S. Ambrogio, decise di sopprimere l'evento sportivo. Le Olimpiadi, infatti, con il passare dei
secoli si erano trasformate profondamente, avevano perso l'iniziale spirito sportivo ed erano diventate, poco alla volta, un immenso giro di affari nel quale regnava incontrastata la corruzione.
Oltre ai Giochi di Olimpia si disputavano altre competizioni religiose: i Giochi Pitici in onore di Apollo a Delfi; quelli Nemei a Nemea in onore di Zeus; quelli Istmici in onore di Poseidone e del Dio Palemone presso l'Istmo di Corinto; i Giochi Panatenaici ad Atene.
Il 16 giugno del 1894, durante un congresso sui problemi del dilettantismo e del professionismo nello sport, il barone de Coubertin illustrò il suo progetto: far rinascere le Olimpiadi. De Coubertin ottenne un grande successo: vennero decisi subito data, il 1896, e luogo, Atene, della prima edizione delle olimpiadi dell'età moderna.
Il barone Pierre De Coubertin
Il 6 aprile, lunedì di Pasqua, del 1896 fu il grande giorno: dopo 1503 anni, davanti a 70.000 persone, le Olimpiadi tornarono finalmente a vivere. Da allora ogni quattro anni i più grandi atleti del mondo gareggiano per entrare
nella grande storia olimpica. A differenza delle Olimpiadi dell'antichità, che facevano fermare anche le guerre, quelle moderne sono state costrette all'annullamento in tre edizioni (1916, 1940, 1944) per gli eventi bellici. Ai primi giochi di Atene del 1896 erano presenti 13 nazioni e 285 concorrenti. Dieci gli sport in programma: atletica leggera, nuoto, canottaggio, scherma, ginnastica, lotta, pugilato, sollevamento pesi, ciclismo, tennis (le gare di canottaggio, non ebbero luogo per mancanza di iscrizioni).
L'emblema olimpico è costituito da 5 anelli rappresentanti i cinque continenti: blu per l'Oceania, nero per l'Africa, rosso per le Americhe, verde per l'Europa e giallo per l'Asia, e dal motto: " Citius, Altius, Fortius ".
All'apertura di ogni olimpiade, un atleta del paese organizzatore pronuncia un giuramento. Il programma di gare nei giochi comprende 19 sport ormai fissi (atletica leggera, calcio, canoa, canottaggio, ciclismo, ginnastica, hockey su prato, nuoto e tuffo, pallacanestro, pallavolo, pentahlon moderno, pugilato, scherma, sollevamento pesi, sport equestri), ai quali però possono essere aggiunti altri sport così detti facoltativi ( judo, palla mano, tennis, tiro col l'arco, ecc.), ma altri continuano ad aggiungersene, anche sport poco “sportivi” come quelli del gioco delle carte.
Nel programma di ogni olimpiade figurano più di 2 sport " dimostrativi " che non hanno medaglie e titoli in palio, uno sport folkloristico del paese organizzatore e uno richiesto dalla federazione internazionale.
Dal 1924 i giochi si divisero in Olimpiadi Invernali ed Estive, che dal 1994 si disputano ad anni alternati.
Ai primi Giochi Olimpici Invernali, che si svolsero a Chamonix nel 1924, sedici paesi inviarono proprie squadre; i concorrenti furono 294, tra cui 13 donne.
Agli undicesimi giochi invernali (Sapporo, 1972) trentacinque nazioni inviarono proprie squadre: parteciparono 1.121 concorrenti, di cui 217 donne. Nel 1994 gli atleti furono 1920.
Nel frattempo è aumentato anche il numero delle specialità incluse nel programma dei giochi, che si presenta oggi così articolata: sci (discesa libera, slalom, fondo, salto dal trampolino), pattinaggio (pattinaggio artistico, pattinaggio veloce), hockey su ghiaccio, bob e slitta, biathlon. Dalle recenti Olimpiadi di Nagano (Febbraio 1998) sono inclusi nelle specialità anche hockey femminile e curling. Nel 2006 Torino ha ospita to i Giochi Olimpici Invernali con una grande successo.
Uno dei principali problemi delle Olimpiadi (e dello sport in generale) è il doping. Agli inizi del XX secolo, si iniziarono a usare droghe al fine di ottenere prestazioni sportive migliori.
L'unica morte per doping, avvenuta durante le Olimpiadi, fu ai Giochi di Roma 1960, nella corsa di bici su strada. Il danese Knut Enemark Jensen, cadde dalla sua bici e più tardi morì. L'autopsia rivelò che l'atleta era sotto l'influenza di anfetamine.
A partire dai Giochi del 1968 i test anti-doping furono introdotti dal CIO.
Il primo atleta olimpico ad essere trovato positivo al doping fu lo svedese pentatleta Hans-Gunnar Liljenwall, durante le Olimpiadi di Città del Messico 1968. Liljenwall perse la medaglia di bronzo. Settantatré atleti seguirono Liljenwall nei successivi 38 anni, tra cui molti medagliati. La squalifica per doping più pubblicizzata resterà sempre quella del velocista canadese Ben Johnson, che vinse i 100 metri a Seul 1988. Fu trovato positivo agli steroidi anabolizzanti.
Nonostante i controlli, gli atleti hanno continuato ad utilizzare sostanze dopanti nel corso degli anni. Nel 1990, la rilevazione di alcuni documenti denunciò il fatto che molte atlete della Germania Est, erano costrette dai propri allenatori e preparatori ad assumere sostanze dopanti.
Ad oggi la battaglia del CIO si è fatta sempre più forte, ed è dimostrazione che alle recenti olimpiadi invernali di Torino 2006, solamente un atleta è stato trovato positivo al doping.

Fonte:http://www.fisiosport.eu/public/articoli/2011%20Storia%20dello%20sport%20-Pollini.pdf

 

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